Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio, edizione V, Panico totale sulle orme del terrore
I mini-campionato, 2 di 6

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Mastronxo
view post Posted on 6/10/2011, 14:41




Ah kaipi,
ho letto la tua spiegazione su racconto e titolo.
Il titolo "La trappola" credo sia ancora peggiore dell'Orma :lol:
Se ti piace stare su questa linea, suggerirei In trappola, però anche questo non è un granché.
Solo opinione mia, comunque.
 
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view post Posted on 6/10/2011, 23:43
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Magister Abaci

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Per Peppino1982 è giunto il Giorno del Giudizio! :p093:

Recensione che presto apparirà su
Sic incipit... il blog sulla scrittura istantanea.


Commento a... "Zanne d'acciaio e cannoni al plasma" di Peppino1982



Amarcord
Ero un bimbo quando l'Italia fu invasa dai cartoni animati giapponesi che narravano le gesta di Mazinga Z, Gundam, Goldrake, Jeeg robot d'acciaio, Daitarn III e chi più ne ha più ne metta. Ammetto d'aver seguito più d'una di quelle saghe e mi ci ero moderatamente appassionato.
Di recente ricordo di essermi chiesto come avrebbe potuto essere un racconto di fantascienza che riprendesse il genere dei robottoni e ne descrivesse le gesta. Senza il supporto delle immagini e dei suoni, solo attraverso la parola scritta, non deve essere facile, mi dicevo. Il racconto di Peppino1982 me lo ha dimostrato.

Quarta di copertina
Una meteora si abbatte sul Madison Square Garden seminando morte e distruzione. Ma si tratta davvero di una meteora? Dopo alcuni attimi di disorientamento la folla si accorge che New York e l'intero pianeta sono in balia di una sciagura ben più terrificante. Riusciranno gli esseri umani a fronteggiare un popolo di giganteschi guerrieri pachidermiformi, o soccomberanno sotto la loro schiacciante potenza di fuoco?

Trama
Il racconto ci presenta un mondo alieno popolato da creature di enormi dimensioni. All'inizio sembra di trovarsi di fronte a una vicenda in cui si consuma una non ben specificata vendetta. Uno dei protagonisti, Loxodonta, è tenuto prigioniero, per non meglio precisati motivi, e sembra in balia di un altro personaggio, Razzar, che si vuole vendicare, o almeno così dichiara lui, per non si sa quale ragione. Si scopre però che il tentativo di vendetta era solo un espediente per liberare il prigioniero, che viene quindi catapultato sul pianeta Terra, dove semina morte e distruzione. I suoi inseguitori cercano di eliminarlo, ma cadono vittime di tremende esplosioni a livello planetario. Il traditore è ancora Razzar: con Loxodonta si è impossessato della Terra e userà il pianeta come base per minare le fondamenta della Federazione di cui fanno parte.

La trama non è molto semplice da seguire. A parte la complessità intrinseca, l'avvenimento cruciale, cioè il tradimento di Razzar, in combutta con Loxodonta, viene introdotto senza alcuna apparente motivazione. Purtroppo neppure la conclusione risolve pienamente la questione, infatti tutto termina con un cliffhanger che richiede un successivo episodio, visti i punti importanti rimasti irrisolti. La storia, rimasta aperta, sembra non essere del tutto compiuta.
Un'altra pecca della trama consiste nell'arbitrarietà di certi eventi. Perché Loxodonta sceglie proprio la Terra? Perché Razzar decide di allearsi con lui e di liberarlo? Ma soprattutto perché Loxodonta è in carcere? Sono tutti punti che richiederebbero qualche accenno in più, senza per forza rovinare la suspense, ma per calare maggiormente il lettore nella storia e non per lasciarlo in balia di un tirare a indovinare che lo lascia insoddisfatto.
Per il resto, la storia di per sé non è male. Soprattutto per quanto riguarda l'ambientazione del mondo alieno.

Personaggi
Gli alieni antropo-pachidermiformi sono tutti piuttosto simili nelle loro caratteristiche fisiche e sono ben descritti nella loro fisicità prorompente e distruttiva. Non è facile illustrare a parole il movimento di un essere di quelle dimensioni, e nel racconto si è fatto il lodevole tentativo di mostrare, più che raccontare, quel gigantismo. Non era però facile mantenere per tutto il racconto lo stesso livello e talvolta si tende a dimenticare d'avere a che fare con dei giganti. In questi casi, l'uso di verbi specifici aiuta, e in alcune parti il tentativo è riuscito.
Se la fisicità è una caratteristica comune agli antropo-elefanti, ben diversa è la questione dei caratteri. È interessante il confronto tra Razzar e il direttore. Il primo domina sia fisicamente che psicologicamente il secondo, e la scelta di portare avanti di pari passo le umiliazioni corporali con quelle psicologiche è azzeccata. Ne risulta un quadro molto netto, chiaro, di come funzioni il mondo di quegli alieni, in cui la potenza distruttiva esercitata nel dominare gli altri è allo stesso tempo una nota caratteriale.
Razzar è definito dal suo dinamismo, da come prorompe nella scena; il direttore è delineato dal suo avere sempre la peggio; invece Loxodonta non è ben inquadrato psicologicamente. In prigionia dimostra una tempra inossidabile, sulla Terra rivela una colossale potenza di fuoco, ma alla fine non si scopre di lui molto altro. In confronto a Razzar ha poco spessore.
In conclusione, la resa dei personaggi è adeguata alle difficoltà del compito: cercare di rendere un personaggio, che di solito il lettore si figura di dimensioni a "misura d'uomo", nelle sue reali dimensioni. Magari il risultato non è del tutto riuscito, ma i passi verso la giusta direzione sono stati fatti.
Un accenno ai personaggi "umani": il Presidente. Il conflitto interiore che lo porta al suicidio è solo accennato. Poteva essere l'occasione di presentare un personaggio con cui il lettore potesse empatizzare, come attivo antagonista di colossi disumani, ma la sua apparizione è stata troppo fugace, per quanto le possibilità di fargli acquisire spessore e importanza ci fossero tutte.

Struttura
Nonostante la trama contorta e, in certi aspetti, irrisolta. La struttura del racconto è lineare. Non ci sono flashback che spieghino ciò che è avvenuto o cosa accadrà. In questo racconto sarebbero stati davvero l'ideale per chiarire ciò che invece è dato per scontato. Sarebbe stato bello un flashback che spiegasse perché Loxodonta è in prigione: dopo aver catturato il lettore con un incipit molto dinamico e aver lasciato crescere la storia con il richiamo irresistibile di una vendetta, è un peccato scoprire che era solo una finta. Dopo aver accusato il colpo, il lettore si aspetta che qualcosa di avvincente catturi la sua attenzione, oppure che qualche retroscena venga rivelato, altrimenti si può sentire tradito o preso in giro.

Ambientazione
Come dicevo, il tentativo di mostrare che la scala in cui si svolgono gli avvenimenti non è la nostra, ma di qualche decina di volte più grande, è lodevole. Il trucco scelto per ottenere l'effetto è quello di accentuare il dinamismo di alcuni movimenti. Però l'agilità di Razzar provoca spesso l'effetto contrario. Forse in certe scene si sarebbe dovuto sottolineare l'inerzia di quei corpi, proprio per accentuarne la pesantezza. L'effetto comunque è ben reso nei contatti dei pachidermi tra di loro e con l'ambiente. Mentre sul pianeta alieno certe frasi hanno un effetto di straniamento (si intuisce che qualcosa è fuori dimensioni, ma forse non lo si coglie pienamente), la cosa diventa evidente quando Loxodonta giunge sulla Terra. A quel punto diventa più facile e la "scena di panico" risulta in parte efficace anche grazie alla descrizione delle tremende conseguenze che i movimenti dell'alieno provocano su ciò che lo circonda.
L'ambientazione terrestre non presenta particolarità degne di nota. È piuttosto standard: abbiamo già visto King Kong e Godzilla muoversi a New York e non sempre Loxodonta riesce a rievocare pienamente quelle scene.

Stile
La scrittura è a tratti spezzettata. Frasi brevi e un uso smodato del punto fermo sono efficaci, ma possono stancare se non si cambia tono per gran parte del racconto. Lo stesso vale per la scelta del tempo presente: dona immediatezza all'azione, ma mi sarebbe piaciuto trovare qualche frase al passato, un ricordo, un flashback, un qualcosa che interrompesse il flusso continuo del presente.
Una frase che si sente citare spesso: "show, don't tell", È un mantra che si ripete, qualche volta anche a sproposito, ma in questo caso mi sembra azzeccato. Una frase a caso: "È una scena sconvolgente per le persone lì assiepate". Nelle frasi precedenti avevi già mostrato gente sconvolta alla vista di ciò che stava accadendo, perché spiegarlo al lettore che lo ha già capito assistendo alla scena? È come appiccicare al quandro di una natura morta una terghetta con scritto "natura morta": perché mi distrai facendomi leggere qualcosa che avevo già capito facendolo passare per fondamentale?

Orme del terrore
Di impronte ce ne sono parecchie e abbastanza terrorizzanti. E poi c'è anche un "enorme cratere segna come un’orma gigantesca", che è una bella immagine.

Scena di panico
Il panico descritto in questo racconto è piaciuto a parecchi, a giudicare dal numero di punti bonus collezionati. Non ho un metro per giudicare gli altri racconti da questo punto di vista, ma più che la scena di panico in sé, mi è sembrato che fosse efficace l'azione devastatrice di Loxodonta. D'altra parte cosa c'è di meglio di un enorme pachiderma corazzato e armato fino ai denti che fa strage di minuscoli esseri umani? Oltre all'immagine delle impronte lasciate ricolme di cadaveri schiacciati, abbastanza truculenta, c'è anche il tempo per sdrammatizzare, ed è un'ottima scelta in scene così estreme, col lancio delle cheerleaders a canestro, tanto per fare un esempio.

Conclusioni
L'idea del racconto mi è piaciuta e, rispetto ad altri tuoi lavori, mi sembra un bel passo avanti. È entrato nella cinquina grazie ai punti bonus della scena di panico, ma ciò seignifica che comunque era a ridosso dei migliori e sopra la media. Le pecche le ho già evidenziate: una trama che non risponde a tutte le domande che suscita, e un tentativo di rendere visibili situazioni insolite riuscito in alcune parti, ma in altre ancora troppo raccontato.
Per il personaggio di Razzar così scolpito e per la scena di panico distruttiva mi sento di dare qualcosa in più della stretta sufficienza.
Potresti riprendere il racconto tra qualche tempo, quando certe parti ti verrà naturale limarle senza soffrire troppo, e magari incastonare la vicenda tra altre sequenze per offrire al lettore un'esperienza più completa e appagante. A quel punto perché non riproporlo in altri concorsi che sono in questi paraggi? Anche a te un grosso in bocca al lupo! :woot:

Voto: 6 +
 
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simolimo
view post Posted on 7/10/2011, 13:03




... l'ultimo non ha scritto il racconto :p099: ?! Doh :huh: !!
ahahah, Kaipirissima, tu m'illumini :woot: sottoscrivo il mio voto: partito dei piccoli passi, sto arrivandooooo happy_run

Grazie Kaipi, ciao!
 
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view post Posted on 8/10/2011, 09:31
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Magister Abaci

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Comunicazione di servizio: causa un paio di concorsi in scadenza e altri impegni della vita "reale", mi trovo costretto a violare il contratto posticipando il Giorno del Giudizio per i tre racconti rimasti a lunedì. Mi scuso con i tre autori che stanno attendendo da tempo i loro punti bonus e la loro collocazione definitiva in classifica.

A causa della violazione del contratto, sto pagando la penale: proprio in questo momento, come avrete intuito dalla scrittura tremolante, Jackie mi sta fustigando (e non essendo masochista la cosa non mi entusiasma più di tanto).
Scusate ancora! A lunedì!
 
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kendalen
view post Posted on 8/10/2011, 09:36




CITAZIONE (TETRACTYS @ 8/10/2011, 10:31) 
Comunicazione di servizio: causa un paio di concorsi in scadenza e altri impegni della vita "reale", mi trovo costretto a violare il contratto posticipando il Giorno del Giudizio per i tre racconti rimasti a lunedì. Mi scuso con i tre autori che stanno attendendo da tempo i loro punti bonus e la loro collocazione definitiva in classifica.

A causa della violazione del contratto, sto pagando la penale: proprio in questo momento, come avrete intuito dalla scrittura tremolante, Jackie mi sta fustigando (e non essendo masochista la cosa non mi entusiasma più di tanto).
Scusate ancora! A lunedì!

Vacci giù pesante, Jackie! :p097: :p097: :p097: :lol:
 
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einna
view post Posted on 8/10/2011, 09:41




jackie, sei tutti noi! CHASIN1
 
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view post Posted on 8/10/2011, 10:23
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Il Terrore delle Pizzerie
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Jackie, serve del sale?
 
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Mastronxo
view post Posted on 8/10/2011, 11:30




Porco dighel!
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 8/10/2011, 13:27




CITAZIONE (kendalen @ 8/10/2011, 10:36) 
Vacci giù pesante, Jackie! :p097: :p097: :p097: :lol:

Grazie per L'incitamento,
ma non ne ho bisogno,
sono già inferocita di mio.
 
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Mastronxo
view post Posted on 9/10/2011, 13:16




Ecco l'ultimo racconto che mi manca!
A presto!

FUORIGARA

SIGNORE DEI BENELLI – MIRACOLO A MILANO

Orme: le orme ci sono, le ho trovate un po’ forzate ma si amalgamano bene all’interno dei comandi impartiti dal dottore. Sono forzate nel senso che, se quest’ultimo avesse ordinato a Germano di seguire una striscia luminosa sul terreno o di andare semplicemente verso la statua, non sarebbe cambiato molto. Comunque aggiungono quel tocco che non guasta.

Scena di panico: una vera e propria scena di panico, percepita attraverso gli occhi di Marco, uno dei protagonisti. Carino il fatto di intervallare il passato – attraverso il ricordo confusionario che si dipana nella mente del ragazzo – con la narrazione vera e propria. Occorrerebbe però una separazione visiva più marcata, magari io metterei in corsivo la parte del ricordo, tanto per farci comprendere immediatamente il cambio di prospettiva. Credo però che tu l’avessi fatto e ti abbia fregato la formattazione.
Ho gradito anche il susseguirsi frenetico delle frasi, senza punteggiatura, senza punti fermi: sei stato piuttosto bravo a farmi vivere il momento di confusione. Attenzione però a non inabissarti troppo nella tua testa, nel senso che, anche se incasinata “nella realtà” (del tuo scritto), non dovrebbe esserlo anche nella testa di chi legge. Per esempio, ho dovuto faticare per interpretare la parte del Predatore e del Pericolo.
Occhio perché bisogna utilizzare troppo la razionalità, in quel pezzo, mentre tu stesso ci dici che i cinque sensi di Marco si trasformano in un’unica percezione. Se quell’unica percezione si trasforma a sua volta in qualcosa di così difficilmente interpretabile (il Pericolo, il gregge e il Predatore), come fosse una grande metafora, significa che Marco ha già elaborato il tutto nella sua testa. Non so se riesco a spiegarmi bene, ma ho trovato un controsenso appunto la metafora inserita e il ricordo effettivo.

Nucleo e sviluppo: un ipnotista viene invitato a una famosa trasmissione televisiva da Piero Angela, tanto per essere sbeffeggiato in diretta dai cervelloni di turno.
Si fa prendere la mano e ipnotizza tutti quelli che lo sentono e vedono. Peccato accada un imprevisto: la pubblicità interrompe la trasmissione, con la quale termina la frase del dottore. Era la pubblicità sbagliata…
Idea molto carina, piuttosto innovativa; gli zombi sono persone normali e non sono i soliti infettati – batterizzati – virusizzati di turno. Essendoci questa “novità”, io avrei giocato maggiormente sugli affetti e le conoscenze dei due giovani. Capisco non ci sia molto spazio – e l’hai notato anche tu, ghghgh – però qui la situazione crudele dovrebbe essere servita su un piatto d’argento.
In fondo, che questi zombi siano o meno veri zombi, poco cambia, nel tuo pezzo, rispetto a quanto di già visto. Potrebbe invece cambiare quando i due devono affrontare un loro amico anziché il vicino di casa (che magari è pure antipatico), oppure un loro caro parente.
Lo sviluppo non mi ha convinto più di tanto. Non per quanto concerne la cronologia della narrazione (i flashback che spiegano cosa è successo, la curiosità, data dall’incipit, di capire perché Marta provi quell’odio per Piero Angela e via discorrendo sono buoni e ben piazzati), quanto nei discorsi diretti. La maggior parte di essi sono degli infodump incredibili, tra l’altro utilizzati nei momenti forse meno opportuni.
Esempi di quanto ti ho detto sono di seguito:
- «Ti ho detto che devi smettere di pensare che siamo in un videogioco, che i mostri siano simili tra loro! Sono persone ipnotizzate e gli è stato detto che ora sono zombie, ma ciascuno di loro ha una differente idea di cosa è uno zombi… »e tutto il discorso successivo: questo è infodump. Preferirei sentire questa spiegazione attraverso, magari, la mente di lei, oppure durante la telefonata del dottore, anziché sentire io stesso la spiegazione con le loro parole. Anche perché mettersi a parlare così tanto (temporalmente parlando)e in maniera tanto razionale ma soprattutto tecnica, in un momento di foga, quando non c’è tempo da perdere, fa sembrare ancor di più il tuo un artificio narrativo, più che la parte di una storia.
Preferirei appunto che questi tecnicismi fossero pronunciati da chi davvero ha speso la propria vita a studiare in questo ambito – non da una ragazzina che dovrebbe essere ancora incredula di quanto è accaduto, distratta probabilmente da rumori molesti e dal pericolo che potrebbe spuntare da un momento all’altro. Qui la tensione narrativa viene distrutta, purtroppo.
- «Uhm, io sì, ma in realtà noi eravamo sotto la pioggia e seguivamo i dialoghi attraverso la vetrina grazie ai sottotitoli simultanei... non c'erano le condizioni perché avesse effetto su di noi.»: da una giovane non vedo quel “sottotitoli simultanei” molto calzanti. Toglierei simultanei.
- «Sapere in che modo “diventeranno più convincenti” può salvarci la vita»: in questa parte, ogni tanto intervallerei i discorsi diretti con qualche gesto o qualche particolarità descrittiva, per farci rimanere nella storia e non farci leggere un libro di ipnosi. Per esempio, che so, si asciugò il sudore dalla fronte che le colava negli occhi, continuando a camminare a passo svelto. Tra l’altro, io camminando non ho mai fatto discorsi così lunghi.
«Beh dunque... chi è suggestionato o ipnotizzato può modificare il vissuto sensoriale e quello del proprio schema corporeo. Può aumentare o in questo caso diminuire fino ad azzerare la ricettività al dolore, e poi può alterare tutti i parametri fisiologici avvertibili, come il battito cardiaco, il ritmo respiratorio, la temperatura cutanea. Quando un soggetto è molto ricettivo può arrivare a controllare tutte quelle variabili che normalmente sono associate soltanto a condizioni esterne»:ecco un altro esempio di discorso da libro: nessuno parlerebbe così, forse nemmeno Piero Angela. Il dottore sì, forse, ma non sua figlia, troppo giovane per aver sviluppato un lessico così curato.
- «Tipo, sopprimere o far insorgere tutte le malattie psicosomatiche, dalla gastrite nervosa a cose più serie, poi può velocizzare il ritmo di guarigione fino al 60-70% e rimuovere certi blocchi a molte aree e funzioni del corpo e della mente, limiti involontari consolidati dall'istinto e dall'esperienza. Per questo l'ipnosi e la PNL vengono usati per trattare i traumi e le fobie.»: ancora un lessico troppo ricercato.

Ambiente: l’ambientazione c’è, siamo a Milano in una giornata temporalesca, e c’è pure la documentazione (che però presenta le problematiche che ti ho scritto già nella sezione dello sviluppo; per riassumere, documentazione presente, ma pronunciata in momenti e da persone sbagliate, secondo me).
Il tempo atmosferico non viene abbandonato durante la narrazione, anzi spesso rimarchi sul fatto degli ombrelli – che compaiono pure nella scena di panico.
Va bene, potrebbe essere criticabile il fatto che la gente appanicata che si tiene in mano un ombrello abbia qualche problema alla prensilità della mano, però a me è piaciuto quel pezzo, ancora adesso mi viene in mente l’immagine che mi hai mostrato.
Anche gli interni hanno un loro perché, insomma mi hai dato un buon senso di atmosfera. Un esempio di questo è nella descrizione seguente:” La tempesta è cessata. Milano ne emerge mezza allagata, un puzzle disordinato di urla lontane, frasi gridate e invocazioni d'aiuto. Tutto odora di pioggia. L'illuminazione di viale Coni Zugna è saltata, e alla sua imboccatura un incidente automobilistico ha bloccato completamente il passaggio dei veicoli nei due sensi: una lunga colonna di auto abbandonate corre dai due ragazzi fino ai lampeggianti di un'ambulanza in corso Genova. I due procedono nel viale immobile chiuso dagli edifici.”

Personaggi: Marta e Marco sono i protagonisti del racconto, con il dottore che ogni tanto ruba la scena – in positivo intendo. Ci sarebbero di mezzo anche Germano e Piero Angela, che però non vengono affatto sviluppati.
Ecco perché sono rimasto interdetto quando ho visto tutto quell’odio riversato sul Piero: non essendo descritto, non essendoci un vero motivo di odio verso quest’uomo, sono stato costretto a pensare che la tua controparte narrante sia entrata di straforo nel racconto e abbia espresso una propria opinione, togliendo spazio allo svolgersi della vicenda da parte dei due protagonisti. Se dobbiamo detestare Piero Angela, allora devi darci delle motivazioni sufficienti per farlo, non puoi limitarti al fatto che i cervellomani invitati a una sua trasmissione non siano d’accordo su quanto dice il dottore e lo prendano per un cialtrone. Anche perché finora non ho mai visto un invitato in una trasmissione di Piero che fosse trattato a quel modo. Magari qualche invitato con Paone, ma non con Piero.
L’entrata in scena di Germano, poi, è completamente inutile. Introduce la ricerca che ha seguito il dottore per anni, va bene, ma aggiunge in quid alla storia? Non mi pare, potrebbe tranquillamente essere eliminata.
Puoi trovare facilmente altre maniere per far comparire le impronte.
I protagonisti a volte son ben caratterizzati, altre no, e ancora entrano in scena i discorsi diretti. Esempi? Eccoli:
- “«Piero Angela di merda! Stronzo! Stronzo, possa tu essere inciso con un bisturi arrugginito e scuoiato vivo, cosparso di olio e burro e gettato in una fossa di nutrie bulimiche!»”: ma che imprecazione è? Del tutto irreale, chi parlerebbe così, tra l’altro con se stesso?
- “alla faccia della divulgazione scientifica e dell'approccio egualitario e razionalista di Piero Angela” : ancora, quale giovane parlerebbe così? Qui sei tu narratore che parli, non Marco. Me ne accorgo eh!
- ““Una persona in stato di ipnosi può guadagnare una resistenza al dolore paragonabile a un'iniezione di morfina””: qui invece di farlo ricordare a Marco, lo farei spiegare dal dottore, nella telefonata, presentandolo come uno “state in guardia, e POI farlo ricordare a lui, per aiutare la testa del lettore a ricordarsene a sua volta.
Per altri esempi, guarda in Nucleo e sviluppo.

Forma
Uno dei più corretti, anche se ogni tanto i tempi verbali paiono agire di testa propria e qualche maiuscola se ne va per la sua strada:
- “«alla faccia della divulgazione scientifica…”: maiuscola dopo le caporali.
- “si accorge di aver distanziato e perso”: quando si era accorto.
- “le sue mani tremano: «siamo passate sotto la tettoia”: maiuscola dopo caporali.
- “gli occhi della ragazza si erano riempiti di lacrime, la sua voce arranca”: si sono riempiti
- “prima che Marta vibri un fendente”: fendente è stato ripetuto poco prima.
- “La voce del dottore continuava.”: continua.
- “in questa modalità la sua mente raggiunge ha livelli di QI”: togliere ha.

Note
- Questo SMS: “Apri subito cancell, sono stto casa tua”. Sta male, secondo me. E poi è necessario scrivere il contenuto? Puoi far capire cosa c’è scritto utilizzando le reazioni di Marta. E poi non è più comodo chiamarla?
- “Tok!”. Una su tutte. Questa onomatopea è inutile, fa quasi ridere… non credo di voler ridere adesso, è un momento di tensione. Cioè potrebbe fare un bel contrasto, ma mi è stonato qui. Anche i vari Sbam, Clap e quant’altro: ho notato che ti piace usare le onomatopee, però alcune funzionano, altre sono di troppo. Il clap ci sta, è immediato, mi risuona nella testa. Per i vari Sbam e spaccamenti di porte, invece, preferirei che la narrazione venisse diluita con la descrizione del suono. Capisco però che forse l’hai fatto per risparmiare spazio…
- “l'uomo con la tenuta arancione è sdraiato sotto di lei, ne ammortizza dolcemente la caduta e ferma con le cosce il computer prima che si schianti sul pavimento.: qui non capisco bene cosa abbia fatto-in che posizione sia il tizio con la tuta arancione.
 
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view post Posted on 9/10/2011, 13:48
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Wow, mastronxo!
Finora mi erano giunti commenti molto utili, ma questo è davvero manna dal cielo! A poter avere commenti così intelligenti e dettagliati su ogni racconto, il tempo per diventare bravi sarebbe più che dimezzato! Per caso sei "noleggiabile"? ;j

Dopo aver preso nota di tutti i tuoi commenti e appunti, rispondo solo ad alcuni di essi per approfondire i discorsi intavolati e poter sfruttare al 100% il tuo gentilissimo impegno.

_Discorsi e terminologia specifica: nella mia idea, Marta ha sentito quelle frasi decine di volte da suo padre nelle conferenze, nelle pubblicazioni ecc... e quando deve spiegare a qualcun altro di che si tratta, impiega automaticamente la stessa terminologia e lo stesso fraseggio specifico. Dici che vale comunque la pena di rielaborarle in discorso più prosaico?
_Odio Piero Angela: in realtà non nutro alcuna antipatia personale per il conduttore televisivo (anzi, guardavo sempre le sue trasmissioni da piccolo!), ma ho immaginato che in una famiglia di cultori di pseudoscienze lui e il suo approccio CICAP (e nel giro di amicizie di Marta) non siano certo ben visti i suoi atteggiamenti "razionalisti ed egualitari" (come giustamente dicevi riguardo la scena di panico, anche qui il corsivo riformattato ha impedito una più facile identificazione tra discorso normale e discorso speciale, in questo caso citato). E ho pensato che in quella circostanza, la prima reazione psicologica (illogica e spontanea) di Marta non fosse riconoscere esplicitamente la responsabilità paterna dell'accaduto, ma far ricadere la colpa interamente su Piero Angela, fautore delle circostanze che hanno portato al disastro. Questa, come altre cose tra cui il ruolo di Germano, sarebbe stato uno dei punti che in seconda stesura avrei affrontato nella scena finale, in cui suo padre spiega la sua piena assunzione di responsabiltà del video ecc., magari rinunciando a un po' di info inutili sparpagliate qua e là.
 
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Mastronxo
view post Posted on 9/10/2011, 16:07




Figurati! Io mi diverto ^_^
Tra l'altro, se noti, son tutti commenti da lettore, condivisibili o meno.
Potrai farne quel che vuoi, si tratta di mie perplessità/opinioni.
Per il fatto del noleggiabile, non son pagato :P quindiiiii... approfittane finché son gratis :lol:
Ora rispondo alle domande.


_
CITAZIONE
Discorsi e terminologia specifica: nella mia idea, Marta ha sentito quelle frasi decine di volte da suo padre nelle conferenze, nelle pubblicazioni ecc... e quando deve spiegare a qualcun altro di che si tratta, impiega automaticamente la stessa terminologia e lo stesso fraseggio specifico. Dici che vale comunque la pena di rielaborarle in discorso più prosaico?

Allora, conta questa opinione come slegata dallo skannatoio, e immagina di avere tutto il tempo/spazio a tua disposizione. Per me, puoi sviluppare la storia in parte con i discorsi diretti, in parte con la narrazione. Secondo me, la parte dei due giovani che discutono "strada facendo" è troppo lunga. Lascerei qualche battuta, certo, tanto per mantenere quella fluidità che contraddistingue il pezzo, però alcune cose relative all'ipnosi vorrei anche capirle io, seguendo quel che mi dice il narratore. Non è facile, ma eliminare alcune parti discusse e metterne alcune narrate aumenterebbe il mio interesse.
Ecco, poi ho capito che lei parla così perchè ha sentito quei discorsi decine di volte dal papà, ma allora perchè non risolvere tutto con una frase semplicissima, come "senti Marco, queste cose le conosco a memoria ormai, mio padre ne parla tutti i giorni, da tanto è ossessionato dal suo lavoro". Così, togli il dubbio a me che leggo e risulti più credibile.

CITAZIONE
_Odio Piero Angela

Ah ok, allora mi hai fregato bene :P avevo capito che tu avessi sfogato il tuo odio per il Piero in questo racconto. In una stesura più calma e ampliata, sicuramente non avrai problemi a smentire quest'impressione.

A presto ^_^
 
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view post Posted on 9/10/2011, 16:18
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CITAZIONE
"senti Marco, queste cose le conosco a memoria ormai, mio padre ne parla tutti i giorni, da tanto è ossessionato dal suo lavoro". Così, togli il dubbio a me che leggo e risulti più credibile.

Molto vero ^_^ grazie ancora, Mastronxo!
 
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view post Posted on 9/10/2011, 23:06
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Per Peter7413 è giunto il Giorno del Giudizio! :p093:

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Commento a... "Lo Scrittore, il Lagnoso e l'Innominabile" di Peter7413



A me piacciono gli spaghetti western...
quelli di Sergio Leone, tanto per restringere il campo su un classico, ma anche quelli scanzonati della coppia Spencer-Hill. Mi piace anche "Six Shots" del Mogavero. E mi piacciono anche le scene corali dei film d'animazione della Disney, quelle dove, per esprimere un concetto, una sfilza di caratteristi si esibisce in esilaranti sequenze cantate.
Se mi piace tutto quanto ho elencato sopra, non poteva non piacermi questo racconto. Perciò è un capolavoro? Beh, non voglio proprio esagerare... e non lo farò. Ma andiamo con ordine.

Quarta di copertina
I destini di un pistolero e di uno scrittore si incrociano. Jack Typewriter è alla ricerca di una nuova storia da raccontare e uno dei bounty-killer più piagnucolosi del West, il Lagnoso appunto, sembra un buon soggetto. Ma è ancora più interessante l'Innominabile, un inquietante figuro: anche lui ha messo gli occhi sul Lagnoso. Cosa vorrà da lui? E cosa c'entra la misteriosa Malefica? In una storia di frontiera ironica e scanzonata, si consuma una vicenda che s'incammina sulle tracce di un'enigmatica strega.

Trama
Jack Typewriter, detto lo Scrittore, s'intromette durante la stipula di un inquietante contratto tra l'Innominabile, un personaggio dall'aspetto luciferino, e il Lagnoso, un bounty-killer alcolizzato e pasticcione. Jack finge d'interessarsi alla vita del Lagnoso e gli propone di scrivere le sue gesta, cosa che gli porterebbe la stessa fama che gli promette l'Innominabile a un costo decisamente superiore. In realtà lo Scrittore è interessato all'Innominabile, perché vuole scoprire se si tratti di un uomo o davvero di un diavolo, come sembra presentarsi. A Jack resta quindi una sola cosa da fare: dopo essersi sbarazzato del Lagnoso, ormai inutile, fa in modo che l'Innominabile venga investito da un treno, e si convince d'aver avuto a che fare con un uomo come tutti gli altri. Il colpo di scena finale, in cui compare a sorpresa un esercito di mostri al servizio di una fattucchiera, rivela come stanno veramente le cose.

La trama può sembrare un po' contorta, ma nella lettura si segue che è un piacere. Il racconto non è lungo e si può leggere tutto d'un fiato. I momenti in cui il ritmo della narrazione cala sono davvero pochi. Naturalmente bisogna dire che la storia è sì tirata per i capelli, ma in un racconto weird, in cui si racconta sul filo della comicità, dev'essere così.
Forse si può aggiungere che alcuni punti della trama avrebbero meritato più spazio nel racconto. La brevità favorisce l'immediatezza, la facilità con sui la storia viene recepita, però certi punti sembrano un po' troppo tirati via, soprattutto la seconda cattura del Lagnoso che avrebbe meritato un suo spazio, condito da altre gag divertenti.

Personaggi
Tra tutti i personaggi, ho preferito il Lagnoso. È caratterizzato benissimo e la sua entrata in scena, così ricca di citazioni dagli spaghetti Western, cattura immediatamente l'attenzione e soddisfa i palati a cui piace il genere. I dialoghi serrati, i nonsense dell'ubriacone, la faciltà con cui partono schioppettate: tutto è reso al meglio nel secondo capitoletto. ll seguito non regge il confronto, ma è comunque godibile.
Jack Typewriter, ovvero lo Scrittore, ha una sua buona caratterizzazione, ma forse rende meno perché un po' fuori dai canoni classici. Ho apprezzato il fatto che all'inizio venga presentato come un bounty killer, mentre alla fine si scopre essere un serial killer.
L'Innominabile fa bene la sua parte, però rispetto agli altri non mi ha esaltato. Certo, ha un suo ruolo centrale nella storia, tuttavia sarebbe stato meglio calcare di più sul suo aspetto luciferino, che invece passa in second'ordine rispetto all'ambiente in cui si muove.
La Malefica e gli altri caratteristi fanno bene il loro mestiere, anche se hanno troppo poco spazio per risultare memorabili e lasciare una traccia significativa nei ricordi dei lettori.
Merita una considerazione a parte il popolo del saloon. Nella scena di panico mi è piaciuto il crescendo corale con cui il terrore si propaga tra gli avventori del locale. Di questo parlo più avanti.

Struttura
Buono l'incipit. Cattura l'attenzione del lettore anticipando dove si andrà a parare, tuttavia senza svelare troppo, anzi lasciando indizi depistanti dai quali però il lettore non si sente imbrogliato alla fine. All'incipit segue un flashback da cui riparte la narrazione. Si torna poi al presente nel quale si racconta un altro fatto avvenuto in precedenza. La principali tecniche narrative per illustrare una storia in modo non lineare sono state sfruttate a dovere. Probabilmente la vicenda della cattura della Belva, come ho già detto, meritava più spazio che non un semplice richiamo in un dialogo, ma quella che è stata fatta, pur essendo sbrigativa, non è una scelta sbagliata.

Ambientazione
L'ambientazione è essenziale. Per chi conosce il genere, praticamente tutti, i pochi elementi disseminati qua e là, per far capire che ci troviamo in un West sui generis, sono più che sufficienti. È chiaro che ci si rifà alle conoscenze del lettore e, visto che l'immaginario Western è un patrimonio culturale ampiamente condiviso, una scelta differente avrebbe appesantito inutilmente il racconto.

Stile
Lo stile è immediato e senza fronzoli. I dialoghi sono efficaci e puntano al sodo, semplici e caratterizzati senza strafare. L'ironia è sparsa a piene mani, anche nel metatesto. Si tratta di uno stile semplice e immediato, ma allo stesso tempo non improvvisato, voluto in questo modo, efficace e adatto allo scopo.

Orme del terrore
Le impronte ci sono e la loro comparsa suscita la scena di panico. Si trattava appunto di una richiesta delle specifiche del concorso e, forse per questo, quelle impronte suonano estranee allo sviluppo della storia. Se devo individuare un limite del racconto lo trovo proprio qui. Sembra quasi che le Impronte siano state trascinate a forza nella storia che di per sé poteva avere qualunque altro sviluppo. Insomma, risultano appiccicate. La conclusione cerca di riportarle nell'alveo del racconto rivelando la vera natura dell'Innominabile e le cause che hanno creato le corte di mostri della Malefica, ma il senso di "appiccicato" resta.

Scena di panico
Buono l'inizio della scena di panico. Come dicevo, mi è piaciuto il crescendo corale con cui il terrore si propaga tra gli avventori del locale, come in una carambola ogni personaggio-icona del saloon dice la sua. Troppo esagerato il finale. Forse era richiesto dal concorso che il tutto finisse in qualcosa di esorbitante, però anche questo sa di "appiccicato", non sembra ben integrato con la storia.

Conclusioni
Il racconto mi ha divertito e mi è piaciuto. Nel suo genere è ben confezionato. Ci sono alcune scene illustrate a dovere, il tutto condito da ironia. Apprezzabili alcune citazioni e i nomi evocativi dei personaggi. È un peccato che il racconto dovesse soddisfare alcune richieste: non mi pare che gli elementi obbligatori siano stati ben integrati nel contesto della storia. Giudico comunque buono il racconto e sono curioso di sapere come si collocherà nella classifica dell'USAM di questo mese. In ogni caso, in bocca al lupo! :woot:

Voto: 8

Edited by TETRACTYS - 10/10/2011, 12:45
 
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Peter7413
view post Posted on 10/10/2011, 08:27




Bellissima analisi Tetra, grazie!
E' un piacere partecipare a contest moderati così bene, complimenti a tutto lo staff!
:)
 
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847 replies since 22/7/2011, 18:06   14928 views
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