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Skannatoio Marzo - Aprile 2021, Mors tua vita mea

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White Pretorian 2.0
view post Posted on 29/4/2021, 23:39 by: White Pretorian 2.0
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Custode di Ryelh
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Eccoci qui, gente ed ecco commenti e graduatoria della giuria:

LA STRADA DELLE MATTONELLE BLU Di Alexandra Fischer

Ciao, Shanda e piacere di leggerti. Dunque, il tuo racconto stavolta è davvero difficile da valutare. Togliamo subito il dente: come al solito, il background del racconto è fumoso e molte azioni dei personaggi non si comprendono, proprio perché non si capisce il contesto che le genera. Perché la gente sta scappando su Aquarius? Chi sono i sovversivi? Perché chi non parte viene ucciso? Perché a Mara viene data la scelta sulla vita altrui? Ci sono letteralmente decine di momenti in cui sembra che la trama vada avanti a caso, o meglio, perché spinta da qualcosa che ti sei dimenticata di mostrare al lettore. Lo so che non si può spiegare tutto e subito, ma devi cercare di trovare un equilibrio che non lasci spaesato il lettore. A parte questo, il tuo racconto votato a un raccontato (o “tell”) assoluto, che inghiotte qualsiasi tentativo di mostrare effettivamente la trama. Facci caso: per ogni azione o per ogni cosa che emerge da azioni o parole dei protagonisti, ce ne sono dieci che compaiono da ricordi indiretti o da palesi narrazioni esterne. Interrompere la storia in questo modo spegne qualsiasi immersività e non permette al lettore di godersi fino in fondo la storia: è come se, mentre cercassi di vedere un film, ci fosse una voce costante di sottofondo del tipo “ecco, ora Ginopippo è triste perché pensa alle vacanze in Bassa Padana. Ora ricorda la nebbia sul fiume, le zanzare che lo divoravano: è per questo che è diventato entomologo…”.
Anche i dialoghi sono inefficaci: sono artificiali e poco credibili. Non fanno trasparire alcuna emozione, eppure ci sono un sacco di momenti o elementi che dovrebbero spingere al pathos in questa storia (dal fatto che la protagonista è orfana, alla morte dei suoi amici), ma le azioni e le reazioni dei personaggi sono sempre troppo statiche. Queste sono le problematiche principali (ce ne sarebbero altre, ma preferisco concentrarmi sulle più gravi). Ti segnalo due refusi:

“alla guida del con”
“Mara gli sfiorò le labbra di Mara”

Non ci siamo, Shanda. Staolta davvero non ci siamo.
TEMA RISPETTATO

Montecristo di Francis Luke
Ciao, Francis e piacere di leggerti. Allora, ammetto che il tuo racconto offre uno spunto molto insolito e d’impatto. L’idea di un mondo invertito, in cui i nazisti sono i buoni e gli ebrei i cattivi è stata abbastanza difficile da assimilare e una volta fatto, il racconto scorre abbastanza bene e raggiunge l’obiettivo di offrire uno spaccato alternativo sulla miseria piccola e grande del genere umano. Il prete buono che tradisce i suoi compagni dopo essere stato a sua volta tradito è un personaggio sicuramente vile, ma che non si riesce a odiare fino in fondo, proprio perché si intuisce una debolezza, più che un’effettiva malvagità e uguali sentimenti suscita la scena (devo dire, molto d’impatto) dei compagni di sventura che, scientemente, lo sacrificano con un gesto così subdolo e apparentemente gentile che mi ha fatto pensare al Bacio di Giuda. Sicuramente, avresti potuto far meglio nella narrazione in alcune parti: la scena in cui il protagonista versa il gas nelle docce è abbastanza confusa enon si capisce se le frasi che lui senta siano effettivamente reali o frutto della sua immaginazione. D’altra parte, soprattutto nella seconda parte, hai abbastanza calcato la mano sul fornire il pensiero del protagonista che prova disgusto verso sé stesso, cos corretta, ma che probabilmente avresti potuto mostrare meglio tramite dialoghi e azioni (che ci sono, però avresti potuto approfondire, asciugando la parte di riflessione autocommiseratoria). A parte questo, anche narrativamente parlando direi che siamo davanti a un racconto solido, per cui penso di potemri complimentare.
Alla prossima!!
TEMA RISPETTATO


Mordimi di truemet
Piacere di leggerti, true, Dunque, il racconto ha una buona narrazione, con un mostrato solido che presenta pochissime sbavature e una terza persona ben costruita. Da questo punto di vista, ho davvero pochissimo da contestare. La trama è abbastanza nei canoni del postapocalittico con zombie ed è evidente il tuo volerti ricollegare a The walking Dead (anche nella citazione nei nomi dei personaggi). Ecco, da questo punto di vista penso che avresti potuto osare di più: la trama sembra davvero presa di peso da un film/serie di zombie a caso e ne segue tutti gli stereotipi e i cliché. Per contro, gli unici elementi potenzialmente innovativi, ossia il morso che fa tornare in vita gli zombie e la loro suddivisione in “Perduti” e “dormienti”, non viene mai spiegata e rischia di perdersi nella narrazione. Se a questo ci aggiungi che i rapporti pregressi tra i personaggi non sono minimamente approfonditi, la sensazione che se ne ricava è quella che ti coglie quando vedi un episodio casuale di una serie tv: magari puoi apprezzare trama e narrativa, ma ci saranno sempre elementi di contesto che non riuscirai a capire. A parte questo, ti segnalo una scena che andrebbe rivista (il combattimento con il primo non morto non chiarissimo. Se lo stanno bloccando dal petto, come fa Marie ad afferrarlo da dietro?).
Alla prossima!!
Ti segnalo un refuso:
"Si accovacciarono dietro una Ford. Con un cenno della testa indicò un cinema poco più avanti."
Chi lo fa?
TEMA: nella giuria abbiamo discusso abbastanza e non ci sembra che la scelta che il protagonista deve prendere rientri totalmente nell'intenzione della specifica, perciò, SPECIFICA RISPETTATA SOLO PARZIALMENTE.

In fondo al mar di Mentiskarakorum
Allora, Mentis, per questo racconto devo dare due giudizi. Il primo è per la seconda parte. Il testo scorre bene, è bello pieno di tensione e posso dire di aver apprezzato il tuo sforzo di rendere la distorsione per cui il protagonista è terrorizzato da animali innocui che, anzi, in film e documentari di solito suscitano meraviglia. Non mi ha convinto il fatto che il protagonista e lo zoologo trattino l’esplosione della centrare quasi come un fatto di secondaria importanza (al punto che il protagonista vorrebbe direttamente tornare a casa, senza passare dagli uffici), ma la scena finale riequilibra il tutto con una conclusione tutto sommato divertente. La prima parte, invece, è quasi illeggibile. È un mappazzone terrificante di infodump e raccontato, utile solo a tirare addosso al lettore il background del protagonista e le motivazioni della sua fobia. Si tratta di informazioni utili, ma che avresti potuto fornire al lettore tramite dialoghi, interazioni o flashback: messo così, sembra un lunghissimo “riassunto degli episodi precedenti”, solo che è lungo quanto metà racconto. Peccato, Mentis, stavolta proprio non ci siamo
SPECIFICA RISPETTATA PARZIALMENTE: capisco la tua idea, il "sacrificio" del protagonista dovrebbe essere quello di afrontare la sua paura, ma penso che tu abbia deviato leggermente dall'idea del tema. hai proposto una problematica psicologica, mentre quello che era richiesto era un dubbio etico. Apprezziamo davvero l'idea, però non è totalmente corretta.

La midriasi bianca
Ciao Legno e piacere di leggerti. Dunque, di questo racconto posso dire di avere sicuramente apprezzato la scena dell’occhio che compare sulla mano, che mi ha vagamente ricordato Evil Dead, e la devastazione finale, molto evocativa. Per il resto rilevo problemi a livello di stile e di trama. Il primo è lento, infarcito di aggettivi, avverbi e interposizioni di narrato. Facci caso: nei punti in cui eccedi in questi difetti, il testo è più lento e la tensione che vorresti trasmettere ne risulta smorzata, cosa tra le più deleterie per un racconto breve, che basa molto della sua forza in questi dettagli. Per quanto riguarda il secondo, invece, ammetto di non aver ben capito cosa sia successo e, soprattutto, non sono riuscito a inquadrare una serie di elementi: che fine fanno i ricercatori che sono andati sul vulcano? Da dove salta fuori la foresta? Cosa rappresentano l’occhio e l’uovo? Chi sta parlando nella voce del protagonista? Che rapporto lega il protagonista e Toboga? Sono tutta una serie di elementi (e ce ne sarebbero altri) che non approfondisci e che lasci monchi, dando al lettore quella sgradevole sensazione di essersi dimenticato di leggere qualcosa. Fa attenzione e ricorda sempre: non tutto quello che è chiaro nella tua mente lo è anche nel testo.
SPECIFICA RISPETTATA
Alla prossima!!



1478 di Gruenermond
Dunque, il racconto riprende le vicende che portarono alla caduta della Famiglia Pazzi e allo stabilirsi del dominio Mediceo su Firenze. Informandomi un pochino, mi sembra di vedere che tu abbia romanzato abbastanza sulla vicenda, in quanto Jacopo de Pazzi fu giustiziato e non morì combattendo, ma immagino che questo fosse il tuo modo per presentare un’ambientazione distropica (GIURIA, GLIELA DIAMO VALIDA?). A parte questo, la trama è abbastanza lineare e non ci sono grossi colpi di scena o situazioni particolari. I personaggi sono totalmente monodimensionali, eccezion fatta per la protagonista, di cui ti sei sforzato di mostrare il tormento interiore. Il tentativo è riuscito in parte, più che altro perché, nel momento più saliente del racconto (quello in cui opta per la fuga, piuttosto che per il matrimonio) hai affidato i suoi tormenti a un lungo monologo interiore, in cui praticamente l’azione si ferma e il racconto diventa un flusso ininterrotto di pensieri. È una parte pesantissima da leggere e penso che sarebbe stato meglio alleggerirlo con azioni che evidenziassero il tormento della ragazza e con qualche dialogo, magari preghiere in cui esprime i suoi dubbi alla Vergine. A livello di stile, direi che c’è parecchio su cui lavorare. In primis, conviene operare un’asciugatura del testo, con cui ridurre al minimo indispensabile aggettivi e avverbi, che in alcuni punti diventano sovrabbondanti e appesantiscono la narrazione. Anche il lessico, troppo enfatico e aulico, è difficile da seguire è spezza qualsiasi finzione narrativa in favore di un testo che risulta palesemente costruito a tavolino per essere artificiale: ricorda, non è la prosa altisonante o l’uso di termini desueti che da profondità a un racconto, ma la sapiente e costante opera di costruzione di un’efficace tensione narrativa. Anche i dialoghi soffrono di un problema simile, in quanto risultano palesemente artificiali e costruiti in modo da risultare drammatici e aulici: anche se i tuoi personaggi sono calati in un contesto temporale diverso, è sempre opportuno farli parlare in modo realistico, magari utilizzando sapienti richiami al contesto storico per dare l’illusione che siano persone del tempo. In questo, ti suggerisco l’esempio dei personaggi della saga di Eternal War di Livio Gambarini, dove i personaggi, pur vivendo nella Firenze del 200, non parlano certo in dialetto fiorentino arcaico.

Cominciamo a lavorare con questo e poi, nei prossimi racconti, vedremo di migliorare gradatamente.
SPECIFICA NO RISPETTATA: ne abbiamo discusso abbastanza e, a nostro goudizio, la scelta della protagonista di sacrificare la sua famiglia per potersi fare suora non rientra nel tema richiesto. Paradossalmente, per la volontà di prendere i voti che ha dimostrato fin dall'inizio, sarebbe stata più idonea la scelta inversa, perché avrebbe voluto dire sacrificare la cosa per lei più importante.
Alla prossima!!


La voce delle foglie di Marco di Fonzo
Ciao, Marco e piacere di leggerti. Dunque, in un mondo fantasy un giovane becchino che vede gli spiriti va a trovare la tomba di un suo amico morto, ricordando avenimenti di tanti anni prima. A livello di trama, possiamo rilevare un plot confuso, in cui infili una miriade di elementi che, alla fine dei conti, non servono a nulla per la storia. L’enclave elfica, i rapporti con il padre, il fatto che Donnie veda gli spiriti, la frana, la storia del suo nome… se si volesse andare a cercare, almeno un terzo di questo racconto non serve a nulla ai fini della trama e non fornisce alcun elemento di caratterizzazione effettiva dei personaggi e dell’ambientazione. A livello di stile, la problematica principale è un raccontato pervasivo e pesante, che frantuma costantemente il POW della terza persona (che dovrebbe seguire il punto di vista di Donnie) e finisce per essere una costante interposizione della narratore e dei suoi giudizi. Un racconto in terza persona dovrebbe seguire il personaggio-punto di vista, descrivendo le sue azioni e i suoi pensieri in modo concreto: se cominciano a comparire cose che, palesemente, il personaggio non sta pensando o non avrebbe modo di pensare, allora stai sbagliando a gestire la narrazione. Attenzione alla ridondanza delle descrizioni: non serve a nulla, ad esemio, specificare che un personaggio non segue i consigli di un altro personaggio, se, subito dopo, gli fai compiere un’azione che viola quei consigli. Attenzione anche a espressioni che possono sembrare belle a livello di suono, ma che, nel concreto, non significano nulla: “per un tempo che parve rallentare fino a fermarsi del tutto” calato nel contesto del racconto, non ha alcun senso. Un altro appunto: il bambino prima si presenta come "voce nella sua testa", poi sembra acquisire consistenza parziale, poi sembra che possa vederlo... se non garantisci una coerenza in questo genere di apparizioni, creerai solo confusione.
SPECIFICA NON RISPETTATA.
Alla prossima!!

Ed ecco la gruaduatoria della giuria

1)MONTECRISTO di Francis Luke
2)IN FONDO AL MAR, IN FONDO AL MAR di Mentiskarakorum
3)LA MIDRIASI BIANCA di Legno di Noce
4)MORDIMI di Truemet
5)La strada delle mattonelle Blu di Shanda
6)1478 di Gruenermond
7)LA VOCE DELLE FOGLIE di Marco S. Di Fonzo


Come sempre, se avete dubbi o perplessità, non abbiate paura di chiedere!!


Nella giornata del 30 farò i conteggi per la graduatoria finale e decreterò il vincitore. Poi provvederò a postare il tema del prossimo SKANNATOIO SPECIALE
 
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89 replies since 28/2/2021, 21:42   2434 views
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