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Skannatoio, Dicembre 2013, edizione XXV, Dimenticare il futuro
* Campionato aut-inv 2013, 7 di 12

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view post Posted on 30/11/2013, 21:27
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Il Tospanico Polemico

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Puoi partecipare a tutti quelli che vuoi mark
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 30/11/2013, 21:33




CITAZIONE (willow78 @ 30/11/2013, 20:38) 
Eh eh ci ho pensato nell'istante in cui ho letto la parola "peyote" ;)

Il TETRA mi ha confidato or ora di aver
scritto peyote proprio pensando ad Alo,
o forse si è mangiato del peyote e ha
sognato Alo. Insomma, allucinante!


CITAZIONE (mark it zero @ 30/11/2013, 21:21) 
Mi ci vorrebbe un'overdose di pipperina.

Anche questa viene usata dagli sciamani
di Ululì per avere visioni del futuro,
perciò mettiti all'opera e scrivici
sopra un fantastico racconto!
 
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mark it zero
view post Posted on 30/11/2013, 21:33




Grazie David.
Vediamo quello che mi dice il cervello.
 
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view post Posted on 30/11/2013, 21:48
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CITAZIONE (Jackie de Ripper @ 30/11/2013, 21:33) 
CITAZIONE (willow78 @ 30/11/2013, 20:38) 
Eh eh ci ho pensato nell'istante in cui ho letto la parola "peyote" ;)

Il TETRA mi ha confidato or ora di aver
scritto peyote proprio pensando ad Alo,
o forse si è mangiato del peyote e ha
sognato Alo. Insomma, allucinante!

oh cacchio! Con queste premesse allora devo partecipare per forza! :)

@Tetra, che onore! :wub:


Edited by Polly Russell - 30/11/2013, 21:51
 
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kaipirissima
view post Posted on 30/11/2013, 21:49




CITAZIONE (Polly Russell @ 30/11/2013, 21:09) 
e questo metteva in pericolo la tua comunità?

Ah ah! È proprio vero che non so leggere le specifiche. Che sia una sindrome?
 
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Callagan
view post Posted on 30/11/2013, 22:35




Si accettano scommesse sull'ora in cui posterà Shanda! :p099:
 
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view post Posted on 30/11/2013, 22:43
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Arrotolatrice di boa

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perchè non ha già postato?
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 1/12/2013, 08:53




CITAZIONE (Polly Russell @ 30/11/2013, 21:48) 
@Tetra, che onore! :wub:[/color]

La piantate di flirtare a distanza!?
 
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view post Posted on 1/12/2013, 09:06
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Arrotolatrice di boa

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CITAZIONE (Jackie de Ripper @ 1/12/2013, 08:53) 
CITAZIONE (Polly Russell @ 30/11/2013, 21:48) 
@Tetra, che onore! :wub:[/color]

La piantate di flirtare a distanza!?

Ops... :p091:
:p091: :p092: :lol:
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 1/12/2013, 15:38




Shanda06 dove sei?
 
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shanda061
view post Posted on 1/12/2013, 17:37




Ciao Callagan. Non scommettere su quando posterò. Il Destino sa essere beffardo. Tipo la barzelletta:- Buongiorno, Vedova Rossi, siamo della stradale.
- Ma cosa dite? Io sono la signora Rossi.
-No, no, lei è la vedova Rossi. Vogliamo scommettere?
Le specifiche mi piacciono molto, però e non vedo l'ora di leggere qualcosa di tuo.

Ciao Polly, per la verità devo ancora postare. Sono felice di sapere che parteciperai.

Eccomi, Jackie. Ho sbrigato certi impegni dell'ultima ora per essere pronta per il concorso.
 
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anark2000
view post Posted on 1/12/2013, 18:40




Ma che belle specifiche!
 
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shanda061
view post Posted on 1/12/2013, 21:58




La piastrella rotta
Di Alexandra Fischer

Sta rientrando a casa, in questo momento.
Spero che non calpesterà proprio me, accidenti.
Non ho passato trent’anni da queste parti per farmi spaccare in due proprio ora.

Nessun essere vivente sta pensando, sul fondo della tromba delle scale, quindi non è il caso di
spaventarsi.
Del resto, cosa c’è di vivo, in una piastrella esagonale uscita da una fabbrica che non esiste neppure più?
A parte il sangue del suicida che ho assorbito per restare integra.
Mi è caduto sopra di testa, dopo aver bruciato le corde che i compaesani hanno usato per sottoporlo alla Prova della Verità.
Certo, che essere sospesi sulla tromba delle scale del palazzo in cui si vive solo per essere sospettati di aver rubato un po’ d’acqua è qualcosa di assurdo….a meno di non essere finiti nella Stagione Secca.
E non è un’estate normale, di quelle torride che poi vengono annegate dai temporali agostani.
Magari.
So che si tratta di una vera e propria stagione.
Lo dice anche il titolo sul libretto di appunti della persona che viveva sullo stesso pianerottolo del suicida: Stagione Secca.

Per parecchi motivi, l’inquilina era evitata dalle altre due famiglie del palazzo.
Sembrava portasse male.
C’era qualcosa, nel suo atteggiamento, che faceva presagire il disastro che avrebbe colpito Pian di Nespola di lì a poco.
Fu questo che disse prima di morire il dirimpettaio della donna, prima che gli altri si convincessero che non aveva rubato lui la tanica dei De Regibus:” Forse ha trovato il modo per sottrarsi alla minaccia di vedersi portare via la casa. Io la capisco bene. Andarsene da un posto dopo trent’anni solo perché non risulti nell’elenco degli utenti della fornitura d’acqua del palazzo, è troppo”.

Lo è anche per me come piastrella. Mi piaceva il tocco della cara signorina Tollini. Portava calzature un po’ fuori moda, ma c’era qualcosa di gentile nel suo tocco. Quando toccava a lei pulire le scale, faceva molta attenzione a non rovinarmi. Sono a forma di esagono e con un decoro di nastri da marinaio neri su fondo sabbia. Non per vantarmi, ma sono sempre piaciuta agli inquilini dell’epoca chic.
Ora sembra così lontana, ma la colpa non è di nessuno.
Ho sentito alcuni inquilini lamentarsi con i visitatori della signorina.
I suoi appunti hanno attirato il povero Gianni al suo destino di morte, ma non è vero.
Quella della Tollini è stata una premonizione: se si è rifugiata nella storia della Stagione Secca è stato perché ha sentito prima degli altri che l’acqua sarebbe scarseggiata e non sapeva come rimediare al disastro incombente.
Poteva solo testimoniare la paura che incombeva a ogni giro della manopola dei rubinetti.
Per me cominciò con il suo ultimo turno nel lavare le scale.
Usò meno acqua, perché aveva cominciato a non essercene più come prima: da un estremo all’altro.
Prima le scale erano troppo umide e io avevo parecchio da bere, i miei colori restavano vividi come quando mi collocarono qui il primo giorno.
Certo i vicini si lamentavano, perché di acqua ce n’era troppa e le scale rimanevano scivolose.
Venne il giorno in cui non trovarono più nulla da ridire, ma si diradarono anche i bucati e nella tromba delle scale si sentiva.
Me ne accorsi anch’io, da come mi calpestavano: portavano sempre più polvere da fuori e i sandali e gli infradito mi davano fastidio.
C’era sentore di siccità.
E io sapevo che la situazione non sarebbe migliorata.
La Tollini non mi dava fastidio, anche se non era messa meglio degli altri, quanto a igiene.
Sentivo il dispiacere che provava, quando saliva le scale.
Il suo passo era diventato leggero come la polvere che portava con sé, anzi, mi sembrava fatta di polvere lei stessa, ormai.
Viveva in un mondo tutto suo: per sfuggire alla siccità che aveva appena cominciato a divorare la cittadina, si era immersa nella sua storia.
Io non ho certo potuto seguirla nei suoi spostamenti, mi ricordo soltanto l’ultimo giorno in cui mi calpestò.
Mi sussurrò qualcosa tipo:” Serba la memoria di quello che hai visto per quelli che verranno a vivere nel mio alloggio. Forse c’è il modo per riportare tutto com’era. Credo che certe premonizioni siano nascoste nelle righe che ho scarabocchiato per consolarmi dall’orrore, ma ci è voluto Gianni per fare da portavoce. Mi dispiace che sia andata così…io devo andare…Gianni”.
A quel punto si chinò e accarezzò il punto in cui lui aveva battuto la testa, quando le corde non avevano più retto.
Si erano disfatte, per colpa della polvere, che aveva cominciato a essiccare e rovinare ogni cosa.
C’era la sua impronta anche nei volti dei suoi giudici.
Erano diventati rinsecchiti come pergamene di antichi codici legali e i loro piedi non stavano meglio.
Quanto alla tanica, non fu lui a rubarla.
La prese la Tollini, ma lo fece a fin di bene.
Fu lei a metterla sul pianerottolo del terzo piano, dopo aver spalancato la finestra che dava sulle scale.
A suo parere, avrebbe attirato la salvezza su di noi e io la sto ancora aspettando.
Nessuno ha chiuso la finestra e la tanica è ancora lì.
Vuota.
Lo so perché stamattina uno dei bambini del terzo piano l’ha urtata e il rimbombo della plastica vuota è echeggiato per tutta la tromba delle scale.
Un’accusa?
No, una speranza.
Come lo so?
Dalla testimonianza di Gianni.

Quarantotto ore prima.

Gianni, il dirimpettaio della Tollini, bussò alla porta:- Signorina? È ancora lì? Si sbrighi, se non vuole perdere la sua parte di acqua.
La donna socchiuse l’uscio e diede un’occhiata distratta alla tanica che il giovane si trascinava dietro.
Era piena per più di metà.
La donna non si spostò.
Aveva un accappatoio verde scuro che mise immediatamente sete a Gianni.
Gli faceva pensare alla menta fredda dei ghiaccioli.
Si dominò:- Come le dicevo…
- La mia parte, certo. L’ultimo giro è riservato ai De Regibus. Non la voglio e neppure loro dovrebbero prenderla. Ho sentito dell’acqua scorrere, da loro.
- Come vuole. Io scendo di sotto da loro e…
La Tollini lo fermò.
- A me non dia nulla.
- Come?
- Mi ha sentito bene. Non la voglio. In compenso, dopo aver posato la tanica al loro piano, venga a trovarmi.
Gianni eseguì quello che era un ordine perentorio della matura signorina.
Posò la tanica al quinto piano.
Pensò che per i De Regibus non ci sarebbero stati problemi a trovarla.
Gli altri inquilini li aveva approvvigionati tutti lui, che abitava al piano vicino al rifornimento dell’acqua.
Non si trattava solo di buon vicinato.
Al sesto piano pendevano le corde della Prova della Verità.
Chi sarebbe stato anche solo sospettato di furto avrebbe oscillato nel vuoto, costretto a confessare.
Un metodo molto persuasivo.
Era funzionato con il vicino del quarto piano, colpevole di aver rovesciato una mezza bottiglia d’acqua: malestro che aveva tentato di riparare rubandone l’equivalente dal bidone di rifornimento generale.
Gianni era stato costretto a dirlo a tutti.
E il povero colpevole aveva deciso di mandare i familiari, di lì in avanti, a prendere l’acqua.
Di situazioni come quella, la cittadina abbondava, ma era il loro palazzo quello dove le cose andavano peggio.
Il giovane, dopo aver posato la tanica, si sentì apostrofare dalla Tollini per l’ennesima volta:- Ha finito? Venga subito.
Obbedì all’istante.
Quella donna aveva un modo di fare autorevole.
Pensò che doveva essere stata un’insegnante o una studiosa.
Nessuno degli inquilini la conosceva, perché era arrivata da poco nella a Piana delle Nespole.
Si era portata dietro parecchi libri, alcuni con illustrazioni degli uccelli chiamati Guarda Fiume e aveva un’aria scontrosa.
Fino a quando c’era stata l’acqua, tuttavia, i vicini non avevano avuto alcun motivo di lagnarsi di lei.
Rispettava il turno di pulizia delle scale senza protestare e non faceva rumore.
Qualcuno aveva ridacchiato per quel motivo.
Cosa faceva a parte le faccende di casa e le commissioni una volta alla settimana?
Leggeva tutto il tempo?
Visite non ne riceveva mai.
Poi era cominciata la Stagione Secca e allora aveva cominciato ad accodarsi anche lei con gli altri per ricevere la sua parte di acqua.
Anche in quei frangenti, tuttavia, non aveva mai perso la calma.
Da come si comportava, sembrava che la siccità fosse un contrattempo che si sarebbe risolto presto.
Gli altri erano disperati.
Soprattutto Gianni.

Testimonianza di Gianni, il dirimpettaio della signorina Tollini:” Mi permetto di aggiungere poche note agli appunti della mia vicina. Ho capito che cosa sono e a cosa allude, parlando della Stagione Secca. A me, che ho sempre letto molto, ha dato sulle prime l’impressione di essere un romanzo appena abbozzato. Sì, la tipica invenzione fantastica dove all’orrore dell’acqua che scarseggia si può reagire blandendo creature in grado di trovarla. Prima ne ho riso e ora, no, non posso più farlo. Ho sempre temuto le catastrofi. Dalle nostre parti, ci sono state alluvioni. In questo caso, dobbiamo guardarci dall’opposto. Altro che temere muri di acqua limacciosa che travolgono tutto. Il fiume ha cominciato a prosciugarsi, lasciando esposti prima gli isolotti e poi i pietroni e lo stesso ha cominciato a succedere all’acquedotto.
Poco per volta.
La Stagione Secca non ha fretta di imporsi.
Come le altre quattro, si è manifestata per gradi.
Prima con la calura interminabile.
Poi con le nubi scure che non scaricano la pioggia ma fanno rumore e sprizzano qualche saetta qua e là.
Infine, è venuta la polvere, che si insinua nei giardini e avvizzisce i prati prima del tempo.
E io ho lasciato la tanica al quinto piano per i De Regibus.
Poi sono sceso dalla signorina.
Lo giuro ancora adesso.
Domani è la Prova della Verità e io spero che le corde reggano, dopo che hanno sopportato il peso di Lauri.
Povero me, sennò.
Mi toglieranno dall’alloggio accanto al rifornimento dell’acqua e dovrò tornare da mia cugina….questo lo dico a mia discolpa.
So come si può rimediare alla Stagione Secca.
Leggendo le ultime righe degli appunti della Tollis, ho trovato la soluzione: riportare indietro i
Guarda Fiume.
Poverini.
Il sindaco li ha scacciati dai loro canneti con la scusa che davano fastidio ai turisti con le loro voci stridule e i loro nidi.
Ma l’acqua la dobbiamo a loro.
La chiamano e in loro assenza, moriremo tutti di sete.
In cambio vogliono solo un po’ di pace e di tranquillità.
Una volta mio zio ne salvò uno piccolo.
Lo aveva trovato, andando a pescare.
Aveva un’ala rotta ed era orfano, ma lui lo fece guarire e lo tenne in solaio, lasciandogli aperto il finestrino sul muro.
Così, quando fosse guarito, sarebbe potuto tornare dai suoi simili.
Non lo fece mai del tutto.
Neppure quando morì lo zio.
Tornò qualche volta nel solaio.
Io sapevo di quest’amico pennuto dello zio, ma vivo lui, non andai mai lassù a vederlo.
Era un uccello selvatico, malgrado fosse grato allo zio e abbastanza intelligente da non fare rumore.
Non avevo idea di come avrebbe reagito vedendomi: non sono certo pettirossi, quelli.
Sono alti un metro e hanno un piumaggio multicolore.
Da lontano sembrano buffi, con i pennacchi e le lunghe code, ma hanno becchi lunghi e sanno acchiappare pesci molto grossi.
Li ho riconosciuti, dalle descrizioni della Tollis: lei ha chiamati Telikah, dal verso che fanno per chiamarsi fra loro all’alba.
Non c’è niente di soprannaturale nella sua storia, anche se a prima vista non si direbbe.
Infatti lei non vuole farne un libro, ma solo un avvertimento per i condomini, la cittadina e chissà dove altro.
Il nostro sindaco non è stato l’unico a scacciarli e il fiume lambisce molte città.
Ho capito come fare leggendo l’ultima riga.
La Tollis immagina che gli uccelli si siano estinti senza lasciare resti.
A parte quelli del capo stormo.
Ossa e piume.
Sono stato in solaio.
C’erano.
Chi avrebbe detto che il vecchio amico pennuto dello zio sarebbe venuto a morire qui?
Eppure lo ha fatto, senza lasciare odore, a parte quello dell’acqua.
L’ho detto alla Tollis, che mi ha congedato, dicendo che serve acqua per il rituale che richiamerà in vita il capo stormo dei suoi appunti.
Non sa cosa voglia dire, è venuta qui con l’urgenza di scriverli e nient’altro.
Attende una risposta.
Io so cosa fare. Non busserò alla porta dei De Regibus”.

Un paio di giorni dopo piovve, il temporale partì dal punto del fiume dove l’addetto alla stazione meterologica controllò l’ultima volta la colonnina con la carta e il pennino che avrebbero dovuto registrare le precipitazioni.
Vide passare la donna poco lontano.
Si era infilata fra i canneti.
Poi, sentì grida rauche e vide salire verso il cielo due Guarda Fiume.
Qualche minuto dopo, si accorse delle prime gocce che cadevano.


Autorizzo Jackie a pubblicare il mio racconto su Skan Magazine

Salve a tutti. Ci ho provato, usando un'idea che ho trascritto subito al computer e che mi frullava nella mente dai tempi della lettura di Arthur Gordon Pym di Poe.
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 1/12/2013, 22:19




CITAZIONE (shanda061 @ 1/12/2013, 17:37) 
Eccomi, Jackie. Ho sbrigato certi impegni dell'ultima ora per essere pronta per il concorso.

shanda06 ha subito upgrade di ver-
sione, ma è sempre una sicurezza!
 
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White Pretorian
view post Posted on 2/12/2013, 01:01




Eccoci a una nuova puntata di "Saghe Mentali di WP".

Jackie, "Appeso per una corda": è valido un personaggio sottoposto al giro di chiglia?
 
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134 replies since 30/11/2013, 12:10   2420 views
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