Loreley, Αθάνατος (Athanatos)Ciao Loreley, piacere di incontrarti qui allo skannatoio.
Essendo moderatrice di USAM immagino tu sia già rodata al sistema di commento di questo tipo di contest, quindi possiamo passare direttamente al brano senza convenevoli. Specifico solo che correzioni e consigli che do derivano dal mio modo di intendere la narrativa e la scrittura, che non dev’essere per forza uguale al tuo (o di chiunque altro) né tantomeno universalmente accettato, io sono del partito “alla fine uno sa come vorrebbe scrivere e credo che debba impegnarsi a scrivere come vorrebbe lui, imparando solo meglio, col tempo, cos’è che vuole e soprattutto perché e per chi scrive”. Chiarito questo, cominciamo.
La prima cosa che salta subito all’occhio è che vai a capo dopo ogni punto fermo, andare a capo non è mica obbligatorio, anzi, se lo fai io lettore mi aspetto che stia cominciando un nucleo diverso, se questo non succede, percepisco solo il tutto come frammentario e inutilmente “lirico” o ritmato in un modo che banalmente non solo non capisco ma mi stona anche.
Poi, nella narrativa moderna, si tende a mettere da parte il narratore per lasciare spazio e vita alle vicende dei personaggi, gli incisi tra i trattini (tra l’altro attenta a usare corto e lungo in modo corretto) vanno nella direzione opposta, è come se in un film vedessi il testone del regista entrare dal lato dell’inquadratura a dirti “ehi, ehi, sai che bla bla bla? Non c’è nella scena, ma la dovresti sapere”. In letteratura è più comune, in narrativa la trovo semplicemente brutta, nonché una certa caduta di stile da parte di un autore che non ha saputo far emergere in maniera naturale quella stessa informazione dal testo e ha dovuto inserire un commento del narratore… narratore di cui, ti ricordo, io non voglio sentire la presenza, da lettore son qui per la storia, non per il narratore, a meno che si tratti ovviamente di costrutti appositamente fatti.
Poi, attenta anche alla distanza del narratore dal narrato, hai cominciato con un narratore esterno e in chiusura del primo paragrafo hai infilato un’immedesimazione, riportando i pensieri del protagonista. A questo punto mi chiedo come mai non hai potuto dirci anche prima cosa gli passava per la testa. Entrambe le scelte sono ok, fai quello che vuoi, solo non conviene mischiarle, anche se il lettore medio non si accorge di questo genere di cose, comunque la variazione della distanza del narratore dal narrato è percepita come più bassa qualità dello scritto anche da lui, anche se magari non sa dirti il perché. Poi puoi sempre sperimentare tutto quello che vuoi, lo skan è un laboratorio, ma se decidi di farlo, fallo sempre in modo consapevole, in modo da poter anche poi misurare il risultato e ottenere dei feedback interpretabili in maniera utile.
Comunque, senza scendere eccessivamente nel dettaglio, ti dico che in linea di massima la tua scrittura è abbastanza pulita, lineare, chiara. Il brano è abbastanza piacevole, più all’inizio che nel prosieguo, dove diventa un po’pedante, nel senso che all’inizio cominci con un escamotage a far narrare a stradivari dell’incontro con Alessandro vicino al treno, però poi diventa un racconto fine a sé stesso. Non si capisce perché Alain racconta TUTTA quella roba a Stradivari, né perché Stradivari stia ad ascoltarlo così a caso per tutto il racconto. Avevi cominciato con un simil urban-fantasy in cui ci sono degli immortali sopravvissuti ai tempi antichi e presenti nel mondo moderno (non proprio originalissima come idea, Highlander insegna) e sei finita a fare un brano di approfondimento della figura di Alessandro. Cosa che non è sbagliata in sé, ma nella cornice avresti potuto/dovuto trovare delle motivazioni un po’più solide per tutto ciò, perché così per me non sta in piedi. Insomma, l’ho trovato parecchio pretestuoso.
Altro problema è, a mio avviso, l’eccessiva lentezza del brano. Mi rendo conto che non potevi farlo andare a mille visto il soggetto scelto, però hai indugiato davvero tanto su un sacco di dettagli che erano poco utili alla narrazione, hai lasciato evaporare inutilizzati i momenti di tensione, col risultato che il brano risulta molto piatto. Parli di emozioni, di argomenti sensibili, ma senza riuscire a emozionare, parli di personaggi epici senza tuttavia far percepire alcun rapporto (né di superiorità, né di inferiorità, né altro) tra essi e il lettore. Di certo la terza esterna non ha aiutato in questo senso. Abbiamo i fatti, gli avvenimenti, ma non abbiamo un ritmo che li leghi e porti per bene dall’uno all’altro, abbiamo il focus del tutto su due personaggi ma non riusciamo mai a vedere niente dentro di loro (che è il gigantesco vantaggio della scrittura rispetto ad altre forme di storytelling), abbiamo delicatezza ovunque, anche dove a volte uno scrittore deve tirarsi su le maniche e cominciare a scavare nel fango.
Anche le descrizioni sono molte e molto spesso un po’superflue. Mi rendo conto che si voglia dare l’esatta percezione dell’ambiente, ma in realtà tantissimi dei dettagli su cui hai posto l’attenzione non sono serviti alla storia, son serviti solo a rendere il tutto più verboso e lento, che non è un problema in sé, ma lo diventa se questa verbosità e lentezza non hanno uno scopo narrativo, e qui io lo scopo non l’ho visto.
Magari son state tutte scelte perfettamente consapevoli le tue, ma se così fosse ti direi che (rigorosamente dal mio punto di vista) non sono state le scelte giuste per rendere performante il brano e per mantenere alto l’interesse di chi legge.
La documentazione comunque l’ho trovata di un buon livello, così a memoria ricordavo che l’amante di Alessandro fosse morto di malaria, ma non ho avuto tempo e modo di ricontrollare, può tranquillamente essere che mi sbagli, anche se ho visto un documentario a riguardo poche settimane fa (ma potrei sbagliare lo stesso eh, capita).
Per riassumere, non scrivi male, assolutamente, e conosco diverse persone che hanno bazzicato lo skan e altri contest in giro per la rete a cui ho mosso spesso critiche molto simili a quelle che sto muovendo a te (diversi dei quali mi hanno risposto con poca cortesia, devo ammettere
), ma so anche che questo tuo stile conta degli estimatori tra il pubblico, però io ti valuto secondo il mio metro e credo sinceramente che provando a sperimentare anche stili e modi diversi avresti molto da guadagnare.
Però, come dico sempre, chi scrive sei tu, chi sa come e cosa vuole scrivere sei tu, quindi sta a te decidere cosa fare, come farlo e perché farlo. I miei sono solo consigli.
A rileggerti