Skannatoio, marzo 2013, speciale XVI, Ventiquattr'ore con lo scienziato pazzo
* Campionato pri-est 2013, 2 di 12

@Jackie
Manco io... ma non disperate... manca davvero poco!!!

Ragazzi scusate
è che qui a Spezia c'è stata la festa patronale... non immaginatevi nulla di che, ma sono stati tre giorni senza computer!!!!

non vuole essere una scusa, ma non immaginavo che questa volta vi prendesse tanto da rendervi insopportabile l'attesa!!!

Ma bando alle ciance

ecco qui commenti e classifica!

Anark
Ho trovato l’idea molto bella. Un po’ meno come l’hai resa… più che altro mi riferisco proprio alla caratterizzazione dello scienziato pazzo. L’idea però è davvero valida, intrigante il fatto che un evento così grande succeda davanti a milioni di persone, presenti di fatto, e miliardi, presenti in mondo visione tramite la TV, e che poi non se ne ricordi nessuno. Diciamo, però, che in questo caso, la figura dello scienziato pazzo (necessario per le specifiche) forse è di troppo: infatti l’hai dovuta trasformare in una specie di tramite tra noi e loro che, onestamente è superflua. Io ti consiglio, ma in effetti è più una richiesta personale!!!! , di provare a rivederla tipo “Guerra dei mondi” dove solo alcuni uomini si accorgono dell’invasione. Chessò, qualcosa tipo “capacità degli alieni di lavare il cervello a tutti per rimettere le cose a posto” salvo che, visto i numeri e gli imprevisti, si lasciano dietro qualche traccia che ad alcuni, meno sensibili al lavaggio del cervello, diventano veri e propri inneschi per ricordare quanto subito ad opera degli alieni. Non so… che ne pensi?!?
In ogni caso bravo!

Polly
Sì e no. Sì, perché stai davvero incominciando a padroneggiare il genere horror/steampunk tanto da poter dire che è quasi un tuo segno distintivo: leggendo i tuoi scritti ormai penso a una versione steampunk dei passaggi più “crudi” di Frankenstein!
No, perché la storia in sé non è molto originale, anzi, che quel povero cane dovesse fare quella fine io me l’ero sentito già dalla prima carezza!!!
In ogni caso un bel lavoro che, a parer mio, raggiunge l’apice quando presenta la strage di topi da laboratorio per estrarne le budella!!!

Thorgrimir
“Trillare la barba”? forse è un refuso… non credo si possa fare trillare una barba!
“Zolfa”? io sapevo “solfa”
Razinger… manca una T
“un enorme nuvola” manca un apostrofo
A parte le inezie che ti ho appena segnalato, devo dire che l’idea del complotto globale dissacrata in chiave ironica mi è piaciuta… c’è però un problema che andrebbe messo a posto. Mi riferisco al fatto che lo scienziato pazzo (bella l’idea che anche la voce narrante lo chiami così!) lo abbia creato per far incazzare i romanisti con l’arrivo di un nuovo Francesco… ecco questo passaggio non è per nulla evidente, in fin dei conti Francesco è il nome che il papa si è scelto da solo, quindi, com’è possibile che sia frutto del lavoro dello scienziato? Non so, forse è solo una pignoleria, ma a me ha stonato non poco… non so, avrei preferito che lo scienziato si fosse immaginato qualcosa e che poi, con la scelta operata liberamente dal papa nel darsi un nome, ne ottenesse un’altra comunque soddisfacente per Bush. Che ne pensi se la telefonata avvenisse proprio mentre si aspetta la comparsa del papa al balcone (in fin dei conti per dei super complottatori tutto dovrebbe essere già noto… figurati se non sanno che cosa è successo in conclave!!!) con Bush padre che si rabbonisce sentendo che nonostante tutto si è dato nome Francesco, cosa che, come gli piega suo figlio, è una mossa perfetta per intaccare il potere dei rossi (tifosi della Roma e non di certo comunisti come si immagina lui accendendosi un cubano!!!!).

Master
Heilà, Marco… mi è piaciuto il racconto, anche se avrei voluto mi dessi altre informazioni sullo sfregiato, nella sua imperturbabilità iniziale, infatti, lo avevo giudicato una specie di deficiente, di grosso mostro privo di cervello, mentre al contrario è un tipo squilibrato, ma in grado di fare ragionamenti in base alla sua logica… logica che avrei voluto vedere all’opera già all’inizio con un altro siparietto, magari legato al posto scelto per fermarsi a mangiare, e che non ho compreso appieno nel passaggio della spiegazione legato ad ebrei e messicani. È vero che è una spiegazione che parte da una logica deviata, ma anche se deviata (personalmente io le logiche deviate le immagino fondate su principi che non si condividono) non ne ho compreso i passaggi… sì, insomma, mi sarebbe piaciuto sapere quali associazioni di idee ha fatto lo sfregiato per “capire” che lo scienziato era un ebreo che ce l’aveva con i messicani di merda… magari giocando sulle frasi delle sue esclamazioni da rivedere in questo senso… non so.
Per il resto è molto efficace.
Consiglio per una eventuale revisione, mi piacerebbe che lo scienziato nel momento in cui ha l’intuizione, cominci a spiegare che finalmente riuscirà a fare qualcosa di unico, magari di interesse per l’intera umanità… un qualcosa che però, visto che viene fatto fuori, l’umanità non potrà mai sfruttare!!!

Miksi
Mmm… non so. la storia per me non si regge bene. Ho capito che alla base c’è l’idea per un particolarissimo nuovo linguaggio universale cui sta lavorando da anni il professore e “solo” da qualche tempo un suo allievo. Quel che non capisco è perché il giovane si sia allontanato dal progetto e se ne stia sulle sue… senza contare che non ho capito in che cosa consista l’intuizione finale: non che sia necessario dirlo al lettore, ma in questo caso non capisco nemmeno quale sia il vero fattore scatenante che gli ha fatto urlare Eureka… senza contare che forse avrebbe dovuto dirlo il professore e non il ragazzo.
Per quanto riguarda la prosa, invece, devo dirti che, tolta la parte iniziale in cui inserisci alcune precisazioni superflue (tipo “alle sue spalle” quando nella frase prima hai detto che si girava per pulire la lavagna), è diventata molto fluida e accattivante rispetto ai tuoi primi scritti. Le tue descrizioni sono davvero efficaci… secondo me devi porti molte più domande su quel che hai scritto a livello di coerenza interna chiarendoti quale debba essere il tuo punto d’arrivo, io faccio così… parto senza ben sapere dove voglio arrivare, poi quando ho posto le basi per un bel “casino” provo a scioglierlo e quando arrivo in fondo torno indietro a vedere se i vari passaggi si reggono uno con l’altro. Non sempre la ciambella viene col buco, però procedendo così solitamente ci azzecco.
Un ultimo appunto riguarda ai due punti in cui hai riportato il pensiero dei personaggi: se usi il corsivo, quello dovrebbe bastare, inutile aggiungere “pensò” cosa che in un punto fai e in un altro no. mah?! personalmente io non amo l’uso del corsivo per frasi intere (lo uso solo per singole parole non di uso comune, o perché tecniche o perché straniere, o perché inventate… insomma tanto per far capire al lettore che forse non è “colpa” sua se non capisce! ) per i pensieri infatti preferisco lasciare la scrittura “normale” e inserire “pensò”, “si disse tra sé e sé” ecc. ecc.

Sol
Sei sempre una sorpresa!
Devo dire che il tuo “esperimento” di scrittura musicale io lo sto tentando in ambito rock, chissà, prima o poi ti farò leggere qualcosa. Se il Rock però tende al concreto (con diverse eccezioni, d’accordo, ma ci sarà pure un motivo se questa musica è stata etichettata come “roccia”! ) la classica tende più allo spirituale e al filosofico ed è un complemento davvero azzeccato per il mondo da te descritto. Personalmente la tua fantascienza è come se anziché andare nel futuro torni indietro al neoclassicismo.
La storia in sé è molto blanda, tutta giocata tra tre personaggi in un triangolo di sentimenti contesi che si risolve con la fuga/scomparsa del personaggio centrale facendo incontrare nel suo ricordo i due “antagonisti”. Ecco, diciamo che questa leggerezza di trama, in realtà è quello che più mi ha lasciato perplesso… in tanta aulicità mi sarebbe piaciuto un po’ più di introspezione, soprattutto di Polissena ridotta quasi a una coordinata sentimentale cui tornare più che a un soggetto caratterizzato da un’anima che, a parer mio, non traspare quasi mai.
Secondo me dovresti dargli un respiro diverso, allungando il tutto per concederti almeno due digressioni nell’animo di Polissena e del “rivale”. Digressioni attraverso cui accennare a come percepiscono l’innamorato per poi, con il suo abbandono, rivelare che forse nessuno dei due ci ha preso!

Smilo
Che dire… molto bello e toccante.
Lasciando da parte alcuni refusetti, la prosa è davvero bella, ti rapisce portandoti in un mondo lontano dominato da una strana solitudine in cui si è rifugiato (perso?) il protagonista.
Poche righe per delineare molto bene i rapporti del protagonista con l’amico compagno di lavoro (con sui si confida senza in realtà aprirsi per davvero), la madre (che lo tratta come un bambino e a cui è incapace d’opporsi), i ragni (i suoi unici amici) con cui però non può davvero comunicare, a meno di un aggeggio che sta costruendo con le proprie risorse sacrificando la salute.
Bello poi il dramma finale, innescato dal protagonista stesso che nella sua incapacità di comunicare con la madre la porta a credere cose lontanissime e a farla agire in maniera sconsiderata (almeno agli occhi del protagonista beffato!)
E infine… bella l’idea di far allevare i ragni (che mi immagino siano tutti originari di climi caldi o, quantomeno, temperati) in un posto freddo come la Russia! Russia che hai caratterizzato sapientemente disseminando il racconto di nomi e nomignoli.
Ho un solo appunto da farti sull’uso dei diminutivi: io personalmente trovo sconveniente usare i diminutivi associati ad aggettivi che già di loro significano piccolo, come ad esempio nel punto in cui parli dei topi e dici: “il minuscolo cuoricino”. Capisco il tuo tentativo di dare enfasi al piccolo, all’indifeso, ma secondo me è una ripetizione pesante che tendo a evitare anche quando scrivo per bambini perché scade troppo nello “sdolcinato”. Io avrei usato o “minuscolo cuore” oppure “cuoricino” e basta. Ma prendilo solo per un parere personale.

CLASSIFICA
INTERFERENZE – SMILO – 7 punti
OH BLACK BETTY – MASTER – 6 punti
SOL – GIENAH – 5 punti
MORTA È SOLO UN NOME – POLLY – 4 punti
HABEMUS PAPAM – ANARK – 3 punti
VIA DELL’INFINITO N.8 – CRISTIANO – 2 punti
NON TUTTI I PAZZI SONO SCIENZIATI – MIKSI – 1 punto

Edited by Rovignon - 21/3/2013, 15:32

@Smilo
il mio è solo un parere, non una regola.
Anzi, credo che possano pure esserci occasioni in cui "esagerare" e mettere sul diminutivo tutta l'enfasi possibile. il diminutivo però è un qualcosa che secondo me appena lo accentui scade subito nello sdolcinato anche se chi scrive nemmeno l'ha preso in considerazione.
Nel tuo caso, però, è solo un passaggio, dunque niente di trascendente, ma avendolo notato ci tenevo a farti sapere come la penso.

In ogni caso, ancora bravo, davvero!

@Anark
ma io non "contesto" nulla delle tue scelte, anzi, vanno bene così.
Quel che volevo farti sapere è che nella tua storia, se c'è una cosa che io toglierei in caso tu volessi riprenderla in mano, sarebbe proprio lo scienziato pazzo che è un paletto del concorso e forse, proprio per questo, nel caso specifico sembra un di più. Ma è un parere personale, nulla vieta di fare il contrario, perchè anche una maggiore caratterizzazione aiuterebbe a non farlo sembrare superfluo.
In ogni caso, se è vero che l'hai scritta di getto in quelle condizioni... beh, acquista un fascino ulteriore!