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Skannatoio Maggio 2017, La moneta ha sempre due facce

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atacama9
view post Posted on 12/5/2017, 16:19




Non credo di farcela :cry:
 
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view post Posted on 12/5/2017, 18:01
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Terrorizzato dalle minacce di Pretorian, qualcosa ho defecato...

Perdonate se trovate qualche inesattezza sull'oggetto... Borges lo lessi anni e anni fa e non ricordo molto...



L'ALELOPH


«Aspetta, aspetta, questa non mi è nuova» disse Furio guardandomi in faccia. Un sorriso di scherno gli apparve mentre continuava: «C'è un racconto di quello scrittore brasiliano che ne parla, mi sembra che ha pure lo stesso nome...»


tolto


Edited by Gargaros - 18/8/2017, 12:05
 
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Beatrice S.
view post Posted on 12/5/2017, 19:46




Non sono particolarmente soddisfatta di questo racconto ma, terrorizzata dalle minacce di Pretorian, preferisco che le mie parole siano triturate dalle falci dello Skanna piuttosto che la mia persona. Dunque ecco qui :wacko:


WOLF IN THE FOG

La bambina era un punto rosso nella nebbia, sperduta come un fiore di papavero in mezzo alla neve. Aveva il viso rivolto verso l’ultimo frammento di cielo che emergeva a stento nell’oscurità di latte che si addensava intorno a lei.
La notte era scura, senza stelle, il cielo ostile.
In quella nebbia lattiginosa non scorgeva altro che ombre. I rumori erano ovattati, come il ticchettio di un orologio avvolto nella bambagia.
Era come se fosse diventata cieca e sorda.
Si guardò intorno. Un gemito le franò dalle labbra, premette le mani al petto, stringendo la felpa rossa.
“C’è qualcuno?”
La nebbia ovattò la sua voce rendendola solo un sussurro spaurito.
Nessuno era lì per risponderle.
Le avevano detto di non allontanarsi troppo ma lei era curiosa e incosciente; due qualità con le quali non aveva mai imparato a convivere.
Aveva continuato a camminare fino a quando non aveva alzato lo sguardo e si era accorta di non sapere niente di quel luogo, nemmeno il modo in cui ci era arrivata.
All’improvviso era arrivata la nebbia. Aveva cominciato a salire dal basso, le aveva lambito i piedi, come il respiro di una creatura sepolta sotto l’asfalto; poi era risalita verso l’alto fino a ricoprire ogni cosa.
Il mondo era diventato in bianco e nero, come un vecchio film.
Non aveva mai pensato che l’oscurità potesse avere il colore del latte.
Non avrebbe potuto esserci un buio più terribile di quell’assenza di colore.
Il cielo era bianco, l’asfalto sotto i suoi piedi era avvolto da una patina impalpabile.
Cominciò a provare un’insolita fitta di gelo al petto e si affrettò ad allacciarsi la felpa fino al mento, coprendosi il capo con il cappuccio scarlatto.
Fece un passo in avanti cercando di controllare il tremore che le percorreva le gambe.
Era sicura che da un momento all’altro, qualcosa sarebbe uscito da quella nebbia e l’avrebbe afferrata alle caviglie per trascinarla nel nulla.
Sua madre le diceva che i mostri non esistevano, che ormai era troppo grande per credere al lupo cattivo o all’esistenza di creature sotto il letto. Ma lei era convinta che sua madre le mentisse; una notte l’aveva sentita piangere. Anche lei aveva paura del buio.
Riprese a camminare, come avanzando nel fango, le gambe che affondavano in quella nebbia fino ai polpacci.
Non aveva paura della nebbia ma dei mostri che vi si celavano.
Scosse la testa, costringendosi a rimanere calma. Mise una mano in tasca e strinse nel pugno un oggetto dal bordo rotondo, reso liscio dai continui sfregamenti. Lo estrasse dalla tasca e lo fece rigirare tra le dita: era una moneta d’argento con un buco nel mezzo. La notte, prima di andare a dormire, la usava per guardare sotto il letto.
Sapeva che quella moneta era magica. L’aveva detto suo nonno. Era stato lui a raccontarle di averla trovata nella tasca del tedesco che aveva ucciso quando c’era la guerra civile, quando lui e i suoi amici erano nascosti tra le montagne. Il tedesco la teneva nella tasca sinistra della camicia, accanto alla foto della propria fidanzata. Il nonno non sapeva dire se la ragazza in quella foto fosse stata bella: il sangue le aveva cancellato il viso.
Nonno aveva rovistato nelle tasche, aveva trovato la moneta con quel buco perfetto nel centro e aveva deciso di tenerla. Sarebbe stata il suo portafortuna. E così era stato. Nonno diceva che quando guardi attraverso quel buco puoi vedere cose che sono nascoste, cose troppo lontane o troppo vicine, cose oltre le cose, cose segrete.
Strinse la moneta nel pugno con tanta forza da sbiancarsi le nocche.
Rivolse uno sguardo anelante verso il cielo sperando di intravederne un frammento; ma fu un tentativo vano. Anche quell’ultimo brandello di notte era scomparso; ora c’era solo il bianco.
sentì qualcosa alle proprie spalle.
Era un rumore sottile, penetrante; non riusciva a definirne i contorni.
Le sembrava di sentirlo nella spina dorsale, come se una creatura informe le stesse risalendo lungo la schiena.
Riprese a camminare, senza più badare alle sensazioni esterne, il freddo sulla pelle era diventato una sensazione di contorno, come se non le appartenesse.
Trattenne il respiro, si bloccò, senza osare voltarsi, rimanendo in ascolto. Se si fosse voltata, lo sapeva con la stessa certezza con la quale sentiva il battito del proprio cuore aumentare d’intensità, avrebbe visto due occhi spalancati, fissi nei suoi.
E allora non sarebbe più stata in grado di scappare.
Il suono dei passi si avvicinava, il rumore di un respiro, roco e pesante.
S’irrigidì, incapace di pensare.
“Hai paura del lupo cattivo?” sussurrò una voce acuta, distorta dalla fame.
Fu come se una molla fosse scattata dentro di lei facendo attivare un meccanismo sepolto nel cuore; la forza con la quale cominciò a correre, facendosi strada nella nebbia con le braccia protese e un urlo imprigionato in gola, non le apparteneva. La moneta stretta nel pugno era fredda.
Era una bambina ma sapeva che cosa significava morire. E non aveva nessuna intenzione di approfondirne il significato.
Inciampò, cadde a terra. Picchiò gomiti e ginocchia, esalò quell’urlo che non riuscì piú a trattenere.
Urlò, di paura e di dolore mentre sentiva il sangue cominciare a scorrerle dalle ginocchia disegnando ricami scarlatti sulla pelle nuda dei polpacci.
Cercò di rialzarsi ma il dolore l’aveva resa debole e insieme al sangue aveva fatto scorrere da lei tutta l’adrenalina.
Si strinse le spalle con le braccia, rannicchiandosi su se stessa come se temesse di cadere a pezzi da un momento all’altro, una bambola di vetro.
Non era il freddo a farla tremare ma quella sensazione di pericolo incombente che le graffiava le pareti del cranio.
Abbassò la testa affondando la fronte nelle braccia e cominciò a piangere, incapace di frenare le lacrime.
“Non esiste il lupo cattivo.” disse. “Non esiste il lupo cattivo.”
“Ti sei persa?” Fece una voce.
La bambina alzò gli occhi pieni di lacrime e li fissò in quelli scuri di un ragazzo, la pelle pallida, il volto, incorniciato da lunghi capelli neri, nascosto da un cappuccio dello stesso colore.
I suoi occhi erano talmente scuri che pareva fossero tutt’uno con le pupille, come se non avesse iridi.
Rabbrividì e cercò di arretrare ma l’unica cosa che poté fare fu continuare a fissare quegli occhi.
“Hai bisogno d’aiuto per ritrovare la strada?” le domandò il ragazzo. La sua voce era dolce ma la bambina sapeva che lo zucchero serve a coprire l’amaro, mamma lo metteva sul bordo del bicchiere quando doveva farle prendere le medicine.
Il ragazzo allungò la mano verso di lei e sorrise.
Fu un gesto automatico: la bambina alzó la moneta e la portó davanti al viso. Chiuse l’occhio sinistro e con l’altro guardò attraverso il buco, verso il volto del ragazzo.
Fu allora che, oltre il sorriso, vide i denti. Erano affilati come quelli di un lupo.
La bambina gridò, alzò un braccio e colpì la mano che il ragazzo le stava porgendo.
Raschiò dal fondo dell’anima le ultime forze e ricominciò a correre; alle sue spalle la voce del ragazzo la chiamava.
No. Non si sarebbe lasciata catturare. Non si sarebbe arresa. Non avrebbe permesso a quegli occhi di ingannarla.
Ogni passo le causava una fitta acuta di dolore alle ginocchia. Se quel lupo l’avesse raggiunta sarebbe stata perduta; quella era l’unica certezza.
La sua corsa fu interrotta da qualcosa contro il quale si scontrò. Cadde, imprecando tra i denti con quella parola che mamma le aveva detto di non usare.
Alzò lo sguardo. Una vecchietta si massaggiava dolorante un fianco, la osservava con un’espressione interrogativa intuibile sotto una ragnatela di rughe.
“Dovresti stare più attenta quando te ne vai in giro, piccolina.” sussurrò con una voce sottile, rauca.
“Mi…mi dispiace.” balbettò la bambina mentre si rimetteva in piedi e gettava uno sguardo alle proprie spalle, con la certezza di vedere il lupo emergere dalla nebbia.
“Qualcosa ti ha spaventata, piccolo tesoro?” le domandò la vecchietta osservandola con i piccoli occhi imprigionati dietro un paio di occhiali dalle lenti spesse come fondi di bicchiere.
Un lupo. Pensò la bambina. C’è un lupo che mi insegue.
“Qualcuno…” gemette. “C’è qualcuno nella nebbia.”
La vecchietta sorrise, un sorriso rassicurante.
“Non ti preoccupare piccola, c’é la nonna ora che ti protegge. Vieni, torniamo a casa.” le sussurrò appoggiandole una mano sulla testa, accarezzandola con garbo. “Nessuno potrà farci del male.”
Le tolse il cappuccio e le appoggiò una mano su una guancia per poterla vedere bene in viso alla luce pallida di un lampione che cercava di penetrare la nebbia.
“Ma che bella bambina che sei.”
“No, lei non capisce” gemette la bambina. “Dobbiamo andarcene. Dobbiamo andarcene subito da qui.” Si voltò, cercando di distinguere le ombre che si addensavano nella nebbia alle sue spalle.
“Fatti guardare, tesoro.” continuò la vecchia. “Fatti guardare. Vuoi una caramella?” continuò rovistando nella borsetta che portava al braccio e tirandone fuori una caramella avvolta in carta argentata.
La bambina sgranò gli occhi, confusa.
“Non fare quella faccia.” sussurrò la vecchietta. “Perché tutti pensano che non sia buona solamente perché è sparsa all’interno di una borsa?”
“Prendila.” disse aprendo la mano della bambina e appoggiandola sul suo palmo.
“Va bene.” si arrese la bambina. “Va bene, ma poi ce ne andiamo.”
“Assaggiala.” fece la vecchia con un sorriso. “Avanti.”
La bambina fece roteare la caramella fra le dita e la scartò. Sapeva di fragola. Era buona.
Si ritrovò a sorridere.
“Buona, vero?” le domandò la vecchietta.
La bambina annuì, sorridendo.
“Ora andiamo via?”
“Che occhi grandi che hai.” disse la vecchietta sorridendo.
“Che cosa…?”
Sua mamma le aveva raccontato una favola come quella. O forse era stato un sogno. Non ricordava, non sapeva, i pensieri cominciavano a farsi confusi.
“Degli occhi bellissimi.” continuò la vecchia. “Proprio bellissimi.”
La bambina cercò di arretrare, di scostarsi dal suo tocco che percepiva viscido e appiccicoso sulla pelle del viso, come se le dita della vecchia fossero delle caramelle mezze rosicchiate.
Ma non riusciva più a muoversi. Non riusciva più nemmeno a parlare.
Riuscì solo a ruotare gli occhi e vide, serrata nella propria mano, paralizzata come quella di un morto, la carta della caramella accanto alla moneta d’argento.
“Starebbero così bene su una bella bambola. Che ne dici? Non ti piacerebbe che i tuoi occhi diventassero quelli di una bambola?”
Gridò ma quel grido era solo nella sua testa.
Non riusciva nemmeno a muovere le labbra.
La vecchia sorrise. E non era più il sorriso di una vecchia. Era una smorfia deforme, che le tagliava le guancie fino ai lobi delle orecchie Dalle labbra sottili stillavano gocce di sangue. I denti si erano allungati e il suo sorriso si era fatto affilato, bramoso.
“Questa non ti serve più.” Disse, facendo per prendere la moneta dalla sua mano.
Ma appena la sfiorò un urlo le gorgogliò dalla gola e una piaga rossa le si aprì sul palmo.
La vecchia gemette di dolore, conficcò le unghie nelle guance della bambina. “Ma che belle guanciotte, che belle guanciotte.”
La bambina sentì che stava piangendo.
“Hai paura del lupo cattivo?” sibilò, la voce deformata dalla fame.
La bambina non poteva fare altro che fissare quegli occhi ingrandirsi, diventare rossi e bramosi mentre dalla bocca troppo grande scivolava un filo di saliva, come da quella di un animale feroce.
Si passò sulle labbra una lingua sottile e biforcuta, come quella di un serpente.
“Per mangiarti meglio!” urlò la vecchia conficcandole più in profondità le unghie nella carne e spalancando la bocca deforme.


Tutti avevano paura di lui.
Perché abitava nel buio, perché la luna era la pietra da cote dei suoi denti, perché con i suoi occhi poteva scrutare nell’anima delle persone, vederne il colore.
Era il lupo. Ed era sempre stato solo.
Non poteva smettere di essere lupo ma poteva provare a smettere di essere solo.
Ma ogni volta che provava ad avvicinarsi alla gente veniva scacciato. Aveva provato a cambiare il proprio aspetto, ma le pecore il lupo lo avvertono dall’odore. E gli umani non sono altro che pecore, la loro anima é bianca: pavida e senza sapore.
Sarebbe stato disposto a diventare una pecora pur di non essere solo. Ma non poteva. Era lupo e la sua anima era nera. Non puoi cambiare colore alle anime.
Le pecore l’avevano cacciato, l’avevano chiamato assassino, nemico.
E lui era rimasto solo. Ancora. E ci avrebbe scommesso la coda: sarebbe stato solo per sempre.
Quella notte era salita una densa foschia da quella terra che gli era tanto ostile. Non gli era mai piaciuta la nebbia: sapeva che vi si nascondono i Cacciatori, esseri dall’anima vuota, senza colore.
Camminava nel bianco della notte. Era stato allora che aveva visto la bambina. La sua anima non era bianca come quella di tutti gli altri umani; era rossa: coraggiosa, viva.
Gli si era avvicinato. Anche lei aveva avuto paura di lui ed era scappata.
Doveva trovarla. Una bambina è una pietanza ghiotta per dei Cacciatori affamati. Quei mostri si fingono pecore nascondendo la loro vera essenza dietro una maschera cordiale.
Ma non sono altro che esseri senza nome fatti di cenere e sangue
Cercava la bambina, i suoi occhi di lupo vedevano oltre la nebbia.
Un bagliore di rosso: eccola! Davanti a lei si stagliava un essere che si confondeva con la nebbia, dall’anima senza colore.
Sentì la propria anima nera ululare e si lanciò contro il Cacciatore.



La bambina sentì il rumore di qualcosa che scattava, come una morsa di ferro, poi un urlo di dolore. Il volto deformato del mostro si contrasse.
Un lupo dal pelo nero stava mordendo la caviglia della vecchia, dalle sua mandibole contratte stillava sangue denso e vermiglio.
La vecchia urlò di nuovo, un urlo disumano; lasciò la presa intorno al suo viso, la bambina sentí l'asfalto cozzarle contro la schiena.
La parte destra del viso era premuta contro il terreno. Non aveva riacquistato il controllo del proprio corpo. Non poteva fare altro che rimanere a guardare.
La vecchia contrasse le dita sottili dalle quali fuoriuscivano artigli affilati, colpì un fianco del lupo che guaì per il dolore, lasciando la presa.
La vecchia sorrise, inclinò la testa.
Il lupo ringhiava, mostrando i denti affilati; sul suo fianco si era aperta una profonda ferita dalla quale gocciolava sangue scarlatto.
“Cucciolo fastidioso.” sibilò la vecchia, gettandosi contro di lui.
Il lupo ululò, fece un balzo in avanti schivando i suoi artigli e cercando di attaccarla alla gola ma la vecchia fu più veloce ed evitò il morso fatale con una rotazione del busto.
Il lupo le piombò sul petto con tutto il suo peso facendola cadere a terra di schianto sulla schiena. Sbatté la nuca contro l’asfalto ed emise un gemito gutturale come se avesse avuto dei chiodi infilati in gola. Non si mosse più.
Il lupo scivoló a terra. La bambina tese le braccia verso di lui.
Lui la fissava con occhi cosí scuri che le iridi non si potevano distinguere dalle pupille. Emise un debole guaito.
La bambina spalancò gli occhi. Le mani della vecchia si erano contratte. Era ancora viva.
Voleva urlare. Ma le labbra erano come cucite con del fil di ferro.

Quella bambina aveva degli occhi cosí grandi. Fu l’ultima cosa a cui riuscì a pensare prima di sentire il dolore. Artigli gli si conficcarono in un fianco, la violenza del colpo lo fece schiantare contro un muro. Scivoló lungo la parete fino a toccare terra.
La vecchia sorrise con quel sorriso che le apriva metà della faccia e si rialzò da terra con i movimenti disarticolati di un burattino.
Scattó verso il lupo che uggiolò di dolore.
Alzò un artiglio, i suoi occhi erano vuoti.
Il lupo guardò verso il cielo. Sperava di poter vedere un’ultima volta la luna prima di morire.
Poi, di colpo un cappuccio rosso coprí quel volto deforme.
La vecchia gridò di rabbia e scosse la testa.
Ringhiò dimenandosi, cercando di scrollarsi dalla schiena la bambina che le aveva coperto il volto con il cappuccio della felpa.
Con una violenta rotazione del busto che le fece scricchiolare le costole, riuscì a staccarsela di dosso costringendola a mollare la presa.
La bambina rovinò a terra, rotolando sull’asfalto, la felpa rossa stretta fra le mani, a brandelli.
La vecchia sorrise.
“Non avere paura!” gridò, era come se migliaia di insetti le stessero ronzando tra le corde vocali.
Alzò un braccio, gli artigli sporchi di sangue.
“Per abbracciarti meglio!”
Il lupo trattenne un guaito di dolore, si alzò, vacillando sulle quattro zampe, fece scattare i denti e si lanciò verso la vecchia.
Il coraggio di quella bambina gli aveva ricordato un’antica promessa: il lupo non si arrende mai al Cacciatore.


La bambina alzó la moneta, chiuse un occhio e con l’altro guardò nel foro.
Quella creatura non aveva piú l’aspetto di una vecchia: era un ammasso grigio, come un mucchio di lanuggine sporca. Era vuota e senza colore, l’unica luce era negli occhi, scarlatta.
“Gli occhi. Devi prenderla agli occhi!”
Il lupo piombò sulla schiena della vecchia, la morse alla gola.
Il mostro si voltó di scatto. Fu quello il suo errore. Il lupo spalancò le fauci e la faccia del mostro scomparve fra quei denti affilati.
Piombò con fragore a terra, schiantandosi contro l’asfalto.
Non si mosse più.
Il lupo emise un guaito e fece uscire dalle fauci un respiro profondo che si addensò in sottili volute di fumo nell’aria gelida.
Scese dalla schiena della vecchia barcollando, incapace di reggersi sulle zampe, cadde a terra. La bambina scivolò verso di lu. S’inginocchiò e accarezzò il suo manto nero; sulle dita avvertiva il calore del sangue.
Usò un brandello della felpa rossa per tentare di fermare il sangue che ancora stillava dalla ferita.
Il lupo alzò una zampa e la appoggiò sul suo braccio con un debole guaito.
La bambina credette di sentire quel guaito trasformarsi in parole, poi in una frase: “Va tutto bene. È finita.”
La zampa si allungò, trasformandosi in una mano sottile, la pelle pallida.
La bambina sussultò mentre il corpo del lupo si mutava in quello del ragazzo dagli occhi scuri che aveva incontrato nella nebbia.
Il ragazzo alzò lo sguardo, la bambina strinse la sua mano.
Gemette, contraendo il volto. La felpa nera era squarciata da lunghi strappi lasciati dagli artigli della creatura. La sua mano si chiuse su quella della bambina che premeva sulla ferita.
“Grazie.” mormorò la bambina.
Il ragazzo si tiró su a sedere sull’asfalto umido, la schiena premuta contro il muro, trattenendo un gemito di dolore.
“Come sapevi dove colpire?”
La bambina gli porse la moneta. Il ragazzo scosse la testa, sorrise. “Non posso. L’argento mi brucerebbe. Tu peró tienila. Ti potrá servire in futuro, se dovessi perderti ancora.”
La bambina fissó la moneta, la rimise in tasca.
“La moneta ha scottato anche lei.” Disse, lanciando uno sguardo all’ammasso grigio che era stato la vecchia. “Tu peró sei diverso.”
“Non tutti i mostri sono uguali.”
“Sei un mostro?”
“Sono un lupo.”
“E non è la stessa cosa?”
“Per voi umani spesso lo é. È un errore comune.”
“E i mostri sotto al letto? Quelli esistono?” domandò la bambina, chinandosi verso di lui.
“Perché me lo chiedi?”
Scrollò le spalle. “Così.”
“No. Quelli non esistono. Ormai ai mostri piace di più nascondersi alla luce.”
“Ah.” La bambina abbassò lo sguardo, tormentandosi il bordo della felpa.
“Stai bene?” domandò il lupo.
Lei annuì, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
“Quello esiste davvero, invece.”
“Chi?”
La bambina si voltò verso l’ammasso che giaceva a terra, quel poco che rimaneva del volto, distorto in quell’espressione grottesca, gli occhi erano stati strappati. La indicò, con la mano che ancora tremava.
“Il lupo cattivo.” disse. “Esiste davvero.”
Il ragazzo sorrise, abbassando la testa.
“Sì, esiste” ammise. “E non è mai quello che sembra.”
Il lupo e la bambina si guardarono negli occhi.
La bambina lo aiuto ad alzarsi.
Il lupo la prese per mano, sorrideva.
Si inoltrarono nella nebbia per cercare la strada di casa, insieme.
 
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view post Posted on 12/5/2017, 20:19
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Codarda come me, eh? Quante cose abbiamo in comune... Dovremmo sposarci.
 
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Beatrice S.
view post Posted on 12/5/2017, 21:44




CITAZIONE (Gargaros @ 12/5/2017, 21:19) 
Codarda come me, eh? Quante cose abbiamo in comune... Dovremmo sposarci.

A patto che sia un matrimonio stile Signore degli anelli.
Io faccio Aragorn.
Anduril al fodero
e barba posticcia :shifty:
 
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view post Posted on 13/5/2017, 12:20
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Ahhhh ho capito. Quindi bisogna minacciare.

Va bene. Mi adeguerò :)
 
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view post Posted on 15/5/2017, 09:11
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In soldoni siamo 4?

Bene. WP, posso dare il via alle danze?
 
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view post Posted on 15/5/2017, 09:40
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CITAZIONE (reiuky @ 15/5/2017, 10:11) 
In soldoni siamo 4?

Bene. WP, posso dare il via alle danze?

Speravo di vedere più gente, ma comincia pure.
 
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view post Posted on 15/5/2017, 19:25

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Buona sera, ecco i miei commenti e relativa classifica:

L’ASTA di Nazareno Marzetti

La storia è godibile, perché mescola elementi fantastico- mitologici (nano dalla pelle nera, nana monocola donna gatto e uomo cane, minotauro, draghi, scudi magici e poteri quali il rimpicciolimento e la trasformazione in cane di piccola taglia da parte di un uomo lupo e anche il monastero con tanto di badessa e sacerdotesse) e realismo (il bar, il romanzo d’amore, la borsetta di paglia, la parrucca, la banca) con un linguaggio colorito (da: antisgamo proprio a Svegliati! idiota di un randagio)
La trama è interessante: la maga Neraga intende recuperare una moneta antica nella quale è imprigionata l’anima del fratello per liberarlo dal sortilegio dei draghi e ridargli un corpo.
Alla moneta è interessato anche il terzetto composto da Lana (ragazza), Chanleer (giovane uomo) e Danson (uomo lupo).
La moneta in sé mi ha intrigata (ha un foro in mezzo, questo le dà fascino maligno).
Mi è piaciuta la scena di lotta fra Neraga e la badessa, e anche la scena in cui Danson diventa un cane di piccola taglia e diverte una bambina figlia di una guaritrice del monastero, ma anche quella di lotta Negara- gigante contro Danson e e Chanleer. Sono contenta che il terzetto abbia preso la moneta, un po’ meno per la taglia sulle loro teste.
La sirena antimagia è un elemento davvero originale.





Attenzione a:
ritrosità per ritrosia.
Manca il soggetto nella frase che viene dopo la chiusura del dialogo: - Approfittiamone per scoprire quanto più possibile sull’asta stessa… (difatti comincia: fissò Chanlerr. Io credo di aver capito si tratti di Lana, ma lo specificherei scrivendo: Lana fissò Chanleer.
Qualche fila dietro di lei un gigante emancipato che aveva fatto offerte praticamente per ogni oggetto spendendo una fortuna e continuando a rilanciare (toglierei il che, così la frase scorre meglio).
Ma cosa fai a saperlo? Scriverei: come fai a saperlo?
Come si è preso il corpo di mio fratello (manca un pezzo di frase. Visto che prima parli di draghi, io riscriverei la frase così: come uno di loro si è preso il corpo di mio fratello).
Forma umanoide: direi semi umanoide (si tratta di un uomo lupo).
C’erano altre persone che non avevano fatto alcuna offerta (lo lascerei nella prima parte, ma lo toglierei nella seconda scrivendo di seguito: una fauna dal pelo ingrigito, ricca a giudicare dai suoi accessori e un gruppetto chiassoso.
Vincita, no. Essendo un’asta, scriverei acquisto.

L’ALELOPH di Gargaros

La storia della moneta a una sola faccia, che cita l’Aleph di Borges è molto originale. Mi è piaciuto come hai gestito la trama: l’elemento fantastico puro (la moneta a una faccia) resa con estrema verosimiglianza (il tuo protagonista l’ha fissata sul braccio con delle bende autoadesive per medicazioni, dopo averla staccata dal sostegno con estrema cautela, perché se fosse caduta dalla parte priva di faccia, sarebbe divenuta invisibile). Visto che è un cimelio del nonno, amico di Borges, il gesto dell’amico- amante Furio che la fa saltare via e deride il protagonista, è crudelissimo. Il protagonista lo punisce a suon di botte (rompendogli tre costole, naso, otto denti, e facendogli quasi perdere un occhio dopo avergli causato un trauma cranico e l’asportazione della milza). Il cambio di punto di vista aggiunge orrore all’orrore, perché l’ex-amico-amante ammette di aver sentito il tintinnio della moneta.
Hai reso molto bene l’impressione tattile della moneta e l’apprensione del protagonista mentre la maneggiava.
Mi è piaciuto anche il punto di vista dell’ex-amico-amante (persona sordida, interessata solo ai soldi del protagonista). Finale amaro: il protagonista, una volta scontato il debito con la giustizia, non ritrova più la moneta.

Attenzione a:
Alelofh per Aleloph
Annche per anche.

WOLF IN THE FOG di Beatrice S. L’idea del lupo mannaro che non è poi così cattivo (salva la piccola protagonista da un mostro peggiore di lui, ossia la Nonna) è originale e accattivante. Mi è piaciuta anche la moneta che consente di vedere al di là delle apparenze per via del buco che ha in mezzo, causato da una pallottola mortale. L’atmosfera nebbiosa del bosco notturno mi ha strappato un brivido per quanto bene l’hai resa e anche la moneta in sé (appartenuta a un soldato morto. Toccante l’immagine della foto coperta di sangue della fidanzata di lui), lascito del nonno alla piccola imprudente. Ottimo uso del punto di vista del lupo quando decide di salvare la piccola, malgrado la specie umana lo abbia maltrattato e condannato alla solitudine.
Mi sono piaciuti i paragoni: bambina sperduta nella nebbia- papavero nella neve, unghie della vecchia- caramelle rosicchiate.




Attenzione a:

verso di lu per verso di lui.
lo aiuto per lo aiutò

La mia classifica è sofferta, perché siete stati tutti bravissimi:

L’ALELOPH di Gargaros

WOLF IN THE FOG di Beatrice S.

L’ASTA di Nazareno Marzetti
 
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view post Posted on 16/5/2017, 01:45
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L'ASTA
di reiuky

Ho riconosciuto la combriccola, se non erro sono personaggi ricorrenti in altre tue storie. Ricordo quella col luna park indemoniato nel deserto...

Buon raccontino veloce e spassoso. Forse è troppo veloce, perché a volte ho fatto fatica a seguirlo... Ma è gradevole.

Poco gradevole il fatto che non abbia un finale, e quindi un paio di cose restano in sospeso...


Note:

CITAZIONE
Tornato a sedersi e preso un lungo sorso d’acqua, Danson riprese

Non mi pare si fosse alzato...

CITAZIONE
Tornato a sedersi e preso un lungo sorso d’acqua, Danson riprese: «cinquanta lune? Sei sicuro?»

Maiuscola.

CITAZIONE
«Il ricavato andrà alla chiesa di Geianira.» Il canide pareva aver intuito la sua ritrosità.

"Ritrosia" è meglio.

CITAZIONE
Neraga camminava veloce lungo le vie della città, schivando i passanti e bambini, diretta al suo obiettivo: la banca centrale di Goliadan, un edificio che pareva un blocco di roccia scolpito.

Neraga è sola.

Ma ecco comparire poco dopo e misteriosamente un gigante che l'accompagna:

«Allora?» chiese al gigante vestito in colori sgargianti.
«Confermo quello che ti dicevo: penetrare la sicurezza è impensabile» le rispose Arton.


CITAZIONE
Non che abili bande di ladri in precedenza non siano riuscite a piazzare qualche colpo e a prendere una boccata d’aria prima di essere arrestati

Arrestate: stavi parlando di bande di ladri...

CITAZIONE
ma quel che cercava lei era ben custodito nel caveau.

Mi sembra una caduta di stile in un fantasy di questo tipo. Più avanti si leggerà anche di "bar" e "baby-sitter"... Meglio togliere queste parole "attuali", secondo me.

CITAZIONE
«Sua madre è una sacerdotessa?»
«No è una guaritrice.»

Serve la virgola.

CITAZIONE
«Ci saran novità e persino un dono!» Una seconda esplosione fece schizzare in altro grappoli di lillà

alto

CITAZIONE
«Come facciamo allora?»

Virgola.

CITAZIONE
«Ovvio» rispose questo. Calò un silenzio pesante, poi «Io dormo sopra.»

I discorsi diretti vanno introdotti coi due punti.

Ma per me qui devi aggiustare ulteriormente mettendo il soggetto di chi parla, visto che quel "calò un silenzio" non si riferisce a qualcuno in particolare. Diverso sarebbe stato se avessi scritto "stette zitto [cioè il soggetto che aveva parlato prima] per un po'"...

CITAZIONE
Nessuno le era mai entrato così a fondo

Entrato a fondo... dove e in che modo? Ok che la scena della "penetrazione mentale" non è molto lontana ed è ancora fresca nella memoria del lettore, ma... Boh, mi suona brutta questa frase monca...

CITAZIONE
«Cavolo, avevi ragione, Lana» commentò il ragazzo

Manca un segno di chiusura.

CITAZIONE
Danson saltò ma la donna riuscì a sfuggirgli.

Virgola.

CITAZIONE
«Quindi voi siete gli scagnozzi di Lindan?» chiese, per guadagnare tempo, quando i due arrivarono di fronte a lei.
«Cos…? Ma cosa fai a saperlo?»

come

CITAZIONE
«Volete il gioco duro?» chiese la ragazza, e evocò in tutto lo spazio fiammelle blu grandi quanto la testa dell’uomo lupo. Le manovrò contro il suo avversario, mandandogli a fuoco il pelo. Questo ululò e si scagliò contro di lei, riuscendo a morderle il braccio.
Neraga continuò a colpirlo con le fiamme spettrali, ma lui non mollava e presto anche i suoi abiti presero fuoco

Poco prima hai scritto che Neraga si trasforma in topo per poter entrare in un tombino. Quindi come fa a essere vestita, visto che l'uomo lupo e il ragazzo appaiono nudi essendosi anche loro dovuti trasformare (rimpicciolendosi) e quindi hanno perso gli abiti?

A meno che Neraga non si sia rivestita con una magia, ma dovresti dirlo...

LE APPARENZE INGANNANO
di shanda06

Gradevole lettura, pur lasciando alla fine una sensazione di pochezza di trama. Cioè, alla fine mi son chiesto “E allora?”... Comunque, lettura gradevole. La scena del mercato all'inizio mi sembra un po' gratuita. Potrebbe essere riassunta nella discussione di dopo, alla casa della ragazza.


Note... nota:

CITAZIONE
latrando e soffiando come un sciacalgatto.

uno

WOLF IN THE FOG
di Beatrice S.

Buon raccontino. Forse a livello di prosa è troppo denso per quello che racconta. Ho trovato in effetti qualche ridondanza, cose ripetute, o dette con troppe parole. Ma qui non ti consiglio nulla, è un problema di stile e sta a te capire dove affinarlo.

Una cosa che non so se sia voluta o no è la sua vaghezza. Dove si perde questa bimba? All'inizio mi è parso un bosco, poi diventa una città... Sembra tutto sospeso in un sogno, le case non hanno finestre illuminate, non ci sono suoni di persone, la nebbia è troppo densa... E non so quanto la cosa giovi al realismo della storia. Alla fine viene il dubbio che la bimba stia appunto solo sognando...

E il titolo in inglese perché?


Note:

CITAZIONE
Aveva il viso rivolto verso l’ultimo frammento di cielo che emergeva a stento nell’oscurità di latte che si addensava intorno a lei.
La notte era scura, senza stelle, il cielo ostile.

Va be', comunque qualche indicazione te la do. Qui "oscurità" e "scura", che cozzano in breve tempo. Eviterei la ripetizione.

CITAZIONE
Le avevano detto di non allontanarsi troppo ma lei era curiosa e incosciente

Le avversative sono tutte cannate, a partire da questa. Servono virgole.

CITAZIONE
Il mondo era diventato in bianco e nero, come un vecchio film.

Altro problema di stile è la fiumana di similitudini che ho registrato nei primi paragrafi. Credo ce ne siano tre o quattro a raffica. Meglio non abbondare, primo perché la figura retorica è fin troppo inflazionata oggi, e secondo perché, proprio perché abusata, è difficile trovare similitudini originali.

CITAZIONE
Era sicura che da un momento all’altro, qualcosa sarebbe uscito da quella nebbia

La virgola non va.

CITAZIONE
Sua madre le diceva che i mostri non esistevano, che ormai era troppo grande per credere al lupo cattivo o all’esistenza di creature sotto il letto.

"Esistevano" "esistenza"... altra ripetizione che eviterei.

CITAZIONE
Inciampò, cadde a terra. Picchiò gomiti e ginocchia, esalò quell’urlo che non riuscì piú a trattenere.

Gli accenti sulle tronche sono quasi tutti sbagliati. Presumo sia un difetto del tuo programma di scrittura...

CITAZIONE
Urlò, di paura e di dolore

Perché la virgola?

CITAZIONE
Urlò, di paura e di dolore mentre sentiva il sangue cominciare a scorrerle dalle ginocchia disegnando ricami scarlatti sulla pelle nuda dei polpacci.

La bimba è ancora in terra, presumo gattoni. Come fa il sangue a colarle sui polpacci dalle ginocchia? :1392239553.gif:

CITAZIONE
il dolore l’aveva resa debole e insieme al sangue aveva fatto scorrere da lei tutta l’adrenalina.

Da come è scritto è il dolore che ha fatto uscire il sangue e l'adrenalina... Boh, mi sembra una frase un po' abborracciata...

CITAZIONE
“Non esiste il lupo cattivo.” disse.

Il punto nel discorso diretto non va, perché la "frase" continua poi nel narrato (e difatti hai fatto bene a cominciare il narrato con la minuscola.

Presso i discorsi diretti c'è quasi sempre una qualche magagna, come in quest'altro caso:

“Ti sei persa?” Fece una voce.

La maiuscola nel narrato non va bene.

Comunque, controlla gli altri scambi di battute, perché troverai molti altri problemi.

CITAZIONE
“Mi…mi dispiace.”

Manca lo spazio dopo i puntini.

CITAZIONE
“Non ti preoccupare piccola, c’é la nonna ora che ti protegge.

Virgola.

Ah, c'è l'accento sbagliato su "c'è".

CITAZIONE
Era una smorfia deforme, che le tagliava le guancie fino ai lobi delle orecchie

Togliere la I.

CITAZIONE
E gli umani non sono altro che pecore, la loro anima é bianca

Altro accento sbagliato.

CITAZIONE
Era stato allora che aveva visto la bambina. La sua anima non era bianca come quella di tutti gli altri umani; era rossa: coraggiosa, viva.
Gli si era avvicinato. Anche lei aveva avuto paura di lui ed era scappata.

Le

CITAZIONE
era un ammasso grigio, come un mucchio di lanuggine sporca.”

lanugine

CITAZIONE
La bambina scivolò verso di lu. S’inginocchiò e accarezzò il suo manto nero

lui

CITAZIONE
La bambina lo aiuto ad alzarsi.

aiutò






Mia classifica:


1) WOLF IN THE FOG di Beatrice S.
2) L'ASTA di reiuky
3) LE APPARENZE INGANNANO di shanda06




Per me tutti e tre hanno seguito bene le tracce. Ho messo al primo posto Wolf perché credo sia quello più completo a livello di struttura.
 
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view post Posted on 16/5/2017, 20:32

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Ciao Gargaros,
grazie del commento e della segnalazione del refuso. Mi dispiace che la trama ti sia apparsa scarna (grazie del consiglio di inserire il mercato nel racconto della ragazza). Ne terrò conto quando ci rimetterò mano.
 
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view post Posted on 18/5/2017, 21:38
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I miei commenti:

Le apparenze ingannano
di Alexandra Fisher

Ciao Shanda carissima.

Il tuo racconto è un esperimento interessante, purtroppo non posso dire che sia ben riuscito.
Innanzi tutto la storia non si comprende bene: il conducente del carro e Hefi si raccontano cosa sia accaduto, ma non solo i loro punti di vista sono diversi, ma è completamente diverso quello che hanno visto e non si capisce che cosa sia realmente accaduto. Alla fine il tutto diventa ancora più strano perché le due sorelle paiono sapere cosa stia succedendo e quindi non si capisce il motivo per cui debbano ascoltare anche il racconto del cocchiere. Se fosse stato che loro devono ricostruire l'accaduto e quindi hanno bisogno di entrambe le versioni sarebbe OK, ma questo non c'è stato.

Alcune note sullo stile: il punto di vista è stato particolare. Direi che in questo racconto più che ballerino, come purtroppo capita spesso, è stato omniscente. Bada bene, non è sbagliato. Moltissimi romanzi specie nel passato usavano questo peculiare punto di vista. Purtroppo non è moderno e va scelto con cognizione di causa.

Per le specifiche, invece, temo che tu sia andata fuori strada: bisognava raccontare la stessa vicenda da due punti di vista differenti, mentre tu hai raccontato due allucinazioni diverse che hanno avuto origine da una stessa situazione.

In generale, però, è un buon racconto, che ha bisogno di una rivista. Soprattutto bisogna far capire al lettore cosa stia succedento e perché.



L'aleoph
di Gargaros

Ciao Gargaros, bentrovata.

Devo dire che anche io avrei abbondantemente picchiato Furio, anche se, per come lo descrivi, mi pare inverosimile che Furio ne sia uscito così malconcio :)

Dal punto di vista tecnico, non ho trovato nessuna obiezione da fare.

Purtroppo il racconto di per se rimane un po' vuoto, nel senso che una volta che hai raccontato dell'esistenza di questa moneta non c'è altro. Mi lascia un po' di insoddisfazione. Comunque questa è più una mia impressione che una pecca oggettiva del racconto. Non ne terrò conto nello stilare la classifica.


Wolf in the fog
di Beatrice S.

Il racconto è una rivisitazione della favola di cappuccetto rosso in chiave onirica. Sotto certi aspetti mi ricorda Wolf in the rain.

Non ci sono grosse segnalazioni da fare. Alcune frasi sarebbero da riscrivere in modo che suonino meglio (ad esempio la frase dello zucchero sul bordo del bicchiere: può essere scritta come "La sua voce era dolce. Dolce come lo zucchero che la mamma le metteva sul bordo del bicchiere quando doveva farle bere quello sciroppo amarissimo." o variani. Insomma, in modo che suoni più fluido).

Una cosa che non riesco a capire: come fa la nebbia di notte ad essere bianca? C'è la luna? o i lampioni? Secondo me dovresti descrivere la fonte di luce, altrimenti rischi di creare (come è successo a me) suesta dicotomia tra ciò che racconti e ciò che il lettore si immagina.


La mia classifica:
1) Wolf in the fog
2) L'aleoph
3) Le apparenze ingannano
 
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Beatrice S.
view post Posted on 19/5/2017, 15:02




L'Aleloph
di Gargaros


Inanzitutto i personaggi: li hai caratterizzati alla perfezione nel modo di parlare, di atteggiarsi, di reagire. E le due parti del racconto, oltre a essere diverse per lo sguardo sono differenti anche nella lingua che rispecchia la personalitá di ognuno. E questo mi é particolarmente piaciuto.
Stento a credere che uno come Furio possa anche solo aver sentito parlare di Borges ma pazienza, ti serviva che lui lo accennasse per fare in modo che poi il tuo protagonista lo correggesse prontamente quindi posso anche accettare la cosa u.u

La storia ti trascina e i personaggi ti catturano. La moneta é il fulcro della vicenda e quindi hai colto in pieno la specifica.
La prosa é scorrevole e precisa.

Solo un'osservazione sulla parte in cui parla Furio:
CITAZIONE
E lì è sicuro che si arrabbiò appunto perché ogni suo sforzo è stato vano.

non mi convince che Furio dica "ogni suo sforzo é stato vano" costruzione sintattica troppo elaborata per un tipo come lui.

CITAZIONE
ma prima di voltarmi lui s'è buttato su me stesso,

: non mi piace. Meglio: lui s'é buttato su di me.

CITAZIONE
Boh, fanculo.

conclusione top :1392239620.gif:


L'asta
di Reiuky


Ambientazione e personaggi molto particolari. Hai creato un mondo intero in un piccolo racconto.
Mi piacciono molto i personaggi e i rapporti che li legano. Li hai resi in modo credibile e appassionante. I dialoghi sono realistici e molto ben fatti.

La moneta che hai creato é interessante e il fatto che il finale rimanga in sospeso non mi dispiace. La domanda narrativa in fondo era: riusciranno a recuperare la moneta? e a questa hai risposto perfettamente.
Il futuro del racconto potrebbe essere benissimo raccontato in una seconda puntata
che non mi dispiacerebbe leggere u.u

CITAZIONE
teneva la testa nascosta tra le braccia, in un vano tentativo di non essere associata a quello spettacolino.

: ci starebbe di piú: nel vano tentativo.
CITAZIONE
Tornato a sedersi

: non si é mai alzato.

CITAZIONE
Lana sospirò. «Meglio che voi due andate insieme. E cercate per una volta di non litigare per tutto il tempo.»

andiate insieme.

CITAZIONE
Le manovrò contro il suo avversario,

non mi piace molto come espressione "manovró contro"

Nel complesso mi é piaciuto molto :p082:


Le apparenze ingannano
di Alexandra Fischer


Personaggi interessanti e ben caratterizzati. Anche tu hai creato un intero mondo in un piccolo racconto e infatti il mondo che ruota intorno ai personaggi risulta molto interessante e affascinante. La moneta peró appare solo alla fine e non ha una grande importanza ai fini narrativi: é solo un modo per far rilassare il conducente. Per quanto sia un'interessante creazione come moneta, non é essenziale al proseguimento della narrazione.

CITAZIONE
Il conducente fece quello che lei gli aveva chiesto, perché anche lui intendeva partire più in fretta che poteva per lasciarsi dietro la giornataccia.
Le due cavalcature tozze e gibbose che trainavano il carro caddero stremate accanto al porticato, dal quale uscì una ragazzina tutta trine e balze.

: non dovrebbe esserci uno spazio tra queste due frasi? Io ho capito che dallo scenario del mercato si passa a quello dell'ingresso di una casa ma ho dovuto rileggere il pezzo per capirlo. Ci vuole uno spazio bianco in mezzo, una qualche spaziatura per far capire al lettore che é avvenuta un'ellissi temporale. Altrimenti sembra che il carro non si sia affatto mosso dal mercato e che i cavalli crollino a terra seduta stante.
Lo si capisce solo in seguito continuando a leggere quando si parla della casa ma basterebbe un bello spazio bianco per far capire che tra una scena e l'altra é intercorso il tempo del viaggio.
CITAZIONE
- Hefi, sorella mia – disse rivolta alla giovane

: é davvero necessario che dica "sorella mia" ? qui ci puó anche stare perché in fondo é in linea con l'ambientazione che non é in tempi moderni in cui nessuno direbbe "Ciao tizia, Sorella mia" solo perché il lettore capisca la relazione tra le due. Ma, appunto, qui ci puó stare con l'ambientazione e passo. Peró lo dici anche dopo nel narrato :
CITAZIONE
a ragazzina aiutò la sorella a scendere e disse al conducent

quindi forse risulta un po' ridondante.

La vicenda é sempre narrata da un narratore onnisciente e, piú che l'alternarsi di due punti di vista vedo due personaggi che hanno pareri diversi su una stessa vicenda quindi questo non rispetta la specifica. Avresti dovuto fare in modo che fosse la voce stessa dei personaggi a raccontare la vicenda alternando i punti di vista di personaggi interni al racconto e non usando l'onniscienza di un unico narratore.

Nel complesso il tuo stile mi piace e l'atmosfera che hai creato é accattivante.
ma il racconto andrebbe rivisto

CLASSIFICA:

Aleloph di Gargaros
L'asta di Reiuky
Le apparenze ingannano di Shanda



E, in conclusione, grazie a tutti.
é sempre un piacere leggere i vostri racconti :1392239620.gif:

CITAZIONE (Gargaros @ 16/5/2017, 02:45) 
L'ASTA
di reiuky

Ho riconosciuto la combriccola, se non erro sono personaggi ricorrenti in altre tue storie. Ricordo quella col luna park indemoniato nel deserto...

Buon raccontino veloce e spassoso. Forse è troppo veloce, perché a volte ho fatto fatica a seguirlo... Ma è gradevole.

Poco gradevole il fatto che non abbia un finale, e quindi un paio di cose restano in sospeso...


Note:

CITAZIONE
Tornato a sedersi e preso un lungo sorso d’acqua, Danson riprese

Non mi pare si fosse alzato...

CITAZIONE
Tornato a sedersi e preso un lungo sorso d’acqua, Danson riprese: «cinquanta lune? Sei sicuro?»

Maiuscola.

CITAZIONE
«Il ricavato andrà alla chiesa di Geianira.» Il canide pareva aver intuito la sua ritrosità.

"Ritrosia" è meglio.

CITAZIONE
Neraga camminava veloce lungo le vie della città, schivando i passanti e bambini, diretta al suo obiettivo: la banca centrale di Goliadan, un edificio che pareva un blocco di roccia scolpito.

Neraga è sola.

Ma ecco comparire poco dopo e misteriosamente un gigante che l'accompagna:

«Allora?» chiese al gigante vestito in colori sgargianti.
«Confermo quello che ti dicevo: penetrare la sicurezza è impensabile» le rispose Arton.


CITAZIONE
Non che abili bande di ladri in precedenza non siano riuscite a piazzare qualche colpo e a prendere una boccata d’aria prima di essere arrestati

Arrestate: stavi parlando di bande di ladri...

CITAZIONE
ma quel che cercava lei era ben custodito nel caveau.

Mi sembra una caduta di stile in un fantasy di questo tipo. Più avanti si leggerà anche di "bar" e "baby-sitter"... Meglio togliere queste parole "attuali", secondo me.

CITAZIONE
«Sua madre è una sacerdotessa?»
«No è una guaritrice.»

Serve la virgola.

CITAZIONE
«Ci saran novità e persino un dono!» Una seconda esplosione fece schizzare in altro grappoli di lillà

alto

CITAZIONE
«Come facciamo allora?»

Virgola.

CITAZIONE
«Ovvio» rispose questo. Calò un silenzio pesante, poi «Io dormo sopra.»

I discorsi diretti vanno introdotti coi due punti.

Ma per me qui devi aggiustare ulteriormente mettendo il soggetto di chi parla, visto che quel "calò un silenzio" non si riferisce a qualcuno in particolare. Diverso sarebbe stato se avessi scritto "stette zitto [cioè il soggetto che aveva parlato prima] per un po'"...

CITAZIONE
Nessuno le era mai entrato così a fondo

Entrato a fondo... dove e in che modo? Ok che la scena della "penetrazione mentale" non è molto lontana ed è ancora fresca nella memoria del lettore, ma... Boh, mi suona brutta questa frase monca...

CITAZIONE
«Cavolo, avevi ragione, Lana» commentò il ragazzo

Manca un segno di chiusura.

CITAZIONE
Danson saltò ma la donna riuscì a sfuggirgli.

Virgola.

CITAZIONE
«Quindi voi siete gli scagnozzi di Lindan?» chiese, per guadagnare tempo, quando i due arrivarono di fronte a lei.
«Cos…? Ma cosa fai a saperlo?»

come

CITAZIONE
«Volete il gioco duro?» chiese la ragazza, e evocò in tutto lo spazio fiammelle blu grandi quanto la testa dell’uomo lupo. Le manovrò contro il suo avversario, mandandogli a fuoco il pelo. Questo ululò e si scagliò contro di lei, riuscendo a morderle il braccio.
Neraga continuò a colpirlo con le fiamme spettrali, ma lui non mollava e presto anche i suoi abiti presero fuoco

Poco prima hai scritto che Neraga si trasforma in topo per poter entrare in un tombino. Quindi come fa a essere vestita, visto che l'uomo lupo e il ragazzo appaiono nudi essendosi anche loro dovuti trasformare (rimpicciolendosi) e quindi hanno perso gli abiti?

A meno che Neraga non si sia rivestita con una magia, ma dovresti dirlo...

LE APPARENZE INGANNANO
di shanda06

Gradevole lettura, pur lasciando alla fine una sensazione di pochezza di trama. Cioè, alla fine mi son chiesto “E allora?”... Comunque, lettura gradevole. La scena del mercato all'inizio mi sembra un po' gratuita. Potrebbe essere riassunta nella discussione di dopo, alla casa della ragazza.


Note... nota:

CITAZIONE
latrando e soffiando come un sciacalgatto.

uno

WOLF IN THE FOG
di Beatrice S.

Buon raccontino. Forse a livello di prosa è troppo denso per quello che racconta. Ho trovato in effetti qualche ridondanza, cose ripetute, o dette con troppe parole. Ma qui non ti consiglio nulla, è un problema di stile e sta a te capire dove affinarlo.

Una cosa che non so se sia voluta o no è la sua vaghezza. Dove si perde questa bimba? All'inizio mi è parso un bosco, poi diventa una città... Sembra tutto sospeso in un sogno, le case non hanno finestre illuminate, non ci sono suoni di persone, la nebbia è troppo densa... E non so quanto la cosa giovi al realismo della storia. Alla fine viene il dubbio che la bimba stia appunto solo sognando...

E il titolo in inglese perché?


Note:

CITAZIONE
Aveva il viso rivolto verso l’ultimo frammento di cielo che emergeva a stento nell’oscurità di latte che si addensava intorno a lei.
La notte era scura, senza stelle, il cielo ostile.

Va be', comunque qualche indicazione te la do. Qui "oscurità" e "scura", che cozzano in breve tempo. Eviterei la ripetizione.

CITAZIONE
Le avevano detto di non allontanarsi troppo ma lei era curiosa e incosciente

Le avversative sono tutte cannate, a partire da questa. Servono virgole.

CITAZIONE
Il mondo era diventato in bianco e nero, come un vecchio film.

Altro problema di stile è la fiumana di similitudini che ho registrato nei primi paragrafi. Credo ce ne siano tre o quattro a raffica. Meglio non abbondare, primo perché la figura retorica è fin troppo inflazionata oggi, e secondo perché, proprio perché abusata, è difficile trovare similitudini originali.

CITAZIONE
Era sicura che da un momento all’altro, qualcosa sarebbe uscito da quella nebbia

La virgola non va.

CITAZIONE
Sua madre le diceva che i mostri non esistevano, che ormai era troppo grande per credere al lupo cattivo o all’esistenza di creature sotto il letto.

"Esistevano" "esistenza"... altra ripetizione che eviterei.

CITAZIONE
Inciampò, cadde a terra. Picchiò gomiti e ginocchia, esalò quell’urlo che non riuscì piú a trattenere.

Gli accenti sulle tronche sono quasi tutti sbagliati. Presumo sia un difetto del tuo programma di scrittura...

CITAZIONE
Urlò, di paura e di dolore

Perché la virgola?

CITAZIONE
Urlò, di paura e di dolore mentre sentiva il sangue cominciare a scorrerle dalle ginocchia disegnando ricami scarlatti sulla pelle nuda dei polpacci.

La bimba è ancora in terra, presumo gattoni. Come fa il sangue a colarle sui polpacci dalle ginocchia? :1392239553.gif:

CITAZIONE
il dolore l’aveva resa debole e insieme al sangue aveva fatto scorrere da lei tutta l’adrenalina.

Da come è scritto è il dolore che ha fatto uscire il sangue e l'adrenalina... Boh, mi sembra una frase un po' abborracciata...

CITAZIONE
“Non esiste il lupo cattivo.” disse.

Il punto nel discorso diretto non va, perché la "frase" continua poi nel narrato (e difatti hai fatto bene a cominciare il narrato con la minuscola.

Presso i discorsi diretti c'è quasi sempre una qualche magagna, come in quest'altro caso:

“Ti sei persa?” Fece una voce.

La maiuscola nel narrato non va bene.

Comunque, controlla gli altri scambi di battute, perché troverai molti altri problemi.

CITAZIONE
“Mi…mi dispiace.”

Manca lo spazio dopo i puntini.

CITAZIONE
“Non ti preoccupare piccola, c’é la nonna ora che ti protegge.

Virgola.

Ah, c'è l'accento sbagliato su "c'è".

CITAZIONE
Era una smorfia deforme, che le tagliava le guancie fino ai lobi delle orecchie

Togliere la I.

CITAZIONE
E gli umani non sono altro che pecore, la loro anima é bianca

Altro accento sbagliato.

CITAZIONE
Era stato allora che aveva visto la bambina. La sua anima non era bianca come quella di tutti gli altri umani; era rossa: coraggiosa, viva.
Gli si era avvicinato. Anche lei aveva avuto paura di lui ed era scappata.

Le

CITAZIONE
era un ammasso grigio, come un mucchio di lanuggine sporca.”

lanugine

CITAZIONE
La bambina scivolò verso di lu. S’inginocchiò e accarezzò il suo manto nero

lui

CITAZIONE
La bambina lo aiuto ad alzarsi.

aiutò






Mia classifica:


1) WOLF IN THE FOG di Beatrice S.
2) L'ASTA di reiuky
3) LE APPARENZE INGANNANO di shanda06




Per me tutti e tre hanno seguito bene le tracce. Ho messo al primo posto Wolf perché credo sia quello più completo a livello di struttura.

Effettivamente la vaghezza era voluta: volevo lasciare un alone di fiaba, o forse meglio di incubo.

Andrebbe sicuramente rivisto per le troppe ridondanze e cose dette male. é una prima stesura, non ho fatto in tempo a rivederlo.

Il titolo in inglese mi suonava meglio. Non c'é un motivo particolare u.u

Grazie per i commenti!

Grazie anche a Shanda e Reuiky per i commenti :1392239620.gif: :1392239620.gif:
 
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view post Posted on 20/5/2017, 19:55

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Ciao Reiuky, terrò conto delle tue osservazioni in merito al racconto, lo rivedrò facendo come dici: correggere il punto di vista onnisciente e togliere il carattere allucinatorio all'esperienza vissuta dai due personaggi. Grazie del commento. Devo proprio stare attenta a certi modi di narrare, ormai desueti.

Ciao Beatrice S, leggerti è stato un piacere. Per quel che riguarda il racconto, farò tesoro delle tue indicazioni in merito al punto di vista. Sono contenta che il mio stile ti sia piaciuto e anche l'atmosfera.
 
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view post Posted on 21/5/2017, 12:58
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Ciao Shanda
CITAZIONE
L’ASTA di Nazareno Marzetti

La storia è godibile, perché mescola elementi fantastico- mitologici (nano dalla pelle nera, nana monocola donna gatto e uomo cane, minotauro, draghi, scudi magici e poteri quali il rimpicciolimento e la trasformazione in cane di piccola taglia da parte di un uomo lupo e anche il monastero con tanto di badessa e sacerdotesse) e realismo (il bar, il romanzo d’amore, la borsetta di paglia, la parrucca, la banca) con un linguaggio colorito (da: antisgamo proprio a Svegliati! idiota di un randagio)

Sono contento che questo mix piaccia. Ho sempre un po' il timore che sia troppo "strano". :)

CITAZIONE
La trama è interessante: la maga Neraga intende recuperare una moneta antica nella quale è imprigionata l’anima del fratello per liberarlo dal sortilegio dei draghi e ridargli un corpo.
Alla moneta è interessato anche il terzetto composto da Lana (ragazza), Chanleer (giovane uomo) e Danson (uomo lupo).
La moneta in sé mi ha intrigata (ha un foro in mezzo, questo le dà fascino maligno).
Mi è piaciuta la scena di lotta fra Neraga e la badessa, e anche la scena in cui Danson diventa un cane di piccola taglia e diverte una bambina figlia di una guaritrice del monastero, ma anche quella di lotta Negara- gigante contro Danson e e Chanleer. Sono contenta che il terzetto abbia preso la moneta, un po’ meno per la taglia sulle loro teste.
La sirena antimagia è un elemento davvero originale.

Grazie


Ciao Gargaros

CITAZIONE
Ho riconosciuto la combriccola, se non erro sono personaggi ricorrenti in altre tue storie. Ricordo quella col luna park indemoniato nel deserto...

Esatto, sono loro. Devo ancora scrivere il racconto di come passano dal luna park al cercare la moneta, ma le due storie sono legate :)

CITAZIONE
Buon raccontino veloce e spassoso. Forse è troppo veloce, perché a volte ho fatto fatica a seguirlo... Ma è gradevole.

Ok, nel rivederlo cercherò di renderlo più acessibile :)

CITAZIONE
Poco gradevole il fatto che non abbia un finale, e quindi un paio di cose restano in sospeso...

Sì, un po' troppe cose. Mi sono infilato in quello che potrebbe benissimo essere l'incipit di un romanzo.

CITAZIONE
Note:

CITAZIONE
Tornato a sedersi e preso un lungo sorso d’acqua, Danson riprese

Non mi pare si fosse alzato...

Cavolo! è vero. Avevo cancellato la frase in cui si alzava :)

CITAZIONE
CITAZIONE
Tornato a sedersi e preso un lungo sorso d’acqua, Danson riprese: «cinquanta lune? Sei sicuro?»

Maiuscola.

Sei sicura? Chiedo a CMT per conferma.
CITAZIONE
CITAZIONE
«Il ricavato andrà alla chiesa di Geianira.» Il canide pareva aver intuito la sua ritrosità.

"Ritrosia" è meglio.

Grazie :)
CITAZIONE
CITAZIONE
Neraga camminava veloce lungo le vie della città, schivando i passanti e bambini, diretta al suo obiettivo: la banca centrale di Goliadan, un edificio che pareva un blocco di roccia scolpito.

Neraga è sola.

Ma ecco comparire poco dopo e misteriosamente un gigante che l'accompagna:

«Allora?» chiese al gigante vestito in colori sgargianti.
«Confermo quello che ti dicevo: penetrare la sicurezza è impensabile» le rispose Arton.

OPS. Vero :)

CITAZIONE
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Non che abili bande di ladri in precedenza non siano riuscite a piazzare qualche colpo e a prendere una boccata d’aria prima di essere arrestati

Arrestate: stavi parlando di bande di ladri...

giusto
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ma quel che cercava lei era ben custodito nel caveau.

Mi sembra una caduta di stile in un fantasy di questo tipo. Più avanti si leggerà anche di "bar" e "baby-sitter"... Meglio togliere queste parole "attuali", secondo me.

Forse non ho reso bene l'ambientazione, ma si tratta di un modern fantasy, quindi bar e baby-sitter esistono, come esistono scuole, casinò, pietre magiche usate come cellulari etc.

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«Sua madre è una sacerdotessa?»
«No è una guaritrice.»

Serve la virgola.

Ok :)
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«Ci saran novità e persino un dono!» Una seconda esplosione fece schizzare in altro grappoli di lillà

alto

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«Come facciamo allora?»

Virgola.

CITAZIONE
«Ovvio» rispose questo. Calò un silenzio pesante, poi «Io dormo sopra.»

I discorsi diretti vanno introdotti coi due punti.

Ma per me qui devi aggiustare ulteriormente mettendo il soggetto di chi parla, visto che quel "calò un silenzio" non si riferisce a qualcuno in particolare. Diverso sarebbe stato se avessi scritto "stette zitto [cioè il soggetto che aveva parlato prima] per un po'"...

Ok :) Grazie per il consiglio.
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Nessuno le era mai entrato così a fondo

Entrato a fondo... dove e in che modo? Ok che la scena della "penetrazione mentale" non è molto lontana ed è ancora fresca nella memoria del lettore, ma... Boh, mi suona brutta questa frase monca...

Uhm, hai ragione, devo esplicitarla un po' di più.
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«Cavolo, avevi ragione, Lana» commentò il ragazzo

Manca un segno di chiusura.

CITAZIONE
Danson saltò ma la donna riuscì a sfuggirgli.

Virgola.

CITAZIONE
«Quindi voi siete gli scagnozzi di Lindan?» chiese, per guadagnare tempo, quando i due arrivarono di fronte a lei.
«Cos…? Ma cosa fai a saperlo?»

come

CITAZIONE
«Volete il gioco duro?» chiese la ragazza, e evocò in tutto lo spazio fiammelle blu grandi quanto la testa dell’uomo lupo. Le manovrò contro il suo avversario, mandandogli a fuoco il pelo. Questo ululò e si scagliò contro di lei, riuscendo a morderle il braccio.
Neraga continuò a colpirlo con le fiamme spettrali, ma lui non mollava e presto anche i suoi abiti presero fuoco

Poco prima hai scritto che Neraga si trasforma in topo per poter entrare in un tombino. Quindi come fa a essere vestita, visto che l'uomo lupo e il ragazzo appaiono nudi essendosi anche loro dovuti trasformare (rimpicciolendosi) e quindi hanno perso gli abiti?

A meno che Neraga non si sia rivestita con una magia, ma dovresti dirlo...

Uhm... hai ragione: non si capisce né si può capire. Neraga usa un incantesimo, che ha un effetto diverso dal potere del ragazzo e dell'uomo lupo che sono due poteri innati.

Dovrei trovare il modo per spiegarlo senza cadere nell'infodump.

Ciao beatrice

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mbientazione e personaggi molto particolari. Hai creato un mondo intero in un piccolo racconto.
Mi piacciono molto i personaggi e i rapporti che li legano. Li hai resi in modo credibile e appassionante. I dialoghi sono realistici e molto ben fatti.

La moneta che hai creato é interessante e il fatto che il finale rimanga in sospeso non mi dispiace. La domanda narrativa in fondo era: riusciranno a recuperare la moneta? e a questa hai risposto perfettamente.
Il futuro del racconto potrebbe essere benissimo raccontato in una seconda puntata
che non mi dispiacerebbe leggere u.u

Grazie. Non ti deluderò :) Vedrai presto il seguito, promesso :)

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teneva la testa nascosta tra le braccia, in un vano tentativo di non essere associata a quello spettacolino.

: ci starebbe di piú: nel vano tentativo.

Ok :)
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Tornato a sedersi

: non si é mai alzato.

Vero. Me lo hanno fatto notare tutti :) :)
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Lana sospirò. «Meglio che voi due andate insieme. E cercate per una volta di non litigare per tutto il tempo.»

andiate insieme.

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Le manovrò contro il suo avversario,

non mi piace molto come espressione "manovró contro"

Uhm.. ok, cerco qualcosa di più calzante :)
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Nel complesso mi é piaciuto molto :p082:

Ne son contento :)



Ovviamente grazie a tutti per i commenti :)
 
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35 replies since 28/4/2017, 13:15   591 views
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