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Skannatoio, novembre 2015, edizione 40, sotto mentite spoglie

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view post Posted on 8/11/2015, 09:02

Alto Sacerdote di Grumbar

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Giorno di consegna, gente... :)
Che dite, ce la si fa ad arrivare a 5? Non sarebbe carino mandare deserta un'altra edizione, forza, su...
 
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view post Posted on 8/11/2015, 13:37
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Custode di Ryelh
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Salute, gente. Una cosa: qualcuno ha idea di quali dovrebbero essere le fasi per aprire un cranio umano in un'operazione chirurgica? Si, l so, è una domanda assurda, però vorrei almeno provare a ridurre il numero di fregnacce che sto scrivendo... almeno al di sotto di un limite umanamente accettabile.

Grazie a tutti. ^_^
 
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view post Posted on 8/11/2015, 21:46
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Custode di Ryelh
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Ciao a tutti. Vi sono mancato? ;)
Spero che la storia vi piaccia: ho voluto sperimentare una struttura diversa da quella che uso di solito e spero che mi sia uscita discretamente. Buona lettura.


Un anno con Pigman


CARNEVALE
Dapprima ci fu un leggero vibrare, poi le note dell’Aida si diffusero nella penombra del laboratorio. Il Dottor Pigman alzò lo sguardo dagli appunti che stava consultando e si diresse verso la porta sul retro, lasciando che il cellulare continuasse a suonare a vuoto.
Dallo spioncino della porta vide un paio di figure scendere lentamente le scale del vicolo, trasportando un involto sottobraccio. Una terza persona era a metà della scalinata, al cellulare.
- Mettetelo pure sul tavolo, senza sporcare in giro – disse, facendo entrare i due uomini. – Ne avete trovati degli altri?
- Una quindicina, ma tutte in pessime condizioni – rispose uno dei suoi interlocutori. – In compenso, questa è davvero in ottimo stato: l’abbiamo beccata in un vicolo dello “Snake’s pearl” che cercava aiuto. Stava male, ma era ancora in grado di parlare e ragionare correttamente.
Incuriosito, Pigman si avvicinò al tavolo. Tolto il lenzuolo, i due avevano scoperto una ragazza di circa vent’anni, vestita con una sorta di costume da giullare. Sul sollo si vedeva chiaramente il punto in cui gli aggressori le avevano infilato l’ago per sedarla.
Mentre i due legavano mani, piedi e testa della giovane al tavolo, il dottore le aprì una palpebra, notando subito le macchioline rosse sul fondo dell’iride, segno che la germinazione dei parassiti era in uno stadio molto avanzato.
- Devono essere perfettamente maturi e anche molto numerosi. Sicuro che questa disgraziata fosse ancora in grado di parlare?
- Non ne dubiterebbe se avesse sentito gli insulti che ci ha lanciato prima che riuscissimo ad addormentarla – fece il suo interlocutore. – Ad ogni modo, gli altri li abbiamo lasciati nel furgone: vuole venire a dare un’occhiata per essere sicuro che non ce ne sia qualcuno decente?
- Meglio di no: perderquesta ragazza non ci metterà molto a svegliarsi e c’è molto lavoro da fare. Terminate pure il vostro giro.
Mentre i due se ne andavano, Pigman si avvicinò alla ragazza, le legò braccia, gambe e testa al tavolo e chiuse la bocca con del nastro adesivo. Poi le fece un’altra iniezione nel collo e rimase in attesa. Quando vide il brivido familiare attraversare da capo a piedi il corpo della giovane, cominciò a fare il suo lavoro.
- L’anestetico che ti ho iniettato paralizza il sistema muscolare, permettendo comunque di mantenere vigile la coscienza e i sensi – disse, cominciando a segnare i punti sulla fronte dove avrebbe tagliato. - Preferisco togliere subito ogni dubbio: stai per morire e non c’è niente che possa impedirlo. Anche se qualche miracolo ti salvasse dai miei ferri, i parassiti che stanno maturando nella tua testa non ti lascerebbero più di uno o due giorni di vita. Con me, almeno, potrai imparare qualcosa. L’ultima lezione prima di lasciare questo mondo.
Accese la sega chirurgica.
- È la storia della mia vita. Spero possa piacerti.

FERRAGOSTO

- Sono nato in Africa, in un villaggio di pescatori costruito lungo uno degli affluenti minori del Niger. Mio padre era un pescatore, ma morì quando era ancora molto piccolo, consumato da un male che lo ridusse a una larva delirante nel giro di pochissimi giorni. Ancora oggi, se chiudo gli occhi, posso rivedere il suo corpo agitato dalle convulsioni e il malevolo tremolio sul fondo dei suoi occhi nelle ultime ore prima che morisse.
Interruppe l’incisione sulla fronte dell’uomo che stava operando e controllò che tutto stesse procedendo come doveva. In passato, mentre parlava, gli era capitato di distrarsi e di fare degli errori. Una cosa che non doveva in nessun modo ripetersi.
- Mia madre mi disse che era stato il fiume a far morire mio padre. Che gli spiriti di coloro che erano annegati nelle sue acque avevano decidere di prendere dimora nelle sue carni, così come avevano fatto con decine di altri pescatori, fin da quando si aveva memoria. Per provarmelo, mi portò alla cerimonia di purificazione del suo corpo che, secondo gli anziani, avrebbe permesso di liberare il suo spirito dal male.
Smise di tagliare, controllò ancora che l’incisione fosse precisa e lavò via il sangue. Il soggetto che gli avevano portato era un giovane maschio bianco, probabilmente raccattato durante la crisi alcolica in cui sembravano terminare tutte le grandi grigliate ferragostane.
Non c’era niente in quel volto flaccido e butterato che potesse richiamare i tratti spigolosi di suo padre eppure si trovò comunque ad accarezzarne la pelle delle guance, come a volerlo consolare per il dolore che gli stava causando.
- Distesero mio padre su una stuoia fecero i loro rituali, poi uno degli anziani gli aprì il cranio con una sega. Il sangue che ne sgorgava era marcio, ben più corrotto di come dovrebbe essere quello di una persona morta da meno di un giorno. La capanna si riempì di un odore acre di marciume, al punto che alcuni furono costretti ad uscire per non sentirsi male. Io rimasi al mio posto, deciso a vedere cosa avesse ucciso mio padre. E fui accontentato.
Spense la sega, poi fece forza sull’osso per rompere l’ultimo diaframma che aveva lasciato. Quando cedette, anche il laboratorio fu invaso dall’odore di marcio che ben conosceva.
- Il cervello di mio padre era costellato di piccole creaturine dalla carne pallida e pulsante, non più grandi di una larva di mosca. Quando le videro, gli anziani urlarono i loro esorcismi e cominciarono a estrarli dalla carne con delle pinze. Mia madre mi abbracciò e mi disse che presto mio padre sarebbe stato libero, ma io la scansai. Avevo capito che le creature che avevano ucciso mio padre erano solo dei maledetti parassiti.

HALLOWEEN

Pigman prese una pinzetta e afferrò un verme. Era la parte più delicata del lavoro, perché la loro pelle era delicatissima e sarebbe bastato un niente per lacerarla, facendone fuoriuscire i preziosi succhi. Il dottore, però, era un esperto e riuscì a estrarre il parassita senza problemi. Una volta pulito, lo appoggiò dentro una piccola zucca di Halloween che gli avevano lasciato i suoi referenti, probabilmente un regalo per la festa di qualche cliente facoltoso.
- Assistetti anche la fase finale dell’esorcismo, in cui gli anziani si cibarono dei vermi che avevano appena estratto da mio padre e caddero in delirio, urlando agli spiriti di tornare nel fiume e lasciare libero l’uomo che avevano portato alla morte. Avrei capito solo in seguito il senso di quello che stavano facendo: in quel momento, pensai solo che erano dei pazzi e smisi del tutto di credere nelle loro parole.
Afferrò un altro verme e cominciò a tirarlo via. Si chiese se il soggetto su cui stava lavorando fosse ancora vivo. Avrebbe continuato a raccontare anche se fosse stato sicuro che era morto, ma preferiva sempre quando sopravvivevano fino alla fine della sta storia.
Dovevano sapere come tutto era cominciato, per capire cosa gli stava succedendo.
- Rimasi al villaggio un’altra decina di anni dopo la morte di mio padre. Dopo quello che era successo decisi che non avrei fatto il pescatore e che, non appena ne avessi avuto l’occasione, avrei lasciato casa per emigrare in città. Così cominciai ad andare a scuola in un villaggio a qualche chilometro di distanza, mentre il resto della giornata lo trascorrevo facendo qualche lavoro per far tirare avanti con mia madre. Era una vita miserabile, ma il ricordo della testa marcescente di mio padre era uno sprone più che sufficiente per continuare. Poi quando raggiunsi l’età giusta, potei usufruire delle borse di studio rurali del governo e abbandonai il villaggio e il maledetto fiume, deciso a costruirmi una posizione nel mondo. Andai all’università, studiai biologia e chimica e divenni uno dei migliori. Così come avevo fatto al villaggio, lavoravo sodo per aprirmi la strada: di giorno consumavo i libri e di notte lavoravo nei laboratori o con il crogiolo, per toccare con mano quello che studiavo.
Mentre parlava estraeva altri vermi. Il tipo vestito da vampiro che gli avevano portato doveva essersi calato parecchio nei giorni precedenti, perché aveva la testa piena dei parassiti. Probabilmente, ce n’erano altri negli strati inferiori del cervello, ma dovevano essere ancora troppo immaturi per poter essere consumati.
- Fu mentre studiavo per la tesi che mi venne l’idea di tornare a casa. Non perché avessi nostalgia di quelle quattro capanne in riva al fiume, ma perché mi ero accorto che non esisteva alcuna classificazione del parassita che aveva rovinato mio padre. Doveva trattarsi di una specie con una diffusione molto limitata e forse solo in quella zona era riuscita a evitare di essere decimata dai predatori. Pensai che se fossi riuscito a fare una ricerca abbastanza accurata, quello studio mi avrebbe dato la fama e il successo che tanto desideravo. Chissà, forse speravo anche di poter trovare una cura, in modo che nessun’altro potesse fare la fine miserabile di mio padre.
Sorrise: lui per primo sapeva che non era vero, ma era una bugia che gli piaceva raccontare di tanto in tanto. Serviva ad ammantare di nobiltà una decisione che aveva preso per pura speranza di guadagno.
- Così tornai nella zona del villaggio. Mia madre era ancora lì, ma non le dedicai più tempo di quanto non ne occorresse per un saluto di circostanza. Il mio lavoro assorbiva tutta la mia attenzione e le mie energie, senza lasciare spazio per nient’altro. Passavo le giornate a raccogliere ed esaminare campioni d’acqua, oppure andavo a dare un’occhiata ai pescatori che si avventuravano nel fiume, con la segreta speranza di vederne qualcuno cadere a terra con le convulsioni, così come avevo visto succedere tante molte volte durante la mia infanzia. La gente intuiva questo mio nefasto desiderio e mi evitava, così come si evita un avvoltoio o un animale portatore di disgrazie. Probabilmente questo comportamento dovette avere anche qualche influenza sui rapporti della gente con mia madre, ma non ci feci caso più di tanto anche perché, dopo qualche settimana, le mie preghiere furono finalmente esaudite. Un anziano pescatore si sentì male e morì nel giro di un paio di giorni. Data la fama che mi ero fatto al villaggio non mi diedero il permesso di partecipare all’esorcismo, ma riuscì comunque a corrompere uno degli anziani perché nascondesse alcuni “spiriti” e me li portasse.
Estrasse un altro verme, l’ultimo abbastanza maturo, da quello che gli sembrava di vedere. Lo osservò mentre si agitava sulla pinzetta, ancora sporco della materia cerebrale, che, fino a poco prima, era stato il suo nutrimento.
- Erano solo parassiti, come avevo intuito fin da quando ero bambino, vermi di una specie fino ad allora sconosciuta, probabilmente lontani parenti delle tenie. Le loro uova entravano attraverso il naso, la bocca o gli occhi dei pescatori e arrivavano fino al cervello, dove l’animale si sviluppava e si nutriva, fino a portare alla morte del suo ospite.
Sciacquò il verme, poi lo avvicinò al volto. Un crampo alla bocca dello stomaco e un forte senso di eccitazione, gli ricordarono una passata esigenza.
- La cosa più straordinaria di questi animali, è il modo in cui sintetizzano il loro nutrimento. Il loro metabolismo mette in circolo nel sangue una sostanza che può avere un fortissimo effetto eccitante ed allucinogeno, non dissimile da quello ottenuto dalla pelle dei rospi. Con il giusto trattamento, un singolo verme può offrire tutto il necessario per uno sballo di alcune ore. Un’esperienza che posso dire di aver vissuto in prima persona ai suoi tempi.
Sorrise, poi posò l’ultimo verme nella zucca e sospirò.
- Mi stavo preparando a pubblicare i miei studi, sicuro che le mie scoperte mi avrebbero dato la fama e la ricchezza che avevo cercato per tutta la vita. Poi arrivò la guerra e tutti i miei sogni bruciarono nel suo fuoco.

CAPODANNO

Pigman si affacciò alla finestra e controllò l’orologio. Mancavano pochi minuti a mezzanotte: giusto il tempo di completare la sua storia.
Spense la sigaretta, poi tornò verso il tavolino operatorio. Aveva aperto il cranio della donna che gli avevano portato e ne aveva già tirato fuori tutti i vermi. Ora doveva solo aspettare che i suoi contatti passassero per far sparire il corpo.
- In fondo, fui fortunato: quando la guerra scoppiò, ero tornato nel villaggio per recuperare altri campioni e quella zona era sufficientemente isolata ed insignificante da rimanere estranea alle prime fasi del conflitto. Rimasi nascosto lì per qualche settimana, sperando che la cosa si risolvesse in tempi brevi, ma la notizia delle atrocità commesse da entrambe le parti e la constatazione di come tutto stesse avvenendo nella totale indifferenza del mondo, mi fecero capire che la guerra sarebbe andata avanti ancora per molto tempo, forse per anni. Mia madre cercò di convincermi a restare nascosto al villaggio, ma non avevo intenzione di fare la stessa vita di mio padre. Piuttosto, decisi di lasciare il paese e tentare la fortuna all’estero, anche a costo di ricominciare tutto d’accapo.
Osservò la donna sul tavolino, ormai sicuramente morta. Non era ricca, ma gli abiti che indossava dimostravano comunque che doveva appartenere alla borghesia cittadina. Quella che si lamenta delle tasse e delle multe, senza sospettare la profondità dell’abisso affrontato chi sta sotto di loro nella classe sociale.
- Con i soldi che mi restavano, riuscì a procurarmi un passaggio via mare da alcuni trafficanti verso il nord, imboscato assieme ad altre centinaia di disgraziati su una bagnarola a malapena capace di prendere il mare. Per settimane, fummo costretti a vivere come animali nei nostri stessi escrementi, sottoposti alle umiliazioni dei nostri traghettatori e nel costante terrore che la nave potesse portarci tutti in fondo al mare.
Il ricordo di quei giorni lo angosciò, imperlandogli la fronte di sudore. Cercando di scaricare la tensione, si accese un’altra sigaretta e sbuffò via una nuvola di fumo, un soffio che si trasformò in una risata convulsa.
- Io, che avevo sognato di arrivare in Occidente in prima classe, circondato dal rispetto dovuto alle mio lavoro, ci sbarcai sporco e stanco, su una carretta scortata dalle motovedette della Guardia Costiera. E in questo paese, dove avevo sognato di trasferirmi per fare il ricercatore in qualche importante università, ci sono entrato di soppiatto, come un reietto, nascosto nel vano motore di un’auto portata da una bisarca.
Scosse il capo e scrollò via la cenere della sigaretta. L’abito rosso della donna si macchiò, ma difficilmente avrebbe potuto lamentarsi.
- Cominciai dal basso, facendo tutti i lavori che mi riuscì di trovare per sopravvivere, anche i più umili. Poi trovai qualcuno capace di mettere a frutto le mie conoscenze e cominciai a lavorare ina raffineria clandestina di droghe sintetiche. Un incarico interessante ma in cui non ero che uno tra i tanti e il silenzio e il modo migliore per rinfocolare la propria ambizione. Così cominciai a cercare un modo per emergere, per raggiungere il successo, anche se in un modo diverso da come avevo immaginato. Poi mi ricordai dei vermi e degli effetti prodotti dal loro ingerimento ed ebbi l’idea migliore di tutta la mia vita.
Si avvicinò al corpo della donna e le accarezzò il naso. La morte era entrata da lì.
- Le uova di questo verme sono piccolissime, e, pertanto, facili da trasportare e da nascondere anche on grande quantità. Nel mio primo viaggio penso di averne prese a decine di migliaia e ho potuto nasconderle senza problemi nel doppiofondo di una valigia. Una volta a destinazione, basta mescolarne una piccola quantità nelle dosi di cocaina e fare attenzione ai tossici che l’acquistano. Così, al momento giusto, la testa di quelli come te diventa un vivaio di parassiti allucinogeni, ognuno dei quali può essere venduto ai ricchi dell’alta borghesia, disposti a pagare cifre esorbitanti per lo sballo offerto.
Diede un bacio sulla fronte della donna, poi accarezzò il barattolo pieno di vermi appena estratti, facendo mentalmente i conti di quanto gli avrebbe fruttato.
- Una droga impossibile da individuare, facile da nascondere e con un’altissima domanda da parte delle giuste categorie di clienti… in pochi anni, mi ha reso uno dei fornitori più richiesti dalle organizzazioni di spaccio, nonché uno dei più pagati. E tutto, grazie alle stesse maledette bestiacce che si sono portate mio padre nella tomba…
Rise ancora, poi sentì il rumore dei fuochi d’artificio e si alzò per andarli a vedere alla finestra.
- E così, anche quest’anno si è concluso, così come la storia che ti volevo raccontare.
Per un istante, ebbe quasi la sensazione che la donna dovesse ringraziarlo o, quantomeno, rispondergli. Era un pensiero sciocco, ma lo spinse a chiedersi perché ripetesse sempre quel rituale, perché raccontasse la sua storia a tutte le persone che uccideva mentre estraeva da loro la fonte della sua ricchezza. Lo faceva davvero per impartire loro una lezione? O forse cercava di convincere se stesso, ripetendo ogni volta quanto fosse stata tragica la sua vita per continuare a trovare un senso nella sofferenza che infliggeva?
Rimase a guardare i fuochi d’artificio in silenzio per alcuni istanti, senza riuscire a trovare una vera risposta alla sua domanda. Alla fine, decise che non era davvero importante. Non aveva mai permesso ai dubbi di intralciarlo e non avrebbe cominciato a farlo in quel momento. In fondo, anche se era arrivato in alto, non aveva per niente intenzione di fermarsi e il suo cammino era ancora lungo.
Una strada, cominciata con il corpo di suo padre.

Autorizzo alla pubblicazione sullo skanna.
 
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view post Posted on 9/11/2015, 10:53

Alto Sacerdote di Grumbar

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Eh vabbè, che dire? Un'altra edizione andata all'aria. Ne prendo atto.
Ne beneficeranno i nostri amici di USAM magari, come un paio di mesi fa... se chi ha partecipato a questo skan decidesse di postare il racconto su USAM di questo mese, vale lo stesso ragionamento dell'altra volta: io commento solo chi non lo farà, le motivazioni le ho date l'altra volta.

Chi dovesse spostare il racconto lo faccia sapere in modo esplicito, per favore, almeno non devo controllare io.

Sono molto preso col lavoro di 'sti giorni, ma appena mi libero commento sia i racconti del mese scorso che quelli che rimarranno da questo mese.

Intanto vi auguro una buona giornata. :)
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view post Posted on 9/11/2015, 11:34
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Custode di Ryelh
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Accidenti, anche questo Skanna è saltato. Uffa. Vabbè, posterò il racconto su Usam, anche se mi sarebbe piaciuto avere anche l'opinione del master.

Ci si vede su questo canale il mese prossimo, gente! :1392239620.gif:
 
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view post Posted on 9/11/2015, 11:44
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Milena Vallero

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Che peccato... non so cosa fare, potrei in effetti postarlo su Usam ma mi spiace non ricevere un parere da te, Master... ci penso e poi ti dico ok? Ciao!
 
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Ceranu
view post Posted on 9/11/2015, 11:46




Mi spiace sia saltata anche questa edizione. :(
Ci vediamo il mese prossimo!
 
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view post Posted on 9/11/2015, 13:31
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Ho deciso, il racconto è nato per lo Skannatoio e resta nello Skannatoio (un po' come quello che accade a Las Vegas resta a Las Vegas ;) ).
Quindi attendo fiduciosa il commento del Master. ;) :)
A presto!
 
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view post Posted on 9/11/2015, 17:19
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Losco Figuro

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CITAZIONE (willow78 @ 9/11/2015, 13:31) 
Ho deciso, il racconto è nato per lo Skannatoio e resta nello Skannatoio (un po' come quello che accade a Las Vegas resta a Las Vegas ;) ).

Tanto puoi sempre postarlo su USAM a Dicembre ;)
 
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view post Posted on 10/11/2015, 11:21
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CITAZIONE (CMT @ 9/11/2015, 17:19) 
Tanto puoi sempre postarlo su USAM a Dicembre ;)

:D :D :D Giusto! :B): ^_^
 
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view post Posted on 10/11/2015, 21:20

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Ciao Master, ho deciso di postare anch'io il mio racconto su USAM a Dicembre.
 
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