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Skannatoio, Marzo 2014, edizione XXVIII, chi ben comincia...

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view post Posted on 4/3/2014, 23:12
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Arrotolatrice di boa

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CITAZIONE (CMT @ 4/3/2014, 19:46) 
Vabbe', dai, sono incipit, mi dicevo. E pure abbastanza brevi, sottolineavo. Che saranno mai i commenti questo mese, poca roba, quanto mai si potrà discutere?
Una persona ha postato, una, e io ho nove pagine di Word. :blink:

Cioè... Tutte ste cazz... Emm tutte ste cavolate ho scritto?
 
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Lavinia Blackrow
view post Posted on 5/3/2014, 02:25




ma porca paletta... ho letto solo adesso che devono essere di due generi diversi... :p095: :p095: :p095:
la mia vita è un inferno! :cry:
 
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view post Posted on 5/3/2014, 09:30
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Losco Figuro

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@Polly: no, sono stato logorroico io nel commento vero e proprio

@Lavinia: tu pensa che io non l'ho mai letto, ho rispettato la regola accidentalmente :lol:
 
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view post Posted on 5/3/2014, 09:52
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Magister Abaci

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CITAZIONE (CMT @ 5/3/2014, 09:30) 
@Lavinia: tu pensa che io non l'ho mai letto, ho rispettato la regola accidentalmente :lol:

Bravo! Ti stai adeguando all'andazzo :D
 
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White Pretorian
view post Posted on 5/3/2014, 15:22




Primo incipit completato. Ora passo al secondo ^_^
 
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view post Posted on 5/3/2014, 21:13
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Arrotolatrice di boa

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CMT
Se, se... Dci sempre così e poi mi bastoni ;)

Master, ho un problema. Lavinia mi ha fatto notare ( :wub: ) che il mio primo incipit sfora con i caratteri. Cme tutti sapete scrivo da ipad, e come una craniolesa mi sono dimenticata che "lui" conta con gli spazi esclusi... Posso tagliare o sono squalificata?
 
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view post Posted on 5/3/2014, 21:17
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Magister Abaci

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CITAZIONE (Polly Russell @ 5/3/2014, 21:13) 
Master, ho un problema. Lavinia mi ha fatto notare ( :wub: ) che il mio primo incipit sfora con i caratteri. Cme tutti sapete scrivo da ipad, e come una craniolesa mi sono dimenticata che "lui" conta con gli spazi esclusi... Posso tagliare o sono squalificata?

Allo Skannatoio si sono sempre potute fare modifiche entro la scadenza.
 
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view post Posted on 5/3/2014, 21:35
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Arrotolatrice di boa

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Ah si? Bene!
 
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view post Posted on 6/3/2014, 00:50

Alto Sacerdote di Grumbar

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Sìsì, puoi moddare fino alla scadenza ;)
 
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view post Posted on 6/3/2014, 01:25
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Arrotolatrice di boa

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Fatto.
Grazie! E grazie a Lavinia!
 
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Lavinia Blackrow
view post Posted on 6/3/2014, 01:30




;)
 
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view post Posted on 6/3/2014, 13:08

Alto Sacerdote di Grumbar

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a beneficio di chi non l'avesse notato...
Le iscrizioni per l'edizione di marzo, chiudono l'8 alle 23.59, non il 7 come al solito.

Ditelo agli altri che sembrano latitare, capisco che lo speciale vi inchiodi alla sedia, ma questa edizione regolare, se voleste dare ascolto a me, è qualcosa di molto molto utile, troppo utile per saltarla a cuor leggero ;)
 
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view post Posted on 6/3/2014, 13:51
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Grazie master
A dire il vero sono già pronto, ma con il telefonino non riesco a postare, vedo di inviare tutto domani.
 
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view post Posted on 6/3/2014, 16:20
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Magister Abaci

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“Vis et Honor” di Leonardo Boselli

Decio strisciò tra gli arbusti finché non raggiunse i due commilitoni nascosti nell’erba alta. Di fronte a loro, alla tenue luce della luna, si intravedeva una pista lastricata, costeggiata da alti pini marittimi.
«Cosa ne pensate?» chiese sottovoce.
«Sembra una strada consolare. Se fossimo fortunati, potremmo addirittura essere nei pressi della Capitale», rispose Quinto, «ma la Fortuna ci ha voltato le spalle da tempo».
Settimio aggiunse dubbioso: «C’è qualcosa che non mi convince. Tutte quelle pietre fuori posto... la manutenzione lascia a desiderare».
«Zitto», lo interruppe Decio. «Cos’è questo rumore?».
I tre legionari cominciarono a percepire alle loro spalle una strana vibrazione, come un rombo sommesso. Proveniva da un'altura poco distante. Si trattava di un rumore continuo che si intensificava con regolarità.
«Non ne ho idea», rispose Quinto. «Non sembra il brontolio che segue un tuono...».
In quell’istante, preceduto da un agghiacciante sibilo, un enorme serpente d’acciaio uscì ruggendo a folle velocità da un’apertura nel pendio. Impazziti dal terrore, i tre saltarono fuori dai cespugli e si misero a correre a perdifiato, oltre la strada, per i campi.
Il serpente sparì nella notte. Sembrò averli ignorati, ma loro continuarono a fuggire a lungo, incespicando e rialzandosi, finché non crollarono esausti.

19 secoli prima

I combattimenti per sedare le rivolte dei Traci si stavano trascinando da mesi. L’azione offensiva della terza legione Macedonica, al comando del generale Flavio Massimo, incontrava una strenua resistenza. Sembrava che nulla potesse fiaccare le forze dei ribelli, una fastidiosa spina nel fianco che impediva la pacifica romanizzazione del paese.
La legione era accampata presso Uskadama in attesa di muovere verso le frange di resistenza che trovavano rifugio tra le alture più a nord. La vita dei soldati, in quei giorni d’attesa, si svolgeva tra noiose esercitazioni e incombenze quotidiane.

Quella sera, di fronte alla centuria Felix schierata davanti al pretorio, era in corso l’esecuzione di alcune punizioni.
Il centurione Decio Marcello ricevette un rotolo dal comandante e lesse ad alta voce la sentenza: «Settimio Ario, sei stato riconosciuto colpevole di furto e condannato alla fustigazione. Ti saranno inflitte venti nerbate e verrai tradotto al capoluogo per scontare il resto della pena».
Il condannato, legato a un palo infisso nel terreno, aveva la schiena scoperta. Quinto Gaio, un veterano delle guerre in Dacia, mentre fingeva di saggiare la consistenza della frusta, gli si avvicinò sussurrando: «Settimio, sei pronto?»
Il condannato non rispose, ma serrò i pugni intorno ai lacci che lo legavano.
Decio iniziò a contare ad alta voce. Quinto faceva seguire a ogni numero una scudisciata che imprimeva sulla schiena di Settimio una striscia livida. All’ottava frustata, il condannato, che fino ad allora aveva per orgoglio trattenuto i lamenti, cadde sulle ginocchia. A partire dalla dodicesima, la sferza cominciò a lasciare tracce sanguinolente. Alla ventesima, Settimio perse i sensi e il supplizio ebbe termine. Il comandante era soddisfatto e Decio ordinò alla centuria di rompere le righe.

* * *

«È una specie primitiva. L'unico pregio consiste nella resistenza fisica, peraltro gestita in modo inefficiente».
L’ufficiale scientifico U’fik stava svolgendo con cura l’autopsia di un cadavere. Il corpo fluttuava al centro del laboratorio mentre alcune sonde ne analizzavano le varie parti.
Dopo aver esaminato a lungo gli organi interni, aggiunse: «Solo ulteriori esami potranno confermarne l'utilità. Io penso che valga la pena di raccogliere alcuni campioni e di portarli con noi».
Il primo ufficiale U’nak era perplesso. Si chiedeva a cosa potessero servire degli esseri così poco evoluti, che per svolgere qualunque tipo di attività utilizzavano solo la forza muscolare. Senza considerare, poi, quel loro aspetto ripugnante e la puzza che emanavano.
«Se la pensate così, raccoglieremo i campioni. L’unico vantaggio di questo ingrato compito è che, finalmente, potremo tornare in patria».

* * *

Il centurione Decio procedeva a cavallo attraverso la gola. Alte pareti rocciose si innalzavano a destra e a sinistra.
“Il luogo ideale per un’imboscata”, pensò.
Era seguito a passo di marcia da una lunga fila di prigionieri incatenati, scortati da alcuni legionari.
Quinto, in tenuta da battaglia, indossava l’elmo e sosteneva con la sinistra lo scudo rettangolare, mentre cadenzava il passo seguito dagli altri soldati.
Vicino a lui si trascinava Settimio, gravato dalle catene. Il veterano sentì che si lamentava e gli disse: «Questa volta l’hai fatta grossa».
Non ottenne risposta, solo un gemito.
«Sei sempre stato veloce di mano, ma prima o poi dovevano beccarti».
«Lasciami in pace! La schiena mi tortura già abbastanza: devo anche sopportare le tue chiacchiere?» sbottò Settimio.
«Ti lascio in pace, ma non tormentarmi coi tuoi lamenti: un po’ di pazienza e, in dieci anni di lavori forzati, le ferite si rimargineranno».
«Dieci anni? Non c’è prigione o catena che possa trattenermi. Quando mi verrà a noia la sbobba, fuggirò».
In quel momento, un turbine di vento si alzò sopra le loro teste. Ne seguì un sibilo e un bagliore accecante.
I legionari, dopo attimi d'incertezza, sguainarono il gladio e si posero al riparo degli scudi, mentre i prigionieri, impediti dalle catene, cercavano scampo da quell’improvvisa tempesta di vento e fulmini.
Il cavallo del centurione s’imbizzarrì. Decio tentò di domare la sua cavalcatura, ma venne disarcionato e perse conoscenza per la violenta caduta.

[Continua...]

Genere: fantascienza.
Alcuni fili sospesi:
- I tre personaggi citati all'inizio del racconto sono davvero gli stessi presentati nei paragrafi successivi? In tal caso, come hanno fatto tre legionari romani (di quelli antichi, non i figuranti che si fanno fotografare di fronte al Colosseo) a essere proiettati nel futuro? Ma, soprattutto, dove si trovano e qual è la natura del “serpente d'acciaio”?
Come è facile intuire, sono gli stessi legionari e il "serpente d'acciaio" è ovviamente un treno. Sono di nuovo sulla Terra, 19 secoli dopo essere stati rapiti. Si trovano così avanti nel futuro a causa degli effetti relativistici del viaggio interstellare di andata e ritorno che sono stati costretti, loro malgrado, a intraprendere.
- Chi o “cosa” sono U'fik e U'nak? Da dove vengono, dove stanno per tornare e cosa pensano di farsene dei “campioni” raccolti?
Sono alieni che stanno esplorando la Terra alla ricerca di "strani nuovi mondi". I "campioni" sono esemplari della specie umana prelevati a scopo di studio.
- Qual è la natura della tempesta di vento e fulmini che si abbatte sul convoglio di militari romani?
Si tratta dell'incursione aliena che assale il convoglio di legionari per rapire alcuni esemplari interessanti.
- Cos'ha rubato Settimio e quale ruolo avranno le sue capacità “stealth” nel seguito della vicenda?
Le capacità di Settimio consentiranno al gruppo di prendere il sopravvento sull'equipaggio alieno e, dopo alterne vicende, di dirigere la rotta verso la Terra.
- Come proseguirà l'avventura dei legionari alle prese col nostro tempo?
Beh, volete proprio che vi racconti tutto? Rimanete col fiato sospeso e aspettate di leggere il racconto completo.


“Topi di fogna” di Leonardo Boselli

"Le viscere della terra digeriscono i fetidi umori della superficie. Il marciume si stratifica, i rifiuti si compattano gli uni sugli altri e i miasmi della decomposizione tolgono il fiato. Eppure, anche nel più lurido dei buchi, c'è chi banchetta felice con un torsolo di mela roso dai vermi. Ciò che è scartato dà nuova speranza, ciò che è morto genera nuova vita." (Gerard Messier, servo degli Ultimi)

Terapolis, 15 brumaio CCCXLI

Luc si svegliò e cercò di ricordare dove si trovasse. Un’enorme insegna pubblicitaria appesa sull'edificio di fronte illuminava la camera da letto attraverso la finestra.
Si alzò sui gomiti e si accorse che una donna stava dormendo accanto a lui. Alla luce intermittente ne riconobbe il profilo. Si erano conosciuti la sera prima e avevano passato insieme la notte.
La osservò respirare; nella semioscurità vedeva il seno sollevarsi lento e la pelle distendersi per poi rilassarsi.
Si domandò il nome di quella donna. Si sorprese: di solito, il giorno dopo, non gli interessava ricordare come si chiamasse la compagna occasionale di una notte, perché non l'avrebbe mai più rivista.
Ci pensò e concluse che non gli importava neppure questa volta.
Un orologio indicava le sei del mattino. Decise di alzarsi, si rivestì senza fare rumore e uscì dall’appartamento.
Aveva un paio d'ore. Sarebbe passato da casa per una doccia e, poi, avrebbe preso servizio al distretto.

* * *

Terapolis era uno dei maggiori agglomerati urbani del pianeta. Col tempo il suo perimetro aveva inglobato città preesistenti, superato i confini di antiche nazioni, ricoperto mari e deserti.
Le abitazioni, gli uffici, i centri commerciali, gli edifici governativi, le fabbriche, tutto ciò che era necessario per la vita degli abitanti, si ammassava per migliaia di chilometri senza soluzione di continuità.
In ogni quartiere si ripeteva la stessa struttura. Era organizzata a strati: al di sopra delle costruzioni si tesseva la rete di un intenso traffico; la cima degli edifici più alti era occupata da residenze di prestigio e uffici dirigenziali, poi seguivano i piani inferiori, sempre meno ambiti, fino ad arrivare alla superficie, che raccoglieva i rifiuti e il sudiciume degli strati superiori; il piano stradale, ormai in disuso, era occupato dagli esclusi della società, un’umanità abbrutita e dolente, che viveva del superfluo dei privilegiati; infine, al di sotto della superficie, tra tunnel abbandonati e fognature, ribolliva un mondo invisibile: là sotto si nascondeva tutto ciò che non aveva diritto all'esistenza.

Giunto alla centrale di polizia del distretto di Nice-Marseille, Luc entrò nello spogliatoio. Diversi agenti si stavano cambiando seduti sulle panche o in piedi di fronte agli armadietti.
C'era anche Martin, il detective con cui investigava. Era raggiante. Appena lo vide gli andò incontro e gli disse: «Luc, ho una buona notizia! Michelle avrà una figlia: ieri abbiamo ricevuto il permesso dal Ministero».
«Veramente? Sono davvero contento. Sei il primo che conosco a esserci riuscito. Fai i complimenti a tua moglie da parte mia».
«Glieli farai di persona. Abbiamo organizzato una cena per il prossimo Duodì e sei invitato. Non deluderci!».
«Sai che le feste mi deprimono».
«Questa volta non ci sono scuse. Porta anche quella tua amica... come si chiama?».
«Ti riferisci a Marianne? È acqua passata: non la vedo da più di un mese».
«Ah, non lo sapevo. Beh, porta chi vuoi».
«Vedrò cosa riesco a rimediare».
Mentre parlavano, lo sguardo di Martin s'era fatto lucido, così Luc chiese: «Ma che c'è? Non sei contento?»
L'amico, con la voce spezzata, gli confidò: «Sai, il permesso è giunto appena in tempo. Michelle aveva iniziato a chiedersi perché stavamo ancora insieme... senza di lei non potrei sopportare questa vita».
Dopo l’ultima frase, l’uomo tornò verso il suo armadietto e riprese a cambiarsi. Luc non vedeva le lacrime sul volto dell’amico, ma poteva immaginarle.
Nel frattempo, Jacques, un agente della squadra d’assalto, entrò nello spogliatoio e disse: «Ragazzi, credo proprio che oggi non ne usciremo vivi».
Quella frase suscitò un coro unanime di ingiurie e scongiuri. Qualcuno gli chiese cosa ci fosse in programma.
«Abbiamo un codice 452 nel settore 37».
La notizia fece cadere lo spogliatoio nel silenzio.

Il settore 37 si trovava a nord della giurisdizione. Di per sé non era una zona malfamata, c’erano alcune industrie e una centrale energetica, mentre il piano stradale era piuttosto tranquillo.
Il vero problema era il sottosuolo: laggiù si dipanava un intrico di gallerie che comprendeva una vecchia miniera, un’antica tratta della metropolitana e l’imponente intreccio delle fognature.

Luc indossò lentamente gli anfibi e il giubbotto antiproiettili, poi prese il casco e si avviò con i colleghi all’armeria. Il capitano avrebbe di certo assegnato lui e Martin alla squadra d'assalto, perché un codice 452 aveva la precedenza su tutto: indicava un’operazione di “derattizzazione”, uno dei compiti più ingrati e pericolosi.

[Continua...]

Genere: distopia.
Alcuni fili sospesi:
- Chi è Gerard Messier, il cosiddetto “servo degli Ultimi”?
Si tratta di un "missionario" che opera tra i diseredati dei bassifondi e tra i cosiddetti "topi di fogna", orribili mutanti, che popolano i sotterranei.
- Perché il calendario usato (“brumaio” e “duodì”) ricorda quello della Rivoluzione francese?
Una rivoluzione moderna, scatenata per varie cause, ha riportato in auge i principi della Rivoluzione francese di 350 anni prima.
- Quale ferrea pianificazione familiare vige a Terapolis?
A causa della sovrappopolazione, tutti gli individui nascono geneticamente sterili. L'unica possibilità di procreare, dopo aver ottenuto i necessari permessi, pianificati in modo ferreo, è quella dell'impianto embrionale con fecondazione in vitro.
- Qual è la difficile e ingrata missione che Luc e i suoi colleghi devono affrontare? Chi o “cosa” si nasconde nei labirinti sotterranei del settore 37?
I "topi di fogna" sono esseri umani mutanti che hanno riacquistato la possibilità di procreare. Proliferano in modo incontrollato formando famiglie radunate in tribù. Una volta individuati, i gruppi di mutanti vengono attaccati dagli agenti a cui viene dato l'ordine di sterminare, senza distinzione, uomini, donne e bambini. I "topi di fogna", però, non subiscono senza reagire: in preda alla disperazione, possono difendersi con straordinaria ferocia.
- Come andrà a finire la storia?
Volete troppe anticipazioni: lo scoprirete quando sarà scritta!

Edited by TETRA aka Bifidus Actiregularis - 6/3/2014, 18:17
 
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Lavinia Blackrow
view post Posted on 6/3/2014, 19:31




Scusate ma io nella mia somma incapacità non sapevo cosa fosse un incipit quindi l'unica cosa che per ora ho è fatta da due scene... E parlando con master ho capito che nn sarebbe proprio un incipit...

ma mi sembra che pure il tetra abbia fatto più scene... quindi siccome nn farò mai in tempo a cambiare tutto (xkè nn riesco a mettere il CH e sono nel mezzo del delirio psicologico) lo dico prima... così master sa che ho capito ma che sono spacciata e che se mai mi penalizzerete...

tutto ciò se riesco a finire il secondo pezzo per il quale non ho assolutamente tempo è che x ora non ha senso nemmeno nella mia testa!

(in compenso la storia dello speciale è fighissima :D non si può avere tutto dalla vita)
 
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225 replies since 1/3/2014, 01:19   3265 views
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