Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio, ottobre 2012, speciale XI, Ventiquattr'ore nel labirinto
* Campionato aut-inv 2012, 4 di 12

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kaipirissima
view post Posted on 14/10/2012, 17:47




Cavolo che gola questo labirinto...
 
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view post Posted on 14/10/2012, 17:52
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Arrotolatrice di boa

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Di solito da casa mia.

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Eccecavolo Molly! Ma tu non cucini?! :)
 
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-Molly-
view post Posted on 14/10/2012, 17:57




stasera la cucina offre passato di zucca e cavolfiore con legumi e orzo :) in effetti è solo da scaldare, l'avevo preparato prima!
 
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view post Posted on 14/10/2012, 18:03

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Io, se nella prossima ora riesco a scrivere qualcosa, partecipo, altrimenti passo... la consegna stavolta non mi stimola molto... :(
 
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White Pretorian
view post Posted on 14/10/2012, 18:27




Buona gara a tutti. ^_^ ^_^ ^_^
 
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Pretty Vacant
view post Posted on 14/10/2012, 18:40




Per Polly Russell e Molly:

grazie per l'incoraggiamento, ragazze.
Tuttavia, nonostante la tentazione, penso sia più opportuno per me, almeno all'inizio, vedere lo svolgimento del concorso dall'esterno, magari leggendo i giudizi, oltre ai racconti.
Non vorrei avere l'ansia da prestazione che, com'è noto, viene durante certe prime volte :lol:
Il tema proposto è senz'altro affascinante. Spero quindi sappiate farvi valere e che vinca il migliore! In bocca al lupo a tutti/e! :)
Pretty
 
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view post Posted on 14/10/2012, 18:45

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@Pretti: ma, scusa, se vuoi vedere i commenti e cose del genere non ti conviene andare a spiare qualche edizione passata??
Come puoi notare siamo alla 11 speciale, ce ne sono una ventina da consultare... :P
 
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Pretty Vacant
view post Posted on 14/10/2012, 19:21




CITAZIONE
@Pretti: ma, scusa, se vuoi vedere i commenti e cose del genere non ti conviene andare a spiare qualche edizione passata??
Come puoi notare siamo alla 11 speciale, ce ne sono una ventina da consultare...

Non hai tutti i torti, Master_Runta. Però è più interessante vedere una gara in svolgimento piuttosto che una già conclusa. Per esempio posso verificare se le mie impressioni sui racconti siano le stesse di altri lettori e non esserne condizionato a priori. Inoltre, se non sbaglio, mi pare ci siano concorsi a scadenze molto brevi l'una dall'altra. Grazie, per ora passo, comunque ho intenzione di esordire a breve. Spero di diventare un "abitueè" del forum in un prossimo futuro. :P Vediamo un po' come andrà.
Ciao!
Pretty
 
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view post Posted on 14/10/2012, 19:29

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oooooook, come preferisci... ma secondo me ti fai troppi problemi... fossi in te parteciperei e basta.
Quando ho partecipato al primo skannatoio non avevo nemmeno idea di cosa dovessi fare... :P
L'unica cosa che conta è l'approccio: siam tutti qui per imparare e, sul serio, spesso quellic he si definiscono "novellini", notano cose e tiran fuori consigli davvero molto validi. L'importante è che si lascino a casa il buonismo e gli scrupoli, qui le cose van dette e van dette chiare, altrimenti con i "bello, tutto perfetto, mi è piaciuto tantissimo" non si va da nessuna parte.
E guarda che non lo dico per te, lo dico per me...:D
I commenti sono il motivo per cui scrivo sul forum... quindi, ti direi volentieri "smettila di farti problemi e impugna la tastiera"... :P
Ma se non te la senti io non ti obbligo di certo... ;)
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 14/10/2012, 19:53




Comunque, Pretty, anche chi non partecipa
può commentare i racconti. Non sono validi ai fini della
classifica, ma un commento in più fa sempre piacere.
 
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-Molly-
view post Posted on 15/10/2012, 06:45




ma l'unico speciale a cui partecipo non c'è nessuno? :cry: scrivete! scrivete! :D
 
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-Molly-
view post Posted on 15/10/2012, 07:31




@ JACKIE

Autorizzo la pubblicazione su Skan
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 15/10/2012, 07:35




CITAZIONE (-Molly- @ 15/10/2012, 07:45) 
ma l'unico speciale a cui partecipo non c'è nessuno? :cry: scrivete! scrivete! :D

Hanno tempo fino alle 23.59!
 
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sabba_92
view post Posted on 15/10/2012, 14:01




se mi mettete fretta, invece di partorire il racconto lo abortisco :p101:
 
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view post Posted on 15/10/2012, 15:06
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Giusto per non lasciare Molly da sola.

In ricordo di te
di Alessandro Renna


– Allora, Pianelli, si decide a darsi una mossa.
– E perché dovrei? – Rispose L’architetto in direzione di uno dei numerosi altoparlanti che diffondevano la voce di Hassanal Bolkiah II trentesimo sultano del Brunei. – Crede ancora che debba dimostrarle qualcosa?
– Mi dimostri che non è in grado di uscire dal labirinto che le ho commissionato.
– È questa la mia dimostrazione – replicò esausto Pianelli, – so già per certo di non potermene andare. Resterò qui fino a quando non avrò più vita, sempre che lei non cambi idea e mi venga a tirar fuori. Ho costruito un ambiente fatto di pareti di cemento in grado di scorrere e ruotare. Dalla sala di controllo lei è in grado di riconfigurare la pianta di questi corridoi come più le piace. Se mi mettessi a camminare potrei farlo per giorni senza mai raggiungere l’uscita. Tanto vale stare fermo qui ad aspettare la fine. Capisco che per un uomo che è capo dello Stato e, allo stesso tempo, Capo del Governo, Ministro della Difesa e delle Finanze, il cui fratello è Ministro degli Esteri, il figlio, nonché principe ereditario, è Vice Primo Ministro e così via per tutti i parenti e le diverse cariche istituzionali di uno degli stati più ricchi del mondo, sia un po’ difficile da accettare che qualcosa non vada come vuole.
– Sì, c’è del vero in quel che dice, ma non esageri, non è tutto oro quel che luccica e la sua analisi del potere qui nel sultanato del Brunei è oltremodo grossolana.
– Come vuole lei, ma io da qui non mi muovo.
– D’accordo – quindi, dopo una lunga pausa, il sultano aggiunse: – ho fatto male a darle acqua e viveri, sono famoso per avere scarsa pazienza, ma adesso le darò un motivo in più per muoversi.
– Che cosa ha in mente? – Chiese Beffardo Pianelli, – vuole sguinzagliarmi dietro un po’ di quei gattoni che si tiene in salotto?
– Esattamente. – Alla voce del sultano seguì un buio improvviso. – Due delle mie pantere stanno giusto entrando nel labirinto. Accendendo i neon in fondo al corridoio dove si trovano, le indirizzerò fino a lei. Certo che se volesse provare a cercare l’uscita, forse riuscirebbe a ritardare l’incontro con loro.
Pianelli non rispose.
Dopo poco, nel buio, l’eco lontana di alcuni ruggiti.
– Mi fa piacere che si sia alzato – disse divertito il sultano. – Sapevo che con i giusti incentivi anche il grande progettista della nuova ala del palazzo di Bandar Seri Begawan si sarebbe mosso.
Pianelli si limitò a pochi movimenti che il sultano osservò attraverso l’occhio delle telecamere a infrarossi. Cercò a tentoni un punto preciso sulla parete alle sue spalle, quindi aprì uno scomparto segreto da cui estrasse un involucro chiuso dentro della plastica sottovuoto.
– Ecco Pianelli, così va meglio – disse la voce nell’altoparlante, – questa cosa non c’era nei piani che mi ha consegnato e spiega come mai si è messo a sedere proprio in quel punto. Ma sono curioso, mi faccia vedere che cosa c’è in quel pacchetto.
L’uomo con alcuni rapidi movimenti estrasse dall’involucro una pistola semiautomatica. Quando i neon si accesero, i due felini appervero in fondo al corridoio. Pianelli esplose cinque colpi e le pantere rimasero a terra.
– Mmm… mi spiace per i miei gattoni, ma almeno sono riuscito a farle rivelare un po’ delle sue carte. Quali altri segreti ha inserito nel mio labirinto?
– Perché non se lo fa dire dagli operai che ha fatto uccidere?
– Beh, se può consolarla, non ho ucciso proprio nessuno. Gli operai adesso sono miei ospiti graditi proprio qui a palazzo.
– Ospiti? E per quanto? Per sempre?
– Particolari. Capisco che lei con i suoi studi sia un fanatico dei particolari, ma si faccia consigliare da chi, come me, ogni giorno deve prendere un’infinità di decisioni per il bene del proprio paese, alcuni sono davvero superflui. Ma che fa Pianelli? Sì rimette a sedere?
– E che cosa dovrei fare? O mi manda contro altri gattoni oppure ci troviamo nella stessa situazione di prima.
– Va bene. Proviamo a giocare secondo le sue regole. Che cosa dovrei darle per convincerla ad alzarsi e cercare l’uscita. Badi bene, non sto parlando di prezzo. Lei è una di quelle rare persone che sa dare al denaro il giusto valore, quel che le sto offrendo io è altro.
– Non la seguo. Che cos’ha da offrirmi che non siano i soldi che ricava con la vendita del petrolio?
– Provi a chiedermi quel che vuole. Per impossibile che sia. Vede… dal suo comportamento, mi sono fatto l’idea che lei abbia deciso di seppellirsi volontariamente qui dentro, come se quest’opera sia il suo mausoleo.
– Mmm… sa che è la prima volta da quando la conosco che non mi sembra di parlare con un bambino viziato e annoiato. Comunque, a meno che lei non sia in grado di resuscitare le persone, non credo possa davvero ridarmi quel che vorrei. Anzi, forse la morte è proprio l’unica strada per raggiungere la persona che più mi manca.
– Dunque è così. Lei vuole morire.
Pianelli alzò gli occhi verso l’altoparlante e concedendosi un altro sorriso beffardo mentre accarezzava la pistola, disse: – Sì. Ma se permette, non desidero finire sbranato dalle sue pantere.
– D’accordo. E sia.
Pianelli si rilassò convinto di essere riuscito a far desistere il sultano dai suoi propositi. Ma fece solo in tempo a formulare questo pensiero che l’altoparlante tornò a gracchiare.
– Vede, io pensavo di farle una sorpresa, una volta che mi avesse convinto di non essere in grado di uscire da qua sotto, ma adesso, mi ritrovo a dover scoprire le mie carte.
– Ciao Maurizio.
– Ma? Barbara?
– Sì – disse la donna dopo qualche istante d’esitazione.
Pianelli si alzò lentamente e con le gambe che gli tremavano si mise in cammino.
I pannelli che delimitavano i corridoi si animarono sotto la regia del sultano che dalla consolle nascosta nella sua camera da letto li comandava a distanza. L’avanzata di Pianelli pian piano divenne sempre più frenetica. L’Architetto cominciò a correre in ogni direzione cercando di superare i pannelli in movimento prima che si chiudesso inesorabilmente uno sull’altro impedendogli il passaggio.
– Bene – disse ad un certo punto il sultano smettendo di giocare con la consolle, – è evidente che lei non sappia come uscire dal labirinto che ha creato.
– Barbaraaaaaa! – Gridò allora Pianelli disperato buttandosi a terra.
– Perdonami. – Disse la donna in un sussurro.
– Perchè? – Chiese calmo l’architetto, quindi, esplodendo in urlo di rabbioso, chiese ancora: – Barbara, perchèèè!?
Ma la moglie non rispose.
– Vede – intervenne allora il sultano, – sua moglie cinque anni fa, quando veniste qui in visita per sentire che cosa volevo commissionarvi, mi confidò che non ne poteva più di essere tenuta così poco in considerazione da lei. Era da quando la conosceva che lei girava il mondo per costruire opere sempre più grandi e imponenti trascurandola.
– Ma? Non ti sarebbe bastato dirmelo?
La donna però non rispose e attraverso gli altoparlanti a Pianelli arrivarono solo i singhiozzi di un pianto sommesso.
– Vede – riprese a dire il sultano, – io l’avevo capito dalla luce che brillava nei vostri occhi. Così diversa. In quelli di sua moglie c’era solo una piccolissima scintilla mentre nei suoi c’era la luce malata di una febbre inarrestabile. La febbre di chi non si accontenta più. Di chi, dopo aver costruito tre grattacieli, ogni volta più alto dei predenti, voleva costruirne un altro, ancora più grande, ancora più alto. E se devo dirla tutta, la cosa che mi stupì di più di lei fu vedere la sua delusione quando, anziché un grattacielo le chiesi di realizzarmi un nuovo palazzo.
– E questo che cosa c’entra. Non mi dica che…
– Proprio così – riprese il sultano, – sono stato io a proporre questa scappatoia a sua moglie.
– Perché? – Domandò disperato Pianelli stringendo spasmodicamente il calcio della pistola ancora nella sua mano. – Barbaraaaa! Perché?
– Volevo vedere se mi amavi ancora.
– Ma io… ti ho sempre amata. Questo palazzo è tutto in tua memoria. I colori, i marmi, gli arredi, le piante del giardino... tutto come piaceva a te. Anche il mosaico della dea della fertilità al centro del nuovo cortile ha il tuo volto. Così come la statua al centro della piscina. Perché mi hai fatto tutto questo? Perché ti sei decisa solo adesso a dirmelo?
– I patti sono patti – sentenziò Hassanal Bolkiah.
– Che cosa intende? – Chiese l’Architetto puntando i suoi occhi sulla telecamera fissata al soffitto.
– Ho siglato un contratto con sua moglie in base al quale s’impegnava a non ricontattarla prima della fine dei lavori.
– Barbara, perché? – Chiese ancora Pianelli in un sussurro senza energie.
– Volevo vedere come avresti reagito alla mia scomparsa.
– Dimmelo tu come ho reagito – disse retoricamente Pianelli allargando le braccia a voler sottolineare che ogni millimetro di quella costruzione che li circondava era stato concepito da lui in sua memoria.
– All’inizio ti sei buttato nel lavoro come se nulla fosse successo, quasi che la mia assenza ti avesse permesso di dedicare ai tuoi sforzi tutta l’energia che potevi dare, compresa quella poca che conservavi per me.
– Non era così! – Disse disperato il marito. – Mi buttai nel lavoro come mai avevo fatto in vita mia per non avere la possibilità di fermarmi a pensare. Altrimenti avrei pensato a te e non sai quante volte ho accarezzato l’idea di suicidarmi per ritrovarti.
– Mi dispiace Maurizio. Ho incominciato a capirlo quando sei tornato qui in questo paese e hai accettato l’offerta del sultano. Mi ha sorpreso vedere che anziché l’ennesimo grattacielo, accettassi di realizzare un palazzo. Poi, mentre pian piano prendeva forma…
Pianelli si concesse un sorriso ironico. Quindi, dopo un’alzata di spalle disse: – Vedi Barbara. Un grattacielo per alto che possa essere resta solo un freddo gigante di acciaio, cemento e cristallo. Se volevo rendere onore alla tua memoria, dovevo realizzare qualcos’altro.
– Questo meraviglioso palazzo. – Disse il sultano.
Pianelli si lasciò scivolare contro una parete fino a sedersi per terra.
Si prese la testa tra le mani, quindi dopo averla scossa incredulo e disperato si puntò la pistola alla testa ed esplose un colpo.
– Noooooo! – Urlò disperata Barbara.
– Mi dispiace. – Balbettò incredulo il sultano.
Passarono lunghi istanti di pianto disperato. Poi la donna si aggrappò al sultano e lentamente si rimise in piedi.
– Non avrei dovuto darle retta. È tutta colpa mia.
– Mi spiace – disse di nuovo Hassanal Bolkiah II, – non avrei mai pensato che potesse andare a finire così. Non ho mai pensato di uccidere suo marito. Glielo giuro.
– Lo so – disse la donna cercando di ricomporsi, – adesso però mi deve fare un ultimo favore.
– Mi dica. Farò tutto quello che è nelle mie possibilità.
– Mi lasci andare da lui.
– Ma?
– Ha paura che sveli a qualcuno il segreto del suo labirinto? Beh allora è meglio che mi lasci fare. Se me lo impedirà io lo dirò a tutto il mondo.
– D’accordo – rispose il sultano incapace di sostenere lo sguardo della donna.
– Bene. Allora si metta alla sua consolle e mi guidi fin da mio marito.
La donna senza fretta scese le scale che portavano al centro del labirinto e sotto lo sguardo delle telecamere seguì il percorso che si dipanava davanti a lei. Quando raggiunse suo marito, ci si lasciò letteralmente cadere sopra e dopo averlo abbracciato con tutte le sue forze gli ricoprì il volto di lacrime.
– Ancora un ultimo favore. – Disse infine in un sussurro.
– Tutto quel che vuole.
– Spenga la luce.
Nel buio riecheggiò ancora un colpo di pistola.

Autorizzo la pubblicazione su Skanmagazine

Edited by Rovignon - 15/10/2012, 20:22
 
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