Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Posts written by gruenermond

view post Posted: 14/4/2021, 17:00 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
Ciao a tutti, ecco i miei commenti sui vostri racconti e la relativa classifica. Preciso che sono tutti frutto di un' opinione personale, come ho già detto non ho esperienza, ma cercherò di fare del mio meglio e spero che il mio giudizio possa comunque risultare utile.
LA STRADA DELLE MATTONELLE BLU
Ciao, leggendo il tuo racconto la prima cosa che mi è saltata all'occhio è che utilizzi molto il raccontato, non è un peccato mortale ma ovviamente questo ha i suoi svantaggi, per esempio non ho sentito molto l'interiorità della protagonista, la sua scelta secondo me è stata presa con troppa facilità sul finale, avrei preferito si soffermasse di più sulle conseguenze. In generale il racconto non mi è parso troppo chiaro, ho faticato a capire alcuni passaggi (come l'incidente sul velivolo), ma ho apprezzato i dialoghi, perchè sono semplici e coerenti, e la trama della storia.

MONTECRISTO
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, sia per il contesto (l'ambientazione è interessante e complessivamente il racconto è stato piacevole da leggere), sia per la tecnica in cui è scritto. Ho trovato tutto molto chiaro e pulito. Anche l'interiorità del personaggio viene espressa bene. L'unica critica che mi sentirei di farti è che avrei preferito sentire il contrasto interiore nel momento della scelta, cosa lo ha portato a decidere di sacrificare i compagni invece di se stesso.

IN FONDO AL MAR
Ciao, ho letto che il tuo racconto è un esperimento, ma non ho compreso bene lo scopo. Forse mi sbaglio, ma non mi è parso realistico che in un momento di terrore il personaggio avesse tempo di ripensare a come fosse finito in quella situazione, diciamo che la prima parte sa un po' di finto, anche per via delle intromissioni di un interlocutore immaginario, quando il protagonista si rivolge al lettore. Ho apprezzato la seconda parte molto di più, è scritta bene ed è tutto chiaro. L'unica cosa è che in alcuni passaggi mi sarei aspettata una reazione più forte da parte del protagonista, per esempio quando vede le meduse avrei preferito sentire di più la sua paura.

LA MIDRIASI BIANCA
Ciao, non ho trovato particolari problemi nella lettura del tuo racconto, per cui non ho molto da dirti, mi sembra scritto proprio bene. L' unica cosa è che non sono riuscita a capire in cosa consiste la scelta del protagonista, probabilmente mi è sfuggito qualcosa... se volessi essere così gentile da chiarirmi questo passaggio!

MORDIMI
Ciao, il tuo racconto non è male, ma molte cose mi sono sembrate confusionarie, a partire dal numero dei personaggi... anche le creature (non morti ecc) sono molte e ho fatto un po' confusione. Inoltre, è praticamente tutta azione e lascia poco spazio al personaggio in sè. Per me è molto importante la chiarezza in un testo e questa qui manca, però alcuni particolari che hai inserito sono interessanti, in alcune descrizioni e scene, quindi se il tutto fosse spiegato un po' meglio guadagnerebbe molti punti.

LA VOCE DELLE FOGLIE
Ciao, come avevi anticipato il tema non è granché centrato, ma nonostante questo l'ambientazione è interessante. Il punto di vista del personaggio mi sembra un po' esterno in alcuni punti, ci sono degli infodump, e insomma hai utilizzato quasi sempre il raccontato... Nonostante questo non è male, il punto di forza è sicuramente la trama, che rende il racconto tutto sommato piacevole.


La scelta della graduatoria è stata combattuta, alcuni racconti li considero a pari merito. In ogni caso ecco la mia classifica :
1.Montecristo
2.La midriasi bianca
3.In fondo al mar
4.La strada delle mattonelle blu
5.La voce delle foglie
6.Mordimi

CITAZIONE (Francis Luke @ 12/4/2021, 20:36) 
Buonasera a tutti, ecco le mie valutazioni ai racconti:


1) La strada delle mattonelle blu – shanda06


Buongiorno, ho letto il tuo racconto più volte e devo ammettere che in alcuni tratti ho faticato a proseguire nella lettura. Proverò a darle qualche spunto di riflessione su cui possa ragionare ed eventualmente trarre motivazione per migliorare.
In generale, mi sembra che il brano soffra di una forma di mostrato fatto male, ciò implica probabilmente che ti sei affacciata da poco tempo all'uso di questa tecnica e devi ancora prenderci confidenza. Quando si mostra male il rischio è quello di rendere la narrazione peggiore di uno stile raccontato (in sostanza si perdono tutti i punti di forza della tecnica e la narrazione acquista solo di complessità). Non sono riuscito a raffigurarmi l'ambientazione in cui hanno luogo le vicende, forse per via delle descrizioni spesso confusionarie, seppur con qualche dettaglio piacevole (la descrizione del salvaschermo, i vestiti...). I pensieri della protagonista sono espressi sia fusi all'interno della narrazione sia in forma diretta con la tecnica del corsivo: ciò non è ottimale, dovrebbe sceglierne solo una delle due per non confondere il lettore, a maggior ragione poichè ciò sussiste solo nella prima parte del racconto e in seguito la forma diretta scompare. Sono incappato spesso in frasi lunghe, ricolme di subordinate, che mi hanno costretto a rileggerle e interrompere così il flusso di lettura. Non ho capito bene la scena d'azione e panico sul velivolo, mi ha trasmesso la frenesia del momento ma non mi sono chiari i passaggi e come sono morti. Ho trovato descrizioni troppo simili, come le strutture che sono tutte “trasparenti” (ma forse era voluto?). Inoltre vorrei porre l'accento su un altro problema importante di questo racconto: i dialoghi. Li ho trovati, talvolta, surreali (come quando davanti alla scena di morte la prima cosa che la protagonista chiede al poliziotto è “Cosa è andato storto?”, il che non mi sembra proprio in linea con lo stato d'animo che avrebbe dovuto avere in un momento del genere), inoltra alcune battute sembrano poste appositamente per raccontare il background della storia, cadendo così in una forma di raccontato. Ho incontrato anche alcuni refusi e parole saltate, che certo non aiutano nel flusso della lettura.
Per quanto riguarda le specifiche mi sembra che siano state rispettate tutte, sia quella tematica che entrambe le facoltative. Carina ed efficace l'idea del dover scegliere chi portare tra due cari alla protagonista.
È un peccato perchè la storia potrebbe avere del potenziale e prende spunto da tematiche abbastanza attuali, che non rendono così impossibile uno scenario futuro simile a quello proposto.




2) In fondo al mar / In fondo al mar (MentisKarakorum)

Ciao Mentis, piacere di leggere il tuo racconto. Penso che lo avevi anticipato in qualche commento precedente, perciò deduco che il tuo fosse un esperimento. Il tuo brano parte in stile raccontato e ce lo mostri fin da subito con una di quelle tipiche pause nel momento di tensione per tornare indietro a raccontare tutti gli avvenimenti che hanno portato il protagonista nella brutta situazione in cui si trova dove lo abbiamo incontrato. In generale il trucco di inserire un inizio in media res e al culmine del dramma per poi fermare la storia e illustrare ai lettori il background, non è una tecnica ottimale, nonostante sia spesso abusata da scrittori e sceneggiatori. Preferisco che le vicende del protagonista e del mondo in cui vive emergano in modo naturale dalle scene mostrate e dai dialoghi che prendono luogo nella storia momento per momento. Questo vizio non ha però compromesso l'intero racconto, infatti mentre all'inizio ho sofferto un po' la tua scelta di raccontare le vicende, in seguito, da quando il racconto si ricollega al presente, l'incidente e poi all'attraversamento degli abissi, ho trovato la lettura più coinvolgente e piacevole.
Una nota di merito per le descrizioni della fauna marina, sei riuscito ad evocarmi delle immagini vivide.
Inoltre, mi ha colpito piacevolmente il flusso di coscienza del personaggio, l'ho trovato credibile e mai banale. Forse ho sofferto un po' la mancanza di dialoghi, confinati ad una piccola parte in conclusione al racconto, ma tutto sommato si sposava bene con il tipo di storia che hai scelto di raccontare: il personaggio doveva combattere la sua paura più grande del tutto solo e in fondo al mar.
In conclusione ho letto volentieri il tuo racconto e sei riuscito ad immergermi (letteralmente!) in un'ambientazione caratteristica, certo non del tutto originale, ma resa alquanto bene (ambientazione subacquea e scafandro mi fanno sempre tornare in mente il videogioco Bioshock, lo conosci? Spoiler: è una perla).

Per quanto riguarda i paletti tematici, penso che tu sia riuscito ad inserirli tutti bene, peccato per il momento di panico collettivo, che hai inserito nella parte iniziale “raccontata” e ciò gli ha tolto molta enfasi: così facendo non mi hai suscitato la gravità dell'incidente e della situazione generale.




3) Midriasi Bianca (Legno di Noce)

Buongionro, piacere di leggerti. Il racconto mi è piaciuto, padroneggi abbastanza bene la tecnica del mostrato. La natura che prende il sopravvento sull'uomo e che si espande nelle città è un tema “sempre verde” e, almeno per quanto mi riguarda, apprezzato (ci ho visto un po' dell'opera “Annientamento” di Vandermeer in questo racconto). Non sono riuscito a comprendere bene il contesto della storia, perciò forse suggerirei di lavorare meglio sul flusso informativo che devi veicolare attaverso descrizioni e, soprattutto, dialoghi. Anche il rapporto tra il protagonista e la ragazza poteva essere reso meglio, poiché rimane abbastanza ambiguo. Il mostrato lo gestisci meglio nelle azioni poiché per quanto riguarda i pensieri del protagonista devo dire che a volte li ho trovati un po' fuori luogo e che trasudavano la presenza del narratore (es. “Dio santo, più la conosco più sembra lo stereotipo vivente dell’hipster inglesina. Sciatta, con le sue gambe secche e bianchicce, pronta a sciorinare quella vocazione comunitaria da brava sessantottina. La sua laurea al MIT rende ancora più irritante questo suo atteggiamento progressista”, o in un altro punto, “È incredibile la naturalezza con cui abbiamo accettato tutto questo. La foresta è apparsa in una sola notte nel centro della città, fagocitandone un’intera metà. Una vegetazione primordiale popolata da specie mai viste. Mi lascia ancora impressionato la velocità con cui il mondo intero ha accettato questa assurdità” → questi sembrano pensieri più al servizio del lettore e non proprio quelli che potrebbero scaturire genuinamente nella testa del protagonista in quei momenti). Il finale forse è un po' troppo rapido ma tutto sommato funziona e ti invoglia a capire cosa succederà dopo (quindi forse non è il massimo per un racconto).
Inoltre devo fare un appunto per quanto riguarda i paletti tematici. Il mondo alternativo ok, la scena di panico ci può stare, ma quale scelta ha fatto il protagonista per sopravvivere? L'occhio gli ha comandato di agire in quel modo, non penso avrebbe potuto scegliere diversamente, no? Ne ha preso il controllo mentale, perciò il protagonista non è stato posto dinnanzi ad una una scelta, quindi forse il racconto non ha del tutto centrato il tema. In ogni caso, l'ho letto volentieri e questo penso sia la cosa più importante.



4) 1478 (gruenermond)

Buongionro, piacere di leggerti. Come sicuramente ti avranno fatto notare anche altri lettori, la tua scelta di utilizzare la prima persona al passato è stata un po' azzardata: il brano sembra una sorta diario raccontato, il che rema contro allo stile mostrato (a cui hai cercato di attenerti) e al nostro tentativo di immergerci appieno nelle vicende, tuttavia devo dire che sei riuscito a portarlo avanti con coerenza dall'inizio alla fine, cosa non da poco. Hai optato per uno sfondo storico alternativo, immaginando che le scorribande tra Pazzi e Medici fossero andate diversamente e la scelta mi è piaciuta. I punti di forza sono l'ambientazione storica e i dialoghi interiori della protagonista, che mi hanno permesso di immergermi nelle sue ansie e paure.
Non sono del tutto convinto che tu abbia centrato il tema principale del contest, mi sembra che la protagonista non sia stata messa di fronte ad una scelta difficile per salvarsi la vita, ma piuttosto a quella di scegliere tra il perseguire il suo sogno ecclesiastico e lasciar morire la sua famiglia oppure rinunciarvi e darsi in matrimonio per consolidare la pace tra le due casate. In entrambi i casi la protagonista sopravviverebbe: la scelta difficile c'è ma la sua vita non è realmente in gioco.



5) Mordimi (truemet)

Buongiorno, piacere di leggerti. L'ambientazione post apocalittica in stile The walking dead è carina ma devo ammettere che è stata una scelta coraggiosa, poiché difficile da rendere su carta (penso che ci siano tipi di storie che predilogono alcuni canali mediatici più che altri). Lo stile è un buon mostrato, ma troppo, troppo, ricco d'azione (e questo si ricollega al discorso del canale mediatico), le scene di combattimento sono prolungate, frenetiche e spesso perdono di vista il filtro del protagonista rimbalzando da una parte all'altra dei personaggi: in sostanza ho trovato difficile seguire il flusso dell'azione nella mia testa. Il discorso Dormienti, Perduti e non morti è anch'esso complicato, ci sta che in un incipit di un romanzo ci si trovi, come lettori, in difetto d'informazione rispetto ai personaggi, ma questo difetto deve comunque pian piano colmarsi; considerando che questo non è un romanzo ma un racconto, avresti dovuto diminuire queste distanze più rapidamente (mentre in un romanzo può avvenire nei vari capitoli successivi). Ho trovato confusione anche coi vari nomi, mettere in scena più personaggi fin dall'inizio richiede molta attenzione nel farlo. Vanno tenute bene a mente quali sono le differenze, in fase di progettazione, tra romanzo e racconto.
Mi sono piaciute invece alcune descrizioni sensoriali e specifici momenti della battaglia.
Per quanto riguarda i paletti telematici, in generale direi che ci sei stato dentro (la scena di panico?), penso che la scelta difficile ci sia stata verso il finale ma la frenesia dell'azione non gli ha dato il giusto spazio e quindi non l'abbiamo vissuta veramente come difficile poiché non vi è stato un evidente coinvolgimento emotivo da parte del protagonista.



6) La voce delle foglie (Marco S. Di Fonzo)


Buongiorno, piacere di leggerti. La tematica principale non è stata centrata, ma di questo avevi avvertito con largo anticipo. Per quanto riguarda le due dritte facoltative, mi sembra tu le abbia rispettate bene (sulla scena di panico al matrimonio della zia potevi fare meglio perchè passa un po' in sordina. Tanto che proprio in questo punto ho trovato la maggior criticità e mi sono perso nella narrazione: come si passa dall'orso che mangia la zia con il padre che spara a ritrovare lo stesso orso nel bosco da tutt'altra parte? Mi deve essere sfuggito qualcosa). Il tuo racconto è in perfetto stile raccontato, il che non è un male per forza, però devi tenere in conto che non è uno stile in linea coi nostri tempi (ti comprendo bene, perchè scrivevo simile fino a non molto tempo fa, e penso riguardi molti di noi). Purtroppo lo stile raccontato spezza il ritmo della narrazione ed è ricco di tutti i problemi che si porta dietro: avverbi, infodump, poche descrizioni sensoriali, scarsa interiorità...
Per quanto riguarda il contenuto, mi è piaciuta l'idea di unire due mondi così distanti tra loro, come quello dei cowboy e degli elfi, purtroppo non credo tu abbia resa questa unione al meglio: non combaciano bene e il mondo degli elfi lo introduci solamente senza trovare alcun punto di contatto interessante con quello dei cowboy, quindi rimane solo di sfondo. Bella l'idea che Billy lo tormenti sotto forma di vocina nella sua testa e lo condanni ad un rimorso perenne.




Allora per quanta la classifica, mi sono trovato in difficoltà per trovare un compromesso tra quelli che ho preferito per stile e contenuto ma che non hanno (a mio parere) centrato il tema del contest, e quelli che hanno rispettato meglio i paletti ma che soffrono di altri problemi:


1) MentisKarakorum
2) Legno di Noce
3) gruenermond
4) truemet
5) Marco S. Di Fonzo
6) shanda06

Ciao, grazie per il tuo commento! Per quanto riguarda la scelta della protagonista, lei sarebbe sopravvissuta solo rinunciando al suo voto, sposandosi, o sacrificando la sua famiglia, fuggendo (come ha fatto). Se non avesse scelto sarebbe morta, quindi io 'una scelta per salvarsi la vita' l'ho intesa così, spero di non aver capito male :blink:
view post Posted: 2/4/2021, 20:25 Mi presento! - Le Presentazioni dei Nuovi Arrivati nel Forum
CITAZIONE (White Pretorian 2.0 @ 1/4/2021, 21:19) 
CITAZIONE (gruenermond @ 1/4/2021, 11:16) 
Ciao a tutti! Mi chiamo Giorgia e ho 18 anni, frequento il liceo linguistico, ma più che le lingue mi interessa la letteratura. Adoro leggere soprattutto classici, romanzi horror ottocenteschi, romanzi libertini, pulp e beat generation... Tutto ciò che un tempo era considerato immorale, insomma XD
Mi piace anche la poesia, soprattutto del '200 e '800.
Ho iniziato a scrivere qualche anno fa, ma ho preso la cosa più seriamente dall'estate scorsa, quando ho scoperto il canale youtube di Livio Gambarini (grazie a lui ho sentito parlare di questo forum, e da quanto ho letto non sono l' unica X))
E niente... vorrei mettermi alla prova e spero di imparare attraverso le critiche. Grazie! :D

Ciao Giorgia e benvenuta tra noi. Citi un nome grosso della letteratura migliore di questo Paese e ti assicuro che hai fatto un'ottima scelta nel seguire i suoi suggerimenti. Questo forum cerca di aiutare gli scrittori in erba a mettersi in gioco e a migliorarsi e mi sembra che tu abbia tutte le carte migliori per farti le ossa. Non vedo l'ora di leggerti nello Skannatoio!

Grazie mille!! Apprezzo l'incoraggiamento =)
view post Posted: 2/4/2021, 14:33 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (MentisKarakorum @ 1/4/2021, 18:13) 
Commento di: 1492.

Prime Impressioni Ciao, piacere di leggerti. Premetto subito che questo commento è altamente personale, e dettato dalla mia (scarsa) esperienza, leggilo quindi come tale e sentiti libero di rispondere per le rime.
Ho letto il tuo racconto con piacere, intrattenuto dall'ambientazione storica. Ho un paio di suggerimenti da darti per migliorare il tuo racconto. Tutto spiegato di seguito.

Aderenza al tema. Per me è ok, la scelta che la protagonista deve affrontare alla fine ricalca bene il tema della gara. L'ambientazione ucronica c'è (la congiura dei Pazzi non ha portato all'uccisione del Magnifico), anche se un po' deboluccia (alla fine, i Medici sistemano tutto.. e la linea temporale torna a essere quella nostra.. peccato.). Il terror panico anche c'è.

Punti di Miglioramento. Il pdv in prima persona al passato (argh!) suona un pochino strano. In genere, ritengo la prima persona al passato un po' difficile, se vuoi usare il mostrato (come mi sembra di aver capito leggendo il tuo pezzo). Prova con la terza, altrimenti sa tutto di raccontone di un personaggio vecchio che ricorda la sua vita.
Hai scelto un pdv molto difficile, secondo me: una ragazza molto devota alla Chiesa, che deve convivere con una famiglia di traditori. Non ho sentito bene questo conflitto, lei mi sembra un po' troppo distante nel narrare la sua condizione così contraddittoria. Avrei preferito, visto che si tratta di una prima persona, che alla vista del padre o dei fratelli avesse avuto più sentimenti contrastanti dettati dalla devozione alla propria famiglia e allo stesso tempo alla Chiesa: questo avrebbe reso anche più naturale il finale. Insomma, il tuo pdv è un pochino da rivedere, magari prova con una terza persona, così non sei costretto ad affrontare troppo questo problema.
Il finale, comunque, mi sembra un po' scontato: lei deve scegliere se scappare o sposarsi, e semplicemente sceglie una delle due cose. So che è difficile, ma avrei preferito una terza possibilità, come ad esempio lei che si fa strada nella notte ed entra nella stanza da letto del signorotto che le impone di sposarsi, e gli gocciola del veleno nell'orecchio.
Lato narrazione, ti consiglio di rivedere il primo pezzo, quello del pranzo: tutti i dialoghi sono "as you know Bob", e di conseguenza poco verosimili e diretti più al lettore, che funzionali alla trama.

Punti di Forza L'ambientazione storica che hai scelto è certamente suggestiva. Anche le scene finali, in cui (finalmente) c'è un po' d'azione, sono rese bene. Andrei un po' a limare la prima parte del racconto in funzione di questa (anche la lettura della poesia fa contorno, ma non è funzionale alla trama), magari dedicando più spazio al conflitto interiore della protagonista alla fine: deve o non deve accettare la proposta di matrimonio? Perché non mostrarci di più la sua sofferenza e la sua indecisione, invece di dire solo che ha dormito male?

Conclusioni Non male, ma a mio avviso c'è margine di miglioramento: cerca di calarti di più nel tuo pdv e rendi i suoi pensieri e azioni più coerenti col suo background. Spero di esserti stato utile, non farti problemi a ribattere.

Ciao, intanto grazie per il tuo commento! Era la prima volta che partecipavo ad un contest del genere quindi mi aspettavo di fare più di qualche qualche errore. La prima persona al passato l'avevo scelta perchè pensavo aiutasse a sentire di più l'interiorità del personaggio, non l'avevo mai provata prima e quindi concordo con te sul fatto che non sia stata una scelta molto azzeccata! Per quanto riguarda il conflitto interiore, nella mia testa la protagonista era troppo buona e sottomessa al volere dei genitori per dar loro torto, quindi non viveva molto il contrasto tra la sua famiglia e la religione, però mi rendo conto di non averlo reso al meglio. >_< Comunque grazie ancora, il tuo commento mi è stato molto utile.
view post Posted: 1/4/2021, 10:16 Mi presento! - Le Presentazioni dei Nuovi Arrivati nel Forum
Ciao a tutti! Mi chiamo Giorgia e ho 18 anni, frequento il liceo linguistico, ma più che le lingue mi interessa la letteratura. Adoro leggere soprattutto classici, romanzi horror ottocenteschi, romanzi libertini, pulp e beat generation... Tutto ciò che un tempo era considerato immorale, insomma XD
Mi piace anche la poesia, soprattutto del '200 e '800.
Ho iniziato a scrivere qualche anno fa, ma ho preso la cosa più seriamente dall'estate scorsa, quando ho scoperto il canale youtube di Livio Gambarini (grazie a lui ho sentito parlare di questo forum, e da quanto ho letto non sono l' unica X))
E niente... vorrei mettermi alla prova e spero di imparare attraverso le critiche. Grazie! :D
view post Posted: 30/3/2021, 17:26 Skannatoio Marzo - Aprile 2021 - Lo Skannatoio
1478

“Amen” Mi portai la mano destra sulla fronte e composi il segno della croce, poi guardai il quadro della Madonna appeso alla parete. La Vergine mi infondeva coraggio, con quei soliti occhi azzurri e fedeli. “Madre mia, aiutaci tu.”
Qualcuno bussò alla porta, il mio petto si gonfiò con uno scatto per lo spavento. “Prego, entrate.”
La mia adorata Lucia sbucò dall’uscio con titubanza. Aveva sempre paura di dare noia! “Caterina cara, ti disturbo?” Il suo sguardo si spostò sul libro dei carmi che poggiava sopra le mie ginocchia. “Oh! Vedo che sei in preghiera. Scusami tanto, il signore e la signora de' Pazzi desiderano che tu prenda posto a tavola, ti aspettano per il pranzo.”
Per il cielo, quante volte dovevo ripetere ai miei genitori che non volevo partecipare ai loro pasti di carne, vino e alimenti di lusso? Non lo capivano. Dal corridoio proveniva un buon profumo di stufato, e le risate grasse e pastose si alternavano con ringhi voraci. Mi strinsi le tempie tra i polpastrelli. “Buona Lucia, sii così cortese da prepararmi un po’ di pane e un bicchiere d’acqua. Scenderò in sala da pranzo tra un minuto.”
“Certo, mia signora.” Lucia socchiuse la porta ed io rimasi sola. Guardai la stanza dove alloggiavo, il letto a baldacchino, le pareti piene di arazzi, le finestre luminose decorate d’oro. Solo il giaciglio di coperte che avevo preparato per riposarmi la notte mi faceva sentire più a casa. Sospirai e lasciai la camera.
Lungo le scalinate, i dipinti della famiglia Medici e i loro stemmi che decoravano le pareti mi facevano sentire in colpa. Non avremmo dovuto essere noi ad abitare quel palazzo. Tutti quei volti mi fissavano e io mi sentivo un’impostora. Giunsi in sala da pranzo e i miei genitori stavano già banchettando.
“Salve.” Mi sedetti e subito un’ancella mi servì un vassoio pieno di pane. Abbassai il capo, grata.
Sentii lo sguardo di mio padre farsi pesante su di me.
“Figliuola, anche oggi non mangi? Guarda quanto ben di Dio abbiamo in tavola, perché ti accontenti di un pezzo di pane vecchio?”
Davvero dovevo rispiegarglielo un’altra volta? “Padre, ne discutiamo ogni giorno. La vita che conducete voi non mi appartiene. Ho fatto una promessa.” Presi un tozzo di pane farinoso e me lo portai alla bocca. Era raffermo e senza sale.
Mio padre deglutì rumorosamente. “Lo so, lo so. Io e tua madre siamo fieri della strada che vuoi percorrere. Ma il tuo babbo ha faticato tanto per ottenere questa vita, queste pietanze, questo palazzo.”
Faticato? Ma se aveva lasciato fare il lavoro sporco ad altri… Mi morsi la lingua e lo lasciai proseguire.
“Molti dei tuoi parenti sono morti per aiutarmi a diventare signore di Firenze. I tuoi cugini, Francesco e Renato… dovresti portare rispetto per loro.”
Il mio cuore accelerò violentemente tutto d’un colpo. “Cosa? Renato… è morto anche lui?”
Mia madre allungò una mano e la poggiò sopra la mia. “L’hanno trovato ieri, fuori da Firenze. Stamani l’hanno impiccato…”
Sentii la testa girare e mi aggrappai alla tovaglia. “Ma come? Non c’entrava niente con la faccenda dei Medici. Non aveva neppure partecipato alle riunioni.”
“E che vuoi che gli importi, a loro? Cercano vendetta, quelle carogne!” Mio padre addentò una coscia di pollo con forza.
Perché doveva usare quel linguaggio? E poi, i primi a spargere sangue eravamo stati noi. Ero l’unica in quel palazzo a ricordarselo? Per fortuna non mi era concesso esprimere un’opinione contrastante a quella dei miei genitori, o avrei di sicuro finito per pentirmene.
Mio padre succhiò l’osso del suo pollo e lo guardò concentrato. “Mie dilette… sapete, se dovessi incontrare i pochi Medici rimasti gli romperei il collo” Feci un balzo indietro e sbattei la schiena sulla spalliera della sedia. Mio padre strinse l’osso tra le mani. “Li distruggerei, sì. Gli squarterei la gola, li calpesterei e li getterei nell’Arno.” Spezzò l’osso in due metà, con un colpo secco.
Mi stava passando la fame. Rimisi la pagnotta di pane sul il vassoio. Presi un respiro e pensai al mio Signore, che vedeva e sentiva tutto ciò, e mi vergognai.
Mia madre si portò una mano al cuore. “Jacopo, tesoro, non esagerare… abbiamo quello che volevi. Hai fatto assassinare Giuliano e Lorenzo de’ Medici, e ora sei il signore della città. Non inimichiamoci il nostro popolo…”
Grazie agli angeli mia madre la pensava come me.
“Babbo, sono d’accordo con la mamma. Abbiamo già fatto tanto male e provocato tanto dolore. Firenze era affezionata ai Medici e ora dobbiamo farci perdonare, portare la pace e la fede al nostro giglio.”
Mio padre scosse la testa. “Si vede che non ci capite una ceppa di politica… La città è già in subbuglio. Noi non possiamo uscire, perché ad ogni angolo potremmo incontrare un sostenitore di quei cani dei Medici. Ognuno di loro rappresenta un rischio per noi. Firenze la possediamo noi, ma non sarà davvero nostra finché tutta la stirpe non sarà domata e noi potremo circolare liberi per le strade. E poi… guardate attraverso queste finestre regali che ci ritroviamo. La gente parla, si organizza. Prima giurerei di aver visto uno di quei maiali confabulare qualcosa con il Nori e con degli altri popolani. Questa guerra non è finita per nulla.” Tracannò il suo calice di vino, si pulì il mento con la manica e si alzò. Con un cenno diede ordine alla servitù di riportare i vassoi in cucina. Poi abbassò il capo verso mia madre e se ne andò.
Mi alzai anche io ma sentì la mano morbida di mia madre stringermi il polso. Addolcì gli occhi.
“Caterina, figlia mia. So bene cosa ti costa sopportare tutto questo. Conosco la mia bambina, hai un animo nobile e pacifico, non ti piace tutto questo parlar di uccisioni e sangue. Il tuo babbo lo sa, ma è accecato dal potere, tu porta pazienza: appena saremo liberi da questa situazione potrai farti internare nel monastero.”
Sorrisi e mia madre mi mise a posto un ciuffo di capelli. “Tu pensi che avremmo voluto che ti sposassi e crescessi una famiglia, ma non è così. Una vita consacrata a Dio è una vita dignitosa, e non conosco persona che sarebbe più adatta di te.” Le sue labbra delicate mi sfiorarono la fronte.
Come era buona la mia mamma. Anche se avrei voluto sposasse un uomo più gentile di mio padre, solo un’anima premurosa come la sua avrebbe potuto stargli accanto e continuare ad amarlo.
Ruotò le spalle. “Ora vai, bambina, lo so quanto ci tieni ad essere puntuale per la tua preghiera della nona!”
Feci un piccolo inchino, poi mi voltai e mi avvicinai alla finestra. Spostai il tendaggio ricamato d’oro e mi poggiai al davanzale. Il Sole era ancora alto, di certo mancava ancora un po’ di tempo all’ora della mia preghiera. Avrei potuto approfittarne e aiutare le domestiche nelle pulizie della sala da pranzo. Non volevo che faticassero per me, non avevo bisogno di essere trattata come una nobile. Solo il voto alla povertà mi avrebbe avvicinata a Dio.
Un uomo dai vestiti strappati e malconci passava di corsa nel vicolo che dava all’entrata del nostro palazzo. Rivolse uno sguardo indiavolato al portone e sputò per terra. Forse aveva ragione mio padre. Forse davvero ci disprezzavano. Sentii una lacrima calda percorrermi il viso, facendomi pizzicare la guancia. L’asciugai con la mano e richiusi il tendaggio.
***
Stava arrivando il vespro, il cielo era di un blu cobalto acceso, e le sfumature rosa e arancioni del Sole che tramontava tingevano le nuvole. Che meraviglia. Raccolsi il cesto pieno di mele dal muretto pietroso e percorsi il corridoio. Lucia mi stava venendo incontro accompagnando mia madre a braccetto e portava un libro in mano.
“Mia cara, hai raccolto tutte le mele del chiostro?”
“Sì, Lucia. Guardate che splendido tramonto ci offre il nostro Signore questa sera!” Alzarono lo sguardo ad ammirare la volta celeste, ed io feci lo stesso. Una rondine fece una piroetta e cinguettò serena.
“Magnifico! È un peccato poter godere di questa vista solo dall’interno del nostro palazzo.” Mia madre prese il libro dalla stretta di Lucia e me lo porse. “Caterina, vorresti unirti a noi nella lettura di qualche poesia?”
Annuii. Afferrai il libro. La miniatura verde e rossa della copertina adornava il titolo: Laudi. Le pagine erano ruvide e polverose, doveva essere un manuale molto antico. Mi sedetti sul muretto, mia madre e Lucia mi imitarono. Mi poggiai comodamente a una colonna marmorea, un brivido mi scosse il capo. Consultai il testo, cercando una poesia che mi incuriosisse. Il mio sguardo si posò su una ballata che già conoscevo.
“Leggerò questa! L’autore è Iacopone da Todi, un religioso francescano.” Mi schiarii la gola.
“O iubelo del core,
che fai cantar d’amore!

Quanno iubel se scalda,
sì fa l’omo cantare,
e la lengua barbaglia
e non sa che parlare:
dentro non pò celare,
tant’è granne ‘l dolzore.

Quanno iubel è acceso,
sì fa l’omo clamare…”

Delle urla mi distrassero dalla mia lettura. Mia madre si riscosse e alzò la testa fulminea, vigile. Tutte e tre ci voltammo verso l’entrata. D’istinto scattai in piedi, mi avvicinai al corridoio, dentro il portone del palazzo non vidi alcun movimento. Le urla persistevano, sembravano provenire da una folla. Lucia mi raggiunse.
“Vado a controllare, voi aspettatemi qui.”
Non fece in tempo ad entrare che un’ancella e una domestica ci corsero incontro trafelati. Lei era rossa in viso e respirava a fatica, lui le poggiava una mano sulla schiena per aiutarla a procedere, e nell’altra mano teneva un bastone. Si fermarono davanti a noi, gli occhi della signora lampeggiavano di terrore. Sembrava sconvolta. A quella visione, il mio stomaco si contorse e si annodò. Cosa stava succedendo?
“Madama, madama! Ci stanno attaccando! Stanno entrando! Sono qui, tutti!” L’ancella stringeva il braccio di mia madre. Lei si divincolò, ma le rimase il segno della stretta chiara sulla pelle.
“Chi è qui? Chi sono, i Medici?” Mia madre iniziò a rigirarsi il ciondolo della sua collana tra le dita. Oh no. Per quanto volesse rimanere calma, sapevo che quel gesto lo faceva solo quando era molto preoccupata.
“No, mia signora. Tutti sono qui! I Medici, il popolo, tutta Firenze! La strada è piena, e sono armati!”
Le mie gambe si rammollirono e rischiai di perdere l’equilibrio. Lucia mi fermò giusto in tempo e mi cinse la vita. Mia madre si portò una mano alla fronte. “Perché sono tutti qui? Cosa vogliono?”
“Vogliono vendicarsi! Uccidere noi come vostro marito ha fatto uccidere i loro parenti e i loro signori! È la fine, è la fine per tutti!”
Mi mancava l’aria. Annaspai, l’ancella si buttò in ginocchio e si tirò i capelli, alcuni ciuffi gli rimasero in mano; la domestica diventò paonazza e copiose lacrime le attraversarono le guance paffute. Non sentivo più nulla, mi voltai e Lucia era a terra, pallida e immobile, mia madre era china su di lei e le stava scuotendo le spalle. Saremmo morti tutti così? Non potevo permetterlo. Dov’era mio padre? Dovevo andare a cercarlo prima che fosse troppo tardi, dovevamo provare a fuggire. Lucia aprii gli occhi, mia madre l’aiutò ad alzarsi.
“Alzatevi! Dobbiamo nasconderci! Tra poco riusciranno ad abbattere il portone e ci troveranno! E tu, ancella, vai a combattere al fianco di mio marito! Forse moriremo, ma con dignità.”
L’uomo si alzò, fece un inchino. “Come lei desidera, madonna Maddalena.” Si voltò e percorse il corridoio. Un suo singhiozzo rimbombò nell’androne.
Mia madre gli andò dietro, e ci fece cenno di seguirla. Io respiravo ancora a fatica. Sforzavo le narici per catturare più aria, ma la mia gola era ostruita e il petto era pesante. Le due domestiche si alzarono, tesi la mano a Lucia e lei me la strinse, poi attraversammo la galleria ed entrammo nel palazzo. Il mio volto bruciava. Scendemmo le scale, le calzature mi logoravano i piedi. Signore, ti prego, aiutaci. Mio padre era in piedi al centro del salone, accanto a degli inservienti e alle guardie. Indossava la sua corazza d’acciaio, e teneva in mano la spada della nostra famiglia, con i due delfini incisi nel pomolo.
“Babbo!”
Si voltò e sgranò gli occhi.
“Caterina, figliuola!” Mi abbracciò, la sua armatura era fredda e liscia. Le sue labbra si posarono sulla mia fronte e la barba mi graffiò. Si staccò e prese le mani di mia madre, le accarezzò.
“Maddalena, amore mio. Non c’è tempo. Il portone sta cedendo. Io combatterò, ma sono a centinaia...” Arricciò con le dita un ciuffo di capelli che era sfuggito dall’acconciatura di mia madre, e lo sistemò dietro al suo orecchio. Un boato fece tremare il pavimento. Avevano abbattuto il portone. Le urla selvagge erano sempre più vicine.
“Addio, donne mie!” Il babbo impugnò la spada.
“Addio!” La gola mi grattava acidamente, gli occhi bruciavano, ma cercai di non piangere. Dovevamo andare. “Correte!” Le gambe mi si muovevano fluide e spontanee, più veloci di quanto volessi. L’aria era un soffio pungente sul volto bagnato. Non avevo nessuno davanti, ero io a fare strada. Forse il luogo migliore dove nascondersi era la sagrestia. O almeno, era l’unica stanza che conoscessi veramente in quel palazzo. Ed era lontana dal combattimento, almeno non avremmo sentito gli orrori della battaglia. E quale posto migliore per pregare, per avere fede che questa tragedia potesse risolversi per il meglio? Dovevo fare veloce. Le mie compagne mi seguivano, ansimavano.
Il capitello di San Giovanni Battista anticipava il portone in legno della sagrestia. Eravamo arrivate. Tossii piano. “Entrate qui dentro, svelte. È il posto più sicuro per noi.”
La grande croce sulla parete era ancora lì, come l’ultima volta. Chiusi il portone e mi guardai intorno. Armadi in legno scuro occupavano ogni lato della parete, ci saremmo nascoste lì. Girai la chiave dell’anta più vicina, talari colorati, tonache scure e vesti sacre riempivano lo sportello. Mi feci spazio e m’infilai, l’odore di muffa mi punse le narici. Mi trascinai all’altro lato del mobile, scorrendo sulla superficie; era ricoperta da uno strato di polvere. Mi rannicchiai nell’angolo.
Mia madre s’avvicinò. Profumava di fiori e aveva il respiro affannato. “Credo che dovremo aspettare qui a lungo.”
Iniziai a pregare.
***

Dei passi echeggiavano nel corridoio. Con un cigolio, la porta si aprì. Il mio cuore pulsava veloce, rimbombava nell’incavo dell’armadio.
“Tu, controlla dentro tutte le ante.” Era un uomo. “Vediamo se qualcuno ha cercato di nascondersi qui.” Guardai mia madre, i nostri respiri si fecero veloci.
Uno scricchiolio. La luce irruppe nel vano, Lucia soffocò un grido. Ci avevano stanate.
“Signore, ne abbiamo trovate alcune!” L’uomo agguantò Lucia per la manica e la costrinse fuori dal nostro rifugio. “Fuori! Uscite tutte, se non volete che sia la mia spada a cacciarvi di lì!”
Madre mia, era la fine.
“Con calma, con calma. Un po’ d’eleganza, ti stai rivolgendo a delle signore…” Lo ammonì l’altro uomo.
Mi spinsi fuori, pregavo solo che andasse tutto bene. Uscii dall’anta, mia madre e le due domestiche erano schiacciate contro il tavolo al centro della stanza, minacciate da un nobile e un uomo malconcio.
“Molto bene, qui abbiamo anche la padrona di casa e sua figlia…” Il nobile sorrise beffardo. Porse il suo scudo all’altro uomo. Nel centro stagliava lucente lo stemma dei Medici. Era uno di loro. Teneva stretta una spada dalla lama insanguinata. Aveva ucciso qualcuno. Speravo non fosse mio padre… Fece un inchino.
“Signore, mi presento: sono Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, cugino di Lorenzo il Magnifico e suo legittimo erede. Penso possiate capirmi, se vi dico che ho appena sgozzato messere Jacopo de’ Pazzi con questa stessa spada.” Mostrò la lama bagnata di sangue, fiero. La cena mi risalì dallo stomaco, il sapore di pane inacidito mi invase la gola. Mi protesi in avanti, pronta a vomitare. Un singulto esplose nella stanza e riecheggiò tra le pareti. Mia madre singhiozzava e ululava di dolore. Lorenzo le porse un fazzoletto.
“Signora de’ Pazzi, non disperi. È stata una morte veloce e indolore, e vostro marito è morto combattendo per il suo onore e per la sua famiglia… Mi dovete perdonare questo spargimento di sangue, non è nella mia indole.” Le viscere mi si attorcigliarono dalla rabbia. Mio padre doveva aver sofferto come un cane… e moriva da criminale, da impostore! Lorenzo strinse un pugno e strizzò gli occhi, feroce. “Jacopo de’ Pazzi ha ucciso il più potente esponente della nostra famiglia, nonché tutore mio e di mio fratello Giovanni… E questo solo per un po’ di ricchezza e riconoscenza! Ma Firenze sa chi deve regnarla… Pensate, sono stati i popolani a venire da me per organizzare questa rivolta!”
“Che cosa volete farci?” Mia madre si era asciugata le lacrime. Le sopracciglia aggrottate nascondevano gli occhi gonfi e lucidi.
“Madonna, come ho detto, non mi interessa uccidervi. Ora che l’unico ostacolo nella vostra famiglia è stato eliminato, non mi preoccupo di due donnicciole con la loro servitù. Vi risparmierò…”
Grazie a Dio… mio padre era morto, ma io e mia madre ci saremmo salvate, saremmo andate in monastero e ci saremmo dimenticate delle atrocità a cui ci avevano sottoposte...
“…Ad una condizione! Se vorrete continuare a vivere, devo essere sicuro che non vorrete ribellarvi. Sanciamo la pace tra le nostre famiglie con un matrimonio, e scordiamoci dell’odio di cui ci siamo alimentati negli ultimi mesi!” Un matrimonio? Ma non avevo fratelli o sorelle, o cugini stretti…
Lorenzo buttò la spada a terra. “Madonna, io sposerò vostra figlia, e così risparmierò la vita a voi, alla vostra figliola e alla servitù, e vi permetterò di vivere nella ricchezza di chi ha il signore di Firenze come genero!”
“No!” Avevo parlato io? Non me ne ero neppure accorta. “Io non posso sposarmi! Ho fatto un voto a Dio, gli ho promesso la castità a vita, sarò sua sposa!”
“Mia bella fanciulla, in questo caso dovrò rivedere i miei piani…” Lorenzo raccolse la spada da terra.
Mia madre scattò in piedi. Tremava. “Figliola! Pensaci, almeno. Preferisci morire piuttosto che sposarti? Potrai comunque pregare e frequentare la Chiesa, anche dopo il matrimonio… “
Come faceva a non capire? Avevo fatto una promessa… se l’avessi infranta, avrei mentito al mio Signore, avrei macchiato la mia anima e avrei annullato ogni mio valore… Avrei rinunciato alla vita che sognavo da quando ero bambina. E non volevo vivere da signora di Firenze! Non volevo allontanarmi dai precetti cristiani, volevo seguire i miei voti. Ma non potevo lasciare che ammazzassero mia madre, Lucia e chissà quante altre persone… per colpa mia! Cosa dovevo fare?
“Va bene, ci penserò. È notte, sono molto stanca, non posso decidere ora…”
Lorenzo porse il braccio e mi aiutò ad alzarmi. Con un leggero ribrezzo mi appoggiai a lui. Sapeva di sudore acre, e di sangue… Come potevo sposare l’uccisore di mio padre? Mi si annebbiò la vista. Le lacrime mi solleticarono il viso, una mi si fermò sul labbro. Era salata. Lorenzo me l’asciugò col pollice rugoso, mi venne voglia di vomitare.
“Tornerò qui, domani mattina, per sapere la vostra risposta. Le mie guardie controlleranno che nessuno fugga.” Lorenzo afferrò lo scudo e la spada, e uscì dalla sagrestia.
***
Il pavimento era rigido e gelido. Non riuscivo a chiudere occhio. La Luna illuminava le pareti della mia stanza, gli arazzi, il baldacchino. Era inutile provare a dormire. Mi alzai in piedi. Guardai la Luna piena. Era così tonda e luminosa, rischiarava le notti terrestri da millenni. Lei sì che si trovava al posto giusto. Non doveva essere costretta a scegliere tra la sua famiglia, la sua vita e la sua Fede… Mia madre non mi avrebbe mai costretta a scegliere di sposarmi. In fondo, quell’uomo era una bestia, l’assassino di mio padre! Come potevo anche solo fingere di amare un bruto del genere? Ma se avessi rinunciato al matrimonio… la mia scelta sarebbe ricaduta sulla vita mia e di tutti i sopravvissuti alla rivolta. Mia madre non sarebbe riuscita a guardarmi in faccia, se l’avessi sacrificata per rispettare il voto a Dio… Mi immaginavo la sua espressione delusa, lo sguardo rivolto a terra per non provocarmi dolore nel vederlo… Anche nello sconforto più profondo, mia madre avrebbe cercato di proteggermi dai sensi di colpa. Non potevo farle questo. Ma non volevo nemmeno tradire il mio Signore e vivere un’eternità da peccatrice… C’era anche un’altra possibilità: avrei potuto sposarmi, sciogliere il voto e poi suicidarmi, o farmi uccidere. Avrei salvato mia madre… ma… no, era infattibile, avrei macchiato il mio onore in qualunque caso. Non c’era soluzione: dovevo fare una scelta. M’inginocchiai davanti al quadro della Madonna, iniziai a pregare… Magari la Fede mi avrebbe aiutata.
M’alzai. Maria avrebbe vegliato su di loro, e su di me, ne ero certa. Strappai le lenzuola dal letto e le spiegai, annodai gli angoli tra di loro. Maria avrebbe fatto in modo che nessuno soffrisse. Strinsi il nodo. Guardai attraverso la finestra, il Sole sorgeva, ma era ancora buio, la strada era sgombra.
“Santa Monica, Santa Perpetua, proteggete mia madre, vi prego!” Girai la manopola della finestra, una folata di vento freddo m’ investì. Legai l’estremità della coperta alla maniglia, strinsi il nodo. Salii sul davanzale. Guardai giù. I sanpietrini si muovevano in tondo, parevano impazziti. Mi aggrappai al panno e scivolai giù. La pelle delle dita e dei palmi ardeva e si scorticava, ma non volevo mollare. Stringevo le cosce sulla coperta, poi sentii il vuoto sotto di me. Saltai, la mia tonaca fu portata su dal vento, era piena di aria. Le mani e le ginocchia impattarono con il selciato ghiaioso, mi graffiai. Mi rialzai, guardai in alto. Un chiarore giallo preannunciava il sorgere del sole. Era quasi giorno. Dovevo muovermi a fuggire dalla città, non avevo molto tempo. Dovevo arrivare in monastero entro qualche ora o mi avrebbero trovata. Un gatto grigio che attanagliava un roditore s’infilò in un pertugio sul muro dell’edificio di fronte. Magari lo portava dalla sua famiglia. Strinsi la manica tra le dita. Lo sapevo, mia madre e Lucia sarebbero morte per colpa mia. Una lacrima tiepida scivolò a terra, mi feci il segno della croce e sospirai.
5 replies since 30/3/2021