Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio Speciale Novembre - Dicembre 2020, "When you came to wake me and to wish me merry Christmas in Lovecraft"

« Older   Newer »
  Share  
Marcor77
view post Posted on 2/12/2020, 23:04 by: Marcor77

Member

Group:
Member
Posts:
829

Status:


Allora, ho provato a fare i commenti. Non è stato facile, perché quattro tutti assieme sono un impegno non indifferente e per ognuno ho cercato di capire quale fosse il possibile punto di miglioramento. Ovviamente per ogni frase, immaginate sempre un enorme secondo me, non l'ho scritto troppe volte per non essere troppo ripetitivo.
In generale credo che tutti i racconti (il mio compreso) hanno uno dei due temi preponderanti e l'altro molto accennato. Non sapevo con chi mi sarei rapportato, il livello di scrittura è in generale alto, si vede che nessuno è proprio alle prime armi.


Tu scendi dalle stelle

Il racconto che mi ha colpito di più. Ci ho visto molto de la Cosa di Carpenter o per gli amanti del cinema più datato “La cosa venuta da un altro mondo”, con la stazione polare e il mostro in attesa. Ma esempi del genere ce ne sono a bizzeffe (pure Alien, a modo suo). Belli anche i rimandi (ad es. Miskatonic, Arkham) è un omaggio appassionato, il racconto fa parte dell'universo narrativo di Lovecraft. Rispetto alle storie che mi vengono in mente qui ci sono due persone, quindi non c'è il classico conto alla rovescia, dove scompare una persona alla volta. Bello il finale, arriva tutta la tensione del protagonista che ha capito cosa sta succedendo. Anche a livello di contenuto mi è sembrato originale (o sono troppo ignorante io per cercare analogie evidentissime) e dà un senso diverso a tutto quello che si è detto. Anche i dialoghi mi sono piaciuti, li ho trovati sempre realistici e che danno un'idea precisa della personalità dei personaggi.
Ad andare a cercare elementi che secondo me funzionano meno, c'è il personaggio di Alfonso, Per certi versi è molto suggestivo nel suo dire e non dire e vedere sempre le stesse partite, è anche ben caratterizzato. Dall'altra però non capisco perché non dovrebbe raccontare tutto subito al nuovo arrivato, visto che sarà con lui per parecchio tempo ed è l'unico che potrebbe portare avanti la ricerca (a cui tiene tantissimo) se a lui succede qualcosa. Non c'è nessun altro e non può nemmeno mettersi in contatto con l'esterno, perché fare il misterioso? Vuole metterlo alla prova? Ma comunque è lì e ci rimarrà per tanto, indipendentemente dalle sue qualità sarà l'unica persona su cui potrà contare Alfonso.
Se l'espediente del guasto elettrico è un classico, visto o letto molte volte, mi è piaciuto il fatto che è il protagonista esita ed è lui a non essere capace di risolvere la soluzione, almeno all'inizio. Non è un eroe, non è abituato a sparare e le creature che vede lo spaventano, probabilmente quello che succedere a ognuno di noi. Mi piacciono molto alcune immagini che usi per far capire subito, non troppo scontate (es.: puzza di pannolini usati, il deserto bianco è una colata di ricotta zuccherata). Per quanto riguarda l'attinenza, il tema natalizio c'è ma è un poco forzato. Anche in questo caso, non sono sicuro che la storia fosse stata diversa se fosse ambienta il 20 luglio o a Pasqua. Giusto un appuntoi:

Fisso la sua maglietta. Non indossa la divisa della Miskatonic Corporation ma l’uniforme di una squadra di calcio, i colori sono quelli della Juve.

La prima volta, leggendo forse troppo distrattamente, ho capito che la maglietta fosse quella della Juve. Secondo me dovresti modificare mettendo qualcosa tipo: “non indossa la divisa della Miskatonic ma l'uniforme di una squadra di calcio, la maglia bianconera. E ti pareva, due mesi solo con uno juventino” in questo modo dividi le informazioni oggettive che dai al lettore, i colori della divisa, e il fatto che il protagonista pensa subito alla Juventus.


Neve di Carta
Racconto suggestivo, ho apprezzato molto alcune immagini molto oniriche e l'atmosfera. Il protagonista fa un patto per riportare in vita la propria donna, l'idea di base è davvero molto interessante.

Purtroppo devo dire che ho faticato tantissimo a leggerlo, sia la prima volta che la seconda, per scrivere questo commento. Da una parte c'è una trama in cui non capisco sempre cosa succede, saltano dei passaggi logici che mi spiazzano. Dall'altra anche da un punto di vista delle scelte stilistiche, spesso mi sono dovuto interrompere e tornare indietro perché mi sono perso. Ho deciso di analizzare soprattutto questo aspetto, quello della “fatica” perché mi sembra fondamentale in questo racconto ed è il grosso punto debole, senza soffermarmi troppo sul resto. Ovviamente è un percorso del tutto personale, ma spero ti possa essere utile per avere un'idea di dove un lettore si blocca. Ho cercato di segnalare ogni volta in cui ho interrotto la lettura cercando di capire il perché, provando ad essere più pignolo possibile per dare maggiori elementi possibili. Per il resto hai una buona proprietà di linguaggio e non ho trovato errori macroscopici da segnalare, secondo me bisogna lavorare sulla struttura del racconto (cosa succede, quando e soprattutto perché, come dirlo in maniera efficace) e sulla struttura delle singole frasi (voglio esprimere questo concetto, questa descrizione o questa emozione, qual è il modo più efficace di farlo?)
Per quanto riguarda l'attinenza al tema, la parte lovecraftiana è veramente minima, ma il tema del natale è molto presente.
Ah, quasi dimenticavo: ad un certo punto nei commenti faccio un errore di comprensione che mi è chiaro solo più avanti nel testo. L'ho lasciato perché ho cercato di simulare il flusso di lettura, sottolineando le volte che mi sono bloccato.

Il fruscio sotto la porta lo attirò fulmineo; per i suoi nervi equivaleva a un colpo di frusta; prese il biglietto e venne prima colpito dal disegno che lo decorava nel mezzo, un cerchio bianco a righe rosse intervallato da agrifogli; lo sfiorò, e dal disegno si sprigionò un profumo zuccherino di latte e menta che gli provocò una smorfia.

Inizi sparando due punti e virgola, uno dopo l'altro. Magari riguarda solo me ma mi spiazzi, non me lo aspetto, la lettura appena iniziata è subito interrotta. La prima frase non mi è chiara: quel fulmineo non riesco ad agganciarlo bene a nulla, ci metto un po' a capire che intendi con "attirare fulmineo". Subito dopo aggiungi che “che per i suoi nervi era come un colpo di frusta” e qui mi blocco di nuovo. Devo rileggere la prima frase perché non capisco cosa provochi l'equivalente di un colpo di frusta, il fruscio? Prosegui dicendo che venne prima colpito dal disegno e io mentre leggo me lo tengo a mente quel “prima” perché mi aspetto un “e poi”, invece faccio una fatica inutile perché quell' “e poi” non arriva, anzi arriva il punto a capo. Tutta questa fatica per dire che arriva un biglietto, il tizio lo apre e si sente il profumo di latte e menta (tra l'altro un profumo può essere zuccherino? Intendevi dolce?). Ovviamente ho estremizzato, ci sono le emozioni del protagonista e la descrizione del biglietto, ma la frase non riesce a restituirmi quello che volevi dire perché mi sono fermato tre o quattro volte per capirla, fissandomi su “fulmineo” “colpo di frusta” e “prima”, tre scelte stilistiche più che di contenuto. Ho la sensazione che ti innamori molto delle parole suggestive che ti vengono in mente (sei in buona compagnia, lo faccio anche io) ma che poi non riesci ad abbandonarle nel momento che nella frase creano più problemi che soluzioni. Che sia chiaro, io non dico che tu debba scrivere frasi necessariamente semplici, ma se sono complesse bisogna stare attenti a non interrompere il flusso della lettura.

Altro esempio, subito dopo scrivi:

una grafia svolazzante con un pennarello indelebile dorato

Ma perché esistono pennarelli delebili? Perché mi dai quell'informazione che sembra superflua, servirà a qualcosa?

Caro Duilio, attento a ciò che hai chiesto durante il Natale che sappiamo.

Il "che sappiamo" non serve e confonde perché non si capisce se è "ciò che hai chiesto” che sappiamo “o il Natale” che sappiamo. Se l'intento era di far capire che era una richiesta non recente, era meglio mettere qualcosa come il Natale del '92, chiesto a Natale tanti anni fa, ad es. era più veloce capire a cosa ti riferisci.

Fu quel disegno, prima ancora del mese a farlo immergere nell’atmosfera natalizia; si era alzato e aveva girato il foglio del calendario senza rifletterci.
Il biglietto lo aveva riportato all’atmosfera dell’ultimo Natale davvero felice e lui, a venticinque anni, si era ripromesso di cascarci più.


Tutta questa parte io non la capisco. La cassata lo fa immergere nell'atmosfera natalizia: cosa vuol dire? Si mette un cappello da babbo natale in testa, diventa più buono o inizia a sentire le musiche di Natale, così all'improvviso? In pratica cosa significa immergersi nell'atmosfera natalizia? Oltretutto, nonostante lui si immerga nell'atmosfera, che sembrerebbe una cosa positiva, si alza e cambia immagine. Quindi non vuole essere immerso nello spirito natalizio, immagino. Questo passaggio lo capisco leggendo dopo, ma sul momento ho solo un enorme punto interrogativo. Lui non diventa triste o nostalgico, tanto per fare esempi banali, non gli viene da piangere ma si immerge nell'atmosfera. Non solo non c'è nessun immagine a cui posso aggrapparmi per capire, ma a me lettore confondi un sacco le idee (ho capito questa parte fino in fondo solo scrivendo questo “pippone”).
Sulla seconda frase ho un dubbio legato alla storia: lui già sa che è in un vortice senza fine e quindi non crede più di salvarsi (in quel caso la frase ha senso) o si è ripromesso dal non cascarci più dall'essere felice? Perché in questo secondo caso è difficile che resti indifferente al biglietto arrivato, se è davvero la prima volta.

Il gioco di luci che gli dava l’illusione del movimento cambiò a quel suo gesto: le renne saltarono all’indietro e scomparvero per lasciare posto agli ornamenti a forma di agrifoglio a foglie verdi e bacche rosse del passato.
Il respiro gli si fece affannoso e le immagini si sdoppiarono, ma per la prima volta da due anni il campanello suonò la vigilia di Natale a due colpi, seguiti da una pausa e poi da altri tre.


Avevo capito male questa frase anche solo rileggendola. Credevo che lui andasse davvero nel passato ma non è così e non capisco se lui ricorda com'era la strada in passato o se le immagini si sdoppiano davvero, un segno che qualcosa non va a livello di tempo, come capiremo dopo. Un lettore per arrivare fino a qui ha fatto un sacco di fatica e ancora non capisce cosa sta succedendo.

Afferrò la cornetta del citofono: − Sei tu, Ileana?

Il citofono non squilla da due anni (beato lui, niente postini o rompiscatole vari), la ragazza è morta da un sacco di tempo e lui pensa subito che sia lei? Ok il biglietto, ma prima sembra scettico (non vuole ricascarci più), addirittura collegare il citofono al ritorno della ragazza morta mi sembra un tantino esagerato (infatti dopo è incredulo)

Avverrà davvero come le luminarie?

Oddio, allora avevo capito bene la prima volta, è tornato nel passato. Non so se sono io ma quella parte è davvero poco chiara.

Chiunque abbia deciso di esaudire il mio desiderio, avrà eliminato i danni visibili malgrado il fondotinta, il paradenti?

La parte “malgrado il fondotinta, il paradenti” non riesco proprio a capirla. Lui si chiede se lei sarà uguale a prima, ok ma quel “malgrado” mi spiazza, non riesco a dare un senso alla frase.

il maglione nero a motivi norvegesi rosa carico e gialli

A me le descrizioni piacciono molto, ma qui i dettagli sono eccessivi. Il maglione è nero, a motivi norvegesi (e qui un po' sono ignorante io, mi fermo a pensare cosa possono essere i motivi norvegesi). Questi motivi sono non solo rosa, ma rosa carico (ma è un colore?) e gialli.

pantaloni di velluto in tinta, proprio come la borsa

Si ma quale tinta? Hai parlato di tre colori sopra, come me la devo immaginare?

Afferrò il pacchetto e decise di cambiare il destino.
Lo aprirò ora. Altro che giorno di Natale.


Sceglierei solo una delle due frasi, insieme sono ridondanti.

Nella mente di lui balenò l’immagine dell’auto dal muso accartocciato e dal parabrezza in frantumi cosparso di sangue come il resto dei sedili per farlo scattare come un pupazzo a molla; la fece risedere: − Le prove sono annullate.

Balenò l'immagine per farlo scattare? Non sono sicuro sia corretto, a me suona proprio male. Inoltre la descrizione in mezzo fa si che quando io arrivo a “farlo scattare” devo interrompere e tornare indietro perché mi sono dimenticato a quale frase fa riferimento.

Ma ho inteso omaggiare Irma Gramatica con il personaggio di Nennele, non creare scandali.

Ma davvero in un colloquio formale col proprio ragazzo qualcuno dice “ho inteso omaggiare?”

Lui impallidì, aveva già sentito quell’espressione quando si erano lasciati

Ma non era morta in un incidente stradale? Non capisco

Aveva barattato la sua intera famiglia in cambio della fidanzata.

Forse sono io che in due letture non ho capito, ma quando è successa questa cosa? Non è mai stata detta

Il lontano profumo di cannella, vaniglia e anice stellato e l’eco dei motivi natalizi gli apparvero come un’unica grande beffa.

Personalmente una cosa che mi rallenta la lettura è il doppio e (e anice stellato e l'eco). A volte è inevitabile ma qui siamo sicuri che servano tutti questi odori? A me una frase come “Il lontano profumo di cannella e l'eco dei motivi natalizi gli apparvero come un'unica grande beffa” mi sembra molto più scorrevole. Se uno vuole soffermarsi sui dettagli deve gestire le frasi in modo diverso, tipo: Il lontano profumo di cannella, vaniglia e anice stellato gli sembrarono una beffa (“apparve” per gli odori non credo vada bene). Anche l'eco dei motivi natalizi adesso sembrava finto, ridondante, eccessivo (mi sono inventato la frase per farti capire, ma ancora mi chiedo cosa sia l'eco dei motivi natalizi e perché sia così importante nell'economia della storia).

Allungarono la strada e lui vide le villette dei dintorni tornate allo stato di costruzioni da intonacare e dotare di porte e finestre con accanto i cartelloni sbiaditi dei progetti mai portati a termine.

Mi fermo di nuovo su questa frase. Ok, è andato indietro nel tempo, quindi vede le villette che devono ancora essere ultimate, ma lui sa che le finiranno perché conosce il futuro. E allora perché ci sono i cartelloni dei progetti mai portati a termine? Detta così a me sembra che quello delle villette sia un progetto abbandonato che non si finirà mai.

Il teatro, invece, era di mattoni color carbone e dalle finestre senza tende dai vetri ingialliti dallo smog, dagli insetticidi sparsi d’estate dagli elicotteri del Comune.

Manca la e prima “dagli insetticidi”, che però se aggiunta fa tornare il problema della doppia e. In ogni caso se vuoi inserire tanti dettagli trova il modo di dividere la frase in due: Il teatro era di mattoni color carbone e spiccava su quella parte di città ancora da costruire. I vetri erano ingialliti dallo smog e dagli insetticidi sparsi d'estate dagli elicotteri del Comune.

Ileana si strinse al braccio di Duilio e gli mormorò: − Beh, ora guardo le registrazioni del sito delle commedie del 1968, da Dickens a Meyrink. Mi manca però non poterle recitare. E posso permettermi solo i corsi a Canellia una volta al mese −Il suo tocco si fece stretto come la presa di un gatto infuriato. −Ma tu non puoi capire, da bravo grafico pubblicitario. Toccano a me le otto ore in ufficio a stendere bilanci e gestire ordini e sapere di poter impersonare chi vuoi proprio come Emma Gramatica.
Duilio le rispose: − Invece sì. Tu hai dovuto dare via qualcosa perché ci trovassimo qui ora, ma mi sono trovato anch’io a dover sopportare dei sacrifici pesanti.


Questa parte per me è davvero poco comprensibile. Intanto non capisco “le registrazioni del sito delle commedie del 1968” Sono commedie che sono state registrate nel 1968 e sono su un sito? Sono commedie scritte del 1968 e sono state registrate di recente, durante una replica e sono su un sito?
Inoltre: perché lei ha dovuto dar via qualcosa? Quando ci viene detto? Perché Duilio lo sa?

Duilio incrociò un paio di coppie con due figli per mano e cominciò a sentirsi fuori posto: quei volti ambrati e i cappotti di lana multicolore che indossavano gli trasmisero un forte senso di estraneità

Perché? Non lo capisco

Arrivarono al bancone, ornato di palline di vetro dipinto di azzurro e oro e ornate di strisce di broccato ocra e pietre gialle;

Ogni cosa che viene descritta ha almeno due caratteristiche: il vetro è dipinto di azzuro e oro, le strisce di broccato ocra e pietre gialle e via dicendo. Non c'è mai un maglione rosso, una parete a scacchi, è tutto iperdettagliato e questo iperdettaglio alla lunga stanca la lettura, soprattutto quando gli oggetti hanno due caratteristiche o più. Non significa che non bisogna farlo mai, ma farlo sempre è un modo per appesantire la lettura.

Sì, mi hai salvata dall’incidente, ma ho rinunciato al teatro comunque.

Perché? Faceva parte delle regole per riportarla in vita?

Sia pure. Mi basta che vivano loro più di me.

Ma prima aveva rinunciato a loro senza fare problemi, adesso perché sacrificherebbe la sua vita per farli vivere di più? E che restituzione sarebbe se lui muore prima?

Il giorno dopo Natale, Duilio guardò la propria posta elettronica e inviò una mail di ringraziamento a Ileana, mentre accarezzava il dono di lei: un maglione di lana blu marinaro del Vermont.
Spense il computer e si strinse nel maglione.
Febbre e brividi, ma questo è il meno. Ho passato le feste sentendomi un turista in un paese sconosciuto; però è stato un bel viaggio. Lo rifarei.


Non l'ho capito. C'è una sorta di tempo che scorre, perché è il giorno dopo Natale (credevo fosse intrappolato nello stesso giorno uguale e diverso, tipo giorno della marmotta in Ricomincio da Capo). In particolare le due frasi finali mi sono del tutto oscuro. Quindi? Ileana è viva? Morta? Recita? Non è mai stata uccisa ed era tutto un sogno?

Il prete

n racconto molto classico, anche troppo secondo me. Mi piace la proprietà di linguaggio, le cose fatte capire con i dialoghi e alcune descrizioni sono davvero apprezzabili. I
l discorso Natale è tirato un po' per i capelli, per capirlo faccio questo semplice esercizio mentale: cambierebbe qualcosa se fosse ambientato in qualsiasi giorno dell'anno? Secondo me no.
Secondo me bisogna lavorare su due livelli: elaborare una storia un po' meno scontata e capire come raccontarla in maniera più efficace.
Tutta la prima parte sembra scritta come i Promessi Sposi, stoppi la scena e spiega vita, morte e miracoli di uno dei personaggi fino al punto in cui siamo (dopo aver scritto questo commento non sono più riuscito a leggerlo senza pensare alla voce narrante di Lopez nel vecchio Promessi Sposi del trio). Non è un problema solo di show don't tell, è che ti affretti a creare i preamboli della storia che vuoi raccontare, ma in questo modo la fai diventare scontata. Il prete è brutto e antipatico, tendenzialmente se ne frega della religione e quando è obbligato a dire qualcosa dice quello che direbbe chiunque messo all'improvviso sul pulpito a fare una predica. Chi sarà mai il cattivo di questa storia? Pensa a quanto sarebbe stato diverso un racconto che parla del nuovo parroco del paese e delle piccole stranezze che si svelano poco a poco. Magari non un personaggio visibilmente antipatico, ma pieno di ambiguità: combatte contro un male misterioso o ne fa parte? Per come l'hai scritto diventa chiaro dove vuoi andare a parare, perché ci dai velocemente tutti i presupposti, come se dicessi una barzelletta: in un bar ci sono un italiano, un tedesco e un francese. Tutti gli elementi che mi dà la barzelletta sono funzionali al suo obiettivo, ovvero farmi ridere, non dice nulla di più. Te fai lo stesso, con questa lunga presentazione in cui ci dici tutto quello che dovremo sapere, anticipi in un certo senso il resto della storia. Ho provato ad analizzare alcuni tratti del tuo testo per farti capire il mio punto di vista.

come in quel gioco del passaparola, dove una parola deve essere detta in una fila di partecipanti, partendo da un primo che la spiffera all'orecchio del vicino, e di vicino in vicino giunge all'ultimo della fila, il quale deve dirla ad alta voce, scoprendo per lo più che è diversa rispetto a quella originaria, così forse le dicerie erano state modificate da bocca a bocca, fino ad assumere proporzioni enfatizzate, e alcune mostruose.

Secondo me qui ti sei perso, ci metti un sacco di tempo per dire “telefono senza fili” o similari, non c'è bisogno di usare tutte queste parole per un concetto così semplice.

qualche altra nazionalità oscura

Ok che con Lovecraft tutto è oscuro, ma una nazionalità credo possa essere sconosciuta o ignota, oscura mi suona proprio male.

nei discorsi generalmente procedeva a monosillabi, faceva parlare gli altri, se c'era da discutere molto, e interveniva, solo quando necessario, con «Sì», «No», «Forse»

Troppe virgole, spezzettano troppo il flusso mentre si legge. Secondo me dovresti riformulare la frase o dividerla in due.

Ad accrescere l'antipatia che generava col comportamento era senza dubbio l'aspetto fisico, in equilibrio tra la normalità e una deformità imbarazzante.

Se mi dici in equilibrio, io penso comunque a una cosa positiva, c'è un equilibrio. Anche per la deformità, difficile che non sia imbarazzante.

un'arcata sopraccigliare molto pronunciata – che gettava quindi un ombra fonda sugli occhi, incassati in quell'oscurità al punto che era difficile scorgerli persino di giorno; quando però li si scorgeva bene, si rimaneva basiti da una accentuata sporgenza dei bulbi, tanto che si generava il sospetto che l'arcata contribuisse al mantenerli incassati nelle orbite.

Lo descrivi bene (in generale con le descrizioni sei proprio bravo) ma faccio comunque fatica a immaginare una persona di fronte a me senza riuscire a vedergli gli occhi. Soprattutto se sono sporgenti, è una cosa che si vede e che l'arcata non può nascondere.

Non meno simpatiche però risultavano le sue orazioni. Si era detto che non parlasse molto in pubblico, ciò che, ovviamente, non era ammesso nelle funzioni.

Tre non in una riga e mezzo, il primo in particolare mi ha interrotto la lettura (ti capisco, io nella poca revisione che sono riuscito a fare, ho fatto una strage di non inutili). Non meno simpatici, sembrerebbe simpatici, ma è ironico è quindi c'è un'altra negazione sottintesa. Rendi più fluida la frase e sforzati di trovare, quando è possibile cosa sono o fanno le persone e non cosa non sono o non fanno (ad es. si era detto che parlasse poco in pubblico, che evitasse di parlare in pubblico, ecc.)

Dopo i preamboli liturgici classici, don Pasckics era costretto a fare delle orazioni, suggerimenti di vita giusta che i fedeli avrebbero potuto seguire, consigli vari e apparentemente saggi, o rassicurazioni sulla salvezza delle anime per i timorati di Dio, e quant'altro; a volte si calava in riflessioni sull'attualità, sulla politica, sulle cronache cittadine, cercando di estrapolare da tutto un senso divino, per ammorbidire nelle coscienze, già sedate in parte dalla fede, la durezza e la brutalità della vita.

Anche qui, come per il telefono senza fili, la tiri parecchio per le lunghe descrivendo cose che chiunque può descrivere con una parola: omelia

il tono della voce però rimaneva sempre distaccato, persino infastidito, come se mal digerisse il dire cose su cui aveva poca o nulla fiducia. Spesso sembrava recitare un copione che non si adattava al suo personaggio. Si immagini un Hitler che parli di pace nel mondo, agitando teatralmente le braccia e urlando con quella pronuncia tedesca che può esprimere solo macigni e spine; a tal punto don Paskics pareva tradire la sua vera natura pronunciando discorsi a lui alieni.

Più che spiegone, questo è proprio un vero e proprio spoiler: ci stai dicendo proprio chi è, cosa accadrà e probabilmente come andrà a finire (basta aggiungere che oltre a lui ci sono i due ragazzini che si sono appartati per toccarsi, e chiunque abbia visto un vecchio film dell'orrore sa come andrà a finire: i ragazzini saranno “puniti” per aver pensato di far sesso).

Erano però forse sensazioni della gente? Magari sensazioni stimolate da un'antipatia e una repulsione eccessive? Ben più di un fedele avrebbe giurato di no. Le prove potevano essere certe specie di sbagli che commetteva, certi lapsus che si insinuavano nelle prediche, a volte singole parole fuori di senso, altre piccole frasi poco chiare, oscure nei significati, ma capaci di far scorrere brividi lungo la schiena dei più sensibili e attenti, perché erano tradimenti sottili della sua posizione nella Chiesa cattolica e della funzione di pastore di anime; piccoli incidenti di percorso su cui il prete poi faceva un leggero sforzo di correggere, per esempio modificando appena appena il tono irritante, e rendendolo un pelo morbido, accorato. Ciò però avveniva nella misura in cui era avvenuto il lapsus, e si trattava quindi di sequenze molto brevi.

Ma sinceramente, di cosa pensa la gente a questo punto non me ne frega niente. Mi hai detto che sta mentendo, lo hai reso troppo palese. Questa parte, in questo punto della storia è completamente ridondante, hai già detto tutto quello che serviva prima. Quelli che descrivi sono dettagli importanti, suggestivi, che danno senso alla storia? Si, ma non se la scrivi così, la voce onnisciente mi ha già detto tutto quello che serve. Aggiungo che rileggendolo, togliendo tutto l'inciso sulla storia del prete e lasciando solo i dialoghi tra i due ragazzi, non solo non perderemmo niente di importante ma il racconto ne trarrebbe vantaggio.

come la gonna di quei tizi che girano come scemi

Colpa mia, non ho capito il riferimento

«No. Voglio dare un'occhiata.»

Il prete la inquieta, lo ha visto uscire per fare cose strane e che fa? Vuole entrare di chiesa di notte perché il prete matto ha lasciato la porta aperta. Mi ricorda vecchie serate estive con pop corn, zio Tibia e notte horror su Italia uno (si, sono vecchio).

Cosa diavolo mi prende? si chiedeva in verità lei. Poco prima era rabbrividita per l'orrore che le suscitava quell'uomo, e ora, seppur ancora piena di timore, stava dirigendosi nell'antro della bestia. Giorgio però la rassicurava: anche lui era un pezzo di marcantonio, ed era, al contrario di don Paskics, molto giovane e in salute, non avendo ancora diciotto anni. Inoltre, potevano sempre fuggire, se il prete avesse cercato di catturarli, e quello non sembrava capace di correre granché... Catturarci? pensò di nuovo lei. Ma cosa cazzo mi vado a immaginare? È solo un povero storpio arrabbiato con la vita, non un serial killer!

Anche qui, più che uno spiegone è uno spoiler. Antro della bestia chi lo sta pensando, lei? In più già sappiamo che proveranno a scappare senza riuscirci o che il ragazzo proverà ad usare inutilmente la sua forza fisica.

Il prete, evidentemente, li aveva attesi nascosto dietro l'anta semiaperta, uscendo poi solo quando e se fossero entrati in trappola

Non serve saperlo, è chiaro perché sei stato bravo a farci capire cosa stava succedendo. Frase eliminabile senza alcun danno.

Giorgio approfittò dell'accusa per manifestare la rabbia dell'offeso, ma era un attacco dettato dalla paura, perché la voce gli tremava mentre diceva

Dici troppo. Fai parlare i personaggi senza spiegare le intenzioni, sei bravo a farlo, non serve altro.

«Stavo eseguendo un rito di richiamo, antico più di questo stupido Natale che festeggiate voi stupidi fedeli di una stupida religione. Un rito di richiamo, sì, perché questa è la notte! E le stelle si sono allineate, dopo migliaia di anni, in questa notte che voi chiamate Natale, ma la cui sacralità è ben più antica di quel vostro Salvatore immaginario. Le energie conglomerate dall'allineamento astrale propiziano la via, attraverso cui giungerà... lei!»

Immagino che il prete non vedesse l'ora di spiegare per filo e per segno cosa stava facendo e perché a quelli che immagino consideri inutili pezzi di carne. Far capire senza fare lo spiegone a volte è difficile, io ho fatto l'errore opposto al tuo dicendo troppo poco, purtroppo bisogna lavorare di più per trovare soluzioni credibili (il cattivo che dice tutto alle vittime non lo è) che facciano capire al lettore quello che serve sapere.

aveva saturando di bestemmia quel sacro luogo

Refuso

«Ma mi avete interrotto. E ho sbagliato a praticarlo fuori, ché non è necessario... ma la nostalgia di casa mi ha indotto a uscire, e guardare... Capitemi, sono migliaia di anni che calpesto questo mondo, prigioniero» proseguì il prete. «Tuttavia non è stato un male, fare sia l'una che l'altra, e non è stato un male che mi abbiate interrotto... Se avessi finito, avreste visto la sua forma reale, appena giunta, e potevate mettermi nei guai. Fortuna quindi che questa puttanella abbia quasi gridato.»

Ovviamente stesso discorso fatto prima, con l'aggravante che il prete è uscito per errore, proprio la notte di Natale quando intorno alla chiesa è più probabile giri gente. Certo capodanno sarebbe stato peggio, però il prete sembra proprio stupido.

Arianna gli lanciava un'occhiata ogni tanto

Credo che in quella situazione non si lanci un'occhiata ogni tanto, come qualcuno che durante un pranzo troppo noioso non riesca a trattenersi dal vedere il neo troppo appariscente di qualche altra invitata, Arianna ha paura di morire, non sa cosa gli sta capitando. Immagino che abbia gli occhi incollati sul prete, a meno che non cerchi una via di fuga.

Maledetto Shakespeare!

Ho scritto il mio commento cercando di vedere il racconto come un racconto originale, anche se è chiaro il riferimento a quello di Lovecraft. Attinenza al tema: anche in questo caso, secondo me, il Natale c'entra poco con la vicenda, poteva tranquillamente svolgersi in qualsiasi momento dell'anno.
Nonostante lo show ci sia poco e niente, le frasi scorrono ed è scritto bene, difficilmente ho dovuto interrompere la lettura perché c'era qualcosa che non mi tornava.
Il punto debole di questo racconto secondo me è la trama. Come detto facciamo finta che non è una riproposizione e vediamolo come racconto originale, scritto e pensato tutto nel 2020: quando tutto è gestito dal caso, qualcosa non va. Per caso Cesare trova un biglietto scritto in coreano, per caso ha un amico antropologo proprio coreano che per caso gli manda una mail di qualcosa che senza saperlo è collegato al biglietto, dicendogli di non aprirla e che probabilmente è una fesseria (e che gliel'ha mandata a fare?). Per caso, il treno in cui sale il protagonista fa tappa proprio nel paese che nessuno riusciva a trovare e sempre per caso, nello stesso treno c'è qualcuno collegato al biglietto che aveva trovato un anno prima. Se fosse stato un complotto architettato per farlo andare in quel luogo esattamente quel giorno sarebbe stato interessante, originale. Così invece la casualità ha un ruolo troppo determinante, bisogna architettare espedienti un po' più credibili. Aggiungo un po' di commenti sparsi:

Mi chiamo Cesare Barolo. Secondo voi, con un nome così, che cosa potevo fare? Anticipo la vostra ovvia risposta: sì, mi occupo di vini, export, soprattutto nei paesi asiatici, o, meglio, mi occupavo. Mio padre ha voluto che mi laureassi in Lingue Orientali e fino a ieri giravo l’est del mondo, proponendo ogni tipo di vino di qualunque colore della mia regione, il Piemonte. Prima di cominciare a raccontarvi questa incredibile storia voglio però rassicurarvi che non sono un alcolizzato. Lo dico perché è questa è una delle accuse che mi ha rivolto la polizia quando ho raccontato la mia storia. Le altre: che sono un pluriomicida e una spia al servizio dell’Occidente. Sono detenuto nella colonia penale lavorativa di Yodok, in Corea del Nord. Vedo tutti i giorni l’ambasciatore svedese che funge da tramite con lo Stato italiano perché l’Italia non ha l‘ambasciata a Pyongyang. Non mi dà molte speranze e mi spinge a confessare i miei delitti ma io non ho commesso alcun omicidio nel senso che non ho ammazzato alcun essere umano.

Secondo me questo è tutto tell. Se avessi inventato un interlocutore per il protagonista, l'ambasciatore o un avvocato, avresti trovato almeno un espediente per mascherarlo.

Proprio il giorno prima, il mio amico Alfred, grande amante dell’horror, mi aveva parlato per un’ora di questo autore, il suo preferito

Ma guarda che caso, tanto per ribadire il concetto.

Era il mio amico Cho che mi avvertiva, prima di leggere l’allegato, che secondo lui si trattava di una bufala. Non ci badai e aprii il file

Oltre alle osservazioni fatte sopra, ma perché il coreano gli manda questo file? È correlato in qualche modo al biglietto? Gliel'ha tradotto e in caso, che c'era scritto?

Devo ancora dirvi che”

Refuso?

Ho saputo (anche se risulta assurdo credervi!) che alcuni di loro praticano un rito misterioso in una caverna ai margini del paese, verso l’interno.

Nel momento che si crede ci siano creature come quelle descritte, perché dovrebbe essere assurdo credere che pratichino riti in una caverna?

Scusate la divagazione sulle mie beghe familiari ma serve a farvi comprendere con che spirito partii.

Eliminerei questa frase, non è necessaria.

Giunto nella capitale nordcoreana, dopo aver concluso l’affare con Kan Dung, un grasso commerciante in prodotti ittici, avevo accettato d’incontrarlo, dopo qualche giorno, a cena, nella sua villa sul mare di Unggi, al confine con la Russia.

Troppe virgole, ti conviene riformulare la frase, magari spezzandola in due.

«Il vostro amico si è sbagliato: la prossima fermata è proprio Shunti-mon, che non è una grande città: è solo un paesino.

Questo è uno dei punti più deboli a livello narrativo, secondo me, dopo i “per caso”. Come è possibile che l'amico sudcoreano non ha trovato questo paese, esiste pure una stazione ferroviaria!

Seduti su una panchina della stazione, che Zaal mi disse essere molto distante dal paese, gli raccontai la storia del biglietto.
Il vecchio mi ascoltò con gli occhi chiusi e poi disse:
«Barolo, voi, stando con me, correte un grande rischio perché io devo salvare il mio amico e avrò contro l’intero paese!»
«Che cosa è successo al vostro amico?»
«Non lo so esattamente ma vi devo parlare di Shunti-mon, anche se voi non crederete una sola parola di quello che vi dirò!»
Lo spronai a parlare, rassicurandolo che lo avrei ritenuto un testimone attendibile.


Il vecchio ha paura, sa che rischia di morire e che fa? Racconta tutto a uno sconosciuto straniero incontrato sul treno.

per cui ci lanciammo dall’unica parte che ancora non avevano raggiunto.

Per caso anche qui, vanno nella direzione che porta alla grotta o è voluto, chi li circondava voleva andassero in quella direzione?

Nessuno di noi due si prostrò

Perché? Stanno per essere uccisi e non sanno quali saranno le conseguenze, non sarebbe più logico assecondare la richiesta per poi provare a scappare appena possibile?

Kim Do-yun mi chiese se volessi abbracciare il culto del dio. Rifiutai.

Come sopra, perché non accettare?

E allora il gigante sollevò il mantello per dare il segnale ai suoi accoliti. Sollevò il mantello e apparvero due enormi tentacoli con le ventose pulsanti.

Refuso, hai scritto due volte che sollevò il mantello


Classifica finale:

1. Tu scendi dalle stelle
2. Il prete
3. Neve di carta
4. Maledetto Shakespeare!

Devo dire che a parte il primo classificato, per gli altri è stato molto difficile fare la classifica.

CITAZIONE (MentisKarakorum @ 2/12/2020, 15:40)
Sì, intendevo il romanzo di Clarke ;) la prima parte parla proprio di come gli ominidi scoprono il monolito, e il pdv è Guarda-La-Luna, il capobranco.

Clarke mi manca del tutto purtroppo, mi hai dato un motivo in più per iniziare a leggerlo

CITAZIONE (shanda06 @ 2/12/2020, 19:32)
Buona sera, ecco i miei commenti:

Ehm, dimentichi qualcuno?

Edited by Marcor77 - 2/12/2020, 23:51
 
Top
97 replies since 31/10/2020, 20:33   3155 views
  Share