quindi che questo è tutto tell, non te lo dico?
CITAZIONE
Tuttavia don Pasckics – questo l'assurdo nome del prete,
assurdo per chi?
CITAZIONE
Questo era dunque don Pasckics. Non meno simpatiche però risultavano le sue orazioni
non ho capito, perché lui era simpatico?
CITAZIONE
Si immagini un Hitler che parli di pace nel mondo
si immagini, chi? Con chi sta parlando il narratore?
CITAZIONE
Era lo stesso motivo che ora induceva in Arianna un freddo glaciale sulla schiena,
quindi il pov è di Arianna.
CITAZIONE
E poi è sempre bello gonfio, come la gonna di quei tizi che girano come scemi...»
che conoscano i dervisci è strano, però mi piace.
CITAZIONE
«No. Forse si è andato a infrattare nella sagrestia a spogliarsi.
qui andiamo sul regionale, dalle mie parti, “infrattare” è sinonimo di un amplesso fugace, petting o baci di una certa consistenza, dati in qualche posto nascosto, che può essere effettivamente un bosco, ma anche una macchina.
CITAZIONE
capito nulla» disse don Paskics. «Stavo eseguendo un rito di richiamo, antico più di questo stupido Natale che festeggiate voi stupidi fedeli di una stupida religione. Un rito di richiamo, sì, perché questa è la notte! E le stelle si sono allineate, dopo migliaia di anni, in questa notte che voi chiamate Natale, ma la cui sacralità è ben più antica di quel vostro Salvatore immaginario. Le energie conglomerate dall'allineamento astrale propiziano la via, attraverso cui giungerà... lei!»
Questo sa un po’ da monologo finale del super cattivo, non ti pare?
CITAZIONE
La voce sgradevole del prete era rintronata sulle pareti, aveva saturando di bestemmia
era rintronata?
Poi c’è un refuso “saturando” al posto di saturato
Poi c’è tutto uno spiegone, che non ha altra utilità che far sapere a noi che il prete ha sbagliato formula. Avresti potuto risolvere, dopo, al momento in cui la creatura si fosse manifestata.
CITAZIONE
Ed effettivamente Giorgio agguantò Arianna per un braccio, portandosela in direzione del prete, con l'intenzione di scostarlo e oltrepassarlo. Magari dandogli uno spintone... Dare della puttanella ad Arianna!
sei sul pov di Arianna, non puoi darmi i pensieri di Giorgio, né le sue intenzioni.
CITAZIONE
Ed effettivamente
ripetizione
CITAZIONE
, Giorgio si divincolò ruotando di schiena, si sollevò seduto e cercò di districare le gambe. Afferrò quella che all'inizio gli sembrò una corda di gommapiuma; un'impressione che si sfilacciò dopo i vani tentativi che fece per spezzarla. Invece la corda si strinse vieppiù, formando nuove spire su per le gambe.
questo non puoi saperlo, il pov è di Arianna ed è buio pesto.
CITAZIONE
. E lei troverà pronta una nicchia carnale già pronta...
Pronta-pronta
CITAZIONE
«Ma cosa cazzo!» Giorgio aumentò la sua forza, ormai disperato, per liberarsi. Ma quella cosa che si avvinghiava a lui pareva tenace come l'acciaio.
ancora pov sbagliato
CITAZIONE
Anche Arianna, riavutasi dalla paralisi della sorpresa, iniziò a divincolarsi, piagnucolando e lamentandosi. Invano disse: «Giorgio, aiutami!», perché nel buio, assoluto al livello del pavimento, non si era accorta che anche il fidanzato lottava per liberarsi.
e qui torniamo su Arianna
CITAZIONE
a cui partecipavano le dita, aperte e chiuse in un codice segreto che nessun essere umano avrebbe mai potuto decifrare.
questo chi lo dice?
Ciao Gargaros e piacere di leggerti. Un racconto decisamente lovecraftiano nella descrizione della minaccia “aliena” (nel senso sia di inumana che “straniera”), ma con scene d’azione ben raccontate. Purtroppo, il racconto è fin troppo “lovecraftiano”, stavolta nel senso negativo del termine, in quanto prende molte delle pecche che erano proprie della scrittura di Lovecraft e degli autori a lui coevi. Anche volendo escludere la questione dello “show don’t tell” (vero, era solo un bonus, ma il nostro scopo era quello di spingervi ad adottare un tipo di narrativa più efficace. Rifiutarlo in blocco non ti ha privato solo del bonus, ha abbassato anche la qualità media del racconto rispetto ai tuoi lavori precedenti). In primis, non si riesce a inquadrare il narratore. Non è onnisciente, perché altrimenti saprebbe cosa è il prete e da dove viene la creatura, per esempio. Non c’è filtro del personaggio però, perché il punto di vista salta da l’uno all’altro. Il narratore però non è nemmeno esterno, visto che in tutta la prima parte, racconta aneddoti e ciarle di paese, che non dovrebbe conoscere. Non si tratta di un tema secondario: il filtro del narratore imposta il modo con cui lo scrittore vuole raccontare la storia al lettore. Posto che, più il narratore riesce a mimetizzarsi nello scorrere degli eventi e nel POV, meglio è (per questo il narratore “onnisciente” viene considerato negativamente da una parte importante della narrativa “professionale”), ma in ogni caso lo scrittore deve scegliere una narrazione chiara, o tutto diventa confuso. La seconda è che il racconto segue un canovaccio talmente “lovecraftiano” che chiunque abbia un minimo di conoscenza dell’autore (leggi, tutta la giuria XDXD) aveva capito dove sarebbe andato a finire il racconto fin dalla riga due. Un prete che non è un prete ma un mostro alieno cerca un corpo per far arrivare su questo piano la sua compagna, e ci riesce. Non c’è un colpo di scena, non c’è suspance. Tutto va, esattamente come ci si aspetti che vada. Che il prete sia un “piovrone” è chiaro dalla prima battuta di Arianna, sul fatto che pareva scivolare invece che camminare, e l’ha ripetuta addirittura due volte. Paradossalmente, ci saremmo aspettati qualche “contro-colpo di scena” ossia un colpo di scena inaspettato, fuori dal coro (il prete sembra un alieno, ma… in realtà è solo un povero disgraziato deforme, oppure è un cyborg proveniente dal futuro tornato indietro per salvare Arianna Connor), ma niente, tutto va come deve andare dall’inizio alla fine. Altro punto debolissimo della narrazione è il fatto che il prete sciorini tutti i suoi piani malvagi, come ogni cattivo dei cartoni anni ottanta che si rispetti, un momento prima di uccidere le sue vittime. Piani che, più o meno, erano chiari già dal rito. Quindi te la saresti potuta cavare con un paio di battute. qualcosa tipo “maledetti, sono anni che l’aspetto” e poi magari qualche battuta rivolta direttamente a lei, o qualcosa del genere. anche perchè la parte in cui racconta che, per aver praticato il rito all’esterno lei arriverà in una forma diversa, a che serve, visto che poi non la vediamo? Quindi, tirando le somme, dovresti rimetterci le mani. Snellire, e magari far piombare la creatura che tutti si aspettavano di vedere e che poi non è arrivata.
Viaggio nell'ignotoCITAZIONE
Cerco la luce più forte per orientarmi, come sempre, o i disegni conosciuti: l'arco, il cervo o il topo. Ne trovo altri, mai visti prima; queste stelle non sono quelle sotto le quali giocavo da bambino o dormivo da adulto.
l’immagine è molto bella ma ci mette un po’ ad arrivare e, per quando la capisci, te la sei persa. Potresti risolvere con un semplice “disegni nel cielo” altrimenti io sto lì a immaginarmi dei graffiti paleolitici.
CITAZIONE
gonfio del nostro figlio, basta. È chiaro che sia futuro, a meno che non sia un canguro.
CITAZIONE
“Cercavo cibo. Colpa mia. No, non puoi riportarmi da loro. Sai cosa succederebbe”.
“C'è una grotta, qui vicino, andiamo”.
in questa fase c’è qualcosa che non va. Non sta parlando al telefono, e quindi dovremmo sapere perché da delle risposte. Dopo “colpa mia” ci vorrebbe un narrato in cui ci spieghi che sta cercando di portarla al villaggio, per esempio. Basterebbe anche vedere che la sorregge e si incammina da qualche parte.
CITAZIONE
Il vento grida nella sua lingua segreta tutta la rabbia, rispondo nella mia.
molto bello
CITAZIONE
Fa troppo freddo, è in anticipo di almeno tre o quattro lune nuove. Il buio della notte è rischiarato da una luce incerta, di cui mi è ignota l'origine. Poi per un istante, il tempo di un fulmine, tutto si illumina.
Snellisci un po’. Che ce ne frega se la luce è incerta o no? E ancora, un fulmine dura un istante di per sé, inutile dirlo.
CITAZIONE
Dopo dieci, cento, un milione di passi, mi sembra inutile contarli
e infatti lo è. Chi si metterebbe a contare i passi, soprattutto quando ha premura di raggiungere una destinazione? Puoi semplicemente dire che cammina a lungo, magari che è stanco, che gli sanguinano i piedi, sente dolore alle ginocchia.
CITAZIONE
per combattersi una femmina
contendersi
CITAZIONE
Nessun rumore, nemmeno quello dell'impatto della lama nella carne della creatura. Non è possibile. Avanzo con le mani avanti, come un cieco, aspettandomi di toccarla
ecco, questo non credo sia il prototipo del bravo cacciatore. È abbastanza improbabile ammazzare un cinghiale con un colpo solo, per di più lanciato alla cieca, e verso quello che sembrerebbe un gruppo di cinghiali. Se lo sarebbero mangiato in un paio di minuti.
CITAZIONE
Sono in balia degli eventi, ma ringrazio di avere ancora con me la mia lancia.
ma non l’aveva piantata nel cinghiale che poi è sparito nel nulla?
CITAZIONE
A pochi passi dalla grande capanna, l'ennesima stranezza
questo è un ottimo esempio di tell. Non dirmi che c’è l’ennesima stranezza, mostramela e basta, se poi è strana, lascialo decidere a me.
CITAZIONE
Potrebbero essere preghiere e se non le conosco vuol dire che sono proibite, dedicate agli Dei da non nominare mai
molto bello anche questo passaggio.
Ciao, Marcor e benvenuto su Latelanera. A parte il finale un po’ scialbo, la storia ha colpito molto positivamente la giuria. Personaggi e ambientazione sono così ben delineati che sembra quasi che tu le abbia già utilizzate in passato. Ti sei inventato un mondo con i suoi riti, le sue tradizioni e tutto un pantheon di divinità (a questo proposito dio si scrive con la minuscola, perché di solito, a parte quello cristiano, ha anche un nome proprio.) Bello anche come hai fatto reagire il tuo protagonista alla vista del castello di Babbo Natale, è assolutamente credibile, eccezion fatta per la lancia che gli ricompare in mano quando gli serve.
Come detto prima, il problema più grosso è nel finale. Non nella morte del vecchietto sponsor della Coca Cola, ma proprio il fatto che manchi un’effettiva conclusione della storia. Chi è il protagonista? Dove vive, perché deve allontanarsi dalla propria tribù? Cosa ha fatto la compagna per essere cacciata? È perché è debole in seguito all’aborto, immagino, ok, ma allora perché lui deve cacciare di nascosto, non potrebbe andarsene con lei e basta? Insomma proprio perché la storia è piacevole, certi difetti saltano all’occhio.
Probabilmente, la fretta ha influito nel lavoro finale e quindi non hai prestato attenzione a quello che avevi scritto prima, quindi abbiamo un cielo stellato ben visibile, in cui però c’è anche la luna e una tormenta. tre cose che, insieme, non possono certo vedersi. la lancia che compare e riappare magicamente senza che lui debba raccoglierla. E ancora, che fine hanno fatto l’uomo con le ginocchia ritorte e il cinghiale con due teste? Diciamo che, hai due ottimi personaggi e un’ottima ambientazione, devi però aggiustare un po’ il tiro, forse insisterei anche un po’ sul salto spazio temporale. le stelle che non conosce sono un ottimo indizio, ma calcherei un po’ la mano, altrimenti si fa fatica.
Da un punto di vista puramente tecnico devi fare pace con gli a capo. Il tuo racconto è un monoblocco nero che fa venire un embolo solo a guardarlo.
Leggilo a voce alta e vedrai che ne potevi mettere almeno una quindicina. C’è qualche refuso e qualche ripetizione che nemmeno ti segnalo. Non hai riletto e lo hai scritto a ridosso del termine, è chiaro che ti siano sfuggiti.
Comunque, molti della giuria lo hanno apprezzato particolarmente, soprattutto calcolando che per alcuni l’apprezzamento è aumentato con il passare del tempo, perché si ricordano solo i suoi punti di forza, segno che sono davvero centrati. La descrizione dal punto di vista del cacciatore, degli elfi, dei giocattoli e soprattutto di Rudolph è perfetta. Lì, non toglierei né aggiungerei nulla.
Maledetto Shakespeare!
di Roberto MasiniCITAZIONE
Riposi nuovamente il biglietto nel libretto
libro, altrimenti crea una brutta assonanza.
CITAZIONE
docente alla Sorbona di antropologia culturale una mail
dopo culturale ci vuole una virgola, e dovrebbe essere docente di antropologia alla Sorbona, non il contrario.
CITAZIONE
“Vostra Grazia Sin Min-ho vogliate prestarmi orecchio! Mi chiamo An Young-Mu vivo a Shunti-mon, un piccolo porto nell’estremo Nord della Corea. Io vengo da Orang e sono laureato in storia delle religioni. Sentii dire di pesche eccezionali e di uomini strani e decisi di andare là per indagare. Il giorno in cui partii il mio amico Zaal Dok-len cercò di dissuadermi. Mi disse che il luogo aveva una cattiva fama; diceva che gli abitanti erano persone schive, che non sopportavano gli stranieri e che quindi non valeva la pena di sprecare là il mio tempo.
Voglio dire in queste righe che li ho visti! Forse morirò per questo. Avevano la pelle rugosa e verdastra, un’andatura saltellante e gli occhi grandi, sporgenti, inespressivi e non sicuramente a mandorla come tutti noi. Ho saputo (anche se risulta assurdo credervi!) che alcuni di loro praticano un rito misterioso in una caverna ai margini del paese, verso l’interno. Ho cercato di partecipare a una loro cerimonia ma sono stato scoperto. Perciò, anche se ancora non mi è successo nulla, so di essere in pericolo. Di notte qualcuno raspa alla porta e si sente un orrendo fetore di pesce.
Anche se diffidate, prego Vostra Grazia Sin Min-ho, quale ambasciatore sudcoreano a Parigi, di voler convincere le Autorità a mandare osservatori ONU a Shunti-mon, prima che sia troppo tardi!
Devo ancora dirvi che”
beh, questo non è un biglietto che può trovarsi dentro un “libretto” questa è una missiva di tre pagine! Oltretutto il finale con la parola non finita è davvero troppo, troppo abusato. Ci mancava solo che l’ultima lettera fosse allungata, un segno grafico strisciato sul foglio a voler intendere che lo scrittore fosse stato aggredito. Tolto questo, che ci faceva dentro un libro di Lovecraft? L’ambasciatore l’ha letto, se ne è fregato, non ha nemmeno tentato di rintracciare il tizio che glielo ha fatto recapitare e lo ha usato come segnalibro (di un libro scritto in francese) che poi lo ha ceduto? Che poi, non hai nemmeno specificato se la libreria fosse di libri usati o no.
CITAZIONE
«Tu non pensi più a me. Tu sei uno stronzo!» mi aveva redarguito Melissa con le sue espressioni pacate e raffinate. E aveva continuato «Solo una merda come te può lasciarmi sola alla vigilia di Natale. Tu e i tuoi sporchi affari! E chi mi dice che non festeggerai là il Natale con le tue puttane coreane?»
non so, tutta questa parte e quella che segue, in cui lui spiega cosa si faccia in nord corea il 25 dicembre, a cosa ci serve? Alla trama, no di certo. Oltretutto calcare così la mano sulla caratterizzazione di lei, a cosa ci serve se poi non la vediamo più per tutto il resto del racconto?
CITAZIONE
Scusate la divagazione sulle mie beghe familiari ma serve a farvi comprendere con che spirito partii.
quindi te ne sei accorto anche tu che era una divagazione inutile. Purtroppo anche il suo stato d’animo al momento della partenza, lo è, perché dopo non ne fai menzione.
CITAZIONE
Fino a quel giorno avevo incontrato pochi monaci buddisti completamente rasati.
qui manca qualcosa, tipo un “ed erano completamente rasati”, altrimenti sembra che lo sia anche il tipo che incontra nel treno, che invece, aveva i capelli lunghi.
CITAZIONE
Mi sedetti vicino a lui e rimasi in silenzio perché il vecchio stava dormendo; quando riaprì gli occhi, mi guardò fisso e mi domandò, parlando in cinese:
«Straniero, dove state andando?»
perché mai?
Perché gli parla in cinese, intanto. Perché gli parla? Per fornirgli l’informazione che farà andare avanti la trama, certo, ma così è davvero troppo costruito. Tutte queste coincidenze assurde avrebbero senso se lui fosse una sorta di prescelto, che però non è, o comunque non ce lo dici.
CITAZIONE
Il vecchio si alzò e mi pregò di non seguirlo ma io gli dissi semplicemente:
«An Young-Mu!»
Lo aiutai a scendere.
sarebbe bello anche sapere cosa significa, tanto stai narrando in prima, quindi puoi anche fare la traduzione a beneficio di noi poveri lettori.
CITAZIONE
Kim Tu-bong, il padrone della fabbrica stava per chiuderla, quando il figlio Kim Do-yun, che aveva studiato antropologia e mitologia orientale in America, all’Università di Miskatonic,
posto che di tutti questi titoli, di tutte queste università, in fondo, non ce ne frega nulla e non parlo solo di questo personaggio, ma di tutti quelli che nomini, di cui dici laurea e università di provenienza: a che ci serve? Posto questo, dicevo, l’antropologia nel 50 aveva sì e no sessant’anni, quindi molti meno come corso universitario, non facevi prima a far fare il rito a uno stregone? A un sacerdote, a un tizio qualsiasi che conosceva le tradizioni di quel posto? Perché scomodare un antropologo, che la metà della popolazione mondiale non sapeva nemmeno cosa fosse?
CITAZIONE
Nessun medico li visitò mai.
quindi avevano un antropologo ma non avevano un medico?
CITAZIONE
An Young-Mu si era laureato in storia delle religioni all’Università di Pechino
eccone un altro.
CITAZIONE
avevo deciso di andarlo a cercare, nutrendo però poche speranze di trovarlo vivo!»
ho deciso, non avevo. Sta accadendo ora.
Ciao, Roberto e piacere di leggerti. Che dire: da “racconto lovecraftiano” siamo passati a “Remake coreano della Maschera di Innsmouth”. Purtroppo, il remake mantiene tutte le debolezze del racconto originale, le amplifica e ne aggiunge di nuove. I buchi di trama non si contano: ti pare possibile che un tale trovi un biglietto dentro un libro, poi casualmente venga mandato nel luogo di cui il biglietto parla e li incontri un tale che era andato in quel luogo proprio per sistemare le cose che erano scritte nel biglietto? Che poi non è che si parla di andare a Terni, ma in Corea del Nord. Senza contare che il famoso biglietto è un papiro lunghissimo, che parte da preamboli non richiesti e arriva a interrompersi nel mezzo di una frase (altro cliché ultra abusato e poco solido ai fini della trama). Per quanto riguarda lo stile, il pezzo è scorrevole e se togli quella sfilza di “gracidanti-scattanti-frementi” e tutti gli enti e anti che ti vengono in mente, scorre ancora di più. Anche qui noto un mono blocco nero, ma che v’hanno fatto gli a capo? Soprattutto nella prima parte, dove le pausa tra una frase e l’altra dovrebbero essere più lunghe, anche perché il narratore fa salti temporali e spaziali.
NEVE DI CARTA Di Alexandra FischerCiao, Shanda e piacere di leggerti. Dunque, dopo anni quì sulla Tela (e dopo un discreto annetto su Minuti Contati), siamo sempre a contestare le stesse cose. Grande evocatività e buona costruzione di atmosfera a cui fanno riscontro trame caotiche e con fin troppo “non detto”. In questo caso, la trama affonda in buchi pesantissimi: cosa è effettivamente successo al protagonista e alla sua fidanzata? Quale dovrebbe essere il prezzo che devono pagare per la “resurrezione”? Chi sono, in realtà Babbo Natale e il suo assistente? Perché hanno scelto proprio lui? Insomma, se certe cose erano chiare nella tua testa, non lo sono nel testo che hai scritto. Tutto come sempre, insomma, non abbiamo fatto un minimo passo avanti.
A livello di stile, l’impressione è che ci sia stato un grande impegno per lo “show don’t tell”... ma con un’idea forse troppo vaga di cosa questo significasse. Lo stile è differente da quello solito, ma direi che ci siano ancora ampissimi margini di miglioramento. In particolare, l’impressione è che tu sia andata nella direzione del “mostrare” quanti più dettagli possibili, senza però curarti se quei dettagli fossero effettivamente mostrati o raccontati, né se fossero utili. Probabilmente, quì, più che una vera colpa da parte tua, c’è una mancata comprensione di cosa significhi effettivamente (show, don’t tell). Vediamo se riusciamo a porvi rimedio ;-)
Per “show dont’t tell” si intende mostrare al lettore quello che accade e non raccontarglielo. in questo modo si aumenta l’immersività e il coinvolgimento dello stesso. chiaro che se il personaggio fa un viaggio per arrivare dal punto A al punto B, non staremo lì a raccontargli quante fermate ha fatto il treno, quanto tempo è intercorso tra una fermata e l’altra o quante case cantoniere ha contato dal finestrino, ma se dobbiamo parlare di qualcosa che accade in quel momento, di utile alla trama, forse è meglio farlo vedere.
Facciamo un esempio concreto, perché spiega meglio di qualsiasi teoria. [i]Un conto sarà scrivere “Ero caduto sul tavolo delle bibite, sporcando Martina. Solo che Marco aveva scambiato la mia gentilezza nei confronti della sua ragazza per un maldestro tentativo di corteggiamento e finimmo per fare a pugni. Anzi finii per prenderle.”
Un altro sarà scrivere “Caddi all’indietro, urtai il tavolo delle bibite e finii gambe all’aria in uno spruzzo di Punch. Mi tirai su subito e mi scusai con i presenti, tutto sommato era andata abbastanza bene, tranne per Martina, devastata da una pioggia odorosa di rum e mandarino. Mi avvicinai e le ofrii il mio fazzoletto. — Accidenti! perdonami — sussurrai.
Decine di gocce le scivolarono dal collo, poggiai il fazzoletto sul decolté cercando di bloccarle prima che arrivassero alla stoffa, non feci in tempo. Un colpo alla nuca mi fece traballare e di nuovo mi trovai a gambe all’aria. Mi voltai annaspando tra i vetri rotti.
— Cazzo tocchi la mia ragazza? Stronzo!
Solo il tempo di voltarmi e inquadrare l’assalitore: Marco che mi fu di nuovo addosso.[/i] E via così.
Ecco: una cosa del genere, che puoi rendere più o meno cruenta, più o meno dettagliata, ma l’importante è che il lettore veda quello che sta accadendo.
E ora qualche consiglio sparso.
CITAZIONE
Il fruscio sotto la porta lo attirò fulmineo
Come fa qualcosa ad attirarti “fulmineo”? forse è meglio all’improvviso.
CITAZIONE
I suoi occhi passarono febbrili al testo scritto in una grafia svolazzante con un pennarello indelebile dorato
in questa frase ci sono quattro aggettivi su sedici parole, le ho contate.
CITAZIONE
Sbatté le ciglia
le ciglia non hanno muscoli, quindi non le può sbattere.
CITAZIONE
si era ripromesso di cascarci più.
una piccola disattenzione, manca un “non”
[quote ] il campanello suonò la vigilia di Natale a due colpi, seguiti da una pausa e poi da altri tre.