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Scannatoio di Gennaio 2020, L'ispirazione vien...

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White Pretorian 2.0
view post Posted on 28/1/2020, 00:08 by: White Pretorian 2.0
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Ed ecco i miei commenti (grazie a tutti per la pazienza)

IL BUON RACCOLTO di Alexandra Fisher.

Piacere di leggerti, Shanda. Allora, prima di tutto le note positive: FINALMENTE un racconto in cui l'ambientazione evocativa non sfuma in un sotteso eccessivo per il lettore. Dati i risultati degli ultimi skannatoi (e dei minuti montati) direi che siamo sulla buona strada per riuscire ad imbrigliare la tua verve creativa in un alveo più "digeribile". Oltre a questo, l'idea del culto che pratica sacrifici umani per garantire la prosperità, benché non originale (a memoria, mi vengono in mente un numero di Dylan Dog e almeno un paio di film con la stessa trama) mantiene un elemento interessante dato dalle modalità del "sacrificio" (il ballare fino alla morte) e dal fatto che si accenni a come la tecnologia abbia reso sostanzialmente obsoleti questi rituali, cosa che solitamente non avviene in questo tipo di opere. E ora veniamo ai vulnus. A parte qualche refuso (già identificato dal buon Gargaros) penso che il tuo racconto presenti due grossi problemi. Il primo è il massiccio e costante infodump con cui hai inondato il racconto. Certo, ti è utile per spiegare quello che avviene, ma sono davvero troppe informazioni in così poco spazio, alcune delle quali decisamente superflue (come il fatto che la protagonista debba incontrarsi con le zie, elemento che poi non tornerà più). Fai una prova: esamina il racconto e suddividi le parti in cui il protagonista (o qualcun'altro, attraverso i dialoghi) SPIEGA qualcosa e le parti in cui qualcosa effettivamente avviene. A quanto siamo? 50-50? &0-40? Se il racconto non è introspettivo, è comunque troppo. Impara a sintetizzare gli elementi di spiegazione e inseriscili nelle azioni dei personaggi. Ricorda: show, dont' tell.
Il secondo problema riguarda il contesto. Personalmente, ho trovato abbastanza debole il motivo che porta la protagonista prima a trovare alcune foto in Comune, e le altre per strada. Sostanzialmente, sembra esserci un misto di casualità e "legame magico" con le foto, ma il tutto è troppo debole e ho avuto letteralmente l'impressione che tutto accadesse senza una vera logica. Penso che sarebbe stato meglio partire da un presupposto diverso, come, ad esempio, mostrare la protagonista che compra per caso le prime foto e si trova "chiamata" verso la casa dove si compirà il suo destino. Magari è solo la mia opinione, però pensaci su.

VECCHIE FOTO di Gargaros

Piacere di leggerti, Gargaros. Il tuo racconto mi ha ricordato molto il racconto "La Sentinella" di Fredric Brown, che condivide con il tuo il "rovesciamento di posizioni" finale che rivela gli uomini come mostri. Da questo punto di vista, però, proprio il racconto di Brown mi permettono di segnalarti due problemi che, a mio giudizio, rendono il tuo finale parecchio debole. Il primo riguarda il modo in cui il mostro viene "mascherato" da umano. ne "La Sentinella" sappiamo abbastanza poco sul protagonista senza nome: sappiamo che combatte su un pianeta lontano da casa, che soffre e che odia i nemici della sua razza. Stop. Questo ci permette di identificarlo abbastanza facilmente come umano, perché gli elementi forniti dall'autore sono sufficientemente generici da potersi adattare tanto a un umano quanto a un ipotetico alieno e il disvelamento finale esplode con tutta la forza di questo sapiente mascheramento. Il tuo racconto, invece, è permeato da fin troppi elementi propri della cultura "umana": si parla di forzieri dei pirati, della scuola da marinare, della Playstation e il fucile del nonno è palesemente un'arma "umana". è davvero difficile immaginare un altro essere come protagonista, proprio perché hai dato a lui e al suo ambiente fin troppi riferimenti "umani". Certo, si potrebbe ipotizzare che parliamo di un mondo in cui questi esseri hanno soppiantato gli umani e ne hanno assorbito la cultura, ma fornisci troppi pochi elementi in questo senso (posto che il tutto dovrebbe essere avvenuto si o no in una generazione, dato che già i nipoti dei "cacciatori" non hanno conoscenza degli eventi). In seconda misura, Brown inseriva il tutto in un contesto che supportava il plot twist: un conflitto interplanetario in cui fa il giochetto di sostituire una specie all'altra. Nel tuo caso, invece, il contesto suona forzato: un bambino che trova le foto del nonno in cui mostra alcuni umani e scopre che c'è stato un genocidio. Il plot twist non scoppia, perché il lettore non si sente davvero tratto in inganno dagli elementi che gli hai fornito o, per meglio dire, ha fin troppi elementi di contesto per dubitare del plot twist stesso. Peccato.

Ed ecco la graduatoria:

1) IL BUON RACCOLTO
2) VECCHIE FOTO

CITAZIONE (shanda06 @ 26/1/2020, 07:54) 
BAYT AL HIKMA di White Pretorian Il racconto è affascinante. Tutto il sapere del mondo è conservato su un pianeta dal nome orientale (arabeggiante) e dalla tecnologia cibernetica. Anche certuni personaggi hanno nomi di tipo arabo (Iabid, Farah, Basir, Fedayn). I monoliti frigorifero sono un’idea originalissima, e anche il riferimento a un tipo di pittura in grado di dare anche sensazioni olfattive e sonore, oltre che video, ossia di movimento è insolito e affascina (Utamaro rivisitato in quel modo deve essere davvero qualcosa di spettacolare, quindi l’immaginario Takehira è un genio ulteriore, meriterebbe una storia a parte). Interessanti anche i riferimenti a Keats (versi della Belle dame sans merci) e a Sant’Agostino (argomento dell’amicizia). Certo, c’è da capire la furia del Dirigente che vede minacciati i capolavori da questa Voce che si ostina a condividerli (mi pare di capire che loro abbiano diffuso delle copie in giro per l’universo e quelle dei monoliti siano gli originali, per cui la collera è comprensibile). Il fascino della Voce, però, è indiscutibile: istruisce e parla delle opere con profondo rispetto. Di per sé appare innocua, non ci sono stati danni, ha mostrato a Farah le opere spiegandole in tono amichevole e rispettandole, arriva anche ad ammettere Basir come allievo, ma di sicuro c’è una falla nel sistema difensivo dei monoliti, quindi la Voce mi ha pensare a un hacker buono, nonostante tutto. L’interrogativo di fondo: ma non sarebbe giusto far conoscere all’universo gli originali? È profondo. Ben costruita anche la tensione da spy-story che accompagna la ricerca fallita di Basir e Dorvo.

Attento:
Si, eccomi (Sì, eccomi) Questo errore del Si è ripetuto più volte nel racconto. Per indicare il Sì affermativo ci vuole l’accento, senza è il Si impersonale: esempio. “Lo vuoi?” “Sì”.
Esempio: “Conosci Pablo Picasso?” “Certo, si parla spesso di lui in TV e sui giornali”.
Per quel che riguarda la telefonata, il corsivo non basta: occorre virgolettare (c’è il comando per quel tipo di virgola in Inserisci Simboli di Word).
La frase: continua, imperterrito, Dorvo la riscriverei: continua Dorvo, imperterrito. Oppure: continua imperterrito Dorvo.
La frase: lei si sbaglia Mahul (lei si sbaglia, Mahul)
Il Dirigente si chiama Faydan o Feydan? Attenzione perché usi due nomi per connotare la stessa persona (almeno questa è stata la mia impressione).

Grazie delle correzioni: vedrò di sistemare. Si vede che non ho fatto lavoro di editing, eh?

Giusto un appunto: Faydan teme la Voce non perché quest'ultima diffonde le opere (cosa che non fa: si limita a "parlarne" con alcune persone presenti sul pianeta stesso), ma perché è un soggetto privo di identità che opera in quello che dovrebbe essere un luogo controllato al massimo ed impenetrabile. Di per sé, la voce non compie nulla di illegittimo, ma il semplice fatto che operi fuori controllo viola qualsiasi protocollo di sicurezza.

CITAZIONE (Gargaros @ 27/1/2020, 09:09 ?
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BAYT AL-ḤIKMA
di White Pretorian 2.0
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L'unica cosa che mi ha guastato la lettura è che a livello descrittivo è un po' deficitario. Ed è un peccato, perché da quello che scorgo il mondo/archivio è incredibilmente affascinante e suggestivo.

Comunque, a parte questo problema, promosso a pieni polmoni. La storia c'è, la morale anche (non nuovissima, ma fa sempre piacere risentirla), c'è capo e coda (anche se mi chiedo che fine abbia fatto Iabid!), la scrittura a parte le descrizioni di volata, frettolose, è chiara e conduce con efficacia.


Note:

CITAZIONE
- Si, eccomi.

Va accentato. Ocio che avanti ce ne sono altri tre o quattro.

CITAZIONE
Pronto?
- Si, eccomi.
- Sei Iabid?
- No, no. Mi chiamo Farah. Iabid è stato trasferito in un altro settore.
- Mi spiace. Iabid era simpatico e gli piaceva ascoltare.

Col senno di poi questa bislacca contraddizione può anche essere spiegata con un'IA non molto intelligente, ma non so, io non riesco ad accettarla comunque. Il misterioso individuo chiede se è Iabid, ma dovrebbe aver capito che non può esserlo, sempre che Farah non abbia una voce troppo simile... e troppo maschile... Quindi boh, da quella domanda io capisco solo che lui per primo non conosca Iabid. Poi però ecco che invece lo conosce e ha sentito la sua voce molte altre volte... Mi spiego?

CITAZIONE
Prima che Farah possa rispondere, la sua attenzione viene attratta un segnale che è comparso sulla mappa dell’oloproiettore.

Manca qualcosa...

CITAZIONE
- Settore Elton Quadrante 26 – dice, leggendo il testo.

Meglio non usare lo stesso tratto lungo che usi per i discorsi diretti.

CITAZIONE
- Chi pensi che sia? – fa, improvvisamente il collega.

Virgola. Oppure togli anche l'altra.

CITAZIONE
Sono quasi sei mesi che lo cerchiamo, ma restiamo sempre a un palmo dal naso. Sai perché?

L'espressione giusta mi sa che è con un palmo di naso...

CITAZIONE
Istintivamente, Basir si aggrappa al sedile con una mano. Con l’altra però, pulisce nuovamente il vetro quanto più possibile e comincia a guardare.

Virgola, essendo però inciso.

CITAZIONE
- Non… non lo so. Filosofia… Architettura… Pittura…
- Si, Pittura. Voglio parlare di pittura – la Voce resta in silenzio per qualche istante, mettendo in ansia Farah. – Conosci Kitagawa Utamaro?
- Mai sentito.

Togliere il corsivo.

CITAZIONE
- Si, Pittura. Voglio parlare di pittura – la Voce resta in silenzio per qualche istante, mettendo in ansia Farah.

Mettere punto nel DD e maiuscola nel narrato.

CITAZIONE
- Beh, vedi qualcuno qui dentro? O qualcuno ha toppato, oppure il nostro amico è uscito un istante prima che noi arrivassimo. Magari è ancora qui in giro…

Caduta di stile, White. Va bene che parla uno, e uno che parla può dire quello che vuole. Ma qui siamo in un pianeta lontano, con gente evidentemente di cultura non italiana... e toppare è una parola italianissima (anche se di basso livello culturale, diciamo) :p101:

CITAZIONE
- Fandonie – gli ribatte Feydan. – Se pensa di vendermi queste fandonie per tenermi buono, lei si sbaglia Mahul. Mi avete preso in giro per mesi, ora non sono più disposto ad aspettare.

Virgola!

CITAZIONE
I privati e i governi di tutta l’Espansione ci affidano le loro opere perché sono convinti che questo sia il posto più sicuro che esista: come pensa che reagirebbero se sapessero che non siete nemmeno in grado di individuare uno sciroccato che ha voglia di giocare all’intellettuale!

Essendo domanda, serve il punto apposito.

CITAZIONE
Le sue parole suonano come una sentenza inappellabile E Mahul torna a sedersi

Minuscolare. Cioè metterla al minuscolo.

CITAZIONE
Ottenuto il silenzio, Feydan torna a sedersi.

E quando si sarebbe alzato?

CITAZIONE
- Sai cosa penso? – fa l’uomo dopo alcuni minuti. - Penso che pianeta non sia un’arca, ma un magazzino.

Manca qualcosa, un articolo o un dimostrativo.

CITAZIONE
Restano in silenzio. Loro, il buio e le costellazioni artificiali. Tutto in apparentemente immobile, tutto in movimento.

Togliere.

CITAZIONE
- Il ronzio dei server che facevano il tuo nome… la Voce che scompare senza lasciare mai traccia… – Stringe di nuovo le mani. – e se fossero le opere stesse a cercare qualcuno che le guardi?

Maiuscolare. Cioè metterlo grande.





La mia classifica:


1) BAYT AL-ḤIKMA di White Pretorian 2.0
2) IL BUON RACCOLTO di shanda06

Grazie delle correzioni, Gargaros. Un unico appunto: la Voce non è un'IA. Secondo i protagonisti, sono letteralmente le memorie delle opere d'arte memorizzate nei mainframe che hanno acquisito una sorta di coscienza, perché erano prigioniere dei dispositivi in cui erano sigillate. A rileggere, mi rendo conto che non era chiarissimo, quindi converrà spiegarlo meglio.
 
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