| Ed eccomi. Più rapido del solito, ma sempre efficace:
L'impresa dell'eroe di Alexandra Fisher: direi che questo è un vero e proprio ritorno alle origini. Un ritorno ai racconti aperti e fantasmagorici che non vedevo da tempo con tutti i pregi e, ahimè con tutti i difetti. Devo ripetermi? Il pregio consiste sicuramente nell'evocatività dell'ambientazione, con elementi che richiamano sapientemente a un mondo vasto che attende solo di essere esplorato. In questo, anzi, posso dire che hai fatto anche meglio che in passato. Il difetto, come sempre, è che l'eccessiva evocatività finisce con il penalizzare il racconto, perché al lettore mancano fin troppi elementi per poter capire al 100% ciò che sta succedendo. A questo, poi, si unisce una certa frettolosità nella narrazione e un infodump che, in più di un'occasione poteva essere evitato. Come spesso già fatto, suggerisco di ampliare una ambientazione con una serie di racconti. Magari potresti cominciare già con i prossimi.
Vanilla di Nazareno Marzetti: questo racconto mi piace. è breve e ha una struttura molto particolare, cosa che, almeno all'inizio, penalizza globalmente la storia. Più si va' avanti, però, più la situazione migliora, anzi ho particolarmente apprezzato il cambio di prospettiva a riguardo dell'intelligenza artificiale. Invece di riprodurre l'ennesimo Skynet/Ultron di turno, hai provato ad affrontare l'aspetto "filosofico" della vicenda, con risultati molto interessanti. Ti dirò: mi farebbe molto piacere se questo racconto avesse un seguito.
Filosofia canina di Atacama01: non so, At... questo racconto è troppo strano. Se l'idea era quella di rovesciare la prospettiva uomo-cane, ci seri riuscito, ma la storia in sé non va' da nessuna parte. Facci caso: è costituita per metà dalle ciance delle donne su Diana, e per metà dalle impressioni canine del protagonista. Ma qual'è il punto? Seriamente, si arriva a fine racconto senza che si capisca qual'era la storia racontata o lo scopo alla sua base. Hai scelto una forma letteraria difficile, Atacama, ma temo che tu non sia riuscito a portarlo dove davvero volevi andare. Peccato.
Io sarò Leggenda di Incantatore Incompleto: Inc, posso capire la mancanza di ispirazione, ma questo racconto sembra il remake Asylum di "Dracula Untold"! E non che sia scritta male, eh, ma la trama è letteralmente un dipanarsi di cliché su cliché su Dracula (e più in generale sui vampiri in salsa fantasy). Lo so che sul buon Vlad III, da Bela Lugosi in poi, è stato scritto di tutto, ma da te mi aspetto molto di più. So che in quella scatola cranica c'è fantasia sufficiente per produrre racconti eccellenti, perché limitarsi a produrre la sceneggiatura degna di un film da Italia Uno la domenica pomeriggio? A onor del vero, qualcosa da salvare c'è: la descrizione della servetta seminuda e della sposa addormentata sono molto "carnali", nel senso che rendono molto bene la concretezza fisica e corporea del corpo femminile. Un punto da srtuttare, in racconti migliori, però!
Ed ecco la mia classifica
1) Reiuky 2) Shanda 3) Incantatore 4) Atacama
Per quanto riguarda le coccarde:
1) Sulla filosofia, sono stato parecchio indeciso tra Rey e Shanda, ma, alla fine, opto per quest'ultima, dato che quella di Vanilla sembra essere più una programmazione che una condotta morale di vita.
2) sull'attesa, scelgo Incantatore Incompleto, più che altro perché, anche se breve (ma anche quelle degli altri racconti erano similmente brevi) la scena di Dracula in attesa disperata tra due serve era effettivamente l'unica che davvero sugerisse una certa urgenza.
Ed ora, a voi. Io sono qui per eventuali contestazioni
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