Guns 'n Razors
di Alessandro Renna
Scende da cavallo, una pacca stanca sul muso dell’animale prima di legarlo al palo, quindi entra nella bottega del barbiere con gli speroni che tintinnano a ogni passo sulle tavole consunte.
Quando spalanca la porta, tutti si girano a guardarlo, anche l’uomo sulla poltrona con ancora mezza faccia coperta di schiuma.
– Che vuoi Sid?
L’uomo non risponde.
Con gesto secco sposta lo spolverino pieno di sabbia sottile del deserto e scopre la pistola. La estrae con calma e arma il cane.
– Tutti fuori!
È questione di attimi e il locale si vuota.
L’uomo si accomoda sulla poltroncina e butta indietro la testa.
– È così che si salutano gli amici, Mike?
Il barbiere, dopo aver messo un ampio camice bianco al collo del pistolero, raccoglie il pennello e lo rigira nella ciotola d’alluminio più volte, quindi comincia a insaponargli il viso.
– Allora?
– Devo davvero dirti che cosa voglio? Eppure, una volta eravamo in affari.
– Ho smesso con quella vita.
Sid si concede un sorriso beffardo – a me sembra che tu abbia smesso di vivere. Ma ti vedi, Mike? Eri un pistolero temuto. Svaligiavi diligenze, treni, banche… e ora?
Il barbiere vergognoso abbassa gli occhi e si concentra sul suo lavoro.
– Questo è il momento più delicato.
Mike si concede un timido sorriso. Raccoglie il rasoio e lo passa più e più volte sulla coramella di cuoio e quando lo solleva, Sid, da sotto il camice, alza la pistola.
– Ecco, ora abbiamo uno la vita nelle mani dell’altro.
– È così, ma non mi hai ancora detto che cosa vuoi?
Sid lascia che Mike gli passi il rasoio sulla guancia.
– Voglio il bottino.
Mike resta con il rasoio a mezz’aria.
In quel momento sulla porta della bottega appare lo sceriffo.
– Che succede Mike?
– Niente. Un amico è venuto a trovarmi.
– Amico?
– Sì – risponde annoiato Sid – e gradirei finire di parlare con Mike… a quattrocchi.
Il barbiere, dopo uno sguardo alla pistola che preme sotto il telo, alza gli occhi sullo sceriffo e annuisce.
– D’accordo. Vi do cinque minuti.
– Cinque minuti – dice Sid scoprendo la pistola – gli ultimi?
Sulla fronte del barbiere scendono fredde gocce di sudore.
– Non ho soldi Sid. Mi sono sputtanato tutto quello che ci siamo portati via dalla banca di El Paso.
– Tutto? – Insiste l’uomo spingendo la pistola tra le costole del barbiere.
– Tutto – conferma in un sussurro Mike lasciando cadere il rasoio a terra prima di scoppiare a piangere – sapevo che saresti venuto, ma sono contento, sono stufo di nascondermi in questo buco di culo di paese.
– Raccogli il rasoio e finisci quello che stavi facendo.
Sid si guarda allo specchio soddisfatto.
Mike è di nuovo a terra in ginocchio.
– Sono pronto.
– Bene – gli risponde Sid – anch’io sono pronto. Sai, sono miope e mi trema la mano – quindi, dopo un colpo alla testa conclude – ma da qui… non posso sbagliare.
– Esci con le mani in alto! – Urla lo sceriffo.
Oltre la vetrina, quattro uomini con i fucili puntati. Sid dà uno sguardo a Mike, sorride mesto, poi esce di corsa a farsi crivellare di colpi. C’è tempo solo per un ultimo pensiero: “Amico, chissà se laggiù ci sono banche da svaligiare?”
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