| Ecco anche i miei commenti...
L’anno del fermento di Alexandra Fisher
Ciao Alexandra, immancabile di ogni skannatoio
Noto con piacere che il tuo stile è maturato parecchio. Riesci a rendere palpabili alcune scene del tuo racconto, come ad esempio quella del gioco di bolle al led.
Ho anche fatto il callo al tuo stile onirico e sono riuscito a seguire la tua disanima sui tempi moderni, specialmente sui pericoli dei social e di Facebook nello specifico.
Purtroppo, anche in questo racconto, manca un vera e propria trama e la protagonista passa di palo in frasca in diversi scenari, che sono piccoli siparietti slegati fra di loro. Anche i flashback e le dissertazioni della protagonista avvengono a casaccio, senza mai anticipare o prevenire qualcosa che dia una scossa alla trama. In parole povere, tutto quello che la protagonista fa o pensa, dá vita a piccoli momenti di quotidianità, senza che questi ultimi abbiano un vero peso all’interno della storia. Il racconto fila via liscio senza che accada qualcosa. Più che un racconto, sembra una pagina di un romanzo, buttata lì a caso.
Mi manca anche un tassello, che riguarda la fake news. Se non so chi è il ragazzo col caschetto e che rapporto abbia con la protagonista, non mi spiego perché il restituirgli il cellulare nuoccia così tanto da fare esclamare a qualcuno (non ricordo chi) “mi spiace che ti abbiano messo in mezzo.”
Ma perché? E soprattutto, messa in mezzo a cosa? Perché rendere il farsi rendere un cellulare, può essere considerato un onta tale da rendere la vita difficile al ragazzo?
Lo stile è molto buono, a tratti evocativo e mi congratulo con te. Ti manca ancora un po’ di chiarezza espositiva, che sono sicuro troverai nei prossimi tuoi racconti.
Resolvator di Gargaros
Ciao Gargaros, anche tu sei ormai una presenza gradita e costante in questo contest
Bel racconto, impreziosito dal tuo stile chiaro e pulito. Una storia triste, un’umanità ormai schiava della noia, incapace di reagire che si affida alla tecnologia per scampare al “male di vivere”.
Una applicazione, il Resolvator, che ti spiana la strada in tutti i campi, che ti conduce per mano e ti indica le cose da fare, togliendoti al contempo la cosa più preziosa che abbiamo: la libertà di scegliere la tua strada e imparare dagli errori commessi.
La storia è valida, forse non troppo originale (una I.A. che a poco a poco soggioga gli umani e li costringe ad un ruolo di mere pedine, suona di già visto), ma che comunque riesci a gestire bene, condita con un po’ di umorismo e un pizzico di amaro alla fine che, in un racconto riflessivo come il tuo, non guasta affatto.
Unico consiglio che mi sento di darti è che una stretta di mano no si fa, ma si dà. Mi sembra più corretto il dare una stretta di mano, piuttosto che fare una stretta di mano.
Questa quisquilia non pregiudica il racconto (a parte lo sfasamento temporale del tramonto del sole) che viene promosso a pieni voti.
Cortesie per gli ospiti di Morto di seta
No, ma che schifo! Le emorroidi no!
Reprimendo un conato di vomito passo a valutare.
Spiace vedere un racconto ben articolato come il tuo, eliminato dal contest. Hai dato alcune pennellate molto efficaci, specialmente nel descrivere l’amica (mi pareva di vederla, seduta sulla poltrona, bella e oca come da stereotipo) e hai diretto il tutto con il tuo stile consueto, diretto e senza fronzoli. A parte il disgusto finale, il racconto mi è piaciuto e mi ha convinto.
Unica eccezione: il sangue ha un sapore e un odore molto forte e particolare, difficilmente confondibile con quello delle fragole. Forse un mix tra sangue e sciroppo sarebbe stato più credibile.
Classifica
1 - Resolvator
2 - L’anno del fermento
Anch’io, come Gargaros, ho premiato la chiarezza descrittiva, piuttosto che attinenza alla trama o altre caratteristiche.
In un contest come questo, sempre più desolatamente vuoto di new entry o vecchie glorie, devo badare al sodo e non posso prendere in considerazione altre leziosità per esprimere il mio voto.
Mi piacerebbe che anche Morto di seta esprimesse i suoi giudizi sui nostri racconti...
Il discorso sui bonus non mi ha convinto del tutto. Shanda e Gargaros hanno inserito nel loro racconto un gioco. Io non ci ho nemmeno provato.
Ritengo corretto venga tenuta in considerazione la loro bravura nell’inserimento di questo particolare, all’interno del loro racconto.
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