Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio, novembre 2012, speciale XII, A ventiquattr'ore dalla fine
* Campionato aut-inv 2012, 6 di 12

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view post Posted on 13/11/2012, 14:40

Alto Sacerdote di Grumbar

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uff... stavolta ho fatto appena in tempo... immaginavo una ripicca...XD
non ho guardato nello spoiler, spero non ci fosse il segreto della felicità... :P
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 13/11/2012, 18:42




Ultimo indizio

Si dice che la 24 ore inizierà con 24 ore di anticipo,
ma io non ci credo perché diventerebbe una 48 ore!


 
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-Peppino-
view post Posted on 13/11/2012, 19:19




Visto che quasi sicuramente non parteciperò do qualche indizio pure io :P

E visto che siamo in tema 48 ore...


Gli indizi di Peppino

Primo indizio


48ore_97-14566235

 
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view post Posted on 13/11/2012, 19:59

Alto Sacerdote di Grumbar

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hahahahahaha, grande Pep...XD
Nick Nolte è uno di quegli attori che mi fa ridere solo a guardarlo in faccia...XD
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 13/11/2012, 23:19





Ebbene sì! Questa 24 ore sarà in realtà una 48 ore,
almeno per coloro che saranno stati attenti finora.
La scadenza è sempre fissata per le 23.59 del 15.

Sapete già di dovervi cimentare in qualcosa che ha a che
fare con Skyfall, l'ultimo film dell'agente 007, ma di che
si tratta? Di un racconto di spionaggio? E poi che c'entra
"la fine"? E Daniel Craig è davvero duro come sembra?
La risposta è nelle specifiche: leggetele e lo saprete!

Vi ricordo che chi volesse veder pubblicati i
propri racconti sul numero di dicembre di
Skan Magazine
deve scrivere in fondo al proprio testo la seguente liberatoria:
Autorizzo Jackie de Ripper a pubblicare questo mio racconto su 'Skan Magazine'.
Saranno pubblicati solo i migliori racconti accompagnati dall'autorizzazione.



Skannatoio, speciale XII
A ventiquattr'ore dalla fine



  1. Gli autori dovranno scrivere un racconto di genere horror, giallo o fantastico, compresi tutti i relativi sottogeneri, tra i 1.500 e i 15.000 caratteri (spazi inclusi).

  2. Il racconto dovrà attenersi alle seguenti specifiche:

    • il tema si dovrà ispirare a queste strofe:

      "This is the end
      Hold your breath and count to ten
      Feel the earth move and then
      Hear my heart burst again"


      Tradotto:

      "Questa è la fine
      Trattieni il respiro e conta fino a dieci
      Senti la terra tremare sotto i piedi e poi
      Ascolta il mio cuore battere di nuovo"


      Cosa significa ispirare? Raccontateci cosa vi è venuto in mente leggendo le strofe. Non esistono limiti all'immaginazione umana e di certo saranno premiati i racconti più creativi, interessanti ed evocativi.

    • massima libertà per quanto riguarda tutto il resto, ma se il protagonista maschile fosse un uomo dagli occhi di ghiaccio, mi fareste contenta.


  3. Come da regolamento, i racconti dovranno essere pubblicati entro le 23.59 del 15 novembre 2012 come post in questo thread, specificando il titolo e l’autore (questi elementi non entrano a far parte del conteggio dei caratteri).

  4. Se un autore sforerà per eccesso o per difetto il numero di caratteri, non sarà considerato nella classifica finale della gara.

  5. La stessa penalizzazione è prevista se un autore modificherà il proprio racconto dopo le 23.59 del 15 novembre. In tal caso si procederà anche alla squalifica per una edizione speciale dello Skannatoio.

  6. Una volta che i racconti saranno stati pubblicati, gli autori dovranno stilare, sempre in questo thread, la loro classifica di merito. Al racconto valutato come ultimo dovrà essere assegnato 1 punto, al penultimo 2, al terz’ultimo 3 e così via fino al primo, che otterrà così il massimo punteggio.

  7. Oltre alla classifica, ogni autore dovrà scrivere un commento, anche di poche righe, purché sufficientemente chiaro per rendere esplicita la propria opinione su ciascun racconto. Se non lo dovesse fare, il punteggio conseguito nella gara sarà dimezzato.

  8. Classifica e commento dovranno essere pubblicati con un post in questo thread entro le 23:59 del 22 novembre 2012.

  9. Se un autore, dopo aver pubblicato il racconto, non dovesse stilare la sua classifica, sarà escluso dalla classifica finale e squalificato per una edizione speciale dello Skannatoio.

  10. Al termine, l'ultimo partecipante ad aver inviato la propria classifica provvederà a redigere la classifica di merito generale e proclamerà il vincitore.

 
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view post Posted on 14/11/2012, 01:04

Alto Sacerdote di Grumbar

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belle... e, Jackie, tvb per non aver spoilerato... ;)
 
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view post Posted on 14/11/2012, 10:26

Alto Sacerdote di Grumbar

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1311875540_delta_force_chuck_norris__deal_with_it
 
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view post Posted on 14/11/2012, 11:14

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Nella classifica che il conocrrente deve fare, ci deve essere anche il suo racconto o solo quelli degli altri concorrenti?

 
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-Peppino-
view post Posted on 14/11/2012, 11:30




@patrizia: la classifica va fatta non tenendo conto del proprio racconto, ma solo quelli degli altri concorrenti
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 14/11/2012, 12:25




CITAZIONE (-Peppino- @ 14/11/2012, 11:30) 
@patrizia: la classifica va fatta non tenendo conto del proprio racconto, ma solo quelli degli altri concorrenti

Quoto.
 
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White Pretorian
view post Posted on 14/11/2012, 13:24




Grazie delle 48 ora Jackie: oggi ho un esame abbastanza rompiscatole e non sarei mai riuscito a finire in un solo giorno ^_^ ^_^
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 14/11/2012, 16:07




CITAZIONE (White Pretorian @ 14/11/2012, 13:24) 
Grazie delle 48 ora Jackie: oggi ho un esame abbastanza rompiscatole e non sarei mai riuscito a finire in un solo giorno ^_^ ^_^

In realtà è una 24 ore, ma annunciata con 24 ore di anticipo.
Da regolamento, infatti, la gara speciale si deve tenere il 15
e, perciò, non avrei potuto farla svolgere oggi che è il 14.
 
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view post Posted on 14/11/2012, 21:02
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Arrotolatrice di boa

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@Jackie quell'Achille mi andrebbe bene anche vestito con quelle tendine mostruose!
 
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kaipirissima
view post Posted on 14/11/2012, 22:02




CITAZIONE (-Peppino- @ 14/11/2012, 11:30) 
@patrizia: la classifica va fatta non tenendo conto del proprio racconto, ma solo quelli degli altri concorrenti

Peccato! Avrei potuto mettermi prima! :P
 
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view post Posted on 14/11/2012, 23:52
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Arrotolatrice di boa

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Il cuore del rivoluzionario

Rianna ha stretto le cinghie del corpetto e io ho stretto i denti. La fitta stride e saetta dal torace alle orecchie, e alla fine rimane solo un fischio leggero. «Ti faccio male?»
La sua voce è delicata, cinguetta elevandosi dalla cacofonia distorta del metallo, quasi stonata. Gli ingranaggi sopra le nostre teste gracchiano, vomitando quintali di olio nella cisterna sotto di noi.
Cerco di mettermi in piedi, per quanto questo elevatore e le mie costole rotte me lo consentano.
«Aspetta, ti aiuto.»
«Tu non dovresti nemmeno essere qui. Non abbiamo più molto tempo.» Mi sostengo a uno degli orpelli della ringhiera. Il metallo è bollente sotto le mie mani, poi sento le sue, fresche nonostante tutto, stringermi e sollevarmi. «E dove vuoi che vada senza di te?» Mi sussurra.
«A finire il tuo lavoro, prima che una guardia o il carceriere ti veda.»
Il torace mi fa un male d'inferno.
«Non si farà vivo oggi. È arrivato un nuovo gruppo di schiavi, li ho visti prima attraverso i lucernari.» Si fa di colpo seria in viso e, non so se il ricordo o la paura le incupiscono lo sguardo. «Avrà parecchio da fare,» mi dice e non posso non cogliere l'orrore nelle sue parole, «scegliere le donne migliori per se e stroncare ogni tentativo di ribellione prima ancora che si manifesti.»
La mia mano scivola sulla sua guancia e sulla lunga cicatrice che le deforma il viso in un sorriso perenne.
«Va bene, ma togliamoci comunque di qui.»
Sono certo che lei la reputi una buona idea, ma rimanere sospesi sopra a un lago d'olio bollente, per quanto al riparo dai nostri aguzzini, per me non lo è.
Devo appoggiarmi a lei, le sovrasto le spalle esili con un braccio, sembra talmente delicata.
Non sopravvivrà qua dentro. Non sopravvivrà se non ci diamo da fare.
Mi avvicino alla carrucola, è inutile che tenti di sganciarne le corde, sollevare le braccia mi devasta.
Le prende lei, le lascia scivolare tra quelle dita affusolate, la pelle screpolata la fa gemere ma continua finché non ha abbassato l'elevatore.
Da qui riesco anche a sentire le bolle d'olio scoppiare e riformarsi di nuovo, «vai avanti tu,» le dico, indicandole il cunicolo d'uscita.
Anche questo è caldo, e come potrebbe essere altrimenti, siamo al centro del motore.
Lo attraversiamo gattonando, le protezioni di cuoio per le ginocchia scricchiolano sul metallo, srotolo la garza dalle mie mani e le tocco una coscia per richiamarla, poi gliele passo digrignando i denti. Le mie costole fanno lo stesso rumore.
Un concerto di sbuffi di vapore ci informa che siamo vicini alla sala macchine, si ripetono in un libitum assordante. Fischiano e borbottano, cantando una melodia che conosco fin troppo bene.
«Ci siamo Feder, scendo per prima, poi ti aiuto.»
Dovrei essere io a farlo, ma la mia cavalleria cozza col dolore.
La caldaia è una bocca di fuoco aperta sull'inferno ed è qui che i dannati scontano la pena. È qui che grazie a noi, troveranno redenzione.
Scendo dal budello di metallo per infilarmi nello stomaco del mostro. Una decina di ergastolani spala carbone, altrettanti lo accatastano, assieme a tutto ciò che bruci, compresi i morti.
Nel crogiolo di mani, gambe e teste riconosco Evan.
I suoi lineamenti gentili abbrutiti dal fuoco, il suo torace devastato.
«Non guardare.» Insiste la mia bellissima compagna, «mettiti alla mola, inuno dei bracci vuoti, nessuno si accorgerà se non spingi davvero.»
Lei ha ragione, ma non riesco a distogliere lo sguardo da quel volto tanto caro, e tanto scoosciuto, adesso.
Evan perdonami.
È colpa mia, la rivoluzione era un gioco che non ti appassionava prima di incontrare me.
Un colpo alla spalla, mi volto e gli occhi gelidi di Rianna mi rammentano la mia missione.
Non è facile infilarsi nella mola mentre ruota, ma uno dei bracci ha solo due vogatori.
Aspetto che compiano un giro completo e mi metto nel posto vuoto.
L'uomo alla mia sinistra non ha né volto né nome. La testa bassa sul palo che sta spingendo e il passo trascinato di chi sta per cedere.
Le catene alle sue caviglie sono ossidate e la pelle intorno sembra marcire.
Rianna mi accompagna per alcuni minuti, finge anche lei di spingere. Il suo sguardo saetta in tutta la sala ma solo io lo noto. È allenata, è letale. Il carceriere ha tentato di spezzarla e crede di averlo fatto. Illuso.
Rianna si può ucciderla, non piegarla.
Un ragazzo ci corre vicino, lo vedo insinuarsi tra gli schiavi nel dedalo di gambe, catene e braccia. Si accovaccia per non venire colpito dai pali in perenne movimento e ingrassa il perno centrale.
L'olio scivola lungo la filettatura denso, lento. Come l'intuizione che fose salverà la vita a un bel po'di questi disperati. Anche io dovrò arrivare fin lì.
Il ragazzo torna indietro come era arrivato, poi scompare nella coltre caliginosa.
Mi manca l'aria. Il vapore sprigionato dalla caldaia sembra sempre più forte, ci avvolge nel suo abbraccio bagnato e soffocante. Dobbiamo passare inosservati solo per dopo, ormai. È quasi sera.
Mi volto e Rianna è sparita.
Dov'è?
Faccio per spostarmi ma un fischio mi blocca.
Le saracinesche in fondo alla sala urlano e le porte si spalancano. Non le vedo, avvolto dal manto lattiginoso, ma in tre mesi qui dentro ho imparato a riconoscerne la voce stonata.
I passi cadenzati delle guardie fanno eco ai martelli delle schiacciatrici. C'è un cambio turno. Quindi è passato un giorno.
Quindi questa è la notte giusta per agire, ma a modo mio.
Ho progettato io questo motore, quando ancora il mio nome poteva essere pronunciato, quando credevo che l'operato della gilda fosse giusto e insindacabile.prima di incontrare lei.
So come fermarlo, e posso farlo con il minimo delle perdite.
Intravedo Rianna attraverso la coltre biancastra, segue un gruppo di donne verso i dormitori comuni, faccio altrettanto.
Lo schiavo accanto a me scivola, inciampando nei propri piedi e mi regala un'occasione. Cerco di non sentire lo scricchiolio del suo corpo calpestato dagli altri, le sue grida.
Due guardie corrono da questa parte per prelevarlo, io mi accovaccio e passo al palo dietro al mio.
Lo faccio tre volte finche i corpi sudati e sanguinanti degli altri ergastolani mi coprono alla vista e io posso defilarmi.
Il dormitorio è buio e puzza. Solo un paio di lampade a olio arrossano la perenne coltre bianca.
Aspetto solo pochi istanti poi un tocco gentile e inconfondibile sulla mia spalla, «Rianna?»
Non posso vederla sorridere ma so che lo sa facendo, «è il momento, stiamo sorvolando l'oceano non avremo un'altra occasione per essere tanto distanti dai soccorsi.»
Lo so, non aspetto altro da mesi.
Mi passa qualcosa, e il fagotto mi riempie le mani.
«Tu posiziona la carica, io voglio passare dal carceriere prima.»
L'afferro prima che possa allontanarsi, «non lo fare, potresti mandare in malora tutto!»
Qualcuno entra nel dormitorio, la luce della lanterna le rischiara il volto. i suoi occhi brillano, demoniaci.
«Se mai si salverà qualcuno, non deve lui.»

Il vapore che muove questo mostro rende tutto appiccicoso. Sfrego le mani sperando di asciugarle e mi avvicino alla sala macchine.
Gli schiavi del secondo turno, un centinaio in tutto, stanno muovendo gli ingranaggi dell'aerostato. Tutto il dirigibile imperiale, ogni suo movimento, parte da questo enorme perno.
Lego il fagotto in vita e mi avvicino al palo centrale della mola.
Rianna mi ucciderà, è una pazzia ma non voglio ammazzare degli innocenti, se posso evitarlo.
Le guardie sono poche, devono presenziare al gala di stasera, come avevamo previsto.
Sospettano infiltrati tra il personale, gli idioti, non tra gli ergastolani.
Supero la cancellata color ruggine e mi avvicino ai pali, due sono addirittura vuoti, perfetto. Come la rotazione me ne porta uno a tiro mi insinuo e mi spingo fino al perno.
Questo mostro non girerà più.
È buio e gli schiavi che ho intorno non mi prestano attenzione. Meglio, non voglio guardarli, né ricordare i loro volti.
Faccio scivolare il composto lungo la filettatura del perno, compio due giri continuando a inondarlo.
Mi volto camminando al contrario e mi trovo faccia a faccia con lo schiavo che mi seguiva, «Tra due ore, dovete essere il più lontano possibile da questa macchina, passa la voce. Due ore, non prima o vi spareranno vedendovi fuggire in massa.»
Non ascolto la sua risposta e mi defilo.
Siamo talmente tanti qui dentro, che passo inosservato. Raccolgo del carbone da terra e me ne colmo le braccia. Una fitta mi ricorda quanto debba muovermi con cautela.
Quella caduta dal montacarichi non ci voleva. Sarebbe stato tutto più semplice ora.
Una guardia mi segue con lo sguardo, che abbia intuito qualcosa? Continuo a camminare e aspetto che guardi altrove.
Non appena lo fa, salgo nel montacarichi. Abbiamo provato questa cosa decine di volte, anche se nelle prove c'era anche Evan.
Faccio cadere giù il carbone e mi isso fino al secondo piano. Certo l'abbiamo provata quando muovere le braccia non era così doloroso.
Il cunicolo che ho preso sbuca alle valvole di sfiato.
Le chiudo tutte tranne quella del troppo pieno della vasca dell'olio.
In questo momento tutte le macchine staranno fischiando e gorgogliando e, se chi dirige questo posto non è pazzo, farà fermare tutti gli ergastolani per non dare altro vapore e correrà qui.
Quindi mi infilo nel budello che mi porterà alla vasca dell'olio.
A questo punto dovrebbe essersi quasi vuota.
«Ma che hai combinato?»
Rianna è già qui, le braccia e il vestito pieni di sangue.
Ha trovato il carceriere.
«Ho cambiato idea e ho minato il perno.»
Sento solo lo spostamento d'aria, poi il metallo sulla mia gola.
«Non si cambia idea! Dovevi minare il pallone. L'elio avrebbe generato la giusta esplosione!»
Ha lasciato cadere il pezzo di metallo ed è rimasta in ginocchio. «Ho subito i giochi perversi di quel bastardo e delle sue guardie solo per reperire i componenti. Abbiamo impiegato mesi per fabbricare l'esplosivo liquido. E tu hai mandato tutto a puttane!»
La sento singhiozzare, vorrei abbracciarla ma so che non me lo permetterebbe.
Ho costruito io gli ingranaggi di questo aerostato, so cosa fare. «Non devi infuriarti, minando il perno centrale bloccheremo tutto. Il pallone cadrà in acqua e in breve colerà a picco.»
«Si ma il pallone impedirà che vada a fondo subito, e l'Imperatore, la giunta e tutti suoi generali avranno il tempo di chiamare aiuto.»
Comincio a gattonare verso il chiusino del troppo pieno, l'olio di cui è ancora cosparso non mi permette di procedere agevolmente. Sento che Rianna mi sta seguendo.
«Il padiglione imperiale è il più basso, la serata di gala si terrà nella sala col pavimento trasparente. E quel piano non è stagno.» Aggiungo.
«Quindi?»
Mi sporgo dall'apertura che getta sul mare. Spero che i nostri compagni siano davvero qui sotto. «Quindi per quando arriveranno i soccorsi, saranno tutti annegati, ma il personale e gli ergastolani, avranno una possibilità di salvarsi.»
Sento il suo respiro più calmo, alle mie spalle.
Mi siedo lasciando penzolare le gambe nel vuoto e nel buio.
«Ora trattieni il fiato e buttati.» Urlo, pochi istanti prima di lanciarmi.

Freddo.
Rumore e freddo. Non credevo che l'acqua potesse produrre un tale frastuono. Apro gli occhi, sto ancora sprofondando, ma rallento.
Un altro rumore, vicino. Rianna é saltata.
Inizio a nuotare, le gambe sono intorpidite, sto gelando. Almeno non sento dolore.
Non appena emergo intravedo la testa della mia compagna, poi il fragore.
Tutto il mare sembra scuotersi, trattengo il fiato mentre l'onda generata dall'esplosione mi sbatte decine di metri più lontano. «Trattieni il fiato!» riesco a gridare alla mia donna, anche se non la vedo più.
L'aerostato si piega da un lato, le luci iniziano a baluginare e perde quota. Riesco perfino a sentire la gente urlare.
Quando il fondo impatta con l'acqua, l'onda che genera mi sposta di parecchio. Il rumore di vetri infranti si perde nella notte, urla, boati, esplosioni.
La sala del gala deve essere andata distrutta, come avevo previsto.
«Andiamo!» grido al vuoto, verso la porzione d'acqua dove dovrebbe essere caduta lei. Inizio a nuotare nella direzione dove dovrebbe aspettarci il peschereccio dei nostri compagni. Tra poco arriveranno i soccorsi, e noi dobbiamo essere lontani.
Rianna mi raggiunge con poche bracciate, è qui ed è viva. Il suo sorriso fa ripartire il mio cuore.
Il pallone galleggia in lontananza illuminato dalla luna. Vedo le sagome della gente arrampicarvisi e stagliarsi nella notte.
Sono tanti e tanti continuano a salire.
I soccorsi li trarranno in salvo tra poco, ma per l'Imperatore sarà troppo tardi, non può essere sopravvissuto a quell'impatto. E nessuno può essere tanto folle da gettarsi per recuperarlo.
Sento i motori delle navi vedetta avvicinarsi.
Allora dó un'altra bracciata.


...Ormai sono partita con lo steampunk e non riesco più a uscirne, aiuto!

Edited by Polly Russell - 15/11/2012, 11:09
 
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