Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Posts written by Byron.RN

view post Posted: 17/11/2019, 22:36 Skannatoio di Halloween 2019 - Lo Skannatoio
Per quanto riguarda i commenti:

1 punto Bloodfairy
2 punti Gargaros


Per rispondere a Bloodfairy le leggende metropolitane che ho inserito nel mio racconto non sono inventate, fanno parte del patrimonio di storie assurde e insolite diffuse negli Stati Uniti. Certo, io ho allungato un pò il brodo ricamandoci su. :D
view post Posted: 1/11/2019, 14:51 Skannatoio di Halloween 2019 - Lo Skannatoio
UN INCONTRO SFORTUNATO(BLOODFAIRY)

Il racconto devo dire che mi è piaciuto molto praticamente in ogni sua parte. È scritto e costruito molto bene, con buone descrizioni e immagini semplici e tuttavia suggestive.
Per esempio:

le luci dei lampioni che illuminavano il tappeto di foglie rosse e gialle, simbolo dell’autunno che aveva ingoiato l’ultima traccia d’estate

L’aria fresca le accarezzò il viso, insieme all’odore di polvere e di erba secca

Anche il colpo di scena finale è ben gestito. Il tutto lasciava presagire a una facile vittoria dell'aggressore, invece sei riuscita a ribaltare la situazione con naturalezza e mestiere.
Gli appunti, se così vogliamo chiamarli, riguardano la parte conclusiva, quella dal comunicato stampa in poi. Secondo me avresti potuto escluderla del tutto, tanto non regala niente di più alla storia che hai scritto. Ciò che risalta è il cognome anglofono del commissario che un pò stona con l'ambientazione italiana(Giorgio, Bea). Marianne poi è evidente che è un essere soprannaturale, altrimenti non si spiega come possa sopraffare un bestione di più di 90 chili. Ma è consapevole della sua natura? Non si capisce bene, poiché parla tranquillamente del sangue di quel maiale con Bea, che infatti non capisce. Forse Marianne altri non è che Roxy la sanguinaria, che invece di nutrirsi del sangue di ragazze vergini banchetta con quello di padri degeneri.

FALSO ALLARME(ALEXANDRA FISCHER)

La storia è interessante, quella di un organismo alieno che deve appurare la veridicità di un messaggio minaccioso proveniente dalla Terra. In realtà il messaggio è un grido di aiuto delle creature della Terra contro l'uomo e il suo operato. Nel testo ci sono riferimenti all'attualità: i ghiacciai che si sciolgono, la figura dell'attivista Greta Thunberg e così via. La cosa che più mi è piaciuta però è la critica evidente che traspare alla mentalità e al modo di vivere stressante degli uomini in questo periodo. L'alieno in certe sue considerazioni fa velatamente capire che quelle creature(cioè noi) non sono in grado di sopportare in via continuativa certe pressioni senza rischiare di impazzire. Il fatto è che al contrario del suo pianeta qua non sono presenti strutture in grado di rigenerare le menti colpite.
Una cosa che avrei approfondito di più è la leggenda metropolitana del monaco che mi sembra appena accennata, non viene spiegata in maniera esaustiva. Mi da l'idea di essere buttata lì, solo accennata, per fare il collegamento con l'articolo della rivista e le foto, quella con il ritrovamento del corpo e quella con la sua sparizione. Per quanto concerne la forma la prima parte mi è sembrata più scorrevole e organica. La seconda invece mi pare più ingessata, forse per i pensieri dell'alieno che sembrano essere un pò ripetitivi o quantomeno esposti in modo meno fluido. Comunque ripeto che l'idea di fondo, il massaggio critico alla nostra società(sempre se ho capito bene) l'ho apprezzato.

IL BUON FALCIATORE(GARGAROS)

In sincerità è il racconto che mi ha entusiasmato di meno. L'idea non è affatto male, ma la struttura non mi ha convinto. Prima di tutto è troppo raccontato, ci racconti ma non ci fai entrare nella storia. L'aggiunta di qualche dialogo nella prima parte secondo me avrebbe giovato, snellendo il racconto e rendendo i lettori più partecipi. Anche alcune espressioni, qua e là, mi sono sembrate d'istinto un pò stonate o delle frasi fatte.
Per esempio:

Presto si sarebbero accorti di non avere più una preda d'avanti al naso e, fatto due più due, sarebbero ritornati sui propri passi


Yosemite aveva mangiato la foglia, e l'aveva invitato lì al club, mostrando all'inizio la faccia di chi ignora che sta per essere inculato

Ora si pentiva ancora di più di ciò che aveva cercato di combinare ai danni di quella pallida e ridicola figura di boss da bassifondi.


Ci racconti per un bel pezzo della fuga di Sam dal boss e i suoi scagnozzi per ciò che aveva cercato di fare, ma in effetti non ci dici mai cosa ha cercato di fare.

Si era giocato l'esistenza in quella città


Poi ho notato alcune ingenuità, una fra tutte questa:

Senza perdere ulteriore tempo, si precipitò nell'ingresso, e poi su per le scale. Bussò alla porta, perché le chiavi le aveva lasciate nel pastrano. Era stato un errore, perché indubbiamente Yosemite aveva usato quelle per entrare: Sammy aveva l'inviolabile istruzione di non aprire mai a nessuno, se non al fratello. Era una delle poche cose che era riuscito a inculcarle nella mente ritardata, insistendoci per anni.

Lasciare le chiavi nel pastrano era stato un errore, ma Yosemite essendo un piccolo boss, penso che se avesse voluto entrare nell'appartamento di Sam lo avrebbe fatto anche senza chiavi, senza farsi troppi problemi.

Altre cose che non mi hanno convinto sono stati i dialoghi troppo canonici, stereotipati, e l'escamotage dell'ultimo desiderio, anch'esso troppo abusato, per riuscire a chiudere la storia.
Per racchiudere in un giudizio complessivo gli appunti fatti, la sensazione che ho avuto è che la storia sia stata scritta in fretta senza riuscire poi a fare un lavoro di revisione.

Chiedo scusa in anticipo all'autore per le critiche espresse e se si possa essere sentito offeso dalle stesse. Ripeto che l'idea di base è buona, con la storia divisa idealmente in tre parti: la fuga, l'incontro coi barboni, l'incontro col boss.
C'è solo bisogno di un pò di tempo e cura in più, per omettere qualche passaggio ripetitivo e qualche frase fatta, darci qualche informazione in più e magari ideare un finale più sorprendente.

LA CLASSIFICA

1A POSIZIONE: UN INCONTRO SFORTUNATO
2A POSIZIONE: FALSO ALLARME
3A POSIZIONE: IL BUON FALCIATORE
view post Posted: 26/10/2019, 00:00 Skannatoio di Halloween 2019 - Lo Skannatoio
Specifiche usate:

1-Leggenda metropolitana
2-Racconto intorno al fuoco
3-Referto medico




UN'ALTRA STORIA DA RACCONTARE



Mike e i suoi amici arrivarono al Gray Ghost Camps di Rockwood dopo il tramonto. Erano partiti da Portland verso le tre del pomeriggio e ora l'orologio della Ford segnava le 18,41.
Erano mesi che parlavano di andare a trascorrere un fine settimana sul lago Moosehead e immergersi nella natura: canoa, passeggiate nei boschi, avvistamenti di alci, cervi, volpi, e perché no, orsi. Alla fine, dopo decine di scuse e di rinvii, erano riusciti a organizzarsi per il week end di Halloween. Probabilmente tutta quella indecisione era stata un dono del cielo, perché lo spettacolo cromatico generato dall'autunno era sorprendentemente suggestivo. Già durante il viaggio ognuno di loro era stato toccato dalla consapevolezza che immergersi per un paio di giorni in quel carnevale di foglie sarebbe stato spettacolare, se non magico.
Mike, Linda, Alan e Shauna scesero dall'Explorer e recuperarono le valigie dal bagagliaio. David e Sarah invece erano ancora dentro la loro Toyota e stavano discutendo animatamente come al solito.
«Quei due non fanno che litigare» borbottò Mike mentre entrava nella casetta che avevano prenotato.
«Litigano perché si vogliono bene» lo rimbeccò Linda.
«Bella teoria. Infatti noi che non litighiamo mai ci detestiamo» disse Mike stizzito. Linda fece una smorfia, poi raggiunse il suo ragazzo nella casa.
Dietro di loro Alan e Shauna si erano fermati sulla piccola veranda e si stavano baciando. L'aria di ottobre era fresca ma non ancora fredda. Probabilmente durante la notte la temperatura sarebbe scesa sensibilmente.
«Ehi, niente male l'interno della catapecchia. Avete già provato i letti?» disse Alan dall'uscio.
«Ma è mai possibile che pensi sempre alla stessa cosa?» disse Shauna ridendo e rifilandogli un piccolo schiaffo sul collo.
«È proprio perché penso sempre alla stessa cosa che il buonumore non ti abbandona mai, bellezza. Hai visto quei due in macchina? Da quant'è che non scopano per te?»
«Non lo so e non mi interessa» rispose Shauna con un sorriso, afferrando il suo uomo per i fianchi.
David e Sarah arrivarono due minuti dopo, con le loro valigie e le buste con le provviste. La ragazza aveva gli occhi lucidi. Si vedeva che aveva pianto.
«Cos'era questa? La litigata numero cinque della giornata? Oppure siamo già alla sesta?»
«Fatti i cazzi tuoi Mike» ringhiò David.
«Già Mike, fatteli» ribadì Sarah.
Linda si avvicinò a Mike, intuendo che stava per reagire, e gli schioccò un bacio sulla bocca, poi cercò di smorzare la tensione.
«Dai ragazzi, siamo venuti qua per divertirci e non per bisticciare. Ora noi ragazze ci daremo da fare per mettere in tavola una bella cenetta, mentre voi ometti raccoglierete un po' di legna e penserete a qualche storia orripilante da raccontarci davanti al fuoco. Su, diamoci da fare.»

****


Al termine della cena le ragazze lavarono i piatti, poi raggiunsero i loro compagni sulla riva del lago. Mike, Alan e David erano già alla terza birra e stavano ridendo come matti. Nell'anello di pietra il fuoco scoppiettava allegramente come le anime dei tre amici. L'alterco di qualche ora prima era già uno sbiadito ricordo.
«Allora ragazzi, come va? Vi state divertendo?» chiese Linda stringendosi nel giaccone. Rispetto a quando erano arrivati la temperatura era calata di parecchio e ora faceva decisamente freddo.
«Sì tesoro» rispose Mike, «David ci ha appena raccontato della volta che si è ubriacato al matrimonio di suo cugino. Ha raccattato una bici fuori dal ristorante e in mutande si è messo a pedalare tra i tavoli del ricevimento.»
I tre ragazzi fecero tintinnare le loro bottiglie, riempendo nuovamente d'allegria l'aria gelata.
«Davvero un bello spettacolo, non c'è che dire» aggiunse Shauna ridendo. «Stasera però è la notte di Halloween. Noi vogliamo ascoltare storie agghiaccianti, storie di paura, non vecchi aneddoti divertenti.»
«Già, ci dovete mettere addosso una fifa del diavolo» rincarò Sarah.
«Avete voglia di spaventarvi? Davvero? Allora sedetevi qui con noi, aprite le orecchie e stringete le chiappe» disse David facendosi serio.
Le ragazze si sistemarono assieme agli uomini attorno al fuoco, poi David cominciò a raccontare.
«Mio zio Jonas, quando ero piccolo, era solito raccontarmi della bambina. Nessuno sapeva come si chiamasse o quanti anni avesse con esattezza. Non era chiaro neppure dove abitasse. L'unica cosa certa era che la si poteva avvistare lungo la Strada 302 a fare l'autostop, nel tratto che va da Portland a Bridgton. Mio zio faceva il piazzista e solcava in lungo e in largo tutte le strade del Maine, ma negli anni non aveva mai avuto occasione d'incontrala. Un giorno però, mentre si stava dirigendo a Lisbon per una convention di venditori la notò. Era sul ciglio della statale con la mano alzata, come riferito da chi l'aveva vista prima di lui. Si era fermato e l'aveva caricata su, chiedendole dove doveva andare. La bambina non aveva detto una parola, aveva soltanto allungato un dito davanti a loro, così lui era partito senza fare altre domande. La piccola aveva corti capelli neri, occhi scuri e profondi e indossava un vestitino bianco. A detta di mio zio emanava un sentore particolare. A lui ricordava l'odore di barbeque, solo più acuto e pungente. In mano stringeva una bambola di pezza che sembrava aver visto giorni migliori.»
David fece una piccola pausa, si schiarì la gola, poi ricominciò a raccontare.
«Avevano macinato qualche decina di chilometri, sempre in silenzio, fino a quando la piccola, in prossimità di Raymond, vicino alla sponda del lago Sebago, aveva dato cenni di nervosismo. All'inizio aveva cominciato a piagnucolare, poi a strillare, sempre più forte, fino a ripetere all'infinito la parola pericolo. PERICOLO! PERICOLO! urlava e al contempo indicava un punto sul ciglio della strada. Jonas allora fermò l'auto e scese a verificare cosa poteva aver impaurito la bambina. Non trovò nulla di strano, però quando rientrò in macchina della bambina non c'era più traccia. Sul sedile giaceva abbandonata solo la sua bambola di pezza. Successivamente, quando ritornò dalla convention volle andare in fondo a quella storia e fece
ricerche alla biblioteca di Raymond. Raccontò alla bibliotecaria per filo e
per segno ciò che gli era accaduto e lei gli disse che poteva trattarsi dell'incidente del 23 agosto 1972. Sfogliò le pagine del Raymond News di quel giorno e scoprì che effettivamente proprio nel punto che aveva indicato la bambina c'era stato un pauroso incidente. Un camion carico di legname aveva invaso la corsia opposta mentre sopraggiungeva la station wagon della famiglia Wilkins. La familiare nell'impatto si era incendiata, così Joseph e Ingrid Wilkins, assieme alla loro piccola figlia Elisabeth, erano morti carbonizzati.»
David si zittì per qualche secondo, giusto il tempo di fare metabolizzare agli altri ciò che aveva detto, poi si alzò, si avvicinò a Sarah e parlò nuovamente.«Dopo quella volta mio zio ha riprovato a battere la Strada 302 ogni volta che poteva, per rivedere lo spirito di Elisabeth, per salutarla un'ultima volta, per darle questa.»
Con noncuranza David estrasse una bambola di pezza dal giaccone e la lasciò cadere tra le braccia della sua fidanzata.
«AAAAHHHH» urlò Sarah, «ma vuoi farmi venire un infarto, brutto cazzone?»
Sarah si scrollò la bambola di dosso, come se fosse qualcosa d'infetto, poi si unì alle risate degli altri che stavano riempendo il buio della notte.
«Ora tocca a me» disse Alan, una volta scemata l'ilarità.«Penso che questa vicenda sarà particolarmente apprezzata dalle fanciulle qui presenti. È inutile che vi dica che questa è assolutamente una storia vera.»
Alan tracannò d'un fiato le quattro dita di birra che erano rimaste nella sua bottiglia, poi iniziò.
«Quando ero al mio secondo anno d'università, a Orono, dividevo la stanza con John O'Sullivan, un irlandese decisamente atipico. Non gli piaceva ubriacarsi, non aveva mai fatto a pugni in vita sua e sembrava avere un bastone infilato su per il culo tanto stava sulle sue. Non parlavamo molto, avevamo giri diversi. Ogni tanto però, quando gli girava bene, prendeva a raccontarmi delle storie bizzarre che leggeva in non so quali riviste o gli venivano narrate da non ben definiti amici o conoscenti. Comunque un giorno, al ritorno dalle vacanze natalizie, mi avvicina e inizia a raccontare
una storia che lì per lì ha il solo effetto di annoiarmi. C'era un tale, un bifolco arricchito, che possedeva un paio di aziende tessili e una cartiera nei pressi di Augusta. Questo tipo, Phil Bruwer, aveva una bella moglie, molto più giovane di lui, tipo reginetta di bellezza del liceo. Geena, la moglie, aveva un debole per i vestiti, e almeno una volta l'anno costringeva il povero Phil a una trasferta di shopping sfrenato a Beverly Hills. Per una settimana la biondona passava in rassegna tutti i negozi di Rodeo Drive, spendendo a più non posso. Phil per un po' l'assecondava, l'accompagnava nelle compere, poi preso dalla disperazione si rintanava nel bar dell'albergo ad ingannare l'attesa in compagnia del signor Jack Daniels. Una sera però, visto che si era fatto tardi e Geena ancora non era rientrata in hotel, Phil era tornato in Rodeo Drive, chiedendo informazioni della moglie in tutte le boutique dove poteva essere stata. Nessuno però aveva saputo dargli la minima notizia. Phil preoccupato era tornato in hotel, aveva atteso ancora un paio d'ore, poi aveva avvertito le autorità. La polizia indagò per una settimana, passò in rassegna tutto il viale, concentrandosi sull'ultimo negozio in cui il marito l'aveva lasciata prima di perderne le traccie, senza tuttavia ottenere alcun risultato. Phil affranto tornò ad Augusta, pur rimanendo in contatto col detective Jones della sezione persone scomparse del dipartimento di polizia di Beverly Hills. Passa più di un anno e la polizia californiana sembra incapace di tirare fuori un ragno dal buco. Phil Bruwer allora decide di agire in altro modo e qui entra in scena il fratello di John. Patrick O'Sullivan è il titolare di una piccola agenzia d'investigazione che ha sede in un palazzo cadente situato vicino a una delle industrie tessili del marito affranto. Bruwer è deciso a ritrovare la moglie e non bada a spese. Patrick così si sposta a Beverly Hills e comincia a investigare. Gira, osserva, fa domande, mostra la foto di Geena a chiunque gli passi sotto tiro. Ad insospettirlo è l'atteggiamento reticente di un dipendente della Bauman Boutique. Con discrezione inizia a tenere sotto controllo il negozio e a pedinare il commesso fuori dagli orari di lavoro. Le settimane passano, ma alla fine l'istinto e la tenacia di Patrick vengono premiate. Il negoziante un giorno incontra uno strano tipo, un messicano corpulento, in un bar dalle parti di
Inglewood. Parlano fitto, sembrano conoscersi bene, poi a un certo punto il messicano da al commesso una busta e se ne va. O'Sullivan non ci pensa su due volte e segue il grassone. Il pedinamento lo porta in Messico, ad Hermosillo per la precisione. Alla periferia della città c'è una sorta di Luna Park, un misto di attrazioni e stand gastronomici. Patrick segue il tipo sino al padiglione dei fenomeni da baraccone e qui s'imbatte in Geena. La riconosce subito, è identica alla foto che gli ha dato Mr. Bruwer, tranne un piccolo particolare: non ha più le braccia e le gambe. Sarà grazie a Patrick O'Sullivan che le autorità scopriranno un macabro traffico di esseri umani gestito dal commesso della Bauman Boutique assieme a bande criminali del Messico nord occidentale.»
Quando Alan smise di parlare nessuno ebbe il coraggio di fiatare. L'unico rumore era rappresentato dal crepitio del fuoco nell'anello di pietra. La prima a spezzare quel religioso silenzio fu Shauna.
«Ora tocca a te Mike. Sarà difficile fare meglio di Alan.»
«Hai ragione Shauna, non sarà per niente semplice, ma cercherò di fare del mio meglio. Prima di cominciare però vorrei fare un brindisi a noi, alla nostra amicizia e al soggiorno in questa splendida località.»
Detto questo Mike si allontanò un istante, raggiunse la sua auto e ritornò con in mano un thermos.
«Qua dentro c'è un punch all'arancia fatto appositamente da mia madre per l'occasione. È davvero fantastico, credetemi.»
Uno alla volta i ragazzi tesero i bicchieri e Mike li riempì sino all'orlo.
«Alla nostra» disse, e tutti ingollarono il liquido in un fiato.
«Bene» riprese Mike, «la storia che sto per raccontarvi è successa qualche anno fa in un posto come questo. Anzi, ci sono buone probabilità che il tutto sia accaduto proprio qui, al Gray Ghost Camps. I protagonisti sono un gruppo affiatato di amici, un'allegra combriccola come può essere la nostra. Questi ragazzi e ragazze erano davvero molto uniti, si raccontavano più o meno tutto e cercavano di passare il maggior tempo possibile assieme, compatibilmente coi propri impegni lavorativi. Fatto sta che un giorno all'esuberante del gruppo venne l'idea di organizzare il week end di
Halloween in un campeggio. Sarebbe stato come ritornare indietro nel tempo, un tuffo nel passato dell'adolescenza. L'idea era divertente e tutti aderirono con entusiasmo. Trascorsero un paio di giorni fantastici a fare interminabili passeggiate nei boschi e a pagaiare in serenità sul lago. Come da prassi poi, la sera del 31 ottobre, si erano riuniti attorno a un fuoco per raccontarsi storie bizzarre e paurose. Storie davvero terrificanti, non come le leggende metropolitane sulla bambina fantasma o sui trafficanti di esseri umani che abbiamo ascoltato questa sera.»
«Fanculo Mike» protestò Alan, «la mia era una storia vera, non una leggenda metropolitana del cazzo. Una fottuta storia reale da farti tremare i peli del culo.»
Tutti i ragazzi risero a quelle esternazioni. Anche Mike, sebbene la sua sembrasse una risata amara. Quasi triste.
«Va bene, va bene» disse alzando le mani in segno di resa, «non era mia intenzione sminuire alcunché.»
Mike osservò Linda, poi tutti gli altri. Sembravano sempre più stanchi; David addirittura collezionava uno sbadiglio dietro l'altro. Lui invece era vigile e sveglio come non mai.
«Quando arrivò il turno dell'ultimo ragazzo era quasi mezzanotte» riprese Mike dando un'occhiata all'orologio. «Lui aveva da raccontare una storia dell'orrore che gli altri si sognavano. Con un'intensità spaventosa squadrò gli amici attorno al fuoco, poi, con un gesto plateale tirò fuori dalla tasca posteriore dei calzoni una busta bianca. Mentre l'apriva si lasciò scappare una lacrima dispettosa che solcò il suo viso per l'intera lunghezza, andandosi poi a disperdere sul terreno.
A quel punto la voce di Mike si era incrinata e Linda, nonostante il sonno incombente se ne accorse subito.
«Tesoro cosa c'è? Qualcosa non va?» disse, lasciandosi sfuggire anch'ella un paio di sbadigli.
«No Linda, è tutto a posto, sono solo un po' emozionato. Il fatto è che quel ragazzo si era sottoposto a un esame, e la busta conteneva l'esito. Il risultato non era per niente buono. Sul referto c'era scritto che gli restavano davvero
pochi giorni. Meno di un mese probabilmente.»
Mike si soffermò un attimo a guardare la sua platea: si erano assopiti tutti. Si mise a piangere e continuò a parlare, anche se gli amici non potevano più sentirlo.
«Capite? Solo pochi giorni e avrebbe dovuto abbandonare questa terra. Solo che aveva paura. Non voleva andarsene. Non era per niente pronto. Come non lo sono io.»
Sempre singhiozzando Mike tirò fuori la busta che conteneva la sua condanna a morte, l'appallottolò e la lanciò nel fuoco che oramai si andava smorzando.
«E soprattutto non voglio andarmene da solo!» ringhiò pieno di rabbia e terrore. Poi tirò fuori la pistola del padre e sparò agli amici che giacevano in stato d'incoscienza. Non si sarebbero accorti di nulla o almeno così sperava. Mirò al cuore, la sede dei sentimenti, delle emozioni e forse dell'anima. Il cuore, la zona irrazionale degli uomini, la parte che li rendeva forti e vulnerabili allo stesso tempo. Il penultimo colpo lo dedicò alla sua Linda. L'aveva amata come nessun'altra. Avrebbe voluto invecchiare con lei, regalarle dei bambini, ma il destino aveva deciso diversamente.
Ora mancava l'ultimo colpo. Prese il punch, quello che prima aveva finto di bere, e stavolta lo ingurgitò veramente. Aspettò che il sedativo che vi era stato sciolto facesse effetto. Una sedia abbandonata davanti al lago lo chiamò. Si sedette. Le acque del Moosehead erano piatte e scure come una condanna. Si chiese se dall'altra parte avrebbe incontrato nuovamente i suoi amici e Linda. Si augurò di sì. Certo, doveva essere così. Sarebbero stati insieme per l'eternità come lo erano stati nei loro giorni da mortali.
Percepì l'inizio del torpore che stava cominciando a scavare un tunnel nel suo stato di coscienza. Non fece trascorrere altro tempo. Appoggiò l'arma al petto e sparò l'ultimo colpo. Al cuore, sempre al cuore, l'inizio e la fine di ogni cosa.
Il custode del complesso scoprì i corpi privi di vita il mattino seguente. Sei giovani, sei esistenze, per una sola storia. Una storia macabra, feroce, cruda, da raccontare davanti a un fuoco per tutti gli Halloween a venire.
view post Posted: 24/10/2019, 11:52 Skannatoio di Halloween 2019 - Lo Skannatoio
Io devo inserire il finale. Tra venerdì e sabato lo posto
view post Posted: 22/10/2019, 12:01 Skannatoio di Halloween 2019 - Lo Skannatoio
Ciao a tutti,

spunto molto interessante.
Posso partecipare?
view post Posted: 30/12/2013, 15:21 Ciao a tutti - Le Presentazioni dei Nuovi Arrivati nel Forum
Grazie Rovignon, grazie simolimo, e grazie master_runta.
A dir la verità un paio di anni fa avevo già partecipato ad un concorso qui sulla Tela Nera, ma poi l'avevo un pò persa di vista....la Tela dico.
Rimedierò subito spulciando fra le vari iniziative.

Ciao
view post Posted: 30/12/2013, 00:17 Ciao a tutti - Le Presentazioni dei Nuovi Arrivati nel Forum
Ciao ragazzi,

ieri sera mi sono trovato sulla casella di posta un messaggio per partecipare al concorso 666 passi nel delirio. La cosa mi ha fatto molto piacere. Io adoro scrivere, così ho cercato di buttare subito giù una storia. Spero vi piaccia.Di sicuro io mi sono divertito a scriverla. Cosa c'è di più bello che scrivere? Creare storie dal niente fa stare bene.
In bocca al lupo a tutti e grazie ancora per l'avviso del concorso.

Demis
7 replies since 30/12/2013