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Skannatoio Novembre-Dicemre 2018, Un connubio di gatti e frasi fatte

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alsan90
view post Posted on 8/12/2018, 17:20 by: alsan90

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CITAZIONE (shanda06 @ 18/11/2018, 18:39) 
OCCHIO DI PAVONE

Di Alexandra Fischer


L’orologio del campanile batté le cinque di sera e la porticina collocata al di sotto del quadrante si aprì mostrando una piattaforma sulla quale ballavano in cerchio giovani coppie della Festa di Maggio.
La piazza mostrava invece foglie ingiallite calpestate da decine e decine di scarpe fino a diventare una poltiglia spezza gambe.

Il solo pregio di questo dannato posto sono i tigli. Devono averli piantati all’epoca del bisnonno. Accidenti, quella carogna sta venendo da questa parte.

La ragazza scappò in direzione di una viuzza laterale senza udire il tintinnio del bracciale che le si era sfilato dal polso.

Guidato dai passi di lei, il giovane oltrepassò il tiglio secolare, ma la sua corsa lungo la viuzza degli antiquari si arrestò all’incrocio.

Inutile sfidare il traffico e la folla del venerdì sera. Tanto ti ritroverò comunque. Vorrei sapere cosa ci facevi nella casa di Kerstin Hirsch.

Tornando sui suoi passi, il giovane vide brillare qualcosa sul pavé e lo agguantò sbalordito.

Il bracciale Pavone. Come fai ad averlo?

Allora cominciò a sudare freddo mentre lo faceva sparire in tasca.

Bella distrazione. Potrebbe costarti la vita. Ma cosa mi viene in mente? Ho l’impressione che, se succedesse, tua madre non morirebbe certo di dolore. Bando agli scrupoli.

Il giovane estrasse il cellulare e compose un numero ticchettando sui tasti come se ogni mossa delle sue dita avesse potuto uccidere la ragazza.

Non appena udì la voce del suo interlocutore, però, cambiò atteggiamento: «Qui Günther. Credo che a Frau Leder interesserà molto sapere chi ho visto nella Piazza del Mercato.»

***
Frau Leder si rigirò il braccialetto fra le dita.
I suoi occhi erano umidi di lacrime.
«Dunque è viva. Perché me lo ha taciuto?»
Günther le sorrise maligno: «Evidentemente, si è accorta di aver scordato qualcosa nella sua fuga e ha deciso di riprenderselo.»
La donna posò il monile accanto alla fotografia della nipote scomparsa e l’uomo diresse lo sguardo in direzione della cornice: la ragazza sorrideva uscendo dall’acqua della piscina della villa.
Ne ammirò i capelli biondi e gli occhi color acquamarina, ma senza stupirsi che fosse scappata da quella vita agiata.
Gli bastava osservare la madre e gli oggetti che la circondavano: ossuta, dallo chignon rigido, imponeva un ordine maniacale che si estendeva di certo alla vita della figlia.
Quel pianto non lo ingannò neppure un po’.
Frau Leder si asciugò le lacrime prendendo un fazzoletto dalla scatola accanto alla fotografia.
«Se lei l’ha vista qui intorno, non posso che darle ragione. Solo, non ho idea di cosa possa avere dimenticato.»
La donna si alzò dalla poltrona imitata da lui.
Lo condusse al piano di sopra, attraverso una scala a chiocciola.
La stanza della ragazza era un guazzabuglio di bambole, libri, quaderni, CD di musica leggera, animaletti di pezza.
Frau Leder aprì i due armadi, zeppi di abiti, accessori e scarpe.
«Come vede, non manca niente. Mia figlia ha saputo organizzare la sua fuga preparandola già da settimane. So cosa sta per chiedermi. Non ci sono stati litigi, o segni premonitori. Ha fatto tutto di nascosto. In questo, ha preso dal padre. Anche lui se n’è andato così. Purtroppo, si è goduto poco la libertà.»

Immagino, vecchia strega ipocrita.

La donna aprì il cassetto della scrivania della figlia: «Sybille si è portata dietro l’essenziale.»
Günther notò che la carta di credito della ragazza c’era ancora, ma la scatola dei gioielli era vuota.
«Non morirà certo di fame. Si è servita delle cassette di sicurezza. Suo padre l’ha sempre viziata troppo e può contare su un avvocato abbastanza folle da rispettarne le ultime volontà. Quanto alle case, beh, mia figlia può rintanarsi ovunque. Mi chiedo cosa sia tornata a fare.»
Frau Leder allargò le braccia, ma la mente del giovane investigatore si mise a lavorare, partendo dal charms appeso al braccialetto.

Quella è una chiave. Sono curioso di vedere cosa apre in questa casa.

I suoi occhi si spostarono su uno spazio vuoto accanto al cofanetto dei gioielli.
Frau Leder intercettò il suo sguardo: «Sono stata più astuta di lei. Ho spostato la scatola in un posto sicuro. Voglio sfidarla a tornare.»
«Davvero? E come mai?»
La donna alzò il mento: «Ogni conquista ha il suo prezzo, Herr Hoffa. Intendo farlo comprendere a mia figlia. E lei mi aiuterà, naturalmente.»
«Come?»
«Lasciandola fare e bloccandola al momento opportuno. Venga, le mostro la scatola e il suo contenuto. Sono certa che allora capirà le mie ragioni.»
Günther annuì.
***

La ragazza rovistò per l’ennesima volta nella borsetta.

Accidenti, dov’è finito? A cosa mi servirà aprire la scatola senza la chiave?

Si morse il labbro inferiore, maledicendo la propria vigliaccheria.

Se solo fossi passata dal gioielliere dietro al quartiere degli antiquari. Ma no. Tutto per colpa di quell’uomo. Vorrei tanto sapere perché mi seguiva.

Chiuse la borsetta e prese la trousse dei cosmetici dalla mensola del bagno.

Potrei usare le forcine.

L’idea di farsi sorprendere da sua madre la sgomentò.

Proprio ora che ho scoperto la verità su di te e non so più come chiamarti.

La lettera del padre acclusa al testamento l’aveva sconvolta nel profondo:
‟Sybille cara, avrei voluto dirtelo di persona, ma non mi resta più molto tempo. La tua vera madre è morta pochi anni dopo la tua nascita e ha voluto affidarti la sua eredità. La donna che ti ha cresciuta ha tutti i motivi per impedirti di scoprire il segreto che ti riguarda, perché, molto probabilmente, sa più di quanto non mi abbia mai detto sulla tragedia che ha cambiato le nostre vite. Accludo a questa mia alcuni documenti e un indirizzo: lì troverai la conferma delle mie parole. Ti dono inoltre il braccialetto con la chiave dello scrigno che tua madre ha voluto donarti quando sei nata. Ti avverto. Non fidarti di lei, ora che l’intera fortuna di casa nostra passerà sotto il tuo controllo. ˮ

Fra i documenti che l’avvocato le aveva consegnato c’era un articolo di giornale con una fotografia.
La sua vera madre era coricata di schiena su un letto e accanto c’era la donna che aveva creduto tale da sempre.
Sul comodino del letto, c’erano siringhe e medicinali.
Quello che la sconvolse fu il titolo dell’articolo: INSPIEGABILE SUICIDIO DI UNA BRILLANTE DISEGNATRICE DI GIOIELLI

***
Sybille aveva trovato la casa facilmente: era a poca distanza dal quartiere di lusso.
Di stile settecentesco, era immersa nella foresta e con tanto di laghetto.
L’avvocato l’aveva accompagnato all’interno, colmo di mobili coperti da lenzuola e quadri a olio di scuola fiamminga.
La ragazza si era sforzata di ritrovare un barlume di ricordo nella casa, ma le era parsa estranea.
L’avvocato comprese il suo disorientamento: «Non sforzarti, sei vissuta qui soltanto pochi mesi. La moglie di tuo padre ti ha accolto subito dopo aver appreso che sei rimasta orfana.»
Poi, con aria complice, le aveva dato in mano il braccialetto: «Devi prenderlo assolutamente. Anche se va contro gli interessi della donna che ti ha allevato.»
Sybille si era stupita.
Hai l’età di mio padre e ti ho sempre considerato una specie di zio affettuoso. Cosa mi nascondi anche tu?
L’avvocato aveva ripreso: «Tua madre e Kerstin erano molto amiche. Sapevi che erano colleghe?»
Vaghi ricordi di attrezzature da orafo attraversarono la mente della ragazza.
Vedendola così ignara, l’avvocato le raccontò in breve la vicenda: «Kerstin stava per rubarle il marito e Magda si regolò come poteva. È facile alterare le dosi di certi farmaci. Vedi, tua madre le rimase accanto fino all’ultimo, esigendo il personale infermieristico migliore. E aveva molto spirito d’osservazione.»
«Ma tu come lo sai?»
«Mi raccontò tutto, giurando che si era trattato di un incidente. Voleva soltanto che si togliesse di torno.»
«Perché non l’ha fatta arrestare?»
L’avvocato scosse la testa: «Ha lasciato questo compito a te. Vedi, non si tratta di un delitto normale. Tua madre ha pensato la sua ultima creazione presagendo il suo destino.»
Sybille aveva spalancato gli occhi mentre il legale apriva un mobiletto a ribaltina tirandone fuori un braccialetto con appesa la chiave.
«Questo è il pezzo della parure Pavone che ho nascosto a Magda. Lei ha di certo nascosto lo scrigno, anche se ignora come aprirlo. Tienilo con cura. Ricordati: ucciderebbe per averlo.»
La ragazza indossò il braccialetto con qualche difficoltà: «La chiusura è difettosa. Dovrò provvedere a farla riparare.»
L’avvocato la mise in guardia: «Scegli un negozio lontano dal quartiere elegante. E fallo quando ti sarai sistemata.»
Le diede un mazzo di chiavi: «Questo è l’attico dove tuo padre lavorava ai suoi progetti di grafica pubblicitaria. Ha fatto credere a sua moglie di averlo venduto. Lì sarai al sicuro.»
Sybille prese le chiavi: «Grazie, Hans. Vorrei sapere in che senso i gioielli sono legati all’omicidio di mia madre.»
Gli occhi di lei andarono a un libro collocato nella ribaltina.
Il dorso riportava il titolo: Stregoneria nascosta nelle gemme.
L’avvocato prese il libro: «È un testo di scienze occulte. Tua madre se lo procurò da una studiosa del ramo quando si rese conto del pericolo che stavi correndo.»
La ragazza allungò la mano e l’uomo di legge glielo passò.
Le bastò leggerne la prima pagina per sentirsi come se avesse avuto in mano una pistola carica: ‟Con gli strumenti giusti e in certe fasi della notte, anche le pietre preziose più innocue possono sviluppare poteri letali. In particolare, esiste un maleficio che può attivarsi anche dopo la morte di chi le ha incastonate per permettergli di farsi giustizia nei riguardi dei nemici.ˮ
Con le mani tremanti, Sybille ridiede il libro all’avvocato: «Rimettilo dov’era. Io chiedo giustizia, non vendetta.»
L’avvocato annuì: «E sia. Va’, ora. Prendi il tram.»

***

Sybille chiuse la porta dell’attico ricordando la visita alla casa della sua vera madre.
Da allora, non aveva più sentito l’avvocato.

Lo chiamerò quando avrò ritrovato lo scrigno. Mi chiedo come farò a spaventare la moglie di mio padre indossando la parure. Stregoneria, gioielli maledetti. Non ci credo neanche un po’, ma a me basta che confessi.

***

Günther scostò il tendaggio tenendo d’occhio il giardino che dava sulla strada.
Quando la cellula fotoelettrica si accese, scattò in piedi: i capelli biondi della ragazza spiccarono nella luce.
Sul tavolo, lo scrigno rivestito di velluto verde faceva bella mostra di sé.
L’uomo si sedette in poltrona nella stanza buia.
A poca distanza da lui, sedeva Frau Leder.
Quando la ragazza entrò con la torcia, rimasero entrambi immobili.
La donna accese la luce solo quando Sybille ebbe aperto lo scrigno usando la chiave del braccialetto lasciato apposta da Günther
Vistasi scoperta, la ragazza strinse in pugno la collana e l’anello, indossandoli con gesti fulminei: una forza sconosciuta le era venuta in soccorso, dandole una manciata di secondi preziosi.

Grazie, mamma.

Frau Leder passò dal sogghigno alla smorfia di terrore quando Sybille si fermò davanti alla poltrona.
Günther la vide di spalle e non capì come mai Frau Leder si portasse la mano al petto gridando: «Perdonami, Kerstin. Volevo solo salvare il mio matrimonio. E poi, ho fatto del mio meglio con tua figlia Sybille.»
Subito dopo, si alzò di scatto dalla poltrona e tirò fuori dalla manica dell’abito un tagliacarte: «Ora ti farò stare zitta una volta per tutte.»
Sybille tentò di disarmarla e si prese una stilettata al petto.
Günther accorse dalla ragazza, le controllò il polso e digitò il numero di emergenza, mentre Frau Leder indietreggiava con il fermacarte insanguinato ridendo in modo folle.
L’investigatore alzò lo sguardo verso la donna: «C’è mancato poco che l’uccidesse. Se avessi saputo che l’odiava così tanto, non avrei mai accettato di lavorare per lei.»
Frau Leder riprese il controllo di sé: «Per un attimo, è stata Kerstin. Si è trattato di legittima difesa. Lei testimonierà a mio favore.»
Günther replicò alla donna: «No, lo farò per l’accusa.»

Povera piccola Sybille. A furia di fotografarti e seguirti mi sei entrata nel sangue. Ti aiuterò a far scontare a questa donna tutta la sua malvagità.

Gli occhi velati di lacrime del giovane videro brillare in modo abbagliante le gemme multicolori disposte a occhio di pavone e capì che forse, Sybille si sarebbe salvata ottenendo giustizia per la madre.

Ciao, noto un grosso miglioramento per quanto riguarda la chiarezza della trama, anche se, secondo me, devi ancora migliorare un po'. Troppo spesso mi sono trovato a rileggere frasi precedenti perché non capivo. Ho notato un po' troppa fretta questa volta, rispetto ad altri tuoi racconti, che secondo me non fa bene al racconto, che comunque mi è piaciuto.
Non ho notato invece refusi eccetto quando nella lettera del padre, legge che la madre è morta da pochi anni e poi l'avvocato le dice che sono mesi. Infine cambierei "udire" con un più scorrevole "sentire". Giudizio comunque positivo, si vede che ti serve esercitarti qui!

Per White Pretorian 2.0, questa edizione dello skanna verrà considerata valida dato che abbiamo partecipato soltanto in due? Come si svolgerà da adesso in poi?
 
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16 replies since 2/11/2018, 21:30   368 views
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