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Skannatoio, febbraio 2013, edizione XV, Non aprite quella porta
* Campionato aut-inv 2012, 11 di 12

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Aser
view post Posted on 6/2/2013, 20:50




Qui tutto tace...io il racconto l'ho scritto, ma mi concedo un giorno per revisionarlo...e pongo una domanda a Jackie, ma se non si raggiunge la quota, potrei partecipare alla prossima edizione solo col racconto che presento in questa edizione? o per presentarlo devo, obbligatoriamente, scrivere un racconto per quella edizione? non ho partecipato alle edizioni precedenti in cui non si è raggiunta la quota e quindi ho perso questo passaggio.
 
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view post Posted on 6/2/2013, 23:04
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Arrotolatrice di boa

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puoi partecipare con quello di questa edizione e se vuoi con un altro.
 
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Sol Weintraub
view post Posted on 7/2/2013, 00:25




Lo Skanna non dovrebbe saltare. Rovi mi ha detto che dovrebbe postare entro domani e io di consegenza quindi siate fiduciosi.
 
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Aser
view post Posted on 7/2/2013, 00:41




@ Polly e Sol

Grazie a entrambi. Allora domani posto anche io! ;) :lol:
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 7/2/2013, 09:52




Se non si raggiungesse il numero, chi ha postato può
partecipare al prossimo Skannatoio con questo e anche
un altro racconto. Però il prossimo Skannatoio sarà
il primo del prossimo Campionato, perciò i punti
"doppi" servirebbero solo per il prossimo.

Tuttavia mi sto chiedendo se sia il caso di far iniziare
il prossimo Campionato già a marzo o se sia meglio
aspettare luglio. C'è talmente tanta carne al fuoco
in questo periodo (in tema con la Grigliata) che forse
sarebbe meglio aspettare. Che ne pensate?
 
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kaipirissima
view post Posted on 7/2/2013, 10:20




Io approvo.
Senza nulla togliere allo SKANNA che rimane inimitabile!
Potremmo fare un giro come chiusura chiedendo a tutti di partecipare, con un racconto libero un po' come nel Decameron che c'è una giornata in cui i ragazzi raccontano quello che vogliono.

In questo modo sarà più facile coinvolgere tutti, anche perchè un raccontino a prendere la polvere c'è sempre.
 
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Sol Weintraub
view post Posted on 7/2/2013, 10:24




Io partirei subito, d'altronde la grigliata a fine mese termina e non tutti partecipano al Kart Prix. Lo Skanna è l'unico concorso a posti illimitati e con il Magazine a far pubblicità sospenderlo ora sarebbe un peccato.
 
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view post Posted on 7/2/2013, 11:04
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io sono per continuare. lo skanna non può interrompersi!
 
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Sol Weintraub
view post Posted on 7/2/2013, 11:12




Giusto Polly. Sarebbe come se in città non circolassero più i bus.
 
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view post Posted on 7/2/2013, 11:52
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LA VITTIMA GIUSTA


di Alessandro Renna


L’uomo con un salto si aggrappò alla scala d’emergenza di un capannone industriale in disuso, si arrampicò sulla terrazza che fungeva da tetto e la attraversò a passo lento, quindi si sporse oltre il bordo per controllare il piazzale sottostante: un furgone ammaccato in più punti era parcheggiato davanti all’ingresso e un uomo in tuta da lavoro stava armeggiando nel vano posteriore. Con movimenti bruschi estrasse un tappeto arrotolato e se lo caricò sulle spalle.
“Le cose ovvie sono le migliori, quelle che si notano meno.” Pensò senza alcuna soddisfazione sapendo che, avvolto nel tappeto, c’era il corpo della prossima vittima. Era da qualche tempo che stava pedinando quel fottuto serial killer e oggi sarebbe arrivata la resa dei conti.
L’uomo tornò a prendere una grossa borsa, quella dove, di certo, teneva i suoi ferri del mestiere, quindi, dopo essersi guardato attorno, tornò nel capannone. Se solo avesse alzato lo sguardo, si sarebbe accorto di essere spiato, ma ormai era troppo sicuro di sé e questa considerazione rincuorò l’uomo che lo stava pedinando, abbassatosi dietro il cornicione del terrazzo.

Era stato un poliziotto corretto fino a qualche anno prima. Poi, però, si era reso conto che non era sufficiente. Per rendere il mondo un posto migliore c’era bisogno di mezzi più drastici di quelli previsti: in una società che tutela i delinquenti più delle vittime, sepolta sotto leggi sulla privacy, che non dà garanzia della pena, incline agli indulti, le amnistie, le attenuanti… ci voleva di più. E così aveva cominciato a indagare da solo sui casi che ogni giorno gli passavano davanti agli occhi giù alla centrale, per poi agire di sua iniziativa senza rendere conto ai superiori, concedendosi libertà che un semplice agente non avrebbe mai potuto prendersi.
I risultati ottenuti furono fin da subito incoraggianti. Aveva fatto fuori il capo di una banda di spacciatori, liberando il quartiere dalla droga, aveva fatto sparire diversi strozzini, liberando centinaia di persone dal giogo del debito, aveva ucciso i magnaccia che sfruttavano giovani ragazze allo sbando liberando le strade dalla prostituzione… nel giro di pochi anni il quartiere era diventato un posto migliore e lui si era rafforzato nelle convinzioni che lo avevano spinto in quella direzione: combattere il crimine con i suoi stessi mezzi. Una missione che lo stava riempiendo di soddisfazione e orgoglio ma che l’aveva allontanato dalla famiglia, fino a far crollare il suo matrimonio sotto tonnellate di menzogne raccontate per poter avere tempo da dedicare alla sua seconda vita. Quanto gli mancavano sua moglie e suo figlio, ma loro per primi avrebbero beneficiato dei frutti del suo sacrificio. Eppure… era per questo motivo che in un angolo della mente una voce continuava ancora a ripetere che non avrebbe dovuto uccidere quel sadico perverso, che non avrebbe dovuto ergersi a anche a giudice e boia, avrebbe dovuto avvisare i colleghi e lasciare a loro il resto del lavoro, ma ignorare quella voce era sempre più facile, perciò si mise a sedere con la schiena appoggiata contro l’unità esterna di un condizionatore e si accese una sigaretta in tutta tranquillità. Non era ancora il momento per entrare in azione: non avrebbe messo a rischio la propria incolumità per salvare la vittima. Sacrificarne uno per salvarne cento. No, non sarebbe entrato nella sala delle torture se prima quel dannato non avesse raggiunto il suo massimo godimento a scapito della vittima. Voleva essere certo di prenderlo di sorpresa con la guardia bassa: non avrebbe aperto la porta dello scannatoio, avrebbe lasciato il mostro a giocare tranquillo e una volta arrivato il momento di agire avrebbe fatto la sua entrata a effetto.

Il killer, intanto, aveva legato la vittima su un letto coperto di cellophane e aveva aspettato che tornasse cosciente, quindi ne aveva abusato ripetutamente intervallando il sesso a una lenta opera d’incisione: con un bisturi aveva riempito tutta la pelle d’intarsi geometrici, anche sotto le piante dei piedi e le ascelle.
Ogni tanto l’uomo si affacciava oltre il bordo della terrazza e con uno specchio montato sull’estremità di un bastone controllava come procedeva la macabra performance artistica. Sapeva davanti a quale orribile spettacolo si sarebbe trovato, eppure, non era stato facile dominarsi mentre quel fottuto sadico dava sfogo alla sua perversione. Dalla sua posizione non riusciva a vedere il volto della donna, avrebbe dovuto sporgersi troppo in fuori, ma era una fortuna, sapeva che non l’avrebbe sopportato.
L’uomo si rimise in piedi e si preparò a entrare in azione. Legò una fune a un comignolo e poi, dopo averne valutato la lunghezza, se la fissò in vita. Quindi, impugnata la pistola, fece scorrere il carrello e inserì il colpo in canna. Prima di lanciarsi, tornò a controllare con lo specchietto a che punto era il macabro rituale. In base a quel che aveva fatto con le altre vittime, non mancava molto alla fine, sapeva che non l’avrebbe lasciata morire dissanguata, le avrebbe sferrato un colpo al cuore prima che cessasse di pulsare. Per farlo, il bastardo, nudo come un verme, le si era messo sopra a cavalcioni rivolgendo la schiena alla finestra, dopodiché, impugnato un lunghissimo coltello da cucina, aveva alzato le braccia al cielo concedendosi un urlo bestiale. Era quello il momento di agire. Presi tre passi di rincorsa, si lanciò nel vuoto e quando la fune si tese, questa lo richiamò contro la finestra.
In una girandola di schegge di vetro, fu dentro, proprio mentre il serial killer affondava il coltello. In un niente, scaricò un intero caricatore da nove millimetri e per il bastardo non ci fu più nulla da fare: si accasciò sopra la vittima nascondendola in un ultimo abbraccio perverso.

Aveva fatto il suo dovere, poteva andarsene, quando l’occhio gli cadde sul comodino, dove un computer portatile mostrava le immagini di alcune telecamere: la maggior parte erano montate nella stanza e avevano ripreso la scena da diverse angolazioni, altre puntavano all’esterno, una era puntata sul retro del capannone dove aveva parcheggiato e un’altra sul terrazzo. Sopra la tastiera, una busta rossa indirizzata al “Giustiziere”.


Caro Giustiziere,

scusa se ti chiamo così, ma da quando mi sono accorto che eri sulle mie tracce, è l’unico nome che sono riuscito a darti. Purtroppo per te, non ti considero al servizio dell’umanità, come di certo immagini tu, ma al mio. Se sei arrivato fin qui, infatti, è solo perché io te l’ho permesso. Spero di non averti ferito troppo nell’orgoglio con questa rivelazione, ma non hai idea di quante volte tu ti sia tradito pedinandomi.
Ora ti starai chiedendo perché te l’abbia permesso.
Potrei dirti che mi sei simpatico, in fin dei conti, sei un po’ come me: la società in cui viviamo ci sta stretta e il nostro bisogno di libertà è al di là delle convenzioni, delle regole, delle leggi. Bada bene però, non ho detto che siamo uguali: io mi realizzo associando al sesso, motore primo della creazione, la morte; tu uccidendo i cattivi, con l’illusione di migliorare il mondo.
Sì, lo so, se ti dovessero scoprire, ti giustificheresti dicendo che operi perseguendo un fine “costruttivo”. Immagino che tu ti senta come un chirurgo che amputa la parte malata per far sopravvivere quella sana. Mentre io che cosa potrei dire? Che l’ho fatto solo per me? Per il mio divertimento? Sì, non lo nego. Ma non è questo il punto della questione.
Vedi, anche tu hai ecceduto i limiti del lecito, sia secondo quanto previsto dalla legge, sia in base alla morale comune (sempre che questa abbia davvero un valore). È questo che conta e non che tu l’abbia ecceduto meno di me, oppure per perseguire un nobile fine.
“E allora?”, starai pensando. Beh, io credo che avresti fatto meglio a smettere di crederti un buono, per passare di diritto nelle fila dei cattivi assieme a me! In me avresti potuto trovare comprensione, amicizia? Forse. Ero quasi arrivato a credere di potertelo proporre, ma alla fine ho capito che sarebbe stato inutile. Inutile perché se tu non credi di avere bisogno d’aiuto… non lo cercherai mai.
Ma non è nemmeno questa la cosa divertente alla base di questa mia lettera… non ci crederai, ma pensando a te che sei convinto di non aver bisogno di aiuto, mi sono accorto che io ne ho un bisogno disperato.
Mi spiace deluderti, non sono pazzo. Ho solo bisogno di andare oltre, di sperimentare altro. È per questo che ho deciso di lasciarmi uccidere da te. Infatti, durante la mia carriera (non hai idea di quante siano state le mie vittime!), più uccidevo più godevo e più mi attirava l’idea di morire. Quante volte ho desiderato sostituirmi alle mie vittime per scoprire che cosa c’è oltre la vita?
Purtroppo non ho mai trovato nessuno in grado di farlo.
Ebbene sì, sono anni che prima di uccidere do alle mie vittime la possibilità di salvarsi piantandomi un coltello nel cuore, ma nessuna ha mai trovato il coraggio di farlo.
Sì, lo so, sono patetico, pieno di contraddizioni, infatti, non nego di aver scelto sempre bersagli deboli, per aumentare le mie probabilità di salvezza. Perché, te l’ho già detto, la morte mi fa paura. Ma c'è qualcosa che me ne fa ancor di più: finire in prigione. O sì, alla fine ci sarebbe la pena di morte a sottrarmi al peso delle mie sofferenze, ma prima che venga eseguita la sentenza, verrei messo alla berlina con la mia faccia in primo piano all’inizio di tutti i telegiornali. No grazie, essere additato da tutti come mostro non lo sopporterei.
È per questo che ho organizzato questo spettacolo tutto per te. È da giorni che mi stai addosso, probabilmente stai aspettando l’occasione giusta per catturarmi. O farmi fuori. Non sono stupido, ho capito che sei un poliziotto anomalo, ma non mi fido… ho troppa paura di finire in prigione. Dunque, per essere sicuro che tu mi uccida, ho scelto la vittima in modo da darti una ragione in più per farlo.
In effetti, questa mia confessione forse è inutile, superflua. Forse adesso ho già incominciato il mio viaggio oltre la morte, ma, mettiamola così, ti meritavi una spiegazione.

Ciao Giustiziere e grazie
un possibile amico

Le parole della vittima gli risultarono estremamente oscure.
“È vero” pensò accendendosi una sigaretta “sarò pure un assassino, ma tutto quel che ho fatto era contro chi meritava di morire. Io sono davvero un chirurgo che amputa gli arti malati della società e non me ne dispiaccio affatto”.
Sbuffò liberandosi dall’imbragatura, senza decidersi a lasciar perdere. In fin dei conti le cose erano andate come dovevano andare, inutile stare ancora a rimuginare sulle parole di quel pazzo. Così presuntuoso e stupido da aver dubitato del fatto che era sua intenzione farlo fuori. Eppure, che cosa poteva avere quella vittima di così speciale da meritare di essere stata scelta proprio per far sì che lui avesse un motivo in più per ucciderlo?
Non era facile guardare quel corpo martoriato dalle cui ferite affiorava la carne scuoiata, messa a nudo come i quarti di bue in macelleria. Un avambraccio però era stato risparmiato, su quella parte della vittima l’assassino non si era accanito. Quasi che avesse voluto integrare nella sua macabra scultura di sangue il tatuaggio che la vittima si era fatta fare.
Con timore reverenziale, l’uomo girò il braccio verso l’esterno per riuscire a vederlo nella sua interezza.
Si trattava di una scritta, una frase che subito lo catapultò indietro nel tempo di due anni, quando era iniziata la sua carriera di giustiziere, quando era finito il suo matrimonio.

– Ernest, non puoi andartene. Non puoi far finire tutto così.
– Sì che posso. Anzi… devo.
– Ma come, non pensi a tuo figlio? Non pensi a me?
– Mi spiace Angie, ci penso, eccome se ci penso. È proprio per questo che devo lasciarvi.
– Tu sei matto! Sono stata una stupida a starti vicino quando ti ho conosciuto in ospedale. Che cosa dovevo aspettarmi da un depresso che aveva provato a suicidarsi?
– No Angie, sarò sempre in debito con te per l’amore che mi hai dato in quei giorni di disperazione. È grazie a te che sono rinato, che ho imparato che cos’è davvero la vita.
– E allora, perché mi vuoi lasciare? Dannazione, stupida io che me la sono addirittura tatuata sul braccio la tua frase del cazzo! Guarda!
– Bisogna morire molte volte per imparare a vivere.

Quando Ernest si riprese dalla forza devastante del ricordo, con un calcio disperato spinse a terra il corpo del mostro.
Sua moglie se n’era andata assieme a chi l’aveva torturata e uccisa.


Autorizzo jackie alla pubblicazione su Skan Magazine

Ragazzi capisco che non vogliate interrompere lo Skannatoio, ma non fate il mio stesso errore, non dimenticatevi che la nostra Oscura Signora è a un punto cruciale della sua vita familiare!!!!

Hueeeeee Hueeeeee Hueeeee!!!

:)

Per quanto mi riguarda, dunque, prenditi pure tutto il tempo che ti serve! ;)

Edited by Rovignon - 7/2/2013, 12:12
 
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kaipirissima
view post Posted on 7/2/2013, 11:58




Ok. Questo vostro entusiasmo mi ha spinta a scrivere, sconfiggendo l'indolenza.
Sono a metà racconto.
 
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Sol Weintraub
view post Posted on 7/2/2013, 12:55




Ci mancherebbe Rovi, solo che Jackie ha chiesto e io ho dato una risposta pragmatica.
La forza della Tela è proprio quella di essere altamente propositiva. Qualsiasi nuovo utente può arrivare e trovare un concorso a cui partecipare, a differenza di molti altri siti che languono o propongono qualcosa di sporadico (e a numero chiuso).
Sospendendo lo Skannatoio e con gli altri concorsi (Grigliata, Kart Prix) già al completo a un possibile nuovo utente rimarrebbe solo la Macelleria una volta al mese che, comunque, ha solo sei posti.
Ovvio che Jackie debba pensare innanzitutto alla sua famiglia, ci mancherebbe, ma credo che per un periodo sarebbe sicuramente in grado di trovare qualcuno di valido per coadiuvarla. ^_^

...nei concorsi intendo ;)
 
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Aser
view post Posted on 7/2/2013, 13:25




CITAZIONE
Tuttavia mi sto chiedendo se sia il caso di far iniziare
il prossimo Campionato già a marzo

e poi, se questo è il campionato autunno-inverno, dovrebbe comprendere anche Marzo, dato che la primavera inizia dopo il 20, almeno sul calendario. L'edizione, terminando poco dopo il 20, rientrerebbe "nell'inverno".
Se ho detto una cavolata ditelo :unsure:

Poi, se le motivazioni arrivano dall'alto, rispetto le decisioni di chi ha creato, e manda avanti, questo concorso.
 
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view post Posted on 7/2/2013, 14:45
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Jackie se tu non ce la fai, e diciamolo, se il motivo è quello che penso, sei più che giustificata, lo scorso,campionato ho latitato proprio per quello!
Magari cerchiamo qualcuno che ti possa aiutare... Qualcuno che ha parecchio tempo libero, una buona conoscenza informatica, che sia disponibile, che ami dare una mano...
Soool? Ci sei? :)
 
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kaipirissima
view post Posted on 7/2/2013, 15:20




So che siete affaccendati in altre conversazioni ma vorrei farvi partecipi della mia esaltazione perchè ho messo il punto al mio racconto. OLÈ.
 
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189 replies since 30/1/2013, 23:34   3017 views
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