Mister UniversoMario stava ammirando i possenti muscoli del corpo allo specchio, quando la figlia entrò in camera.
- Hey, disturbo?
- No Vanessa, - brontolò il padre - hai bisogno di qualcosa?
- Volevo solo dirti che esco a mangiare una pizza con Beppe, ti arrangi da solo per la cena?
- Non ti preoccupare, mi preparerò una bistecca.
- Babbo, dovresti mangiare più equilibrato, perché non provi la cucina biologica? Sono molto preoccupata per la tua salute, con tutti quegli anabolizzanti che prendi, ci manca che ti rovini anche lo stomaco!
- Bah, so io cosa mi serve e gli integratori che uso sono molto conosciuti nel mondo del culturismo e sono un prodotto farmaceutico garantito.
- Il nome giusto è steroidi... e tu ne stai facendo un uso sproporzionato.
- Però guarda che roba, ho i muscoli che esplodono.
La ragazza sospira.
- Piuttosto dimmi, come va con il tuo fidanzato? Ormai fa qualche annetto che vi frequentate.
Dopo un attimo di esitazione, Vanessa rispose: - Bene, bene. Ultimamente fa il misterioso, mi sa che ha in serbo qualche sorpresa.
- Spero si tratti di una bella sorpresa, - minacciò il padre, ghignando – altrimenti... - Concluse il discorso pompando i pettorali in una danza alternata.
- Smettila scemo!
I due si fecero una grassa risata e lei si gettò tra le braccia di Mario, che la eclissò in una delicata morsa.
- Io vado, tu fai il bravo e non guardare la televisione fino a tardi.
- Divertitevi, e salutami Beppe.
- Va bene. Al mio rientro ti racconterò tutto. Ciao babbo, ti voglio bene.
L'uomo la baciò sulla fronte e la congedò.
Vanessa avrebbe voluto svelare il suo segreto al padre, ma decise di aspettare sino a sera.
Le sembrava più giusto.
La voce si insinuò all'interno del sogno come un coltello rovente che penetra un blocco di burro.
- Mario, svegliati.
Gli occhi si aprirono appena appena e ci volle poco per ricordarsi che stava seduto sul divano di fronte allo schermo al plasma, ancora meno per comprendere la stranezza della defunta moglie che lo stava fissando dalla televisione. L'uomo sbarrò gli occhi.
- Mario, ce ne hai messo di tempo.
Quello che non gli riusciva bene, era parlare.
- Calmati, non stai sognando. Respira lentamente.
- Che cazzo succede?
- Ho detto calmo.
In effetti, Mario si rese conto che stava stringendo un cuscinetto quasi a farsi sanguinare le dita.
- Sto sognando? Clarissa?
- Non mi ascolti neanche da morta, vedo.
- Ho capito, è un incubo, Vanessa aveva ragione sugli anabolizzanti.
- Su questo non posso darle torto, ma non sono di certo questi i problemi che puoi avere a causa delle porcherie che prendi.
- Integratori - precisò lui.
- Silenzio! - tuonò lei. - Avevi promesso che ti saresti preso cura di nostra figlia, che non le avresti fatto mancare nulla!
- Ma di cosa stai parlando? La tratto con tutto l'amore che merita una principessa. È felice.
- Illuso, presto il mondo le crollerà addosso e tu non ci potrai fare nulla, maledetto egoista!
Sulla nota di quell'insulto, Mario spalancò gli occhi. Quello che vedeva era il soffitto dal letto di camera sua.
- Lo sapevo che era un incubo. In effetti potrebbe esser colpa degli integratori.
Con un gesto non curante, si girò sul fianco e tornò a dormire in pochi minuti.
La mente percepì il suono della chiave nella toppa, e Mario uscì dalla fase R.E.M.
- Babbo, sono tornata! - disse Vanessa, appena entrata nella stanza.
Un lungo sbadiglio anticipò la meno rapida risposta. - Che ore sono?
La radiosveglia indicava appena le dieci.
- Allora, com'è andata? - disse, sedendosi sul letto.
- Bene, Beppe mi ha chiesto di sposarlo!
- Che cosa? - gridò il padre, sbigottito.
- Si, si! Mi ha chiesto di sposarlo!
- Hai capito il misterioso? - fece Mario. - E tu cosa gli hai risposto?
- Ho detto si! - concluse Vanessa, saltandogli al collo.
- Beh, sono felice per te, piccola. Ti sarà preso un colpo quando te l'ha chiesto.
- Si, ci sono rimasta di stucco, ma mai come lui quando gli ho detto che aspettiamo un bambino!
La saliva strozzò Mario, che tra colpi di tosse non riusciva a ribattere.
Calmati, respira lentamente.Il ricordo di quelle sinistre parole lo aiutò a ristabilire una certa lucidità.
- Accidenti, il colpo lo hai fatto prendere anche a me...
- Scusa babbo, sono troppo eccitata. Hai ragione, dovevo dirtelo con più garbo.
- No, no. Va bene. È una notizia fantastica... tua madre sarebbe orgogliosa di te.
Illuso.Mario non poteva fare a meno di rivivere i recenti ricordi legati al sogno. Era una situazione davvero imbarazzante.
- Babbo, va tutto bene? Sei contento delle belle notizie?
- Certo, piccola. Scusami, sono solo molto sorpreso.
All'improvviso, l'uomo si avventò burrascoso sulla figlia e la prese in braccio. La cullò in una girandola di balli affettuosi.
- Diventerò nonno!
Vanessa continuava a ridere felice.
- E sarà meglio per il tuo futuro sposo che si comporti bene, altrimenti... - un grugnito profondo completò la frase.
- Papà!
L'urlo di terrore lo destò dal sonno, Mario scattò subito in piedi.
- Che succede? - ribatté l'uomo, preoccupato.
Vanessa non rispose, sembrava guardasse altrove. Poi corse verso di lui, che cercò di abbracciarla, ma si accorse subito che qualcosa non andava, poiché le passò attraverso come un fantasma.
- Ma che cazzo!?
Si voltò di scatto e solo allora si accorse che il suo corpo esanime era rimasto sul divano, con gli occhi sbarrati. Vanessa stava piangendo appesa al collo del morto.
- Te l'avevo detto che le sarebbe crollato il mondo addosso. - La voce della moglie proveniva, pungente, dalla televisione alle spalle. Mario si girò per affrontarla.
- Che cosa cazzo hai fatto? - minacciò, in seguito.
- Io? Sei tu che ti sei imbottito di quella robaccia per soddisfare il tuo ego! Il tuo cuore ha ceduto, cosa credevi? Hai cinquant'anni!
L'uomo non sapeva cosa dire.
- Adesso è arrivato il momento di espiare!
Detto questo, Clarissa si allungò verso di lui, uscendo dallo schermo. Le braccia della donna sembravano stuzzicadenti a confronto di quelle del marito, ma, con grande stupore da parte di quest'ultimo, erano così forti da trascinarlo nell'oblio che lo attendeva dall'altra parte del plasma.
Vanessa neanche si accorse della televisione che si spense da sola.
Autorizzo Jackie de Ripper a pubblicare questo mio racconto su 'Skan Magazine'.Nota importante sul farmaco utilizzato nel mio racconto:
Edited by anark2000 - 6/10/2013, 17:25