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Skannatoio, Novembre 2013, edizione XXIV, Shocking in my town
* Campionato aut-inv 2013, 5 di 12

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La Vic
view post Posted on 31/10/2013, 19:24




OrganizzazioneRacconti in gara

  1. Via della piscina - shanda006

  2. L'occasione - kaipirissima

  3. Incubi e deliri - willow78

  4. Mondi perduti - anark2000

  5. Latina permutata - ExCentrica (utente eliminata)

  6. Terra rossa - GDN76

  7. Un bacio dal futuro - Callagan


Commenti e classifiche

    ...


SKANNATOIO XXIV
Shocking in my town



Ben arrivati a questa XIV edizione dello Skannatoio, la prima con una Vic pienamente operativa.
Se già conoscete le modalità del concorso passate oltre, altrimenti date un occhio al riepilogo qui sotto.

1) Una settimana per scrivere il proprio racconto (consegna delle opere per le 23:59 di Venerdì 8 Novembre 2013). Il racconto deve essere pubblicato in questo thread. Provvedete a inserire il titolo insieme al testo del racconto;
2) un massimo di 14 giorni (quindi fino alle 23:59 di Venerdì 22 Novembre - se i racconti fossero più di 15, attendete la suddivisione in gironi da parte del Supervisore) per leggere, commentare e inserire in classifica i racconti altrui che non infrangeranno i limiti di lunghezza specificati. Leggete il REGOLAMENTO se non avete idea di come si devono votare i racconti;
3) un massimo di 7 giorni (a partire dagli ultimi commenti pubblicati) per leggere i commenti e assegnare 1 punto al miglior commento al proprio racconto e 2 punti all’autore della migliore serie di commenti;
4) al termine il moderatore provvederà a stilare la classifica finale.

Chi salterà anche una sola di queste fasi incorrerà nella sanzioni previste dal REGOLAMENTO.

Inoltre, chi partecipa per la prima volta allo Skannatoio deve inviare, pena l'esclusione dal concorso, i propri dati (nome e cognome, indirizzo postale e indirizzo email) in un PM ai supervisori (La Vic o Jackie de Ripper). Non è necessario farlo se si sono già forniti i dati contestualmente a uno qualsiasi dei concorsi organizzati dal forum de "La Tela Nera".

Chi volesse veder pubblicata la propria opera su Skan Magazine deve scrivere in calce al proprio racconto la solita liberatoria:
Autorizzo Jackie de Ripper a pubblicare questo mio racconto su 'Skan Magazine'.
Saranno pubblicati solo i migliori racconti accompagnati dall'autorizzazione.

LE SPECIFICHE

Lunghezza. Minima: 5000 caratteri. Massima: 50.000 caratteri (spazi inclusi, escluso il titolo ed eventuale liberatoria). Tolleranza ZERO. Vale questo contatore come riferimento per il conteggio dei caratteri.
Genere: horror, giallo, fantastico e relativi sottogeneri (i partecipanti dovranno tenere conto nelle proprie classifiche dell'attinenza dei racconti ai generi elencati).

Particolarità:
a) Un evento dovrà sconvolgere la quotidianità di una città (piccola o grande che sia) e cambiare in maniera consistente il modo di vivere o di pensare dei suoi abitanti.
Eblematico potrebbe essere l'11 Settembre in America, ma di esempi ce ne sono moltissimi: pensate a "La tempesta del secolo" di King, ma anche al "Popolo dell'autunno" di Bradbury; potrebbe anche trattarsi di un evento positivo, che scuota le coscienze. A voi la scelta.
b) Il racconto dovrà contenere minimo due punti di vista differenti (due personaggi che osservano autonomamente lo svolgersi degli eventi, per capirci).

Nelle loro classifiche, i partecipanti dovranno tenere conto delle specifiche e penalizzare, a loro insindacabile giudizio, i concorrenti che non si sono attenuti. Dovranno anche ignorare i racconti che supereranno in più o in meno i limiti previsti per la lunghezza, o altre richieste espresse esplicitamente.

Sono stronza? Potete dirlo forte! :woot:

COCCARDA:
La coccarda, del valore di 15 punti per il Campionato, verrà assegnata:
"Ai personaggi più credibili."
Ricordo che il vincitore vedrà il suo racconto pubblicato su Skan Magazine, che sia stato o meno selezionato nella classifica.

Edited by La Vic - 12/11/2013, 22:23
 
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Callagan
view post Posted on 31/10/2013, 20:38




Questo è il campo del Re! :woot: Grazie La Vic per questo omaggio a Stephen King! *.*
 
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kaipirissima
view post Posted on 31/10/2013, 21:06




Sono delle specifiche interessanti, potrebbero uscirne dei buoni racconti.

Brava La Vic! ;)
 
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einna
view post Posted on 31/10/2013, 21:50




Se scannerizzo "the dome" di King e lo posto potrei essere accusata di plagio? UNeNn

Buona serata a tutti... Io vado a fare addormentare la pupa...
 
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mother95A
view post Posted on 1/11/2013, 01:27




Uh-Uh, specifiche molto interessanti!
 
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La Vic
view post Posted on 1/11/2013, 08:57




Sono contenta di aver fatto centro, quindi DATEVI DA FARE!
 
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shanda006
view post Posted on 1/11/2013, 12:37




Salve La Vic, ci sarò anch'io.
 
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La Vic
view post Posted on 1/11/2013, 14:10




CITAZIONE (shanda006 @ 1/11/2013, 12:37) 
Salve La Vic, ci sarò anch'io.

VAI SHANDA!!! :woot:
 
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shanda006
view post Posted on 1/11/2013, 18:15




VIA DELLA PISCINA

Di Alexandra Fischer
È ancora presto, eppure una bambina ha appena aperto la finestra della cameretta e sta guardando fuori, tutta emozionata dall’idea di partire per la gita scolastica.
Non che in quarta elementare si vada chissà dove, ma rivedere la vecchia piscina è una grande emozione, per lei, da quando lo ha saputo dalla prozia, la sera prima.
Quando si siede a tavola con lei, per la colazione, le domanda:- Credi che la rifaranno, ora che il tuo amico Manlio l’ha mostrata a tutti in classe con quella cassetta che si vede?
- No, Aglaura , si chiama videocassetta. E comunque, non lo so. È già molto che abbiano tenuto il nome della via.
- Vorrei che ci fosse di nuovo, così potrei andarci a nuotare.
- Chissà.
La prozia si perde nel ricordo della piscina esposta all’aria.

Il sindaco la faceva aprire da maggio a settembre ed era aperta a tutti.
Quante volte ci era andata, arrivando addirittura a vincere delle gare di nuoto.
Era stato un buon modo per fare amicizia con diverse persone.
Manlio aveva ripreso la piscina a gara finita, quando sul podio c’erano lei e le amichette con la coppa di latta e il pacchetto di caramelle gelatinose a forma di pesce.
Era stato l’ultimo giorno di vita della piscina.
La città era stata squassata dall’esplosione quella notte stessa.
Non c’erano stati colpevoli da accusare.
Il sindaco aveva semplicemente fatto portare via le macerie, ordinando poi di recintare il luogo in cui si trovava con delle palizzate di legno.
Nessuno osò mai valicare quel limite, dapprima per paura: forse sarebbe scoppiato qualcos’altro, molti, infatti, avevano pensato a un guasto in una delle tubature che riempivano d’acqua trattata con il cloro la grande vasca, con quella piccola e la media, no, non sarebbe successo.
Era una convinzione che avevano in parecchi, a cominciare dai proprietari, i quali si erano talmente avviliti da cambiare genere di affari.
Poi, subentrò il rispetto che di solito si riserva a un cimitero e tale era diventato il cratere lasciato dalla piscina esplosa.
Man mano che le amministrazioni comunali si succedevano negli anni, il nome della via rimaneva invariato.
Certo che c’era una piscina.
Lo provavano il filmato di Manlio, il quale si era divertito molto a mostrarlo nel Circolo Ricreativo della Città con il trascorrere del tempo.

Aglaura ascolta la prozia con estremo interesse: possibile che nessuno abbia mai pensato a ricostruirla?
L’anziana donna scuote la testa:- Avrei tanto voluto che potesse esserci per te. Invece…
Mentre parla, allunga la mano verso la mensola accanto all’orologio della cucina, dove c’è ancora la coppa di latta che ha vinto nell’ultima gara.
- Pazienza, zia, la vedrò oggi.
- No!
L’ex-campionessa di nuoto si copre la bocca con la mano, sentendosi venire meno.
Ha paura dell’acqua, all’improvviso.
Per un attimo non riesce a respirare, quasi avesse davvero i polmoni invasi da un liquido bruciante, che sa di cloro.

Ancora poche bracciate. Abbiamo scommesso che se vincerai tu, Ottilia, nessuno ce la porterà via.

L’esortazione di Manlio, così lontana nel tempo, la fa tornare in sé.
Ridiventa determinata:- Non devi oltrepassare la recinzione. Me lo prometti? Dillo anche ai tuoi compagni.
Le stringe il braccino, ritrovando la forza di un tempo.
La bambina indietreggia:- Ahi, zia. Lo dirò a tutti, ma non è colpa mia se c’è gente che ha cominciato a vedere qualcosa attraverso il buco nella palizzata.
Ottilia la lascia andare e le dà il cestino con il pranzo al sacco:- Scusa, lo dicevo perché c’è ancora pericolo, anche dopo tutti questi anni. Da che parte è questo buco?
- Da quella che dà verso la stazione.
La prozia replica:- Allora non andarci a sbirciare. Segui il maestro e non credere a tutto quello che ti si dice sulla piscina.
Aglaura si incuriosisce, ma quando la vede spreparare il tavolo capisce che è finito il tempo delle domande.
Si chiede a cosa serva quella gita.
Ne ha abbastanza di storie della piscina, sul diario elettronico della scuola.
Manlio, sebbene abbia l’età della prozia, è un burlone.
Poco prima di mostrare la videocassetta nel solito giro delle quarte elementari che compie ogni anno per tenere viva la memoria della piscina, le ha inviato una serie di filmati girati con il cellulare.
Altro che cassetta che si vede o videocosa…un apparecchio così brutto da assomigliare alla testa di uno scarafaggio mutante affamato, così è molto meglio.
Aglaura se la prende con il videoregistratore per non pensare alla brutta rivelazione che ha avuto dai filmati: la piscina non è scomparsa dalla faccia della Terra.
Esiste ancora.
Prima nessuno ha fatto caso a quello che succedeva al di là della palizzata di legno: era speciale, rinforzata.
Aveva resistito negli anni, nascondendo il fantasma della piscina.

Nel suo ultimo messaggio, Manlio ha perso le qualità di burlone: “Tu crederai che i rumori di tuffi e di risate siano dei trucchi, magari cerchi di confrontarli con quelli della registrazione della gara di tua prozia Ottilia, ma sono la voce della piscina. Si è rimessa in piedi da sola, per quanto spettrale e io sono qui per avvertirti di ascoltare tua zia. Non entrare per nessun motivo là dentro. Ci sono delle forze che non sopportano Ottilia. Pensano che non si sia meritata la vittoria. Io morirò presto e il filmato andrà perso, ma tu devi ricordare quello che ti dico”.

Al centro della barriera di legno, ormai ammuffita, la piscina fantasma aspetta che qualcuno si degni di entrare, per ammaliarlo con un’estate a sorpresa, fatta di tuffi, musica piacevole, voci, risate e soprattutto una lunga permanenza ammollo nella piscina grande.
Per ora l’acqua è grigia, scarsa, colma di putridume e la vasca ha perso il colore azzurro, che dava un tono tanto ufficiale alle gare, insieme alle strisce bianche, per ora cancellate.
Per ora.
Questo è il pensiero irato della piscina, che ha assistito a fin troppe scorrettezze durante le competizioni scolastiche.
Odia Ottilia, soprattutto lei.
E anche Manlio.
Come si sono permessi di trattarla così?

La piscina ricorda ancora l’ultimo giorno prima della sua “morte”.
Il suo costruttore aveva lasciato, accanto al trampolino più alto, un portafortuna appeso alla maniglia: un ippopotamo di gomma bianca a pallini rossa, a forma di ciambella salvagente.
Lo aveva mostrato alla donna dalla quale aveva acquistato il terreno, per una “benedizione”, visto che era una mezza fattucchiera, ma di quelle bianche.
Gli aveva detto: “Ci costruirete una piscina? Per me va bene, a patto che ci teniate lontane le persone distruttive: in questo caso, i pesci marci, altrimenti impesteranno l’intera città anche dopo morti”.
L’uomo non l’aveva capita del tutto.
La credeva mezza ammattita dalla solitudine e dalle superstizioni.

Nessuno aveva badato a Ottilia quando aveva tirato di malagrazia il piccolo ippopotamo di gomma prima di tuffarsi.
Lo sapeva bene lei cosa gli aveva sibilato:” Adesso darai a me la buona sorte che stai facendo scorrere via in questa piscina”.
L’ippopotamo aveva acconsentito, cambiando nel profondo, tuttavia.

Strappandosi e cadendo nell’acqua, quando era passato alla condizione di fantasma a sua volta, si era ingrandito, diventando una ciambella di salvataggio, ma il muso era stravolto nel ghigno dell’assassino.

E ora, che è il giorno della gita, aspetta Aglaura, sogghignando dalla cima del trampolino più alto.
La bambina arriva con i compagni e il maestro accanto alla palizzata di legno più robusta, ma sente ugualmente la musica e le risate.
Accosta l’orecchio e sente, dall’altra parte, il calore dell’estate.
Vorrebbe entrare, ma il maestro la tira indietro.
- Cosa fai? Non è possibile entrare. Possiamo solo andare a vedere là, vedi?
Poco lontano, c’è il vecchio chiosco dei biglietti, dove scorrono le immagini pubblicitarie della piscina.
- È com’era ieri, capisci?
- Sì, signor maestro, ma la riapriranno?
Lui, che è il nipote del costruttore, è agghiacciato.
Manlio è morto da qualche ora.
Ora, solo lui è al corrente dell’orrore che sta incombendo sulla città.
C’è un fantasma aggressivo, ancora affamato.
Ha preso lui il video registratore di Manlio e ha notato l’ombra accanto al podio.
Una delle bambine ha derubato la piscina della sua fortuna, stravolgendo il sortilegio buono della fattucchiera.
Cosa gli ha detto, Manlio, parlandogli nella videocassetta, spettro con la faccia del bambino cronista che è stato: “La città cambierà, ora. Molti rivogliono la piscina, perché le forze malevoli hanno soggiogato molte menti, per avere di che sfogare la cattiveria che sentono. La ciambella ippopotamo vuole far annegare i nuotatori esperti e strappare gli arti a quelli tanto bravi da salire in cima. Guai se prenderà Aglaura, poi la seguiranno in troppi, sua prozia Ottilia resterà per ultima. Vieni a farmi compagnia tu., c’è anche tuo zio”.
In effetti, nell’ultimo minuto delle riprese, c’è anche il costruttore accanto al sindaco di allora.

Aglaura è accanto al gabbiotto dei biglietti, quando vede il maestro in una delle riprese e non osa voltarsi indietro, benché i compagni le gridino di allontanarsi.
Lo vede salire sul trampolino più alto e le fa impressione, tutto vestito da inverno com’è.
Ma quello che la stupisce è di vedere come afferra la grossa ciambella da salvataggio e come la testa dell’ippopotamo tenti di morderlo.

L’immagine si ferma lì.
Poco al di sotto, l’acqua della piscina è limacciosa, piena di sassi.

Alla città non interessa più riavere la piscina.
La considera un errore del passato.
Ecco cosa vanno a vedere le scolaresche in gita.
Il filmato di Manlio è ancora integro, ma nessun scolaro lo vede.
È a casa del maestro, defunto per colpa del crollo di una parte della barriera, ora ricostruita e nessuno sa come far funzionare il video registratore.
I parenti non lo guarderebbero comunque.
Vogliono dimenticare le circostanze della fine del loro congiunto: hanno visto in che stato era il loro congiunto e per cosa ne sanno loro, una palizzata non morde quando crolla.
Quanto ad Aglaura, vive ancora con la prozia, ma la coppa sulla mensola non c’è più.
E ambedue si vergognano di parlare della piscina, come di una cosa brutta.
Uno spreco d’acqua e cloro, pensa Aglaura.
La prozia Ottilia invece, vive nella vergogna perenne di aver barato nella gara.

Autorizzo Jackie de Ripper a pubblicare il mio racconto su Skan Magazine
 
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view post Posted on 1/11/2013, 18:28
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Milena Vallero

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Belle specifiche Vic! Spero di riuscire a fare qualcosa di buono! Ciaoooo
 
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La Vic
view post Posted on 1/11/2013, 22:28




Shanda :o: sticazzi!
Si potrà dire "sticazzi" o mi devo bannare da sola? :p096:
 
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Peter7413
view post Posted on 2/11/2013, 08:54




Ci sono anch'io! Bisogna iscriversi o basta postare il racconto quando è pronto? :)
 
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view post Posted on 2/11/2013, 10:04
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Martin Sileno

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@Vic

CITAZIONE
Shanda :o: sticazzi!
Si potrà dire "sticazzi" o mi devo bannare da sola? :p096:

Penso che sticazzi significhi "e chi se ne frega!" però dovresti chiedere delucidazioni a Polly che conosce bene gli intercalari del dialetto romanesco. Nel tuo caso, per esprimere stupore, l'esclamazione corretta dovrebbe essere il più colorito " me cojoni". Comunque è meglio chiedere il parere dell'esperta, anche perchè, mi servirebbe per valutare un racconto di MC.

@Maurizio

posta e basta.
 
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kaipirissima
view post Posted on 2/11/2013, 12:39




Secondo me Sticazzi significa: porca vacca!, cazzo che roba! ; ufo. (Ma non in senso di andare a scrocco).
 
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view post Posted on 2/11/2013, 13:04
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Arrotolatrice di boa

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Gordon, basta chiedere! :)
Allora "sti cazzi" vuol dire effettivamente "chi se ne frega!" O anche, "poco mi importa di questa situazione o faccenda" nella versione colorita de "e sti cazzi nun ce li metti?"
La versione romana di stupore e meraviglia, anche l'apprezzamento per qualcosa di inaspettato è "sto cazzo" o anche si, "me cojoni" ultimamente un po' desueto.
Però pare che dall'Emilia in su, l'espressione "sto cazzo" non esista e sia sostituita da "sti cazzi". quindi direi che per un non romano/laziale è accettabile.

 
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