Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio, giugno 2013, edizione XIX, Chiamatemi Ismaele
* Campionato pri-est 2013, 7 di 12

« Older   Newer »
  Share  
Jackie de Ripper
view post Posted on 31/5/2013, 11:25




L'indizio è superfluo visto che è subito seguito dalle specifiche...



Mezza giornata in più per creare.
Ecco l'inizio dello Skannatoio XIX

Ricordiamo che dopo il 7 giugno sarà disponibile il
numero 10 di Skan Magazine (anche in cartaceo su LuLu.com)
Chi volesse veder pubblicata la propria opera sul numero di giugno deve scrivere in calce al proprio racconto la solita liberatoria:
Autorizzo Jackie de Ripper a pubblicare questo mio racconto su 'Skan Magazine'.
Saranno pubblicati solo i migliori racconti accompagnati dall'autorizzazione.



Skannatoio, edizione XIX
Chiamatemi Ismaele



Lo Skannatoio XIX ha inizio!
Si tratta del settimo scontro del Campionato primavera-estate 2013.


Le TEMPISTICHE:

1) Una settimana per scrivere il proprio racconto (consegna delle opere per le 23:59 del 7 giugno 2013). Il racconto deve essere pubblicato in questo thread. Provvedete a inserire il titolo insieme al testo del racconto;
2) un massimo di 14 giorni (quindi fino alle 23:59 del 21 giugno - se i racconti fossero più di 15, attendete la suddivisione in gironi da parte del Supervisore) per leggere, commentare e inserire in classifica i racconti altrui che non infrangeranno i limiti di lunghezza specificati. Leggete il REGOLAMENTO se non avete idea di come si devono votare i racconti;
3) un massimo di 7 giorni (a partire dagli ultimi commenti pubblicati) per leggere i commenti e assegnare 1 punto al miglior commento al proprio racconto e 2 punti all’autore della migliore serie di commenti;
4) l'ultimo a consegnare i propri punteggi dovrà compilare la classifica finale.

Chi salterà anche una sola di queste fasi incorrerà nella sanzioni previste dal REGOLAMENTO.

Inoltre, chi partecipa per la prima volta allo Skannatoio deve inviare, pena l'esclusione dal concorso, i propri dati (nome e cognome, indirizzo postale e indirizzo email) in un PM al Supervisore (Jackie de Ripper). Non è necessario farlo se si sono già forniti i dati contestualmente a uno qualsiasi dei concorsi organizzati dal forum de "La Tela Nera".

Le SPECIFICHE

Innanzitutto, coloro che hanno inviato un racconto nell'edizione precedente, sospesa per il basso numero di partecipanti, possono riproporre il loro racconto in questa edizione, oltre a inviare un secondo racconto aderente alle seguenti specifiche. Gli autori non possono inserire in classifica i propri racconti, mentre devono valutare tutti i racconti degli altri partecipanti (compresi quelli doppi) in un'unica classifica. Se non è chiaro come procedere, chiedete lumi.

Lunghezza. Minima: 3.500 caratteri. Massima: 35.000 caratteri (spazi inclusi, escluso il titolo ed eventuale liberatoria). Tolleranza ZERO. Vale questo contatore come riferimento per il conteggio dei caratteri.
Genere: horror, giallo, fantastico e relativi sottogeneri (i partecipanti dovranno tenere conto nelle proprie classifiche dell'attinenza dei racconti ai generi elencati).
Particolarità:
a) Una buona parte della storia (almeno il 50% inteso come numero di caratteri) dovrà svolgersi su una nave. Può essere di qualsiasi tipo, dalla trireme all'astronave.
E
b) Nel racconto dovrà avere rilevanza la presenza di un mostro. Avete ampia libertà sul concetto di "mostro". Va bene il mostro alla "Alien", ma anche un animale dalle caratteristiche particolari (come Moby Dick), oppure un uomo reso tale dalla scienza (come il mostro di Frankenstein o Mr. Hyde), o ancora un "mostro" classico (vedi licantropi e vampiri).
E
b) Il racconto dovrà iniziare con due parole: "Chiamatemi XXX", senza virgolette. Al posto di XXX potete mettere qualsiasi nome, non necessariamente Ismaele (ebbene sì, in questa edizione ci sono tre specifiche... sempre più difficile!).



Nelle loro classifiche, i partecipanti dovranno tenere conto delle specifiche e penalizzare, a loro insindacabile giudizio, i concorrenti che non si sono attenuti. Dovranno anche ignorare i racconti che supereranno in più o in meno i limiti previsti per la lunghezza, o altre richieste espresse esplicitamente.


Resta una settimana per scrivere. Come vi chiamate? E quale è il mostro che vi tormenta? Alien o Moby Dick?
 
Top
view post Posted on 31/5/2013, 11:38
Avatar

I'm gonna be sincere, so get ready for it.

Group:
Moderatori
Posts:
1,253

Status:


Osti! Devo incastrare tra gli impegni un racconto per il master e avrei multipiccionato volentieri; purtroppo le specifiche di questo e di quello non sono per nulla conciliabili :(
 
Web  Top
jef truman
view post Posted on 31/5/2013, 14:04




mmm...stimolante...mi metto subito a pensare ;)
 
Top
Blood-mary
view post Posted on 31/5/2013, 15:05




ma quindi io che sono nuova devo mettere il mio nome reale e l'indirizzo postare riferito come il mio indirizzo abitante?
Comunque ho già le idee ben chiare *-* mi metto subito a lavoro
 
Top
view post Posted on 31/5/2013, 15:15

il gattaro

Group:
Member
Posts:
635

Status:


O che gioia, specifiche a me congeniali e carne nuova e tenera da macellare... un banchetto, in pratica.
 
Top
Jackie de Ripper
view post Posted on 31/5/2013, 19:21




CITAZIONE (Blood-mary @ 31/5/2013, 16:05) 
ma quindi io che sono nuova devo mettere il mio nome reale e l'indirizzo postare riferito come il mio indirizzo abitante?

Li devi solo mandare in un "Private Message" a me.
 
Top
Sol Weintraub
view post Posted on 31/5/2013, 19:28




Ottime specifiche direi
 
Top
Blood-mary
view post Posted on 1/6/2013, 17:25




Ecco il mio racconto terminato, spero piaccia :) se è possibile vorrei invece capire come fare a poi commentare i commenti degl'altri.

00MOSTER
Chiamatemi Mr Soul
Il mio nome in codice? 00Moster.
Erano anni che le mie mani si macchiavano di sangue di razze non propriamente umane, molti credono che tutto ciò sia solo un pretesto per guadagnare, ma il guadagno non è la mia vita, disinfestare il nostro mondo da esseri sovrannaturali è il mio scopo; sono nato per questo.
Vederli agonizzare sotto la morsa del mio arsenale era pura goduria.

«Drin, drin sveglia… Drin, drin svegliateeeeee»
Mattina, la sveglia suonò assordante come d’abitudine, avvisandomi che era giunto il momento di alzarsi e smettere di poltrire, il sole non era ancora spuntato e la casa era ancora coperta dal telo della notte. Canticchiando mi diressi verso il bagno, una bella doccia rigenerante era quello che serviva per cominciare la giornata, che già in cuor mio sapevo, sarebbe stata elettrizzante.
Il getto d’acqua calda scivolava sul mio corpo massiccio, senza tralasciare i solchi di quei pochi muscoli che ero riuscito a piazzarmi, il profumo di vaniglia asfissiava l’interno delle pareti della doccia, mentre facevo scivolare la schiusa dello sciampo, via dai miei lunghi capelli.
Avvolto in un asciugamano rimasi fermo a braccia incrociate, dinanzi al grande specchio antico, mi fissavo e pensavo, pensavo e mi fissavo.
«Sembri una donna con questi capelli», brontolai quella frase riportando alla memoria il mio ultimo viaggio. Ero in Transilvania alla ricerca di un vampiro. Per qualche mese soggiornai in una specie di ostello, dove puntualmente un ragazzino di media altezza, perdeva minuti a fissarmi, come assorto in chissà quali pensieri e, infine, prima che io partissi pronunciò quelle parole.
«Bamboccio, è stile!»
Chissà perché le risposte migliori vengono sempre quando ormai è troppo tardi.
Scossi il capo scacciando quell’attimo dalla mia mente. Era il momento di vestirsi, tra poco il viaggio.
Una vacanze era ciò che mi serviva in questo periodo, troppo lavoro, troppi anni pesavano sulla mia schiena. Una crociera sull’atlantico non sarebbe stata una cosa pessima, la mia casa era abituata a stare senza nessuno che l’abitasse, ma sarebbe ugualmente rimasta sorvegliata dai vicini.
Valigie pronte, era il momento di partire e abbandonare nuovamente Licking.
Giunsi al porto e l’aria marina mi investì, inebriando i miei sensi, ancora pochi minuti e il relax sarebbe iniziato.
«Benvenuto Mr Soul, la stavamo attendendo» il saluto del capitano Gregory era alquanto sospettoso, pupille lievemente dilatate, respiro irregolare per la sua stazza e l’odore che emanava ricordava vagamente quello di un muta-forma. Mi auguravo di sbagliarmi.
La suite era ben arredata, possedeva tutti i confort per un uomo della mia età. Mi adagiai sull’enorme letto, socchiudendo gli occhi. «Mutaforma» borbottai «sono anni che non ne vedo uno, mmmh» dopo essermi alzato, mi accovacciai accanto alla mia valigia alla ricerca del libro dei mostri che, durante il mio lungo viaggio, feci. «Aaaah haa! Eccoli, mutaforma: alti non più di un metro, dalla corporatura tozza e schiacciata, la testa enorme che solo vagamente ricorda quella di un essere umano. Mostri tetri e di colore grigio-nero. Emanano un odore nauseabondo e asfissiante e talvolta emettono grida molto profonde.» Chiusi il libro, mi guardai intorno.
«Nah impossibile»
Con entusiasmo mi recai al buffè, un aperitivo prima di cena era un toccasana, magari avrei anche incontrato qualche bel bocconcino con cui passare la serata. Giunto sulla prora mi lasciai estasiare dal blu del mare scintillante, all’orizzonte il sole stava calando lasciando spazio all’immenso tappeto nero della notte, che presto sarebbe diventato un tutt’uno con il mare: stesso colore stesso scintillio. Appoggiato alle assi della nave guardavo come essa tagliava le onde e avanzata incurante di tutto. Ancora quell’odore, qualcosa non quadrava.
Mi voltai, un’affascinante signora in abito da sera si dirigeva da me con in mano due calici di champagne, un sorriso raffinato adornava quel volto perlato, incorniciato da una chioma bionda, facendo spiccare i suoi occhi zaffiro. Una sola parola poteva definire quell’essere umano che avanzava a passi decisi verso di me. Un vero schianto.
Feci un cenno col capo, a mo di saluto.
«Lei deve essere Mr Soul»
«Esattamente, noto che la mia fama è giunta anche a una graziosa donna come lei, il cui nome è?»
«Danga Chantalle» la sua voce mielata era in grado di sciogliere anche un iceberg, quegl’occhi profondi incantavano il mio cuore; mi porse uno dei due calici, non seppi rifiutare.
Prendendomi sottobraccio rientrammo verso le camere, sorseggiando lo champagne e chiacchierando della mia vita da cattura mostri, la sua ristata allietava questi momenti, avevo dimenticato come era piacevole passare del tempo con una donna.
Seduti sul letto della sua stanza, lentamente cominciai ad essere sopraffatto dal sonno, cosa alquanto strana, gli occhi volevano a tutti i costi chiudersi, ma io lottavo contro essi, dovevo rimanere sveglio. Alla fine persi, i miei occhi si chiusero.

Rumori strani, stridii, urli acuti e fini, quasi impercettibili all’orecchio umano. Sentivo il mio corpo intorpidito, la testa pesante e percepivo il freddo, che crudele, entrava nelle mie ossa. Sapevo di non essere nel mio letto, sapevo di non trovarmi più in compagnia della signorina Danga; lentamente aprii gli occhi, un luogo semibuio e tetro si presentò dinanzi a me. Di nuovo quell’odore, allora non mi sbagliavo.
«Dannati mutaforma!»
Una risata agghiacciante sembrava venire da ogni angolo di quella stiva, sapevo di essere ancora sulla nave dal rumore delle onde contro le sue pareti d’acciaio. Nessuno si mostrava a me, ma ero in grado di sentire la loro presenza, confermata di tanto in tanto da qualche risata. Infine lei, lenta come se stesse volando, invece che camminando si posizionò davanti a me. Mi guardava gioiosa, ero caduto nella sua trappola.
«Il grande 00Moster al nostro cospetto» Una figura maschile si fece avanti, stringendo tra le braccia l’incantevole tranello.
«In quanti siete?» La mia voce era rauca, stanca, le forze avevano abbandonato il mio corpo; chissà per quanto tempo avevano martoriato il mio corpo durante la mia incoscienza.
«Ci tieni proprio a saperlo?» Un’altra risata «Tutta… la… nave»
Ero decisamente spacciato. Una trappola architettata alla perfezione, chiunque cacciatore di mostri della mia età ci sarebbe cascato; quanto rimpiangevo la mia amata gioventù, dove nulla era in grado di fermarmi.
Cercai di strattonare le catene, troppo resistenti, non c’era via di fuga.

Non so dire quanto tempo sia passato dall’ultima volta che i miei occhi videro la luce del giorno, troppo era il tempo trascorso incatenato nella penombra della nave.
Sentivo che lentamente stavo morendo, ogni sera venivano a succhiare il mio sangue insieme alla mia energia, restando a fissarmi divertiti. Il loro momento di gloria era giunto.
Allo stremo delle forze guardai in alto, immaginando per l’ultima volta il cielo azzurro del mattino tappezzato di nuvole bianche e il cielo dipinto di nero della notte, adornato dalle stelle.
Una lacrima imperlò il mio viso, presto avrei raggiunto quelle nuvole, presto avrei raggiunto quelle stelle.
L’ora era giunta, il cigolio della porta di metallo mi preannunciava la fine delle mie lunghe torture, la mia via di salvezza.
«Chantalle» sussurrai lievemente il suo nome.
Con lei iniziò e con lei sarebbe finito tutto. Abbozzai un sorriso, con un lieve cenno del capo, come la sera del nostro primo incontro. I suoi occhi erano spenti, lo zaffiro si era affievolito, doveva nutrirsi. Deglutii facendomi forza, dovevo far in modo che questa fosse l’ultima.
«Hanno mandato te questa volta, molto bene, manipolata dagli altri, non sapevo che i mutaforma permettessero ciò»
Digrignò i denti, il suo respiro cominciò a divenire affannato ad ogni insulto e ad ogni pugnalata, poi fu un attimo.
I suoi lunghi denti squartarono la mia gola, così avida, così arrabbiata, stringeva il mio corpo e succhiava dal mio corpo la vita.
«Grazie» sussurrai agonizzante; qualcuno strappò Danga dalla mia gola, le voci rimbombavano nella mia testa, non capivo le parole.
Chiusi gli occhi lasciando che le forze svanissero, il mio corpo sembrava non esserci più, mi sentivo leggero.
Ogni briciolo della mia vita aveva raggiunto il manto della notte, ora finalmente ero libero.
Niente e nessuno potrà più nuocermi.
 
Top
Sol Weintraub
view post Posted on 1/6/2013, 18:23




Mary:
Non devi "commentare i commenti" ma solo valutare,una volta che tutti avranno postato le proprie classifiche chi, a tuo parere, ha meglio commentato tutti i racconti (assegnando 2 punti) e chi ha fatto lo stesso con il tuo in particolare (dando 1 punto).
Se invece vuoi farti un'idea dei commenti ai racconti dai un occhio ai precedenti Skannatoi.
 
Top
White Pretorian
view post Posted on 2/6/2013, 10:40




Mmm... vediamo se riesce a venirmi un'idea in mezzo agli esami...
 
Top
Blood-mary
view post Posted on 2/6/2013, 11:03




CITAZIONE (Sol Weintraub @ 1/6/2013, 19:23) 
Mary:
Non devi "commentare i commenti" ma solo valutare,una volta che tutti avranno postato le proprie classifiche chi, a tuo parere, ha meglio commentato tutti i racconti (assegnando 2 punti) e chi ha fatto lo stesso con il tuo in particolare (dando 1 punto).
Se invece vuoi farti un'idea dei commenti ai racconti dai un occhio ai precedenti Skannatoi.

Ok grazie molte :P
 
Top
view post Posted on 2/6/2013, 13:01

Member

Group:
Member
Posts:
993

Status:


FINCHE’ CI SARANNO ACQUE
Di Alexandra

Chiamatemi Mazakeros.


- Avanti- gridò il capitano –stiamo per avvicinarci alla costa.
Il nostromo replicò:- Bene signore- e indirizzò la barra del timone accarezzandone la punta.
Non servivano altri marinai, sulla nave voluta da Nigolus per affrontare il Mare Cinerario.
Sulla fiancata della nave c’erano due grandi occhi per lato.
All’avvicinarsi della costa, si chiusero e si riaprirono.
Non erano più solo i dipinti ornamentali voluti da Nigolus per celebrare il suo popolo, detto della Vasca fra le Colonne, bensì gli occhi del clandestino a bordo che un tempo era stato un marinaio ben noto come Mazakeros.
La nave aveva sussultato sotto la gigantesca onda che l’aveva risbattuta indietro, perché non ci sarebbe stato alcun porto per l’ultima nata nel cantiere navale più famoso della Vasca fra le Colonne.
Era inutile ammainare le vele, ritirarle e impacchettarle con tutta la fretta e l’accortezza possibili per lasciare solo quella dell’albero maestro, visto che le dita folli del vento la stavano già strappando in diversi punti.
Mazakeros aveva lasciato il suo posto, dopo aver controllato la barra del timone di riserva.
-Tutto a posto- aveva detto al capitano e al nostromo, ancora increduli di quello che era capitato loro da quando erano partiti con il carico d’olio destinato alle tavole dei Fenisko.
All’epoca, l’equipaggio era sicuramente più numeroso, visto che stavano viaggiando su una quadrireme.
Almeno sessanta uomini iscritti nel ruolino dovevano pur esserci, no?
E dov’erano finiti?
Inutile cercare negli alloggi dell’equipaggio, ormai vuoti.
Le cuccette non contenevano neppure più il ricordo delle forme che avevano ospitato.
C’erano solo macchie nere sulle lenzuola.
Qualcosa che solo Mazakeros avrebbe potuto giustificare.
C’erano solo il nostromo e il capitano, unici sopravvissuti all’incontro con la Pupilla degli Abissi e me.
Non chiamatemi mostro, non sapete cosa si nasconde nel mare così come non sapete cosa vive occultato dalla terra.
Siete presuntuosi, voi delle città, volete farvi rispettare come la Razza Eletta ma siete fragili, molto.
Ero uno di voi, un tempo, prima di vedere la Pupilla degli Abissi.
Se ho agito come avrebbe fatto un serpente marino è stato per il bene di questa bagnarola.
Nigolus il costruttore avrebbe comunque tolto la pelle a questo equipaggio di sfaticati che ora vivono nella barra del timone sotto forma di elettricità.
Ho dovuto farlo, ripeto.
Cammino nella sala dei vogatori, ridotta al minimo.
Ci sono i remi, ma si muovono da soli, non servono schiavi, qui.
Quell’anima buona di Nigolous ha voluto che ci fosse solo la Pietra Conducente.
Eccola lì, nel mezzo dello spazio che sarebbe dovuto servire alla fila dei vogatori.
Rosso rame, pulsante, sembra farmi le fusa mentre mi avvicino.
Ho ancora la mia forma umana, da marinaio basso e tarchiato, con la pelle olivastra e i capelli nero pece.
La sfioro, mentre dal legno saltano fuori le teredini, in forma di viluppi biancastri.
Mi obbediscono come se facessero parte della Mandria del Mare, ma così non è.
- Buoni- dico ai vermi del legno ancora aggrovigliati intorno alla Pietra Conducente –avete già avuto il vostro pasto.
Sì, quasi tutto l’equipaggio.
Questo per tacitare gli spiriti iracondi che tendono allo spasmo i loro corpiciattoli e che vorrebbero tanto spaccare la nave.
Non so da dove derivi tanto odio per le quadrireme della Flotta Veggente, ma io non me la prenderei con una nave da carico come questa.
Colpa della Pupilla degli Abissi, ora la vedo comparire attraverso la Pietra Conducente, grossa perla dalla forma schiacciata e con tanto di strega al seguito.
Povero me.
Poveri noi tutti, semmai.
Sì, perché ora sento di essere solidale con il capitano e il nostromo che stanno tentando di governare la nave, ormai in preda a sussulti impossibili da fermare.
Io faccio del mio meglio, mi inchino davanti alla Pupilla degli Abissi.
- Io contengo uno dei tuoi spiriti cattivi, perché non mi costringi a buttarmi nel mare lasciando quei due liberi di andarsene con la nave?
Mentre glielo domando, vedo nella mia mente i due grandi occhi ai lati della nave sbarrarsi e piangere lacrime colorate.
E’ evidente che la nave non ce la fa più.
Sembra partecipare alla sorte del capitano e del nostromo.
Il primo è quasi impazzito.
Vede i marinai impegnati a pulire il ponte, sistemare il sartiame e approva la vedetta che si è appena arrampicata su per il ponte di corda, pronta ad avvistare il porto.
Nella visione del capitano, esso non è lontano e la giornata è tersa:- Barra all’orza, fuori gli scopamari- ordina al nostromo.
Questi non sente neppure gli ordini, è troppo impegnato a tenere insieme la rotta, come può.
Dal mare livido escono polene mezzo marcite di navi affondate tanto tempo prima e cadaveri di antichi marinai gli fanno cenno.
Ogni tanto, sporge qualche muso biancastro, simile a un bovino deforme e quello è solo un assaggio della Mandria del Mare.
Il nostromo rimpiange la sua amaca, che ha fatto mettere a poca distanza dal quadrato degli ufficiali, quando è cominciata la grande confusione sulla nave.
Non sa neppure bene lui a cosa sia dovuta.
Io potrei dirglielo, io che appartengo alla Pupilla degli Abissi e sto ancora aspettando di sapere da essa come mai questi due innocenti devono morire.
- Tu solo devi rimanere a testimoniare la follia del sovrano della Vasca fra le Colonne. Non sai che voleva impadronirsi del potere che io contenevo? Prima mi ha straziata separandomi dalla mia conchiglia, la stessa che ora gli fa da trono e poi mi ha fatta martellare non appena gli ho confermato che non potevo più dargli altro, a parte le informazioni su come costruire la Flotta Veggente. Ho consigliato Nigolus per il meglio e la Mandria del Mare era dalla sua parte, garantendo una buona navigazione a tutte le navi, questa compresa. Sai che è la sua preferita? E io la odio proprio per questo. Le altre sarebbero dovute essere tutte così, da carico, degne di approvvigionare le tavole degli alleati del sovrano, a cominciare dai Fenisko, ma lui è impazzito. Ha voluto rendere micidiale anche questa nave proprio come le altre. Vuoi sapere come mi sono sentita mentre il sovrano mi faceva martellare e poi ributtare in mare?
Non ci tengo, ma alla Pupilla degli Abissi non interessa.
Le pareti di legno si restringono fino a schiacciarmi e l’acqua del mare esce da una falla che hanno appena aperto le teredini.
Lotto e grido, ormai consapevole della sorte che è toccata al capitano e al nostromo.
Poi, la Pupilla degli Abissi decide di diminuire il carico della tortura.
Dopo aver usato finora la voce della strega senza mostrarmela, mi manda nella mente la figura scarmigliata e urlante della donna che fa da polena alla prima nave avversaria pronta a colpirci.
Gli occhi a lato di essa si restringono in una fessura rabbiosa.
Ci viene dritta addosso.
Cosa fanno, quelli?
Non vedono che il nostromo e il capitano sono ormai al limite delle loro forze?
Il maleficio della Pupilla degli Abissi fa sì che invecchino a ogni secondo che passa.
Già il capitano grida i suoi ordini dementi e il nostromo non riesce a manovrare la barra del timone con le sue dita ormai attaccate al legno senza che lui possa più staccarle.
Vedo tutto questo e vorrei salire sul ponte.
La Pupilla degli Abissi però mi ferma:- Eh, no, non vorrai buttarti davvero nel mare davanti alla nave dei Fenisko?
Non credo a quello che sento:- Cosa? Non possono averla comprata. So per certo che sono alleati del sovrano, lo hai detto tu.
- Da oggi no, non sapevi che la Mandria degli Abissi ha appena esteso il contagio delle teredini da questa nave a quella che hai di fronte e non si fermerà fino a quando la flotta non verrà decimata?
Io, da questa nave, sento partire un messaggio disperato.
Lo capisco da come si muove.
Le pareti stanno riprendendo la forma normale, il livello del mare si abbassa e la falla si è turata da sola.
E’ evidente che vuole risparmiare le navi sorelle.
Mi chiedo fino a quando durerà il suo sforzo e immagino se lo chieda anche la Pupilla degli Abissi.
Sto aspettando la sua reazione.
E’ ammutolita, ma sento dei passi lungo gli scalini di legno.
Non credo che il capitano e il nostromo siano in condizione di camminare fin qui.
Difatti, riconosco quelle voci.
Sono i miei compagni di un tempo.
La nave sta cercando di liberarli dalla prigionia della caverna del mare.
Vedo le loro forme di alcuni di loro che si stagliano lungo le pareti della sala dei vogatori.
Vanno e vengono come i sogni incrostati di sale della mente del capitano.
No, non ce la farà.
Sta chiedendo il mio aiuto, ma io sono costretto a obbedire alla Pupilla degli Abissi:- Tu solo devi sopravvivere per mettere in guardia i Fenisko dal trattare le creature del mare come il tuo sovrano ha fatto con me. Ci sono molte perle come me e anche altri esseri disposti a insegnarvi a fabbricare navi come questa, ma in cambio di rispetto.
Molte mani si avvicinano alla Pietra Conducente, vorrebbero toglierla dal centro del locale, ma io ubbidisco alla volontà della Pupilla degli Abissi.
Lo faccio anche perché sento le grida della strega:- Fai provare loro quello che ho provato io stessa, mentre il tuo sovrano mi sacrificava per inaugurare questa nave.
Non posso fare diversamente.
Punto l’indice verso la Pietra Conducente.
Vedo che fuori le due navi non sono più le uniche a fronteggiarsi.
C’è la flotta al gran completo.
E nessun equipaggio è messo meglio del capitano e del nostromo.
Chi non è troppo vecchio per guidare la nave è troppo morto per farlo.
Mi rendo conto solo ora di quanti falsi alleati circondino il sovrano della Vasca fra le Colonne.
Sono persone che ha corrotto la Pupilla degli Abissi, così come ha trasformato me, innocuo marinaio, in una sua marionetta.
E’ tardi per i rimpianti.
So che non tornerò più a casa mia.
Esco sul ponte, affronto gli occhi spalancati in uno sguardo folle delle fiancate dell’intera flotta e mi butto in mare.
Non annego.
Una delle creature bovine biancastre mi sostiene e mi trascina fino al porto della Vasca fra le Colonne.
Il palazzo reale, nel quale mi accompagnano le guardie, è un covo di dissennati che gridano gli uni contro gli altri.
Il sovrano, alto e tremante di collera, mi viene incontro sistemandosi i panneggi della veste reale color blu notte.
- E’ l’ora?- mi chiede.
- Sì, maestà- replico, mentre la Pupilla degli Abissi compare nel bel mezzo della sala del trono e inghiotte tutto quello che trova.
Tranne me.
Io solo sono rimasto ad avvertire i Fenisko, estasiati davanti alla conchiglia che hanno appena trovato.
Si è appena aperta e una perla manda una luce acquosa.
E’ quella che credo io?
Potrebbe anche essere un’altra, ma io dico alla Dama Reggente:- Non usate martelli. Non mostratele i fasciami della flotta. Abbiate pietà solo dei resti del capitano e del nostromo.

Autorizzo Jackie de Ripper a pubblicare il mio racconto su Skan Magazine
 
Top
Jackie de Ripper
view post Posted on 2/6/2013, 18:27




Già due racconti e siamo
solo al 2 giugno. Muy bueno!
 
Top
anark2000
view post Posted on 2/6/2013, 20:10




Non appena rientro da Bruxelles posto i miei :)
 
Top
168 replies since 31/5/2013, 11:00   2918 views
  Share