Avevo detto che, a meno di meteoriti, avrei postato il racconto e così faccio, anche se sono da solo.
Spero vi piaccia.
Ora devo solo trovare un'idea vagamente decente per il 666
Testa di legnoLa faccia di Axel sembra una maschera di pietra. Nei suoi occhiali vedo il riflesso del tavolo verde e delle cinque carte che ho appena calato.
- Due re e tre assi, Ax: – faccio, trattenendo a malapena l’emozione – è un full.
Resta impassibile ancora per qualche istante, congelando l’atmosfera nella stanza piena di fumo.
Ogni secondo che passa, sento il cuore che batte sempre più forte nel petto. Ogni battito riporta alla luce un sogno sepolto sotto lo squallore della periferia.
Fuggire. Vivere. Ricominciare.
Poi il volto di Axel ha un fremito. Appoggia sul tavolo le carte che ha in mano una alla volta.
Asso.
Re.
Regina.
Jack.
Dieci.
Tutti di quadri.
- Scala reale – Soffoco a stento l’impulso di vomitare sul tavolo. – Merda.
Axel si alza in piedi.
- Sei sotto, Tom. Sotto di troppo stavolta.
- Aspetta, Ax, dammi tempo. Ti giuro che in due o tre mesi io…
Lui ride e si liscia i mustacci.
- Mi prendi per un idiota? Le voci corrono. Non sono il primo a cui chiedi più tempo. Solo che stavolta non te ne verrà concesso…
Nel riflesso dei suoi occhiali vedo la mia espressione stravolta.
Lo sa! Sa che l’ultima partita con Cole Brown mi è costata la macchina e i miei ultimi risparmi e che dopo quella con Ordell Gara non potrei mettermi in pari nemmeno rapinando un portavalori.
- Allora, hai intenzione di pagarmi o no?
Per un istante accarezzo l’idea di mandarlo al diavolo e di scappare, ma sarebbe la scelta più stupida. Axel è grosso il doppio di me e sono più che sicuro che sia armato. E poi, anche se per qualche miracolo della sorte dovessi riuscire a sfuggirgli, fuori da questa stanza ci sarebbero comunque i suoi ragazzi ad aspettarmi.
Non ho scelta. Sputo via quel che resta del mio orgoglio e provo a trattare per una via d’uscita.
- Non ho un soldo, Ax, ma posso ripagarti lavorando per te.
Il suo sorriso si allarga. Fa lentamente il giro del tavolo per venire verso di me
- Effettivamente, ci sarebbe qualcosa per cui potresti essermi utile…
Una scappatoia. Mi ci infilo dentro come un dannato.
- Qualunque cosa, Ax. Chiedimi qualunque cosa e te la darò.
Ora è fermo davanti a me. Distende l’indice e lo fa passare lungo tutta la base del collo. Un gesto che mi congela il cuore.
- Perfetto. Allora voglio la tua testa.
***
Duemilacinquecento dollari in tagli da cento.
Dio, non ho mai amato il faccione di Ben Franklin come in questo momento.
Certo, un migliaio se ne andranno per saldare qualcuno dei vecchi debiti e altri trecento dovrò spenderli per l’affitto di questa topaia e per le bollette, ma il resto è tutto grasso che cola.
Appoggio i soldi sul tavolino, socchiudo gli occhi e mi lascio scivolare sul divano.
Ho bisogno di rilassarmi cinque minuti. In fondo, il proprietario di una grande azienda non ha diritto al suo riposo?
Quando Axel aveva detto di volere la mia testa, stavo per farmela addosso, ma l’equivoco si è chiarito subito.
“Ho un amico al Diamond Palace che ha bisogno di una testa di legno” mi aveva spiegato, tranquillizzandomi, “qualcuno che metta due firme sui documenti senza fare domande e senza destare i sospetti di quelli del Fisco… la tua fedina penale è pulita, o sbaglio?”
“Non proprio immacolata, ma si tratta di roba di poco conto.”
Soddisfatto della risposta, mi aveva spiegato cosa fare.
La settimana dopo, mi sono dato una ripulita, ho ritirato un abito prestatomi da Axel per l’occasione e mi sono fatto trovare davanti allo studio di un notaio del centro. Quando ne sono uscito, ero il nuovo proprietario della “Silk Dell&Co.”
“Non ci sarà niente di complicato da fare: firmi le carte che ti diciamo di firmare, scrivi le mail che ti diciamo di scrivere e, soprattutto, tieni la bocca chiusa con tutti su questa storia” stretto nell’abito d’alta sartoria che indossava sembrava un uomo totalmente diverso, ma il piglio autoritario restava lo stesso. “Comportati bene e ogni cinque del mese potrai presentarti nel mio locale e chiedere il tuo compenso. Sarebbero cinquemila, ma una metà li tratterrò io fino a quando non mi avrai ripagato dei tuoi debiti. Tutto chiaro?”
E come poteva non esserlo? Per una cifra simile mi sarei anche messo a quattro zampe ad abbaiare come un cane!
Quanto al non fare domande, ho già imparato da tempo che nel Southbank la bocca la si deve aprire solo per mangiare. Tutto il resto è un biglietto di sola andata per l’Inferno.
E io ci sono stato fin troppo per potermi permettere altri sgarri.
Solo chi è nato a sud del Sapphire River può capirlo, solo chi è stato tolto da scuola a dieci anni perché doveva andare a rubare i portafogli alla Golgotha Central Station.
Ho imparato a non avere un orgoglio e a rosicchiare ogni osso che mi veniva gettato, difendendolo con le unghie e con i denti dagli altri disgraziati che me lo volevano portare via. Solo così si sopravvive nei quartieri più schifosi di God’s Crown City, calpestandosi gli uni gli altri per non finire sul fondo, per non diventare uno dei tanti rottami che si trascinano ai bordi delle strade.
Io ce l’ho fatta, ma ho visto da vicino quell’abisso troppe volte per pensare di gettare al vento quest’occasione. Con le carte non ha funzionato e potrebbe essere l’ultima possibilità che mi resta.
Apro gli occhi e osservo il piccolo mazzetto di banconote: come nei mesi scorsi, prendo due pezzi da cento per metterli da parte.
- Un giorno, voi mi permetterete di scappare via da questa fogna… per cominciare a vivere, oltre che a sopravvivere – bacio la faccia di Ben Franklin e sorrido. – Per oggi, mi basta che mi permettiate di cenare da Ciro all’angolo.
Suonano alla porta.
Non ho idea di chi possa essere, ma preferisco non correre rischi e metto via tutto il malloppo.
Quando apro, mi trovo davanti un tipo smunto sulla quarantina, con gli occhiali a fondo di bottiglia e un completo beige da grandi magazzini.
Sono sicuro di non averlo mai incontrato prima. Un riporto così ridicolo lo avrei sicuramente riconosciuto.
- Si?
- Mi scusi – fa il tipo, stringendosi contro il petto una cartella di pelle, - lei il signor Thomas Wood?
- Si, sono io.
Nel fondo dei suoi occhietti da topo vedo scintillare una strana luce, ma dura meno di un istante.
- Il mio nome è Kaspar Kaczmarek. Dovrebbe ricordarselo.
Io faccio segno di diniego.
- Ah, no? Voi figli di puttana non vi prendete nemmeno il disturbo di ricordare il nome delle persone a cui rovinate la vita? – esclama, aumentando improvvisamente il tono della voce. – Per voi siamo solo numeri su un pezzo di carta!
È furibondo. Con una rapidità che mai avrei sospettato, afferra la cartella e me la sbatte violentemente in faccia, facendomi finire a terra.
Quando riesco a girarmi, scopro che mi sta puntando contro un revolver.
- Cancellate il nostro futuro con un tratto di penna e poi tornate a vivere come se nulla fosse – sussurra, armando il cane dell’arma. – Beh, questa volta le cose andranno in modo diverso.
Prima che possa anche solo provare a supplicare, l’uomo spara.
Un colpo alla testa e muoio senza nemmeno capire il perché.
***
Nel Southbank i funerali non sono una rarità, anzi, si può dire che gli impresari di pompe funebri siano gli unici, oltre agli spacciatori, che si siano ingrassati mentre il quartiere sprofondava. Quello che sto guardando però, è un evento unico nel suo genere.
Ci sono pochissime persone a partecipare, ma questo non è strano. In vita Tom Wood non deve avere avuto molti amici e penso che gli unici a piangere la sua scomparsa saranno i suoi creditori insoddisfatti.
Neanche la presenza del cordone di sbirri poco lontana è una novità, soprattutto se si considera che non c’è niente di meglio di un corteo funebre per rinfocolare le vecchie ostilità tra clan.
No, la cosa che veramente stupisce me e tutti gli spettatori che stanno osservando la scena nascosti dietro le persiane dei palazzi e ciò che c’è oltre il cordone di poliziotti, la fiumana di decine e decine di operai in rivolta.
Quando la bara esce dalla chiesa e i necrofori scendono le scale per raggiungere il carro, la folla sembra andare in delirio.
- Giustizia per Kaczmarek!
- Il vero assassino è chi cancella il futuro della povera gente!
- Thomas Wood ha solo avuto quello che si meritava!
Sassi e bottiglie vuote cominciano a volare oltre lo schieramento di poliziotti, ma siamo troppo lontani per dovercene preoccupare.
- Accidenti! E io che pensavo che il pericolo più grande fossero quelli delle tasse – fa il signor Cooldridge, accendendosi un sigaro elettronico. – Ancora un po’ e faranno a pezzi pure la bara di quel disgraziato.
- Diciamo che anche da morto la nostra testa di legno continua a mantenere la funzione per cui lo avevamo ingaggiato. Con l’unica differenza che non ti sta difendendo solo dalle indagini del fisco, ma anche dall’odio dei tuoi ex-dipendenti.
- Si, vero: un lavoratore davvero instancabile – fa lui, ridacchiando da sotto i baffi. - Piuttosto, devi procurarmi un altro prestanome al più presto, Axel. Il piano di licenziamenti della “Silk Dell” non è ancora finito e ho bisogno di qualcuno su cui scaricare la liquidazione definitiva dell’impresa. Fatto questo, tu ed io potremo andarci a fare quel bel viaggio all’estero che stavamo pianificando…
Annuisco. Non dovrebbe essere difficile trovare qualche altro fallito a cui affidare la cosa. Mal che vada, potrei sempre fare un giro in qualche casa di riposo.
A ben pensarci, sarebbe anche più conveniente: invece di soldi, mi basterebbe regalare un po’ di morfina.
Mentre parliamo, i necrofori hanno caricato la bara sul carro. Tom si avvia per il suo ultimo viaggio, accompagnato dalle urla e dalle minacce di chi lo ritiene responsabile della propria rovina.
- Sai, in fondo quasi mi dispiace. Quando ho detto che volevo la sua testa, non pensavo che qualcuno se la sarebbe presa per davvero.
- Cose che capitano – mi risponde l’industriale, alzando le spalle. – Meglio lui che noi, no?
- C’è bisogno di chiederlo?
Chiudo il finestrino e faccio segno all’autista di ripartire.
Ora che abbiamo dato l’ultimo saluto a Tom possiamo anche dimenticarci a lui e tornare a vivere.
Autorizzo Jackie alla pubblicazione (ciao Jackie
)