Skannatoio Giugno 2019, Io sono un mostro lampada

Mi hai evocato, mortale, ed eccomi quì (battute a parte, sono occupatissimo in questi giorni, quindi scusatemi se latito)

Ecco i miei commenti:

LA VIA PIU’ BREVE Di Alexandra Fischer: Addirittura "il grande ago"!! Ahahahah, ma non dovevi!
Comunque, il tuo racconto è decisamente strano e insolito anche per i tuoi canoni. Sostanzialmente, è un flusso di pensiero di una donna mentre fa colazione e si prepara per uscire. è scritto, devo dire, davvero molto bene e penso che tu sia riuscita davvero a rendere l'idea di una persona che, per un motivo o per un altro, si ritrova a ripensare ad alcuni momenti importanti della sua vita, soprattutto nella parte del portasigarette. Le uniche critiche che posso muoverti sono a proposito del finale (non ho capito cosa c'entrano le api mutanti) e, soprattutto, nel fatto che non ha una vera e propria trama. Nel leggerlo, , uno resta affascinato dalla scrittura, ma quando dopo si chiede cosa sia effettivamente successo, c'è poco che resta. Però penso che tu sia sulla strada giusta: questo stile ti si addice e con lavori di più ampio respiro penso che potresti produrre cose interessanti.

Brava!


La casina delle cosine di Gargaros: vecchio mio, ho trovato davvero esilarante questo racconto. Anche in quei momenti in cui sospettavo che la tua parodia della mia persona fosse proprio il protagonista maschile. Sono contento di vedere che non è così. Detto questo, la storia procede bene, il contrasto tra la giovane burina e il falso gentiluomo genera di per sé un certo umorismo, che hai saputo distribuire bene ed amalgamare in modo idoneo alla trama, che è semplicissima ma efficace. L'unico appunto che mi sento di farti, è sul finale: vedere la tizia che filosofeggia dopo che il gentiluomo ha subito il "trattamento Thanos" mi è sembrato parecchio forzato. Insomma, la reazione più naturale sarebbe stata quella di scappare via, magari inserendo una scena successiva in cui, dopo aver corso fino a perdersi, la ragazza passeggia lentamente verso casa, riflettendo sull'accaduto e formulando la morale della storia. Insomma, tu ti saresti messo a filosofeggiare?

Patto col diavolo di Morto di Seta
Ok, getta la maschera: devi essere per forza George Fisher dei Cannibal Corpse. Non riesco a spiegarmi altrimenti perché una persona dovrebbe scrivere due racconti di fila la cui trama ruota sul fatto di scoparsi il demonio. Sostanzialmente, il racconto riprende le stese fila del precedente e vi si discosta di pochissimo. è esagerato, esplicito e sboccatissimo, insomma, un trashone con i fiocchi. Non ho molto da aggiungere, se non che spero di vedere anche qualcosa di diverso argomento. Perché se il racconto è sempre uguale, come si fa a valutare l'evoluzione dello stile?
P.s.: non pretendere nemmeno per un secondo che creda che tu sia il protagonista della storia, inteso nel senso di reali parametri fisici.

Giugno 1986 di Incantatore Incompleto: sarei stato nevvero un perfetto professore di storia, ma "atletico" non è mai stato l'aggettivo più adatto per me. COmunque, da giocatore di Sine Requie e da discreto curioso del mondo dei tarocchi ho adorato l'idea dei desideri che si basano sulla carta estratta. Giusto, sarebbe stato opportuno riferire anche il significato, in qualche modo, perché altrimenti la cosa resta in sospeso. La scena dei ragni che escono dalle braccia mi è piaciuta e il fatto che sia avvenuta senza che nessun altro se ne accorgesse mi ha ricordato molto IT. Vero è che il protagonista riesce a mantenere davvero una calma invidiabile mentre il suo corpo viene lacerato da creature mostruose!!
Il finale non mi ha molto convinto, in quanto lascia troppo in sospeso la questione: se posso consigliarti, riprendi la storia in un altro racconto e concludila, così avrai un buon inizio e una buona fine.

Ed ecco anche la classifica!

1) La casina delle cosine
2) La via più breve
3) Giugno 1986
4) Patto col diavolo

Per quanto riguarda, invece, il bonus "Protagonismo", ritengo spetti a Shanda.
Sull'altro, ditemi voi. Io avrei una preferenza, ma preferirei che foste voi a decidere.