Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio SPECIALE#6, Maggio 2015, Anarchia unica via

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 12/5/2015, 14:10

Alto Sacerdote di Grumbar

Group:
Moderatori
Posts:
2,582

Status:


Organizzazione
Racconti in gara

  1. ...





SKANNATOIO speciale #6



Ha inizio la sesta edizione speciale dello Skannatoio.




1) Consegna delle opere per le 23:59 di giovedì 21 Maggio 2015, i brani saranno accettati anche se postati con un massimo di 31 minuti di ritardo, ma incorreranno in una penalizzazione di 1 punto). I racconti devono essere pubblicati in questo thread. Provvedete a inserire i titoli e la lunghezza in caratteri (spazi inclusi) insieme al testo del racconto;
2) Consegna dei commenti entro le 23:59 di domenica 31 Maggio - se i racconti fossero più di 15, attendete la suddivisione in gironi da parte del moderatore) per leggere, commentare e inserire in classifica i racconti altrui che non infrangeranno i limiti di lunghezza specificati. Leggete il REGOLAMENTO se non avete idea di come si debbano votare i racconti;
3) al termine, l'ultimo partecipante ad aver consegnato i commenti provvederà a stilare la classifica finale.

Chi salterà anche una sola di queste fasi incorrerà nella sanzioni previste dal REGOLAMENTO.

Inoltre, chi partecipa per la prima volta allo Skannatoio deve inviare, pena l'esclusione dal concorso, i propri dati (nome e cognome, numero di telefono, indirizzo postale e indirizzo email) in una email ai supervisore all'indirizzo [email protected]. Non è necessario farlo se si sono già forniti i dati contestualmente a uno qualsiasi dei concorsi organizzati dal forum de "La Tela Nera".

Chi volesse veder pubblicata la propria opera su Skan Magazine deve scrivere in calce al proprio racconto la liberatoria:
Autorizzo Jackie de Ripper a pubblicare questo mio racconto su 'Skan Magazine'.
Saranno pubblicati solo i migliori racconti accompagnati dall'autorizzazione.

LE SPECIFICHE

Lunghezza (globale). Minima: 5'000 caratteri. Massima: 20'000 caratteri (spazi inclusi, escluso il titolo ed eventuale liberatoria). Tolleranza 10% (con penalità di 1 punto per chi, pur rimanendo nella tolleranza, sforasse i limiti di lunghezza indicati). Vale questo contatore come riferimento per il conteggio dei caratteri.
Genere: Qualsiasi e relativi sottogeneri (soprattutto i sottogeneri, mi raccomando).

Particolarità:
a) Il protagonista della vostra storia dovrà pronunciare almeno una parola a piacere vostro dalla seguente lista:
- Bubbone
- Ermeneutica
- Macilento
- Zuzzurellone
- Scrotomanzia

Evidenziate la parola (o le parole) in grassetto all'interno del testo. Quella più utilizzata (se ci sarà) diventerà la parola della Tela per tutto giugno! u.u
(vi spiegherò cosa significa solo DOPO che avrete scelto, per evitare magheggi :P )

Nelle loro classifiche, i partecipanti dovranno tenere conto delle specifiche e penalizzare, a loro insindacabile giudizio, i concorrenti che non si sono attenuti. Dovranno anche ignorare i racconti che supereranno in più o in meno i limiti previsti per la lunghezza, o altre richieste espresse esplicitamente.

Bene, è tutto, buon lavoro e in bocca al lupo.
 
Web  Top
view post Posted on 12/5/2015, 14:21
Avatar

Milena Vallero

Group:
Moderatori
Posts:
482
Location:
Santhià (VC)

Status:


Scrotomanzia!?!?!?!?!? :1392239711.gif: No dai ma come ti vengono?........... :D Ora mi obblighi a spremere le meningi per trovare un modo di usarla in un racconto...! :P
 
Web  Top
view post Posted on 12/5/2015, 14:28
Avatar

Il Tospanico Polemico

Group:
Member
Posts:
924
Location:
Barcelona

Status:


Io ci sono!
Mi ero quasi messo in pari con le cose da fare, sia mai!

:D
 
Top
view post Posted on 12/5/2015, 15:57
Avatar

Co-moderatore dello skannatoio
Badge Moderatore

Group:
Moderator
Posts:
1,630
Location:
Macerata

Status:


Uhm... interessante.

Però cavolo, solo 10 giorni. Speravo che essendo uno speciale più lungo avessimo di più
 
Top
view post Posted on 12/5/2015, 16:43

Alto Sacerdote di Grumbar

Group:
Moderatori
Posts:
2,582

Status:


CITAZIONE (reiuky @ 12/5/2015, 16:57) 
Uhm... interessante.

Però cavolo, solo 10 giorni. Speravo che essendo uno speciale più lungo avessimo di più

Nah, sono sicuro che ce la farete ;)
E, così facendo, non ci sovrapponiamo neanche con giugno (cosa che non dovrebbe essere un problema in ogni caso, se tutto gira giusto il mese prossimo si fa un altro speciale e quello sì che lo faremo durare un pochino di più, soprattutto se sarete tanti ;) )
 
Web  Top
view post Posted on 12/5/2015, 16:56

Member

Group:
Member
Posts:
993

Status:


Ciao Master,
che belle specifiche. Io vorrei provarci. Di Anarchia ed Ermeneutica, qualcosa ne capisco.
 
Top
view post Posted on 12/5/2015, 19:07
Avatar

Apprendista stregone

Group:
Member
Posts:
645
Location:
Area 51

Status:


Ciao Master! Macilento e Zuzzurellone le inserisco sicuramente! :p101:
 
Top
view post Posted on 15/5/2015, 17:15
Avatar

Custode di Ryelh
Badge Moderatore

Group:
Moderator
Posts:
822
Location:
Sulla rocca dei Montefeltro

Status:


Ok, a sto giro voglio partecipare, anche a costo di fare carte false. Ora mi siedo sulla sponda del fiume e aspetto che passi il cadavere di un'idea decente... :1392239620.gif:
 
Top
view post Posted on 15/5/2015, 21:08
Avatar

Co-moderatore dello skannatoio
Badge Moderatore

Group:
Moderator
Posts:
1,630
Location:
Macerata

Status:


CITAZIONE (White Pretorian 2.0 @ 15/5/2015, 18:15) 
Ok, a sto giro voglio partecipare, anche a costo di fare carte false. Ora mi siedo sulla sponda del fiume e aspetto che passi il cadavere di un'idea decente... :1392239620.gif:

Io, invece, sto completamente bloccato. Non mi viene un'idea che sia una.
 
Top
view post Posted on 17/5/2015, 18:30
Avatar

Losco Figuro

Group:
Moderatori USAM
Posts:
3,643

Status:


Solo oggi ho potuto mettermi a scrivere e o lo posto adesso o mai più (master, sul serio, dovresti organizzarti per avere sempre scadenze di Domenica, sono molto più comode e lasciano un intero fine settimana per scrivere e rivedere, con i giorni prima per abbozzare qualcosa), perciò ve lo beccate senza rilettura. -_-


Alla fiera del test

L'omone svettava oltre la folla e l'enorme zaino gli garantiva un certo grado di privacy, tranne quando qualcuno lo scambiava per una tenda e cercava di entrare. Dalla sua posizione privilegiata, la quiete che emanava dalla folla era ancora più inquietante. Ci si sarebbe aspettati il tipico mormorio di una piazza affollata, o il vocio di una giornata di festa, o il brusio di persone che tentano di non far capire che stanno chiacchierando, o il trepestio di piedi trascinati sull’erba secca. In effetti qualunque altra cosa terminante in -io sarebbe stata più accettabile dell’unica presente: l’assoluto silenzio.
Il tutto era reso ancora più irreale dal fatto che, sotto ogni altro aspetto, l’atmosfera fosse quella tipica della fiera di paese, con le strade invase da tende dei più svariati colori dalle quali la gente entrava e usciva incuriosita.
«Ma...» attaccò a dire l’omone, trasalendo al suono della sua stessa voce, un tuono a ciel sereno. «... perché non parla nessuno?» concluse sussurrando.
Saleria, la donna bruna e prosperosa che gli camminava accanto, riuscì a guardarlo dall’alto in basso sebbene – nonostante la ragguardevole altezza e i tacchi vertiginosi – gli arrivasse al più al petto. «Perché alla fiera del test si fa silenzio!» sussurrò.
«Sì, ma perché?» si intromise in tono acido l’uomo magro e biondo che chiudeva la fila assieme a una ragazza con le stesse caratteristiche. A guardarli li si sarebbe detti una bella coppia o una famiglia; nella realtà erano i due uomini a essere fratelli, e l’omone a far coppia con la biondina. «E poi che razza di nome sarebbe “Fiera del test”?»
«Darnel, non essere stupido! Non si chiama veramente così.» A quell’affermazione, tre paia d’occhi si volsero verso la sacerdotessa con aria incredula. «Ogni anno i migliori veggenti dei regni circostanti si danno appuntamento qui per la fiera. Molti nobili della zona vengono apposta per mettere alla prova le loro capacità, e spesso scegliere un veggente per la loro corte, ecco perché “fiera del test”».
«D’accordo.» Darnel fece una breve pausa. «Ma visto che nessuno di noi è un veggente, e tu al massimo sei una visionaria, cosa ci facciamo qui? Pensavo avessi fretta di tornare a Faro di Tyr».
«È così. Ma la strada è ancora lunga, e forse qui posso trovare qualcuno che mi aggiorni sulla situazione, o magari riesca a mettermi in contatto con Vlad».
«Vlad?» domandò la biondina.
«Un mio ex. Mi stava aiutando nella ricerca della cura, ci siamo divisi poco prima che voi due iniziaste a venirmi dietro».
«Noi... cosa?» ribatté Darnel incredulo.
«Be’, non vi ho certo obbligato io a seguirmi», minimizzò lei con una scrollata di spalle.
«Ci hai fatto accusare di ogni accusa possibile e costretto a fuggire per non essere arrestati!»
«Ma nessuno ha detto che doveste per forza fuggire nella mia stessa direzione», osservò lei.
L’uomo rimase a bocca spalancata, guardando in tralice il fratello che annuiva solennemente.
Il silenzio tornò ad avvolgere il gruppo mentre procedeva per le vie del borgo, fino a quando, con una scrollata di spalle, Darnel si portò in testa.
«Almeno facciamola finita alla svelta, proviamo questi e vediamo se ti vanno bene», commentò puntando verso una delle tende, sopra la quale svettava un gagliardetto con una runa simile a una J all’incontrario.
Saleria alzò lo sguardo. «Oh, no, non va bene, sono i veggenti del villaggio di Simelia», tagliò corto.
«E allora?»
«Sono noti soprattutto per le loro capacità di preolenza.»
«Di che...?»
«Percepiscono gli odori prima che si manifestino», spiegò la sacerdotessa.
«Ma... che razza di utilità ha un potere simile?» sbottò Darnel, incredulo.
«Beh, dipende. Come babysitter e aiuto cuochi sono richiestissimi».
«E quelli laggiù?» si intromise la biondina, ansiosa di interrompere lo scambio, indicando uno stemma che dava l’idea di rappresentare un alone di luce.
«Spaturnia, cara, quella è la tenda di un medium, e a me non interessa parlare con i morti, o almeno non con quel genere di morti».
«Uhm...» azzardò l’omone, «allora quello laggiù?»
Saleria studiò l’emblema indicato, una sfera irregolare e vagamente bitorzoluta. Ci pensò su un attimo, poi si strinse nelle spalle. «No, Jorn. Scrotomanzia, non fa al caso nostro».
«Che cosa!?» sbottò Darnel.
«Oh, andiamo, non esaltarti, non è quello che pensi tu. Guardando una persona sanno dirti se ha uno scroto.»
«Bella forza, sono capace anche io.»
«Su questo non avevo il minimo dubbio, caro. Oh, ecco, forse abbiamo trovato...» Così dicendo allungò il passo e si diresse verso una tenda più sobria delle altre, alle spalle di quella dei Simeliani, sormontata da un gagliardetto che esibiva tre anelli intrecciati. Fece un passo all’interno, poi si fermò di botto e ne fece mezzo indietro. Jorn, che l’aveva seguita per primo, riuscì a fermarsi un secondo prima di investirla. Non così Darnel che, immerso nel tentativo di stabilire quante delle cose affermate dalla donna fossero parte delle sue tipiche assurdità, si schiantò contro la schiena del fratello e rimbalzò, finendo seduto in terra.
«Ma che...?» tentò di chiedere mentre si rimetteva in piedi, prima che un lungo «Shhhhhhhhhh!» della sacerdotessa lo mettesse a tacere.
La donna era rimasta ferma come osservando qualcosa e, pur desideroso di parlare al solo scopo di infastidirla, Darnel si ritrovò a sgusciare attorno alla massa di Jorn per capire di cosa si trattasse. Appena superata la soglia della tenda, di colpo si ritrovò a udire voci che fino a quel momento non aveva neppure percepito.
«Esatto Vostra Altezza, tre domande, né una di più né una di meno», stava asserendo una voce maschile ferma e sicura.
«Dunque, qual è la cosa a cui tengo di più al mondo?» chiese di rimando una voce femminile, aggraziata ma cupa.
«Il ritratto di vostro padre», rispose l’uomo di prima.
«Chi ha ucciso mio padre?» domandò ancora la donna.
«Ivano Frantzes, Conte di Finnell.»
«E dove si trova adesso Ivano Frantzes?»
«Nel castello...» Non fece in tempo a udire il resto, perché Saleria lo trascinò indietro all’improvviso afferrandolo per la collottola e portandolo fuori, dove il silenzio lo avvolse nuovamente.
«Ma che fai?» sbraitò.
«Sta per uscire, non facciamole capire che eravamo qui dietro, meglio incontrarla per caso», rispose lei come se questo spiegasse ogni cosa.
«Ma chi?» domandò la ragazza. La risposta le giunse in maniera indiretta quando una ragazza scortata da guardie armate uscì dalla tenda.
«Duchessina di Tyr, sono sorpresa di vedervi qui», la salutò Saleria, producendosi in un’improbabile riverenza.
La ragazza sobbalzò, sorpresa, poi si ridiede un contegno e osservò la donna. Se rimase sorpresa dal suo abbigliamento, o dall’evidente carenza dello stesso, non lo diede a vedere. «E voi siete?» domandò.
«Lady Saleria Lindir di Faro di Tyr, per servirvi».
«Oh, dunque siete voi la misteriosa Lady del Faro. Non credo siate mai venuta a palazzo.»
«Il mio insediamento è stato, per così dire, alquanto burrascoso, vostra altezza, e non ho potuto presentarmi come si conviene, ma sono lieta di poterlo fare ora e impedirvi di commettere un errore.»
A quelle parole tutti gli sguardi salvo quello di Jorn si puntarono su di lei, con vari gradi di sorpresa e inasprimento.
«Di che parlate?» domandò la duchessina, di colpo sulle sue.
«Dell’uomo che ha appena tentato di farvi credere di essere un veggente», replicò la donna, serafica.
Lo sguardo dell’altra si indurì. «State dicendo che avete origliato la mia conversazione col veggente? E, quel che è peggio, asserite che io sia un’ingenua e possa farmi truffare?»
«Vostra altezza, non mi permetterei mai,» si schermì Saleria, «salvo ovviamente che fosse vero. È solo che voi siete nata nella nobiltà, siete più abituata agli intrighi di corte. I miei natali mi hanno portato più spesso ad avere a che fare con simile marmaglia», concluse facendo un gesto sprezzante con la mano in direzione della tenda. «Quell’uomo è un veggente quanto io sono la regina di Tejarak».
«Ha risposto alle mie domande», puntualizzò seccata la nobile.
«Ha risposto a una sua domanda,» precisò Saleria, «e scommetterei che il ritratto di vostro padre a cui si riferiva si trova nel medaglione che portate al collo e con cui continuate a giocherellare».
Con un sussultò, la duchessina lasciò andare il monile in questione, che andò a cercar rifugio tra i suoi seni acerbi.
«Per il resto, tutti sanno chi è stato accusato dell’assassinio del compianto Duca, e ci sono molti modi in cui il cialtrone potrebbe sapere dove si trova, o, nel dubbio, può avervi semplicemente nominato un luogo in cui non vi sarà facile controllare.»
«Queste sono congetture», ribatté la ragazza. «Se volete che vi dia retta, datemi delle prove concrete, e sarete ricompensata». Lo sguardo di Saleria si illuminò. «O fallite e restituitemi Faro di Tyr».

«Non riesco a capire perché tu ti sia voluta cacciare in questo guaio», sussurrò irato Darnel mentre Spaturnia armeggiava con un tirante fissato a un paletto, sul retro del tendone del presunto falso veggente.
«La duchessina Fianna di Tyr è la più probabile prossima reggente del trono di Milor», replicò asciutta Saleria. «Hai idea di che posizione di potere si ritroverebbe a ricoprire il suo veggente di corte?»
«No, e non mi interessa, e non interesserà neanche a te quando ti avrà tolto terre e titolo.»
«Tsk! Uo... che dico, essere di poca fede. Non dobbiamo fare altro che raccogliere qualche prova che dimostri la sua malafede».
«E che prove pensi di trovare là dentro? Un piano scritto su come quell’uomo voglia prendere il potere nel regno?»
«Ti stupiresti di quante cose stupide gente come lui lascia in giro», minimizzò la Sacerdotessa mentre la ragazza si infilava sotto la tenda dopo aver slegato il tirante. Jorn la seguì impacciato, finendo col fare spazio sufficiente perché Darnel e Saleria potessero passare assieme. «basterà un’occhiata in giro e... oh!»

«Grazie di essermi venuti a trovare, ma non dovevate disturbarvi», disse il presunto veggente in tono esagerato, girando attorno ai quattro intrusi legati in circolo, schiena a schiena, attorno al colossale zaino di Saleria che nessuno era riuscito a togliere di spalla a Jorn. I quattro uomini armati di spada che li avevano accolti al loro ingresso stavano ritti dietro di lui, come a volerlo proteggere.
«Oh, falla finita!» esclamò la sacerdotessa. «Uccidici e basta, lo sai che se usciamo vivi da qui racconteremo tutto».
«Ma sei scema?» squittì Darnel, agitandosi inutilmente contro le corde.
«Raccontare cosa? Che siete entrati nella mia tenda per rubare e vi ho fermato? Fate pure. E comunque ci sono troppi veggenti e medium qui intorno, uccidervi è l’ultima cosa di cui ho bisogno.»
«E che dirai quando ci troveranno legati qui dentro? Che non avevi voglia di chiamare le guardie?»
«Non vi troveranno. Urlate pure quanto volete, questa tenda è avvolta in una barriera di silenzio, i suoni entrano ma non escono, non vi sentirà nessuno. E ho chiuso l’attività per oggi, non sperate che entri qualche avventore».
Gli occhi di Saleria si illuminarono. «Silenzio! Sei un sacerdote!» esclamò.
L’uomo si strinse nelle spalle. «E tu allora? Vai ancora in giro col simbolo di una dea scomparsa», commentò, accennando col capo allo specchietto appoggiato sul petto della donna.
«E lo faccio apertamente. Tu invece chi servi? Oon? No, non sopporterebbe un inganno. Gamron è impossibile, non sei abbastanza pazzo, e neanche... ah... capisco! Curioso, pensavo solo gli elfi scuri entrassero nel culto di Lorathh.»
L’uomo strinse gli occhi in due fessure. Fece per dire qualcosa, poi cambiò idea e voltò le spalle agli intrusi.
«Ci rivedremo alla fine della fiera, quando potrò sbarazzarmi di voi senza problemi. Andiamo.» Fece un cenno ai suoi scherani perché lo seguissero e uscì dalla tenda senza più voltarsi.
«Fantastico!» sbottò Darnel subito dopo. «Ci hai cacciato in un altro splendido guaio!»
«Oh, piantala!» lo rintuzzò Saleria, prendendo a contorcersi. «Jorn, caro, riesci a spezzare le corde».
«Uhm... no. Sono robuste, mi dispiace».
«Non importa,» continuò la sacerdotessa, senza smettere di muoversi. «Spaturnia?»
«Troppo strette. Ho una lametta tra i miei attrezzi, ma non ci arrivo».
«D’accordo, non fa nulla», continuò Saleria tranquilla, muovendo le spalle a turno.
«Non fa nulla un corno!» protestò ancora Darnel. «E smettila di agitarti come un’anguilla, perfino Jorn ha più probabilità di te di sgusciare fuori da queste corde!»
«Tzk! Non sto cercando di sgusciare fuori, solo di prendere bene la luce.»
«Ti aspetti che arrivi qualcuno per farti un ritratto? Magari il tuo bel pittore pazzo?»
«No, mi aspetto che... ah, ecco.. proprio al punto giusto.»
Visto che non aggiungeva altro, l’uomo allungò il collo e si voltò il più possibile per capire di che cosa stesse parlando. Quello che vide fu un raggio luminoso che partiva in qualche modo dal petto della donna, concentrandosi sull’erba secca poco distante.
«Ma cosa...?»
«Oh, roba da poco, era solo questione di orientare bene il mio simbolo sacro.»
«Non volevo sapere come... ma perché hai intenzione di mandarci a fuoco! Saremo affumicati prima che qualcuno venga a tirarci fuori da qui!»
Saleria lo fulminò con un quarto di sguardo, già che più di tanto non gli poteva rivolgere restando immobile. «Ti direi che sei un essere di poca fede, ma odio ripetermi. Guarda e impara».
La mente di Darnel si mise a lavorare a ritmo frenetico. Se l’erba avesse preso fuoco, e non era difficile, non ci sarebbe stato il tempo di uscire di lì. La tenda si sarebbe riempita di fumo molto prima di prendere fuoco, e prima che... «Tutto bene là dentro? Sta per esserci puzza di fumo!» urlò una voce dall’esterno, interrompendo le sue elucubrazioni. Saleria ghignò.
«Stiamo entrando», proseguì la voce dopo non aver ricevuto risposta, e un secondo dopo due uomini in abiti chiari si fecero largo nel tendone, seguiti da una piccola, inevitabile folla di curiosi.

Saleria era stata appena liberata che già era scattata in piedi, dirigendosi a grandi passi verso il proprietario della tenda, che per forza di cose aveva dovuto unirsi alla folla.
«Allora?» gli alitò in faccia, «non ti sei ancora dato alla fuga?»
«E per cosa, per aver fermato degli intrusi nella mia tenda, che poi hanno anche cercato di darle fuoco?» grugnì il finto veggente a bassa voce.
«No,» replicò la sacerdotessa, afferrando con un gesto fulmineo una catenella attorno al collo dell’uomo e strattonandola, «per questo!» Ghignò osservando il medaglione nero su cui era impressa una ragnatela d’argento.
L’uomo le strappò la catenella di mano, affrettandosi a rimettere il monile sotto i suoi abiti. «Guardie!» esclamò, ma non ebbe tempo di dire altro, perché una voce alle sue spalle commentò: «Mi ha tolto le parole di bocca».
L’uomo si voltò in tempo per vedere la duchessina di Tyr con un’espressione furente sul volto. Tentò di balbettare qualcosa, ma lei lo zittì con un gesto della mano. «Arrestatelo,» ordinò alle sue guardie. «Lo porteremo a Tyr e lì verrà giudicato». Poi si voltò verso Saleria e le sorrise.
Quando il resto del gruppetto emerse dalla tenda mai incendiata, le due donne stavano confabulando tra loro. Jorn le ignorò, appartandosi con Spaturnia e abbracciandola con trasporto.
Darnel tentò di capire cosa si stessero dicendo, senza risultato, non volendo rischiare di avvicinarsi troppo. Poco distante, un gruppetto di uomini, sulle cui vesti era ricamata una sfera irregolare e vagamente bitorzoluta, guardava nella sua direzione, scuotendo la testa con aria grave.

Edited by CMT - 18/5/2015, 07:37
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 17/5/2015, 20:09

Member

Group:
Member
Posts:
993

Status:


Salve a tutti, ci ho riprovato, usando uno spunto di avevo 17 anni. Mi è rimasto in mente da allora ed è un'idea molto particolare, che mi ha impegnata molto. Siate severissimi, io stessa la odio e la amo al tempo stesso. Riflette una fase di anarchismo della mia vita. Mi è piaciuto usarla qui, mentre sto imparando a scrivere in modo molto più lineare.




Questione di punti di vista

Di Alexandra Fischer
Le lame di luce mattutina si insinuano molto presto fra le fessure della porta e la donna seduta al tavolo della Casa dei Viaggiatori socchiude gli occhi ancora stremata dal sonno e dal pianto.
Il suo unico figlio continua a ossessionarla in sogno e dopo tanto tempo, lei non riesce a rassegnarsi alla perdita, perché lo sente vicino.
Al piano di sopra c’è ancora la stanza che il giovane occupava e sotto un listello del pavimento c’è ancora una piccola cassa con i beni di un uomo importante, Everl Kojer.
Al solo pensare quel nome, la testa le pulsa.
Non avrebbe mai dovuto incoraggiare l’amicizia tra lui e Fraebeln.
Ormai è sveglia e la sua mano corre alla chiave che porta appesa alla cintura.
La mano le trema, ma il senso del dovere è più forte della lacerazione che sente ogni volta che ricorda il figlio.
E poi, come le ricorda la sua mente stanca, quella è la Mattinata dei Rientri Eccellenti.
Ce n’è uno in particolare, che persino lei aspetta con impazienza: quello della donna succeduta a Everl Kojer nell’incarico importante di decifrare le iscrizioni rimaste nella città morta scoperta da questi.
L’uomo è morto in modo inspiegabile accanto a una delle lastre che stava decifrando.
Il suo equipaggiamento da viaggio e alcuni appunti presi su rotoli avvolti in speciali pellicole protettive, sono rimasti in perfetto ordine accanto al muretto che separava la città morta dal confine con la civiltà più elusiva del Mondo Pianeggiante.
Con i Chawtin, tale era il nome degli esponenti di quella razza, non si poteva mai sapere del tutto la verità.
Possedevano un sapere fondato sulle iscrizioni molto simile a quello della città morta che si trovava nelle vicinanze, ma molto più complesso.
L’affittacamere pensò con ira a quegli alfabeti sconosciuti combinati insieme a raffigurazioni umane estremamente difficili da decifrare.
Avevano soggiogato la mente del figlio e poi ne avevano causata la morte.
Fraebeln si era illuso di diventare l’aiutante di Everl Kojer, il Guardiano delle Iscrizioni e di poter diventare a sua volta un esegeta di testi dimenticati.
Non era stato così.
Everl Kojer lo aveva illuso, per poi scomparire in una vampata luminosa scaturita dai testi che stava interpretando.
Questa era la versione di fatti riferitale da una Chawtin mandatale dalla nuova Guardiana delle Iscrizioni in carica, proprio la ragazza che lei stava aspettando con ansia, per dare finalmente pace allo spirito di suo figlio; di lui, infatti, non era stata trovata neppure l’impronta corporea accanto al muretto.
E qualcosa di importante doveva pur trovarsi all’interno della piccola cassa consegnatale dalla Chawtin in modo furtivo, nelle ore del buio.
Non l’aveva aperta, diffidando di lei.
Certo, dall’abbigliamento, doveva essere una giovane donna di rango piuttosto alto, a giudicare dalle vesti ricamate a onde multicolori e dall’elaborata acconciatura fermata da un pettinino di metallo decorato da una frase in lingua Chawtin.
A furia di controllare i documenti dei viaggiatori, l’affittacamere aveva imparato a riconoscere i segni aggraziati di quell’alfabeto.
Ne parlava anche un po’ la lingua, quel tanto che bastava per ascoltarne il breve resoconto sul ritrovamento della cassa da parte dalla fanciulla, che mai si sarebbe dovuta trovare nella zona di ricerche di Everl Kojer.
Con stupore dell’affittacamere, le aveva lasciato la cassa facendole capire che avrebbe dovuto chiedere al nuovo Guardiano di aprirla.
Dopodiché, se ne era andata, lasciandola lì ad aspettare l’Arrivo Eccellente di Helex Joiter, la nuova Guardiana.
Quando qualcuno bussò alla porta, l’affittacamere si precipitò ad aprire.
Aveva riconosciuto il modo di bussare della donna, ma quando aprì la porta, la trovò in uno stato tremendo, sorretta da uno del popolo Chawtin.
L’affittacamere serrò i denti e cambiò modi.
- Dentro – gli disse – fa’ che non ti vedano. Vuoi farti interrogare da quelli del Palazzo degli Esegeti?
Il Chawtin le rivolse un’occhiata sarcastica e poi le disse: - Oh, ne sono padronissimi. Direi loro che Everl Kojer è stato assassinato dall’Ermeneutica usata nel modo sbagliato. Interpretando le iscrizioni del popolo Hëaktruen, avrebbe dovuto pensare come uno di loro. Invece, niente. Ha ragionato come il testardo Aujerk che era.
Il Chawtin serrò gli occhi a mandorla blu notte e fece sedere a terra la Guardiana.
Helex Joiter si prese la testa fra le mani e disse al Chawtin: - Siamo venuti qui per prendere i beni di Everl Kojer. Sbrighiamoci, Toverl. Non stare a perdere tempo con l’Ermeneutica delle varie razze.
Il giovane fece segno all’affittacamere, la quale scelse la chiave che apriva la stanza del figlio morto.
- Facciamo in fretta – raccomandò loro – naturalmente, ho taciuto della cassa al Consiglio degli Esegeti.
Toverl si complimentò con lei: - Ottima scelta. Quel tipo di Ermeneutica deve restare fra noi.
L’affittacamere osservò: - Credevo volessi mostrarlo al tuo governatore.
Il Chawtin gli rispose: - No, lui sa bene cosa ne è stato di Everl. E, prima di lui, di Fraebeln. Povero ragazzo.
Hexel Joiter respirò a fatica e si sedette a terra, osservando la stanza con lo sguardo stremato, mentre l’affittacamere estraeva la cassa dal nascondiglio e ne tirava fuori i cilindri di pellicola, in apparenza intonsi.
Toverl li srotolò e a quel gesto, le mani della giovane donna corsero alla cintura di piastre che stava indossando.
- Avanti – la esortò il Chawtin – hai su di te la cintura di protezione. Vieni a farci vedere cosa è successo al tuo predecessore. Io ti aiuto.
Il Chatwin si mise le mani dietro la testa e si appoggiò il codino fermato da un fermaglio di metallo e cristalli uguale a quello della messaggera della sua razza recatasi dall’affittacamere.
Helex Joiter sorrise amara, ricordando che anche Everl Kojer portava una cintura di protezione molto simile.
Era utile per salvare vite dall’energia emanata da iscrizioni su cristalli o comunque legate a maledizioni.
Si era però rivelata inutile per salvarlo dall’iscrizione sulla facciata di una casa Hëaktruen.
Il suo unico sollievo fu costituito dall’energia del fermaglio del suo amico Chawtin, il quale, con il suo gesto, le stava consentendo di interpretare meglio la decifrazione del testo visto da Everl Kojer.
- Avanti – la esortò Toverl, sentendo che dal piano inferiore stavano arrivando viaggiatori – non mi dirai che hai paura?
Helex Joiter passò la mano sulle pellicole e la scena delle due morti comparve, indelebile.
Da quel momento, chiunque avrebbe potuto vederla con chiarezza, insieme alle parole esatte dell’iscrizione: Kojer aveva capito la parola “Distruggi” invece di “Ricostruisci”.
- È meglio di un quadro animato dai cristalli – commentò l’affittacamere.
- E mostra l’errore di fondo di Everl Kojer – le disse Helex Joiter – la sua Ermeneutica era basata sul nostro sapere e non su quello di quel popolo. Ha decifrato la parola sbagliata, attivando i cristalli nascosti nella casa e anche quelli che si trovano al confine con la civiltà Chawtin.
L’affittacamere gemette e le disse: - Portate via quella roba, fatene cosa volete. Io non l’ho mai vista.
Poi, senza attenderli, scese le scale di corsa e i due la sentirono parlare con i nuovi arrivati.
Il nuovo Guardiano aprì una porticina occultata nella parete: - Usciamo di qui.
Toverl le domandò: - E i tuoi Esegeti?
Helex Joiter gli rispose: - Non voglio vederli. La loro Ermeneutica è un disastro. Non riescono a comprendere altre interpretazioni della realtà, a parte la loro.
Il Chawtin commentò: - Niente male per un’Aujerk.
- Spicciamoci – gli rispose lei, stringendo a sé la piccola cassa.
- Sei tu quella della Razza Superiore – le rispose Toverl, incamminandosi dietro di lei.

Autorizzo Jackie de Ripper all’eventuale pubblicazione su Skan Magazine
 
Top
view post Posted on 19/5/2015, 11:10
Avatar

Magister Abaci

Group:
Member
Posts:
1,994
Location:
Alpha Ceti

Status:


CITAZIONE (willow78 @ 12/5/2015, 15:21) 
Scrotomanzia!?!?!?!?!? :1392239711.gif: No dai ma come ti vengono?...........

Scrotomanzia? Album del 2009 dei Fucktotum contenente come settima traccia un brano omonimo... del quale non pubblico il link al video su YouTube per decenza ;)
 
Web  Top
view post Posted on 19/5/2015, 13:15
Avatar

Losco Figuro

Group:
Moderatori USAM
Posts:
3,643

Status:


Meno commenti più racconti :-P
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 19/5/2015, 13:41
Avatar

Milena Vallero

Group:
Moderatori
Posts:
482
Location:
Santhià (VC)

Status:


Comandi, CMT! Eccomi qui! :)

In questo posto dimenticato da Dio

«Certo che fa un caldo oggi…» Stella prese il telecomando del condizionatore e premette un paio di volte sul tasto per abbassare la temperatura.
«Non esagerare che poi mi parte la cervicale» disse Gustavo. Prese il bicchiere, scolò l’ultimo sorso e lo alzò in direzione di Stella. «Portamene un altro, va là».
Stella posò il telecomando e riempì un bicchiere di Arneis. Si avvicinò al suo miglior cliente con un sopracciglio alzato. «È già il terzo bianchino oggi. Non credi sarebbe meglio passare all’acqua, Gustavo?»
«Ma lascia, che fa venire la ruggine nella pancia» rise lui. Prese il Tuttosport dal tavolino a fianco e si mise a leggere.
«Guarda che poi se tua moglie viene di nuovo a lamentarsi, la prossima volta metto un cartello fuori dal bar: io non posso entrare, con il tuo faccione in bella vista».
Gustavo scoppiò a ridere. «La mia signora non si lamenterà per tre bianchini al venerdì pomeriggio. Anche perché stasera la porto a ballare alla festa del paese, sarà meglio che sia allegra e riconoscente, altro che!»
Stella posò il bicchiere sul tavolino. Quando si voltò vide che al bancone si era appena seduto un ragazzo che non aveva mai visto.
Sentì un fremito giù per lo stomaco. Diamine, se era bello.
Quasi senza accorgersene si rassettò il grembiule e passò le mani nei capelli per sistemarli prima di rivolgergli la parola.
«Buongiorno» lo salutò.
Lui la guardò con un sorriso. I denti bianchissimi e perfetti, gli occhi verdi come il mare in certe baie della Sardegna. Stella si sentiva come un’adolescente alle prese con la prima, devastante cotta giovanile.
«Io caffè, grazie» disse lui. «Scusa, no parla bene tua lingua».
Un turista, qui in mezzo al nulla? pensò lei. Lo guardò meglio. I capelli erano lisci e biondi, lunghi fino alle spalle. Notò che nell’insieme le ricordava quel figo pazzesco che interpretava Thor nei film della Marvel, Chris Hemsqualchecosa. In ogni caso l’aspetto era nordico.
«Da dove vieni?» chiese, passando direttamente al tu. «Svezia? Finlandia, magari?»
Lui la guardò un po’ stranito, come se non avesse ben capito la domanda. Poi annuì. «Svezia, sì».
Un figo svedese… aspetta che lo racconti alla Sofia, le verrà un infarto. Così impara a prendere permesso per andare dal parrucchiere!
«E cosa ci fai qui? Non è una zona turistica».
«Mio mezzo, rotto» rispose lui. «Ora riparato, ma io piace questo posto. Ho profittato per visitare, vedere cose. Molto belle».
«Se lo dici tu» commentò lei, e gli porse il caffè. «Vuoi del latte?»
Lui scosse la testa. «Solo… ehm, come dire… succhero
«Oh, zucchero. È qui, guarda» indicò la ciotola con le bustine. «Questo marrone è di canna, quest’altro è normale».
Lui prese una bustina bianca, la scosse un po’ e l’aprì. Nella manovra urtò con il gomito lo sgabello accanto e un po’ di polvere bianca si sparse sul ripiano del bancone.
«Oh, scusa» disse lui. Prese un pizzico di zucchero e lo buttò a terra, passando oltre la spalla sinistra.
«Cosa fai?» chiese lei, più che altro divertita dal gesto.
«Io… detto uno l’altro giorno. Se versi devi fare così, se no brutte cose… dice una parola… come essere… scrotomanzia, sì?»
Stella sentì Gustavo soffocare senza successo una risata. Alzò lo sguardo e vide il vecchio disgraziato ripulirsi i baffi con la mano; si era messo a ridere mentre beveva e aveva sputato un po’ di vino sul tavolo.
Gli lanciò un’occhiataccia, cercando di trattenersi dall’imitarlo.
Prese un sospiro per ricomporsi, poi si rivolse al giovane.
«Si dice scaramanzia, non scrotomanzia. E poi quella cosa si fa con il sale, non con lo zucchero».
«Oh… scusa, allora io pulire…»
Pareva davvero mortificato.
«Ma no, dai, non c’è problema. Per un po’ di zucchero. Dovresti vedere come mi riducono il pavimento quelli che mangiano le brioche» lo tranquillizzò lei, per poi rivolgersi a Gustavo in tono eloquente «o quelli che bevono tre bicchieri di vino alle quattro del pomeriggio».
Gustavo le mostrò la lingua e tornò a leggere il giornale.
Il ragazzo le sorrise e bevve tranquillo il suo caffè. Stella stava per chiedergli il suo nome, quando la porta del bar si aprì ed entrò un uomo sulla quarantina. Era stempiato, vestito con un camiciotto azzurro e un paio di jeans neri. In mano aveva una valigetta e si faceva aria con un volantino che portava nell’altra mano.
«Buongiorno, che le porto?» gli chiese, sapendo però che l’uomo era entrato solo per tentare di venderle qualcosa, che poteva essere un aspirapolvere come la Redenzione. Dall’aspetto poteva essere infatti solo due cose: un rappresentante o un Testimone di Geova.
Il tizio però la stupì aprendo la valigetta e tirandone fuori una pistola che le puntò al volto.
«Caccia la grana. Svelta!».
Stella restò pietrificata, la mano con cui intendeva prendere uno strofinaccio per pulire il bancone alzata a mezz'aria. Vide con la coda dell’occhio Gustavo alzarsi e posare le mani sullo schienale di una sedia, forse con l’intenzione di usarla come arma.
Poi tutto accadde in un soffio.
Il ragazzo si voltò verso il nuovo arrivato. Il suo bel viso si aprì nel centro, la pelle si accartocciò ai lati e il cuoio capelluto scese a sfiorare la schiena.
I lineamenti da star di Hollywood avevano lasciato il posto a un volto color del bronzo, ricoperto di squame grandi come monete. Le scaglie si muovevano, emettendo un ronzio che fece stridere le due otturazioni nei denti di Stella. La bocca, o quella cavità irta di sottili punteruoli giallognoli - denti? - che forse poteva definirsi tale, si aprì e dal suo centro, come la lingua di un formichiere, uscì un tentacolo coperto di muco che si strinse intorno al collo dell’uomo con la pistola; l’arma gli sfuggì di mano e cadde innocua sul pavimento.
Il tentacolo continuò a stringere. Gli occhi dell’uomo si ingrandirono mentre le vene sul volto, sempre più paonazzo, presero a pulsargli con violenza. Stella rimase a guardare inebetita la sua testa staccarsi all’improvviso dal collo e rotolare giù, fino al frigo dei gelati.
La lingua tentacolare ritornò al suo posto, la bocca si richiuse. La pelle si distese nella sua forma originaria e nel giro di una manciata di secondi il bel biondino fissava Stella con quei suoi occhi di smeraldo, che lei però ora poteva guardare solo con orrore.
Il tempo parve fermarsi.
Non poteva essere accaduto sul serio. Forse era svenuta per il caldo? Soffriva spesso di pressione bassa, ultimamente, poteva anche essere. Peccato per quell’odore ferrigno, che doveva essere il sangue dell’uomo decapitato e che rendeva meno probabile l’ipotesi di un sogno o un’allucinazione.
«Tu… non sei svedese… vero?» chiese, domandandosi come le sue labbra avessero potuto formulare una domanda tanto idiota.
Il ragazzo le regalò un sorriso luminoso e si strinse nelle spalle.
La porta del bar si aprì ed entrarono due nuovi personaggi.
No. Ora è troppo.
Stella si lasciò cadere all’indietro, finendo contro la macchina per il caffè. Le tazzine posate in cima tintinnarono e i nuovi arrivati si voltarono per un attimo verso di lei.
Con i trenta e passa gradi all’ombra di quel pomeriggio d’agosto, i due indossavano camicia, cravatta e completo giacca e pantalone nero. Uno era biondo, con i capelli a spazzola; l’altro le ricordava John Travolta in Pulp Fiction. Entrambi portavano occhiali neri e mocassini di vernice.
«Eccoti, finalmente» esordì “John Travolta”, rivolto al biondino.
Questi si era appoggiato con la schiena al bancone, le braccia incrociate sul petto e il viso imbronciato.
«Io non vuole venire, io vuole stare qui. Piace. Bello».
«Sì. Piace, bello. Certo» disse l’altro tizio, quello con i capelli a spazzola. Indicò il cadavere decapitato sul pavimento. «E questo? Piace, bello pure questo? Dai, ma che diamine hai combinato? Non ti si può lasciare solo un momento, sei peggio di un bambino».
«Lui preso pistola, sparare a lei. Lei così tanto carina… gentile con me, non volevo lui fare male a lei. Così io fatto fermato».
«Sì, l’hai decisamente fatto fermato. Avanti, vieni con noi».
«No».
"Capelli a spazzola" sospirò. Poi alzò la mano. Tra le dita stringeva uno strano marchingegno, una sorta di incrocio tra un joypad e una maschera da snorkelling. Qualunque cosa fosse, appena lo vide il biondino scattò sull’attenti e si avvicinò all’uomo con le mani alzate.
«Bene, bene, io viene. Metti via, prego».
"Capelli a spazzola" sorrise e scortò fuori dal bar il ragazzo, che si voltò un attimo a fare l’occhiolino a Stella.
«Signorina» disse “Travolta”, «le porgo le nostre scuse. Ora pensiamo a tutto noi. Solo, se volesse cortesemente mettere una firma qui…»
Stella guardò le mani dell’uomo. Nella destra teneva un oggetto di metallo molto simile ai terminali portatili usati dai corrieri, mentre con la sinistra le porgeva uno stilo. Lei abbassò lo sguardo sullo schermo.
Stava per chiedere cosa esattamente avrebbe dovuto firmare, quando dall’apparecchio scaturì una forte luce biancastra. Lei gridò per la sorpresa e si portò le mani al viso.

«Ehi, cosa combini? Fai la bella statuina?»
Stella guardò verso i tavolini. Gustavo aveva il suo bicchiere di bianco in una mano, il Tuttosport aperto davanti a sé.
«Boh… mi devo essere incantata»
«Sai che è successo anche a me? Un attimo fa, mi girava la testa, come fossi ciucco. È colpa dell’aria condizionata, te l’ho detto. L’hai messa troppo bassa».
Lei scosse la testa. Poi, come se all’improvviso si fosse ricordata di qualcosa, guardò sul pavimento. Chissà perché si era aspettata di trovarvi qualcosa di orribile. Invece era tutto pulito, a parte qualche briciola di brioche e un po’ di zucchero.
Zucchero
La parola richiamò alla mente un paio d’occhi smeraldo, incorniciati da capelli biondi. L’immagine la fece fremere di piacere e orrore al contempo. Erano forse residui di un sogno della notte prima, ritornati a galla per qualche strano motivo.
«È il caldo…» bofonchiò. Poi prese ad asciugare i bicchieri con una scrollata di spalle. «E allora, mi dicevi che stasera porti la tua signora alla festa? Bravo, fai bene. Falla divertire, che ne ha bisogno. Ne avrei bisogno anche io. Che palle, non succede proprio mai niente di interessante in questo posto dimenticato da Dio».

Autorizzo Jackie all'eventuale pubblicazione su Skan Magazine

CITAZIONE (TETRACTYS @ 19/5/2015, 12:10) 
CITAZIONE (willow78 @ 12/5/2015, 15:21) 
Scrotomanzia!?!?!?!?!? :1392239711.gif: No dai ma come ti vengono?...........

Scrotomanzia? Album del 2009 dei Fucktotum contenente come settima traccia un brano omonimo... del quale non pubblico il link al video su YouTube per decenza ;)

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: Sì, l'avevo cercata... e ho ascoltato la canzone... è una perla! Un testo che... beh, diciamo che il titolo è all'acqua di rose rispetto a tutto il resto! :p093: :p093: :p093: :blink: :blink: :blink:

Comunque, ce l'ho fatta a usare il termine in un racconto! Yeahhhhhh! :P
 
Web  Top
view post Posted on 19/5/2015, 14:13

Alto Sacerdote di Grumbar

Group:
Moderatori
Posts:
2,582

Status:


in realtà è solo che avevo un amico che si credeva davvero uno scrotomante... era una persona disturbata, lo so, d'altronde se non son pazzi non li vogliamo... :P
 
Web  Top
67 replies since 12/5/2015, 14:10   1014 views
  Share