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Skannatoio Settembre - Ottobre 2020, "Al cuore, Ramòn, al cuore!" Ma nessuno sentì.

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White Pretorian 2.0
view post Posted on 25/10/2020, 21:28 by: White Pretorian 2.0
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Custode di Ryelh
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Ecco commenti e classifiche della giuria, gente. Nel complesso, i vostri racconti presentano ampi margini di miglioramento e speriamo che i suggerimenti e le indicazioni che vi abbiamo fornito possano aiutarvi, nella consapevolezza che è un processo che richiede tempo, umiltà e tanto confronto.

SPICCHIO DI CIELO

Ciao, Shanda. Dunque, Alexandra, finalmente un lavoro in cui sei riuscita nel creare un racconto con un’ambientazione definita e comprensibile, senza le omissioni che solitamente rendono il tutto poco godibile. Purtroppo, si tratta dell’unica nota di merito di questo racconto. La storia è pesante, pon periodi lunghi e piene di eccessive informazioni. Soprattutto nelle prime parti, abbiamo interi paragrafi in cui condensi volumi di informazioni eccessive, senza che la storia vada minimamente avanti. è encomiabile il fatto che tu voglia delineare la personalità dei tuoi personaggi, ma il “wall of text” ottiene l’effetto di ridurre l’interesse del lettore a quello che stai scrivendo. Dal punto di vista della sceneggiatura, il primo paragrafo dura 1350 parole e manca completamente di un conflitto. Dipingi la vita di queste due sorelle, ripercorri tratti delle loro vite senza mai arrivare al punto. Potresti sfruttare la carta rivalità per il passaggio di mano del promesso sposo ma non lo fai. Perché un lettore dovrebbe appassionarsi alla storia? Non ho continuato oltre il primo paragrafo, il tempo è prezioso e qui l’impressione è di sprecarlo.
Dal punto di vista dello stile, sembra che manchi completamente di revisione. E ancora, questo non fa una buona impressione sul lettore. Si fa davvero fatica a continuare a leggere

Qui sotto un’analisi delle prime 670 parole.

“Nella mente mi ricompare il cielo notturno, con quell’azzurro vellutato punteggiato di stelle: mi piace molto guardarlo dalla finestra prima di addormentarmi.”
Molti avverbi, molti aggettivi.
“Mi fa pensare al fermacarte di cristallo di Boemia blu, con le bollicine di lavorazione che partono dal fondo e salgono su fino ai bordi. La sua forma a spicchio mi ha sempre fatta pensare a un frammento di cielo e le bollicine al respiro di un essere invisibile intrappolatovi all’interno eppure ancora vivo.”
In due frasi, utilizzi due volte il “mi fa pensare”: è un modo goffo di utilizzare il riferimento, denota una scarsa revisione del testo.
“E io non fatico a crederlo: è così speciale; mi è sempre stata accanto in ogni momento della mia vita e anche in quella dei nostri genitori.
Il suo cuore è davvero grande e la sua mente è cristallina; è una grande disegnatrice e se lo merita: la ricordo china sui libri e alle prese con i disegni durante l’Accademia di Belle Arti.”
Anche qui ripeti una struttura singolare: due punti e punto e virgola - punto e virgola e due punti prima del punto fermo. Appesantisce.

“Mi commuovo ogni volta che rivivo quel momento: l’ho stretta ancora più forte e l’ho ringraziata, colpita dalla sua generosità.
Anche ora mi asciugo una lacrima, poi corro a guardarmi nello specchio dell’armadio: Rubinia è alta, formosa, ha una chioma mogano ondulata e occhi verdi splendidi come smeraldi.”
Ci stai forzando a provare empatia per la tua protagonista. In realtà con un incipit così fumoso e senza conflitto (di ben 460 parole) vorremmo prendere la protagonista e riempirla di botte. Farle del male.

“Guardo il mio dito e osservo incredula l’anello con il cerchio di corallo al cui centro spicca l’incisione di un pesce.
Marco me lo ha donato il mese scorso durante una passeggiata dietro la casa dei miei e mi ha proposto di sposarlo in mezzo ai resti del quartiere ottocentesco: io ho accettato, incredula.”
Due volte “incredula”: tutte queste ripetizioni danno l’impressione che manchi la revisione del testo, che non hai letto ad alta voce.

“Mi fa un certo effetto portarlo, dopo averlo visto per un paio d’anni al dito di Rubinia, ma ormai è successo.
e lei è stata così generosa.”
Ma stai scherzando? è questa la reazione? Il lettore ora vorrebbe picchiare anche la sorella.

IL PEZZO MANCANTE

Benvenuto su Latelanera. Il testo è gravato da errori tipici di quando ci si approccia per la prima volta a scrivere racconti. Il principale è l’infodump, che permea tutto il racconto, con una prima parte costantemente ingolfata da muri di testo informativi. è apprezzabile che tu abbia cercato di dare una profondità al tuo protagonista, ma questo non può avvenire a prezzo di un sostanziale azzeramento dell’azione e dello sviluppo della storia- Facci caso: rileggi il testo e conta quante “azioni” in tempo storico ci sono rispetto a descrizioni, flashback, ricordi e similari. Anche i dialoghi sono problematici, a causa della una preferenza per l’utilizzo di sequenze descrittive. Leggi: noia. Il terzo è l’uso abbondante di aggettivi, avverbi e subordinate ad appesantire il testo. Questo rende il testo pesante anche più lento e i dialoghi risultano ben poco realistici.Il consiglio è di studiare un libro di narratologia e sanare il prima possibile questo gap.

Questo si riflette nella sequenza dell’incidente: mancano quegli accorgimenti stilistici che servono a rendere l’istantaneità degli eventi e la temperatura del narrato. Frasi più brevi, meno pensato, evitare digressioni. L’impressione che si ha dopo 3435 parole? Che bisogna tagliare senza pietà intere parti e riprogettare a monte le sequenze.

Ecco degli spunti:

“Per qualche minuto, quella sera, l’intero Braccio si era ritrovato al buio per un corto alla centralina pubblica, e le luci d’emergenza del minimarket AlbyLuna avevano brillato debolmente per centinaia di metri, come le ultime stelle visibili in quel cielo che andava gonfiandosi di pioggia. Alberto era quasi impazzito all’idea di rimanere senza corrente – un guasto, un fusibile bruciato, chissà dove recuperare il pezzo rotto, chissà quando – ma aveva cercato di non darlo a vedere; poi per fortuna la luce era tornata. Adesso era stata la volta dell’antenna, ma anche quell’imprevisto era stato risolto. Si domandò se avrebbe visto qualche macchina passare di lì. Non c’erano altre strade tra la Statale 16 e il paese di Torredelmonte. Intorno all’AlbyLuna era tutto un susseguirsi di capannoni agricoli, interrotti qua e là da un supermercato, uno sfasciacarrozze e un’officina che negli anni Ottanta era stato un locale a luci rosse.”

Questo è un grosso infodump, va eliminato in blocco senza esitazioni. Oltre al fatto che ripeti cose già note (la riparazione dell’antenna).

“Alberto era arrivato a Torre all'età di nove anni, [....]
Alberto e Luna Sartini non avevano avuto figli, [...]
Dopo la morte di Luna, Alberto iniziò a passare intere giornate [...]
Frank Castigliani, ex comandante dei vigili di Torredelmonte, gli aveva regalato, [...]
Luna era morta nel giorno del compleanno di Frank[...]
A Frank non importava nulla di quello, [...], o in una scatola da scarpe sotto il letto.”

536 parole per descrivere, in un lungo paragrafo, la storia di Alberto. Anche qui, è infodump: cacci a forza nel lettore la vita del protagonista per spiegare chi è e come si comporta. La caratterizzazione del personaggio in questo modo risulta inefficace (perché non abbiamo modo di empatizzare) oltre che noiosa. Il lettore tende a saltare a fine spiegotto, per capire quale sarà la prima azione del protagonista nel tempo corrente.


FRUTTA APPASSITA di Mentiskarakorum.
Ciao Mentis e piacere di leggerti.Come inizio non c’è male. Una storia fantasy di impianto abbastanza classico, ma che presenta un discreto grado d’approfondimento. Il principale punto di forza del racconto sono le parti centrali (l’infanzia e l’incontro con il re) che ci permette di approfondire la personalità del protagonista e del suo ordine. Per contro, la parte iniziale e finale (che costituiscono sostanzialmente la “vera” storia) risultano confuse e poco definite. Sappiamo che il re ha attaccato il tempio dell’ordine e sappiamo che il protagonista è stato ferito, ma il tutto risulta poco chiaro. Anche il finale, con la campana di emergenza che non funziona, sembra tirato via per mancanza di idee o per il prossimo esaurimento dei caratteri ed è un peccato, perché è una chiusura maldestra su una storia efficace. La scelta della terza persona è sicuramente molto efficace e testimonia un approccio già più maturo alla scrittura, ma fa attenzione: ricorda che questo tipo di narratore ti obbliga a mantenere la massima attenzione sulla tua capacità di mantenere sempre focalizzato il punto di vista. Inoltre, il suo impiego ideale ti tiene totalmente al di fuori dai pensieri del personaggio, quindi devi abituarti a scrivere in modo da far capire emozioni e pensieri del personaggio senza descriverli. Show, don’t tell!

Ecco alcuni suggerimenti:
INFODUMP: “Mi bruciano gli occhi, ho combattuto nel tempio che ardeva, le statue di legno hanno fatto tantissimo fumo. L’incendio ha tenuto alla larga il nemico, ma ci ha intossicati.”
Lo stacco tra il primo e il secondo paragrafo non è immediato. Qui stai gestendo un flashback, ma il lettore rimane disorientato.

Questo è proprio brutto: “«Allora.» Riassumo. «Dio mangia il cibo e il cibo marcisce. Proprio come marcisce quando lo mangiano i vermi e le mosche.»”

“Arrivato all’altare estraggo il bisturi dalla valigetta e lacero le vesti del cadavere”. Allora, qui non si capiscono più i riferimenti. L’inizio del testo presenta armature medievaleggianti. Ora parli di valigetta e bisturi. Se volevi fare un accostamento tra due scenari contrapposti, passato / futuro, l’intento è goffo. Se invece non ci hai pensato, è un errore macroscopico.
“i miei confratelli sono immobili, solo la punta dei nasi esce dall’ombra dei cappucci”. ecco, qui abbiamo perso il contesto. Da dove sono saltati fuori? Era un ragazzo al cospetto di un saggio. C’è stato un salto temporale?

«Noi siamo diventati imperatore e voi siete l'ambasciatore dell’Ordine dei Cavalieri del Cuore Nero. Direi che entrambi abbiamo ottenuto risultati notevoli, nonostante la nostra giovane età.» As you know, Bob.

Insomma, vengono sparati tutta una serie di nomi e situazioni, ma il conflitto fa fatica a delinearsi. Manca una linea narrativa che gira attorno all’arco di trasformazione del personaggio: è più la descrizione di una campagna D&D. Attenzione, l’arco di trasformazione NON è lui che fa carriera. é lui che affronta il suo difetto fatale (per approfondimenti o se già non conosci il testo, leggi Dara Marks).


BRUTTA DA MORIRE di Ukulu
Ciao Ukulu e benvenuto a bordo. Il tuo racconto ha sicuramente il pregio di avere una buona inventiva e una sana dose di umorismo, a tratti anche macabro. Anche l’incipit è piaciuto, così come lo stile comico (che ben si presta alla terza persona). I dialoghi sono condotti bene. I personaggi sono volutamente esagerati, ma la madre della fidanzata reagisce in un modo che poteva essere reso meglio. Sembra che le serva un campo di calcio per arrivare al protagonista.
Purtroppo, questi presupposti finiscono per perdere rapidamente efficacia a causa della ripetitività del racconto, che presenta un pattern che si ripete identico fin troppe volte. Se al primo incontro si ride (o, almeno, si sorride) all’ultimo ogni interesse è svanito, perché vediamo accadere sempre la stessa cosa con piccole varianti. Anche la scelta di usare il narratore onniscienti si rivela essere poco funzionale, poiché i continui cambi di POW rendono ancor più faticoso seguire una vicenda che diventa sempre più monotona. Attento anche al lessico: c’è una sovrabbondanza di avverbi e aggettivi che finiscono per oltrepassare la loro funzione descrittiva e per rallentare ulteriormente il testo.

Ecco alcuni suggerimenti:
Nella vicina pineta, una ghiandaia eleva il suo stridente richiamo. Questo è proprio fuori luogo, specie in una scena ad alta temperatura. Il succo è questo: scena clou? Il tempo della narrazione deve procedere spedita, non fermarlo.

“ la squadra di calcio della quale è un tifoso sfegatato.” è infodump e non serve
“«Fuori di qui!» Il signor Giacinto indica l’uscita, le vene del collo gli si ingrossano e pulsano come lombrichi. «Gli juventini non sono accetti in casa mia!»” la reazione del padre è fuori contesto. Ha appena visto venire fuori Ronaldo da un sacchetto.

Alla terza situazione, il gioco del sacchetto comincia ad annoiare. Perché si sa che ci saranno ancora due situazioni troppo simili. La reazione della zia, di avventarsi su di lui, è uguale alle due situazioni passate.
In tutto questo, non ci vengono forniti indizi sulla caratterizzazione del protagonista, se non l’accenno al fatto che è uno scrittore nel quarto episodio di morte. In questo modo, il conflitto che hai definito così bene all’inizio viene a essere fine a sé stesso. Non viene alimentato da pensieri e riflessioni. Nino è un personaggio bidimensionale.
Il finale purtroppo è frettoloso. Cosa ha visto Nino? Una ragazza bellissima? Perché Ivana ha aspettato tutto questo tempo per farsi vedere? Oppure ha visto la ragazza più brutta del mondo, e quindi non si capisce l’azione di Ivana? E soprattutto, perché è stato attivato il sacchetto. Qui si perde tutto, purtroppo.



Classifica

1)Frutta Appassita
2)Brutta da morire
3)Spicchio di cielo
4) Il pezzo mancante


Ecco qui. Adesso vedo di fare la sommatoria dei punteggi e dichiariamo il vincitore.

Ed ecco la sommatoria dei punteggi e la graduatoria:

Frutta Appassita: 2+2+1+1 = 6
Brutta da morire: 1+1+1+2 = 5
Spicchio di cielo:3+2+2+3 = 10
Il pezzo mancante: 3+3+3+4 = 13

E CON 5 PUNTI E LA QUASI TOTALITà DI PRIMI POSTI IN GRADUATORIA, UKULU SI AGGIUDICA LO SKANNATOIO SETTEMBRE\OTTOBRE 2020!!!!

Complimenti al vincitore e a tutti i partecipanti, anche e soprattutto per il dibattito costruttivo che avete saputo portare avanti in queste settimane. Sono sicuro che sarà l'inizio di una crescita comune per tutti.

Ora, una bella settimana di riposo, poi si ricomincia: Skannatoio Natalizio is coming!!! Uno Skannatoio pieno di sorpese ;) ;) ;) ;) ;)
 
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74 replies since 1/9/2020, 20:55   1701 views
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