Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Posts written by willow78

view post Posted: 7/4/2018, 16:13 Scannatoio Marzo 2018 - Lo Skannatoio
Ciao! Scusate la fretta... :p095: :unsure: Assegno tutti i punti a Incantatore (che mi sa a questo giro dovrà prendersi una carriola per portarsi a casa tutti i punti!!!! :P GRANDE!)
A presto!
view post Posted: 23/3/2018, 09:10 Scannatoio Marzo 2018 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (Incantatore Incompleto @ 22/3/2018, 23:14) 
Ciao Willow,

sono proprio contento di ritrovarti da “questa parte della barricata “. La tua assenza si è sentita e anche tanto. Di quel nutrito gruppo di abitue che si skannavano allegramente un paio di anni fa, è rimasto solo un manipolo di irriducibili (reiuky, White Pretorian, Shanda e il sottoscritto). Aspettando che ritornino tra noi CMT e Kaipirissima (forza, vi aspettiamo ad aprile) la tua apparizione in questo contest ha dato allla competizione un dolce tocco di ritorno al passato. Spero che ci terrai compagnia per tanti altri mesi.

Incantatore, grazie! Come sei dolce :wub: Anche io sono contenta di essere tornata... in realtà, come dicevo nel post di prenotazione, è l'ispirazione ad avermi un po' abbandonata, ultimamente... spero che ora torni a trovarmi, perché anche io vorrei essere back for good ;)

Tornando al contest, voglio chiarire qualche tuo dubbio.
Avevo messo di fronte a Christian un avversario ben oltre le possibilità umane. Neanche la sorella sarebbe riuscito a salvarlo da uno spirito vendicativo. Avevo bisogno di un “salvatore” che avesse pari poteri e ho pensato alla mamma del ragazzo. Adesso che me lo fai notare mi accorgo che in effetti puzza un pò di Deus ex machina, ma non mi è venuto in mente altro modo per introdurre il personaggio della mamma ed eliminare la malefica Beatrice, preservando spazio per narrare il resto della storia.
La figura che si presenta a mezzanotte è proprio la mamma. Se si fosse trattato di Beatrice l’avrebbe attaccato sin dal primo incontro., visto l’odio che prova nei suoi confronti. Altro che sedersi tranquilla e gesticolare. :D

:P Giusta osservazione. Però poteva dare l'impressione (e assolutamente ho inteso male io) che la app avesse aperto una sorta di ponte, del tipo prima Beatrice gli appariva tutte le notti ma non poteva toccarlo, ma nel momento in cui Christian ha attivato un contatto mediante la app, allora lei ha potuto riversare fisicamente tutto il suo odio su di lui. Non so se mi sono spiegata... :wacko: Comunque il tuo ragionamento ci sta, eccome! ;)

Per quanto riguarda la piuma... è esattamente come l’hai descritta tu! :1391975826.gif:
Uffa! Non vi si può nascondere nulla!! :lol:

:B): :lol: :P

Volevo ringraziarti per il commento e sono contento che il racconto ti sia piaciuto. Il fatto poi, che tu abbia versato qualche lacrimuccia durante la lettura, mi lusinga oltre misura.

Felice io di averti letto. A presto!

Ci vediamo più in là per i commenti al tuo racconto.
A più tardi... :1392239679.gif: :1392239679.gif: :1392239679.gif:
view post Posted: 22/3/2018, 14:29 Scannatoio Marzo 2018 - Lo Skannatoio
Ciao ragazzi,
ecco qui i miei commenti:

Shanda - Falsa eternità

Ciao Shanda, quanto tempo! Sono felice di ritrovarti su queste sponde. Sono felice anche di ritrovare il tuo mondo, il tuo stile inconfondibile.
Questo tuo è un racconto che ho apprezzato non poco. Ha un che di onirico, caratteristica piuttosto comune nei tuoi lavori ma che qui è in qualche modo accentuata e, a mio avviso, azzeccata per la storia che racconti.
Io rimango sempre basita dalla tua fervida immaginazione; scrivi moltissimo, eppure ogni volta riesci a creare e ricreare luoghi e personaggi sempre nuovi, sempre originali (e a volte inquietanti, ma non è il caso di questo racconto in particolare). Un'altra caratteristica del tuo scrivere, che ritrovo anche qui, riguarda la particolarità per cui quando tu ci proponi un racconto è come se tutti i mondi di cui tu ci parli esistessero realmente, da qualche parte, magari in un universo parallelo (per certi versi ti vedo come la tua protagonista, Bayrmo: "un mondo che la mia mente ha creato da poco"), mondi immensi e variegati di cui tu ci mostri qualche istantanea: come se noi, nei tuoi racconti, leggessimo capitoli presi a caso da tomi dello spessore del Signore degli Anelli, come se noi conoscessimo già ogni retroscena (già solo per il fatto di usare sempre l'articolo determinativo). Questo è n metodo di scrittura che spesso confonde, perché il lettore si sente come arretrato, come uno zoppo che cerchi di star dietro a Usain Bolt. Ma è anche uno stile evocativo, enigmatico, che personalmente ti ho sempre invidiato.
Mi piace la metafora del ponte di vetro, come dimostrazione di bellezza e fragilità.
Qualche appunto che potrei farti riguarda i punti di vista: nella prima parte essi passano da un personaggio all'altro senza avvisaglie, quindi il lettore può rimanere un po' confuso; ci sono inoltre altri punti poco chiari, ad esempio quando descrivi la scena in cui il bibliotecario lancia la piuma che poi si riattacca al corpo dell'animale sacro: si può capire rileggendola ma sarebbe meglio spiegare più accuratamente gli eventi. C'è inoltre qualche ripetizione, ma niente di particolarmente grave ;-)
Insomma, per farla breve un bel lavoro, specifiche secondo me azzeccate in pieno e buona esecuzione. Brava!

Gian de Steja - Una giornata sbagliata
Ciao Gian!
Simpatico il tuo racconto. Molto corto, il che di per sé non sarebbe un problema, a me piacciono i racconti brevi, quelli che con pochissime parole lasciano comunque il segno.
Però questo caso particolare mi suona come un'occasione mancata. Mi spiego. L'idea c'è, ma secondo me gestita non nel migliore dei modi; più che un racconto sembra quasi una barzelletta (humor molto black, ok, ma sempre humor). Se già solamente, invece di dividerlo drasticamente in due parti (che sembrano tra l'altro scritte da due persone diverse, tanto è differente lo stile) avessi fatto una sorta di montaggio alternato tra i due punti di vista (vediamo Harry sull'albero, poi stacco con John che si avvicina, poi torniamo a Harry e scopriamo dell'apocalisse zombie, poi torniamo su John e magari iniziamo a temere il peggio, poi magari succede qualcosa per cui diciamo "no, dai, si salva" e infine di nuovo su John che spara... qualcosa così) il racconto avrebbe forse avuto un ritmo più incalzante; avremmo inoltre fatto in tempo ad affezionarci un pochino a Harry e la sua (sfigatissima) dipartita per mano del fratello avrebbe avuto su di noi un maggiore impatto. Questo ovviamente è un mio punto di vista...

White - Indovina cosa avviene a cena...

Ciao White!
Il racconto non è male, molto interessante soprattutto la parte finale, con questa roba macabra e un po' splatter dell'unione dei corpi dei due coniugi (un misto tra Frankenstein e Human Centipede :sick: ).
Quello che non mi ha entusiasmato è la prima parte: fin dall'inizio si capisce dove si va a parare, è chiaro che il fine ultimo dei Barone e della moglie è uccidere il Ministro. Le cose poi migliorano con la rivelazione (non del tutto inaspettata) che il Ministro già sapesse e si fosse preparato.
Il finale invece, come dicevo è interessante. Devastante, anche, e fortunatamente hai deciso che la coscienza della "cosa" verrà annientata...
Ci sono un paio di refusi qua e là ma niente di particolare. Per farla breve un racconto che si legge volentieri, anche se ho apprezzato maggiormente altri tuoi lavori.

Incantatore - Buonanotte, mamma

Ciao Incantatore!
Caspita, sono proprio contenta che alla fine ti sia stato concesso del tempo in più: il tuo è sicuramente il racconto che ho preferito in questo contest.
Si tratta di una storia triste e delicata, molto intima.
Da segnalare alcuni refusi, ma soprattutto un dettaglio: l'apparizione della mamma che salva Christian all'ultimo momento puzza un po' troppo di Deus ex Machina: fino a quel momento non l'abbiamo vista; da come scrivi sembra che la figura che lui vede a mezzanotte e che ha scambiato per la mamma sia la vendicativa Beatrice - poi dalle parole della mamma capiamo che così non è, bensì che lo smartphone del figlio funge da faro per le anime che quindi stanno arrivando a frotte, ma fino a quel momento quella è l'impressione che si ha (almeno, quella che ho avuto io); pensavo quindi che a salvarlo sarebbe stata la sorella, intervento di certo più difficile da gestire narrativamente visto che la porta di casa è chiusa a chiave; il fatto che invece arrivi la mamma sembra un po' come se volessi semplificare le cose. Ripeto, questa è l'impressione che ho avuto io, può darsi che sia sbagliata e altri commentatori magari diranno il contrario.
Inoltre la presenza della piuma mi sembra slegata dal contesto, quasi infilata a forza con l'obiettivo di centrare la coccarda ;)
Ma a parte questo, il racconto mi è davvero piaciuto. MI ha commosso e intenerito e mi ha anche spremuto un paio di lacrimucce... Bravissimo!

E infine, la classifica (sempre odiosa... uffa!)

1) Incantatore
2) Shanda
3) White
4) Gian
view post Posted: 18/3/2018, 21:55 Scannatoio Marzo 2018 - Lo Skannatoio
CITAZIONE
Se gli altri sono d'accordo, ti do altri tre giorni. Ragazzi che dite? Glieli diamo tre giorni?

Ma certo che sì! Per me nessun problema :)
view post Posted: 14/3/2018, 15:41 Scannatoio Marzo 2018 - Lo Skannatoio
Perché se superi certi limiti può capitare di sbandare

1.
Rosso.
Il soffitto sopra di lei, le luci dei faretti,
(dannati cosi, perché qualcuno non li spegne?)
tutto è rosso.
La testa brulica di pensieri confusi. Elisa alza un braccio, le dita incontrano i capelli; sono appiccicosi, come se uno sciame di api avesse eletto il suo capo ad alveare per poi ricoprirlo di miele.
(Cos'è questo casino?)
(Dove sono? Allo zoo, forse? Cos'è 'sto suono, l'ululato di un lupo?..)

Chiude gli occhi. Li riapre, sperando che il rosso se ne vada, ma è ancora lì. E brucia. Il pensiero la fa piangere. Altro bruciore, come piombo fuso. Ma almeno le lacrime lavano via tutto quel rosso.
Quella è la mia borsa? pensa, quando finalmente le riesce di mettere a fuoco una macchia color lavanda poco più in là. E vicino alla borsa... è una scarpa, quella?
Sì, ma non è mia...
Il suo nome.
Qualcuno sta sussurrando il suo nome.
Elisa volta il capo con uno scricchiolio del collo. La testa le gira e lo stomaco minaccia una dolorosa eruzione, ma lei riesce a placarlo, almeno per il momento.
«Elisa...»
Lucia.
Perché piangi, Lucy? vorrebbe chiederle. Cosa succede?
«Stanno arrivando, Elisa; ora tutto andrà bene... »
Chi sta arrivando? Chi?...
Il lupo.

No. Non un lupo. Una sirena.
Ecco chi sta arrivando. L'ambulanza.
Oh Dio, Dio... cosa mi è successo? Dove sono, cosa…?
A un tratto lo sguardo si posa di nuovo sulla scarpa sconosciuta. Al suo fianco c'è un oggetto rosa. Piccolo, così piccolo che il tacco sottile quasi lo nasconde alla vista.
E d’improvviso ricorda.
«Oh Dio! Cosa ho fatto?»
L'urlo erompe nel suo cervello, ma le corde vocali riescono a stento a emettere un suono roco.
Quell'ululato non è un lupo, e nemmeno un'ambulanza.
Stanno per portarla via, ma la sua destinazione non è l'ospedale. La disperazione la assale con violenza e dalla gola tracima finalmente un grido, mentre aspetta con orrore che il freddo delle manette le avvolga i polsi.

2.
«Che confusione!» esclama Lucia dopo che le porte automatiche si sono chiuse alle loro spalle.
«Beh, è il primo giorno di saldi, cosa pretendi?»
«Speravo che la gente fosse ancora tutta in ferie, domani è l'Epifania»
«Anch'io, ma chi visse sperando...»
«Contessa Elisa, si contenga per favore» ride Lucia. «Dai, andiamo prima che ci freghino tutte le occasioni. Cos'hai intenzione di prendere tu?»
«Un giaccone nuovo e magari un paio di gonne per la scuola; tipo questa, guarda che bella».
«Un po' cortina, no? Speri mica che Bernardi ti dia nove di matematica?».
«Scema... comunque hai ragione, è un po' troppo corta ed è pure di lana, 'sta roba segna troppo. Poi finisce che sembro un cotechino avanzato da Capodanno».
«Uh, ricominciamo con 'sta storia del cotechino?»
«Senti, non rompere, ok?»
«Ah, io rompo? Non tu, che ogni tre per due ti lamenti di quanto fai schifo?»
«Beh, è vero. Tu non hai i miei problemi»
«Ah no? E questo cos'è?» dice Lucia, dandosi delle lievi pacche sui fianchi.
«Cos'è? Un sedere fuori legge, ecco cos'è. Dovrebbero impedire alla gente di portarsi dietro dei fondoschiena così magri. Almeno per rispetto di chi non se lo può permettere».
«Neanche tu fossi obesa, dai».
«In realtà sì».
«No, senti. Abbiamo fatto insieme il test sull'indice di massa corporea, ed è venuto fuori che sei solo leggermente sovrappeso».
«Quelle sono cazzate. Puoi fare tutti i test del mondo, ma per le aziende che producono abbigliamento io sono obesa. Secondo loro con diciassette anni dovrei andare in giro vestita come nonna Abelarda. Un maglione informe, un paio di jeans e via. Anzi, magari un bel sacco dell'umido... Te l'ho detto, no? Sono andata prima di Natale a cercarmi una giacca, e non ne ho trovata una che mi si chiudesse. E ho provato la XXL!»
«Secondo me hai sbagliato qualcosa».
«Ti dico... uhmpf, lascia perdere!»
«Dai non fare così!»
«Lascia stare, ti dico. Tutte le volte è la stessa storia. Non voglio incazzarmi, deve essere una bella giornata. Dai, andiamo di là. Mi sembra di aver visto dei cappotti...»
Lucia sospira, scuotendo la testa. Si preannuncia un pomeriggio difficile.

3.
Elisa, cosa succede?» la preoccupazione nella voce di Lucia è densa come sciroppo. «Aiuto, sbrigatevi, per favore!»
Elisa avvicina le braccia al volto, per nascondere l'orrore, per fingere di non esistere. E le sue mani sono piene di sangue.
«No no no no no....»
«Eli, smettila, così mi spaventi!»
«Dov'è, Lucia? Dov'è lei? Cosa le ho...? Oh Dio...»

4.
«Andiamo, sono sicura che qualcosa troverai. Proviamo di là...»
Elisa emette un verso simile a un grugnito, prima di appendere l'ennesima gonna all'appendiabiti. Lucia si lascia scappare un risolino, che l'amica però non prende molto bene.
«Sono contenta che almeno una delle due si stia divertendo» borbotta.
«E dai, Eli... non farla tanto lunga».
«No, no, io non la faccio lunga. Sono 'sti stronzi che dovrebbero farle più larghe!» dice, e dà uno spintone alla fila di gonne grigie a quadri tra cui pochi istanti prima ha inutilmente cercato una taglia che le andasse bene. Una signora impellicciata alla sua sinistra la squadra con una smorfia di disapprovazione.
Lucia sbuffa. «Non so più come fare con te. Quante volte te l'ho già detto che devi sbattertene? Sei bella, Eli! Stai benissimo così come sei e...»
«Stai dicendo una marea di cazzate, Lucy! Lo so io, lo sai tu. Piantiamola di prenderci per il culo». Dietro gli occhi un pizzicore preannuncia un'imminente esplosione.
«Bene. Se dico solo cazzate allora arrangiati. Incazzati con gli stilisti, manda affanculo il mondo intero, non me ne frega niente. Solo evita di smettere di mangiare come hai fatto l'anno scorso, che non ho voglia di venire al tuo funerale».
Il pizzicore dietro gli occhi si fa sempre più insistente. Le palpebre si inumidiscono e goccioline,come rugiada, compaiono sulle ciglia.
«Scusa» mormora. «È che tu non capisci. Non potrai mai capire. E lo so, lo so. Lo dice anche mia mamma. Non è 'sta tragedia che ne faccio io, sono altri i problemi nel mondo. Ci sono persone che combattono malattie incurabili, altre che affrontano lutti e guerre, altre che non hanno abbastanza soldi per sfamare i propri figli. Io cos'ho? Una famiglia, una casa, la salute. Dovrei vergognarmi a fare tante storie per... questo!» dice, premendo i fianchi tra le mani. «Ma... non è solo questione di estetica. Fosse solo estetica potrei anche sbattermene, potrei pensare che in fondo Fiona è rimasta orchessa invece di tornare principessa stragnocca e magra perché sono altre le cose che contano... però, quando leggi quella doppia X sull'etichetta, e poi non riesci a tirare su la zip... ti senti inadeguata, rifiutata. Perché è come se qualcuno, in un codice segreto ma fin troppo chiaro, ti dicesse che sei sbagliata. E soprattutto che è tutta colpa tua. Ti giuro, Lucy, è uno schifo».
Elisa si volta, per non dover guardare l'amica negli occhi. Poco più in là, da uno dei camerini di prova esce una ragazza.
«Cosa dici, mi ingrossa?» chiede alla giovane che l'accompagna mentre si rimira con poca convinzione nell'ampio specchio sulla parete accanto. Elisa fissa le gambe chilometriche, la vita sottile, la leggera scollatura che mette in risalto due seni non più grandi di due mele
(coppe di champagne)
e, soprattutto, fissa lo sguardo sul capo che sta provando. La stessa gonna a portafoglio grigio perla che lei ha provato poco prima. La stessa in cui lei non entrava, nemmeno prendendo la taglia più grande dell'assortimento.
Lo sguardo si sposta leggermente a destra. Nel riflesso dello specchio ci sono due ragazze, ora. Una bellissima e slanciata. L'altra più bassa e rotondetta. Il volto di quest'ultima pare quello di una fattucchiera, gli occhi spalancati, le labbra storte in una smorfia. Elisa guarda una ragazza, poi l'altra, poi una, poi l'altra... e infine accade qualcosa.
Un oggetto, piccolo e rosa, si interpone fluttuando sullo schermo tra le due ragazze.
Una piuma.
Venuta da chissà dove, forse spinta fin lì da uno sbuffo di corrente; forse uscita da un piumino imbottito, forse da uno di quegli assurdi boa, tipo quelli che tanto vanno a Carnevale. O forse evocata da quella silfide in gonna grigia, simbolo di leggerezza, metafora della sua leggiadria, spregio silenzioso della goffaggine di una diciassettenne di sessantacinque chili.
A quel punto qualcuno, a tradimento, le infila ovatta nelle orecchie. Qualcun altro, invece, gioca con la luce del negozio: all'improvviso tutto è più chiaro, più nitido. Gli oggetti prendono una strana luminescenza, il contrasto è più elevato, i contorni rilucono di un'aura iridata, dal rosso al viola intenso. Tutti intorno a lei iniziano a muoversi al rallentatore.
Infine, qualcosa nella sua testa emette un inquietante clic.
Quel qualcosa, Elisa non lo sa nominare, non lo sa descrivere. Sente però che, qualunque cosa fosse, si è appena rotto. E che rompendosi ha minato l'equilibrio instabile del suo autocontrollo.
Le sue mani si chiudono a pugno. Mentre la voce di Lucia, lontana anni luce, le rivolge parole incomprensibili, Elisa si lancia come una furia contro la giovane davanti a lei.

5.
«Eli, calmati, per favore» Lucia tiene le mani dell'amica tra le sue, cercando senza successo di calmare i suoi spasmi.
L'ululato delle sirene si spegne e in pochi istanti compaiono due uomini e una donna. Tutti e tre indossano divise color arancione, con bande catarifrangenti su petto, busto e ginocchia. Uno degli uomini si china e si rivolge a Elisa.
«Come ti chiami?» le chiede. Ma lei non può rispondere, non ci riesce. Perché è lei che deve fare le domande, qui. Non molte, in realtà. Solo una. Ma nessuno sembra volerle rispondere.
«Dov'è? Dov'è lei?»
La confusione aumenta. Le parlano, la toccano. Una sensazione di improvviso vuoto d'aria la avvolge e il soffitto sopra di lei
(faretti, maledetti, accecanti faretti)
prende a muoversi. Forse l'hanno caricata su una barella? Non era la polizia, allora; era davvero un'ambulanza. Un raggio di speranza si fa strada nel suo petto, subito spento dal ricordo
(la piuma)
della ragazza con la gonna grigia.
Odio. Puro, semplice odio.
Si è impadronito di lei e le ha fatto fare qualcosa di orribile.
La polizia arriverà, di certo. E per fortuna. Non potrebbe essere altrimenti dopo quello che ha fatto, dopo il livore che ha mosso i suoi piedi, sollevato le sue mani, avvelenato la sua mente. Che l'ha fatta correre verso la ragazza con un solo intento.
Distruggere.
Mentre il soffitto del negozio lascia il posto a quello dell'autoambulanza, quel qualcosa che aveva fatto clic poco prima si rimette in sesto. I colori tornano quelli di sempre. I suoni rientrano nei loro canoni abituali. La sua mente ritrova l'equilibrio perduto.
E allora anche i ricordi si schiariscono.
E… no, non era odio, quello che l'ha spinta. O meglio, non solo. C'era anche stanchezza, e disgusto, e rassegnazione.
Come se quella neonata consapevolezza avesse attivato degli interruttori nascosti, all'improvviso un dolore lancinante si fa strada nel suo addome. Elisa solleva la testa quel tanto che basta a guardarsi il ventre. La maglia è strappata, intrisa di sangue e punteggiata qua e là da scaglie di vetro.
Piange di nuovo, ma questa volta sono lacrime di sollievo. Ha fatto, sì, qualcosa di orribile. Ma per quanto assurdo, sconsiderato e, sì, anche un po' patetico, è mille volte meglio di quello che temeva. Perché con questo, alla fine, sa di poter convivere.

6.
Silvia si passa le mani tra i capelli. Quello che è successo è così assurdo...
«Tutto bene, signorina?» la responsabile di negozio è tornata alla carica, sarà la quarta volta.
«Sì, tranquilla. Gliel'ho già detto, ho solo preso una botta contro quel tavolino».
«Sarò lieta di aiutarla, nel caso le servisse qualcosa. Oh, e la gonna che indossa, la stava provando quando...? Insomma, se le piace, offre la casa. Deve solo passare alla cassa per lo scontrino di cortesia».
«Sì, sì, grazie. Molto gentile...»
Mi sa che ha paura che le faccia causa, o che so io...
«Oh, finalmente sono arrivati quelli del 118» dice Sonia al suo fianco. «Vuoi farti dare un'occhiata anche tu?»
«Ma non scherzare, per un livido. Più che altro lei...
(Elisa… come la mia sorellina)
guarda in che stato...»
«Chi, quella squilibrata? Ma lascia pure che se la portino via! Ma ti rendi conto? Quella è matta da legare, spero la chiudano da qualche parte con una bella camicia di forza vecchio stile. Oh, sai che quando è partita di corsa pensavo che ce l’avesse con te?»
Per un attimo anche io...
Silvia ripensa a quel suono improvviso alle sue spalle. Un rumore gutturale, non un grido ma altrettanto spaventoso. Dal riflesso sullo specchio l’ha vista avvicinarsi lesta.
Così bella. L'aveva notata poco prima, invidiandole quei bei capelli dorati, così lucidi al confronto della stoppia che lei si ritrova in testa.
E come ha detto a Sonia, per un istante ha pensato che ce l'avesse con lei. Ma poi ha notato la direzione dei suoi occhi. Erano rivolti a un'altra ragazza: quella che la bella sconosciuta bionda vedeva riflessa nello specchio.
E poi, tutto è successo così in fretta.
Lei che le sfreccia accanto, spingendola via. Lo specchio che si rompe sotto il peso della sua furia, e la mano che afferra un coccio e lo usa per ferirsi. Il ventre, le braccia... solo l'intervento della sua amica ha evitato che si sfregiasse anche il volto.
«Bah… so solo che mi ha spaventata a morte» prosegue Sonia. «Con quella faccia, sembrava un'indemoniata. Oh, guarda là. Ma ti eri accorta di aver perso una scarpa?»
«Cosa?... Ah, no. Si vede che mi è saltata via quando mi ha spinto. Devo essere andata per bene nel panico per non accorgermene, eh?» Silvia si alza con un sorriso forzato a raccogliere la scarpa, felice di allontanarsi dal fiele indifferente che esce dalla bocca dell’amica. Quando la prende in mano, una piccola piuma rosa si solleva per un istante per poi adagiarsi di nuovo, lieve, a terra. Silvia la guarda per un momento, poi si volta verso lo specchio rotto.
La ragazza, Elisa, sta gridando, mentre viene issata sula barella; continua a ripetere la stessa domanda: «Dov'è? Dov'è lei?»
Anche Silvia ha delle domande. Quanto sono gravi quelle ferite? Cosa le succederà, ora?
Ma soprattutto una, quella più importante, ma anche quella più spaventosa, poiché la risposta potrebbe nascondere
(potrebbe succedere anche a me)
un'inquietante verità.
Perché?
view post Posted: 9/3/2018, 09:19 Scannatoio Marzo 2018 - Lo Skannatoio
Ciao ragazzi! Molto, troppo tempo che non ci sentiamo... la mia musa ahimè ha deciso di andare in vacanza e ancora non si è fatta risentire. Ho provato a mandarle qualche Whatsapp ma non esce nemmeno la spunta blu... uffa...
Ma queste specifiche mi piacciono molto, quindi provo (sperando di non dover ritrattare) a prenotarmi. Ho una vecchia, vecchissima idea mai del tutto realizzata che potrebbe essere perfetta per questo skan... provo a riesumarla e a vedere cosa salta fuori!
view post Posted: 22/9/2017, 14:14 Skannatoio Settembre 2017 - Lo Skannatoio
Ciao amici! Scusate i giorni di assenza ma è stata una settimana super caotica!
Allora, andiamo con ordine...


@Shanda

CITAZIONE (shanda06 @ 18/9/2017, 16:43) 
Non so quale delle due sia il tuo avatar, ma ti immagino come Amelia.

E hai indovinato! ;) Grazie per il bellissimo commento, nonché per gli appunti. Hai ragione, ogni tanto mi è scappata qualche ripetizione di cui non mi ero accorta :)


@Gargaros

CITAZIONE (Gargaros @ 18/9/2017, 12:17) 
Considerato quello che fa il Bardo, capisco la tua inquietudine :p101:

:p099: :p099: :p099: :lol:

Accidenti Gargaros, il tuo commento al mio racconto mi ha fatto volare a due centimetri da terra per un giorno intero! Grazie, troppo buono... :wub: E grazie anche delle correzioni, sono d'accordo su tutto quello che hai detto.

CITAZIONE (Gargaros @ 18/9/2017, 23:08) 
la trama sta in piedi e ti sei pure inventata un leggenda sfiziosa come motore soprannaturale... Te la sei inventata, vero?

Ebbene sì, me la sono inventata di sana pianta. Sono sempre stata appassionata di leggende metropolitane e folklore, e ho sempre avuto il pallino di scriverci su qualcosa. E questo skan me ne ha data l'opportunità ;)

CITAZIONE
L'unica perplessità che ho è sulla precisione con cui hai seguito la traccia. Non conoscendoti, non so dire chi delle due donne ti somigli di più. Presumo però sia Amelia la tua alter ego, con la sua fissa per il soprannaturale... Comunque, voglio precisare che senza le note anche delle due altre signora e dell'altro signore in gioco avrei faticato a riconoscere le controparti narrative (e presumo sia la stessa cosa per voi nei miei riguardi)... Quindi, niente. Amen. Sei Amelia, giusto? :p103:

Sì, sono proprio Amelia. Diciamo che, vista la specifica così particolare, ho voluto in questo skan concentrarmi più sul personaggio che sulla storia. Questa Amelia mi somiglia davvero tantissimo. Patita per il soprannaturale ma al contempo molto scettica; ha sempre il timore di essere fuori luogo, di comportarsi in un modo non perfettamente consono alla situazione (tipo scoppiare a ridere in un cimitero... lì la vera Amelia sarebbe voluta diventare trasparente...); è molto ansiosa, pur avendo l'evidenza davanti e sforzando di essere sempre ottimista, non riesce a tralasciare quello 0,000001 percento di probabilità che qualcosa possa andare storto (facessero i campionati mondiali di ansia, the real Amelia vincerebbe il primo, secondo e terzo premio in contemporanea); e... ehm... ebbene sì, ha sempre avuto enormi difficoltà con i calcoli a mente: li fa, certo, ma con i suoi tempi (presente quanto ci mette un ghiacciaio a sciogliersi? ecco, insomma, quei tempi lì!).

òCiao amici! Scusate i giorni di assenza ma è stata una settimana super caotica!
Allora, andiamo per ordine...


@Shanda
CITAZIONE (shanda06 @ 18/9/2017, 16:43) 
Non so quale delle due sia il tuo avatar, ma ti immagino come Amelia.

E hai indovinato! ;) Grazie per il bellissimo commento, nonché per gli appunti. Hai ragione, ogni tanto mi è scappata qualche ripetizione di cui non mi ero accorta :)


@Gargaros

CITAZIONE (Gargaros @ 18/9/2017, 12:17) 
Considerato quello che fa il Bardo, capisco la tua inquietudine :p101:

:p099: :p099: :p099: :lol:

Accidenti Gargaros, il tuo commento al mio racconto mi ha fatto volare a due centimetri da terra per un giorno intero! Grazie, troppo buono... :wub: E grazie anche delle correzioni, sono d'accordo su tutto quello che hai detto.

CITAZIONE (Gargaros @ 18/9/2017, 23:08) 
la trama sta in piedi e ti sei pure inventata un leggenda sfiziosa come motore soprannaturale... Te la sei inventata, vero?

Ebbene sì, me la sono inventata di sana pianta. Sono sempre stata appassionata di leggende metropolitane e folklore, e ho sempre avuto il pallino di scriverci su qualcosa. E questo skan me ne ha dato l'opportunità ;)

CITAZIONE
L'unica perplessità che ho è sulla precisione con cui hai seguito la traccia. Non conoscendoti, non so dire chi delle due donne ti somigli di più. Presumo però sia Amelia la tua alter ego, con la sua fissa per il soprannaturale... Comunque, voglio precisare che senza le note anche delle due altre signora e dell'altro signore in gioco avrei faticato a riconoscere le controparti narrative (e presumo sia la stessa cosa per voi nei miei riguardi)... Quindi, niente. Amen. Sei Amelia, giusto? :p103:

Sì, sono proprio Amelia. Diciamo che, vista la specifica così particolare, ho voluto in questo skan concentrarmi più sul personaggio che sulla storia. Questa Amelia mi somiglia davvero tantissimo. Patita per il soprannaturale ma al contempo molto scettica; ha sempre il timore di essere fuori luogo, di comportarsi in un modo non perfettamente consono alla situazione (tipo scoppiare a ridere in un cimitero... lì la vera Amelia avrebbe voluto diventare trasparente...); è molto ansiosa, pur avendo l'evidenza davanti e sforzandosi di essere sempre ottimista, non riesce a tralasciare quello 0,000001 percento di probabilità che qualcosa possa andare storto (facessero i campionati mondiali di ansia, the real Amelia vincerebbe il primo, secondo e terzo premio in contemporanea); e... ehm... ebbene sì, ha sempre avuto enormi difficoltà con i calcoli a mente: li fa, certo, ma con i suoi tempi (presente quanto ci mette un ghiacciaio a sciogliersi? ecco, insomma, quei tempi lì!).

@Reiuky
Anche tu, troppo buono grazie!

CITAZIONE (reiuky @ 20/9/2017, 07:16) 
Secondo me qualche (poche) descrizioni in più non avrebbero guastato. Non perché si fa fatica a seguirti, ma veramente ci sono moltissimi dialoghi e qualcosa si poteva aggiungere.

Non hai torto. Io ho questa fissa per il dialogo e spesso tralascio le descrizioni. Devo tenerne conto per la prossima volta. Grazie! :)

@Kaipi
Grazie mille, sono felice che la lettura sia stata piacevole!

CITAZIONE (kaipirissima @ 20/9/2017, 17:05) 
La lapide speculare è talmente "vera" che ho pensato esistesse già di suo, tipo la lampada di Aladino.

Questo mi fa davvero piacere! Temevo balzasse all'occhio subito il fatto che me la sono inventata di sana pianta...
CITAZIONE
Se devo dirla tutta le facevo un po' più giovani.

Considerato che quando le facevo parlare avevo in mente me stessa e la mia amica ... grazie!!!!! :P :P :P

CITAZIONE (kaipirissima @ 20/9/2017, 17:26) 
@Willow
CITAZIONE
La seconda, che quel "hai fatto bene" finale stona un po'. Il racconto, fino a quelle ultime tre parole, è pura poesia. Quella chiusa così secca, invece, non so, mi sembra quasi una macchia di caffè su una tovaglia candida.

Ci ho pensato, ma non mi viene niente.
Se qualcuno ha idee...

Non so, se ti può far piacere avere suggerimenti, io pensavo tipo qualcosa del genere:

Rimase in silenzio e mi guardò smarrito. Il chierichetto che era stato, forse, dubitava. Allora gli sorrisi, e quando lo abbracciai forte il suo "grazie" a fior di labbra mi confermò che finalmente aveva trovato quella pace che, finora, era rimasta in attesa sul Mare d'Irlanda.

Insomma, è una bozza, una delle tante ipotesi, sicuramente qualcuno ti potrà dare esempi migliori... però mi sembra che così (o con una formula simile) la frase si chiuda in maniera meno secca. Che ne dici? (se ti fa schifo tranquilla, non mi offendo! Anzi, commenta pure con sincerità!)

Eccomi al punteggio per i commenti. Tendenzialmente mi piace poco dare i punti tutti alla stessa persona, ma obiettivamente mi sembra sia quello che, sia per il mio racconto, sia per tutti gli altri, ha fatto i commenti più precisi. Quindi, 3 punti a Gargaros.
Grazie comunque a tutti, i commenti sono sempre e comunque preziosi!

A presto!

PS per il prossimo Skan, per me non c'è differenza (sempre che riesca a partecipare, ho preso servizio ieri per quest'anno scolastico e sono lievissimamente oberata di lavoro!)
view post Posted: 18/9/2017, 09:51 Skannatoio Settembre 2017 - Lo Skannatoio
Ecco i miei commenti al volo, ché non so nei prossimi giorni se e quando avrei il tempo di postarli!

Shanda - Desiderio esaudito

Shanda, che piacere, è tanto che non ci incrociamo!
La prima cosa che ti devo dire è che, come sempre, sono di nuovo rimasta affascinata dalla tua fantasia vulcanica. Crei ogni volta mondi nuovi, personaggi originali, storie speciali. Ti invidio!
Quindi, complimenti per la storia, come sempre interessante. Mi è piaciuta inoltre la descrizione del luogo di sepoltura Chawtin, evoca sacralità e rispetto.
Attenzione alla narrazione. Nel primo paragrafo parli al passato, nel secondo al presente. Non so se sia stata una scelta stilistica ponderata, ma secondo me, comunque, stona, visto che la narrazione prosegue sullo stesso piano temporale. Anche perché in alcune parti torni temporanetamente al passato ("Lui le obbedisce e la Chatwin infila la mano nella manica traendone una piccola immagine di legno. Un volto di fanciulla ridente dagli occhi azzurri e dai capelli biondo cenere sciolti sulle spalle lo commosse. Era una delle tipiche bellezze fragili della sua razza, con tanto di fossette sulle guance e dentatura irregolare ma attraente." ... "La reazione del capo è insolita: - Vai pure a casa e riposati. Sei stato fortunato a uscirne vivo. Stavolta ho fatto male a volerne sapere troppo. Il capo prese in mano la maschera e disse ai consiglieri").
La specifica non mi sembra del tutto rispettata: dici che il tuo avatar è la ragazza morta dipinta sul pezzo di legno, ma di lei descrivi solo l'aspetto fisico. Magari ho inteso male io, e nel caso mi scuso in anticipo, ma mi era sembrato di capire che l'autore dovesse essere ben presente e riconoscibile nella storia, in modo concreto, non solo "esteticamente". Comunque, visto che non sono sicura di aver inteso correttamente la specifica, facciamo finta di niente ;)
La seconda parte mi è sembrata un po' confusa, al contrario della prima che invece mi pare ben costruita e con descrizioni ben fatte.
Nel complesso una bella storia, con uno stile unico che mi ha fatto piacere ritrovare.


Gargaros - Nei regni delle storie

Ciao Gargaros!
Forte il nome Teopoldo... non l'avevo mai sentito! ;) Comunque... racconto interessante, scritto veramente bene.
Per quanto riguarda la specifica, purtroppo non ti conosco più di tanto, quindi non posso dire se tu sia riconoscibile o meno nei personaggi (ehm... mi inquieta un po' il fatto che entrambi siano te... ;) Devo dire che però, in Teopoldo, un pochino mi ci rivedo pure io... spero solo di non fare la stessa fine!). Quello che però posso dire è che sono tutti e due molto ben caratterizzati, quindi sto sulla fiducia e dichiaro la specifica totalmente rispettata ;)
Ottimo lo stile, ricercato e perfettamente adatto alla storia; hai una dialettica precisa, sai dosare le parole per creare frasi evocative, grazie alle quali è facile immergersi nel racconto; tra l'altro ti ringrazio perché ho scoperto leggendoti l'utilizzo della parola "essudare" riferita alla luce che esce dalle finestre.
Insomma, per farla breve, un'ottima prova che ho letto davvero con piacere!

Kaipirissima - A egregie cose

Ciao Kaipi! Che dire?... bellissimo. Davvero. Per dire, mi è rimasto in mente dopo la lettura, e questo è un ottimo segno, sintomo che hai fatto bene il tuo lavoro.
Il racconto è dolce, intimo, commovente. Breve, ma toccante. Ok, ho esaurito gli aggettivi. Tutto questo per dire che mi è piaciuto davvero molto.
Volendo fare le pulci (siamo qui apposta, dopo tutto) potrei dirti due cose.
La prima, che non ti si vede. Voglio dire, ci spoileri che tu sei Giulia, la quale ha subìto un incidente simile al tuo da cui (Dio ti ringrazio) tu sei uscita indenne, lei no. Però non la vediamo, se non di sfuggita in quel garage; non ci sveli nulla del suo carattere, ci fai conoscere Chiara e Massimo molto più di lei, il che secondo me stride con la specifica, che richiedeva un avatar ben riconoscibile. Ma come ho già scritto a Shanda, magari non ho capito una cippa io!
La seconda, che quel "hai fatto bene" finale stona un po'. Il racconto, fino a quelle ultime tre parole, è pura poesia. Quella chiusa così secca, invece, non so, mi sembra quasi una macchia di caffè su una tovaglia candida ;)
Però, c'è un però. Il racconto è talmente bello che, sinceramente, possiamo anche fregarcene allegramente di queste quisquilie! ;)
Brava!

Reiuky - Cimitero digitale

Dex e Spike! Che bello, non li incontravo da secoli, è un piacere rivederli ;)
Prima nota: carina la scelta del funerale fissato il giorno della scadenza dello Skan ;)
Ti segnalo (anche se, visto quello che hai detto nello spoiler, se non avessi dovuto combattere con il blocco dello scrittore te ne saresti accorto di certo da solo) la presenza in certi paragrafi di un numero consistente di avverbi in "mente" (tipo in "Se il funerale non viene regolarmente fatto il soggetto è legalmente rotto, e la ditta precedentemente proprietaria"...ecc). C'è anche qualche refuso qua e là, ma niente che una rilettura non possa correggere.
La specifica è sicuramente stata rispettata. Ti conosco solo in "versione digitale", ma posso riconoscere alcuni (giusti e totalmente condivisi) atteggiamenti di Dex nei post che a volte ti vedo pubblicare su Facebook. Quindi sei tu davvero (e la cosa mi piace).
Il racconto è godibile (molto più di quello che credi tu, suppongo), anche se l'ho trovato, più che altro dalla metà in poi, un po' confuso. Anche il finale forse poteva essere gestito in maniera più ordinata, ma nel complesso devo dire che mi è piaciuto leggere il tuo racconto (alla faccia del blocco dello scrittore, beccati questa foglio bianco! ;) ).

Eccoci alla parte peggiore... uffa odio le classifiche! Non posso fare un paio di parimerito, vero?... :( No, lo so... accidenti! Comunque, eccola qui:

1 Kaipirissima
2 Gargaros
3 Reiuky
4 Shanda

Davvero, è stato bello tornare in questi lidi! ;) :wub: A presto!
view post Posted: 18/9/2017, 07:06 Skannatoio Settembre 2017 - Lo Skannatoio
Credimi, ci sono passata più volte di quante vorrei ricordare... a un certo punto passerà, di botto, così com'è venuto. Devi solo continuare a provare :) <3
view post Posted: 4/9/2017, 10:25 Skannatoio Settembre 2017 - Lo Skannatoio
Vigilia di Ferragosto

«Dunque, ci sono cinque persone che avanzano lungo una strada...»
«Susi, abbassa la voce...»
«Ok... comunque... ci sono cinque persone che avanzano lungo una strada. Quattro uomini e una donna. A un certo punto inizia a piovere. Gli uomini si mettono a correre, mentre la donna non fa nulla per accelerare la propria andatura. Ciò nonostante, arrivano tutti insieme a destinazione; gli uomini sono zuppi mentre la donna è completamente asciutta. La domanda è: di che colore sono i pantaloni degli uomini?»
«Neri» sibilò Amelia. «E abbassa 'sta voce, santo Cielo».
«Lo conoscevi già...» sbuffò Susanna.
«Sì. E tra l'altro mi sembra di cattivo gusto, visto dove ci troviamo» replicò Amelia, cercando di rallentare ulteriormente il passo per rimanere in fondo al corteo.
«Da quando sei così bigotta, dimmi un po'?»
«Non è questione di essere bigotti, Susi, dai. Siamo a un funerale... quel tizio più avanti col cappello ci ha già lanciato un'occhiataccia».
«Lo so... ma il morto non lo conoscevamo nemmeno, siamo venute solo perché era il nonno di Gino...»
«Che si dà il caso conosciamo da almeno vent'anni».
«Hai ragione... ma sono troppo felice. Lo so che non sta bene essere felici a un funerale, ma con il divorzio finalmente alle spalle mi sento un'altra persona. Gli ultimi dieci giorni sono stati i più sereni da... bah, non so nemmeno dire da quando».
«Posso immaginare» disse piano Amelia, sorridendo.
«No, non credo. Tu e Luca state così bene. Non hai idea di cosa voglia dire vivere con uno stronzo come Michele...»
Le due amiche proseguirono in silenzio, accompagnate dai mormorii occasionali degli altri partecipanti e dal rombo lieve e sonnacchioso del carro funebre poco più avanti.
«Siamo al cimitero» disse Susanna dopo un po'. La vettura si era fermata davanti all'entrata del camposanto e gli addetti alle pompe funebri stavano scaricando la bara. Il corteo riprese all'interno, silente.

«Che fai, piangi?» disse Susanna, con sguardo preoccupato.
«No... è che quando chiudono il loculo mi viene sempre un gran magone, anche se non conosco il defunto...» disse Amelia. La cerimonia era finita; dopo i saluti e le condoglianze, amici e parenti stavano pian piano tornando alle loro occupazioni quotidiane. «Tra l'altro, ti spiace se passo a trovare il mio, di nonno? È sepolto un paio di campi più in là».
«Ma certo, Amy. Fammi strada».
«Per di qua. Almeno credo».
«Come almeno credo
«No, è che 'sto cimitero è un casotto... tutte le volte devo fare mente locale per capire dove sono... ah, ecco la statua dell'angelo nero».
«Angelo nero? Inquietante...»
«Sì, beh, non è proprio nero... però vedi qui?» disse, indicando un'ala del cherubino scolpito accanto a una lapide. «Qualcuno l'ha sporcata, non so cosa sia, sembra petrolio, boh... in ogni caso è diventato il mio punto di riferimento. Quando lo vedo so che devo girare a destra».
«Se lo dici tu. Basta che non mi fai perdere qui dentro. Non mi andrebbe di passarci la notte...»
«Tranquilla. Non sarò Ambrogio Fogar, ma finché si tratta di trovare la via di uscita io... oh cacchio!»
«Cosa?»
«Guarda questa... è... impressionante».
Susanna seguì lo sguardo dell'amica e per un attimo si sentì mancare. C'era una lapide di marmo bianco di fronte a loro. Sembrava piuttosto nuova e ben tenuta, anche se non c'era alcun fiore a ornarla. Ciò che però aveva catturato l'attenzione delle due amiche era la fotografia, un ovale in bianco e nero incorniciato da una sottile lamina argentata.
«Susi... è identica a te!» sussurrò Amelia.
Era vero. Lo stesso taglio degli occhi, la stessa bocca. Persino la pettinatura, una coda di cavallo che lasciava scivolare ciuffi di riccioli biondi ai lati delle orecchie. Susanna provò un senso di vertigine. Era come guardarsi allo specchio.
«Non c'è il nome, però. Oh, caspita! Guarda le date» disse l'amica.

14 8 17 - 29 9 75

«È morta il giorno in cui sei nata tu».
«Porca... di certo è solo una coincidenza, ma ti giuro che ho la pelle d'oca».
«Ci credo. Guarda, stando alle date la signora dovrebbe avere... aspetta...» Amelia alzò le mani e iniziò a contare, piegando un dito alla volta e mormorando.
«Cinquantotto» disse Susanna. «Complimenti, Einstein, vedo che hai fatto enormi progressi dalle elementari» scherzò, più per smorzare il disagio.
«Certo, certo. E dimmi un po', sapientona: coscienza o conoscenza, dov'è che va la i?»
«Ancora con 'sta storia?»
«Quando tu la smetterai di prendermi per i fondelli per la mia lievissima lentezza con i calcoli a mente, io la pianterò di fare la grammar nazi».
Scoppiarono a ridere entrambe, per fermarsi però un istante dopo in preda all'imbarazzo. Soprattutto Amelia si guardò intorno per controllare che nessuno le avesse viste scadere a quel modo nel cattivo gusto.
«Comunque... prima che mi dessi il tempo di finire i miei conti, stavo valutando che la signora si portava bene i suoi anni. Insomma, era vicina ai sessanta e assomiglia a te che ne hai quarantuno».
«Magari è una foto vecchia» suggerì Susanna.
«Quello è vero. Mi è già capitato di vedere sulle tombe ritratti di quando il defunto era più giovane. Forse perché i parenti vogliono ricordarlo come'era all'apice della sua vita, chissà».
«Sia come vuoi, io andrei a cercare tuo nonno. Mi dà i brividi stare qui davanti».
«Sì, anche a me. Oh, hai notato?» aggiunse Amelia prima di riprendere il cammino. «Anche lei ha un neo sul mento. Solo dall'altra parte».

«Sicura che non vuoi un passaggio?». Amelia era in piedi davanti alla sua Micra, a far roteare sull'indice l'anello delle chiavi.
«No, davvero. Devo ancora passare al super a prendere due cose. Vado a piedi, grazie».
«Come vuoi. A domani».
Quando l'amica si fu allontanata, Susanna si voltò. Il cancello del cimitero era aperto, quasi a richiamarla. Un brivido la scosse così forte da farle battere i denti.
Mi è passata un'oca sulla tomba, pensò, ricordando un modo di dire di sua nonna.
I piedi presero a muoversi da soli.
Cosa sto facendo? si chiese. Ma in realtà lo sapeva benissimo.
Fece un segno di croce frettoloso e si incamminò lungo il viale principale. Incrociò poche persone. Il crepitio della ghiaia sotto i suoi piedi era un rombo grave, quasi un ammonimento ad alzare i tacchi, e in fretta.
Arrivò alla statua dell'angelo nero e voltò a destra. Camminò per un centinaio di metri, ed ecco la tomba del nonno di Amelia.
Ma...l'ho già oltrepassata?
Tornò sui suoi passi, osservando ogni lapide. Ma della tomba misteriosa non c'era traccia.
Che si fosse sognata tutto? Impossibile, c'era Amelia con lei.
In ogni caso, non trovare quell'inquietante sepolcro le risollevò il morale. Trovò la via di uscita dal camposanto quasi trotterellando e andò a comprare qualcosa per cena.


«Ciao, Susi». Amelia aveva il volto un po' pallido, su cui spiccava il rossore delle guance. Sembrava avesse corso per qualche chilometro, o che fosse in grande agitazione.
«Ciao, Amy. Entra» Amelia non se lo fece ripetere e si accomodò subito sul divano. «Va tutto bene? Dal tuo messaggio su Whatsapp mi sembravi un po' scossa. Non hai messo neanche una faccina...»
Amelia sorrise, ma le labbra si tesero di nuovo nel giro di un attimo.
«Io... non so. Mi sento così stupida. Tutto questo va contro ogni mia convinzione, però...»
«Tutto questo cosa?» chiese Susanna, sedendosi a sua volta e allungandosi a prendere dal tavolino la bottiglia di Prosecco che aveva tolto dal frigorifero poco prima.
Amelia attese prima di rispondere. Sembrava in imbarazzo, come se non sapesse da che parte cominciare. Quando ebbe bevuto un primo sorso di vino, parve sciogliersi un po'.
«Sai che mi interessano molto le leggende, i miti, e il soprannaturale...»
Non era una domanda, sembrava quasi che la donna stesse parlando da sola. Ma Susanna le rispose di sì.
«E sai anche che, per quanto tutte quelle storie mi affascinino, per quanto adori leggere libri e guardare film che parlano di fantasmi, zombie, maledizioni e cose varie, sono assolutamente scettica su almeno il novanta per cento di tutto il... calderone?»
Questa invece era a tutti gli effetti una domanda. Amelia sembrava supplicarla di avere una risposta affermativa.
«S-sì, Amy, lo so».
Amelia aprì la borsa e ne tirò fuori un libro. Glielo mostrò, e Susanna la guardò con un sopracciglio alzato. Il titolo era: Non ci crederai... ma è tutto vero.
«Qui ci sono... beh, un mucchio di stronzate, inutile nasconderlo. Il finto allunaggio, il Chupacabra, il rito di Bloody Mary, persino le scie chimiche e l'autostoppista fantasma, che è vecchia come il mondo. Roba da far impallidire persino i terrapiattisti... Comunque... da quando abbiamo lasciato il cimitero, ieri, ho avuto questo tarlo, questa sensazione di déjà-vu. Stanotte mi sono svegliata per andare in bagno, e mi sono ricordata. Era qui, che l'avevo già visto...» Amelia aprì il volume fino a una pagina indicata da un segnalibro e lo avvicinò all'amica, perché potesse leggere il titolo del capitolo. La Lapide Speculare.
«Che roba è?» chiese Susanna.
«Leggi...» rispose lei semplicemente.
Susanna lesse. E le parve che il vino iniziasse a fare un po' troppo effetto.

"La Lapide Speculare" è una leggenda (o verità storica? noi propendiamo per quest'ultima) antica ma poco conosciuta. Non è chiaro quali siano le condizioni o i comportamenti alla sua base. Abbiamo visto nel capitolo 12 che, per evocare lo spirito di Bloody Mary, occorre pronunciare tre volte il suo nome allo specchio, al buio e con una candela accesa. La Lapide, invece, compare seguendo uno schema criptico, misterioso. Come sceglie a chi mostrarsi? Nessuno lo sa. L'unica cosa certa è che si manifesta (una e una sola volta) soltanto a vittime di omicidio.
La Lapide (che nei pochi casi documentati è quasi sempre apparsa in un cimitero, tranne due occasioni in cui si è palesata rispettivamente in una stalla e sopra una collina) mostra il ritratto della persona interessata (nei casi più antichi si parlava di dipinti fissati alla pietra, in quelli più moderni, ovviamente, di fotografie), nonché la sua data di nascita e quella dell'omicidio. Solo che esse sono invertite. Invertito è anche il ritratto. Per questo è chiamata Lapide Speculare. L'interessato guarda la lapide, ed è come se guardasse in uno specchio.


Seguivano alcune descrizioni di presunti casi di apparizione della lapide, ma a Susanna bastava così.
«Non vorrai dirmi che proprio tu credi a queste sciocchezze?» disse Susanna, la voce più acuta di quanto avesse voluto.
«No. Non ci ho mai creduto. Ma, mi chiedevo... d'accordo, queste sono tutte cazzate. Però, per, che ne so, la legge dei grandi numeri, o legge delle probabilità, chiamala come vuoi... su tante fregnacce non potrebbe essere che ci sia una cosa vera? Guarda le date. Se il 29 9 75 non è la data di morte ma quella di nascita... tu sei nata il 29 settembre del 1975!»
«Te l'ho sempre detto. Sei troppo ansiosa». E anche io lo sono, in questo momento, accidenti a te! «E poi, ragiona un attimo. Seguendo il tuo ragionamento, il 14 8 17 sarebbe la data in cui io vengo... uccisa, giusto? Vale a dire il 14 agosto 2017. Oggi è il 20. Sono passati sei giorni e io sono ancora qua. Ricordi, il 15 abbiamo fatto la grigliata insieme. Se io fossi morta alla vigilia di Ferragosto, il mio fantasma sarebbe il primo nella storia dell'umanità a ingozzarsi come un bue con cinque costine, due braciole e mezzo metro di salsiccetta!»
«E se fosse un errore...»
«E io trovo l'unica lapide fallata che predice la mia morte sbagliando clamorosamente giorno? Non vedi che è solo una coincidenza? Assurda, inquietante ai limiti del sopportabile, d'accordo. Ma pur sempre una coincidenza».
«Però...»
Susanna roteò gli occhi.
«Solo questa. Poi smetto, lo giuro. Qui parla di omicidio, non semplicemente di morte. Non voglio fare allarmismi, però...» Amelia abbassò la voce mentre le guance le diventavano purpuree. «Michele...» pronunciò il nome con un filo di voce.
«Michele? Dai, Amy, non scherzare. Michele è il più grosso stronzo che abbia mai calpestato questo suolo. È un traditore, fancazzista e arraffone. Ma non è un assassino, dai »
«Ma io c'ero il giorno dell'udienza. Ho sentito quello che ti ha detto, e ho visto come ti guardava...»
«Certo, come un uomo che ha perso una battaglia che credeva vinta. Pensava che lo mantenessi io, il cretino. E si è arrabbiato. Ma non mi ucciderebbe mai, Amy. Rifletti prima di sparare idiozie...»
«Scusa, non volevo offenderti. Michele non mi è mai piaciuto, lo sai...»
«Lo so, Amelia. E avrei dovuto ascoltarti, anni fa. Ci avevi visto più lungo di me. Per fortuna adesso mi sono tolta dai piedi quel deficiente. Oh, e ladro, questa non te l'avevo detta».
«Ladro?»
«Sì. Qualche giorno fa torno a casa e lo trovo nel garage. Stava cercando di portarsi via le biciclette, le canne da pesca del nonno e la cassetta degli attrezzi. Aveva ancora la chiave, l'infame. E doveva aver cercato di prendere pure la macchina. Dopo averlo sbattuto fuori a calci nel sedere l'ho trovata con la portiera socchiusa e il tappetino del guidatore tutto storto... avrà cercato di collegare i fili come nei film americani. Idiota, non è mai stato nemmeno capace di cambiare il rubinetto della cucina...»
Amelia rise, lo sguardo ancora tirato, e si versò dell'altro vino.
«Che poi, da un lato, se lo prendesse pure quel vecchio catorcio. Anzi, no, piuttosto la porto dallo sfasciacarrozze. Tra l'altro, non ho nemmeno guardato se parte; magari a cercare di fare il McGyver della Val Padana me l'ha ingolfata. Per tutte le vacanze non l'ho usata, spero che domani non mi abbandoni visto che devo rientrare al lavoro».
Amelia finì il secondo bicchiere e prese un gran sospiro.
«Sarà, ma io non sono tranquilla lo stesso... forse questa della Lapide è una cazzata. Anzi, sicuramente lo è. Ma ha innescato lo scenario di Michele che... che ti fa del male... Dio, ho la nausea...»
«Ascolta, Amy» disse Susanna prendendole le mani. «Non mi succederà niente, d'accordo? Stai serena, e torna la solita Amelia che sbuffa quando sente parlare della morte di Paul McCartney o dei leader rettiliani».
Amelia rise di gusto. «Hai ragione. Scusa, dev'essere tutto 'sto caldo che mi ha sciolto qualche neurone...»
Susanna abbracciò l'amica e la tensione che fino a quel momento aveva aleggiato nel salotto parve dissolversi.


Susanna scese in cortile ancora mezza assonnata nonostante le due tazze di caffè.
«Forza, Susi. Il primo giorno dopo le vacanze è sempre il peggiore. Domani andrà meglio». Aprì il garage ed entrò in macchina. Alla fine si era dimenticata di controllarla, e pregò che partisse mentre girava la chiave con il piede sulla frizione.
«A meraviglia, piccola!» esclamò, sentendosi salutare dal brontolio allegro del motore. Nonostante i suoi vent'anni abbondanti di vita, la piccola Y10 le dava ancora delle belle gioie; «e scusa se ti ho chiamata vecchio catorcio. Come farei senza di te?».
Uscì di casa e si avviò verso l'ufficio, che si trovava nel paese vicino, a circa dieci minuti di strada. Accese la radio e iniziò a canticchiare. In prossimità della seconda rotonda, il pedale del freno emise un piccolo clic, appena percettibile, e Susanna dovette spingere un po' più forte con il piede. L'auto però rallentò senza scossoni e Susanna si tranquillizzò.
«Stai davvero invecchiando, piccola» ammise, un po' rattristata dall'idea di essere forse costretta a sostituire quell'utilitaria che le faceva compagnia fin dal primo giorno di patente. Arrivata alla terza rotonda del suo percorso, imboccò la seconda uscita, una strada quasi del tutto dritta, lievemente in discesa e costeggiata da alberi e case. Il piede destro spinse un po' più a fondo sull'acceleratore, per rialzarsi un paio di minuti dopo, quando Susanna vide approssimarsi la curva prima dell'inizio del paese. Lì la strada si faceva un po' più stretta e passava sopra un canale, ora asciutto per la siccità degli ultimi due mesi. L'auto andava però ancora a velocità troppo sostenuta per affrontare la curva, così Susanna premette il freno. Il pedale scese fino a fine corsa, ma l'auto non accennò a rallentare.
Susanna alzò il piede e lo premette di nuovo. La macchina continuava ad avanzare, aumentando la velocità anziché diminuirla a causa della lieve discesa. Il panico le irrigidì ogni muscolo. La curva era sempre più vicina, l'auto sempre più veloce.
Il sangue le si mutò in gelido fuoco ripensando alla conversazione del giorno prima.
(Qualche giorno fa torno a casa e lo trovo nel garage)
(...l'ho trovata con la portiera aperta e il tappetino del guidatore tutto storto)
(...il McGyver della Val Padana)

Nei pochi secondi prima dello schianto con il guard-rail, le risuonò nelle orecchie, come campana a morto, la sua stessa voce
(Michele è il più grosso stronzo che abbia mai calpestato questo suolo. È un traditore, fancazzista e arraffone. Ma non è un assassino, dai)
(Lo so, Amelia. E avrei dovuto ascoltarti, anni fa)
E avrei dovuto farlo anche ora, amica mia.

Dopo aver sfasciato il guard-rail, la Y10 iniziò la sua discesa a verso il canale asciutto, con il muso verso il basso. Poco prima che questo toccasse il fondo, distruggendo per sempre sia la piccola utilitaria che la vita della sua guidatrice, un ultimo pensiero, lucido e allucinato al contempo, sfrecciò nella mente di Susanna. Un rapido calcolo, di quelli che la sua amica
...non la vedrò mai più…
faceva così fatica a fare.
Ho visto Michele nel garage esattamente sette giorni fa.
Impossibile sbagliarsi, perché ricordava di aver avuto in mano le borse della spesa con la carne per la grigliata del giorno dopo.
Dopotutto, la Lapide aveva ragione.
14 8 17.
Sette giorni fa.

La vigilia di Ferragosto.


-----------------------------------

Se qualcuno non lo conoscesse ancora e fosse curioso, qui c'è la soluzione all'indovinello di Susi:
Amelia risponde correttamente, i pantaloni sono neri perché gli uomini sono addetti alle pompe funebri, mentre la donna è la defunta nella cassa che essi stanno trasportando. Per questo arrivano a destinazione tutti insieme e lei è asciutta mentre gli uomini sono zuppi.

Voglio provare a non svelare il mio avatar, per vedere se qualcuno lo riconosce. Vi ho messo moltissimo di mio; alcuni dettagli sono quasi di certo riconoscibili solo da chi mi conosce bene, ma per altri dovrebbe essere sufficiente l'amicizia "virtuale".





view post Posted: 29/8/2017, 12:45 Skannatoio Settembre 2017 - Lo Skannatoio
@WP non sapevo... mi dispiace davvero tanto per il tuo lutto, ti mando le mie condoglianze e un forte abbraccio...

Per lo Skan... le specifiche spaccano! :1392239590.gif: Non prometto niente, ma inizio subito a cogitare, chissà che non riesca a far comparire qui il mio avatar (menomale che non è richiesta foto!!!!!!! :P )
view post Posted: 20/6/2016, 12:14 Verso un nuovo mondo - OT, Pubblicità e Spam
Bello Ivan! Dai, che ci potrei provare, chi lo sa. Ps chi ha disegnato il logo? Bellissimo!...
view post Posted: 1/4/2016, 17:24 Skannatoio, aprile 2016, edizione 42 - Lo Skannatoio
CITAZIONE (reiuky @ 1/4/2016, 11:27) 
Ceranu, Willow, ma come volete rischiare di mancare all'importante e entusiasmante riapertura di questo fantastico concorso? :1392239679.gif:

Ragionissima... ma al momento non ho idee e il tempo è poco! Però sarebbe bello davvero, dai spero di farcela! ;)
view post Posted: 1/4/2016, 05:35 Skannatoio, aprile 2016, edizione 42 - Lo Skannatoio
Focca la miseria! Ma che bello un nuovo skan e moderatori nuovi! Bravi ragazzi :) Questo mese tra consigli di classe, gite e altro sono un po'presa, ma se riesco mi ci butto. ;) in ogni caso in bocca al lupo per la nuova avventura
319 replies since 28/3/2012