Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio, ottobre 2012, speciale XI, Ventiquattr'ore nel labirinto
* Campionato aut-inv 2012, 4 di 12

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sabba_92
view post Posted on 14/10/2012, 13:22




ok, si parteeeee!!! :D
 
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-Molly-
view post Posted on 14/10/2012, 16:27




queste edizioni speciali della domenica mi piacciono molto! racconto finito, rilettura, titolo (che non c'è ancora) e si posta... :p110:
 
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view post Posted on 14/10/2012, 16:43
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@Molly

Ti invidio! Io nei WE mi sembra di essere il filippino Ariel, quello di giuvedí e giorno dopo di giuvedí, tanto per intenderci. Se poi mi ci metto pure io preparando un torta saker, beh, vediamo cosa riesco a scrivere domani!
:(
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 14/10/2012, 16:53




QUOTE (master_runta @ 14/10/2012, 11:34) 
@Jackie: ho un paio di perplessità sulle specifiche.
ma era proprio l'architetto che doveva finire nel labirinto o s'intendeva che il /i protagonista/i devono stare tutto il racconto nel labirinto??
perchè sopra dice che un personaggio generico dev'essere un architetto, ma combinando con gli altri due punti delle specifiche viene fuori quasi in automatico che l'architetto debba essere il protagonista.
Quello che intendo è che il primo e il secondo punto delle specifiche sembrano un po'contraddittori e, visto che già a me recriminano sempre delle specifiche, beh... prima di riflettere su cosa scrivere, meglio chiedere...


Non posso che ripetermi:
* Uno dei personaggi deve essere un architetto...
* Tutto il racconto si deve svolgere in un labirinto, tranne l'epilogo e il prologo (eventualmente)...
* L'architetto deve finisce nel labirinto, non sa come uscirne, ma deve farlo per sopravvivere...

Non c'è scritto da nessuna parte che l'architetto abbia creato il labirinto, o che l'architetto sia solo in quel labirinto, o che l'architetto debba essere il protagonista.


QUOTE (-Peppino- @ 14/10/2012, 12:07) 
Anche io ho le stesse perplessità di master
In definitiva l'architetto è prigioniero della sua stessa creazione.

Ti chiamerò "uomo dalle ristrette vedute".
 
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sabba_92
view post Posted on 14/10/2012, 16:56




l'edificio deve essere per forza famoso o basta, ad esempio, un grattacielo?
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 14/10/2012, 17:09




QUOTE (Polly Russell @ 14/10/2012, 12:13) 
Pretty, puoi "giocare" comunque e magari scrivere le tue considerazioni solo alla fine, dopo che avrai letto quelle degli altri.
@Jackie, scusa ma con queste specifiche non rischiamo piùo meno di fare tutti lavori simili? Mi sembrano troppo restrittive.

Ti chiamerò "donna che giudica prima di vedere i risultati".
Se alla fine ci saranno due racconti simili, potremmo giocare al lotto e vincere.

Mi vengono in mente parecchie storie che potrebbero, con pochi aggiustamenti,
rientrare nelle specifiche:
* la faccenda di Icaro e Dedalo
* una storia su Teseo e Arianna
* "Inception" di Nolan
* "La Biblioteca di Babele" di Borges
* "Il nome della rosa" di Eco
* ... e sono sicura che qualcuno riuscirà a ideare nuove e avvincenti storie in 24 ore!


QUOTE (sabba_92 @ 14/10/2012, 17:56) 
l'edificio deve essere per forza famoso o basta, ad esempio, un grattacielo?

E' sufficiente un grattacielo di una certa importanza.
Il personaggio quindi è un architetto che ha già all'attivo delle costruzioni:
la richiesta è stata fatta per evitare architetti appena laureati.



QUOTE (-Molly- @ 14/10/2012, 12:16) 
@jackie
queste specifiche mi hanno proprio svegliato le scimmiette che dormivano nella mia testa!molto belle... :D

Meno male che a qualcuno piacciono.
Comunque anche questa volta è colpa del TETRA,
quindi prendetevela con lui se è stato poco ispirato.



Mi è venuto in mente un altro film che potrebbe
adattarsi bene: "Il cubo 2 - Hypercube"
 
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-Molly-
view post Posted on 14/10/2012, 17:14




@ rovi

hai detto "torta"...no, ho sbagliato! hai detto "torta saker"! e...una fetta per me salta fuori? :D non sono golosa, ci mancherebbe...solo per sentire se è buona... :p099:
 
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view post Posted on 14/10/2012, 17:19
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La mangeremo a cena... Ma mi sa che le fette sono giá tutte prenotate! :D

Comunque non ti credere chissà che... Ho una media di una torta ogni 8 o 9 anni, non posso di certo definirmi un boss delle torte!

Certo é che di cose "porcose" ne ho messe assieme davvero tante! ;)
 
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sabba_92
view post Posted on 14/10/2012, 17:24




anche io voglio una fetta... come incoraggiamento per le mie prime macellerie/skannatoi... per favoreeeee :p091: :p091: :p091: :p091:
 
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view post Posted on 14/10/2012, 17:32
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io devo scrivere, domani non avròun minuto, quindi ordinerò la pizza... E mio marito chiedera il divorzio!:)
 
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-Molly-
view post Posted on 14/10/2012, 17:34




hehe, se non vengo lanciata dalla finestra io che gli propongo zuppe e legumi... :)
 
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view post Posted on 14/10/2012, 17:35

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CITAZIONE (Polly Russell @ 14/10/2012, 18:32)
io devo scrivere, domani non avròun minuto, quindi ordinerò la pizza... E mio marito chiedera il divorzio!:)

Ti sposo io se ordini sempre la pizza...:P
 
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sabba_92
view post Posted on 14/10/2012, 17:40




a me mia madre mi ammazza se scrivo invece di cucinare.... poi mi fa resuscitare perché se no muore di fame :/
 
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view post Posted on 14/10/2012, 17:41
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-Molly-
view post Posted on 14/10/2012, 17:46




La colonia



Sono sola, intrappolata tra pareti candide.
Mi muovo come una mosca sotto a una campana di vetro: avanzo senza sapere quali ostacoli bloccheranno il mio cammino. Sbatto senza alcun orientamento, ma proseguirò finché ne avrò la forza. Tasto ancora lo stesso sasso, devo aver girato in tondo un'altra volta.
Vago, in cerca di una via d'uscita, di una traccia che possa riportarmi al rifugio: le mie compagne saranno già lì al sicuro, nel riparo che ho studiato per loro. Tutto sembra scomparso, inghiottito dalla massa bianca che sommerge ogni odore, ogni punto di riferimento.

Non era stato facile dar vita al progetto. Ero debole e malnutrita, per puro caso i denti di mia madre erano finiti sul ventre di mia sorella e non sul mio. Scavando nel fango, ero risalita in superficie guadagnandomi la possibilità di sopravvivere. E di creare la colonia.
Avevo scelto un ingresso difendibile ai piedi di un castagno selvatico, e disegnato cunicoli che scendevano per metri nella terra. Alcuni erano ciechi e sarebbero serviti per ingannare gli intrusi; altri portavano a cellette con vari scopi e dimensioni. Quelle più vicine alla superficie fungevano da magazzino, poi quelle in cui vivere e, sempre più in fondo, quelle per la raccolta dei rifiuti e dell'acqua piovana.
Avevo organizzato tutto nei minimi dettagli, e niente era stato lasciato al caso. Era come se nella mia testa qualcuno mi dicesse cosa fare, sapevo esattamente come sarebbe dovuto risultare la mia costruzione.
Impartivo ordini precisi alle mie compagne, che lavoravano fino allo stremo per portare avanti il lavoro. Giorno dopo giorno, realizzammo un nascondiglio perfetto: nessuno, all'esterno, ne avrebbe captato l'esistenza. All'interno, sarebbe stata morte certa per chi non ne avesse conosciuti i minimi segreti.

Il freddo inizia a penetrarmi, ancora pochi attimi e la notte mi coglierà senza un riparo.
Non riesco più a sentire l'odore che avevo lasciato sfregando il mio corpo sul terreno, qualcosa dentro di me sembra essersi spezzato. Avevo percorso molte volte questa strada, ma al ritorno era forte la traccia dei miei passi. Non oggi.
Gli alberi, i campi e quel che resta del mais hanno perso i loro profili. Sono davanti a un vicolo cieco, mi volto e torno indietro cercando di non cambiare direzione. Tutto sembra uguale e diverso, niente che mi ricordi la via giusta. Mi trovo di nuovo davanti a un bivio; la scelta tra svoltare a destra o a sinistra potrebbe costarmi la vita.

L'estate era trascorsa senza che nessun nemico ci attaccasse, e le alte temperature di luglio non avevano creato troppi problemi: scegliere di edificare l'entrata della colonia ai piedi di un albero era stata un' ottima idea.
Le mie compagne raccoglievano provviste per l'inverno e io progettavo nuovi magazzini, nel caso in cui quelli esistenti non fossero bastati.
Avevo un trattamento di favore viste le mie doti, ma ogni giorno dovevo far rapporto dei progressi della colonia alla nostra Regina: viveva per educare quelle che sarebbero diventate nostre compagne in futuro, ma la sua attenzione sul nostro operato non era mai da meno.
Poi l'odore d'autunno iniziò a farsi largo tra le spighe mature, e la pioggia non si fece attendere a lungo.
Diedi ordine di riparare ogni crepa, ogni minuscola screpolatura delle pareti doveva essere sigillata in modo impeccabile. Era finito il tempo degli amori estivi e della ricerca di cibo, l'inverno iniziava ad allungare le sue gelide dita verso la terra, e noi eravamo in pericolo come qualsiasi altro essere vivente.
I lavori continuavano giorno e notte, sgridavo chi cedeva alla pigrizia e al richiamo del riposo: con attenzione maniacale controllavo ogni angolo, ogni anfratto del nostro rifugio. I cunicoli che avevo progettato erano impressi nella mia mente, le vie di fuga, le pareti da rinforzare, la mia opera avrebbe resistito a qualsiasi intemperia.
Un tonfo sordo, lontano.
Una vibrazione che si diffonde nel terreno, fino alla nostra casa.
La pioggia inizia a battere violenta contro al terreno.
Non dobbiamo aver paura, io ho progettato tutto; io so che non ci sono pericoli.
Passi veloci, sulle nostre teste.
Affondano nella fanghiglia, coperta di foglie morte e ricci.
Sono vicini, troppo.
Qualcosa non regge al piano superiore, scricchiolano i rinforzi, crollano i soffitti.
Sento lamenti e gemiti, devo fare qualcosa.
E' troppo tardi.
Il tempo sembra fermarsi mentre uno squarcio insanabile distrugge la mia costruzione e l'acqua entra inarrestabile: a nulla sono serviti i miei sforzi.
Le urla di morte mi straziano i timpani, qualcosa mi ha ferito il capo. Non capisco come sia possibile, non avverto tracce delle mie compagne.

Ancora quel sasso, rotondo, che credevo di aver seminato. Continuo a camminare, persa in un labirinto nebbioso. Mi basterebbe una lieve scia, e potrei tornare indietro. Costruirei una dimora più resistente, è sempre stata la mia mansione creare edifici.
Chissà per quanto tempo sono rimasta tra le macerie della colonia, i minuti si sono trasformati in ore e forse in giorni. Nessuna compagna mi ha cercata, nessuna mi ha portata al sicuro. Non percepisco più alcun segnale olfattivo, i miei organi di senso devono essersi danneggiati. Che ruolo potrei svolgere in questo stato? Come potrei sopravvivere da sola?
Sono esausta, e il freddo mi intorpidisce. Mi riposerò un attimo qui, vicino a questi funghi.
Ho bisogno di dormire.
Forse, sotto di me, qualche figlia sarà mangiata dalla propria madre. Qualcun'altra, invece, riuscirà a emergere, pronta per costruire un nuovo formicaio.
 
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185 replies since 12/10/2012, 17:43   2676 views
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