Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Posts written by Francis Luke

view post Posted: 1/5/2021, 11:42 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
Grazie a Pretorian e a tutta la giuria per i commenti ai racconti, da cui cercherò di trarre utili insegnamenti.
Ci tenevo a ringraziare tutti i partecipanti per la bella esperienza, credo che si possa imparare davvero molto dal confronto costruttivo con altri scrittori e lettori. Spero di riuscire a partecipare anche alla prossima e in quel caso di ritrovarvi tutti pronti e agguerriti :b:
view post Posted: 16/4/2021, 11:57 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (Legno Di Noce @ 15/4/2021, 20:53) 
Ecco qua. Scusate il ritardo.
Spero di non essere risultato pedante nei toni, ho fatto molti esempi per essere utile. Se non siete d'accordo su qualcosa fatemi sapere.

La strada dalle mattonelle blu.

Il punto di forza è l’incipit, almeno nella misura in cui mette subito in campo la posta in gioco permettendo di volerne sapere di più.
L’aderenza al tema è anch’essa rispettata.
Mi piace anche il lessico asciutto perfettamente in linea con l’atmosfera e il setting del racconto, che evita inutili retoriche impressioniste e altre metafore stucchevoli.

Credo che il tuo punto più debole sia tutto lo stile nella sua chiarezza.
La prosa risulta un po’ confusa. Ci sono troppi riferimenti a persone e troppi nomi buttati in sole dieci righe “Mara, la direttrice, Rinaldo, Leonora, Piero, Mariagrazia, Casimiro e Luana”.
La scelta di riportare una linea di dialogo (quando Mara ricorda il dialogo della direttrice) senza usare i trattini o il corsivo stona con il resto del racconto.
Qui invece: “Lei guardò le mattonelle blu e le associò ai lunghi pomeriggi silenziosi di prima.” non è chiaro quale sia il nesso tra le mattonelle blu e i pomeriggi silenziosi.
“Rinaldo e Leonora avevano giocato insieme a lei con gli animaletti di legno intagliati e dipinti da quest’ultima” periodi come questo sono un po’ legnosi. Avresti potuto riordinarlo in questo modo per evitare di ripetere “da quest’ultima”:
Esempio “Mara guardò le mattonelle blu e le associò ai lunghi pomeriggi silenziosi di prima, quando giocava insieme a Rinaldo e Leonora con gli animaletti di legno che si divertiva a intagliare e dipingere, e non erano ancora comparsi gli automi a rimpiazzare le specie rare di animali sempre più indebolite dalle continue mutazioni dell’ambiente.” Anche in questo modo, però, il periodo risulta un po’ pesante, per via dell’eccesso di informazioni lanciate tutte insieme.
“Il lavoro di programmatrice informatica l’aveva aiutata a capire il motivo di quei sacrifici programmati ogni anno” avresti potuto sostituire “programmati” con “pianificati” per evitare la ripetizione con la radice di “programmatrice”.
“Associò il blu dell’ultima mattonella all’insegna dell’archivio della biblioteca” Il fatto che il blu le ricordi anche la biblioteca oltre che i pomeriggi confonde ulteriormente, inoltre ti sconsiglio di ricorrere a due rievocazioni così ravvicinate tra loro e prodotte dal medesimo stimolo.
La dinamica della morte dei quattro compagni non è chiara. Non si capisce dove si trovi Mara. Prima viene detto che cammina su una strada, poi si trova in uno stadio… Oppure è fuori dallo stadio e guarda da lontano? Ma in quel caso le sarebbe impossibile vedere così nel dettaglio dentro i finestrini. Forse mi sono perso qualcosa io, non riesco a capire. Sta guardando da uno schermo? Ma in quel caso perché i poliziotti le dicono di andare via se è una cosa pubblica?
In generale dovresti lavorare sulle descrizioni, che a volte sono valide, mentre altre volte non permettono di visualizzare la scena.
Ci sono tante altre cose che si possono migliorare, ma ci metterei troppo ad elencartele tutte. Ti consiglio di leggere qualche manuale di scrittura, ti aiuterebbe a disfarti di una certa legnosità nella prosa.

Poi le reazioni dei personaggi sono un po’ bizzarre, come quando Mara vede morire i suoi amici e pochi minuti dopo, quando parla con la sorella, sembra essere solo un po’ malinconica, come se fosse andata male ad un esame.
Dovresti lavorare anche sui dialoghi, sono molto didascalici: in particolare la sorella parla in un modo che ricorda molto una soap opera, con discorsi a cuore aperto e sogni e speranze confessate in un tono che suona un po’ finto. Ci sono anche troppi riferimenti a cose che non conosciamo e che creano confusione “gruppi artistici, pittori amici della direttrice ecc.”
Inoltre se tu lavorassi sulle azioni che i personaggi compiono prima di parlare non avresti bisogno di ripetere “disse” e “replicò” in continuazione, e questo ti aiuterebbe a snellire la prosa.
Ad esempio:
Mara replicò: − Un giro, per decidere chi fra i due mi tocca scegliere, come da accordi con la Direttrice. A proposito, dov’è?
Mara si grattò la nuca: - Un giro, per decidere chi fra i due mi tocca scegliere, come da accordi con la Direttrice. A proposito, dov’è?
Ogni tanto lo hai fatto. Tipo “Mara chinò la testa.”, ma ti consiglio di farlo più spesso, non avere paura di mettere beat prima di un dialogo, sono sempre meglio dei dialogue tag e rendono più viva la scena.


Montecristo.

Ho poche critiche da farti. Sei molto bravo e si vede che sei uno scrittore che sa quel che fa.
Tra le poche note negative una è che il tuo racconto in certi punti presenta personaggi un po’ clichè. Non tanto nel loro ruolo, ma nei tratti di personalità. In particolare la figura del generale o direttore di un centro di detenzione o di un campo di concentramento che si diverte a fare giochi psicologici con i detenuti è un po’ sterotipata. È una figura presente in tante storie, ad esempio ce n’è uno simile in L’uccello che girava le viti del mondo di Murakami, nel film Quella sporca ultima meta, o ancora in 1984 col personaggio di O’Brian. Ma mentre alcuni di questi “cattivi” esprimono una certa autorialità, il tuo generale si perde in un sadismo generico che si confonde con molti film, romanzi e telefilm già visti. Manca il tuo tocco, almeno a parer mio. È un errore che faccio anche io quando mi trovo a scrivere personaggi per i racconti, alcuni li pesco da immagini già viste in molti film per fare prima e non gli do la giusta cura per renderli miei.
Altra nota. La guardia la tiene ferma con un piede sul ventre. “Che diavolo pensavi di fare? Sporca tedesca!” La stella di David è ricamata sulla stoffa della giacca al braccio destro, al petto brillano diverse piastrine militari. È strano che in un contesto del genere l’attenzione del reverendo vada sull’uniforme del soldato. Sembra un po’ forzato, ma nulla di grave.
Ti segnalo anche la frase “silenzio surreale” che è un po’ clichè, e forse un uso eccessivo dei puntini di sospensione, ma quello è un gusto personale.

In fondo al mar

Sei bravo, e anche tanto. Sinceramente non ho trovato difetti, se non magari il modo che il tuo pdv ha di rivolgersi con quel tono confidenziale un po’ stereotipato al lettore “Come diavolo ci sono finito qui?” oppure tutti quegli “ok”.
La scena di panico collettivo l’ho trovata un po’ sbrigativa, avrei preferito vedere più dettagli, specie sull’emozione del pdv in quel momento. Alla fine dura sì e no un rigo: sembra la bozza di una scena di panico più che una scena di panico vera e propria.


1478

Per me il problema non sta tanto nella prima persona al passato, ma nel modo in cui più volte oscilli tra mostrato e raccontato, e questo risulta in uno stile un po’ ambiguo. Uno dei problemi maggiori che ho trovato sono i dialoghi: “Caterina, figlia mia. So bene cosa ti costa sopportare tutto questo. Conosco la mia bambina, hai un animo nobile e pacifico, non ti piace tutto questo parlar di uccisioni e sangue. Il tuo babbo lo sa, ma è accecato dal potere, tu porta pazienza: appena saremo liberi da questa situazione potrai farti internare nel monastero” I personaggi parlano in modo troppo didascalico, come se non ci fosse un sotto testo, come se fossero su un palco davanti a una platea o in uno soap opera su rai 1.
Si riesce a percepire bene l’ansia della protagonista, seppure il modo enfatico che ha di descrivere qualunque cosa alimenta la sensazione plasticosa che viene dalla lettura complessiva del racconto, ovvero quella sensazione di essere davanti allo sceneggiato di un drammaturgo, più idoneo al teatro che al romanzo o al racconto.
Il tema direi che è centrato. Mi è piaciuta anche l’idea di creare un’ucronia nella Firenze del quattrocento.
Ora: scrivere dialoghi irrealistici ed enfatici non è necessariamente un errore, e il tuo stile punta molto sulla teatralità più che sul realismo. È vero che i dialoghi devono sempre essere espressivi e mai reali, però bisogna trovare il giusto bilanciamento, tu punto molti di più sulla prima che sulla seconda. Esistono romanzi scritti così che funzionano, ma serve aver letto molto e aver un buon orecchio, altrimenti si corre il rischio di risultare un po’ kitsch. È una scelta coraggiosa ma che comporta molti rischi. Visti i tempi in cui viviamo sconsiglierei di provare a scrivere un romanzo o un racconto così oggi.


Mordimi

Mi è piaciuta la gestione di certi dettagli crudi nelle scene, anche se ho trovato diversi inciampi stilistici.
Hai la strana tendenza a rimuovere i soggetti delle azioni, i pronomi e gli articoli:
“Si portò l’indice alla bocca. Shame smise di parlare. Con la mano sfilò la Glock dalla fondina.” Chi sfila la Glock?
“Una mano viscida cercò di braccarlo. Afferrò il braccio e lo trascinò a sé. Il corpo volò oltre la porta.” Chi afferrò il braccio? Il corpo di chi?
All’inizio pensavo che lo zombie avesse afferrato Dick, ma poi scopro che il soggetto di “afferrò il braccio” è Dick.
“Dick tenne d’occhio entrambe le porte. Tolse il bastone dal petto. Fece tre respiri profondi e morsicò il collo del Dormiente con forza. Gli occhi spenti si accesero, riportando alla luce iride e pupille. Shame mollò la presa.”
Gli occhi spenti di chi? Di Dick o del non morto? Non essendoci un personaggio punto di vista chiaro ed essendo anche Dick a quanto pare una sorta di vampiro è difficile dirlo.

Anche il world building risulta molto confuso. Troppi nomi tra dormienti, non morti, già morti ecc. Ti consiglio di progettare le scene prima di scriverle. Prova a stilare un riassunto schematico di quello che ti serve per far arrivare il flusso di informazioni al lettore, scegliendo in quali momenti inserire scene di azione e in quali i dialoghi. Progetta la scena in modo da dire quello che serve senza spiegoni. Se scrivi tutto di getto come ti viene, è normale che tu non riesca a tenere le redini del flusso informativo.
Sembra che tu abbia in mente il cinema quando scrivi. È come se tu avessi un film in testa che funzionerebbe con una videocamera, ma non con la narrativa scritta. Iniziare un racconto o romanzo con tre o più personaggi sconosciuti al lettore, dei quali ognuno richiede una specifica caratterizzazione e gestione della sua posizione nella scena, e farli muovere tutti insieme in una sequenza d’azione è un po’ difficile.

Essendo così esterni al punto di vista è difficile sentirsi coinvolti nella scena finale, Anche se in generale i paletti tematici sono rispettati.



La voce delle foglie.


Sei abile nel creare atmosfera western. Per un attimo mi è sembrato di essere dentro un romanzo di Cormac McCarthy.

Il racconto mi sembra un po’ troppo fuori tema, sia per l’aspetto dell’ucronia che per la scena di panico. Sulla scelta del protagonista diciamo ni.

Per quanto riguarda lo stile, l’incipit mi è parso confuso per via dei troppi nomi: abbiamo il vecchio, Jack, Donnie e Billy. Ho dovuto rileggere ogni rigo per assicurarmi di chi fosse chi e se il vecchio fosse il morto (viso che lo guarda con indifferenza e ricambia).
“Quindi scaricò a terra la cassa (non senza accertarsi prima che il coperchio fosse ben inchiodato).”
Questa parentesi non ha molto senso usata così. Avresti potuto semplicemente scrivere “Si accertò che il coperchio della cassa fosse ben inchiodato e la scaricò a terra.” Perché mettere tra parentesi un gesto che è parte di una normale sequenza di azioni della scena? Non è un riferimento a qualcosa di esterno o una postilla di qualche tipo.
C’è un uso eccessivo di frasi clichè come “eco senza fine”, “urlo lacerante” ecc. Limandole la qualità della prosa aumenterebbe. Usare un gergo desueto può starci visto il contesto, ma cerca di non eccedere in espressioni enfatiche e banali. Se vuoi un esempio di una prosa che rende bene quello che voglio dire prova a leggere Meridiano di sangue di McCarthy.
“Quella stessa maledizione aveva portato Billy nella sua testa, e l'aveva resa l’unica anima presente e invisibile allo stesso tempo.” A mio avviso questo spieghino è eccessivo anche in uno stile raccontato. Avrei preferito che avessi lasciato capire al lettore le ragioni del legame tra il protagonista e la voce nella sua testa.
Fai anche un uso eccessivo di verbi percettivi come “vide” o “sentì”, sono troppi anche per uno stile raccontato. Se succede qualcosa, prova a descriverla e basta: se la scena è pensata bene capiremo da soli che è lo sguardo del pdv a osservarla.

Per quanto riguarda il world building ho trovato tutta la digressione sugli elfi un qualcosa che sarebbe stato bene in un romanzo, ma non in questo racconto. Non aiuta in alcun modo né il proseguo della storia né a comprendere il contesto che porta il protagonista a parlare con gli spiriti. È un qualcosa di troppo vago e lontano per interessare davvero al lettore.

Classifica:

1) In fondo al mar

2)Montecristo.

3)La voce delle foglie.

4)1478

5) mordimi

6)La strada delle mattonelle blu

Ti ringrazio del commento.
Hai ragione, ahimè trovare dei tratti propri e originali con cui dipingere un personaggio è una delle cose più difficili, spesso siamo influenzati da opere già viste/lette senza nemmeno accorgercene (è per questo che il parere altrui sarà sempre insostituibile).

CITAZIONE (Marco S. Di Fonzo @ 15/4/2021, 23:59) 
Alexandra Fischer:

Ciao Alexandra
Hai questo modo molto interessante di sviluppare il pensato della protagonista di turno, e al tempo stesso descrivere il contesto in cui si trova. A volte, però, quest’ultimo tende a sparire un po’, soverchiato dall’ego proprio della stessa protagonista. Fatico, in certi frangenti, a entrare in empatia con lei, perché certe sue azioni mi sembrano un po’ forzate, poco naturali. Come anche certi suoi comportamenti. Mi è capitato con Mara come mi era capitato, mesi fa, con Rubinia. Stavolta però mi è capito anche con altri personaggi del tuo racconto.
Ad esempio, in questo passaggio:
Lui l’accarezzò su entrambe le guance: − Avrei scelto te e lasciato che uccidessero i miei familiari pur di seguirti.
Mara gli sfiorò le labbra, commossa: − E il tuo studio di architetto?
Ecco, uno che dice una frase del genere per me qualche turba psichica deve averla, e lei gli va dietro addirittura commuovendosi.
Ma Mara, inoltre, come fa a non angosciarsi per la morte dei suoi amici d’infanzia? Pare non gliene freghi nulla. Il loro ingresso sulla scena precede di pochissimo la loro uscita, e finiscono per essere quello che effettivamente Mara, con i suoi comportamenti, pensa di loro, cioè nulla.
Anche la chiusa finale con il “tradimento” di Mara... Scusa la franchezza, ma valeva la pena renderla così stronza da sputtanare la sorella in quel modo? Oltretutto in una scena precedente ce le hai mostrate molto unite...
Qualche accorgimento qua e là: cerca, se puoi, di ripetere più spesso il nome della protagonista perché nelle prime righe entrano in scena così tanti nomi che se non specifichi il soggetto di un’azione si rischia di fare confusione.
Poi ci sono, anche qui come in “Spicchio di cielo”, dei punti in cui ti sei persa qualche parola per strada. Mi stupisce, per questo motivo, vederti postare il tuo racconto con così ampio anticipo sulla scadenza, probabilmente basterebbe qualche altra lettura, il tempo ce l’hai. Però ho visto in rete che hai pubblicato diversi romanzi, quindi sono sicuro che in questa circostanza si è trattato solo di piccole sviste.
Ti faccio alcuni esempi:
-Piero era alla guida del con accanto Mariagrazia
- Mara gli sfiorò le labbra di Mara
...Facciamoci un giro per conto −.
...avessero contenuto e depositi di viveri.
In quest’altro passaggio, invece, probabilmente hai invertito il personaggio perché la sorella di Mara non può parlarle dandole del lei:
Leonora, la quale le si avvicinò calma e si rivolse a Mara: − Ha il coraggio di dare della ribelle a sua sorella?
Comunque devi insistere e proseguire con questa tua passione, hai belle idee e i risultati arriveranno senz’altro.


Mentiskarakorum:

Il racconto è senz’altro scorrevole e piacevole da leggere.
Al di là dei paletti narrativi, che hai senz’altro azzeccato, mi piace il modo che hai di ammiccare al lettore. È tipico della prima persona in un certo tipo di narrazioni, e anche questa si sposa bene con questo modo di fare. Mi spiego meglio: ammiccare al lettore e rivolgersi direttamente a lui sottintende una certa ironia di fondo, e quello che capisco è che tu abbia voluto far trasparire questa ironia, a cominciare dal titolo e dalla cantilena che balla nella testa del protagonista, per arrivare al finale “trash”.
C’è un altro elemento che mi fa propendere verso l’intenzione umoristica del racconto, e cioè il fatto che il protagonista, che si trova nella merda fino al collo, “ferma il tempo” cominciando a descrivere se stesso e quello che fa, e come si è trovato in quella situazione, e lo fa usando il tempo presente. Questa scelta è tipica del racconto umoristico, e mi ha fatto venire in mente in molti passaggi la frase di apertura “salve, sono Troy McClure!” (sono sicuro tu colga la citazione).
Se questo non fosse un racconto volutamente umoristico, difficilmente potresti spiegare il fatto che il protagonista, nel bel mezzo del pericolo, si fermi per le presentazioni e lo faccia usando lo stesso tempo verbale scelto per tutto il racconto. È un po’ come quelle sigle di apertura dei telefilm degli anni ’80, dove il protagonista è intento, che so, a svitare una lampadina, poi all’improvviso si ferma e fa un ampio sorriso in camera, e sotto di lui compare il nome del personaggio interpretato insieme a quello dell’attore. Ecco, queste sono le immagini che leggere questo racconto mi ha suscitato.
In tutto questo, potrebbero esserci delle scelte lessicali un po’ troppo “forti” per lo spirito del racconto, ad esempio quando parli di “mestruo” o di “sperma”: possibile non ci fossero altri modi per rendere l’idea? Preciso, non è un commento bigotto il mio ma solo un appunto sulla coerenza di fondo che deve permeare la storia.

Legno di noce:
Il tuo racconto mi ha coinvolto molto, e tenuto davvero con il fiato sospeso.
Credo solo, non me ne volere, che il finale risulti un po’ troppo affrettato. Forse avresti potuto mostrare di più, calarci maggiormente nella realtà, darci qualche appiglio ulteriore. Di sicuro è una scelta azzeccata ambientare la storia in un posto che potremmo conoscere tutti, facendo rimandi a strade ed edifici che esistono realmente. Contribuisce a rendere ancora più angosciante e coinvolgente la storia.
Altro punto di forza secondo me è la gestione dei dialoghi. Hai usato un impianto stilistico molto attuale e comune a romanzi di successo recente. E’ facile nel tuo caso, e mai scontato in generale, ricondurre le parole a colui/colei che le pronuncia.
Posso solo chiederti come mai hai scelto di far parlare, ad uno dei personaggi, due lingue? Di solito mi è capitato di vederlo fare con le esclamazioni. Ad esempio, se Sarah avesse avuto occasione di, che so, pestarsi un dito con il martello mentre piantava una tenda, sentirle pronunciare un rabbioso “shit!” sarebbe stato più naturale che sentirle pronunciare “a flower” quando fino a pochi attimi prima ha parlato in italiano.
Comunque sono stato contento di leggerti e spero di poterlo fare ancora.


Gruenermond:
il tuo racconto storico è ben scritto, anche se molto lontano dai miei gusti personali. Mi piace l’uso della prima persona al passato, mi sa meno di telecronaca rispetto all’uso del tempo presente. Trovo anzi più sensato che si possa ricordare qualcosa che è appartenuto al proprio passato, e lo si faccia mostrando ciò che è stato. Forse è vero che la prima parte è un po’ appesantita da dialoghi pomposi, poi con l’arrivo dell’azione tutto scorre meglio.
Il finale, forse troncato un po’ troppo di netto, avrebbe potuto portarci meglio lo sconvolgimento interiore della protagonista.

Truemet:
Ciao, devo dire come prima cosa che i riferimenti a TWD con i nomi storpiati sono una chicca da veri nerd, e come tale l’ho apprezzata.
Però ho faticato a starti dietro per quasi tutto il racconto. L’idea alla base, il fatto che il processo di trasformazione sia reversibile, è una trovata interessante, ma avrebbe meritato una narrazione più ponderata e soprattutto coerente, senza dover essere per forza lenta. Se dai per scontata la reversibilità della trasformazione, devi un minimo contestualizzarla, farla digerire al lettore con i tempi giusti. Invece la fai diventare una girandola di trasformazioni che fa perdere il filo.
In alternativa, avresti potuto presentare la novità di questa trasformazione reversibile come il colpo di scena finale, ma mi rendo conto che sarebbe stato un racconto completamente diverso.
Sono sicuro, però, che scrivere questo pezzo ti abbia divertito un sacco, e questo secondo me è il modo migliore per iniziare a cimentarsi con la scrittura.

Francis Luke:
Caro Francis, il tuo è il racconto che mi è piaciuto di più. Avvincente e dal finale sorprendente.
In alcuni passaggi avresti forse potuto presentare meglio i personaggi, contestualizzare meglio le scene (non si capisce subito, all’inizio, di chi è la ferita che il reverendo sta bendando, se sua o di altri, e in questo caso avresti potuto tranquillamente fare subito il nome di Franciszek).
Ma davvero, dovrei sforzarmi per trovare qualcosa che non va. Spero di poterti leggere ancora.

CLASSIFICA FINALE:
1) Montecristo
2) La midriasi bianca
3) In fondo al mar
4) 1478
5) Mordimi
6) La strada delle mattonelle blu

Grazie anche del l tuo commento, Marco. Ho ancora molto da imparare sulla gestione del contesto e dei personaggi.
view post Posted: 15/4/2021, 08:04 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (Legno Di Noce @ 15/4/2021, 01:31) 
Si può consegnare anche giovedì giusto? Ho dovuto preparare un esame e sono stato impegnato, ma per domani dovrei aver finiti di scrivere tutti i commenti.

Penso di sì, non ci dovrebbero essere problemi :b:
view post Posted: 14/4/2021, 22:08 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (gruenermond @ 14/4/2021, 18:00) 
Ciao a tutti, ecco i miei commenti sui vostri racconti e la relativa classifica. Preciso che sono tutti frutto di un' opinione personale, come ho già detto non ho esperienza, ma cercherò di fare del mio meglio e spero che il mio giudizio possa comunque risultare utile.
LA STRADA DELLE MATTONELLE BLU
Ciao, leggendo il tuo racconto la prima cosa che mi è saltata all'occhio è che utilizzi molto il raccontato, non è un peccato mortale ma ovviamente questo ha i suoi svantaggi, per esempio non ho sentito molto l'interiorità della protagonista, la sua scelta secondo me è stata presa con troppa facilità sul finale, avrei preferito si soffermasse di più sulle conseguenze. In generale il racconto non mi è parso troppo chiaro, ho faticato a capire alcuni passaggi (come l'incidente sul velivolo), ma ho apprezzato i dialoghi, perchè sono semplici e coerenti, e la trama della storia.

MONTECRISTO
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, sia per il contesto (l'ambientazione è interessante e complessivamente il racconto è stato piacevole da leggere), sia per la tecnica in cui è scritto. Ho trovato tutto molto chiaro e pulito. Anche l'interiorità del personaggio viene espressa bene. L'unica critica che mi sentirei di farti è che avrei preferito sentire il contrasto interiore nel momento della scelta, cosa lo ha portato a decidere di sacrificare i compagni invece di se stesso.

IN FONDO AL MAR
Ciao, ho letto che il tuo racconto è un esperimento, ma non ho compreso bene lo scopo. Forse mi sbaglio, ma non mi è parso realistico che in un momento di terrore il personaggio avesse tempo di ripensare a come fosse finito in quella situazione, diciamo che la prima parte sa un po' di finto, anche per via delle intromissioni di un interlocutore immaginario, quando il protagonista si rivolge al lettore. Ho apprezzato la seconda parte molto di più, è scritta bene ed è tutto chiaro. L'unica cosa è che in alcuni passaggi mi sarei aspettata una reazione più forte da parte del protagonista, per esempio quando vede le meduse avrei preferito sentire di più la sua paura.

LA MIDRIASI BIANCA
Ciao, non ho trovato particolari problemi nella lettura del tuo racconto, per cui non ho molto da dirti, mi sembra scritto proprio bene. L' unica cosa è che non sono riuscita a capire in cosa consiste la scelta del protagonista, probabilmente mi è sfuggito qualcosa... se volessi essere così gentile da chiarirmi questo passaggio!

MORDIMI
Ciao, il tuo racconto non è male, ma molte cose mi sono sembrate confusionarie, a partire dal numero dei personaggi... anche le creature (non morti ecc) sono molte e ho fatto un po' confusione. Inoltre, è praticamente tutta azione e lascia poco spazio al personaggio in sè. Per me è molto importante la chiarezza in un testo e questa qui manca, però alcuni particolari che hai inserito sono interessanti, in alcune descrizioni e scene, quindi se il tutto fosse spiegato un po' meglio guadagnerebbe molti punti.

LA VOCE DELLE FOGLIE
Ciao, come avevi anticipato il tema non è granché centrato, ma nonostante questo l'ambientazione è interessante. Il punto di vista del personaggio mi sembra un po' esterno in alcuni punti, ci sono degli infodump, e insomma hai utilizzato quasi sempre il raccontato... Nonostante questo non è male, il punto di forza è sicuramente la trama, che rende il racconto tutto sommato piacevole.


La scelta della graduatoria è stata combattuta, alcuni racconti li considero a pari merito. In ogni caso ecco la mia classifica :
1.Montecristo
2.La midriasi bianca
3.In fondo al mar
4.La strada delle mattonelle blu
5.La voce delle foglie
6.Mordimi

CITAZIONE (Francis Luke @ 12/4/2021, 20:36) 
Buonasera a tutti, ecco le mie valutazioni ai racconti:


1) La strada delle mattonelle blu – shanda06


Buongiorno, ho letto il tuo racconto più volte e devo ammettere che in alcuni tratti ho faticato a proseguire nella lettura. Proverò a darle qualche spunto di riflessione su cui possa ragionare ed eventualmente trarre motivazione per migliorare.
In generale, mi sembra che il brano soffra di una forma di mostrato fatto male, ciò implica probabilmente che ti sei affacciata da poco tempo all'uso di questa tecnica e devi ancora prenderci confidenza. Quando si mostra male il rischio è quello di rendere la narrazione peggiore di uno stile raccontato (in sostanza si perdono tutti i punti di forza della tecnica e la narrazione acquista solo di complessità). Non sono riuscito a raffigurarmi l'ambientazione in cui hanno luogo le vicende, forse per via delle descrizioni spesso confusionarie, seppur con qualche dettaglio piacevole (la descrizione del salvaschermo, i vestiti...). I pensieri della protagonista sono espressi sia fusi all'interno della narrazione sia in forma diretta con la tecnica del corsivo: ciò non è ottimale, dovrebbe sceglierne solo una delle due per non confondere il lettore, a maggior ragione poichè ciò sussiste solo nella prima parte del racconto e in seguito la forma diretta scompare. Sono incappato spesso in frasi lunghe, ricolme di subordinate, che mi hanno costretto a rileggerle e interrompere così il flusso di lettura. Non ho capito bene la scena d'azione e panico sul velivolo, mi ha trasmesso la frenesia del momento ma non mi sono chiari i passaggi e come sono morti. Ho trovato descrizioni troppo simili, come le strutture che sono tutte “trasparenti” (ma forse era voluto?). Inoltre vorrei porre l'accento su un altro problema importante di questo racconto: i dialoghi. Li ho trovati, talvolta, surreali (come quando davanti alla scena di morte la prima cosa che la protagonista chiede al poliziotto è “Cosa è andato storto?”, il che non mi sembra proprio in linea con lo stato d'animo che avrebbe dovuto avere in un momento del genere), inoltra alcune battute sembrano poste appositamente per raccontare il background della storia, cadendo così in una forma di raccontato. Ho incontrato anche alcuni refusi e parole saltate, che certo non aiutano nel flusso della lettura.
Per quanto riguarda le specifiche mi sembra che siano state rispettate tutte, sia quella tematica che entrambe le facoltative. Carina ed efficace l'idea del dover scegliere chi portare tra due cari alla protagonista.
È un peccato perchè la storia potrebbe avere del potenziale e prende spunto da tematiche abbastanza attuali, che non rendono così impossibile uno scenario futuro simile a quello proposto.




2) In fondo al mar / In fondo al mar (MentisKarakorum)

Ciao Mentis, piacere di leggere il tuo racconto. Penso che lo avevi anticipato in qualche commento precedente, perciò deduco che il tuo fosse un esperimento. Il tuo brano parte in stile raccontato e ce lo mostri fin da subito con una di quelle tipiche pause nel momento di tensione per tornare indietro a raccontare tutti gli avvenimenti che hanno portato il protagonista nella brutta situazione in cui si trova dove lo abbiamo incontrato. In generale il trucco di inserire un inizio in media res e al culmine del dramma per poi fermare la storia e illustrare ai lettori il background, non è una tecnica ottimale, nonostante sia spesso abusata da scrittori e sceneggiatori. Preferisco che le vicende del protagonista e del mondo in cui vive emergano in modo naturale dalle scene mostrate e dai dialoghi che prendono luogo nella storia momento per momento. Questo vizio non ha però compromesso l'intero racconto, infatti mentre all'inizio ho sofferto un po' la tua scelta di raccontare le vicende, in seguito, da quando il racconto si ricollega al presente, l'incidente e poi all'attraversamento degli abissi, ho trovato la lettura più coinvolgente e piacevole.
Una nota di merito per le descrizioni della fauna marina, sei riuscito ad evocarmi delle immagini vivide.
Inoltre, mi ha colpito piacevolmente il flusso di coscienza del personaggio, l'ho trovato credibile e mai banale. Forse ho sofferto un po' la mancanza di dialoghi, confinati ad una piccola parte in conclusione al racconto, ma tutto sommato si sposava bene con il tipo di storia che hai scelto di raccontare: il personaggio doveva combattere la sua paura più grande del tutto solo e in fondo al mar.
In conclusione ho letto volentieri il tuo racconto e sei riuscito ad immergermi (letteralmente!) in un'ambientazione caratteristica, certo non del tutto originale, ma resa alquanto bene (ambientazione subacquea e scafandro mi fanno sempre tornare in mente il videogioco Bioshock, lo conosci? Spoiler: è una perla).

Per quanto riguarda i paletti tematici, penso che tu sia riuscito ad inserirli tutti bene, peccato per il momento di panico collettivo, che hai inserito nella parte iniziale “raccontata” e ciò gli ha tolto molta enfasi: così facendo non mi hai suscitato la gravità dell'incidente e della situazione generale.




3) Midriasi Bianca (Legno di Noce)

Buongionro, piacere di leggerti. Il racconto mi è piaciuto, padroneggi abbastanza bene la tecnica del mostrato. La natura che prende il sopravvento sull'uomo e che si espande nelle città è un tema “sempre verde” e, almeno per quanto mi riguarda, apprezzato (ci ho visto un po' dell'opera “Annientamento” di Vandermeer in questo racconto). Non sono riuscito a comprendere bene il contesto della storia, perciò forse suggerirei di lavorare meglio sul flusso informativo che devi veicolare attaverso descrizioni e, soprattutto, dialoghi. Anche il rapporto tra il protagonista e la ragazza poteva essere reso meglio, poiché rimane abbastanza ambiguo. Il mostrato lo gestisci meglio nelle azioni poiché per quanto riguarda i pensieri del protagonista devo dire che a volte li ho trovati un po' fuori luogo e che trasudavano la presenza del narratore (es. “Dio santo, più la conosco più sembra lo stereotipo vivente dell’hipster inglesina. Sciatta, con le sue gambe secche e bianchicce, pronta a sciorinare quella vocazione comunitaria da brava sessantottina. La sua laurea al MIT rende ancora più irritante questo suo atteggiamento progressista”, o in un altro punto, “È incredibile la naturalezza con cui abbiamo accettato tutto questo. La foresta è apparsa in una sola notte nel centro della città, fagocitandone un’intera metà. Una vegetazione primordiale popolata da specie mai viste. Mi lascia ancora impressionato la velocità con cui il mondo intero ha accettato questa assurdità” → questi sembrano pensieri più al servizio del lettore e non proprio quelli che potrebbero scaturire genuinamente nella testa del protagonista in quei momenti). Il finale forse è un po' troppo rapido ma tutto sommato funziona e ti invoglia a capire cosa succederà dopo (quindi forse non è il massimo per un racconto).
Inoltre devo fare un appunto per quanto riguarda i paletti tematici. Il mondo alternativo ok, la scena di panico ci può stare, ma quale scelta ha fatto il protagonista per sopravvivere? L'occhio gli ha comandato di agire in quel modo, non penso avrebbe potuto scegliere diversamente, no? Ne ha preso il controllo mentale, perciò il protagonista non è stato posto dinnanzi ad una una scelta, quindi forse il racconto non ha del tutto centrato il tema. In ogni caso, l'ho letto volentieri e questo penso sia la cosa più importante.



4) 1478 (gruenermond)

Buongionro, piacere di leggerti. Come sicuramente ti avranno fatto notare anche altri lettori, la tua scelta di utilizzare la prima persona al passato è stata un po' azzardata: il brano sembra una sorta diario raccontato, il che rema contro allo stile mostrato (a cui hai cercato di attenerti) e al nostro tentativo di immergerci appieno nelle vicende, tuttavia devo dire che sei riuscito a portarlo avanti con coerenza dall'inizio alla fine, cosa non da poco. Hai optato per uno sfondo storico alternativo, immaginando che le scorribande tra Pazzi e Medici fossero andate diversamente e la scelta mi è piaciuta. I punti di forza sono l'ambientazione storica e i dialoghi interiori della protagonista, che mi hanno permesso di immergermi nelle sue ansie e paure.
Non sono del tutto convinto che tu abbia centrato il tema principale del contest, mi sembra che la protagonista non sia stata messa di fronte ad una scelta difficile per salvarsi la vita, ma piuttosto a quella di scegliere tra il perseguire il suo sogno ecclesiastico e lasciar morire la sua famiglia oppure rinunciarvi e darsi in matrimonio per consolidare la pace tra le due casate. In entrambi i casi la protagonista sopravviverebbe: la scelta difficile c'è ma la sua vita non è realmente in gioco.



5) Mordimi (truemet)

Buongiorno, piacere di leggerti. L'ambientazione post apocalittica in stile The walking dead è carina ma devo ammettere che è stata una scelta coraggiosa, poiché difficile da rendere su carta (penso che ci siano tipi di storie che predilogono alcuni canali mediatici più che altri). Lo stile è un buon mostrato, ma troppo, troppo, ricco d'azione (e questo si ricollega al discorso del canale mediatico), le scene di combattimento sono prolungate, frenetiche e spesso perdono di vista il filtro del protagonista rimbalzando da una parte all'altra dei personaggi: in sostanza ho trovato difficile seguire il flusso dell'azione nella mia testa. Il discorso Dormienti, Perduti e non morti è anch'esso complicato, ci sta che in un incipit di un romanzo ci si trovi, come lettori, in difetto d'informazione rispetto ai personaggi, ma questo difetto deve comunque pian piano colmarsi; considerando che questo non è un romanzo ma un racconto, avresti dovuto diminuire queste distanze più rapidamente (mentre in un romanzo può avvenire nei vari capitoli successivi). Ho trovato confusione anche coi vari nomi, mettere in scena più personaggi fin dall'inizio richiede molta attenzione nel farlo. Vanno tenute bene a mente quali sono le differenze, in fase di progettazione, tra romanzo e racconto.
Mi sono piaciute invece alcune descrizioni sensoriali e specifici momenti della battaglia.
Per quanto riguarda i paletti telematici, in generale direi che ci sei stato dentro (la scena di panico?), penso che la scelta difficile ci sia stata verso il finale ma la frenesia dell'azione non gli ha dato il giusto spazio e quindi non l'abbiamo vissuta veramente come difficile poiché non vi è stato un evidente coinvolgimento emotivo da parte del protagonista.



6) La voce delle foglie (Marco S. Di Fonzo)


Buongiorno, piacere di leggerti. La tematica principale non è stata centrata, ma di questo avevi avvertito con largo anticipo. Per quanto riguarda le due dritte facoltative, mi sembra tu le abbia rispettate bene (sulla scena di panico al matrimonio della zia potevi fare meglio perchè passa un po' in sordina. Tanto che proprio in questo punto ho trovato la maggior criticità e mi sono perso nella narrazione: come si passa dall'orso che mangia la zia con il padre che spara a ritrovare lo stesso orso nel bosco da tutt'altra parte? Mi deve essere sfuggito qualcosa). Il tuo racconto è in perfetto stile raccontato, il che non è un male per forza, però devi tenere in conto che non è uno stile in linea coi nostri tempi (ti comprendo bene, perchè scrivevo simile fino a non molto tempo fa, e penso riguardi molti di noi). Purtroppo lo stile raccontato spezza il ritmo della narrazione ed è ricco di tutti i problemi che si porta dietro: avverbi, infodump, poche descrizioni sensoriali, scarsa interiorità...
Per quanto riguarda il contenuto, mi è piaciuta l'idea di unire due mondi così distanti tra loro, come quello dei cowboy e degli elfi, purtroppo non credo tu abbia resa questa unione al meglio: non combaciano bene e il mondo degli elfi lo introduci solamente senza trovare alcun punto di contatto interessante con quello dei cowboy, quindi rimane solo di sfondo. Bella l'idea che Billy lo tormenti sotto forma di vocina nella sua testa e lo condanni ad un rimorso perenne.




Allora per quanta la classifica, mi sono trovato in difficoltà per trovare un compromesso tra quelli che ho preferito per stile e contenuto ma che non hanno (a mio parere) centrato il tema del contest, e quelli che hanno rispettato meglio i paletti ma che soffrono di altri problemi:


1) MentisKarakorum
2) Legno di Noce
3) gruenermond
4) truemet
5) Marco S. Di Fonzo
6) shanda06

Ciao, grazie per il tuo commento! Per quanto riguarda la scelta della protagonista, lei sarebbe sopravvissuta solo rinunciando al suo voto, sposandosi, o sacrificando la sua famiglia, fuggendo (come ha fatto). Se non avesse scelto sarebbe morta, quindi io 'una scelta per salvarsi la vita' l'ho intesa così, spero di non aver capito male :blink:

Grazie del commento!


Per quanto riguarda la scelta difficile nel tuo racconto, ho capito cosa intendi, allora penso che avresti dovuto sottolineare il fatto che l'astenersi dallo scegliere sarebbe significato morire per la nostra protagonista. In sostanza penso che abbiamo sbagliato entrambi, seppur con sfumature diverse, nello stesso punto fondamentale (qui mi ricollego al tuo commento al mio racconto): dovevamo drammatizzare di più al momento della scelta!

CITAZIONE (truemet @ 14/4/2021, 22:34) 
Buonasera a tutti.
Devo chiudere la porta o deve ancora arrivare qualcuno? :lol: Mi sa che sono l'ultimo.
Ecco i miei commenti, da semplice lettore. Ho cercato di riportare cosa ho provato io nel leggere i racconti. Tutti pareri soggettivi, probabilmente non c’è bisogno di specificarlo, ma dato che per me è una novità, e io lo sono per voi, preferisco farlo. Anche solo per informarvi che non ho la pretesa di pensare che i miei commenti riportino l'insindacabile verità oggettiva della narrativa. :p107:

Stilare una classifica a me non piace, ma visto che qui è parte del gioco ho cercato di prendere in considerazioni più cose, ma è davvero difficile.

MentisKarakorum
In fondo al mar / In fondo al mar

Il racconto parte con esplosività, ma alla seconda riga si ferma (solo momentaneamente). Ero già immerso nella storia quando è iniziato il racconto del personaggio. Avrei preferito sapere in altro modo chi è e cosa fa, e continuare con la storia.
Specie per quel “Ok. Iniziamo da capo.
Mi chiamo Matthias, sono un ingegnere geotermico, e odio il mare”
che mi sa troppo da presentazione da diario. Ma forse il problema maggiore è che arriva dopo la frase bomba iniziale. Se non ci fosse stata quella sarebbe stato semplicemente l’inizio della storia, così invece ti cali subito nel personaggio e poi sembra messo in pausa per rivivere una “puntata” precedente.
Tutto il raccontato non l’ho trovato noioso, ma sarebbe stato più godibile se posto in altra maniera. Quando si è tornati al presente tutto è tornato più vivido, riportandomi nell’immersione del personaggio e a quel punto ho trovato tutto piacevole, con bei dettagli, fino alla conclusione della storia.

Secondo me all’inizio ci sono troppi avverbi (o altro) che spezzano il flusso di lettura.

Non ho capito la scelta che ha dovuto fare per salvarsi. Affrontare le proprie paure può essere difficile, ma in punto di morte è una scelta “obbligatoria”. Tra virgolette perché non sempre c’è chi ci riesce, ma il tema parlava di scelta “estrema” e questa mi sembra più una scelta “dovuta”.

La parte finale con i dialoghi è scritta molto bene, e (ma) lascia ancora di più l’amaro in bocca per l’inizio raccontato (ma capisco che sia molto soggettiva come esperienza di lettura).

Nei commenti dei mesi precedenti ho letto che qualcuno segnala anche i refusi o suggerimenti diversi:

-“Insomma, di colpo la schiena inizia bruciarmi” - manca l’articolo

-“come se mi stessi rotolando sui carboni ardenti. Risultato? Tre mesi di ospedale, steso a pancia in giù col culo per aria” - se uno rotola non dovrebbe ustionarsi tutto il corpo, invece che schiena e chiappe?

-“quelle piccole cose che per loro sono nulla, ma per chi ha è sposato” - verbo di troppo

-“il suo viso peloso sorride divertito” è troppo simile a “Il viso dell’uomo, ricoperto da una folta peluria, mi sorride.” Secondo me sarebbe meglio cambiare dettagli.

Ps: ho canticchiato la canzone per un paio di giorni.


gruenermond
1478

Ho sempre odiato la prima persona, da qualche mese sto cercando di farmela piacere ma ci metto sempre del tempo prima di calarmi nella parte. Il tuo racconto mi ha preso fin dall'inizio, quindi o sono improvvisamente guarito da questa mia avversità contro la prima persona, oppure mi hai trasportato nella storia fin dalle prime righe facendomi dimenticare questo mio arcinemico. Non ho problemi invece con la forma verbale al passato, anzi, al momento la preferisco. Potrebbe però essere un altro mio demone da affrontare, perché la forma presente potrebbe farti calare ancor di più nel personaggio.
Mi è piaciuta la scelta dei dettagli e l’uso degli aggettivi.

I dialoghi mi sono piaciuti ad eccezione di qualcuno, soprattutto di Jacopo a tavola nella conversazione con moglie e figlia. Mi è sembrato poco spontaneo, un po’ forzato.

Il rinascimento è forse il periodo storico che amo di più. L’ambientazione alternativa mi è piaciuta, anche se forse poco significativa (per il racconto, non per la storia di Firenze :D). Caterina più che sfuggire alla morte, se ho capito bene, fugge dal matrimonio sacrificando la madre, decisamente una scelta estrema, ma fatta non per salvarsi la vita, ma per salvarsi l’anima (quindi potenzialmente potrebbe anche valere doppio :) )

Testo molto scorrevole, ti segnalo solo l’eccessivo uso di puntini di sospensione. Secondo me la maggior parte delle volte non servivano.


Alexandra Fischer (shanda06)
La strada delle mattonelle blu

La prima parte (fino agli asterischi) non l’ho capita al volo, se ha dato questa impressione solo a me probabilmente sono stato poco attento, ma ho dovuto fermarmi per rileggerla dall’inizio, e leggerla di nuovo una volta finito il racconto. Mi spiace ma non saprei dirti il reale motivo, forse non mi era chiaro il contesto. O non ero entrato nel personaggio, non saprei. A dire il vero non sono mai entrato pienamente nel personaggio. L’insieme del racconto non mi ha fatto calare nel contesto, forse l’ambientazione alternativa è troppo alternativa per le mie celluline grigie :)
Non ho provato le emozioni che ha provato Mara. La sua scelta è stata sicuramente durissima, ma lo so per il loro naturale ruolo di sorelle, non perché ho provato tristezza per Leonora dal punto di vista di Mara. Ed è un peccato perché il tema è sentimentalmente molto forte ma non ha reso quanto meritava.

La costruzione delle frasi che porta ai dialoghi mi sembra un po’ forzata. A mio parere le tag di dialogo sono da usare meno per rendere il testo più scorrevole possibile. Soprattutto per quanto riguarda i due punti, secondo me utilizzati in troppe occasioni.
Per come la vedo io il potenziale della storia si è un po' perso nei dettagli (alcuni che non ho colto io, altri che mi sarebbero piaciuti scritti diversamente, quindi una cosa totalmente soggettiva.)

Refuso: “Mara gli sfiorò le labbra di Mara”


Francis Luke
Montecristo

Mi è piaciuta la costruzione dei personaggi (del portatore del PdV ma anche di alcuni secondari) e ancor di più il contesto alternativo. Tema forte e particolare.
Il testo l’ho trovato molto scorrevole, con bei dettagli mostrati.
La parte in cui uccide i suoi compagni, pur essendo ben dettagliata, l'ho trovata un po’ confusa, ho dovuto rileggerla per comprenderla bene. Ben mostrata ma poco chiara. L’unica in tutto il racconto.

Non ho capito come hanno fatto a sfuggirti tutti questi refusi, che saltano all’occhio alla prima lettura. Quasi come non avessi mai riletto ciò che hai scritto. In quel caso, complimenti doppi, è un testo molto ben scritto per non essere stato più revisionato. Al contrario forse hai riletto velocemente e in ogni caso non usi un programma che ti segnala gli errori, la maggior parte saltano all’occhio perché evidenziati.

refusi/commenti:

-"Volti rabbuiati, sguardi a terra, acuni ingobbiti"

-“Lui le tira il calcio del fucile dritto sul muso. Elsa si ribalta a terra, pancia all'aria. Un fiotto di sangue si diffonde rapido dalle narici verso la bocca e giù fino al collo.”
Non ho mai ricevuto il calcio del fucile sul muso, ma non dovrebbe avergli spaccato la faccia? Se fosse stato leggero non sarebbe caduta a terra, se è abbastanza forte da farla ribaltare a terra, allora il colpo dovrebbe essere stato molto duro, solo un fiotto di sangue?

-Il colonnelllo abbassa il fucile.

-benchè / perchè

-le ossa e l’'olezzo

-Il rosario scivola dale dita

-Non può può essere!

-ombrelllo, alle sue spalle un affacciandersi

-ne assoporo il gusto


Legno Di Noce
La midriasi bianca

In generale ho trovato la lettura scorrevole dall’inizio alla fine, ogni tanto mi sono perso per strada e ho dovuto rileggere per capire bene la scena, ma probabilmente è dovuto al tema molto particolare.
Unica considerazione da fare sul testo è su alcune parti troppo "legnose". Es:

“Mi butto sull’erba e rotolo. Grido ancora. La mia testa urta contro una superficie dura. La terra mi entra nei bronchi. Tossisco e sbatto più volte la mano al suolo.”

Non so bene spiegare il perché, forse per le frasi troppo corte seguite da un punto. A differenza della maggior parte del testo, queste parti interrompono (a me) troppo il flusso della lettura. È un problema in cui mi imbatto anche io (e in modo molto più rilevante) e che ancora non so come risolvere, forse è solo questione di trovare la scelta di parole più azzeccate per comporre frasi più lunghe e interessanti.

Mi sono piaciuti certi particolari nella foresta, dove il racconto parte lentamente, e soprattutto la parte finale più animata.
Ho trovato lo sbalzo di sentimenti verso Sarah troppo veloci. Ma magari era una cosa voluta, oppure non l’ho capita. Così come non ho capito esattamente cos’è successo (cosa ha fatto? Come?) a Luca quando ha guardato l’occhio.


Marco S. Di Fonzo
La voce delle foglie

La storia mi è piaciuta. Le specifiche richieste non sono state completamente seguite, essendo nuovo non ho idea in questo caso come ci si debba comportare. Ma più che altro è un “problema” di classifica, non certo nel commentare.

Secondo me per capire a fondo la storia bisogna rileggerla, o forse non sono stato abbastanza attento io la prima volta a cogliere tutti i dettagli. In particolare la figura di Billy, che è fondamentale. Ho capito male, o dopo l’inizio c’è uno sbalzo temporale indietro per rivivere il momento critico della trama?

-“Donnie fissò il suo sguardo di indifferenza negli occhi del vecchio, e il vecchio ricambiò.”

Il senso della frase è chiaro, ma l’ho letta più volte perché qualcosa non mi tornava. Forse poteva essere scritta in modo diverso. Ho pensato a diverse alternative ma non me ne piace nessuna.
Altre frasi invece te le riporto qui sotto. Sono solo suggerimenti che mi sono venuti sul momento rileggendo il testo, sei libero di ignorarli, come tutto il resto che ho scritto.. :)

-“«Vedi di non dirlo a nessuno» disse Donnie, tossicchiando e sputacchiando ai piedi di Billy pezzetti di roba marrone.”

non starebbe meglio così?
“«Vedi di non dirlo a nessuno!» Donnie tossì, sputacchiando pezzetti di roba marrone ai piedi di Billy.”

-“«Prendi il ragazzo con te e tornatevene a casa.»
«Papà...» disse Donnie con voce tremante, indicando ciò che restava di zia Beth.
«Lo so» rispose suo padre, senza voltarsi. Poi se ne andò.”


potrebbe diventare:

«Prendi il ragazzo con te e tornatene a casa.»
«Papà...» Donnie indicò ciò che restava di zia Beth.
«Lo so.» Suo padre se ne andò senza voltarsi.

refuso:
«Quella laggù è l’Enclave»


Vi riporto di seguito la mia classifica personale, molto difficile scegliere, molte posizioni potrebbero variare, ma se ne può mandare soltanto una :)

gruenermond
1478

Francis Luke
Montecristo

Legno Di Noce
La midriasi bianca

MentisKarakorum
In fondo al mar / In fondo al mar

Marco S. Di Fonzo
La voce delle foglie

Alexandra Fischer (shanda06)
La strada delle mattonelle blu

Grazie dei preziosi consigli!

Non me ne sono reso conto e ora mi vergogno un po' di quei refusi. L'ho riletto solo una volta interamente ma ciò non mi giustifica affatto. Le prossime volte starò più attento e mi affiderò ad un programma più efficace nel segnalarli :p095:
view post Posted: 12/4/2021, 21:02 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (MentisKarakorum @ 12/4/2021, 21:27) 
CITAZIONE (Francis Luke @ 12/4/2021, 20:36) 
1) MentisKarakorum
2) Legno di Noce
3) gruenermond
4) truemet
5) Marco S. Di Fonzo
6) shanda06

Ciao Francis! Sono molto contento che il mio pezzo ti sia piaciuto, e complimenti per aver colto la citazione a BioShock (hai ragione, l'idea viene da lì).
Per quanto riguarda il resto: il mio era certamente un esperimento. Sono anch'io un sostenitore del mostrato, però vado anche a metodo empirico: nelle librerie non ho mai trovato un romanzo scritto unicamente in mostrato, e i grandi maestri di questa tecnica (King, Palahniuk e compagni) comunque usano un misto di raccontato e mostrato. Sto cercando di capire come ottenere lo stesso effetto, andando a usare il comodo raccontato dove occorre e invece fare risaltare i momenti salienti col mostrato. Sarà che spiegare il mondo acquatico col raccontato era dannatamente più facile che farlo col mostrato, sarà che volevo che la fobia del protagonista fosse ben chiara fin da subito.. insomma ho fatto questa scelta. L'inizio con la scena climatica in medias res è un altro esperimento (in verità per quello ho preso ispirazione da Fight Club), e sinceramente non sapevo fosse un cliché (cosa non si impara dai propri errori!).
Avevo paura di ricevere una critica sul finale (a mio avviso fiacchetto, ma non sapevo come altro far finire la storia), magari se hai voglia su questo ti chiedo un parere.
Grazie mille per il commento!

Hai ragione, di esempi in puro mostrato al giorno d'oggi ce ne sono pochi (in Italia ancora meno), infatti anch'io faccio fatica ad avere un buon banco di prova su cui studiare e da cui prendere spunto. Perciò capisco bene la tua intenzione di cercare di prendere il meglio da ambo le tecniche, obiettivo che ho condiviso un tempo, però poi mi hanno fatto ragionare sul fatto che alle prime armi (e qui parlo per me) è sempre meglio concentrarsi su una tecnica fino a saperla padroneggiare al meglio, di imparare prima ciò che non si sa ancora fare perché poi per tornare indietro (o meglio per unire ciò che si è imparato a ciò in cui si era capaci prima e ottenere così uno stile proprio) c'è sempre modo. In ogni caso qui scriviamo racconti perciò ci può stare sperimentare tutto lo sperimentabile e sono d'accordo con il tuo ragionamento.

Ahh ottimo quindi era proprio ispirato a Bioshock! Quanti ricordi che ho di quel gioco ;_;

per quanto riguarda l'inizio con la scena climatica in media res, questo aspetto è ben trattato nel libro di Robert Mckee "Story". Ti basti pensare a tutta quella carrellata di film che partono facendoti vedere un aereo che sta per schiantarsi o qualche altra scena di questo tipo per poi tagliare e tornare sulla classica scena di famiglia americana che se ne sta tranquilla in una di quelle villette a schiera, ignara della catastrofe che si abbatterà su di loro (perché noi sappiamo che qualcuno di loro salirà ad un certo punto su quell'aereo che abbiamo visto stare per schiantarsi). Questo è un modo fiacco per attirare l'attenzione dello spettatore/lettore:
in sostanza è come dirgli "hai visto che sta per succedere una cosa fighissima con l'aereo che si schianta? ecco ora però prima ti devi beccare il pippone sulla famiglia e su tutto ciò che precede quel momento". Ho esagerato apposta sul cliché, di certo il tuo brano lo era molto meno di questo :rolleyes:

Ma sai che il finale invece ci sta bene? non mi è apparso fiacco, certo aggiunge un tono umoristico che non ti saresti aspettato fino a quel momento (è una sfiga che strappa un sorriso a chiunque), ma questo non lo penalizza, anzi piuttosto ci sorprende.
view post Posted: 12/4/2021, 20:42 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (Legno Di Noce @ 12/4/2021, 21:11) 
Grazie Francis Luke.

Il tuo commento è quello che mi è stato più utile per evidenziare alcune legnosità nel mio stile.

Per quanto riguarda la comprensione del contesto della storia non ho capito bene a cosa ti riferisci. Se parli del fatto che la foresta si trova nel centro di Perugia, quello era un colpo di scena voluto. O ti riferisci alla ragione per la quale i personaggi si trovano in quella foresta? Al fatto che fossero ricercatori?

Per quanto riguarda la scelta del protagonista, lui avrebbe potuto scegliere di non guardarsi la mano e lasciarsi uccidere. Solo dopo aver guardato l'occhio ha perso il controllo.
Sicuramente avrei potuto inventare qualcosa di meno sbrigativo.

Ti ringrazio ancora.

Sì, forse il motivo per cui si trovano nella foresta arriva troppo tardi, però capisco la necessità di inserire la città in un secondo momento per creare l'effetto a sorpresa. Forse è solo una mia impressione, in ogni caso non mi ha disturbato la comprensione generale della storia.

Invece per quanto riguarda l'occhio, ora capisco la scelta che volevi mettere in campo, ecco allora forse dovevi soffermatici di più (con più interiorità, facendoci sentire che il Pg fosse messo alle strette. Però mi verrebbe da dire che la ragazza e forse pure la dottoressa non è che gli andassero proprio a genio, quindi non è stato poi così difficile scegliere loro vita al posto della propria, non credi?).

Comunque sono contento di essere stato almeno un poco utile!
view post Posted: 12/4/2021, 19:36 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
Buonasera a tutti, ecco le mie valutazioni ai racconti:


1) La strada delle mattonelle blu – shanda06


Buongiorno, ho letto il tuo racconto più volte e devo ammettere che in alcuni tratti ho faticato a proseguire nella lettura. Proverò a darle qualche spunto di riflessione su cui possa ragionare ed eventualmente trarre motivazione per migliorare.
In generale, mi sembra che il brano soffra di una forma di mostrato fatto male, ciò implica probabilmente che ti sei affacciata da poco tempo all'uso di questa tecnica e devi ancora prenderci confidenza. Quando si mostra male il rischio è quello di rendere la narrazione peggiore di uno stile raccontato (in sostanza si perdono tutti i punti di forza della tecnica e la narrazione acquista solo di complessità). Non sono riuscito a raffigurarmi l'ambientazione in cui hanno luogo le vicende, forse per via delle descrizioni spesso confusionarie, seppur con qualche dettaglio piacevole (la descrizione del salvaschermo, i vestiti...). I pensieri della protagonista sono espressi sia fusi all'interno della narrazione sia in forma diretta con la tecnica del corsivo: ciò non è ottimale, dovrebbe sceglierne solo una delle due per non confondere il lettore, a maggior ragione poichè ciò sussiste solo nella prima parte del racconto e in seguito la forma diretta scompare. Sono incappato spesso in frasi lunghe, ricolme di subordinate, che mi hanno costretto a rileggerle e interrompere così il flusso di lettura. Non ho capito bene la scena d'azione e panico sul velivolo, mi ha trasmesso la frenesia del momento ma non mi sono chiari i passaggi e come sono morti. Ho trovato descrizioni troppo simili, come le strutture che sono tutte “trasparenti” (ma forse era voluto?). Inoltre vorrei porre l'accento su un altro problema importante di questo racconto: i dialoghi. Li ho trovati, talvolta, surreali (come quando davanti alla scena di morte la prima cosa che la protagonista chiede al poliziotto è “Cosa è andato storto?”, il che non mi sembra proprio in linea con lo stato d'animo che avrebbe dovuto avere in un momento del genere), inoltra alcune battute sembrano poste appositamente per raccontare il background della storia, cadendo così in una forma di raccontato. Ho incontrato anche alcuni refusi e parole saltate, che certo non aiutano nel flusso della lettura.
Per quanto riguarda le specifiche mi sembra che siano state rispettate tutte, sia quella tematica che entrambe le facoltative. Carina ed efficace l'idea del dover scegliere chi portare tra due cari alla protagonista.
È un peccato perchè la storia potrebbe avere del potenziale e prende spunto da tematiche abbastanza attuali, che non rendono così impossibile uno scenario futuro simile a quello proposto.




2) In fondo al mar / In fondo al mar (MentisKarakorum)

Ciao Mentis, piacere di leggere il tuo racconto. Penso che lo avevi anticipato in qualche commento precedente, perciò deduco che il tuo fosse un esperimento. Il tuo brano parte in stile raccontato e ce lo mostri fin da subito con una di quelle tipiche pause nel momento di tensione per tornare indietro a raccontare tutti gli avvenimenti che hanno portato il protagonista nella brutta situazione in cui si trova dove lo abbiamo incontrato. In generale il trucco di inserire un inizio in media res e al culmine del dramma per poi fermare la storia e illustrare ai lettori il background, non è una tecnica ottimale, nonostante sia spesso abusata da scrittori e sceneggiatori. Preferisco che le vicende del protagonista e del mondo in cui vive emergano in modo naturale dalle scene mostrate e dai dialoghi che prendono luogo nella storia momento per momento. Questo vizio non ha però compromesso l'intero racconto, infatti mentre all'inizio ho sofferto un po' la tua scelta di raccontare le vicende, in seguito, da quando il racconto si ricollega al presente, l'incidente e poi all'attraversamento degli abissi, ho trovato la lettura più coinvolgente e piacevole.
Una nota di merito per le descrizioni della fauna marina, sei riuscito ad evocarmi delle immagini vivide.
Inoltre, mi ha colpito piacevolmente il flusso di coscienza del personaggio, l'ho trovato credibile e mai banale. Forse ho sofferto un po' la mancanza di dialoghi, confinati ad una piccola parte in conclusione al racconto, ma tutto sommato si sposava bene con il tipo di storia che hai scelto di raccontare: il personaggio doveva combattere la sua paura più grande del tutto solo e in fondo al mar.
In conclusione ho letto volentieri il tuo racconto e sei riuscito ad immergermi (letteralmente!) in un'ambientazione caratteristica, certo non del tutto originale, ma resa alquanto bene (ambientazione subacquea e scafandro mi fanno sempre tornare in mente il videogioco Bioshock, lo conosci? Spoiler: è una perla).

Per quanto riguarda i paletti tematici, penso che tu sia riuscito ad inserirli tutti bene, peccato per il momento di panico collettivo, che hai inserito nella parte iniziale “raccontata” e ciò gli ha tolto molta enfasi: così facendo non mi hai suscitato la gravità dell'incidente e della situazione generale.




3) Midriasi Bianca (Legno di Noce)

Buongionro, piacere di leggerti. Il racconto mi è piaciuto, padroneggi abbastanza bene la tecnica del mostrato. La natura che prende il sopravvento sull'uomo e che si espande nelle città è un tema “sempre verde” e, almeno per quanto mi riguarda, apprezzato (ci ho visto un po' dell'opera “Annientamento” di Vandermeer in questo racconto). Non sono riuscito a comprendere bene il contesto della storia, perciò forse suggerirei di lavorare meglio sul flusso informativo che devi veicolare attaverso descrizioni e, soprattutto, dialoghi. Anche il rapporto tra il protagonista e la ragazza poteva essere reso meglio, poiché rimane abbastanza ambiguo. Il mostrato lo gestisci meglio nelle azioni poiché per quanto riguarda i pensieri del protagonista devo dire che a volte li ho trovati un po' fuori luogo e che trasudavano la presenza del narratore (es. “Dio santo, più la conosco più sembra lo stereotipo vivente dell’hipster inglesina. Sciatta, con le sue gambe secche e bianchicce, pronta a sciorinare quella vocazione comunitaria da brava sessantottina. La sua laurea al MIT rende ancora più irritante questo suo atteggiamento progressista”, o in un altro punto, “È incredibile la naturalezza con cui abbiamo accettato tutto questo. La foresta è apparsa in una sola notte nel centro della città, fagocitandone un’intera metà. Una vegetazione primordiale popolata da specie mai viste. Mi lascia ancora impressionato la velocità con cui il mondo intero ha accettato questa assurdità” → questi sembrano pensieri più al servizio del lettore e non proprio quelli che potrebbero scaturire genuinamente nella testa del protagonista in quei momenti). Il finale forse è un po' troppo rapido ma tutto sommato funziona e ti invoglia a capire cosa succederà dopo (quindi forse non è il massimo per un racconto).
Inoltre devo fare un appunto per quanto riguarda i paletti tematici. Il mondo alternativo ok, la scena di panico ci può stare, ma quale scelta ha fatto il protagonista per sopravvivere? L'occhio gli ha comandato di agire in quel modo, non penso avrebbe potuto scegliere diversamente, no? Ne ha preso il controllo mentale, perciò il protagonista non è stato posto dinnanzi ad una una scelta, quindi forse il racconto non ha del tutto centrato il tema. In ogni caso, l'ho letto volentieri e questo penso sia la cosa più importante.



4) 1478 (gruenermond)

Buongionro, piacere di leggerti. Come sicuramente ti avranno fatto notare anche altri lettori, la tua scelta di utilizzare la prima persona al passato è stata un po' azzardata: il brano sembra una sorta diario raccontato, il che rema contro allo stile mostrato (a cui hai cercato di attenerti) e al nostro tentativo di immergerci appieno nelle vicende, tuttavia devo dire che sei riuscito a portarlo avanti con coerenza dall'inizio alla fine, cosa non da poco. Hai optato per uno sfondo storico alternativo, immaginando che le scorribande tra Pazzi e Medici fossero andate diversamente e la scelta mi è piaciuta. I punti di forza sono l'ambientazione storica e i dialoghi interiori della protagonista, che mi hanno permesso di immergermi nelle sue ansie e paure.
Non sono del tutto convinto che tu abbia centrato il tema principale del contest, mi sembra che la protagonista non sia stata messa di fronte ad una scelta difficile per salvarsi la vita, ma piuttosto a quella di scegliere tra il perseguire il suo sogno ecclesiastico e lasciar morire la sua famiglia oppure rinunciarvi e darsi in matrimonio per consolidare la pace tra le due casate. In entrambi i casi la protagonista sopravviverebbe: la scelta difficile c'è ma la sua vita non è realmente in gioco.



5) Mordimi (truemet)

Buongiorno, piacere di leggerti. L'ambientazione post apocalittica in stile The walking dead è carina ma devo ammettere che è stata una scelta coraggiosa, poiché difficile da rendere su carta (penso che ci siano tipi di storie che predilogono alcuni canali mediatici più che altri). Lo stile è un buon mostrato, ma troppo, troppo, ricco d'azione (e questo si ricollega al discorso del canale mediatico), le scene di combattimento sono prolungate, frenetiche e spesso perdono di vista il filtro del protagonista rimbalzando da una parte all'altra dei personaggi: in sostanza ho trovato difficile seguire il flusso dell'azione nella mia testa. Il discorso Dormienti, Perduti e non morti è anch'esso complicato, ci sta che in un incipit di un romanzo ci si trovi, come lettori, in difetto d'informazione rispetto ai personaggi, ma questo difetto deve comunque pian piano colmarsi; considerando che questo non è un romanzo ma un racconto, avresti dovuto diminuire queste distanze più rapidamente (mentre in un romanzo può avvenire nei vari capitoli successivi). Ho trovato confusione anche coi vari nomi, mettere in scena più personaggi fin dall'inizio richiede molta attenzione nel farlo. Vanno tenute bene a mente quali sono le differenze, in fase di progettazione, tra romanzo e racconto.
Mi sono piaciute invece alcune descrizioni sensoriali e specifici momenti della battaglia.
Per quanto riguarda i paletti telematici, in generale direi che ci sei stato dentro (la scena di panico?), penso che la scelta difficile ci sia stata verso il finale ma la frenesia dell'azione non gli ha dato il giusto spazio e quindi non l'abbiamo vissuta veramente come difficile poiché non vi è stato un evidente coinvolgimento emotivo da parte del protagonista.



6) La voce delle foglie (Marco S. Di Fonzo)


Buongiorno, piacere di leggerti. La tematica principale non è stata centrata, ma di questo avevi avvertito con largo anticipo. Per quanto riguarda le due dritte facoltative, mi sembra tu le abbia rispettate bene (sulla scena di panico al matrimonio della zia potevi fare meglio perchè passa un po' in sordina. Tanto che proprio in questo punto ho trovato la maggior criticità e mi sono perso nella narrazione: come si passa dall'orso che mangia la zia con il padre che spara a ritrovare lo stesso orso nel bosco da tutt'altra parte? Mi deve essere sfuggito qualcosa). Il tuo racconto è in perfetto stile raccontato, il che non è un male per forza, però devi tenere in conto che non è uno stile in linea coi nostri tempi (ti comprendo bene, perchè scrivevo simile fino a non molto tempo fa, e penso riguardi molti di noi). Purtroppo lo stile raccontato spezza il ritmo della narrazione ed è ricco di tutti i problemi che si porta dietro: avverbi, infodump, poche descrizioni sensoriali, scarsa interiorità...
Per quanto riguarda il contenuto, mi è piaciuta l'idea di unire due mondi così distanti tra loro, come quello dei cowboy e degli elfi, purtroppo non credo tu abbia resa questa unione al meglio: non combaciano bene e il mondo degli elfi lo introduci solamente senza trovare alcun punto di contatto interessante con quello dei cowboy, quindi rimane solo di sfondo. Bella l'idea che Billy lo tormenti sotto forma di vocina nella sua testa e lo condanni ad un rimorso perenne.




Allora per quanta la classifica, mi sono trovato in difficoltà per trovare un compromesso tra quelli che ho preferito per stile e contenuto ma che non hanno (a mio parere) centrato il tema del contest, e quelli che hanno rispettato meglio i paletti ma che soffrono di altri problemi:


1) MentisKarakorum
2) Legno di Noce
3) gruenermond
4) truemet
5) Marco S. Di Fonzo
6) shanda06
view post Posted: 11/4/2021, 19:25 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (MentisKarakorum @ 5/4/2021, 12:13) 
Cari amici di penna, mi sono preso bene in questi ultimi giorni e ho scritto i commenti ai vostri racconti.
Ho già una classifica in testa, ma per postarla voglio aspettare ancora un momento, per capire se dal dialogo con voi uscirà qualcosa che mi farà cambiare idea sulle posizioni.
Bando alle ciance!
(Riposto il commento a 1492, così per avere tutto in un unico post e facilitare il successivo lavoro dei moderatori)

Montecristo.
Prime Impressioni. Ciao Francis, piacere di leggerti. È il primo tuo racconto che leggo, e devo dire niente male. Ho comunque dei suggerimenti da darti, ma andiamo per ordine.

Aderenza al Tema. Direi tutto ok, anche i bonus sono a posto.

Punti di Miglioramento. Ho qualche piccolo appunto sia sulla trama che sullo stile. Innanzitutto, non mi è ben chiaro il tuo world building: si tratta di una vendetta ebraica dopo l’Olocausto (questi cento anni di olocausto ariano sembrano una specie di vendetta, vedi anche il riferimento a Norimberga), oppure di un mondo in cui la seconda guerra mondiale è stata causata dagli ebrei? Il nazismo esiste o no? Nel finale parli di un “neonato” partito nazionalsocialista, ma le svastiche sono già un simbolo della razza tedesca e vengono usate come per le stelle di David… insomma, come ho detto, non ho ben capito.
Lato stile ho pochi appunti da farti, hai un pdv che mi sembra sempre saldo e coerente, quindi lato pdv tutto a posto, c’è solo qualche piccolo dettaglio qua e là che mi sembra più un infodump mascherato che una vera impressione del pdv (alludo alla frase in cui “il sangue arriva a macchiare persino la svastica cucita sull’uniforme”: c’era bisogno di specificarlo? Cosa significa quel “persino”? Qui mi è sembrato che volessi a tutti i costi mostrare la svastica al lettore, piuttosto che dare un dettaglio utile alla narrazione).
Ho un piccolo suggerimento da darti, un po’ più filosofico che altro: se giochi con temi come l’Olocausto, ti attirerai addosso le antipatie di una bella fetta benpensante di lettori… viviamo in un mondo difficile, in cui tutto quello che non è politically correct è da abbattere… io non andrei a proporre qualcosa di così rischioso a un pubblico vasto (va bene per una garetta di un forum, ma non per una pubblicazione…).

Punti Forti. Mi è piaciuto molto come riesci a giocare col tuo personaggio andando a sondare il peggio della natura umana: anche un uomo che dedica la sua vita agli altri, arrivando al momento in cui è costretto a compiere determinate scelte, si abbandona al proprio istinto di autoconservazione, specie se si sente tradito (mi piace come il tuo protagonista sia una specie di anticristo, in quanto il suo modo di agire è l’esatto contrario di quanto ha fatto Cristo, che invece si è sacrificato proprio per chi lo rinnegava e lo torturava). Una cosa del genere, legata all’Olocausto, sa tanto di già visto, ma mi piace questa tua capacità di portare certe situazioni al loro estremo. Sono curioso di vedere come potresti riuscirci anche andando a esplorare altri temi.

Conclusioni. Per me, niente male. Affronti e giochi con temi interessanti, anche scomodi, e offri una riflessione non banale sulla natura umana. Ho letto il tuo pezzo volentieri.


La Midriasi Bianca.
Prime Impressioni. Ciao signor Noce, piacere di leggerti. Per me il tuo pezzo è scritto molto bene, e trasuda immagini e situazioni fantasiose e interessanti. Vado a spiegarti tutto qui di seguito.

Aderenza al Tema. Per il tema ok, per i bonus.. nì. Ti darei quello della folla, ma quanto all’ambientazione alternativa… non so. Per me questo non ci sta, ma decideranno i giudici.

Punti di Miglioramento. Domanda: perché un’entità così potente da poter manipolare la mente degli esseri umani e portarli alla follia (e addirittura allo sfogo di chissà quali poteri psicocinetici) ha bisogno del tuo protagonista per far fuori tutta Perugia? Non bastava avvolgere tutto in una specie di nebbione e sguinzagliare chissà quale schifezza che ammazza tutti (come in King)? A parte questo… il finale? Abbiamo il pdv che odia la tizia, ma alla fine il suo atteggiamento cambia, e lei anche si salva in qualche modo dal destino di morte che l’entità aveva inizialmente deciso per lei. Perché? Devo essermi perso un passaggio.

Punti di Forza. Il tuo racconto è scritto interamente in mostrato e, mi sembra, usi anche le regole molto bene. C’è qualche infodump mascherato da fraseggio mentale (la spiegazione dell’acronimo dell’ente che studia la foresta, ad esempio), ma poco fastidioso. Mi è anche piaciuto il riferimento a Poe: l’uccello parlante mi ha fatto subito capire che la foresta non era una foresta qualsiasi, e qualcosa bolliva in pentola. Mi è anche piaciuto quando, verso la fine, tutta la gente inizia a comportarsi come in un film di Carpenter.

Conclusioni.Non sono riuscito a cogliere qualche elemento qua e là, a cominciare dal finale, comunque il racconto segue molto bene le regole del mostrato e comunque intrattiene.


Mordimi.
Prime Impressioni. Ciao Truemet. Piacere di leggerti. Ho letto il tuo pezzo diverse volte, ma ancora non riesco a carpire gli elementi del tuo world building. Ho paura il tuo racconto soffra di qualche criticità. Naturalmente, vedi tutte le mie critiche come consigli dati da uno alle prime armi.

Aderenza al Tema. Sinceramente, non lo so. Nel tuo racconto sembra si possa passare normalmente da uno stato di morte a uno di non morte, o addirittura uno di “già morte”, abbastanza facilmente. Quindi non vedo la vera necessità di sfuggire a uno di questi stati, da cui il tema della gara. Per i bonus, potrebbero starci.

Punti di Miglioramento. Il tuo pezzo è complicato da leggere. Perché? Perché il tuo world building è complicato, e non dai molti elementi al lettore per comprenderlo. Ci sono i non morti, i già morti, i Dormienti… e gente che morde gli zombie per farli tornare normali, ma a loro volta se morsi diventano zombie… scusa, non ci ho capito niente. Scegliere di non usare gli infodump per descrivere un mondo alternativo ti impone di farlo in un altro modo, e nel tuo racconto manca proprio qualcosa per capire bene come sia fatta questa realtà alternativa che descrivi.
A parte questo, parliamo della narrazione: ti farei riflettere sul tuo incipit, in cui ci sono tre personaggi già nelle prime due righe: attenzione, quando hai così tanti personaggi principali fin da subito, il lettore fatica a seguirti.
Riguardo al tuo pdv: questo sembra su Dick, ma non è ben solido. Questo causa diverse occasioni di confusione nella lettura, in quanto spesso non si capisce chi sia a compiere un’azione, di chi sia la battuta di dialogo, eccetera. La terza persona, è molto difficile da usare (io stesso non ci riesco appieno), devi avere una focalizzazione molto forte e salda sul tuo pdv, e mi sa che qui non è così.
Ultima nota negativa, che puoi anche saltare perché va un po’ sui gusti: perché così tante scene d’azione? Giuro, ho fatto veramente fatica a seguirle. Sono tante, e molto lunghe, specie quella finale, con questo Reagan (che diventa Reagan zombie, poi solo testa, oddio, aiuto).

Punti di Forza. Nonostante la confusione, certi dettagli mi sono piaciuti: uno per tutti, la tipa che fa il conto alla rovescia mostrando le dita. Il discorso del morso, mi ha fatto ricordare la serie di Underworld, in cui il morso dei vampiri era letale per i lupi mannari e viceversa. Ho notato anche qualcosa di Blade (questo garage/nascondiglio che viene distrutto dai nemici). Fammi sapere se ho più o meno inteso quello che volevi mostrare e, certamente, spiegami meglio in cosa consiste la tua ambientazione.

Conclusioni. Sebbene abbia notato un certo impegno e una certa padronanza della scrittura, il tuo racconto mi è sembrato difficile da leggere per tutti i problemi che ti ho segnalato. Attenzione, io ho letto il tuo racconto perché costretto dalla “gara”, ma chiediti sempre se un lettore qualsiasi (che sia di horror, di fantasy, ecc.) possa essere coinvolto nella lettura di un tuo racconto già a partire dalle prime righe.


1492.
Prime Impressioni Ciao, piacere di leggerti. Premetto subito che questo commento è altamente personale, e dettato dalla mia (scarsa) esperienza, leggilo quindi come tale e sentiti libero di rispondere per le rime.
Ho letto il tuo racconto con piacere, intrattenuto dall'ambientazione storica. Ho un paio di suggerimenti da darti per migliorare il tuo racconto. Tutto spiegato di seguito.

Aderenza al tema. Per me è ok, la scelta che la protagonista deve affrontare alla fine ricalca bene il tema della gara. L'ambientazione ucronica c'è (la congiura dei Pazzi non ha portato all'uccisione del Magnifico), anche se un po' deboluccia (alla fine, i Medici sistemano tutto.. e la linea temporale torna a essere quella nostra.. peccato.). Il terror panico anche c'è.

Punti di Miglioramento. Il pdv in prima persona al passato (argh!) suona un pochino strano. In genere, ritengo la prima persona al passato un po' difficile, se vuoi usare il mostrato (come mi sembra di aver capito leggendo il tuo pezzo). Prova con la terza, altrimenti sa tutto di raccontone di un personaggio vecchio che ricorda la sua vita.
Hai scelto un pdv molto difficile, secondo me: una ragazza molto devota alla Chiesa, che deve convivere con una famiglia di traditori. Non ho sentito bene questo conflitto, lei mi sembra un po' troppo distante nel narrare la sua condizione così contraddittoria. Avrei preferito, visto che si tratta di una prima persona, che alla vista del padre o dei fratelli avesse avuto più sentimenti contrastanti dettati dalla devozione alla propria famiglia e allo stesso tempo alla Chiesa: questo avrebbe reso anche più naturale il finale. Insomma, il tuo pdv è un pochino da rivedere, magari prova con una terza persona, così non sei costretto ad affrontare troppo questo problema.
Il finale, comunque, mi sembra un po' scontato: lei deve scegliere se scappare o sposarsi, e semplicemente sceglie una delle due cose. So che è difficile, ma avrei preferito una terza possibilità, come ad esempio lei che si fa strada nella notte ed entra nella stanza da letto del signorotto che le impone di sposarsi, e gli gocciola del veleno nell'orecchio.
Lato narrazione, ti consiglio di rivedere il primo pezzo, quello del pranzo: tutti i dialoghi sono "as you know Bob", e di conseguenza poco verosimili e diretti più al lettore, che funzionali alla trama.

Punti di Forza L'ambientazione storica che hai scelto è certamente suggestiva. Anche le scene finali, in cui (finalmente) c'è un po' d'azione, sono rese bene. Andrei un po' a limare la prima parte del racconto in funzione di questa (anche la lettura della poesia fa contorno, ma non è funzionale alla trama), magari dedicando più spazio al conflitto interiore della protagonista alla fine: deve o non deve accettare la proposta di matrimonio? Perché non mostrarci di più la sua sofferenza e la sua indecisione, invece di dire solo che ha dormito male?

Conclusioni Non male, ma a mio avviso c'è margine di miglioramento: cerca di calarti di più nel tuo pdv e rendi i suoi pensieri e azioni più coerenti col suo background. Spero di esserti stato utile, non farti problemi a ribattere.


La voce delle foglie.
Aderenza al Tema. Purtroppo è vero, il tema è preso un pochino alla larga… magari ci sta se pensiamo che Billy (che si sacrifica per Donnie) sia ormai parte di Donnie… quindi Donnie sacrifica una parte di se stesso pur di sopravvivere… un po’ contorto ;) ma è anche per darti una mano. Per quanto riguarda i bonus: non ho notato una “folla” di persone che scappa, anche se ho notato il terrore di un paio di persone. L’ambientazione alternativa c’è, ma è solo citata e non ha alcuna importanza per la trama.

Punti di Miglioramento.
Il tuo racconto parte lento. C’è un tizio che fa il beccamorto e ha tutta una serie di elucubrazioni sul significato della sua vita. In più c’è qualche infodump da narratore onnisciente, e qualche frase che, a mio personalissimo avviso, ricalca una prosa un po’ troppo aulica, che può appesantire la lettura.
Il tuo pdv è traballante, passa da Donne agli altri personaggi con un po’ troppa disinvoltura. Ti inviterei a curare questo aspetto e a curare di più la focalizzazione del tuo personaggio.
Domanda: a cosa servono gli elfi? Non li mostri, non compaiono nel racconto. Potevano essere anche cinesi, e la trama avrebbe funzionato lo stesso.

Ti segnalo qualche frase che non mi ha convinto:
Donnie fissò il suo sguardo di indifferenza negli occhi del vecchio, e il vecchio ricambiò.
Una persona che vede il proprio sguardo nello sguardo di qualcuno che ricambia lo sguardo… scusa, questa frase è complicatissima e artificiosa. In più: solo dopo si capisce che il vecchio è un cadavere, sul momento pensavo fosse una persona che aiutava Donnie a scavare.

Appena ebbe finito
Grammaticalmente corretto, ma pesantuccio. Perché non dire semplicemente: “Appena finito”?

Punti di Forza. La trama mi è piaciuta: anche se il racconto parte lento, si salva verso la fine. I due amichetti e l’inseguimento dell’orso che va a finire male, e il senso di colpa mascherato da spirito di Billy che tormenta il nostro Donnie. Anche l’ambientazione in chiave western è ben resa.

Conclusioni. Rispetto a mesi fa, ho notato un miglioramento (se mi permetti l’osservazione). Con l’aiuto del famoso Maestro, secondo me riuscirai in fretta a padroneggiare le tecniche del mostrato. Già qui ho notato che spesso e volentieri condisci le tue scene di elementi sensoriali, ora ti basta fissare bene il tuo pdv e scegliere un narratore più interno alla storia, il resto verrà da sé. Buona fortuna!


La strada delle mattonelle Blu
Prime impressioni. Ciao Alexandra. Piacere di rileggerti. Il tuo racconto ha delle idee interessanti, ma andrei comunque a darti qualche suggerimento per migliorarlo.

Aderenza al tema. Tutto a posto. Il terror panico sinceramente non l'ho trovato (forse quei personaggi che scappano in auto?), ma l'ambientazione alternativa sì.

Punti di Miglioramento. Ormai ho capito che hai uno stile più orientato verso il raccontato che verso il mostrato. Ci sta, sono scelte. L'unica cosa che cerco di capire quando leggo i tuoi pezzi è se lavori sulla leggibilità e fruibilità della narrazione, e da questo punto di vista credo che questo tuo pezzo sia uno dei più riusciti: mi è bastata una sola lettura per capire tutto, magari qualche dettaglio me lo sono perso, ma niente di grave. Una piccola nota che spero possa esserti utile: migliora l'emotività del tuo protagonista. Ci sono due momenti in cui Mara sarebbe dovuta cadere in ginocchio a piangere, però ha una reazione secondo me troppo indifferente agli eventi: quando vede i suoi amici morire e quando, alla fine, fa la scelta di abbandonare e addirittura condannare la sorella. In questi due momenti non ho percepito la tristezza o la tempesta di emozioni che ci si aspetterebbe di leggere. Calca un po' più la mano, la prossima volta.

Punti di Forza. Una cosa molto positiva che ho trovato nel tuo racconto, è che introduci il conflitto fin dall'inizio: la necessità di compiere una scelta difficile e sacrificare una persona amata. È un conflitto molto forte, che fa nascere nel lettore la curiosità di sapere cosa sceglierà la protagonista. Molto bene. Anche l'ambientazione futuristica/distopica mi è piaciuta, con questo governo dispotico che gestisce la popolazione in modi misteriosi.

Conclusioni. Come sai prediligo i racconti che seguono un altro stile, comunque questo è, a mio avviso, uno dei tuoi pezzi più riusciti. La trama mi è piaciuta, e anche il conflitto che muove tutto il racconto. A gusto mio andrei magari a limare ancora le frasi per renderle più semplici, e andrei a scegliere un narratore più interno... ma alla fine quello che scrivi deve prima di tutto piacere a te. Quindi a posto.

Ciao Mentis! Ti ringrazio delle dritte. Mi hai fatto capire che nel flusso informativo ho un po' sbandato. Penso che il mio racconto sia un buon esempio di come si possa creare confusione su tutta la storia a partire da singole parole. In particolare, nella frase finale ho scritto "neonato" partito quando invece avrei dovuto scrivere "rinato" o qualcosa del genere (mi rendo conto che è un errore stupido, ahimè è andata così). Nel mio racconto la seconda guerra mondiale e il nazismo ci sono stati, ma immagino che il processo di Norimberga sia andato diversamente e che abbia istituito una vendetta secolare ai danni del popolo tedesco oltre che un gruppo armato, la Lega Ebraica, per perseguire tale obbiettivo.

Per quanto riguarda l'altra questione, ho preso in considerazione la delicatezza del tema, infatti l'ho proposto in un ambiente protetto come questo forum, dove spero che ognuno di noi non si faccia limiti né di fantasie né di creatività per indagare la natura umana senza che i nostri racconti possano in nessun modo passare per prese di posizione politiche o ideologiche.

Io sto per finire i commenti ai racconti, quanto tempo abbiamo ancora?
view post Posted: 2/4/2021, 18:04 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
Buonasera! Io penso che sia più funzionale pubblicare un unico messaggio per ciascuno che racchiuda tutti i giudizi dei brani (o se non è possibile perché troppo lungo, quanto meno accorparne il più possibile in un ridotto numero di messaggi), altrimenti rischiamo che ci si perda tra messaggi interrotti e alternati.

Non è una critica, è solo una proposta. Cosa ne pensate?
view post Posted: 27/3/2021, 17:54 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
anche per me, nessun problema.

Forza Nazareno!
view post Posted: 25/3/2021, 15:50 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
Montecristo



Avvolgo un'altra benda attorno alla ferita. Inserisco la forcina per farla aderire a quelle sottostanti.
Con questa le ho finite, dovrò passare in infermeria e convincere il dottor Munik a darmene altre.
Franciszek alza il braccio. “ È perfetta! Grazie infinite, reverendo”
Gli faccio il segno della croce sulla fronte. “Sia lodato Gesù Cristo.”
“Sempre sia lodato!”
Il volto è scarno, le orbite scure e scavate. Non va bene. È dimagrito troppo negli ultimi giorni. “Più tardi vieni alla baracca sedici, il mio letto è quello in fondo a sinistra. Tengo un pezzo di pane sotto il cuscino, dovrebbe essere ancora buono.”
Mi sorride, mi stringe una mano con entrambe le sue e ritorna di gran fretta sui suoi passi.
I prigionieri vanno e vengono dal vialone centrale. Volti rabbuiati, sguardi a terra, acuni ingobbiti all'inverosimile. Sembrano fantasmi dai pigiami a righe. Anzi, sembriamo.
Mi gratto la fronte. Dove sei finito, mio Dio?
L'orologio in cima alla torre della caserma segna le 10.47. Se non mi sbrigo si accorgeranno della mia prolungata assenza alla cava. La scusa di tornare al campo per confessare i prigionieri non durerà ancora per molto. Se il generale Dann si accorgesse di qualcosa... non ci voglio pensare.
Questi ebrei! Ci ammazzano ogni giorno, ma quando si tratta di fatti religiosi non aprono bocca e lasciano fare.
Ringrazio il Signore ogni giorno per avermi fatto prete nel posto giusto, al momento giusto.
Ora più che mai devo sfruttare i miei privilegi al servizio degli altri.
Un gruppo di ragazze con una cuffia sulla testa si ferma sulla strada. La più alta appoggia in terra il sacco che porta alla schiena e si avvicina al filo spinato. “Reverendo Rajmund, che Dio la benedica.”
Do una sbirciata a destra e sinistra. Non ci sono guardie in giro.
Accenno un inchino. “Buongiorno Elsa. Come sta la signorina Schimdt?”
Elsa abbassa lo sguardo. “Non ha superato il travaglio e... e con lei il bambino”
“Dio mio! E Jonas?”
Una lacrima scorre sulla sua guancia paffuta. “L'hanno portato via!” Fa un altro passo in avanti, stringe il filo con le mani e sporge con il naso sotto uno dei nodi di ferro appuntito. “Deve fare qualcosa, Rejmund. Lo sa dove portano i bambini orfani come lui, vero?”
Carne da laboratorio.
“Parlerò con il tenente Brauer. Vedo se riesco a farlo riassegnare come portaordini.”
Elsa spinge una mano oltre il filo verso il mio braccio.“La ringrazio Rejmund, grazie infinite!”
“Tu!”
Ritrae il braccio con uno scatto.
Una guardia la sta indicando. Oh no! È spuntata da una delle strade laterali, un paio di baracche più avanti.
La guardia corre nella nostra direzione.
Tiro fuori il rosario e me lo arrotolo attorno ad una mano.
Elsa unisce i palmi all'arrivo della guardia. “Signore, la prego, stavo solo –” Lui le tira il calcio del fucile dritto sul muso. Elsa si ribalta a terra, pancia all'aria. Un fiotto di sangue si diffonde rapido dalle narici verso la bocca e giù fino al collo.
La guardia la tiene ferma con un piede sul ventre. “Che diavolo pensavi di fare? Sporca tedesca!” La stella di David è ricamata sulla stoffa della giacca al braccio destro, al petto brillano diverse piastrine militari.
Faccio un passo avanti. “Colonnello, la signora si stava confessando.”
L'uomo mi squadra da capo a piedi. “Ah, tu devi essere quel prete! Fai bene a confessarla, chissà quanti orrendi peccati macchiano la coscienza di questa puttana”. Spinge sullo stivale ed Elsa manda un grido di dolore.
Bastardo! “Espierà la sua pena quand– ”
Il colonnello capovolge il fucile e lo punta al volto della donna. “Ohh eccome se la espierà, me ne voglio assicurare proprio ora.”
Deglutisco. “Aspetti! La ragazza è arrivata solo da poche settimane, se la uccidesse ora non avrà fatto i conti con le sue colpe.”
Il colonnelllo abbassa il fucile. “É vero, sarei troppo buono ad ammazzarti subito. Sappi che mi ricorderò di te, puttanella, e se ti sono sembrati duri questi giorni, non hai la benchè minima idea di cosa ti attende.” Dà un ultimo spintone sulla pancia di Elsa e si rimette il fucile a tracolla. “Arrivederci, prete.” Sputa sulle donne in attesa sul ciglio della strada e si allontana, fischiettando.
Karin, la più giovane del gruppo, si fionda ad aiutare Elsa ad alzarsi. Il sangue è giunto a macchiare persino la svastica cucita sull'uniforme.
Elsa manda un singhiozzo. “Cosa abbiamo fatto per meritarci questo?”
Tiro un sospiro di sollievo. È andata bene anche questa volta. Ti ringrazio, mio Signore.



* * *


La luce lunare filtra dalle inferriate delle finestre. Il freddo inizia a solleticarmi le ossa e l''olezzo di sudore impregna l'aria all'interno della baracca.
Mi tolgo le scarpe. Un filo di fumo si solleva dai piedi.
Le appoggio sul pavimento all'angolo del letto; a fianco vi sono quelle di Djerun, bucate da tutte le parti.
Djerun se ne sta con la schiena appoggiata al pilastro in legno del letto a castello. Lo sguardo è perso nel vuoto.
Pover'uomo. “Ehi, Djerun.”
Mi guarda. “Buonasera, reverendo.”
“Domani proverò a recuperarti un paio di scarpe tutte nuove. Ho buoni rapporti con il signor Braun, al settore calzaturiero. ” Gli faccio l'occhiolino. “Che ne pensi?”
Djerun si stringe le gambe al petto e butta la testa nell'incavo tra le due. “Come ci riesci?”
“A fare cosa?”
“Come fai a non aver ancora perso la speranza?”
Un nodo mi si stringe alla gola. “Dobbiamo... dobbiamo avere fede, Djerun. Fede, ma soprattutto amore, perchè solo l'amore crea in questo mondo.”
Djerun alza il volto, le lacrime gli lavano via lo sporco sul viso. “Se non fosse per lei, sarei già morto da un pezzo. È la sola prova della presenza di Dio anche in un luogo così sciagurato.”
Mi faccio un segno della croce. “Dio è ovunque, è un fiore che cresce anche nella cenere!”
Djerun mi sorride, porta due dita alla bocca e manda un breve fischio.
Gli altri uomini della baracca si avvicinano al mio letto. Tutti mi guardano con uno strano sollievo dipinto sul volto scheletrico.
Djerun scende dal letto. “Oggi ho visto un uomo prendere il pezzo di pane che tenevi sotto il cuscino”. Alza il materasso e prende un sacchetto di carta stropicciato da sotto. “Lei si meriterebbe il mondo intero, reverendo, ma nel nostro piccolo vogliamo ringraziarla dell'amore che ci offre ogni giorno.” Rovescia sul mio letto il contenuto: una fetta di pane con una piccola macchia di muffa su un angolo.
Il cuore inizia a tamburellarmi nel petto.
Gli altri mi si avvicinano uno alla volta e mi porgono anche i loro tesori. Cibo, sigarette, toppe per vestiti, suole di scarpe...
“Ragazzi, vi prego... non posso accettare.”
Un cigolio metallico interrompe la processione. Gli uomini si lanciano occhiate preoccupate, alcuni si voltano verso l'ingresso della baracca.
Il rumore di una catena che scivola sui cardini.
Gli ebrei!
Con un balzo Djerun raduna il cibo e gli oggetti sul mio letto, li butta nel sacchetto e li nasconde sotto il mio cuscino. Tutti gli altri corrono alle proprie brande.
Un soldato con un cappello di pelo fa capolino dalla porta di metallo. “Ohh! Cosa abbiamo qui? Stavate festeggiando qualcosa?” Il suo sguardo colmo di disprezzo cade su un paio di ragazzi in piedi a pochi passi da lui. Non hanno fatto in tempo a raggiungere il loro posto letto.
Quello più basso dei due si inchina fin quasi a toccare le ginocchia con il muso. “Chiedo perdono, signore.”
Il soldato gli dà uno spintone e lo fa cadere a terra. Si alza una nuvola di polvere. “Fila al tuo posto, cane bastardo!”
Alle spalle del primo compaiono altri due ebrei armati di carabina e lanterne.
Il soldato con il cappello si schiarisce la gola. “Buonasera a tutti. Sono il maggiore Maine e sono felice di annunciarvi una buona notizia. Stasera uno di voi morirà!”
Un brusio di terrore si alza dai prigionieri. Alcuni si nascondono il viso con il cuscino, altri cercano di spingersi verso i recessi più bui del proprio letto, in molti iniziano a pregare a bassa voce...
Ernest si tira due forti ceffoni su una guancia e scoppia in una risatina isterica. È da un po' che non ci sta più con la testa.
Djerun è tornato seduto e dà le spalle ai soldati.
Gli ebrei ci stanno guardando ad uno ad uno. Non hanno intenzione di perdersi alcuna delle nostre patetiche reazioni alla loro notizia.
Vi divertite? Maledetti!
Il maggiore inizia a fare dei larghi passi in tondo. “La scorsa settimana il fortunato è stato scelto tra i più biondi e con gli occhi più azzurri tra tutti voi. Un bell'esemplare ariano da ciascuna delle venti baracche. Dovevate sentire come frignavano e chiamavano la mamma prima di essere sgozzati.”
Povero Albert. Era arrivato da poco, in piene forze e nel fiore della sua gioventù. Avrebbe potuto sopravvivere ancora per molto.
Maine interrompe il suo circolare. “Ma oggi optiamo per qualcosa di meno banale”. La sua espressione è sadica. “Sappiamo tutti che ognuno di voi tiene qualche schifezza sotto il cuscino o il materasso. I vostri tesori più preziosi” Si toglie il cappello e gli dà un paio di pacche per ripulirlo dalla polvere. “Questa volta saremo giusti nel giudizio. Quei ragazzi non avevano colpe ad avere i capelli biondi e gli occhi azzurri, giusto? Ma se tra voi troveremo qualcuno che possiede più tesori di altri, allora lui non potrà che essere dichiarato colpevole della sua lussuria.”
Al petto mi salta un battito. Apro la bocca, come per ribattere, ma non esce che una piccola nube di vapore condensato.
Un peso inizia a schiacciarmi il torace.
Non può essere...
Djerun mi sta fissando, accigliato. Non è l'unico. Tutti i prigionieri mi stanno mandando occhiate, brevi e silenziose. Me le sento addosso e sono ricolme di vergogna, lo so.
Con il loro dono mi hanno condannato a morte.
Dio mio! È questa la tua volontà? È così che ripaghi le mie buone azioni?
Mi monta una rabbia mai provata prima, ho voglia di...
Il maggiore batte forte le mani. “Veloci! Radunate ai vostri piedi tutte le cose. Se entro dieci secondi non avete finito, vi ammazzerò! Se mi nascondete qualcosa, lo saprò e vi ammazzerò! Siete stati dei cani bastardi in vita, perlomeno cercate di affrontare la morte con dignità.”
Mi sporgo oltre l'anta del letto e bisbiglio: “Gli direte come è andata, non è così?”
Djerun torna a nascondere il viso tra le gambe.



* * *


Il generale Dann dà un'altra lunga boccata dal sigaro. Gli occhi scuri mi fissano da sopra la brace. “Devo confessarle, reverendo, che quando mi hanno avvisato che l'uomo prelevato dalla baracca sedici era lei, stentavo a crederci.”
Ho le mani incrociate sul rosario. Non ricordo neanche da quanto tempo sono seduto in questo stanzino. Mi tremano le gambe.
C'è solo il generale con me, sta seduto dall'altra parte del tavolo.
Spinge la cassetta di metallo nella mia direzione. “Coraggio ne prenda uno anche lei.” Ammicca. “Sono sigari Montecristo.”
“Non... non fumo.”
“Ne è sicuro? Non si preoccupi, non avrà il tempo di prendere il vizio.”
In effetti, che diavolo può cambiare a questo punto? Di certo questi polmoni non mi serviranno a nulla da morto.
Apro la cassetta. Cinque sigari color nocciola sono disposti in serie. Ne prendo uno.
Il generale mi sorride. “Ecco, bravo.” Estrae un fiammifero, lo accende con la brace del suo e me lo porge.
Poggio il fiammifero sulla punta e do alcuni brevi soffi. L'odore di tabacco mi pervade la bocca e sale lungo le narici.
Tossisco. Non male, potrei abituarmici...
Il generale taglia la punta del suo sigaro con un coltello. “Non le nego che lei è una figura importante in questo campo, reverendo. Per gli altri prigionieri è un vero eroe, mentre per noi è solo la persona più rispettabile tra voi porci tedeschi.” Si passa una mano sulla barba. “So che non ha mai rinunciato a offrire il suo aiuto agli altri, nessuno escluso. Pensava che non sapessimo cosa facesse durante le sue confessioni?”
Ecco, sono un uomo finito. “Che intend –”
“Non finga con me! Con questa scusa si è sottratto fin troppo spesso al lavoro forzato. Ha sfruttato la nostra magnanimità, il nostro rispetto per la vostra fede, per ingannarci. Ma ora è qui, dinnanzi alle sue colpe.”
Stringo forte le palline di legno del rosario. “Ho perseguito solo il bene della mia gente.”
“Ohh senz'altro, senz'altro. La stessa che poi l'ha mandata a morire?”
Una lama mi stiletta l'addome. “Come fa a...?” La voce mi trema.
“Sono stato io ad ordinare a Djerun di organizzare quella pagliacciata dei regali con gli altri compagni della baracca. Vedo che hanno aderito tutti all'iniziativa con gioia.”
Non può essere!
Il generale si alza e punta entrambi i pugni sul tavolo. “La questione è semplice, reverendo, volevo punirla dei suoi peccati. Molti dei miei sottoposti l'hanno in simpatia e si sono fatti abbindolare da lei, che ha sfruttato la sua posizione per aiutare gli altri tedeschi. Così, ho deciso di darci un taglio. Ho puntato una pistola alla tempia del suo vicino di letto e l'ho messo di fronte ad una scelta.”
Djerun, non è possibile... Dopo tutto quello che ho fatto per lui! Un'onda di calore mi sale lungo il collo e mi scotta il viso.
Il generale aggira il tavolo e si porta alle mie spalle. “Ma io sono un ebreo buono e lei ha avuto la fortuna di essere assegnato proprio a questo campo. Le assicuro che altrove non avrebbero tollerato tante trasgressioni e l'avrebbero ammazzata già molto tempo fa. La mia filosofia è diversa, io do sempre un'ultima possibilità ai miei prigionieri. L'ho data a Djerun, ora la darò anche a lei.”
Maledetto Djerun! Maledetti tutti quegli ingrati bastardi!
Il generale mi stringe le spalle con le sue manone pelose. “Dovrà fare una scelta, reverendo. Confermerà la sua purezza d'animo e diventerà un martire per il suo popolo?” Il suo fiato arriva ad accarezzarmi il collo. “Oppure sceglierà la vita e condannerà i suoi compagni di baracca alla camera a gas?”
Il rosario scivola dale dita e cade sul pavimento.
Con la mano tremante mi porto il sigaro alla bocca.



* * *


“Entrate, veloci! ” L'urlo proviene dal basso.
Mi chino a osservare il coperchio di metallo arrugginito ai miei piedi. Ha una maniglia al centro.
Il generale è al mio fianco, tiene sotto braccio un barattolo cilindrico, simile alle latte dove mamma metteva la passata di pomodoro.
Fa un cenno ai due soldati alla porta. Ci lasciano soli.
Mi mette una mano sulla spalla. “È il momento, reverendo.” Si dirige all'armadio all'angolo della stanza. Tira fuori da un cassetto due grosse maschere. Una la indossa, l'altra la porge a me.
La prendo tra le mani. Un brivido mi corre lungo la schiena. Sembra il muso di una mosca gigante.
Mi lascio cadere sulle ginocchia. Una fitta di dolore mi attraversa le rotule.
Il generale posa il barattolo sul pavimento. “Ricorda quello che le ho detto. Se non ci sporchiamo le mani in prima persona, non siamo degni di sopravvivere in questo mondo.”
Scuoto la testa con forza. “No, ci deve essere un altro modo...”
“Avrei potuto far eseguire l'ordine alle guardie, ma così sarebbe stato troppo semplice per lei. Anche Djerun ha dovuto fare la sua parte per ingann–“
“Ma a lui non è stato chiesto di ammazzare venti uomini in un colpo solo!”
Il generale mi si accovaccia accanto. “La pena è commisurata alla gravità delle colpe e le sue, reverendo, vanno ben oltre quelle di quel povero disgraziato.”
Con un braccio mi tolgo il sudore dalla fronte.
I suoi occhi chiari brillano oltre il vetro scuro della maschera. “Coraggio, ora finisca il lavoro. Se farà il bravo, le regalerò un altro di quei sigari.”
Agguanto la maschera e la indosso. La vista si restringe a due ovali.
Il generale tira la maniglia del coperchio, un rumore metallico ne accompagna il movimento.
Ora vi è un buco nel pavimento.
Mi sporgo per vederci dentro. È buio. Là sotto regna un silenzio surreale.
Il generale indica il barattolo.
Il cuore mi sale alla gola. Afferro il barattolo e lo abbraccio forte al petto.
Dio mio! Perchè non ho il coraggio di morire?
Una voce emerge dall'oscurità. “Dove siamo?”
Alzo lo sguardo sul generale. È impassibile.
Sono una bestia, nient'altro che una bestia... finalmente mi rivelo per quello che sono: nient'altro che un ipocrita.
Stacco il tappo di latta del barattolo.
Verso il contenuto nel buco e trattengo il respiro.
“Bravo, reverendo. È un esempio per tutti noi.”
Le lacrime mi appannano la vista.
Il generale mi scansa con un braccio e riposiziona il coperchio sopra il buco.
Lascio cadere il barattolo sul pavimento. È vuoto. Mi guardo le mani. “Cosa ho fat–”
Un grido, Se ne aggiunge un altro, un altro ancora! Sono sempre più numerosi e sempre più... disumani!
Mi spingo la maschera sulle orecchie. “Fateli smettere, vi prego, fateli smettere!”



* * *


Qualcuno bussa alla porta.
Chi sarà a quest'ora?
Ripongo forchetta e coltello sul piatto. Ecco, così mi si raffredda la pasta.
Bussano ancora.
Afferro il bastone. “Un attimo, un attimo!”
Raggiungo la porta e la apro.
C'è un vecchietto in giacca di lino e con un cappello a bombetta. Sembra sorpreso di vedermi.
Appoggio una mano allo stipite della porta. “Come posso aiutarla, signore?”
Non risponde.
Ha qualcosa di familiare. “Si sente bene?”
“Volevo assicurarmi che fosse vero.”
“Vero cosa?”
“Che il reverendo fosse ancora vivo.”
Un colpo al cuore. Il reverendo... sono decenni che non mi chiamano così!
Mi scosto dalla porta e gli faccio segno di entrare. “Con chi ho il piacere di parlare?”
Il signore scuote la testa. “Non entrerò.”
“Come vuole, allora perchè è venuto sin qui?”
“Per vedere in faccia il mostro che ha condannato a morte i miei compagni.”
Non può può essere! “Che sta dicen–”
“Nonchè mio vicino di letto.”
Le gambe mi cedono. “Djerun...”
“Sì.”
Le grida di morte di quel giorno tornano ad affollarmi la testa. “Come fai ad essere...”
“Vivo? È semplice, il generale le ha fatto ammazzare tutti gli innocenti, ma non il vero traditore. Che gran figlio di puttana che era! Mi ha trasferito il giorno stesso in un altro campo, così che lei non venisse a sapere la verità.”
Ho la bocca impastata.
Djerun si toglie il cappello, due grossi ciuffi bianchi gli spuntano sopra le orecchie. “Siamo entrambi traditori, reverendo. Io ho condannato il mio benefattore e lei i suoi fedeli assistiti. D'altronde, era questo lo scopo della Lega ebraica: svelarci la nostra natura più selvaggia.”
Tiro un pugno allo stipite della porta. “Qualsiasi essere umano avrebbe agito così!”
Le nocche mi bruciano.
Djerun abbassa lo sguardo. “Ne siamo sicuri?”
Porta dei mocassini di pelle marrone. E pensare che l'ultima volta che l'ho visto gli volevo trovare un nuovo paio di scarpe...
“Quanto ci è costato, reverendo? Quanto ci è costato sopravvivere? Questa è la pena più grande che ci ha inflitto il generale, una vita nel rimorso.”
Mi asciugo una lacrima con il bordo della camicia. “Le colpe dei nostri padri non avrebbero dovuto ricadere su di noi.”
Djerun mi afferra le spalle con entrambe le mani. “Ci siamo quasi, reverendo. Manca solo un anno all'espiazione. I cent'anni della memoria indetti a Norimberga sono finalmente giunti al termine. Il nostro popolo tornerà a sorridere e i giovani non saranno più destinati all'anno della mietitura.”
Rinsaldo la presa sul pomello del bastone. “Sono passati sessant'anni da quell'anno maledetto, eppure mi sembra di non aver mai lasciato il campo. Djerun, in fondo lo sai anche tu, questa vendetta si potrà dire conclusa solo quando anche tutti i sopravvissuti saranno morti.”
Djerun si rimette il cappello. “Forse è così, ma l'importante è che a questa vendetta non ne segua un'altra. Dobbiamo dare il buon esempio, reverendo, rivolgiamo le nostre preghiere a Dio e spezziamo questa dannata catena d'odio.”
Sorrido. “Hai ragione. Deve essere questa la nostra missione, ora.”
Mi porge una mano. La stringo forte.
“Addio, reverendo. Sappia che ai miei occhi rimarrà sempre il giovane prete che dispensava speranza all'inferno.”
“Grazie Djerun, grazie. Addio!”


* * *


“Interrompiamo le trasmissioni per riportare una notizia dell'ultimo momento.”
Richiudo il libro e alzo lo sguardo. Sullo schermo è comparsa una giornalista bionda sotto un ombrelllo, alle sue spalle un affacciandersi di pompieri, paramedici e poliziotti.
La luce delle sirene si riflette sul volto della ragazza. “Eccoci qui, davanti alla sede della Lega di difesa ebraica, dove poco fa è stata lanciato l'allarme alle forze dell'ordine. Dalle prime indiscrezioni sembra che vi sia stato un attentato ai danni delle più alte sfere politiche del movimento. Erano riuniti oggi in consiglio per il resoconto del centesimo e ultimo anno della Memoria, quando dall'impianto di areazione è fuoriuscito uno strano gas. Ad accorgersene alcuni segretari, che hanno visto il gas diffondersi dalle porte della sala. Ecco possiamo vedere...”
La giornalista si scosta e lascia intravedere l'ingresso della struttura, oltre il quale vanno e vengono operatori in maschera e tuta antigas “gli operatori che si stanno adoperando per trarre in salvo eventuali sopravvissuti nella struttura. Purtroppo non giungono buono notizie dalla sala del consiglio, dove pare che il gas abbia ucciso tutti i presenti. Tra le vittime più illustri, il generale Dann, presidente della Lega ormai da trent'anni...”
È fatta.
Spengo la televisione.
Lascio la poltrona e raggiungo la scrivania. La luce chiara del primo pomeriggio permea dalla finestra.
La scatola, in legno lucido, è sopra ad alcune scartoffie. La lancetta del contatore dell'umidità è fissa su settanta percento.
L'apro.
Eccoti qua. Il sigaro è ancora lì ad aspettarmi. Lo ha fatto per sessant'anni.
Lo porto alla bocca. Lo tengo lì per qualche secondo, ne assoporo il gusto. Accendo. Faccio un tiro profondo, espiro e mando una nube densa a coprire la vista della finestra.
Montecristo. Non ci poteva essere sigaro più adatto ad una giornata come questa.
Aveva proprio buon gusto, il generale.
Bacio l'anello all'indice: la svastica luccica.
Con me al comando, il neonato Partito Nazionalsocialista trionferà sul mondo intero.
view post Posted: 22/3/2021, 16:53 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
Anche io dovrei esserci tra un paio di giorni :b:
20 replies since 31/8/2016