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Skannatoio, marzo 2013, edizione XVI, Per chi suona la campana
* Campionato pri-est 2013, 1 di 12

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view post Posted on 7/3/2013, 21:47
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Arrotolatrice di boa

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Grande Noz!
 
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Sol Weintraub
view post Posted on 7/3/2013, 21:50




Ecco che appare la mia musa. :wub:
 
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Nozomi 2.0
view post Posted on 7/3/2013, 22:13




Dovere!

Baci a tutti! :wub:
Oh, il vino del coinquilino è pugliese e tosto, la testina mi gira assai
wine
Gira gira tutto...
Sono stanca, vado a dormire appisolandomi con canzoni meeeeeeeelanconiche

Tipo questa!
Video

N!
 
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view post Posted on 7/3/2013, 23:09
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Arrotolatrice di boa

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'notte Noz

Invece qui on c'è verso... Il sonno non arriva e il tedio mi vince.
 
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Sol Weintraub
view post Posted on 8/3/2013, 11:44




Oddio ho visto adesso, mi è scappato un ha senza l'h. Fustigatemi. :p095:
Tra un'oretta i commenti, in ritardo sulla mia solita tabella di marcia.
 
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view post Posted on 8/3/2013, 12:14
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Arrotolatrice di boa

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Io sto commentando quelli della macelleria! Che ti preoccupi a fare! ;)
Peró se li posti tra poco, siamo tutti contenti!
 
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Sol Weintraub
view post Posted on 8/3/2013, 14:05




IL PONTE SULLA MONTAGNA ROSSA di shanda06

Grammatica e sintassi:
CITAZIONE
era fatto con listelli

Era chi? Il soggetto è ancora "la campana".

CITAZIONE
La campana risuonava da lontano, chiamando a raccolta tutti coloro che arrivavano dal ponte sulla montagna rossa; era fatto con listelli di legno marcito e reggeva una persona alla volta a malapena, facendo risuonare le pareti della montagna rossa con scricchiolii che rispondevano al rintocco della campana

Tre ripetizioni.

CITAZIONE
essi dicevano

Essi chi?

CITAZIONE
i suoi rintocchi significano morte”.
Io sentivo questi rintocchi del ponte

Ripetizione.

CITAZIONE
Sentivo questa contabilità della morte, chiedendomi ogni volta a che tipo di morte corrispondesse.

Ripetizione.

CITAZIONE
Era impossibile riconoscerne i volti, visto che gli uomini portavano cappellacci flosci neri e lunghi tabarri dai quali si indovinavano pantaloni rimboccati e le donne avevano lunghi abiti dalle sfumature funeree e in capo cuffie nere dai ricami che penzolavano nel vento gelido della montagna.

Trovo la frase mal costruita, oltre che priva di punteggiatura.
Metterei: "Era impossibile riconoscerne i volti. Gli uomini portavano neri cappellacci flosci e lunghi tabarri dai quali si indovinavano pantaloni rimboccati. Le donne lunghi abiti dalle sfumature funeree, in capo cuffie nere ricamate che penzolavano al vento gelido della montagna.


CITAZIONE
Il clima era sempre freddo, allora, con il cielo sempre azzurro

Ripetizione.

CITAZIONE
Possibile che andasse

Refuso: "andassero".

CITAZIONE
Non mi fidavo di certi carichi voluminosi avvolti nelle tele

Metterei una virgola dopo "voluminosi".

CITAZIONE
Ne restava l’anima, dell’odore delle nuvole candite che vendevano nella pasticceria del fondovalle.

Di nuovo una costruzione pessima. Metterei: "Restava l'anima delle nuvole candite, vendute nella pasticceria di fondovalle". L'anima da già l'idea dell'odore in questo modo di eviti la ripetizione la riga successiva.

CITAZIONE
da dove venivano gli ingredienti veri.

Dubito possano essere fatte di ingredienti finti. Forse intendevi "da dove venivano, in verità, gli ingredienti".

CITAZIONE
prima di soccombere al terrore del demone campanario che ti fa sentire già morto anche se sei ancora capace di camminare e parlare.
Solo adesso penso che avrei fatto bene a correre a casa di mia nonna e a prendere la cintura che le aveva permesso di resistere per anni al richiamo del demone campanario.

Ripetizione.

CITAZIONE
La ricorderò sempre con la bocca impolverata di zucchero mentre sgranocchiava la grossa nube di zucchero candito bianco.

Ripetizione.

CITAZIONE
Lei non mi aveva ascoltato, perché le campane erano rimaste mute tutta la mattina e tutto il pomeriggio

Poco prima hai detto che le campane suonavano all'arrivo dell'amica.

CITAZIONE
Che volto giovane aveva.
Non avevo mai visto

Ripetizione.

CITAZIONE
mi impegno io a coprirti presso i capi-.

Se non continui con un discorso indiretto il trattino finale non serve, inoltre i trattini vanno sempre staccati con uno spazio dalla prima parole. Te lo segnalo qui ma è un errore che ripeti in seguito.

CITAZIONE
Facessero pure quel che dovevano dopo che io avevo terminato le mie commissioni nel fondovalle, per me facevano parte del paesaggio.

Ripetizione.

CITAZIONE
e il legno chiacchierino del ponte,

Metterei un punto fermo.

CITAZIONE
Continuai a fare la solita senza che nessuno mi prendesse

Presumo volessi dire "la solita vita".

CITAZIONE
in grado di sentire i rintocchi della campana.
Il mio orecchio doveva essersi talmente assuefatto ai rintocchi sempre uguali da non sentirli più

CITAZIONE
di mia nonna, perché sapevo che la mia fine

Ripetizione.


Commento:
Shanda cara, è sempre un piacere ritrovarti.
Dalle atmosfere del tuo racconto traspare tutto il tuo amore, più volte dichiarato, per Lovecraft. Non tanto quello oscuro e fumoso delle nebbie del New England, ma quello inquieto e onirico delle Terre del Sogno.
La tua Montagna Rossa, i malvagi puritani di fondovalle, sono personaggi che il nostra amato Randolph Carter avrebbe potuto incontrare nelle sue peregrinazioni oltre la Porta dalla Chiave d'Argento. Nei sussurri della cittadina, nel male sottile dei suoi abitanti, ho ritrovato qualcosa di Ulthar, così come, millenni fa, popolava le mie visioni di ragazzino famelico d'orrore.
Come già per Ribiez e per Un giro in città, mi ritrovo a gustare i piccoli dettagli con i quali impreziosisci le tue storie. Particolari all'apparenza insignificanti ma che rendono le immagini vive, reali e ancora più inquietanti. Un estro che, come mi pare di averti già detto, mi ricorda Lynch e Cronemberg.
L'idea generale è quella della favola nera. Anzi, se vogliamo dare retta al vecchio Propp abbiamo tutti gli elementi per definirla tale. Andando invece sul contemporaneo, ho ritrovato alcuni echi dei comics di Raven Gregory (Grimm Fairy Tales) o del Klarion di Kirby (il presidente dell'Assise Infernale mi ha ricordato i modi di Teekl).
Quindi: ottime ambientazioni, ottimi personaggi, buona la storia.
Purtroppo sulla forma la caduta è a dir poco vertiginosa.
Il testo è pieno di imprecisioni e ripetizioni. La costruzione delle frasi è caotica e, in alcuni casi, incomprensibile. Sembra quasi che nella frettaa di produrre tu ti sia seduta alla tastiera buttando giù il tutto di getto.
Questo non è un male, anche a me capita di scrivere a flusso di coscienza ma, dopo un po' di decantazione, il composto va attentamente filtrato e le scorie rilavorate (l'alchimia insegna).
Una buona e attenta rilettura (personalmente consiglio sempre ad alta voce) ti avrebbe fatto balzare subito all'occhio alcune sbavature. Ho notato che, quando vuoi, hai un lessico davvero ottimo, molto ricercato, perfetto per il tuo stile retrò.
Alcune scene che descrivi sono d'impatto. Frasi come "il ponte chiacchierino" mi sono piaciute moltissimo. Ne deduco quindi che i frequenti pasticci con i termini siano dovuti non a una carenza quanto piuttosto a uno scarso lavoro di costruzione. Gioca di più con i sinonimi, crea similitudini e vedrai che quello che, per ora, è uno schizzo a matita diventerà non solo un'opera finita, ma uno di quei quadri che parlano all'anima e, nel tuo caso, la angosciano e la fanno rabbrividire.
Un ultimo consiglio è di snellire la parte finale. Va bene dare un senso di contrappasso all'anima di Artemisia, bella l'idea degli "Inferni" della Dimenticanza e della Riflessione, ma l'immagine di un vero e proprio tribunale rende il tutto troppo stucchevole. Avrei lasciato la figura demoniaca più sfumata, alla Faust per capirci.
Non demordere, perché hai tutte le carte in regola. Lavora sodo e i risultati non mancheranno.

In conclusione:
:) Ambientazione; cura dei dettagli.
:angry: Forma.

Una favola evocativa e inquietante che pecca nella realizzazione.

- - -



IL PRIMO RINTOCCO di Polly Russell

Grammatica e sintassi:
CITAZIONE
a Joshua parve quasi il boato di uno sparo.

Gusto mio, toglierei il "quasi". Ti risparmi anche la ripetizione poco dopo.

CITAZIONE
Strinse gli occhi, quasi che il buio del cappuccio improvvisato, che gli era stato calato sulla testa non fosse sufficiente, e nell’oscurità rivide l’haudenosaunee.

Rivedrei la punteggiatura.
"Strinse gli occhi, quasi che il buio del cappuccio improvvisato, che gli era stato calato sulla testa, non fosse sufficiente e nell’oscurità rivide l’haudenosaunee.


CITAZIONE
E ricordò quando non era il metallo, ma il sole a scandire il tempo.

La "e" è ridondante.

CITAZIONE
Non ha mai saputo perché

Cambio di tempo. "Non seppe".

CITAZIONE
se non collaborerai sarò io a ucciderti,

Via la virgola.

CITAZIONE
Quindici anni di incubi in cui una figura senza volto possedeva sua madre e poi le tagliava la gola. Era solo un bambino, nascosto sotto la legnaia aveva visto il viso gentile di sua madre non mutare espressione

Ripetizione. Potresti sostituire il secondo con "della donna".

CITAZIONE
E quando il coltello affondò nella sua pelle ramata riuscì

Qui passi al passato remoto mentre nel ricordo hai usato fin'ora il trapassato prossimo. Io continuerei con quello.

CITAZIONE
Era quel viso il primo che vide.

Idem.

CITAZIONE
di chi colei che gli aveva donato la vita

Refuso. O "di chi" o "di colei che".

CITAZIONE
e si avvinò

Refuso. Peraltro divertentissimo.

CITAZIONE
Sprofondò tra i sacchi d’orzo ammassati alla meno peggio vicino agli otri.

Metterei una virgola dopo "orzo".

CITAZIONE
ansi si spostarono per impedirle di entrare

Refuso. "anzi".

CITAZIONE
pestato da decine di zoccoli. Il cui frastuono cupo e basso coprì lo scampanio delle dieci.

Toglierei il punto, divide il complemento.


Commento:
Ciao Pollicina. ^_^
Ecco che il tuo amore per i nativi americani ci regala un'altro ottimo racconto. Sarà il mio gusto per il vecchio West, ma se Alo mi era piaciuto, la storia di Joshua mi ha colpito ancora di più.
C'è chi spesso penalizza una trama banale ma io credo che tutto andrebbe ponderato e contestualizzato. Nella semplicità degli eventi ho trovato una dimensione profonda, una delicatezza di sentimenti che un intreccio più complesso avrebbe sfumato.
La tua conoscenza appassionata dei luoghi e delle culture di cui narri ci dipinge il tutto con straordinario realismo e ci rende partecipi del massacro degli haudenosaunee, gli Irochesi, il popolo delle Lunghe Case.
Eppure, e qui parlo a titolo personale, non ho considerato Joshua il protagonista della storia, ma il vecchio Carrington. Sei riuscita, come al solito in maniera ottima, a far trasparire tutta la rabbia e la disperazione di un uomo che ama. Non solo Lara, ma anche il giovane indiano.
Forse sono io che l'ho voluto vedere, ma quello che mi ha trasmesso la descrizione del linciaggio è stata una sensazione di profonda sofferenza, come se l'uomo condividesse ogni colpo con la sua vittima. Ho immaginata questo padre, distrutto dal dolore e al contempo intrappolato nelle catene della sua posizione di perno della comunità (sembra il classico grande padrone terriero). L'ho visto schiacciato da preconcetti che condivide senza sentirli propri, solo perché radicati nella sua cultura.
In questo gioca un ruolo fondamentale il ruolo della puttana che dà voce al pensiero e alle pulsioni dell'intera città, che insinua, in maniera spietata, il tarlo del dubbio, che chiede al leader di rendere conto delle proprie azioni. E questo mi porta non solo a escludere che sia stato lui l'autore della violenza verso la madre di Joshua, ma a credere che la sua partecipazione al massacro sia stata fatta sull'onda dell'euforia del branco.
E' un figlio del suo tempo. Agisce così perché non conosce altro modo.
Il ricordo iniziale della madre e l'arrivo finale dell'orsa chiudono un cerchio: mi piace pensare che come l'amore della madre salvò allora il figlio, così l'amore di una figlia salva infine il vecchio padre. Lo spirito della donna, trasfigurato nell'animale totem (azzeccato, essendo l'orso da sempre simbolo di regalità), rivede se stessa in Lara.
Uniche pecche, a mio parere, la scoperta della gravidanza di Lara che da l'idea del colpo di scena scontato, problema al quale avrei ovviato con un piccolo dialogo con il prete, e la forzatissima frase finale. Ho notato come questa sia stata appiccicata a forza in tutti i racconti (nel mio per primo) ma era in effetti di una banalità tale da non lasciare scampo.

In conclusione:
:) Personaggi e loro psicologia; ambientazione.
:angry: Exploit finale di scarso effetto.

Una bella storia di amore e sofferenza.

- - -



PRESENZE di anark2000

Grammatica e sintassi:
CITAZIONE
A un tratto, la campana iniziò a suonare a morto.
Alcune signore anziane, sedute a prendere il sole intorno alla fontana di pietra, iniziarono a chiacchierare

Ripetizione.

CITAZIONE
Urlò lei dalla cucina.

Lettera minuscola.

CITAZIONE
la soluzione di un enigma millenario

Suona meglio "a un enigma millenario"

CITAZIONE
- Cosa c'è? - Chiese Cinzia.

Anche qui ci vuole la minuscola. Ripeti in seguito lo stesso errore.

Nient'altro da segnalare.


Commento:
Quando ho letto lo spoiler all'inizio del tuo racconto mi sono sentito stranito. In questo Skanna, a quanto pare, abbiamo deciso entrambi di ricordare una persona amata, anche se in maniera diversa. Questa è la sensazione che ho provato leggendo questo spendido racconto. Riappare la figura di Mario, il cuoco di Gente apparentemente normale che, per stessa ammissione, è il tuo alter ego letterario e questo mi fa pensare a quale sforzo ti sia occorso per trasporre in parole ricordi così vivi, veri e profondi.
Il tuo stile è come al solito semplice, forse troppo, eppure come nel recente Armageddon!, carico di dolcezza. Nelle sfumature dei dialoghi traspare l'amore fresco e scherzoso per Cinzia e quello più profondo e mai sopito per Francesca. Un amore che spinge la ragazza a rimanere incatenata a questo piano di manifestazione anche dopo la morte.
A chi segue la mia via spirituale viene insegnato a lasciare andare i nostri morti. Quando, un anno fa, persi una delle persone a me più care al mondo (che ricordo proprio nel pezzo di questo Skannatoio), il mio maestro mi disse queste parole, all'apparenza trite, ma profonde per chi ne conosce il senso: "ricorda che la morte è la ricreazione a uno stato migliore". Il segreto è nella parola stessa: ri-creare, creare di nuovo.
Il nostro dolore e la non accettazione di una perdita costringe chi amiamo a restare ma qui accade il contrario. Mi piace pensare che sia proprio Francesca a negarsi il proseguo del suo cammino per restare accanto a Mario e aiutarlo a crescere come, e forse meglio, di quanto abbia potuto fare in vita. La sua presenza attenta lo aiuta a mettersi in discussione e a ri-crearsi e in questo vedo un gesto straordinario di pietà, vista come virtù luminosa.
Nella cultura induista i Bodhisattva negano a se stessi la liberazione dall'io per poter ritornare a guidare gli uomini. Senza, forse, saperlo in maniera cosciente hai dipinto un ricordo straordinario di Francesca, mostrandola come una di quelle anime luminose che, pur avendoci lasciati nella concretezza terrena, "sono sempre tra di noi, luminose e viventi". Un abbraccio.

In conclusione:
:) I sentimenti profondi che traspaiono dalla lettura.
:angry: Forse lo stile eccessivamente minimale, per quanto funzionale.

Un profondo, dolce, commovente ricordo.

- - -



TRE E TRE QUARTI di Nozomi 2.0 :wub:

Grammatica e sintassi:
CITAZIONE
chi lo perché

Refuso.

Nient'altro da segnalare.


Commento:
Ben ritrovata biscottino. :wub:
E' in casi come questo che la forza dell'archetipo si manifesta in maniera così palese. Tutti infatti abbiamo associato alle campane il dolore, la sofferenza, la perdita, il ricordo. Tutte espressioni psicologiche (paradossalmente anche l'ultima) dell'ablazione. Interessante davvero.
Che dire di questo tuo brano, in cui mi delizi fin da principio con le parole di K'i Tsi?
Abbastanza emblematico direi, intriso di quella malinconia che ulimamente ti permea (sei tu stessa a dircelo) e che intessi nelle tue opere.
Eppure anche qui, se in modo minore e diverso rispetto a Tony Chan, vedo mancare qualcosa. La prosa è, come al solito, di altissimo livello, piena di riferimenti e spunti interessanti (alle volte immagino come sarebbe scrivere a quattro mani con te, scrivere sottolineo, ne uscirebbe qualcosa di meraviglioso e incomprensibile) ma è come imbrigliata. Vorrebbe lanciarsi al galoppo ma viene trattenuta.
Ogni opere deve essere giudicata a se stante e quindi non userò per metro i tuoi precedenti lavori ma nelle descrizioni, minuziose e curate fino al parossismo, ho visto una tensione crescente che purtroppo non giunge al culmine: né con il bacio, né con la morte dello sventurato giovanotto.
Non fraintendermi, non parlo di tensione sessuale (maliziosa), ma di un climax emotivo che viene castrato sul nascere.
E' difficile da spiegare essendo una sensazione. Non si tratta della scena in se, il bacio è perfetto; forse il problema sta nelle parole. Ho capito il tuo intento di voler lasciare il tutto sospeso nell'attimo ma ciò che è arrivato a me è invece una sensazione di incompiuto. Forse dei personaggi, forse della scrittrice. Probabilmente di entrambi.
Poi, rileggendo le ultime righe un dubbio mi sorge.
E tu che dicesti qualcosa.
Perché non ricordo quello che mi dicesti?

E mi chiedo se questa sensazione di incompletezza non sia voluta. Forse sta a noi chiudere il cerchio, dare forma a quelle parole dimenticate?
Autocitandomi, come scrissi in un mio saggio sulla psicologia del dolore: "la verità, ecco, io non la conosco, ma nel cercare di essere giusto, attraverso l'amore, mi avvicino a essa".

In conclusione:
:) Prosa meravigliosa.
:angry: Senso di incompiutezza.

Il ricordo di un sentimento, delicato e soffuso. Forse troppo.

- - -



Classifica:
1°) PRESENZE di anark2000 4 Punti
2°) IL PRIMO RINTOCCO di Polly Russell 3 Punti
3°) TRE E TRE QUARTI di Nozomi 2.0 2 Punti
4°) IL PONTE SULLA MONTAGNA ROSSA di shanda06 1 Punto

Come sempre è stato un piacere. ^_^

Edited by Sol Weintraub - 8/3/2013, 17:30
 
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view post Posted on 8/3/2013, 16:22
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Magister Abaci

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Un'edizione ridotta ai minimi termini, ma perfettamente valida. Avete due settimane per inviare i commenti e le classifiche (beh, annunciato così, dopo i commenti di Sol, suona esagerato). Nell'attesa non perdetevi il numero 7 di Skan Magazine appena pubblicato!


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view post Posted on 8/3/2013, 16:45
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@Sol grazie mille!
Sono davvero contenta che sia arrivato. Hai colto nel segno perfettamente, in ogni parola. Ma da te me lo aspettavo! ;)
Ti avevo detto di temere di non essere stata cristallia, e ancora lo temo in effetti. Peró il senso che volevo dare era proprio quello che hai colto tu. Come nel passaggio del prete, che sbeffeggia
le Wrangler ma tenta comunque di aiutarlo. Sono tutti figli del loro tempo e della loro cultura. Abrebbero potuto essere diversi in un altro contesto.
Grazie.
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 8/3/2013, 17:02




CITAZIONE (TETRACTYS @ 8/3/2013, 16:22) 
Un'edizione ridotta ai minimi termini, ma perfettamente valida. Avete due settimane per inviare i commenti e le classifiche (beh, annunciato così, dopo i commenti di Sol, suona esagerato). Nell'attesa non perdetevi il numero 7 di Skan Magazine appena pubblicato!


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Non perdetevi l'intervista a Polly Russell
a pagina 86 di Skan Magazine n.7!
 
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view post Posted on 8/3/2013, 17:26
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Arrotolatrice di boa

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Giusto! Sono una di quelle che quando le fanno le interviste è contenta di conoscere le rispsote! ;)
 
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Nozomi 2.0
view post Posted on 8/3/2013, 18:48




@ Grazie, Sol, sei come al solito molto caro!
Commento approfondito e degno di riflessioni. Il racconto è nato etilico e criptico. Neanch'io so spiegare il finale. Forse volevo dire qualcosa di più profondo ma non me lo ricordo più.
Sto alzando un po' il gomito ultimamente (di nuovo) e non solo per contrastare la sindrome da foglio bianco.
Meno male che ho smesso con i superalcoolici e le sigarette.

PS: presto restituirò il favore :)
Baci!
 
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Sol Weintraub
view post Posted on 8/3/2013, 18:59




@Nozzy: il favore di bastonarmi il racconto? :lol:
Comunque, a parte i punzecchiamenti d'obbligo, il racconto è molto bello e merita già così com'è. Purtroppo essendo la classifica così stringata non ha il risalto che merita.

Edited by Sol Weintraub - 8/3/2013, 19:38
 
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anark2000
view post Posted on 9/3/2013, 14:04




IL PONTE SULLA MONTAGNA ROSSA
di shanda06

SPOILER (click to view)
Suggerimenti e correzioni

"La campana risuonava da lontano, chiamando a raccolta tutti coloro che arrivavano dal ponte sulla montagna rossa; era fatto con listelli di legno marcito e reggeva una persona alla volta a malapena, facendo risuonare le pareti della montagna rossa con scricchiolii che rispondevano al rintocco della campana, essi dicevano:”Per chi suona la campana? Essa suona per te e i suoi rintocchi significano morte”."
Ripetizione "montagna rossa" e "campana", cambierei con un sinonimo come "massiccio" e “che rispondevano ai rintocchi” togliendo campana.

“Io sentivo questi rintocchi del ponte, ai quali rispondevano quelli della campana del paese in fondo valle ed essi aggiungevano:”Il carnaio non è ancora completo, vieni, manchi ancora tu”.”
Ancora ripetizione.
"Io sentivo quelli del ponte, ai quali rispondeva la campana del paese in fondo valle ed essi aggiungevano:”Il carnaio non è ancora completo, vieni, manchi ancora tu”."

In questi due passaggi potrebbe creare confusione, nel lettore, quell'ESSI: si riferisce alle persone oppure ai rintocchi?

"Il clima era sempre freddo, allora, con il cielo sempre azzurro e il sole che risplendeva mandando barbagli malsani."
Credo che il CHE sia di troppo.

"Lei mi aveva nascosto di essersi trovata in casa una delle loro donne e di averla scacciata con un ultimo guizzo di energia, prima di soccombere al terrore del demone campanario che ti fa sentire già morto anche se sei ancora capace di camminare e parlare.
Solo adesso penso che avrei fatto bene a correre a casa di mia nonna e a prendere la cintura che le aveva permesso di resistere per anni al richiamo del demone campanario."
Ripetizione. Sostituirei il secondo DEMONE CAMPANARIO con "resistere per anni a quel richiamo."

"La ricorderò sempre con la bocca impolverata di zucchero mentre sgranocchiava la grossa nube di zucchero candito bianco."
Ripetizione. Toglierei il primo DI ZUCCHERO, non serve.

"-Artemisia- mi disse –vengo da parte della casa del campanile, ma non per te. Scappa fin che puoi. Prendi le cose che ti servono e lascia il resto, mi impegno io a coprirti presso i capi-."
Quando ci sono dei discorsi diretti, la punteggiatura e l'ortografia rispetta delle regole di impaginazione, o edit se preferisci.
"- Artemisia - mi disse - vengo da parte della casa del campanile, ma non per te. Scappa fin che puoi. Prendi le cose che ti servono e lascia il resto, mi impegno io a coprirti dai capi."
Nota lo spazio tra il trattino e la parola. Alla fine della frase, se conclusa con il discorso diretto, non serve il trattino.

"Facessero pure quel che dovevano dopo che io avevo terminato le mie commissioni nel fondovalle, per me facevano parte del paesaggio."
Ripetizione. Cambierei il FACEVANO con ERANO.

"Entrai e accesi la lampada a forma di favo e una luce giallognola e dolciastra illuminò le raccolte di minerali e di erbe."
Adoro questa descrizione!

"Non immaginavo, allora che avesse cambiato idea."
Manca una virgola, dopo ALLORA.

"Continuai a fare la solita senza che nessuno mi prendesse, né che accadesse nulla ai pochi conoscenti che mi erano rimasti nel fondovalle e questa era veramente una faccenda bizzarra."
Forse volevi scrivere LA SOLITA VITA?

"Quanto a Hingo, mi volto verso di lui e non lo vedo più, da questo comprendo che è stato più fortunato di me."
Lo hai appena descritto come un vecchio, dal biondino che era, forse il lettore potrebbe rimanere un po' spiazzato dal modo in cui l'hai ripresentato, senza una breve descrizione che ne annuncia il cambiamento.

Valutazione

Il tuo racconto è molto bello, nonostante la forma sia un po' da rivalutare. Sono rimasto colpito da alcune tue descrizioni, come quella precedentemente citata, che mi hanno fatto immaginare la scena in una forma di poesia onirica molto gradita.
Nel racconto parli molto della gente della campana, arrivando a una ripetizione un po' caotica: cercherei un secondo termine, per definirli, come monaci, preti o vedi tu, facendolo trapelare dalla scena della loro descrizione.
Per quanto riguarda le specifiche, dovrei ammonirti per quel che riguarda la scena finale: si svolge nella stanza della nonna, dove viene detta la frase, ma la campana suona a morto nella scena prima, ossia nel tribunale; visto che non siamo nella macelleria, sarò più indulgente e non ti penalizzerò.
Ti darò, invece, un consiglio: la campana potrebbe suonare a morto all'inizio di ogni giornata che Artemisia (splendido nome che mi ha ricordato la strega di Final Fantasy VIII) dovrà passare nell'inferno della riflessione.
Mi piace il modo in cui ti esprimi, nonostante alla prima lettura si possano riscontrare incomprensioni.


IL PRIMO RINTOCCO
di Polly Russel

SPOILER (click to view)
Suggerimenti e correzioni

"Per un istante il granaio nel quale era rinchiuso scomparve, e non erano le corde a stringergli i polsi, ma le braccia ancora calde del cadavere di sua madre."
Toglierei la prima virgola.

"Il colpo arrivò dal basso, sentì prima il suono dei suoi denti che sbattevano, poi il dolore, infine il sapore metallico del sangue."
Proverei a metterla così.
"Il colpo arrivò dal basso: sentì prima il suono dei suoi denti che sbattevano, poi il dolore e, infine, il sapore metallico del sangue."

"Joshua aveva il capo riverso sul petto, i capelli neri, tagliati male, scendevano in ciocche scomposte impastate di sangue e sudore."
Qui metterei una E al posto della prima virgola.

"«non mi ha detto niente, continua a starsene zitto. Gente fiera quella. Bastardi e fieri.»"
Metterei una virgola, dopo FIERA.

"Impiegarono solo pochi minuti a slegare il parroco, meno ancora ad ascoltare le sue risposte evasive, sul perché non avesse dato l’allarme. Le tracce lasciate dietro al granaio erano sufficenti, come lo erano le impronte fresche di due cavalli diretti alle gole.
«Uno con il cavaliere, uno senza, capo. Ve l’avevo detto, la tiene alle gole e pensa di spostarsi, per questo i due cavalli. Se ci sbrighiamo lo riprendiamo prima che possa farle del male. Lana opporrà resistenza, gli ci vorrà un po’ per costringerla a montare.»"
Forse sa un po' troppo di infodump e ripetizioni. Poi correggerei SUFFICENTI.
"Impiegarono solo pochi minuti a slegare il parroco, meno ancora ad ascoltare le sue risposte evasive, sul perché non avesse dato l’allarme.
Le tracce lasciate dietro al granaio erano più che sufficienti a capire che direzione avesse preso il ragazzo. «Due cavalli: uno con il cavaliere e uno senza, capo. Ve l’avevo detto, la tiene alle gole e pensa di spostarsi altrove. Se ci sbrighiamo lo riprendiamo prima che possa farle del male. Lana opporrà resistenza, gli ci vorrà un po’ per costringerla a montare.»"

“«Non importa, la via è unica. Può solo essere andato avanti.»”
Scriverei così.
“«Non importa, è l'unica via. Può solo essere andato avanti.»”

Valutazione

Come quasi sempre accade, il tuo racconto è scritto in una maniera quasi impeccabile, suppongo che questa volta, tu l'abbia ricontrollato bene prima di postarlo. Ok per le specifiche, anche se la campana che suona nella scena finale, l'avrei inserita come campana a morto, piuttosto che di mezzo giorno, tanto cosa può cambiare? Sarebbe solo più logico, va bene che uno confonda i due tipi di rintocchi, ma che lo facciano sia Carrington che il giovane, mi pare troppo forzato.
La trama è scorrevole, ben descritta, ma personalmente non mi da nessuno stimolo particolare, se non nella scena dell'orso. I personaggi andrebbero rivisti a livello carismatico, così sembrano fin troppo scontati.


LA FAINA
di Sol Weintraub

SPOILER (click to view)
Suggerimenti e correzioni

“La mezzaluna vola tra mani esperte, libera il profumo di maggiorana e rosmarino.”
In quanto cuoco, forse questa frase la vedrei meglio così.
“La mezzaluna danza tra mani esperte, libera il profumo di maggiorana e rosmarino.”

“La montagna parla a quella vecchia, nonna di Marisa, nonna di tutti, curva e salda come gli olivi che a visto seme. Fratelli, sorelle, compagni di vita.”
Mi sa che ti sei dimenticato una H in CHE A VISTO.

““Quelle cose ch'emmo in sen e son fæte a pugnattin; dimme ûn pö vuî, bello zoeno, cuma l'è o be... rettin!””
Bellissimo il gioco di parole tra BELIN e BERETTIN, ma forse la dialettica restringe un po' i campi di interessi da parte del lettore: credo che, se non si è liguri, difficilmente si possa comprendere il significato di ZOENO, ad esempio.
Forse si potrebbero aggiungere delle note di fine racconto che ne spieghino il significato, in modo che chi legga apprezzi a pieno lo scritto.

“Il fagotto è a terra, aperto, la ciotola del coniglio nella polvere.
- Ammazzate queste bestie e portatele in caserma. Al maresciallo faranno piacere.
Si china ad afferrare un'oliva tra le dita. La mangia così: sporca di sugo, terra e sangue.
- Troppo molle.”
Una piccola incomprensione in questo pezzo. Angelino riceve un fagotto: ci sono sia i conigli vivi che quello già cucinato? Ho le idee un po' confuse a riguardo.

Valutazione

Il tuo racconto è scritto molto bene e rende l'idea della tensione causata dalla guerra tra i civili indifesi. Come ho letto nei tuoi commenti, anche tu hai scritto un racconto in memoria di una persona a te cara, Marisa, non so se poi hai tenuto i nomi originali o meno, ma l'immagine che hai dato alla signora ne fa trapelare parte del suo gentile e allo stesso tempo severo carattere.
Nonostante tu abbia diviso in due la frase che non doveva esser toccata, non ti penalizzerò per questo, come avrei potuto fare nella macelleria.
Sono nato e cresciuto in Liguria anche io, probabilmente riesco ad apprezzare meglio le parti in dialetto. La formula dei ricordi nei ricordi è sfruttata al meglio, mi piace molto.
Finalmente ho potuto commentare un tuo racconto diverso dal solito, nonostante lo stile invariato. Bravo.


TRE E TRE QUARTI
di Nozomi 2.0

SPOILER (click to view)
Suggerimenti e correzioni

“La soffitta e la casa dei nonni a ***, troppe volte sognata, mai veri incubi, mai nostalgia, solo inquietudine per lo più, e tu che in quei sogni non c’eri mai.
E nell’aria di quella soffitta l’odore di caldo, come allora, come allora la polvere, che sapeva di legno, di chiuso, di vecchio e di un altro certo “non so che”, un “non so che” che non riuscivo a definire.”
Ripetizione in SOFFITTA, COME ALLORA.
“La soffitta e la casa dei nonni a ***, troppe volte sognata, mai veri incubi, mai nostalgia, solo inquietudine per lo più, e tu che in quei sogni non c’eri mai.
E in quell'aria l’odore di caldo, come allora la polvere, che sapeva di legno, di chiuso, di vecchio e di un altro certo “non so che”, un “non so che” che non riuscivo a definire.”

“Ma con te, in soffitta, ci salivo volentieri.”
Forse eviterei l'ennesima ripetizione di SOFFITTA con LASSÙ, almeno in questo caso.

Valutazione

Il racconto si fa leggere con piacere, nonostante vengano usate un po' troppo di ripetizioni: in questo caso ci possono stare, data la forma poetica data dalla narratrice. Un'ode ben riuscita.
Non succede nulla di eclatante, ma il ricordo è profondo e trascina il lettore dall'inizio alla fine.
Non so se anche il tu abbia preso spunto da una storia vera, ma l'idea mi è piaciuta. La scena del bambino investito mi ha ricordato un noto film di King, Pet Cemetery.
Chiudo un occhio sulla frase finale della specifica modificata, non la ritengo fondamentale.
Un buon lavoro.



Classifica finale

4 Punti. La faina – Sol Weintraub.
3 Punti. Il ponte sulla montagna rossa – shanda06.
2 Punti. Tre e tre quarti – Nozomi 2.0.
1 Punto. Polly Russel – Il primo rintocco.

A parte il primo posto, ho dovuto cercare il pelo nell'uovo per gli altri.
 
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Sol Weintraub
view post Posted on 9/3/2013, 14:19




CITAZIONE (anark2000 @ 9/3/2013, 14:04) 
“La montagna parla a quella vecchia, nonna di Marisa, nonna di tutti, curva e salda come gli olivi che a visto seme. Fratelli, sorelle, compagni di vita.”
Mi sa che ti sei dimenticato una H in CHE A VISTO.

Era proprio a quella che mi riferivo qualche post fa. :p095:

CITAZIONE
“Il fagotto è a terra, aperto, la ciotola del coniglio nella polvere.
- Ammazzate queste bestie e portatele in caserma. Al maresciallo faranno piacere.
Si china ad afferrare un'oliva tra le dita. La mangia così: sporca di sugo, terra e sangue.
- Troppo molle.”
Una piccola incomprensione in questo pezzo. Angelino riceve un fagotto: ci sono sia i conigli vivi che quello già cucinato? Ho le idee un po' confuse a riguardo.

Se leggi all'inizio del paragrafo Angelino e Marisa si sono incontrati in una conigliera.
Qui:
CITAZIONE
Nel tepore della sera un silenzio perfetto, rotto a tratti dallo scalpiccio dei conigli nelle gabbie.

E di nuovo qui:
CITAZIONE
Lui si ferma ancora alcuni istanti a guardarla, la porta della conigliera aperta sul campo punteggiato di lucciole.

E' a quei conigli vivi che si riferisce la Faina.

CITAZIONE
Nonostante tu abbia diviso in due la frase che non doveva esser toccata, non ti penalizzerò per questo, come avrei potuto fare nella macelleria.

A differenza della macelleria nelle specifiche non si parlava di non poter spezzare la frase, bastava che un personaggio la pronunciasse.

CITAZIONE
Sono nato e cresciuto in Liguria anche io, probabilmente riesco ad apprezzare meglio le parti in dialetto.

L'avevo intuito dato che nel tuo racconto citi A Cola.

Ti ringrazio moltissimo per il bel commento. Questo è un racconto che sento particolarmente e il fatto che lo spirito con cui è stato scritto sia passato mi riempie il cuore.
 
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92 replies since 28/2/2013, 16:50   1429 views
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