IL BALUARDI DI UNIXdi Rovignon
Ciao Rovi,
Scusami per il ritardo! Alla fine, nonostante le insidie natalizie
sono riuscito a commentare anche il tuo racconto (per Polly e Nozomi ho già dato "Sotto la lente").
"Il Baluardo di Unix" mi ricorda tanto una tipologia di racconto - quella del personaggio di videogioco che scopre la sua vera natura - che andava tanto di moda a cavallo tra gli anni '80 e i '90, ma in una versione rimodernata e precisa nella struttura digitale (i suddetti racconti peccavano di una natura architettonica piuttosto libera, una specie di "anarchia digitale"). Secondo me ci sarebbero, però, dei particolari da rimodellare per dargli una forma un po' più compiuta.
I DIALOGHIPer quanto, come dice Mike, si tratti di "una cagata di videogioco di ruolo", i dialoghi all'interno della realtà virtuale risultano troppo costruiti, spesso lunghi e articolati nonostante le situazioni concitate in cui sono calati. Un paio di esempi:
1. Java, proiettata in un ambiente completamente alieno tra stringhe alfanumeriche di cui non può capire la natura, ha la lucidità di dire: "sono di nuovo prigioniera dell’armatura, mentre qui attorno sono spariti i colori e tutto sembra essersi congelato"
1. mentre Java e il demone di fuoco duellano, Visual Basic si prende tutto il tempo necessario per dire: "non so spiegarmi come tu abbia fatto a bloccare quel colpo, ma non ti si ripresenterà un’altra occasione propizia come questa. Attacca Baluardo, prima che il demone di fuoco riacquisti tutta l’energia che ha scaricato su Pascal".
Può darsi - questo non posso saperlo - che tu abbia volutamente fatto parlare i personaggi come quelli di uno scadente GdR, ma uscite così esagerate fanno molto anime giapponese.
FIUME DI INFORMAZIONICi sono un paio di punti, per la precisione l'inizio e la fine, dove il lettore si trova sommerso da una marea d'informazioni difficilmente digeribile. Penso che quest'eccesso volesse nel primo caso a fornire il background su cui si svolge l'azione, nel secondo chiudere il sipario fornendo una spiegazione completa e non lacunosa. Il tutto crea però disorientamento nell'incipit e la sensazione di aver perso il ritmo dell'azione nella conclusione.
Per quanto riguarda la parte iniziale, ti consiglio di levare le informazioni che non sono immediatamente necessarie alla comprensione e di spalmarle nei capitoli successivi. Sulla conclusione, invece, credo dovresti cercare una forma completamente diversa, senza fornire il resoconto degli eventi in modo così freddo e preciso: così com'è, sembra di leggere (in versione informatica) l'elenco dei principali eventi storici di una civiltà, sintetizzati in poche righe.
L'INTELLIGENZA ARTIFICIALEA livello contenutistico ci sono solo un paio di punti (uno molto importante, l'altro soltanto una mia pignoleria) che mi turbano.
1. Sostanzialmente, a causa dell'incidente durante la programmazione, sono nate due intelligenze artificiali in grado di pensare autonomamente: Java e Fortran. Mi sfugge, però, il nesso tra uno sbalzo di tensione (e i suoi effetti sulla routine) e la possibilità di far scoccare la scintilla del libero arbitrio in quelle che, a loro volta, non erano altro che rappresentazioni grafiche di sequenze alfanumeriche (perciò soltanto "imitatrici" dell'intelligenza, non dotate di base di raziocinio). So che sembra una questione quasi metafisica ma, proprio per superare completamente l'imprecisione dei "racconti di una volta" di cui parlavo all'inizio, darei una forma più compiuta a questa "nascita della vita"
2. (e qui faccio il pignolo
) Come fa Fortran a sbirciare fuori dal computer i tre programmatori? "Interfacciandosi, in maniera ovviamente pirata, alla loro web-cam," ho pensato. So che probabilmente lo davi per scontato (d'altronde come si potrebbe guardare fuori dal computer senza una "finestra sul mondo"?), ma, visto che Fortran ha l'abitudine di esplicitare tecnicismi a Java (che non ne capisce nulla, mentre al lettore questi riferimenti appaiono un po' come una strizzata d'occhio), credo sia il caso di rendere noto anche questo passaggio. Sempre in virtù della precisione di cui sopra.
OSSERVAZIONI PARTICOLARITi segnalo soltanto l'aumentare (anzi, il comparire, visto che prima non ce n'erano) di refusi nella seconda parte del racconto. Anche le altre osservazioni si rifanno a piccole distrazioni (in genere ripetizioni) o a uso improprio della punteggiatura (qualche virgola fuori posto).
"la città che dall’altra sponda del fiume reclama il controllo del guado sul fiume"
ripetizione "fiume-fiume". Il secondo "fiume" può essere tolto tranquillamente (dove altro potrebbe essere un guado?)
"più le nuvole sopra la città s’addensavano animando un vortice nero"
spezzerei con una virgola prima di "animando"
"poi, l’energia contenuta nel vortice fuoriuscì di botto"
qui, invece, toglierei la virgola dopo "poi"
"allora sali sulla piattaforma mobile che ti portiamo nel tempio"
il "che" polivalente non suona molto bene in bocca al grande sacerdote. Meglio "così"
"le proprie emozione"
refuso "emozioni"
"rimaneva immobile some tutto il resto"
refuso "come"
"spostare lo sguardo da destra a sinistr"
refuso "sinistra"
"inseguendo il movimento infinito delle stringhe alfanumeriche che le passavano davanti. Provò allora a seguirle"
ripetizione "inseguendo-seguirle"
"stringere la gola in preda a un forte magone"
"magone" non è sbagliato, ma credo si usi solo nel Nord Italia
"Java corse subito incontro all’avversario portando la spada al di sopra della testa, pronta a scaricare un furioso fendente sull’elmo dell’avversario"
ripetizione "avversario-avversario"
"il targhet del prodotto"
refuso "target"
"corse incontro al nemico e, prima d’arrivare allo scontro, la scagliò sul nemico"
ripetizione "nemico-nemico"
"Java avrebbe voluto correre a soccorrere il fratello"
"correre a soccorrere" è un po' cacofonico, meglio "correre in soccorso del fratello"
"confermò il suo amico apparsole affianco"
"affianco" non esiste (se non come prima persona singolare presente indicativo del verbo "affiancare"), sarebbe "a fianco"
"traferire tutto il nostro mondo"
refuso "trasferire"
GIUDIZIOIn conclusione, il giudizio sul racconto è abbastanza positivo. Nonostante l'idea di base non sia tra le più originali, comunque i particolari "informaticamente" precisi le danno un nuovo tono, piacevole e ragionevole. Il finale, però, rompe il klimax ascendente della narrazione che, giunta a una grande battaglia, si trasforma all'improvviso in un tranquillo resoconto degli sviluppi successivi.
Spero di esserti stato utile. A presto!