| Scusate il ritardo ma queste sono più o meno le mie vacanze e fra tre giorni riparto, quindi avevo un po' di cose per la testa da sistemare. Scusate ancora. Ho scritto questi commenti un po' fuori e un po' a casa.
Premessa: vi sto scrivendo dal Centro Sicilia ( un ipermercato non dal centro della Sicilia... eh eh) e sto aspettando la mia ragazza che fa compere quindi scusatemi se riscontrate errori perché sto scrivendo dall'iPod. Premessa 2.0: se vi trovate nelle zone del siracusano e vi imbattete per puro caso a cava grande, allontanatevi, scappate perché non sarà divertente, sì, i laghetti saranno belli, sguazzerete come girini nelle acque limpide ma ciò che vi aspetta sarà il male assoluto, non fatelo, a meno che non vogliate avere visioni mistiche... Ora, grazie all'infrastruttura wireless concessa dal grande ipermercato siciliano, qui di seguito i miei commenti:
Senza volto: Alexandra
"Brutta cosa, trovarsi nel mezzo del pergolato con la strada sbarrata da grappoli violacei di fiori dolciastri mossi da un vento di collera per aver visto i loro amici bianco avorio buttati in un angolo insieme al palo di ferro che si ergeva nell’aiuola accompagnato da una lapide con un nome ormai reso illeggibile dalle pessime maniere dell’impresa Gartnerschlau." ( frase molto pesante. Alleggeriscila un po')
"Non ce l’aveva fatta, purtroppo." ( questa è la parte più importante del racconto; avrei scelto una combinazione di parole diverse, per dare risalto all'importanza dell'azione.)
"Moeller, a sentire di nuovo quelle parole aspre, si copriva la fronte con una mano." ( al " si copriva" avrei utilizzato il passato remoto. Così sembra che la vecchiaccia passi ogni giorno a bacchettare Moeller)
“Quel giorno, tuttavia, le cose non avevano voluto saperne di funzionare. Gli eventi ti facevano inciampare peggio delle radici di Glycinia che affioravano dal terreno dove meno te lo aspettavi, ricordò Moeller. Aveva sentito dire Keerlen che c’entravano quelli del Giardino Morto, ogni tanto riaffioravano dalla terriccio e guastavano le tubature apposta. Lui ci aveva perso la faccia quando aveva quasi sistemato quella di mezzo. L’acqua era diventata improvvisamente bollente e lo aveva sfigurato”.
( qui passi dal pensiero di Moller alla terza persona, sempre dentro le virgolette. Questo confonde.)
Nella sua mente, c’era ancora un ricordo del mondo di prima, dove non erano mai avvenuti incidenti in un posto pericoloso come la cisterna del Palazzo di Glycinia e nessuno si trovava a vedere la propria identità sbiadire ogni giorno come i colori da una cartolina immersa nell’acqua da una settimana. Lo aveva aiutato muovendosi di notte nel giardino, visto che c’era l’entrata secondaria dall’eterna porticina di legno dalla serratura rotta. E aveva sedato la furia distruttiva di qualche fiore malefico curandolo come ai tempi di Spaltenhyeb: questo aveva risparmiato qualche tassello dell’identità di Moeller. Qualcuno, se non altro si ricordava di lui. E, cosa più importante, lui continuava a ricordare chi era, sapeva quello che faceva. Era già molto, tuttavia troppo bello per durare.
( questo paragrafo secondo me è da rivedere. Non si capisce molto di cosa stai parlando e bisogna rileggerlo più di una volta per comprenderlo.)
Il postino sbiancò e gettò via la busta:- Aggiustatevi da soli... ( in che senso "aggiustatevi da soli"?)
Ciao Shanda, mi sono permesso di segnarti quello che secondo me non andava. Spero non ti dispiaccia... Comunque, passiamo alla storia. Parliamo di una profezia, di fiori che dilaniano l'identità di un'individuo e molte altre cose, e posso dirti che il tema è molto affascinante, davvero. La storia è molto originale e presenta alcune soluzioni davvero avvincenti. Peccato che il racconto disorienti il lettore, senza che quest'ultimo possa immedesimarsi nella storia in toto. Peccato perché, come ti ho già detto, la storia non è male. Rivedi alcuni personaggi, e rendi il protagonista del racconto Keller che ricorda gli avvenimenti di Moller, senza passare ad altri personaggi. Così concentri tutta la tua attenzione su un solo personaggio senza perderti.
Eccomi a casa... Sano e salvo.
Radici: David G
Ho letto il tuo racconto in mezzo a tanta gente, seduto su uno sgabello a forma di stella verde, tra urla e bambini che che correvano da tutte le parti e davvero, dico davvero davvero, ho riso come un animale per tutto il tempo. La gente continuava a fissarmi in malo modo e per quanto fosse imbarazzante, non potevo non farlo. Amo questi racconti non-sense e questo ti è uscito veramente bene. Ho solo qualche appunto da farti: non doveva essere un horror o un fantasy? Cioè, non che mi sia dispiaciuto leggere questo gioiellino però pensavo che fossimo obbligati a scrivere entrò le categorie eccetera eccetera, illuminatemi vi prego. Se c'è una cosa che non mi piace del tuo racconto è l'uso della politica... Quelle parti le avrei eliminate ma tant'è. Per il resto mi hai fatto molto ridere!
Ars Goetia Madame Freida
«Ti ho detto, non preoccuparti (" ti ho detto di non preoccuparti" suona meglio)
«Lucio?» domando, incoraggiante. ( toglierei "incoraggiante" è pleonastico)
Trova un sinonimo per "diroccato"
Ci accostiamo al resto del gruppo, Micia si siede per terra senza riguardo per i jeans nuovi.
( dopo "gruppo" avrei messo una virgola)
Cerca di limitare gli aggettivi che appesantiscono troppo lo scritto.
Ciao Freida, un bel racconto il tuo. Inizia lento, per poi accelerare in un finale che si prospetta portentoso, solo che poi ti perdi e lasci la tua opera... Sembra incompiuta, avrei preferito che continuasse perché il racconto scorre bene, prende l'attenzione del lettore ma finisce sul più bello. Hai uno stile molto veloce, adrenalinico ma se posso darti un consiglio sfoltisci un po' gli aggettivi e i pronomi.
88 Cristiano. R
Salve Cristiano! Ho letto il tuo racconto con estremo piacere; crudo, volgare, e consono con le specifiche, soprattutto grazie a un finale sublime. Mi è piaciuto quasi tutto e ho trovato la simbologia dell'88 davvero interessante ( le mie conoscenze dei numeri si limitano a 8: infinito e 3: perfezione) non pensavo neanche esistesse questo modo nazista di dare un significato ai numeri. Quindi, se il tuo racconto è piacevole da leggere e inoltre insegna anche qualche cosa vuol dire che hai fatto un ottimo lavoro.
Kaipirissima La legge di Newton
Avrei dovuto accorgersi di qualcosa ( penso che tu volessi scrivere "accorgermi")
È un vero peccato che la formattazione del tuo racconto sia uscita così, perché il tuo racconto mi è piaciuto veramente tanto, penso sia stato già scritto di una donna che prende il volo perché perde il proprio io, ma se così è questa è la prima volta che lo leggo. Affascinante!
Sessione identitaria B612 Callagan.
Non lo so Callagan, non mi ha convinto... L'ho trovato molto simile ad altri titoli fantascientifici; niente di nuovo all'orizzonte Callagan. Forse un pizzico di originalità in più non avrebbe guastato perché durante la lettura ho avuto continui deja-vu che non riuscivo bene ad inquadrare. Comunque, l'utilizzo dei dialoghi è funzionale al racconto. Ben scritto ma poco incisivo è il mio commento definitivo.
Classifica La legge di Newton 6 88 5 Radici 4 Ars Goetia 3 Senza volto 2 Sessione identitaria B612 1
|