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Skannatoio Giugno 2019, Io sono un mostro lampada

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Morto di seta
view post Posted on 1/7/2019, 21:21 by: Morto di seta




Giugno 1986:

Caro Paoluccio, mi sorge un terribile dubbio...
Considerando il finale aperto del brano e il tuo ex avatar, il bagatto, stai cercando di dirci che non ti sei ancora liberato di quella malefica creatura??? Come possiamo aiutarti?? :P
Ad ogni modo, il racconto è davvero molto molto bello, coi suoi echi kinghiani. Saprai bene che King ha incentrato tanti suoi romanzi sul mondo adolescenziale e tu sei stato molto bravo nel caratterizzare con estrema cura la psicologia del giovane protagonista (ritratto, credo, nelle sembianze fisiche di te stesso da giovane), tratteggiandone bene i sogni, le paure, le fobie, i sensi di colpa. L'hai reso molto credibile e verosimile, attribuendogli il linguaggio un po' colorito, ma molto simpatico, dei giovincelli d'oggi.
La vicenda è affascinante e scritta molto bene. Mi ha incuriosito al punto che, arrivato alla fine, mi sono detto “noooooooooo! Come può finire così, di punto in bianco?”
Secondo me, considerata la bellezza dello scritto, meriterebbe un ulteriore sviluppo.


La casina delle cosine.

“Te mischia le ossa”?? wowwwww. Sara è simpaticissima. Hai tratteggiato una buzzurrona in modo esilarante. Molto divertente anche il linguaggio vetusto del protagonista; un gergo che hai saputo maneggiare con scioltezza e abilità.
Che te devo da dì?? Un inchino. Spassosissimo brano. Mi ha incuriosito dalla prima riga all'ultima, divertendomi a non finire. E poi, quel finale così fottutamente e brillantemente geniale, con tanto di morale, per certi versi anche condivisibile... Sara che dice al fallo “ti dovrei usare così impari come noi donne siamo fatte dentro”. Sono ammirato. Un finale del genere vorrei averlo scritto io.
Non ho molto da aggiungere, se non il fatto che c'è un po' di confusione per quanto riguarda gli oggetti da toccare; prima dici “cinque”, poi “dieci”, poi di nuovo “cinque”...
Inoltre il protagonista dice di essersi affacciato più a volte alla finestra per richiamare l'attenzione della gente in vari modi, arrivando perfino ad esibire una pistola; mi sembra un po' inverosimile che nessuno, alla vista di una pistola, abbia chiamato la polizia, ma questa è una piccolezza su cui credo che si possa sorvolare.
Attenzione, poi, a qualche tempo verbale da aggiustare, qualche passato remoto che sarebbe meglio volgere all'imperfetto. Ad esempio: “Sembrò confuso”; meglio “sembrava”. Lo stesso dicasi per “Parve confuso”.

P.s. Scusa la curiosità, ma sei de Roma? Lo conosci troppo bene il romanesco!

La via più breve:

Shanda, quanto invidio la tua fervidissima fantasia! Ne hai davvero da vendere. Oltretutto sei una scrittrice estremamente prolifica, ispiratissima, piena di idee. Anche questo tuo brano è ricchissimo di idee, incentrato su un portasigarette, ricordo di un momento intenso e passato. C'è anche molto mistero, una sorta di maledizione, in quanto la protagonista non deve cercare l'uomo, pena la dissolvenza della donna stessa. Ci sono tante, tantissime belle idee, che secondo me dovresti dosare un po' meglio. Forse troppa carne al fuoco. Invece dovresti lavorare un po' per sottrazione, focalizzarti su poche idee e svilupparle più a fondo.
Ad esempio, accenni all'esistenza del marito della protagonista e al loro rapporto, ma tutto rimane vago, fumoso, inespresso. Accenni a una mail, ma non dici null'altro. Accenni alla fiducia e al coraggio che la protagonista ha acquisito; ma in seguito a cosa, in che modo, perché ha acquisito queste qualità? Lo stesso dicasi per il finale dello sciame d'api, che secondo me necessita di qualche elemento in più per essere compreso. Ma il brano ha comunque un bel potenziale.


Classifica:

1) La casina delle cosine
2) Giugno 1986
3) La via più breve



Edited by Morto di seta - 1/7/2019, 23:09
 
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