Ok, faccio la pazzia
pubblico il mio "esperimento".
Ho provato a scrivere qualcosa di "diverso" rispetto a quello che faccio di solito, stiamo sperimentando il regolamento nuovo...io sperimento un'altra Molly! Legnatemi per bene
...credo proprio di meritarmelo!
Attenti al...
"Sai che non la voglio vedere!", urlò Anna appena entrata in casa, lanciando borsa e giacca sopra il divano, "E poi non ti sembra che faccia abbastanza caldo qui dentro?"
Non è ancora entrata e già starnazza, la stronza; con quella voce stridula, l'avranno sentita fino all'ultimo piano. Come se a me facesse piacere averla tutti i giorni davanti agli occhi!
Mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo conosciute. Continuava a picchiettare con quell'unghia fucsia, doveva per forza vedermi, sarà rimasta immobile ad aspettarmi almeno un quarto d'ora. Ma non era ancora contenta, no! Insisteva, continuava a chiamarmi facendo anche l'accento francese, era così dispiaciuta di non conoscermi che mi hai chiesto tu di uscire. A quel punto, beh, come avrei dovuto comportarmi?! Non potevo mica farti fare brutta figura! Esco piano, per non spaventarla e lei? Aaaahhhh! Caccia un grido, neanche avesse visto Belfagor. E per non farla sentire in imbarazzo ti sei messo anche a ridere... "Ciao, eh... Ma cosa vuoi che ti faccia?! Basta non toccarla!", Luca tentò invano di calmarla.
"Ti ho detto che mi fa schifo, lo sai! Dovrò mica dirtelo tutte le volte", rispose seccata la ragazza. "che solo saperla lì mi fa venire l'ansia! Non sarà mica colpa mia, non faccio apposta..."
Incapace di affrontare subito l'ennesima discussione, le tolse dalla vista la causa di tanto orrore.
Povero Luca, sempre a star dietro ai suoi capricci. All'inizio era tutta zuccherosa poi, una volta segnato per bene il territorio si è trasformata in un demonio. Sono mesi che va avanti in questo modo, mai una serata tranquilla. E se non le si da ragione...apriti o cielo! Sembra di avere in casa una iena! Una volta sono gli amici, l'altra le vacanze, l'altra ancora il locale del dopo cena, ogni scusa è buona per fare qualche vocalizzo.
Ecco, per colpa sua non posso neanche guardar fuori cosa succede...stronza!
Ero contenta quando mi avevi raccontato che saresti uscito con una ragazza. Certo, non ho conosciuto molti uomini prima di te, ma ne avevo visto uno con una donna al suo fianco e sembrava felice. Tu, invece, te ne stavi tutto il giorno qui, non che la cosa mi dispiacesse, dicevi che preferivi leggere fumetti, usare il pc e scrivere, piuttosto che uscire a perder tempo. Avrei voluto che anche tu fossi come quell'uomo che avevo visto da giovane, con una ragazza che accettasse anche me, ovvio. Poi arriva Anna, ero felice di guardare che ti divertivi. Poi scoppia l'amore...amore, ormai scoppia solo la testa!"Lunedì parlo con la ditta, credo che nel giro di un paio settimane riusciranno a portare qui tutti gli scatoloni. Poi il tempo di mettere a posto, credo di sistemarmi in un mesetto", Anna prese fiato e sorrise.
"Due settimane?", Luca sgranò gli occhi.
Gli aveva detto che in autunno avrebbe portato qualche scatolone da lui, ma non pensava che autunno volesse dire il primo di settembre, né che scatolone significasse trasloco.
"Ma non avevi parlato di poche cose che non sapevi dove mettere?", continuò.
"Se ti do fastidio basta dirlo e rimango dove sono!", Anna si stava inacidendo, trasformando il sorriso in una smorfia contrita.
L'unica risposta che non avrebbe turbato la quiete notturna era quella che lei pretendeva: "Nessun problema!"
Nessun problema! Mah, voglio dire, non dovresti discuterne anche con me?! Come se io di punto in bianco invitassi a vivere qui tutta la mia famiglia, e sai quanto possa essere numerosa, senza dirti niente! Vorrei vedere poi se dove si mangia in uno si mangia in un centinaio...dove metteresti le nostre scorte?
Già è faticoso sopportarla qualche ora al giorno, immagina averla perennemente qui con noi!"Poi", continuò acida la ragazza, "dovrai fare un po' di ordine e svuotare almeno metà armadio, potrò mica vivere accampata per chissà quanto tempo!". Anna andava avanti e indietro nel salotto, contando sulle dita i futuri impegni di Luca. " Servirà comprar qualcosa per rendere decente l'appartamento, e soprattutto bisognerà buttar via quello che non ci serve".
Luca sospirò, intendendo perfettamente dove voleva arrivare la fidanzata.
Anche stasera un elenco di cose da fare non ce lo leva nessuno...e guai a perder tempo! Il generale gira per la casa dando ordini al soldato semplice: voglio, posso comando! Per altro non vedo cosa ci sia da cambiare... a me sembra perfetto così! Non mi sembra che manchi niente e..."Mi spiace, sai che non lo potrei mai fare! E' quasi un anno che ce l'ho, mi sono affezionato e poi... bisognerebbe ucciderla! Insomma, non rimarrà con noi per sempre, non potresti..."
"Oh, non farla lunga! Basterebbe riportarla a chi te l'ha venduta", continuò stizzita, "lo fanno in tanti! Oppure, che ne so, lasciala nel parco qui sotto!"
"Nel parco, ma tu sei fuori di testa!", Luca sbottò.
Stava parlando... di me?! Ma come si permette! Diglielo alla "so tutto io" che non mi vuoi lasciare; stiamo così bene insieme, dovremmo cambiare per lei? Se non le sta bene potrebbe sempre starsene a casa sua e non venire a disturbarci!"Ascolta!", con le vene del collo gonfie, la ragazza emise una sorta di ultrasuono. "Fai quel che credi, ma da qui deve sparire!"
Luca non rispose; quando Anna raggiungeva quei livelli era impossibile portare avanti una discussione civile. Optò per la soluzione meno chiassosa: uscire a far due passi. Fobica com'era, la ragazza non avrebbe mai avuto il coraggio di sbarazzarsi da sola del problema.
Inferocita per la fuga di Luca e quasi infastidita dalla litigata persa, Anna si lanciò sul divano accendendo la televisione e scaraventando il telecomando sul pavimento. Si stese appoggiando le ginocchia allo schienale, chiuse gli occhi per calmare la stizza e, concentrandosi, cercò di calmare il respiro; dopo una decina di minuti, si addormentò.
Un leggero tocco vicino all'orecchio, un solletico lieve e fastidioso; Anna, intontita, si stropicciò gli occhi. Mise a fuoco la stanza e balzò a sedere: centinaia di fili viscosi le appiccicavano la pelle, le intrappolavano le ciglia, le univano le labbra e le ricoprivano le dita. Freneticamente iniziò a pulirsi le mani e il volto, sempre più veloce, finché non vide, sul ginocchio, una macchia nera.
Oh, mi hai vista finalmente, ce ne hai messo di tempo!Centimetro dopo centimetro, Anna vide avvicinarsi il peggiore dei propri incubi; paralizzata dalla fobia, sentì il corpo formicolare dalla repulsione.
"Vai via!", sussurrò.
Incapace di muoversi, aspettò l'avvicinarsi della sua aguzzina, sentì solletico mentre si avvicinava, chiuse gli occhi quando si arrampicò sul collo,e serrò la bocca quando si fermò. Immaginò disgustata la clessidra, che scandiva il tempo con la sabbia rosso sangue.
Ora vedremo chi verrà lasciata nel parco e chi abiterà con Luca...Il dolore della puntura fece perdere ad Anna la sensibilità, mentre i muscoli del torace si irrigidivano per contrastare la respirazione sempre più veloce. Aspettò impotente che la fame d'aria la divorasse, e che il gonfiore le attanagliasse il collo. Ormai bluastra, perse i sensi mentre il veleno si diffondeva in ogni cellula del suo corpo.
Luca rientrò dopo qualche ora sbattendo la porta, e si avvicinò alla ragazza.
Era insopportabile... e poi non ti ha seguito, si è messa a dormire sul divano e...beh, ma la puoi sempre portare giù in ascensore, cosa vuoi che sia! La lasci sulla panchina e io faccio... Ma non sai che soddisfazione, non hai idea! Farla stare zitta, neanche mezza parola, un urletto... niente! E tutto, con un filo di seta..."Ma no...", bisbigliò Luca avvicinando il volto alla spalla di Anna, "Sablier! Proprio in casa, sai che io... Comunque ci penserò domani, ora vado a letto! E' tutta sera che parli, mi hai fatto venire mal di testa... gelosa di una vedova!"
"Autorizzo Jackie de Ripper a pubblicare questo racconto su 'Skan Magazine'."
Edited by -Molly- - 5/7/2012, 15:52