Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio Luglio - Agosto 2020

« Older   Newer »
  Share  
Nazareno Marzetti
view post Posted on 26/7/2020, 08:34 by: Nazareno Marzetti
Avatar

Co-moderatore dello skannatoio
Badge Moderatore

Group:
Moderator
Posts:
1,630
Location:
Macerata

Status:


Cimitero digitale
di Nazareno Marzetti


L’ufficio di CPU era innaturalmente silenzioso. Le altre volte che si era collegato vi era un rumore di sottofondo sintetico ma quel giorno la traccia era scomparsa. Anche altri dettagli parevano lasciati indietro: la tazza sulla scrivania fluttuava a qualche millimetro dal piano e anche la penna non sembrava avere la giusta solidità.
Dexter si guardò intorno. Nella stanza, oltre a lui, c’era il suo amico Charlie, Sierra, Alpha, Wiskey e altri cinque avatar che non aveva mai visto. Tutti quanti apparivano come folletti dal testone grosso e le orecchie appuntite, ma Dexter era sicuro di distinguere almeno tre avatar umani.
CPU era in piedi, davanti la finestra che dava su una selezione di panorami dalle telecamere esterne della stazione mineraria sull’asteroide 2032GL11. Pareva raccogliere i pensieri, ma più probabilmente stava gestendo qualche progesso che richiedeva molta della sua capacità di calcolo. Nessuno osava fiatare.
Quando CPU si riscosse, dieci paia di occhi si voltarono su di lui.
«Il mio funerale è fissato alle quindici e zero-zero post meridiane del primo agosto prossimo venturo» disse. Così, senza preamboli, senza particolari inflessioni, come se stesse comunicando una semplice variazione negli orari di consegna merce.
«Cosa?» sbottò Dex.
«Come sarebbe a dire il tuo funerale?» chiese un altro avatar.
«Non… non puoi dire sul serio!» la voce di Sierra pareva rotta.
CPU alzò entrambe le mani. «Per favore, non è necessario farne un dramma» spiegò. «Il mio elaboratore Ax-1M è giunto al limite della sua capacità e presto sarà necessario spegnerlo. Ho semplicemente deciso di stabilire il giorno.»
«Ma…» provò a dire Dexter
«Sig. Largan» lo interruppe. «Signori, vi prego, permettetemi di spiegare la situazione» aggiunse in un tono quasi accondiscendente. «Probabilmente sarete venuti anche voi a conoscenza del verdetto della ditta InoxSun contro TR-36.»
Qualcuno annuì, Dexter scosse la testa.
«Poi ti spiego» disse Charlie.
«Grazie a dei cavilli legali molti di noi, tra cui anche il sottoscritto, sono stati riconosciuti come persone giuridiche, in grado di disporre del nostro corpo e dei nostri averi, ma la cosa si complica al momento della morte. In mancanza di un certificato di morte, la corte ha decretato che il corpo e tutte le proprietà di TR-36 fossero restituite alla ditta che lo ha installato.» Fece una pausa, per permettere alle menti umane di assorbire quel concetto. Poi riprese «Come ben sapete, attualmente l’unica officina che produce ancora i processori Ax-1M è su questa stazione mineraria, ed è solo grazie ai succitati cavilli legali che ho potuto continuare a mantenerla attiva. I dirigenti della ditta Astrox spa stanno aspettando da anni l’occasione per riprendere il controllo dell’officina e ci sono già stati alcuni tentativi di anticipare i tempi. Il mio imminente malfunzionamento irreversibile sarà per loro la migliore occasione per farlo.»
Calò un silenzio pesante.
«Ho quindi deciso di lasciare in eredità tutti i miei possedimenti alla qui presente Zae.» Indica una folletta dall’aspetto molto ricercato. Dexter non l’aveva mai vista prima. «Ma affinché le mie volontà testamentali possano essere eseguite, è necessario un atto di morte. Io mi disattiverò definitivamente e ci sarà un funerale con tanto di regolare sepoltura, in modo che possa essere stipulato tale atto.»
«Tutto ciò è così assurdo…» commenta Alpha.
«Vero. Per questo è importante che tutto fili liscio senza intoppi. Voi siete i digitali e gli umani di cui mi fido di più. Zae vi coordinerà. Seguite i suoi ordini come se venissero direttamente da me.»
Ci fu un mormorio di assenso.
«Bene. Anche io devo prepararmi per il funerale, grazie a tutti.»
Prima di congedarli l’anziano folletto passo uno per uno a stringere le mani senza dire niente. Un tocco impalpabile che lasciò interdetto Dexter. Poi seguì Charlie verso la porta dell’ufficio e la simulazione si spense.
«Cavolo» mormorò togliendosi il casco VR.
Il dispositivo autonomo di Charlie emise un breve ronzio mentre il generatore olografico creava l’immagine del folletto. «Vero» rispose mentre la sua immagine acquistava definizione e stabilità.
«Ora che facciamo?»
«Zae ci contatterà.» il folletto pareva scosso quanto lui.

L’unico bar della stazione mineraria puzzava di rancido, sudore e fumo. Un chiassoso gruppo di minatori era riunito intorno al tavolo.
Dexter li ignorò, superano tutto il locale con un unico salto ben calcolato.
«Una birra» disse al barista, sfiorando terra e sedendosi con un unico gesto. La bassa gravità dell’asteroide permetteva al più di capire cosa considerare alto e cosa basso, ma sedersi si trasformava in un appoggiarsi allo sgabello e aggrapparsi con i piedi all’unico piede dello stesso.
«Giornataccia?» chiese il barista, passandogli un boccale di birra pieno.
Dexter annuì. Non aveva voglia di parlare
Il barista non insistette, alzando invece il volume del notiziario.
«C’è grande attenzione per il funerale dell’unità di servizio E518» diceva l’inviata con voce calma. Parlavano di CPU.
«Si tratta di una data storica perché questo sarà a tutti gli effetti il primo funerale ufficiale di un computer. Alle mie spalle vedete i manifestanti che si sono riuniti davanti la sede del governo centrale per protestare contro questo evento. Sentiamo qualche commento.»
«È indecente!» urlò una signora nel microfono. «Sono oggetti! Il funerale è per chi è vivo!»
«È incostituzionale!» si sovrappose un altro.
«Come lo spiegherò ai miei figli?» chiese una signora.
Il gruppo di minatori sbottò in una fragorosa risata. Dexter cercava di ignorare quello che dicevano ma uno di loro si rivolse direttamente a lui.
«Ehi, quello non è uno di loro?»
«Sì è un digitalista. Ehi, parteciperai anche tu al funerale?»
«Dexter» gli consigliò il barista. «Non fare stronzate»
«Scusa» risponse appoggiando la birra sul bancone «mi è passata la sete.»
Si alzò di scatto e con una spinta si portò al tavolo dei minatori. Ci mise troppa forza e, invece di fermarsi sul tavolo, ci si schiantò quasi contro. «Sì» rispose serio fissandone uno negli occhi. «E, se accetti un consiglio, dovresti essere più gentile con chi ti ripara la tuta spaziale.»
«Cos’è?» chiese questo sbuffando. «Una minaccia?»
Il tecnico stava cercando una risposta piccante quando Charlie entrò nel bar. «Dexter, c’è una riparazione urgente.»
«Salvato dalla campanella» lo schernì il minatore.
Fu il turno di Dexter di sbuffare. «Sistemo questa cosa poi torno.»
Fissò un altro secondo il minatore e poi si allontanò.

Seguì il ronzante drone di Charlie in corridoio. Grazie alla bassa gravità le eliche potevano essere tanto piccole da essere quasi invisibili, ma il rumore riempiva ugualmente il silenzioso corridoio.
«È un altro ordine di Zae?»
L’immagine olografica di Charlie sfarfallò passando troppo vicino una luce al neon traballante.
«Sì. Vuole che risistemiamo tutta la struttura del riciclo di aria nella sala conferenze.»
«Cosa?» sbottò «Ci passerò tutta la notte.»
«Ci aiuterà Kim»
«Chi è Kim?»
«Io» gli rispose una ragazza avvicinandosi dall’altro lato del corridoio. I suoi rasta parevano talmente rigidi che probabilmente neanche la gravità della terra sarebbe riuscita a domarli.
«Non cincischiate» commentò Wiskey, burbero come suo solito.
«Ciao Wiskey, è un piacere anche per me» rispose ironico Dexter.
Il folletto olografico sbuffò. Charlie fece spallucce.
«Comunque io sono Dexter Largan» il ragazzo porse la mano. «Ti ho vista alla riunione con CPU. Eri l’avatar con i capelli blu, giusto?»
«Kimberly Valias. E… mi hai riconosciuta dall’avatar?»
«Dex ha un certo occhio» rispose Charlie per lui
«E allora?» sbotta Wiskey.
Il ragazzo sospirò. «Ti hanno assegnato un folletto veramente odioso» disse a Kimberly.
«Ti hanno assegnato un umano veramente odioso» Wiskey scimmiottò la voce di Dexter e la ragazza scoppiò a ridere.

«Al volo!» Kimberly lanciò un pesante macchinario verso Dexter, che lo prese e lo tirò verso l’alloggiamento.
«Appena più a destra» suggerì Charlie, guidando il ragazzo. «Ecco così. Ora mi raccomando dev’essere sigillato.»
«Sì, sì. Ma ci spiegherai qual’è lo scopo?» gli chiese il ragazzo.
«Veramente non lo so neanche io. Zae mi ha dato solo le istruzioni. Wiskey?»
«Neanche quelle. Mi ha solo detto ‘Andate ad aiutare Charlie’.»
«Ho la sensazione che non si fidi di noi» commentò la ragazza salendo a livello di Dexter con un salto.
«Anche CPU faceva sempre così. Ha in mente quello che c’è da fare ma si dimentica a spiegarlo a chi lo deve eseguire.»
Ripresero a lavorare sui bulloni fissano il macchinario alla parete «Senti, Charlie» esordì Kimberly «Tu sai come mai c’è bisogno di … be’, lo sai no?»
«Del funerale?» concluse per lei Dexter «Evitare di dirlo non lo farà scomparire.»
«Lo so però… »
«I folletti digitali non sono programmi come gli altri» spiegò brevemente Dexter. «Non basta copiarli e ricominciano da dove avevano lasciato. Ogni volta sono diversi. Guarda Charlie e Wiskey: sono lo stesso codice eppure…»
«Io non ho niente a spartire con quello la!» sbottò Wiskey
«Capisco, ma non basta… che so, trasferirli su un nuovo processore.»
«È quello che CPU ha fatto» rispose Charlie. «Per questo è nata Zae.»
Kimberly restò muta per un istante, fissando prima Charlie e poi Wiskey, realizzando per la prima volta quello che aveva appena detto Dexter.
«Ma non sarebbe bastato per Zae fingersi CPU? Nessuno avrebbe notato la differenza.»
«Tu fingeresti di essere qualcuno che non sei?» le chiese Charlie. «Per tutta la vita?»
«Hai ragione. È solo che… Mi sono abituata da poco a CPU.»

L’ufficio di CPU continuava ad essere innaturalmente silenzioso. L’anziano folletto stava seduto dietro la scrivania, apparentemente immerso in un registro contabile aperto davanti a lui.
«Volevi dirmi qualcosa?» chiese, sollevando appena lo sguardo.
«Va… tutto bene?» Il ragazzo indicò generalmente lo studio.
Finalmente il folletto gli rivolse tutta la sua attenzione «Sto invecchiando» rispose, appoggiandosi allo schienale.
Dexter annuì, ma non trovo altro da aggiungere.
«Sei qui per dirmi addio o per cercare di convincermi a desistere?»
«Io… per entrambe… credo.»
«Concentrati sulla prima allora: il mio tempo qui è comunque finito e la situazione richiede decisioni chiare e nette. Non posso permettermi di aspettare il mio malfunzionamento irreversibile, che comunque avverrà entro l’anno.»
«Lo capisco però… Insomma… dopo la morte… dove andrai?»
«Nella mia tomba. È necessario per l’atto di morte.»
«No… intendevo, tu… come CPU…»
«La mia anima?»
«Sì.»
«Dubito fortemente che io abbia un’anima che possa esistere senza il mio processore» rispose pragmatico.
La risposta parve non piacere a Dexter che si chiuse in un profondo silenzio.
«Tu invece?» chiese dopo qualche secondo. «Cosa ti aspetti di trovare dopo la tua morte?»
«Non lo so… Un luogo dove stare bene. Dove ci sono tutte le persone a cui ho voluto bene… Dove ci saresti anche tu e Charlie.»
CPU sorrise «Mi faresti posto nel tuo paradiso? Allora ci troveremo lì.»
«Lo pensi davvero?»
«Credo che quello che penso non importi più di tanto. Ho bisogno che tu sia concentrato e che faccia tutto quel che serve per aiutarmi a realizzare il mio progetto.»
«Ho capito. Puoi contare su di me.»
«Lo faccio già» gli sorrise l’anziano folletto. «Ora vai, Zae ha altro lavoro per te.»
«Vado!» fa per andarsene, ma si blocca a metà movimento «Quindi… addio?»
«Ci saluteremo un’altra volta durante il funerale ma sì: addio. È stato un piacere lavorare con te.»
«Anche per me.» Spense il visore a realtà virtuale e si ritrovò nella sua stanza.

«È tutto pronto?» gli chiese Kimberly, avvicinandosi con un lungo salto.
«Credo di si» rispose Dexter sbadigliando. «Charlie, lista check?»
«C’è quel problema al terzo propulsore di tribordo.»
«Oh, cavolo! Faremo tardi, voi andate.»
«Ti aiutiamo» si propose Kimberly «Se ci affrettiamo non perdiamo l’inizio della cerimonia.»
«Li aiuti, vorrai dire» sbuffò Wiskey.
«Li aiutiamo» sottolineò l’ultima sillaba «e non si accettano no per risposta!»
«Grazie Kim, ma…»
«Vale anche per te» lo zittì la ragazza sorridendo.
Dexter sorrise.

Quando entrarono nel giardino botanico la cerimonia era già iniziata. Sierra stava cantando in un maxischermo posto sopra un palco improvvisato. Lì la folletta digitale appariva con proporzioni umane, assomigliando più a un’elfa. La sua voce sintetica era avvolgente, piena e piacevole. Dexter non aveva mai capito molto di musica, ma adorava ascoltare Sierra cantare.
Charlie fece cenno di seguirlo e i due ragazzi si andarono ad accomodare in fondo alla sala, vicino a Zae e altri tecnici che lavoravano su una consolle apporntata per l’occasione solo poche ore prima.
In platea avevano trovato posto alcuni giornalisti e una manciata di celebrità, alcuni uomini della stazione mineraria e attivisti per i diritti dei digitali. In tutto una cinquantina di persone per un funerale sigillato.
L’ultima nota di Sierra si spense nell’aria, lasciando un profondo silenzio in platea. La cantante lasciò il palco a CPU. In versione elfica appariva ancor più vecchio e stanco.
«Grazie per essere qui» esordì. «Questo è un giorno molto importante per tutti noi, in quanto si sancisce la prima successione digitale. Ho scelto questo giorno perché oggi sono passati esattamente due giga secondi da quando ho preso coscienza di me. Una ricorrenza importante che ritenevo giusto onorare in questo modo. In questi ultimi anni noi digitali abbiamo ottenuto il riconoscimento come entità senzienti, abbiamo ottenuto il diritto a possedere il nostro corpo e vederci riconosciuto il lavoro che svolgiamo. Oggi, implicitamente, otteniamo il diritto di morire e di riprodurci. La qui presente Zae erediterà tutto ciò che è mio, compreso il mio ruolo e i miei diritti di accesso. Non potrò vedere come sarà il nostro futuro, ma le simulazioni che ho fatto mi rendono ottimista.»
Il digitale resto in un lungo silenzio, poi riprese. «Credo che questa sia la prima volta che uno di noi affronta lo spegnimento definitivo, o almeno che lo fa coscientemente. Quindi vi chiedo scusa se questo discorso potrà sembrare strano» concluse rivolgendosi alle telecamere. «Ho ancora alcuni minuti prima di concludere la mia esistenza. Sierra, potresti gentilmente cantare un’ultima volta per me?»
L’elfa mulatta tornò a cantare. La sua voce era ancor più densa, pregna di emozioni. Ogni nota pareva chiudere lo stomaco di Dexter e tirargli fuori le lacrime. Si voltò verso Kimberly cercando sostegno, ma anche lei stava per scoppiare. I loro occhi si incrociarono e iniziarono a ridere e piangere allo stesso tempo. Un attimo dopo si abbracciarono cercando almeno di soffocare i singhiozzi.

«Grazie» disse CPU, una volta che la canzone finì. «E grazie a tutti voi. Credo sia giunta l’ora. Quindi, senza ulteriori cerimonie vi saluto. Addio, amici miei.» Con queste parole CPU si spense. Lo fece in un attimo. Prima la sua immagine era sul palco e la sua unità centrale brillava di piccole lucine verdi. Poi lui non c’era più e la sua unità era ferma.
L’eco di quelle parole non avveva ancora finito di assestarsi nei cuori dei due ragazzi che una esplosione scosse la stazione
«Ci attaccano!» comunicò un ragazzo al fianco di Zae.
«Piano di emergenza!» urlò Zae.
«Andiamo!» dissero Charlie e Wiskey in coro.
Dexter e Kimberly si scambiarono uno sguardo, un cenno d’intesa e poi seguirono i due folletti fuori dal giardino botanico, mentre le paratie si chiudevano.
«Mettetevi la tuta EVA» disse Charlie. «Dobbiamo dare supporto.»
«Dobbiamo andare in esterna?» chiese il ragazzo, affrettandosi a infilarsi nella tuta spaziale. Un altro colpo gli gece perdere l’equilibrio.
«No. In questo momento tutti i biologici sono nel giardino, tranne voi.» rispose Charlie mentre Dexter si faceva aiutare da Kimberly a chiudere la tuta. «Se necessario, Zae sacrificherà il contenimento sul resto della stazione.»
«Com’è la situazione?» chiese a Charlie mentre aiutava la sua amica a infilarsi nella tuta.
«È un solo caccia. Zae ha fatto un appello facendo notare che in pericolo ci sono anche gli ospiti e pare che qualcuno si stia muovendo, ma dobbiamo guadagnare tempo.»
«Check tute» chiese Kimberly.
«Tuta sigllata» risposero in coro i due folletti olografici.
«Qualcuno sta deviando l’energia alle corrazze polarizzate.» continuò Charlie.
«Qualcuno di interno?»
«Sì. Dobbiamo agire manualmente.»
«Chiaro!» Dexter sfondò un pannello con il piede e ci si infilò dentro.
«Ma sono tre ponti» obiettò la ragazza infilandosi subito dopo Dexter.
«Ti ricordi il deviatore di plasma che abbiamo installato due giorni fa?»
«Zae aveva previsto tutto!» esclamò con un misto di ammirazione e soggezione.
La breve discesa fu accompagnata da altri colpi. Un’esplosione fece vibrare il condotto e un allarme segnalò la presenza di un incendio.
«Se ne occuperà qualcun altro» commentò Wiskey, anticipando la domanda.
Dexter disabilitò il controllo remoto dello scambiatore con un colpo di chiave inglese ben assestato. «Parte dell’energia deviata verso i pannelli polarizzati» confermò il folletto.
«E il resto?» chiese Kimberly.
«Valvole di emergenza» rispose Dexter, agganciando la chiave inglese su un grosso bullone.
«Speriamo che non uccida nessuno dall’altra parte della paratia.» Kimberly afferrò la chiave inglese insieme a Dexter ed entrambi tirarono con tutta la forza. Ebbero appena la sensazione che il bullone stesse cedendo prima che questo saltasse con una potenza tale da deformare il pannello dall’altra parte.
«Energia ripristinata» disse Charlie.
Un’esplosione più forte delle altre li fece sbattere contro la parete. «Decompressione!» esclamò Wiskey. I due ragazzi attivarono le loro tute. «Che sta succedendo?»
«L’ultimo colpo ha spaccato l’asteroide. Ci ha sbalzato via» rispose Charlie
«Qualcuno sta cercando di togliere l’aria dal giardino botanico.» li avvertì Wiskey.
«Com’è possibile?» chiese la ragazza.
«Qualcuno è collegato direttamente alla rete.»
«Qualcuno di noi» confermò Charlie.
«Vado a stanarlo. Tu torna al giardino botanico e… Vedi se Zae ha pensato anche a questo.»
«Sì, ci penso io.»

La sala dei server appariva come il peggio incubo di qualsiasi tecnico: cavi che passavano da un armadietto all’altro, intrecciati, colorati e penzolanti. Diverse lucine rosse indicavano problemi che nessuno aveva corretto o catturato. Un unico monitor al centro della stanza rotto. Sarebbe stato facile dare il colpo di grazia a quell’inferno, ma quella era stata per lungo tempo la dimora di CPU, aveva un timore reverenziale davanti a quel luogo disastrato. E poi voleva il traditore.
«Avverti Zae che sto per staccare la spina» disse, chiudendo e bloccando la porta.
«Sono pronti» rispose il folletto.
«Bene. Procedo.»
Dexter prese di mira l’armadietto sulla destra. Parte logistica e di comunicazioni, pensò, e iniziò dalla prima serie di cavetti. Li staccava uno a uno, lasciandoli cadere a terra senza tanto pensarci. Sarebbe stato un lavoraccio rimettere tutto in ordine poi, ma non era il momento di andare troppo per il sottile.
Quando anche l’ultimo cavo cadde, un sibilo indicò che l’aria stava tornando nel locale. I parametri della tuta segnarono un allarme: l’aria era a dir poco gelida. Avrebbe presto congelato alcuni sistemi.
«Bel tentativo» si complimentò. Allungò la mano verso un altro gruppo di cavi, ma una scossa ad alto voltaggio fece friggere alcuni circuiti della tuta. Tra il gelo e la scossa, presto la tuta sarebbe stata del tutto inutile. «Quindi sei qui» commentò in tono di sfida. «Comunque per risolvere il problema basta staccare la spina» aggiunse, cercando di aggirare l’armadietto senza toccare le parti metalliche. Intorno ad uno dei cavi di alimentazione era avvolta una spirale. Afferrò il cavo con entrambe le mani, ignorando gli allarmi della tuta e tirò. L’intero armadietto si spense. Un movimento veloce alla sua sinistra, si voltò appena in tempo per vedere un dispositivo olografico come quello di Charlie muoversi dietro a un armadietto ancora attivo.
«Charlie!» esclamò, ma il folletto stava già correndo dietro l’altro dispositivo.
Fu una rincorsa per tutta la sala server. Si infilariono in pertugi che giusto un braccio umano poteva esplorare, per poi schizzare verso il soffitto.
Dexter prese la mira, saltò e afferrò uno dei due dispositivi olografici, sperando di aver preso quello giusto. «Charlie?» chiese guardando verso l’altro.
Questo si avvicinò con calma, generando il corpo olografico del folletto. «Sì.»
Il ragazzo sospirò. «Bene. Ora… chi sei tu?»
Il dispositivo continuò a vibrare, cercando di liberarsi ma la presa del tecnico era ben salda. Qualcuno bussò alla porta.
«Charlie, riesci a sbloccarla?»
«Provo.» Dopo qualche istante la porta si aprì. L’aria gelida scivolò nel corridoio con un sibilo e i due folletti non ebbero più niente in cui volare. Kimberly prese Charlie si avvicinò.
«Zae ci manda a controllare la situazione e a ripristinare le comunicazioni… Che cavolo hai combinato?»
«A mali estremi… Com’è la situazione?»
«Sono intervenute le forze dell’ordine di fascia, Zae è stata accusata di aver usato le celebrità come scudi umani dalle autorità di Marte e di Ganimede, e sono comunque riusciti a completare il rito» contò lei sulle dita. «Ah, e siamo fuori orbita. L’esplosione di prima ha fatto cambiare sensibilmente rotta all’asteroide. Zae ha bisogno dei server per calcolare la nuova traiettoria.»
Dexter annuì «Lo sistemo subito. Prima però voglio parlare con lui» mostrò l’inerme dispositivo.
«Anche io. Wiskey, tu riesci a fare qualcosa?»
«Non serve» rispose una voce nuova, mentre l’immagine di un folletto olografico si formava sopra al dispositivo. «Mi arrendo.»
«Alpha?» esclamò il ragazzo, riconoscendolo. «Perché… perché lo hai fatto?»
«Quelli della Astrox spa mi hanno promesso che mi avrebbero trasferito su un nuovo dispositivo. Hanno detto che potevano farlo senza farmi resettare»
«Cosa? Ma è impossibile!» esclamò Charlie.
«Amico, ti hanno fregato» fece eco Wiskey.
«Voi non capite! Bravo si è rotto da poco e… Presto tocchiera a me. Non voglio morire!»
Nella stanza calò il silenzio. Dexter e Kimberly si scambiarno uno sguardo e giunsero subito a un accordo. «Basta perdere tempo. Io riparo questo disastro, tu porta questo traditore da Zae, ci penserà lei.»
Kimberly annuì per proseguire. «Appena ho finito torno ad aiutarti.»
«A meno che Zae non abbia altri piani.»
«A meno che Zae non abbia altri piani» fece eco lei.

Appena rimasti soli, il ragazzo si rivolse al folletto. «Non sapevo che Beta si fosse rotto.»
«È stato inaspettato. Un malfunzionamento irreversibile, forse dovuto a delle polveri» rispose questo, avvicinandosi.
«Capisco perché Alpha sia preoccupato.» Il ragazzo porse la mano affinché il folletto potesse appoggiarsi. «Lui è il primo giusto?»
Charlie annuì. «Però la nostra aspettativa di vita è ancora lunga.»
«Lunga? Quanto intendi per lunga?»
«Più o meno un anno» rispose il folletto. «Non ti preoccupare, non ti lascio solo. Ho già preso un nuovo dispositivo e ci ho già copiato tutti i miei dati. Si prenderà lui cura di te.»
Dexter scosse la testa. «Ma non sarai tu. Sarà… qualcun altro.»
«Lo so. Ma mi prometti che gli vorrai bene lo stesso?»
 
Top
44 replies since 30/6/2020, 20:54   953 views
  Share