Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio Luglio - Agosto 2020

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White Pretorian 2.0
view post Posted on 21/8/2020, 23:10 by: White Pretorian 2.0
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Custode di Ryelh
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Ed ecco i voti e i commenti assegnati dalla giuria

GRADUATORIA GIURIA
1)Cimitero digitale, di Nazareno Marzetti
2)Paria, di Citizen
3)Senza Titolo, di Shanda
4)Oh, Gianni, Svegliati! di Gargaros
5)Rinascita, di Aslan90


RINASCITA, di Aslan90

Ciao Aslan e piacere di leggerti. Il tuo racconto è sicuramente ancora acerbo e presenta grandi margini di miglioramento. In particolare, secondo noi questi sono i principali problemi del racconto:

TRAMA: probabilmente il punto più dolente di questo racconto. Per il semplice motivo che sembra non esistere. Non abbiamo una narrazione che si sviluppa da un punto a un altro, quanto una sequenza di eventi collegati tra loro da una mera sequenzialità temporale. In pratica, vediamo semplicemente Enrico fare cose, senza che questo sembri portare da nessuna parte. La decisione di inserire l’omicidio di Lorenza in mezzo a quello di Rebecca non fa altro che peggiorare le situazione, perché spezza la narrazione e sovrappone due eventi fin troppo simili tra loro, senza aggiungere niente di effettivamente interessante. Se la tua intenzione era quella di creare un parallelo tra le due situazioni, forse sarebbe stato meglio alternarle, magari mettendo una delle due con un tipo di carattere diverso, in modo da differenziare realtà e ricordo.
PERSONAGGI E DIALOGHI: tolte Rebecca e Loretta, che sono a malapena delle comprimarie, gli unici personaggi di rilievo sono Enrico e la moglie. Entrambi funzionano poco: Elsa è poco più di uno stereotipo (quello della moglie rompiscatole) che non trova un effettivo sviluppo, laddove Enrico è semplicemente costruito in modo confuso. L’idea di un uomo sottomesso che scopre l’omicidio come sfogo potrebbe anche essere interessante, ma dovrebbe essere mostrata meglio, soprattutto se Enrico RISCOPRE il piacere dell’uccisione: insomma, perché ha dimenticato? Cosa anima questa sua pulsione? Cosa l’ha fatta esplodere la prima volta? Se non dai delle vere motivazioni all’agire dei personaggi, restano solo maschere vuote. Questo, ovviamente, non vuol dire costruire background chilometrici, quanto cercare di dare un motivo al suo agire e farlo agire di conseguenza. Per quanto riguarda i dialoghi, abbiamo notato una certa artificiosità nella costruzione: ricorda, la semplicità e il realismo sono sempre la scelta migliore per i i tuoi personaggi.
STILE: abbiamo tutti notato una certa tendenza a raccontare fatti, emozioni e pensieri, piuttosto che mostrarli. Di per sé non c’è niente di male, però ricorda che una scrittura è tanto più raffinata quanto più riesce a coinvolgere il lettore e questo non può prescindere dal mostrare gli eventi. Per dire, piuttosto che dire che un personaggio è felice, fa in modo che traspaia dal suo modo di parlare o dai suoi gesti. Allo stesso modo, se vuoi mostrare la relazione tra due personaggi, non spiegarla: lascia che a parlare per te siano loro, tramite anche il più piccolo movimento. Meglio imparerai a padroneggiare questa tecnica, migliore sarà la tua scrittura.

Alla prossima!

RINASCITA di Aslan
Dal punto di vista narrativo il racconto non brilla.. Il protagonista ha un impedimento e fa di tutto per superarlo e raggiungere i propri desideri (che in questo caso è provare piacere uccidendo giovani donne). Qui però non c’è un impedimento. Il piacere è legato al fatto che il protagonista uccida o meno una vittima, ma nessuno glielo impedisce. Non emerge dal racconto che ci sia qualcuno sulle sue tracce o che rischi qualcosa nel cercare soddisfazione. Manca quindi tensione e il racconto risulta un po’ “impalpabile”.
La trama è riassumibile in un uomo che ritrova le proprie passioni.
Dal punto di vista stilistico il racconto presenta molte lacune tra cui periodi molto lunghi e ricchi di subordinate, ampio uso del narratore onnisciente (anche se inconsapevole, visto che in alcune parti sembra non conoscere la realtà dei personaggi), dialoghi poco realistici, senza caratterizzazione, infodump. Alcune parti descrittive appaiono superflue allungando il racconto e rendendone la lettura più pesante (come la colazione iniziale o il lavoro al supermercato).
Per i fini della trama, anche l’omicidio di Rebecca risulta superfluo, nel senso che lo stesso messaggio sarebbe emerso da quello di Elsa sul finale.
A titolo d’esempio riporto parti del brano per evidenziare alcuni problemi stilistici.
“Enrico prese il suo piatto della colazione appena svuotato e lo mise nel lavastoviglie.”
L’incipit non suscita curiosità nel lettore, anzi, si apre su una scena banale e superflua. Il pronome possessivo è di troppo, come il dettaglio del fatto che il piatto sia “appena svuotato”, lavastoviglie è femminile.
“Con una mano prese le posate e con l’altra il piatto di Elsa che era già in bagno a truccarsi.”
Il periodo è inutilmente allungato da dettagli come “con una mano e con l’altra”, l’informazione su dove si trovi Elsa emerge senza alcuna necessità per il personaggio, quindi risulta a solo uso del lettore che viene distratto dall’immersione narrativa. Questo, in generale, è il problema del narratore onnisciente.
L’intero periodo mostra un tentativo di “show, don’t tell” vanificato proprio da quel “che era già in bagno a truccarsi.”, mostra inoltre degli aspetti irrilevanti alla trama, alla caratterizzazione dei personaggi e alla definizione dell’ambientazione.
“«Sono pronta» disse Elsa sbucando fuori dal bagno nel suo nuovo tailleur viola.
«Io quasi», lei sbuffò.”
Il beat risulta molto lungo e ostico alla lettura anche a causa del gerundio, di quel “fuori” che potrebbe essere sottinteso e dell’inutile informazione del “nuovo tailleur viola” che non aggiunge nulla di rilevante alla scena. La risposta di lui, posta in questo modo, confonde. Per migliorare in leggibilità potrebbe essere riformulato così:
“Elsa sbucò dal bagno. «Sono pronta»
«Io quasi.»
Lei sbuffò.”
“«Aspetti sempre all’ultimo a prepararti e poi sono io quella che ci rimette. Ho il volo fra sole due ore e il taxi sta già aspettando da cinque minuti. Perché le mie valigie sono ancora qui?» chiese indicando il trolley fucsia e la borsa nera vicino alla porta d’ingresso.”
La battuta di dialogo presenta infodump evidente, il dettaglio dei colori delle valige spiccano per la loro inutilità. è presumibile che non sia la prima volta che i personaggi le vedono, quindi, anche a voler parlare di personaggi portatori del punto di vista (cosa che non viene applicata con rigore in questo brano), non avrebbero motivo di notare il colore delle borse. Non ha motivo di comunicarlo al lettore nemmeno un narratore con focalizzazione esterna (come nel caso del narratore onnisciente), quindi risultano superflue informazioni (non utili alla comprensione del contesto o a far procedere la trama) che stridono con la continuità della narrazione.
“«Scusa tesoro, ci ho messo troppo a preparare colazione. Volevo farti i tuoi pancake dato che non ci vedremo per una settimana.»”
(refuso: manca l’articolo) Mancano delle virgole: prima del vocativo (scusa, tesoro) e dopo “i tuoi pancake”. Inoltre la battuta è puro infodump visto che la scena ci presenta i due che hanno appena consumato la colazione e che Elsa dovrebbe sapere bene per quanto starà via.
“«Fammi capire, prima mi prepari la colazione e poi me lo rinfacci?»”
Dopo “fammi capire” sarebbero più corretti i due punti.
“Elsa si mise le mani sui fianchi senza smettere di fissare Enrico che si precipitò verso le valigie e corse giù in strada a caricarle di persona sul taxi.”
Il periodo è molto lungo e pesante alla lettura. Potrebbe essere notevolmente ridotto eliminando la zavorra sottolineata. Potrebbe anche essere riformulata accorpando cose come “senza smettere di fissare” fissando; “che si precipitò verso le valigie”: che afferrò le valigie.
La consecutio non viene seguita con verosimiglianza, perché si parte dal seguire le azioni di Elsa e si finisce con quelle di Enrico che si sposta in un altro luogo. Tutta la frase non va bene.
“Sapeva che lei non voleva che la sua roba la toccassero altri.”
“la sua roba la toccassero altri” sarebbe da riformulare in “che altri toccassero la sua roba”. La frase è un’informazione per il lettore fornita da un narratore onnisciente. Potrebbe essere un pensiero di Enrico (voce interiore), ma sarebbe strano che lo pensasse dopo aver risolto il problema e non prima di occuparsene, inoltre quel “Sapeva” indica che è una voce esterna al personaggio che informa il lettore su qualcosa che lo riguarda.


SENZA TITOLO, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra e piacere di leggerti. In un primo momento l’atmosfera surreale ci aveva colpito. Hai cominciato morbida, con una vocina che esce dall’armadio e la scoperta di questa bambola parlante.
Mentre il dialogo avanza, però, hanno cominciato a inserirsi dei dettagli sempre più confusi e disparati. Una storia che è un racconto a parte di cui ci dai vaghi cenni ma tieni per te il di più.
C’è questa Tiziana che disegna e ruba i disegni di Eleonora, e Eleonora che segue la strada dei fumetti. Quindi il conflitto è questo, il rapporto tra le due. E allora comincia già da subito a seminare, con in testa il conflitto che vuoi evidenziare.
Il personaggio della nonna sembra più complesso del necessario e il suo lavoro è fumoso: è una giocattolaia che crea robot, bambole magiche o è solo Eleonora che le sente parlare nella sua testa? Il dubbio che nonna abbia creato un automa a inizio racconto farebbe pensare che ci troviamo in un racconto di fantascienza o fantasy, ma questo dettaglio non modifica la struttura della trama e resta irrilevante. La nonna è una presenza ingombrante che mette a dura prova la comprensione dell’intero testo.
Il rapporto tra Eleonora, le bambole e Tiziana è costruito in modo poco realistico, quasi onirico, dove le reazioni e i dialoghi sono poco convincenti e paiono, talvolta, slegati dal contesto.
In estrema sintesi, Shanda (e questo è direttamente Pretorian a parlare) questo racconto sembra essere un netto passo indietro rispetto ai lavori dei tuoi mesi scorsi e si ripresenta il problema su cui hai cercato di lavorare per anni, ossia il costruire un’ambientazione interessante, ma fin troppo fumosa, con la conseguenza che molte parti, che magari per te erano chiarissime, non lo sono per il lettore.


Ti evidenziamo una serie di punti per farti capire quanto la trama è stata ballerina, proprio perché non girava attorno a un fulcro solido:

“Il malore improvviso, la corsa in ospedale, e le lunghe ore passate nella speranza che nonostante l’ictus potesse salvarsi.”: immagino della nonna, lo capirò senz’altro più avanti
Il dialogo seguente è poco realistico, anche se è una bambola parlante: “ «Finalmente riesco a vederti. Per favore, Eleonora, tirami fuori di qui. Perché tremi? La nonna ha faticato tanto negli ultimi tempi per darti un aiuto per quando non ci sarebbe più stata.»”
Strano il pensiero che fa la nipote: “Non sa cosa pensare: quando l’ha sollevata ne ha sentita la leggerezza, quindi, è da escludere che la nonna abbia creato un mini automa.” Eviterei. Teniamo la sospensione dell’incredulità su toni fantastici e non fantascientifici.
Ripetizione PER QUANTO su: “ma i riccioli neri sono gli stessi, per quanto ribelli. / L’immagine è a colori, per quanto un po’ sbiaditi”
“«Tiziana» esclama con un tono astioso. «Mi ricordo che veniva sempre dalla nonna e una volta copiò un mio disegno.»”: questa frase buttata lì è proprio oscura.
Non andare a capo prima del dialogue tag “si alza” in: “«Tu? Ma sei tutto quello che mi rimane di lei.»/ Si alza: «E poi, perché obbedirle?”. Altrimenti sembra che cambi il soggetto.
Due amiche-nemiche si vedono dopo tanto tempo e si fanno questo discorso? “indica l’album e le cartelline: «Allora hai visto quanto sono stata incompetente. Negli ultimi tempi la fabbrica e il negozio sono entrati in crisi perché non ho saputo bissare il successo stando al passo con i tempi. Tu, a Mercuria, hai il tuo seguito.»”
Sulla scrittura c’è da dire che fai un largo utilizzo del narratore onnisciente e di parti in cui riassumi per il lettore informazioni attraverso pensieri e dialoghi poco realistici scadendo nell’infodump. Ci sono diverse ripetizioni e forme poco eleganti che fanno pensare a una stesura un po’ più pigra rispetto ai tuoi standard.

PARIA, di CITIZEN
Un pezzo di fantascienza che parte da una buona idea ma che necessita di una revisione sullo stile espositivo, senza il quale si perde molto dell’immersività. Prendiamo per buona la scelta degli alieni superpotenti di canalizzare la rabbia omicida su un solo essere umano. Qui abbiamo un protagonista stravolto da un destino ciclico. Un capro espiatorio che non ne può più. Il narratore è onnisciente forse non è la scelta più azzeccata, avresti potuto migliorare l’empatia con una focalizzazione in terza soggettiva.
Il secondo paragrafo (vedi sotto) è infodump, stona con il resto del brano e può essere eliminato. Molti costrutti appesantiscono le frasi, con aggettivi e avverbi che non facilitano l’immersione. Ecco un estratto con suggerimenti su come migliorare il tuo testo:

“La capsula pneumatica si aprì con un sibilo rilasciando (GERUNDIO) nell'aria un lieve (AGGETTIVO ELIMINABILE) sbuffo di ozono”
“aroma viscido di sofferenza (COSTRUTTO POCO IMMERSIVO) permeava sempre (AVVERBIO ELIMINABILE) quelle sale asettiche”
“Si passò una mano lungo il cranio rasato per scacciare [via] il [tipico] mal di testa che sopraggiungeva ogni volta che tornava in vita.” Questo periodo è molto lungo, con due subordinate su più livelli. Potrebbe essere sciolto in due frasi distinte. Valuta una soluzione tipo: “Si passò una mano sul cranio rasato: ogni volta tornava in vita e il mal di testa si faceva sentire.” La prima che mi è venuta in mente, eh.
“Aveva qualcosa di importante da fare e non era il tipo da rimanere con le mani in mano.” ce lo stai dicendo tu come è il tipo. Se ce lo mostrassi con qualche sua azione, al massimo qualche pensiero, migliorerebbe l’immersione.
“Fuoriuscì con cautela (POSSIAMO MOSTRARE LA CAUTELA) dalla capsula poggiando (GERUNDIO) i piedi a terra uno alla volta (QUESTA POTREBBE ESSERE CAUTELA).”
“Era nudo, salvo per il camice ospedaliero. Istintivamente si coprì le parti intime con le mani nell'eventualità ci fosse qualcun'altro lì presente.”
Questa è difficile: “Era nudo, salvo il camice ospedaliero” suona male, la lettura si inceppa: o è nudo, o ha il camice. Meglio: “Indossava il camice ospedaliero”. Togli l’avverbio “istintivamente”, indebolisce l’azione. Toglierei il “Nell’eventualità ci fosse qualcun[‘]altro lì presente”, perché il “si guardò attorno” è più che sufficiente. Eliminerei anche il “per cercare di orientarsi”. Immergi, non raccontare.
Attenzione alla cascata di subordinate in “cercando qualcuno (1°) che lavorasse lì (2°) perché gli desse istruzioni (3°).”
“Un'infermiera sorseggiava da sola del caffè in polvere” come sa il protagonista che è caffè in polvere? OK, è narratore onnisciente, che quindi sa anche da dove viene la miscela. Ma meglio togliere, il lettore si farà comunque questa domanda. E soprattutto non è essenziale ai fini della narrazione.
“L'infermiera si girò quasi (INDEBOLISCE...) di soprassalto (...UN TERMINE FORTE, FORSE ECCESSIVO) sentendo (GERUNDIO) quel rumore disarticolato (AGGETTIVO DI DIFFICILE COLLOCAZIONE)”.
“disse con malcelato disinteresse” Questo costrutto è pesante, perché neghi due termini (celato e interesse) e rallenti la lettura. Sciogline almeno uno (malcelato potrebbe essere un “evidente”). Meglio ancora, elimina!
“Dandogli (GERUNDIO) le spalle”
“che sapeva aveva in serbo per lei (LUI)”

Per quanto riguarda il secondo paragrafo, da “C’era una volta la fantascienza…” a “... l‘intera umanità potesse sopravvivere”: è tutto INFODUMP.
Cacci informazioni a forza nella gola del lettore queste parole, per spiegare l’antefatto. Ma non è necessario, peggio è straniante. Questi concetti devono arrivare al lettore con una semina dosata degli elementi, chissenefrega se non verrò mai a sapere dell’antefatto. Tutto deve essere funzionale alla storia di quest’uomo. Oltretutto, in questo modo hai svelato particolari importanti e tolto il gusto della scoperta del perché il tizio è ridotto così. Puoi cancellare tutto il paragrafo senza rimorsi.
NB: occhio al “pretenderono”: “pretesero”.


CIMITERO DIGITALE di Nazareno Marzetti.
Ciao, Nazareno e piacere di leggerti.
Chi frequenta questo forum da abbastanza tempo ha imparato a conoscere le vicende di Dexter, Charlie e il loro mondo strampalato, così come il miglioramento che si incontra a ogni capitolo che porti. Nel complesso, il lavoro è ben fatto, con dialoghi ben scritti, accompagnati da uno stile pulito ef efficace. Sui personaggi abbiamo una certa altalenanza: se CPU e Zoe hanno una personalità ben delineata, seppur con tutti i limiti del caso, proprio i protagonisti, Dexter e Charlie, sono poco più che ombre. Probabilmente ha pesato il fatto che li hai già presentati nei precedenti racconti: su questo, il suggerimento per i racconti seriali è di ripetere sempre qualcosa che possa fornire un carattere ai protagonisti, anche se l’hai già presentato.
Un’altra cosa che possiamo suggerire è di lavorare meglio sulle scene d’azione: abbiamo un attacco a un asteroide, una battaglia che coinvolge IA e misteriosi nemici, un bombardamento… e tutto quello che mostri è Dexter che cerca di far funzionare un apparecchio? è come se Tolkien, invece descrivere la carica di Aragorn al Cancello Nero, si fosse improvvisamente soffermato sulle vicende di Bula, Furiere di Gondor, che cerca di far quadrare i conti mensili della logistica!!

Oh, Gianni, svegliati! di Gargaros.
Ciao Gargaros e piacere di leggerti. Rispetto ai tuoi ultimi lavori, questo è sicuramente un passo indietro. Lo è da tutti i punti di vista: lo stile è molto più ampolloso e lento del solito, pieno di espressioni e frasi di cui abbiamo faticato a capire il senso ("luce dantesca", "metallo cromato satinato" e via discorrendo). Ovviamente, questa lentezza si ripercuote sui dialoghi, con i personaggi che parlano usando frasi molto artificiose e poco realistiche. Se possiamo darti un suggerimento, cerca di puntare alla semplicità del linguaggio, più che all'ebbrezza dell'edizione. Per i dialoghi, stessa cosa: se ti accorgi che i dialoghi che stai usando non sono verosimili, è il caso di cambiare. Per quanto riguarda la trama, il giudizio è meno negativo, ma comunque non sufficiente: tutta la parte iniziale, con Gianni perseguitato dai due agenti, è confuso, soprattutto a causa della scelta di esordire con un Gianni che li ha già incontrati e che viene mostrato agitato senza che se ne capisca la ragione. Dopo il rapimento, arriva il momento spiegone, che probabilmente avrebbe meritato un'opera do asciugatura, in modo da ridurre al minimo l'infodump: meno informazioni e più diluite avrebbero migliorato nettamente il testo. Il finale sembra monco: Gianni incontra la sua lei ridotta a una testa (scelta, devo dire, molto apprezzata) e poi... boh, il testo non è chiarissimo e si ha quasi l'impressione do essersi fermati a una chiusura di paragrafo, purtroppo che a una chiusura di racconto.
Come detto. Bel complesso questo è un racconto pesantemente al di sotto delle qualità che hai dimostrato negli ultimi anni, ma siamo sicuri che saprai sorprenderci la prossima. A volta

Edited by White Pretorian 2.0 - 22/8/2020, 00:25
 
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