Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Posts written by Mikeluzz

view post Posted: 3/7/2022, 19:55 Skannatoio Giugno 2022 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (Gargaros @ 3/7/2022, 11:57) 
Io non scrivo più. Il disgusto per le mie capacità temo abbia vinto. Non è colpa del forum e dei suoi giochi. Anzi, il periodo in cui ho partecipato è stato quello più prolifico, e mi sono uscite pure cose decenti a una prima lettura. Sono i cambiamenti, l'arrivo di altre cose, le distrazioni, i grattacapi... Detto questo, fatevi forza e guardate al futuro. Siete giovani, avrete altre possibilità.

Ciao! Giusto perché sono in uno stato di grazia, che da due settimane mi sta portando a essere parecchio produttivo e soddisfattissimo in campo letterario, ti dico di non abbatterti. Assolutamente.
Il momento buono ritorna e poi se ne va, ma bisogna sempre ricordare che ritorna. Forza! <3
view post Posted: 1/7/2022, 22:59 Skannatoio Giugno 2022 - Lo Skannatoio
Chiedo scusa per il post consecutivo.
Questa che ho scritto è una revisione scremata del racconto (anche qui siamo intorno ai 5.000 caratteri, poco meno).
Sto cercando di rendere il testo il più bello possibile perché settimana prossima ho l'esame d'idoneità al quinto anno di superiori (sono un po' indietro con gli studi) e vorrei portarne una copia stampata per fare bella figura.
Ecco la nuova versione:

LACRIMA ROSSA

di Michele Carlo Calci


Il vento estivo getta calore nella stanza.
Mi liscio la fronte col dorso della mano e faccio schizzare il sudore un po' a destra, un po' a sinistra. Che razza di caldo, si starebbe meglio nel deserto!
Non oso immaginare come la stia vivendo il piccolo – fra le tante – questa situazione...
Il dottore più basso si avvia per chiudere la finestra. «Mi spiace, signori. Un guasto all'aria condizionata non è da tutti i giorni, in ospedale.»
Certo, certo. Proprio oggi doveva succedere!
Tra le braccia di mia moglie, i lamenti del piccolo si fanno assordanti.
Dio! Me ne sto seduto ai piedi del suo capezzale e non so come essere d'aiuto.
Lei perlomeno riesce a cullarlo, a stargli vicino col corpo…
È da più di mezz’ora che siamo dentro. Il dottore alto sta esaminando il piccolo centimetro per centimetro. Traffica con aggeggi sempre più strani, con tecniche mai viste.
Allora, cosa pensi di trovarci?!
Scatto in piedi. «Basta! Che cos'ha mio figlio?! Mi dia una risposta, adesso!»
Si volta e mi squadra da capo a piedi.
Un esame anche per me, ecco quel che ci voleva! «Mi prende per il culo?!»
Sto per fare qualcosa di sbagliato, me lo sento.
Ma slitto sullo sguardo di Carola.
Ha gli occhi stanchi.
È chiaro che anche lei non sa più come reagire. Può solo attendere e tenersi stretta al piccolo con tutto l’amore che possiede. «Marco, ti prego—»
Il dottore alto la interrompe subito. «Signor Cavini, stiamo facendo il possibile per salvaguardare la salute di suo figlio. Si rassereni. Stia seduto e faccia degli ampi respiri.»
Finora hai dimostrato ben poco, caro dottore, per meritarti la mia tranquillità.
Sbuffo, quasi a liberare l'alito ammuffito di un sonno lontano. Sono passate venti ore dall'ultima volta che ho chiuso occhio.
Sono sfinito.
È forse questo a rendermi tanto nervoso?
Siedo e mi dilungo in un ampio respiro, come richiesto.
Non basta, non basterà mai, ora.
Mi curvo e afferro il capo con dita tremanti. I suoni dell'ospedale mi rimbombano nelle orecchie, ma sono affossati dalla quantità di pensieri che stravolge la mia mente.
«Aiuto, dottori, guardate!»
Lo strillo di Carola mi solleva d'un pezzo.
I due dottori sono vicino alla finestra per un consulto.
Carola, stretta sempre più a nostro figlio, ha lo sguardo impietrito e la bocca spalancata.
Scatto, l'ansia che mi percorre la gola, ma il dottore alto ha già occupato il posto.
Ti manderei al diavolo seduta stante!
Il piccolo è rannicchiato sull'avambraccio di Carola, gli occhi socchiusi, come sempre… ma una lacrima di sangue gli riga la guancia. Il rosso sfiora le sue labbra, e in una nuova crisi di pianto gli cola nella bocca.
«È sangue, è sangue!»
«Signora, non si agiti, la prego.»
Le lacrime rosse non smettono di scendere. Una maschera di sangue gli ricopre il viso.
È un disastro, lo sapevo!
Anch'io piango.
M'inginocchio per la disperazione, e il pianto di mia moglie mi accompagna nel tormento.
Perché a noi? Cos'abbiamo fatto per meritarci un dolore simile?
Una mano mi si poggia sulla spalla. È quella del dottore alto. «È un po' di sangue ingurgitato, ma niente che possa metterlo in pericolo. Signora, lo tenga con la schiena diritta, e…»
Il dottore fa cenno al collega più basso.
Questi cammina verso il letto, come se nulla fosse, come se tutto stesse procedendo secondo i piani.
Nessun commento, voglio solo che mio figlio stia bene!
Carola prende un fazzolettino e asciuga il viso del piccolo. Il pianto rosso si è esaurito.
Il dottore scosta il fazzolettino macchiato di sangue e indica gli occhi socchiusi. «Ferrari, apriamogli gli occhi. Lentamente, mi raccomando. Con cautela.»
Ferrari annuisce e si appresta a sollevare le palpebre del piccolo.
È silenzioso, sembra sul punto di assopirsi…
Il dottore alto allarga il braccio a bloccare l'iniziativa del collega. «Aspetta, aspetta.» Sospira. «C'è bisogno di stenderlo sul letto. La prego, signora, scenda e vada dal marito.»
Carola sembra non voler abbandonare il piccolo.
«Non si preoccupi, è questione di un minuto.»
Allora ci mettiamo in piedi, uno fianco all’altra.
Il clima sembra calare di temperatura. È la tensione che defluisce lungo il mio corpo? Non so più che fare...
Mio figlio è lì, sdraiato a pancia in su. Ferrari lo sfiora appena, ma una convulsione del piccolo lo fa ritrarre.
Si ri-accovaccia e allunga indice e medio.
«Fai piano, mi raccomando…»
Le palpebre si riversano al rallentatore. Due pellicole che celano il segreto più atroce, più inverosimile.
Carola ha un mancamento, ma l’afferro per il braccio e sollevo il suo peso morto. La faccio sedere e mi sporgo verso il piccolo.
Entrambi i dottori muovono un passo indietro.
Gli occhi di mio figlio sono intrisi di sangue raggrumato, seccati di rosso.
Ho lo stomaco in subbuglio.
Oddio… «E quella?»
Il dottore alto si avvicina; Ferrari è rivolto alla finestra e trema come un budino.
«Sembra ci sia scritto 6 7 nel sangue. Che significa?!»
La porta della stanza si apre con uno scatto. Un'infermiera si affaccia. «Finalmente, dottori, è tornata l'aria condizionata!»
Alla vista dei nostri sguardi atterriti, l'infermiera alza un sopracciglio.

FINE



Edited by Mikeluzz - 2/7/2022, 13:59
view post Posted: 1/7/2022, 15:43 Skannatoio Giugno 2022 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (shanda06 @ 1/7/2022, 16:42) 
Ciao, Mikeluzz,
sei stato generoso nel commento. In effetti avrei dovuto specificare tramite un flashback il ricordo della sala da parte della carceriera cieca e farle toccare prima la ragazzina per poi magari commentarne la magrezza. Il resto delle parti che ballano credo sia proprio per via di un punto di vista onnisciente. Sì, avrei potuto provare a rendere a turno quelli della cieca e della ragazza, con i dovuti stacchi, ma sono molto difficili nello spazio di un racconto, tuttavia, non è detto che non li tenterò in avvenire.

Figurati. Che bello, è stato proprio uno scambio tranquillo e costruttivo. :)
view post Posted: 1/7/2022, 15:37 Skannatoio Giugno 2022 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (shanda06 @ 1/7/2022, 16:33) 
Buon pomeriggio, ecco il mio commento:

LACRIMA ROSSA di Michele Carlo Calci

La storia è molto ben scritta a partire dall’ammirevole precisione nell’elencare le specifiche, tutte rispettate. C’è tutta l’ansia del padre alle prese con la preoccupazione per la salute del figlio appena nato, contrapposta alla gelida efficienza dei medici. Qui la tensione si avverte eccome, proprio come la calura diffusa nella camera per via del guasto all’aria condizionata comunicato dall’infermiera. Anche il personaggio della moglie de protagonista è reso molto bene. Dalla tenerezza materna si passa al terrore. Le lacrime di sangue sono davvero inquietanti.

Attenzione:
con un’ancata libero lo spazio da quell’incapace.
Frase corretta: con un colpo d’anca libero lo spazio da quell’incapace
A carico della trama: perché non specifichi la parola scritta negli occhi del bambino? Il Lettore rimane con un senso di incompiutezza. Il finale non ne avrebbe risentito affatto.

Grazie mille, Alexandra, il tuo commento mi riempie di gioia. Lì, dove ho messo ***, è proprio un errore simile a quelli che io ho "imputato al tuo racconto". Non sono stato immersivo, perché il mio punto di vista VEDE cosa c'è scritto, perché dovrei censurarlo? Semplicemente, non sapevo che scritta mettere ahahah

Grazie anche per la correzione sulla frase del colpo d'anca. Suonava male pure a me ahahah
view post Posted: 1/7/2022, 15:17 Skannatoio Giugno 2022 - Lo Skannatoio
Penso sia la cosa giusta. Dopotutto, siamo qui per confrontarci e migliorare nella scrittura. La competizione è un'aggiunta ponderata, perché sprona noi scrittori a dare il meglio del meglio. Ciò detto, da parte mia ho comunque impresso il massimo dello sforzo per raggiungere un risultato il più simile a quello agognato. Spero di essere riuscito nell'intento e che il mio racconto piaccia più di quanto sia lacunoso.

Partiamo da qui: ho trovato il racconto di Alexandra, La stanza sigillata, molto gradevole da leggere. Ha un bello sfondo storico/fantasy che comunque, nel piccolo del racconto, sa far riconoscere ampio respiro. Nello scritto sono riscontrabili tutti gli elementi tematici e quelli extra, nulla da ridire; forse, le scelte fatte per inserirli risultano banali, ma voglio dire questo: qualcosa di banale o di già visto è pur sempre meglio di qualcosa inserito casualmente (come, più per timore mio che altro, si potrebbe vedere nel mio racconto).

Quindi, sullo stile quasi niente da ridire. Sulle altre questioni, invece…
Prendendo in considerazione come punto di vista la donna: essendo cieca, come può vedere certi dettagli delle colonne, o descriverci semplicemente il posto in cui si trova? Capisco che la cecità possa averla raggiunta in età avanzata, e che quindi sappia riconoscere il posto in cui vive/lavora… ma sapere che la bambina è esile senza averla toccata mi pare del tutto inverosimile. Concordato ciò, chi come me non si aspetterebbe una narratore onnisciente come sembra esserci invece presentato, certi passaggi del racconto fanno storcere il naso.

Non ho da ridire su punteggiatura o scelta delle parole. Dico solo che una scrittura più immersiva, incentrata su di un vero punto di vista, gioverebbe molto a questo gradevole racconto. Complimenti!
view post Posted: 29/6/2022, 13:21 Skannatoio Giugno 2022 - Lo Skannatoio
Specifiche

Tema scritto con il sangue (scritta o disegno volontari)

Specifiche facoltative

Venuto al mondo (nascita vera e propria)
Qui non sono sicuro, perché il bimbo è appena nato, ma non vi è narrato l'atto della nascita...

Sennò, dov’è il bello? (il sangue deve essere umano)

Il ritorno (un elemento, luogo, personaggio o frase di inizio storia deve tornare nel finale) L'aria condizionata

Numero caratteri (spazi inclusi): 5432

LACRIMA ROSSA

di Michele Carlo Calci

Il vento di fuori getta calore nella stanza. Mi liscio la fronte col dorso della mano e faccio schizzare il sudore un po' a destra, un po' a sinistra. Che razza di caldo, si starebbe meglio nel deserto!
Il dottore più basso si avvia per chiudere le finestre. «Mi spiace, signori. Un guasto all'aria condizionata non è da tutti i giorni, in ospedale.»
Tra le braccia di mia moglie, i lamenti del pargolo si fanno assordanti. L'impressione è quella che il letto sobbalzi a ogni crisi di pianto. Trema il letto, trema l'ospedale: è mio figlio che soffre.
Dio! Me ne sto seduto ai piedi del suo capezzale e non so come essere d'aiuto.
Il dottore alto (che mi sembra un buono a nulla quasi quanto il più basso) sta esaminando il pargolo centimetro per centimetro.
Allora, cosa pensi di trovarci? Lo Spirito Santo?
Scatto in piedi. «Basta! Che cos'ha mio figlio!? Mi dia una risposta, adesso!»
Si volta e mi squadra da capo a piedi. Un esame anche per me. Che faccia da pirla! Chissà qual emerito superiore ha scelto di darti il posto. Siete tutti uguali, voi medici: quando si tratta di vite umane non vi pronunciate davvero, rigirate la sfera. E noi cosa diamine ce ne facciamo della sfera? È forse magica?!
La rabbia dev'essere evidente sul mio volto.
Carola mi fissa con occhi languidi. Si vede che anche lei non sa più come reagire, ma culla il nostro bambino con quanto amore l'è concesso. «Marco, ti prego—»
Il dottore alto la interrompe subito. «Signor Cavini, stiamo facendo il possibile per salvaguardare la salute del piccolo. Lei si rassereni, stia seduto e faccia degli ampi respiri.»
Sbuffo, quasi a liberare l'alito marcio di un sonno ancora proibito. Sono passate venti ore dall'ultima volta che ho chiuso occhio. Sono stanco, ecco giustificato il tutto.
Siedo e mi dilungo in un respiro da vero guru.
Bisognerebbe diventarlo, guru, per sopravvivere a momenti del genere.
Ma un semplice respiro non è sufficiente.
Chino il capo e ne afferro le estremità con dita tremanti. I suoni dell'ospedale mi rimbombano nelle orecchie, ma sono attutiti dalla quantità di pensieri che stravolge la mia mente.
«Aiuto, dottori, guardate!»
Lo strillo di Carola mi solleva d'un pezzo. I due dottori sono vicino alla finestra (per un consulto?) e Carola, stretta sempre più a nostro figlio, ha lo sguardo impietrito e la bocca spalancata.
Scatto a fianco del letto – l'ansia che mi percorre la gola –, ma vado a schiantarmi con l'imponente dottore che mi supera di posto. Tossisco per via dello scontro.
Ti manderei al diavolo seduta stante!
Il pargolo è rannicchiato sull'avambraccio di Carola, gli occhi socchiusi, come sempre… ma una lacrima di sangue gli cola sulla guancia… Il rosso sfiora le sue labbra, e in una nuova crisi di pianto gli stilla nella boccuccia. Come tanti fiumiciattoli, il sangue riga il suo visino.
«È sangue, è sangue!»
«Signora, non si agiti, la prego.»
Con un colpo d'anca libero lo spazio da quell'incapace. Do una lieve spolverata ai capelli biondi di Carola, cerco di tranquillizzarla, ed esamino il pargolo. Le lacrime rosse non smettono di scendere.
È un disastro, lo sapevo!
Anch'io piango, m'inginocchio per la disperazione, e il tormento di mia moglie mi accompagna. Resto aggrappato alle lenzuola.
Perché a me? Cos'ho fatto per meritarmi un dolore simile?
Una mano mi si poggia sulla spalla. È quella del dottore alto. Volto il capo e annuisco tra il muco e le lacrime. Tiro su la schiena, rimetto i piedi saldi a terra e lascio che sia lui a svolgere il proprio lavoro.
Un rapido esame, l'ennesimo. «È un po' di sangue ingurgitato, ma niente che possa metterlo in pericolo. Più che altro…»
Il dottore fa cenno al collega più basso. Questi trotterella verso il letto, come se nulla di grave stesse accadendo.
Nessun commento, voglio solo che mio figlio stia bene!
Carola asciuga con un fazzoletto il volto del piccolo. Il pianto rosso si è esaurito.
Il dottore scosta il fazzoletto macchiato di sangue e indica gli occhi chiusi. «Ferrari, apriamogli gli occhi. Lentamente, mi raccomando, con cautela.»
Ferrari annuisce. Si apprestano a sollevare le palpebre del pargolo. È silenzioso, sembra sul punto di assopirsi…
Il dottore alto allarga il braccio a bloccare l'iniziativa del collega. «Aspetta, aspetta.» Il dottore mi guarda, poi ruota su Carola. «C'è bisogno di stenderlo sul letto. La prego, signora, scenda e si metta vicino al marito.»
Obbediamo e, trepidanti per l'attesa, affidiamo l'incarico ai medici.
Il clima sembra calare di temperatura.
È la tensione che defluisce lungo il mio corpo? Non so più come reagire…
Mio figlio è lì, sdraiato a pancia in su. Ferrari lo sfiora appena, ma una convulsione del pargolo lo fa ritrarre. Si riaccovaccia e allunga indice e medio.
«Fai piano, mi raccomando…»
Le palpebre si sollevano al rallentatore.
Due pellicole che celano il segreto più atroce, più inverosimile.
Carola sta per accasciarsi a terra, ma in un lampo l'afferro per il braccio e sollevo il suo peso morto. La faccio sedere.
Entrambi i dottori muovono un passo indietro.
Gli occhi di mio figlio sono intrisi di sangue raggrumato, seccati di rosso.
Mi avvicino con lo stomaco in subbuglio.
Oddio… «E quella?»
Il dottore alto si avvicina; Ferrari è rivolto alla finestra, tremante.
«C'è scritto *** nel sangue. Che significa?!»
La porta della stanza si apre con uno scatto. Un'infermiera si affaccia. «Finalmente, dottori, è tornata l'aria condizionata.»
Alla vista dei nostri sguardi atterriti, l'infermiera alza un sopracciglio.

FINE



Edited by Mikeluzz - 1/7/2022, 16:41
6 replies since 27/3/2022