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Skannatoio Marzo 2019, Relazioni Pericolose

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Gargaros
view post Posted on 21/3/2019, 08:54 by: Gargaros
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"Ecate, figlia mia..."

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LA LOGICA DELL’APOCALISSE
di Beatrice S.

Uno spasso. L'ho cominciato a leggere qui sul forum così tanto per, eppure mi ha acchiappato al punto che staccare la lettura è stato impossibile (di solito leggo i testi solo dopo averli copiati e incollati in open office, dove posso inserire note e prendere appunti, oltre che formattando per assecondare i miei gusti). Quindi lettura facile, spedita, gradevole.

Buona anche la cura di tutto il resto, dalla correttezza grammaticale ai discorsi dei due personaggi e alle loro psicologie. Unico appunto trascurabile è che i due sono abbastanza stereotipati, ma in un racconto fatto per intrattenere diciamo che “ci sta”.

Abbastanza rispettate le specifiche, secondo me.


Note:

CITAZIONE
Lo sapevo che non avrei dovuto rischiare di finire ammazzato per salvarti” Rise, di una risata nervosa.

Manca un segno di chiusura nel discorso diretto.

CITAZIONE
Per questo le hai scambiate per fuochi d’artificio, ti ricordi, no? Me ne hai anche parlato, dei fuochi, intendo.

Invece delle virgole adotterei dei segni diversi. Chessò, nel primo caso i puntini di sospensione, nel secondo un punto.

CITAZIONE
Alex fissava gli spasmi sul suo volto, il dilatarsi delle sue pupille.

Superfluo: è ovvio che le pupille viste sono quelle della ragazza.

CITAZIONE
Cercò di alzarsi di slancio ma lui la trattenne premendole con fermezza una mano sulla spalla.

Era spento ma negli occhi le palpitavano ancora quelle immagini

Alex rise. “Puoi provarci quanto vuoi ma non riuscirai mai a…”

Io non so che vi prende a tutti, oggi, che non mettete più le virgole prima di “ma”. Vero che non tutti sono avversativi, ma nel parlare la pausa la si sente comunque, il più delle volte!

CITAZIONE
Niente yatch personale, ma un bunker antiatomico in giardino.” disse, allargando le braccia.

Il punto è da togliere.

Ah, vedi che qui la virgola prima di “ma” l'hai messa? :1392239553.gif:

CITAZIONE
Ma solo in caso di apocalisse zombie. Peccato che questo non sia il caso..

Manca un puntino...

CITAZIONE
“Ho immaginato fin troppi scenari per il momento in cui mi sarei dichiarato. Certo non immaginavo che la mia idea di essere soli si rivelasse tanto drastica; con noi che potremmo
a
nche essere gli ultimi sopravvissuti dell’intero genere umano e tutto il resto, intendo”

Qui c'è un accapo sbagliato e manca un segno di chiusura a fine discorso.

CITAZIONE
“L’ho sempre pensato.”Alex scosse la testa. “L’apocalisse non c’entra.”

Manca lo spazio.

CITAZIONE
Alex abbassò la testa inghiottì un altro sorso di birra.

Serve una virgola, oppure una “e”.

CITAZIONE
Prova a metterti nei miei panni, ti prego Eva.”

Serve la virgola. I vocativi, accidenti!

PEGNO D’AMORE
di shanda06

Complessivamente mi è parso di capire che il protagonista si prefigge lo scopo di andare oltre un confine del mondo conosciuto. Il perché vuole farlo non mi sembra tu lo dica o lo lasci intuire. Solo perché è giovane? Non regge. Neanche la parola "curiosità" viene mai usata...

A parte questo, non ho capito più altro. I motivi della moglie adultera, che sembra usi la magia per sedurre il giovane (ma lo scopo non c'è), che sembra essere in una misteriosa (e inspiegata) combutta coi demoni, per raggirare il giovane (ma anche su questa cosa mi è rimasto un dubbio abissale)... Tutto ciò è rimasto senza spiegazioni...

L'apice della confusione si ha nell'ultima scena, col marito della adultera che muore consumandosi (ma perché? Cioè, sì, è un effetto di aver superato il confine, ma logicamente doveva morire allora, non dopo essere tornato indietro presso i demoni), con l'adultera che accorre a piangerlo (ma, ancora, perché?), col demone che sembra punire la donna (e di nuovo: perché?), e col giovane che viene portato al punto di partenza (la bottega del fabbro, che però non sembra rivestire chissà quale ruolo cardine della vicenda)...

Insomma, la storia è molto confusa, approssimativa e riassunta. Tutto il testo corre troppo veloce, dimenticando particolari importanti ma, al contrario, curando anche con stile apprezzabile quelli secondari (la descrizione della stanza della donna soprattutto).

Detto ciò, la scrittura si mostra approssimativa anche in tante piccole cose che spero di chiarire nelle note.

Aggiungo che mi sfugge pure in quale modo tu abbia seguito la traccia del gioco. La tossicità non mi sembra esistere...


Note:

CITAZIONE
La ragazza si tirò su il lenzuolo all’aprirsi della porta, sorridendo con i suoi dentini da bambola.
Il giovane la scosse per la spalla: − Sono tornato il prima che ho potuto.

Cominciamo fin dall'inizio, con un paio di cosette davvero piccole, ma che nella visualizzazione della scena, per il lettore, risultano disastrose.

Abbiamo una donna che si tira su il lenzuolo all'aprirsi della porta. Ok, che lei si trovi in una stanza da letto è abbastanza chiaro. È anche abbastanza chiaro che si stia coprendo meglio per pudicizia, e che è al letto.

Però è anche chiaro che, se vede la porta aprirsi e si copre, significa che vede la porta aprirsi e che non sa chi è che sta arrivando (se infatti sapesse che è l'amante, non si coprirebbe, anzi).

Quindi ha il volto nella direzione della porta, non le dà le spalle.

Ecco però che il visitatore deve scuoterla per una spalla, perché lei non è voltata verso la porta...

Insomma, 'sta donna o guarda la porta, o no. Se è voltata verso la porta, non devi aggiungere nulla, ma devi togliere quel "visitatore che la scuote e lei che si volta". Se non è voltata devi far capire che ha sentito la porta aprirsi, e che sa che sta entrando l'amante (il sorriso basta)... e che si sta coprendo per un altro motivo (magari per prevenire un'eventuale aria fredda che giunge dal corridoio?).

Queste sono inezie, sia chiaro, però se il lettore viene già rimbambito all'inizio, rischi di fartelo non proprio amico.

Tutto il testo è comunque afflitto da passaggi parecchio poco chiari. Per esempio, quando il giovane va dal fabbro, e prima di entrare in bottega solleva lo sguardo e vede una "immensità dorata attraversata da punti luminosi tutti i colori"... E lì chiudi la frase. Cosa vede, il giovane? Il cielo? Il tetto del mondo? Boh, a me che leggo non è dato saperlo con precisione!

CITAZIONE
Lui le lanciò la catenella con appeso un bulbo dorato disseminato di trafori a forma di goccia.
Glielo vide appeso al collo

Il giovane le tira la collana. Un secondo dopo già gliela vede al collo.

Cioè c'è un passaggio troppo brusco tra l'uno e l'altro evento. Anzi, non c'è proprio, il passaggio.

In narrativa solitamente salti così bruschi vengono separati da un rigo di spazio vuoto, o usando qualche segno (come fai anche tu, però non in questo caso, coi tre asterischi).

Lui le lanciò la catenella con appeso un bulbo dorato disseminato di trafori a forma di goccia.
Lei lo prese dalla coperta, il viso illuminato d'immensa soddisfazione. Ci giocò un po' con le mani, carezzandolo, tastandolo, rigirandolo da ogni lato per ammirarne i dettagli da ogni punto di vista, mai sazia delle sensazioni tattili e visive che l'oggetto le regalava. Poi, appagata, se lo mise al collo.
Hopfy glielo vide indosso e aspirò l’essenza dolciastra e inebriante che si diffondeva dal ciondolo.


Ecco per esempio come può essere fatto. Ho preferito far vedere a chi legge il modo in cui la donna consideri l'oggetto, che per lei ha una grande importanza, e l'averlo ottenuto è per lei meraviglioso. Ma tu puoi inventarti un altro passaggio, magari uno scambio di battute tra i due, o l'occhio di lui che segue i movimenti di lei che prende il ciondolo e lo indossa...

Insomma, tra i due eventi (lancio del ciondolo e ciondolo indossato) deve esserci qualcosa, sennò chi legge può rimanere spiazzato dal passare dall'uno all'altro in un modo così netto. Anche nei racconti ipersintetici non è bello!

CITAZIONE
La ragazza lo abbracciò, schioccandogli baci umidi sulle labbra e lui sentì un sapore di fiori invernali dall’aroma di vino antico.
− Sei il mio tesoro, Dunklya.
− Anche tu, Hopfy – sussurrò lei con voce roca, scompigliandogli i riccioli color amaranto.

Questo te lo segnalo per pignoleria, perché il difetto potrebbe essere solo mio...

Comunque, avevo capito che la prima battuta la facesse la donna, e che quindi "Dunklya" fosse lui. Poi m'hai spiazzato con la seconda battuta e con quel "sussurrò lei"...

Ma ripeto che potrei aver sbagliato io a capire...

CITAZIONE
Tu non mi apparterrai mai davvero.
Gli occhi di lui corsero al bracciale della fanciulla: le spire dorate partivano dal polso e arrivavano all’avambraccio: era un pegno d’amore datole da un uomo che sarebbe tornato presto.
Questo monile fa impallidire il mio dono, eppure l’ho rubato dalla stanza di una principessa: doveva essere un’esperta di essenze stregate. Mi sono sentito osservato tutto il tempo.

I pensieri del protagonista mettili al corsivo, come hai fatto la prima volta. Così chi legge non viene confuso...

CITAZIONE
E lui le obbedì, tornando nel gorgo di passione al quale lei lo aveva abituato al punto di addentrarsi fra le mura abbandonate di Hymbra a prenderle il monile che ormai brillava al collo di lei.

Ma la città non è abitata dai demoni? Se intendevi "abbandonata dagli esseri umani", meglio dirlo.

CITAZIONE
Dunklya si staccò da lui a fatica per portargli un vassoio di cibo e vino.
Fu dopo aver sorseggiato la bevanda di uva selvatica e gustato polpe di pesce affumicate dal vassoio che Hopfy si rese conto del ritardo.
− Devo correre dal fabbro. La mia lama sarà pronta di sicuro.
− Fai presto, prima che torni mio marito.
− Lo farò quando Fuoco Blu sarà riparata. L’ho scheggiata lottando contro uno dei demoni di Hymbra.
Ripensando al combattimento, Hopfy si stupì di se stesso: aveva rovinato la sua spada per un ciondolo spargi profumo.
Dunklya si stiracchiò pigramente, mettendo in risalto i ricami multicolore a forma di occhio della coperta dorata.

Se nella prima frase dici che lei si stacca per andare a prendere un vassoio, io immagino la scena più plausibile in questo contesto fantasy: e cioè che si alza e va al tavolo (dubito abbiano comodini... o vassoi da letto!). Quindi, quando poi la ritrovo a letto, senza che tu abbia detto che ci sia rientrata (ma neanche lasciandolo intuire), subisco un ennesimo spiazzo nella visualizzazione della scena. E non va bene.

Come sistemare? Che ne so, magari così:

Dunklya si staccò da lui a fatica. Si distese verso il comodino, da cui prese il vassoio colmo di cibo e vino, e glielo offerse.
Fu dopo aver sorseggiato la bevanda di uva selvatica e gustato polpe di pesce affumicate dal vassoio che Hopfy si rese conto del ritardo.
− Devo correre dal fabbro. La mia lama sarà pronta di sicuro.
− Fai presto, prima che torni mio marito.
− Lo farò quando Fuoco Blu sarà riparata. L’ho scheggiata lottando contro uno dei demoni di Hymbra.
Ripensando al combattimento, Hopfy si stupì di se stesso: aveva rovinato la sua spada per un ciondolo spargi profumo.
Dunklya si stiracchiò pigramente, mettendo in risalto i ricami multicolore a forma di occhio della coperta dorata.


In questo modo la donna, per chi legge la storia, continua a restare nel lettone.

CITAZIONE
Hopfy si accomiatò da lei con un bacio e uscì, chiudendosi la porta alle spalle e vide una spada a forma di pungiglione.

Toglierei la e e metterei un punto. Il mio naso mi dice che la frase della scoperta della spada si lega male al resto del periodo.

Se invece vuoi legarla strettamente, devi usare altre cosucce:

Hopfy si accomiatò da lei con un bacio e uscì, chiudendosi la porta alle spalle e notando subito dopo una spada a forma di pungiglione.

CITAZIONE
− C’entrano le malie di quella strega, vero? Ti ha mandato a Hymbra per un suo capriccio, ma di certo ti sarà venuta voglia di vedere cosa c’è oltre la nostra terra. Beh, te lo dico io. Niente.
[...]
Le finestre quadrettate del palazzo si erano illuminate di colpo, spandendo un chiarore color ghiaccio così forte da fargli intravedere all’orizzonte una strada immensa che si inerpicava fino al cielo.
Certo era stretta fra montagne dalle cime scolpite con volti umani e animali dalle espressioni cupe, ma lui non si lasciò intimidire, neppure dall’improvviso cambio di colore del cielo in quel punto: nero vischioso.
Il fabbro aveva ragione. C’è un di sopra. Ora devo solo risalire.

Forse anche questo rientra nella confusione generale del testo. Cioè, il fabbro non dice nulla su un "oltre", anzi tronca il discorso affermando che dopo il loro mondo non c'è proprio niente.

Quindi, a cosa si riferisce Hopfy con quel "il fabbro aveva ragione. C'è un di sopra"? È sfuggita a me un'informazione importante?

CITAZIONE
Depose la custodia in un angolo accanto alla porta e sotto lo sguardo irritato del fabbro, portò la mano alla tasca contando alcune monete

Con quella virgola chiudi un inciso che però non avevi aperto:

Depose la custodia in un angolo accanto alla porta e, sotto lo sguardo irritato del fabbro, portò la mano alla tasca contando alcune monete

CITAZIONE
Dunklya aveva seguito Hopfy con lo sguardo finché era scomparso dietro l’angolo di una bottega di dolciumi.
Soltanto allora si era decisa a spalancare la porta collocandovi il suo acquisto, un barattolo di pasticcini al miele sulla soglia.

Anche qui ho il dubbio che a rendere il passaggio confuso sia stato il fatto che come lettore faccio pena e non che in difetto sia stata la tua penna...

Comunque, avevo immaginato che la donna fosse fuori dal suo palazzo, e che avesse appunto seguito il giovane fino a quel punto in cui sparisce dietro l'angolo. Non ti so dire perché avevo immaginato così. Forse c'entra il fatto che parli di una bottega di dolciumi e che lei si trova in mano dei dolci? Boh!

Comunque, sarebbero bastate due semplici parole per evitarmi questo sgambetto della visualizzazione: dire che la donna aveva seguito con lo sguardo il giovane dalla finestra della sua stanza...

CITAZIONE
− E in cambio? gli domandò lei vezzosa, giocherellando con lo spargi profumi.

Manca il tratto per chiudere il discorso.

CITAZIONE
Il demone annuì: − La tua maestra ha fallito spaventata dall’intensità della passione che porta quel profumo.

Serve una virgola.

CITAZIONE
In distanza, vide un immenso palazzo dalle terrazze ornate di cariatidi dall’aspetto di armature complete ornate di strisce orizzontali.

Ripetizione troppo vicina. Meglio evitarle.

CITAZIONE
Fu allora che il capo intervenne: − Lo ha voluto io. Sapere dell’adulterio lo ha fatto impazzire.

C'è qualcosa che non mi torna... Forse dovevi scrivere lui invece di io?





1) LA LOGICA DELL’APOCALISSE di Beatrice S.
2) PEGNO D’AMORE di shanda06
 
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