IL PONTE SULLA MONTAGNA ROSSA di shanda06Grammatica e sintassi:CITAZIONE
era fatto con listelli
Era chi? Il soggetto è ancora "la campana".CITAZIONE
La campana risuonava da lontano, chiamando a raccolta tutti coloro che arrivavano dal ponte sulla montagna rossa; era fatto con listelli di legno marcito e reggeva una persona alla volta a malapena, facendo risuonare le pareti della montagna rossa con scricchiolii che rispondevano al rintocco della campana
Tre ripetizioni.Essi chi?CITAZIONE
i suoi rintocchi significano morte”.
Io sentivo questi rintocchi del ponte
Ripetizione.CITAZIONE
Sentivo questa contabilità della morte, chiedendomi ogni volta a che tipo di morte corrispondesse.
Ripetizione.CITAZIONE
Era impossibile riconoscerne i volti, visto che gli uomini portavano cappellacci flosci neri e lunghi tabarri dai quali si indovinavano pantaloni rimboccati e le donne avevano lunghi abiti dalle sfumature funeree e in capo cuffie nere dai ricami che penzolavano nel vento gelido della montagna.
Trovo la frase mal costruita, oltre che priva di punteggiatura.
Metterei: "Era impossibile riconoscerne i volti. Gli uomini portavano neri cappellacci flosci e lunghi tabarri dai quali si indovinavano pantaloni rimboccati. Le donne lunghi abiti dalle sfumature funeree, in capo cuffie nere ricamate che penzolavano al vento gelido della montagna.CITAZIONE
Il clima era sempre freddo, allora, con il cielo sempre azzurro
Ripetizione.CITAZIONE
Possibile che andasse
Refuso: "andassero".CITAZIONE
Non mi fidavo di certi carichi voluminosi avvolti nelle tele
Metterei una virgola dopo "voluminosi".
CITAZIONE
Ne restava l’anima, dell’odore delle nuvole candite che vendevano nella pasticceria del fondovalle.
Di nuovo una costruzione pessima. Metterei: "Restava l'anima delle nuvole candite, vendute nella pasticceria di fondovalle". L'anima da già l'idea dell'odore in questo modo di eviti la ripetizione la riga successiva.CITAZIONE
da dove venivano gli ingredienti veri.
Dubito possano essere fatte di ingredienti finti. Forse intendevi "da dove venivano, in verità, gli ingredienti".CITAZIONE
prima di soccombere al terrore del demone campanario che ti fa sentire già morto anche se sei ancora capace di camminare e parlare.
Solo adesso penso che avrei fatto bene a correre a casa di mia nonna e a prendere la cintura che le aveva permesso di resistere per anni al richiamo del demone campanario.
Ripetizione.CITAZIONE
La ricorderò sempre con la bocca impolverata di zucchero mentre sgranocchiava la grossa nube di zucchero candito bianco.
Ripetizione.CITAZIONE
Lei non mi aveva ascoltato, perché le campane erano rimaste mute tutta la mattina e tutto il pomeriggio
Poco prima hai detto che le campane suonavano all'arrivo dell'amica.CITAZIONE
Che volto giovane aveva.
Non avevo mai visto
Ripetizione.CITAZIONE
mi impegno io a coprirti presso i capi-.
Se non continui con un discorso indiretto il trattino finale non serve, inoltre i trattini vanno sempre staccati con uno spazio dalla prima parole. Te lo segnalo qui ma è un errore che ripeti in seguito.CITAZIONE
Facessero pure quel che dovevano dopo che io avevo terminato le mie commissioni nel fondovalle, per me facevano parte del paesaggio.
Ripetizione.CITAZIONE
e il legno chiacchierino del ponte,
Metterei un punto fermo.CITAZIONE
Continuai a fare la solita senza che nessuno mi prendesse
Presumo volessi dire "la solita vita".CITAZIONE
in grado di sentire i rintocchi della campana.
Il mio orecchio doveva essersi talmente assuefatto ai rintocchi sempre uguali da non sentirli più
CITAZIONE
di mia nonna, perché sapevo che la mia fine
Ripetizione. Commento:Shanda cara, è sempre un piacere ritrovarti.
Dalle atmosfere del tuo racconto traspare tutto il tuo amore, più volte dichiarato, per Lovecraft. Non tanto quello oscuro e fumoso delle nebbie del New England, ma quello inquieto e onirico delle Terre del Sogno.
La tua Montagna Rossa, i malvagi puritani di fondovalle, sono personaggi che il nostra amato Randolph Carter avrebbe potuto incontrare nelle sue peregrinazioni oltre la Porta dalla Chiave d'Argento. Nei sussurri della cittadina, nel male sottile dei suoi abitanti, ho ritrovato qualcosa di Ulthar, così come, millenni fa, popolava le mie visioni di ragazzino famelico d'orrore.
Come già per
Ribiez e per
Un giro in città, mi ritrovo a gustare i piccoli dettagli con i quali impreziosisci le tue storie. Particolari all'apparenza insignificanti ma che rendono le immagini vive, reali e ancora più inquietanti. Un estro che, come mi pare di averti già detto, mi ricorda Lynch e Cronemberg.
L'idea generale è quella della favola nera. Anzi, se vogliamo dare retta al vecchio Propp abbiamo tutti gli elementi per definirla tale. Andando invece sul contemporaneo, ho ritrovato alcuni echi dei comics di Raven Gregory (Grimm Fairy Tales) o del Klarion di Kirby (il presidente dell'Assise Infernale mi ha ricordato i modi di Teekl).
Quindi: ottime ambientazioni, ottimi personaggi, buona la storia.
Purtroppo sulla forma la caduta è a dir poco vertiginosa.
Il testo è pieno di imprecisioni e ripetizioni. La costruzione delle frasi è caotica e, in alcuni casi, incomprensibile. Sembra quasi che nella frettaa di produrre tu ti sia seduta alla tastiera buttando giù il tutto di getto.
Questo non è un male, anche a me capita di scrivere a flusso di coscienza ma, dopo un po' di decantazione, il composto va attentamente filtrato e le scorie rilavorate (l'alchimia insegna).
Una buona e attenta rilettura (personalmente consiglio sempre ad alta voce) ti avrebbe fatto balzare subito all'occhio alcune sbavature. Ho notato che, quando vuoi, hai un lessico davvero ottimo, molto ricercato, perfetto per il tuo stile retrò.
Alcune scene che descrivi sono d'impatto. Frasi come "il ponte chiacchierino" mi sono piaciute moltissimo. Ne deduco quindi che i frequenti pasticci con i termini siano dovuti non a una carenza quanto piuttosto a uno scarso lavoro di costruzione. Gioca di più con i sinonimi, crea similitudini e vedrai che quello che, per ora, è uno schizzo a matita diventerà non solo un'opera finita, ma uno di quei quadri che parlano all'anima e, nel tuo caso, la angosciano e la fanno rabbrividire.
Un ultimo consiglio è di snellire la parte finale. Va bene dare un senso di contrappasso all'anima di Artemisia, bella l'idea degli "Inferni" della Dimenticanza e della Riflessione, ma l'immagine di un vero e proprio tribunale rende il tutto troppo stucchevole. Avrei lasciato la figura demoniaca più sfumata, alla Faust per capirci.
Non demordere, perché hai tutte le carte in regola. Lavora sodo e i risultati non mancheranno.
In conclusione: Ambientazione; cura dei dettagli.
Forma.
Una favola evocativa e inquietante che pecca nella realizzazione.
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IL PRIMO RINTOCCO di Polly RussellGrammatica e sintassi:CITAZIONE
a Joshua parve quasi il boato di uno sparo.
Gusto mio, toglierei il "quasi". Ti risparmi anche la ripetizione poco dopo.CITAZIONE
Strinse gli occhi, quasi che il buio del cappuccio improvvisato, che gli era stato calato sulla testa non fosse sufficiente, e nell’oscurità rivide l’haudenosaunee.
Rivedrei la punteggiatura.
"Strinse gli occhi, quasi che il buio del cappuccio improvvisato, che gli era stato calato sulla testa, non fosse sufficiente e nell’oscurità rivide l’haudenosaunee.CITAZIONE
E ricordò quando non era il metallo, ma il sole a scandire il tempo.
La "e" è ridondante.CITAZIONE
Non ha mai saputo perché
Cambio di tempo. "Non seppe".CITAZIONE
se non collaborerai sarò io a ucciderti,
Via la virgola.CITAZIONE
Quindici anni di incubi in cui una figura senza volto possedeva sua madre e poi le tagliava la gola. Era solo un bambino, nascosto sotto la legnaia aveva visto il viso gentile di sua madre non mutare espressione
Ripetizione. Potresti sostituire il secondo con "della donna".CITAZIONE
E quando il coltello affondò nella sua pelle ramata riuscì
Qui passi al passato remoto mentre nel ricordo hai usato fin'ora il trapassato prossimo. Io continuerei con quello.
CITAZIONE
Era quel viso il primo che vide.
Idem.CITAZIONE
di chi colei che gli aveva donato la vita
Refuso. O "di chi" o "di colei che". Refuso. Peraltro divertentissimo.CITAZIONE
Sprofondò tra i sacchi d’orzo ammassati alla meno peggio vicino agli otri.
Metterei una virgola dopo "orzo".CITAZIONE
ansi si spostarono per impedirle di entrare
Refuso. "anzi".CITAZIONE
pestato da decine di zoccoli. Il cui frastuono cupo e basso coprì lo scampanio delle dieci.
Toglierei il punto, divide il complemento. Commento:Ciao Pollicina.
Ecco che il tuo amore per i nativi americani ci regala un'altro ottimo racconto. Sarà il mio gusto per il vecchio West, ma se Alo mi era piaciuto, la storia di Joshua mi ha colpito ancora di più.
C'è chi spesso penalizza una trama banale ma io credo che tutto andrebbe ponderato e contestualizzato. Nella semplicità degli eventi ho trovato una dimensione profonda, una delicatezza di sentimenti che un intreccio più complesso avrebbe sfumato.
La tua conoscenza appassionata dei luoghi e delle culture di cui narri ci dipinge il tutto con straordinario realismo e ci rende partecipi del massacro degli haudenosaunee, gli Irochesi, il popolo delle Lunghe Case.
Eppure, e qui parlo a titolo personale, non ho considerato Joshua il protagonista della storia, ma il vecchio Carrington. Sei riuscita, come al solito in maniera ottima, a far trasparire tutta la rabbia e la disperazione di un uomo che ama. Non solo Lara, ma anche il giovane indiano.
Forse sono io che l'ho voluto vedere, ma quello che mi ha trasmesso la descrizione del linciaggio è stata una sensazione di profonda sofferenza, come se l'uomo condividesse ogni colpo con la sua vittima. Ho immaginata questo padre, distrutto dal dolore e al contempo intrappolato nelle catene della sua posizione di perno della comunità (sembra il classico grande padrone terriero). L'ho visto schiacciato da preconcetti che condivide senza sentirli propri, solo perché radicati nella sua cultura.
In questo gioca un ruolo fondamentale il ruolo della puttana che dà voce al pensiero e alle pulsioni dell'intera città, che insinua, in maniera spietata, il tarlo del dubbio, che chiede al leader di rendere conto delle proprie azioni. E questo mi porta non solo a escludere che sia stato lui l'autore della violenza verso la madre di Joshua, ma a credere che la sua partecipazione al massacro sia stata fatta sull'onda dell'euforia del branco.
E' un figlio del suo tempo. Agisce così perché non conosce altro modo.
Il ricordo iniziale della madre e l'arrivo finale dell'orsa chiudono un cerchio: mi piace pensare che come l'amore della madre salvò allora il figlio, così l'amore di una figlia salva infine il vecchio padre. Lo spirito della donna, trasfigurato nell'animale totem (azzeccato, essendo l'orso da sempre simbolo di regalità), rivede se stessa in Lara.
Uniche pecche, a mio parere, la scoperta della gravidanza di Lara che da l'idea del colpo di scena scontato, problema al quale avrei ovviato con un piccolo dialogo con il prete, e la forzatissima frase finale. Ho notato come questa sia stata appiccicata a forza in tutti i racconti (nel mio per primo) ma era in effetti di una banalità tale da non lasciare scampo.
In conclusione: Personaggi e loro psicologia; ambientazione.
Exploit finale di scarso effetto.
Una bella storia di amore e sofferenza.
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PRESENZE di anark2000Grammatica e sintassi:CITAZIONE
A un tratto, la campana iniziò a suonare a morto.
Alcune signore anziane, sedute a prendere il sole intorno alla fontana di pietra, iniziarono a chiacchierare
Ripetizione.CITAZIONE
Urlò lei dalla cucina.
Lettera minuscola.CITAZIONE
la soluzione di un enigma millenario
Suona meglio "a un enigma millenario"CITAZIONE
- Cosa c'è? - Chiese Cinzia.
Anche qui ci vuole la minuscola. Ripeti in seguito lo stesso errore.Nient'altro da segnalare. Commento:Quando ho letto lo spoiler all'inizio del tuo racconto mi sono sentito stranito. In questo Skanna, a quanto pare, abbiamo deciso entrambi di ricordare una persona amata, anche se in maniera diversa. Questa è la sensazione che ho provato leggendo questo spendido racconto. Riappare la figura di Mario, il cuoco di
Gente apparentemente normale che, per stessa ammissione, è il tuo alter ego letterario e questo mi fa pensare a quale sforzo ti sia occorso per trasporre in parole ricordi così vivi, veri e profondi.
Il tuo stile è come al solito semplice, forse troppo, eppure come nel recente
Armageddon!, carico di dolcezza. Nelle sfumature dei dialoghi traspare l'amore fresco e scherzoso per Cinzia e quello più profondo e mai sopito per Francesca. Un amore che spinge la ragazza a rimanere incatenata a questo piano di manifestazione anche dopo la morte.
A chi segue la mia via spirituale viene insegnato a
lasciare andare i nostri morti. Quando, un anno fa, persi una delle persone a me più care al mondo (che ricordo proprio nel pezzo di questo Skannatoio), il mio maestro mi disse queste parole, all'apparenza trite, ma profonde per chi ne conosce il senso: "
ricorda che la morte è la ricreazione a uno stato migliore". Il segreto è nella parola stessa: ri-creare, creare di nuovo.
Il nostro dolore e la non accettazione di una perdita costringe chi amiamo a restare ma qui accade il contrario. Mi piace pensare che sia proprio Francesca a negarsi il proseguo del suo cammino per restare accanto a Mario e aiutarlo a crescere come, e forse meglio, di quanto abbia potuto fare in vita. La sua presenza attenta lo aiuta a mettersi in discussione e a ri-crearsi e in questo vedo un gesto straordinario di pietà, vista come virtù luminosa.
Nella cultura induista i
Bodhisattva negano a se stessi la liberazione dall'io per poter ritornare a guidare gli uomini. Senza, forse, saperlo in maniera cosciente hai dipinto un ricordo straordinario di Francesca, mostrandola come una di quelle anime luminose che, pur avendoci lasciati nella concretezza terrena, "
sono sempre tra di noi, luminose e viventi". Un abbraccio.
In conclusione: I sentimenti profondi che traspaiono dalla lettura.
Forse lo stile eccessivamente minimale, per quanto funzionale.
Un profondo, dolce, commovente ricordo.
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TRE E TRE QUARTI di Nozomi 2.0 Grammatica e sintassi:Refuso.Nient'altro da segnalare. Commento:Ben ritrovata biscottino.
E' in casi come questo che la forza dell'archetipo si manifesta in maniera così palese. Tutti infatti abbiamo associato alle campane il dolore, la sofferenza, la perdita, il ricordo. Tutte espressioni psicologiche (paradossalmente anche l'ultima) dell'ablazione. Interessante davvero.
Che dire di questo tuo brano, in cui mi delizi fin da principio con le parole di K'i Tsi?
Abbastanza emblematico direi, intriso di quella malinconia che ulimamente ti permea (sei tu stessa a dircelo) e che intessi nelle tue opere.
Eppure anche qui, se in modo minore e diverso rispetto a
Tony Chan, vedo mancare qualcosa. La prosa è, come al solito, di altissimo livello, piena di riferimenti e spunti interessanti (alle volte immagino come sarebbe scrivere a quattro mani con te,
scrivere sottolineo, ne uscirebbe qualcosa di meraviglioso e incomprensibile) ma è come imbrigliata. Vorrebbe lanciarsi al galoppo ma viene trattenuta.
Ogni opere deve essere giudicata a se stante e quindi non userò per metro i tuoi precedenti lavori ma nelle descrizioni, minuziose e curate fino al parossismo, ho visto una tensione crescente che purtroppo non giunge al culmine: né con il bacio, né con la morte dello sventurato giovanotto.
Non fraintendermi, non parlo di tensione sessuale (maliziosa), ma di un climax emotivo che viene castrato sul nascere.
E' difficile da spiegare essendo una sensazione. Non si tratta della scena in se, il bacio è perfetto; forse il problema sta nelle parole. Ho capito il tuo intento di voler lasciare il tutto sospeso nell'attimo ma ciò che è arrivato a me è invece una sensazione di incompiuto. Forse dei personaggi, forse della scrittrice. Probabilmente di entrambi.
Poi, rileggendo le ultime righe un dubbio mi sorge.
E tu che dicesti qualcosa.
Perché non ricordo quello che mi dicesti?E mi chiedo se questa sensazione di incompletezza non sia voluta. Forse sta a noi chiudere il cerchio, dare forma a quelle parole dimenticate?
Autocitandomi, come scrissi in un mio saggio sulla psicologia del dolore: "la verità, ecco, io non la conosco, ma nel cercare di essere giusto, attraverso l'amore, mi avvicino a essa".
In conclusione: Prosa meravigliosa.
Senso di incompiutezza.
Il ricordo di un sentimento, delicato e soffuso. Forse troppo.
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Classifica:1°) PRESENZE di anark2000 4 Punti2°) IL PRIMO RINTOCCO di Polly Russell 3 Punti3°) TRE E TRE QUARTI di Nozomi 2.0 2 Punti4°) IL PONTE SULLA MONTAGNA ROSSA di shanda06 1 PuntoCome sempre è stato un piacere.
Edited by Sol Weintraub - 8/3/2013, 17:30