Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio Settembre - Ottobre 2020, "Al cuore, Ramòn, al cuore!" Ma nessuno sentì.

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MentisKarakorum
view post Posted on 5/10/2020, 15:17 by: MentisKarakorum
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Ciao Marco, =/
penso che tu sbagli a ritenere lo stile immersivo un'involuzione della narrativa.
Per prima cosa uno scrittore è un comunicatore: saper comunicare in modo efficace dovrebbe essere uno dei pilastri su cui si fonda il suo lavoro, oltre ovviamente a creare situazioni e storie degne di essere raccontate.
Comprendo molto bene il tuo punto di vista. A volte vedo la scrittura immersiva più come una scuola di pensiero che come qualcosa di concreto, poi però mi rendo conto di come leggendo un testo scritto con queste tecniche la lettura sia più scorrevole e più coinvolgente.
I grandi scrittori del passato erano consci almeno di alcune di queste tecniche (mi viene in mente la famosa regola dell'iceberg di Hemingway, oppure anche qualche lascito di Flaubert), non si tratta pienamente di introduzioni moderne ma di qualcosa che si è scoperto piano piano.
Secondo me la tecnica della scrittura immersiva è di sicuro qualcosa da imparare e da padroneggiare, se non altro per arricchirsi come scrittore. Poi ognuno è libero di usarla oppure integrarla con qualcos'altro, come digressioni sul background, poesie, riflessioni filosofiche eccetera.
C'è da dire che forse la scrittura immersiva è un poco il contrassegno del cosiddetto genere "Best Seller": King, Palahniuk, Crichton.. comunque perché mai questo sarebbe un male? Ti farebbe schifo vendere milioni di copie del tuo libro?
A mio avviso con queste tecniche non si "perde" qualcosa, ma si guadagna: sia in chiarezza di esposizione che in coinvolgimento del lettore (e sono cose non da poco).
Un pensiero che ho spesso, è che non avendo mai pubblicato un romanzo vorrei cercare prima di scrivere bene, poi di cercare di vendere un eventuale lavoro a una casa editrice. Meglio mostrarsi come qualcuno che ha studiato, che è al corrente delle moderne tecniche di scrittura e che comunque può adattare il proprio stile alle esigenze. Insomma: all'inizio è giusto presentarsi al meglio, poi quando ci si fa un nome e la gente inizia a comprare i romanzi, si può cercare di sperimentare di più: inserire qualche pezzo di raccontato o giocare con un registro un pochino più colto.
Se poi sei un personaggio famoso, vai tranquillo che anche se pubblichi le istruzioni dell'aspirapolvere te ne comprano migliaia di copie, però noi comuni mortali abbiamo più strada da fare (e sinceramente sono più felice di sapere che un domani mi pubblicheranno per i miei meriti, e non per il mio nome famoso).
L'editoria italiana è al baratro, lo sanno tutti, leggere è diventato qualcosa meno importante di guardare un video su youtube. Per questo occorre lavorare e migliorarsi sempre di più per incontrare un pubblico di lettori, lettori che, ripeto, sono in media persone poco inclini a leggere i grandi romanzi della Yourcenar ma cercano emozioni forti e facili.
Insomma penso che se vogliamo diventare scrittori prima di tutto dobbiamo fare i conti con la realtà: l'editoria è industria, e gli scrittori vendono un prodotto: il libro. Il libro deve fare i conti con pubblico, moda, estetica, e tutta una serie di parametri che magari duecento anni fa non erano importanti.
Questi temi sono comunque troppo complessi da discutere, specie per me che sono un neofita e che comunque su certe cose mi rifaccio al parere di persone che credo ne capiscano più di me.
Uno dei motivi che mi hanno indotto a partecipare a questa gara è anche confrontarmi con persone più esperte (e magari del settore), quindi sarebbe l'ideale, in caso, raccogliere il generoso invito dei moderatori e della giuria di questo concorso a parlarne con loro.
Grazie mille.
 
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74 replies since 1/9/2020, 20:55   1702 views
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