Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

SKANNATOIO 44, Un bel po' di spazio

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view post Posted on 16/7/2016, 16:35
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SKANNATOIO 44




Ha inizio la 43esima edizione dello Skannatoio.




1) Quasi due settimane per scrivere il proprio racconto (consegna delle opere per le 23:59 di Domenica 31 luglio 2016, i brani saranno accettati anche se postati con un massimo di 8 ore di ritardo, ma incorreranno in una penalizzazione di 1 punto oer ogni ora. I racconti devono essere pubblicati in questo thread. Provvedete a inserire i titoli insieme al testo del racconto;
2) un massimo di 21 giorni (quindi fino alle 23:59 di domenica 21 agosto 2016) per leggere, commentare e inserire in classifica i racconti altrui che non infrangeranno i limiti di lunghezza specificati. Leggete il REGOLAMENTO se non avete idea di come si debbano votare i racconti;
3) un massimo di 7 giorni (a partire dagli ultimi commenti pubblicati) per leggere i commenti e assegnare 1 punto al miglior commento al proprio racconto e 2 punti all’autore della migliore serie di commenti;
4) attendete con pazienza la conclusione delle eventuali fasi addizionali;
5) al termine, l'ultimo partecipante ad aver consegnato i voti ai commenti provvederà a stilare la classifica finale.

Chi salterà anche una sola di queste fasi incorrerà nella sanzioni previste dal REGOLAMENTO.

Inoltre, chi partecipa per la prima volta allo Skannatoio deve inviare, pena l'esclusione dal concorso, i propri dati (nome e cognome, numero di telefono, indirizzo postale e indirizzo email) in una email ai supervisore all'indirizzo [email protected]. Non è necessario farlo se si sono già forniti i dati contestualmente a uno qualsiasi dei concorsi organizzati dal forum de "La Tela Nera".


LE SPECIFICHE

Lunghezza (globale). Minima: 500 caratteri. Massima: 50'000 caratteri (spazi inclusi, escluso il titolo ed eventuale liberatoria).Tolleranza 10% (con penalità di 1 punto per chi, pur rimanendo nella tolleranza, sforasse i limiti di lunghezza indicati). Vale questo contatore come riferimento per il conteggio dei caratteri.
Genere: Horror, giallo, fantastico e relativi sottogeneri (i partecipanti dovranno tenere conto nelle proprie classifiche dell'attinenza dei racconti ai generi elencati).

Particolarità:
a) Spotlight. Avete a disposizione un sacco di caratteri. Oltre a pensare a metterci una bella storia intrigante, sfruttateli per far sapere al lettore un po' di cosucce su dove avviene l'ambientazione. Cercate di inserire quante più possibili di queste informazioni nel vostro racconto:

- Nome e cognome del protagonista
- La sua età
- Aspetto fisico e vestiario
- Principali pregi e difetti
- Abitudini
- Alcuni eventi passati importanti
- Alcuni elementi della sua famiglia
- Epoca storica in cui vive
- Luogo in cui è ambientata la storia
- Una descrizione dell'ambiente circostante

È ovvio che potete passarne anche di più o per più personaggi / ambienti.

In fase di valutazione delle specifiche invito a valutare non solo la quantità di informazioni passate ma anche la qualità. Vi avviso che nella classifica GdG l'utilizzo dello show don't tell sarà uno dei parametri principali con il quale valuterò le opere.

b) Elemento alieno. All'interno del racconto deve essere presente un elemento alieno all'ambientazione: un personaggio di una etnia diversa (un bianco in un quartiere cinese), di razza diversa (un nano in una città elfica) o un oggetto esotico (una macchina fotografica digitale nel 1300 o una piuma d'oca con tanto di calamaio nella sala server di una multinazionale).


Nelle loro classifiche, i partecipanti dovranno tenere conto delle specifiche e penalizzare, a loro insindacabile giudizio, i concorrenti che non si sono attenuti. Dovranno anche ignorare i racconti che supereranno in più o in meno i limiti previsti per la lunghezza, o altre richieste espresse esplicitamente.

LE COCCARDE
Questo mese saranno assegnate 3 coccarde:

1) Quel dettaglio insignificante. Vincerà la coccarda chi riuscirà ad esplicitare un dettaglio del tutto insignificante del protagonista o dell'ambientazione sempre seguendo la regola dello show don't tell. Ad esempio il numero di scarpa del protagonista, il nome di un compagno di classe che non rappresenta niente per lui, l'apertura alare del canarino che tiene in gabbia. Valore: 2 punti.

2) Singolar tenzone. Vincerà la coccarda chi riuscirà a descrivere la sfida più originale o stramba tra due personaggi. Valore: 1 punti.

3) All'arrembaggio!. Vincerà la coccarda chi riuscirà a descrivere l'assalto più originale o strambo di un folto gruppo di persone (o cose non voglio mettere limiti alla vostra fantasia). Valore: 1 punti.


Ricordo ai nuovi arrivati che le "specifiche" delle coccarde NON sono obbligatorie. Se volete guadagnarvi una coccarda, allora inserite nel racconto quello che ci vuole secondo voi per ambirvi, altrimenti non fa niente e potete saltarla, le specifiche obbligatorie sono quelle sopra.

Edited by reiuky - 16/7/2016, 20:46
 
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-Peppino-
view post Posted on 16/7/2016, 17:43




io sono squalificato per questa edizione e la prossima se non sbaglio. Giusto?
 
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Valter Carignano
view post Posted on 16/7/2016, 17:56




ottimo, sono niubbo e ci provo :-)
 
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view post Posted on 16/7/2016, 18:36
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CITAZIONE (-Peppino- @ 16/7/2016, 18:43) 
io sono squalificato per questa edizione e la prossima se non sbaglio. Giusto?

No.

Dovrei ricontrollare il regolamento, ma quella regola valeva solo per uno speciale scorso.

E se la regola rimane, la eliminiamo: siamo troppi pochi :D :D

CITAZIONE (Valter Carignano @ 16/7/2016, 18:56) 
ottimo, sono niubbo e ci provo :-)

Benvenuto.

Dai che in questo skan ci si diverte :D
 
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view post Posted on 16/7/2016, 18:55

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Belle queste specifiche, voglio proprio provare a escogitare una storia.
 
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view post Posted on 16/7/2016, 19:49
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CITAZIONE (shanda06 @ 16/7/2016, 19:55) 
Belle queste specifiche, voglio proprio provare a escogitare una storia.

Non vedo l'ora di leggerti.


Attenzione: nella specifica B) elemento alieno mi sono dimenticato di scrivere che tale elemento deve essere importante ai fini dell'ambientazione o della storia.


(giusto per confermare che non mi riesce proprio a fare uno skan senza scrivere cavolate sul bando :D )
 
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Erron.Black
view post Posted on 18/7/2016, 15:37




Dài, ci provo! Do l'esame venerdì e scrivo un racconto, questa sfida mi piace!

:p100:
 
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view post Posted on 18/7/2016, 16:40
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CITAZIONE (Erron.Black @ 18/7/2016, 16:37) 
Dài, ci provo! Do l'esame venerdì e scrivo un racconto, questa sfida mi piace!

:p100:

Ottimo ti aspettiamo :)
 
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Nozomi ©
view post Posted on 20/7/2016, 19:19




Forse ci provo con un raccontino. E' un sacco di tempo che sto in astinenza.
 
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view post Posted on 20/7/2016, 19:35
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CITAZIONE (Nozomi © @ 20/7/2016, 20:19) 
Forse ci provo con un raccontino. E' un sacco di tempo che sto in astinenza.

Brava :)
 
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view post Posted on 21/7/2016, 15:38
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Custode di Ryelh
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Bene, bene... vedo che il buon Ray riesce a portare avanti lo skanna anche senza il mio aiuto... con i tempi che corrono, spero solo che questo non porti a un golpe nei miei confronti :p082: :p082:
Scherzi a parte, un rapido passaggio per salutarvi tutti: ho completato la parte più pesante del trasloco (anche se sono ancora senza gas e senza una cucina :1391975826.gif: :1391975826.gif: ) e spero di poter avere presto una connessione internet a casa, senza dover usare quella dell'ufficio. Se tutto va bene, ancora poco e potrò tornare a martoriarvi tutti.
Nel frattempo, scrivete come solo voi sapete fare e vedete di non far impazzire il povero Nazareno. :1392239991.gif: :1392239991.gif: :1392239900.gif: :1392239900.gif:

Un abbraccio dalla città degli Scalingeri!!! :1392239620.gif: :1392239620.gif: :1392239620.gif: :1392239620.gif:
 
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view post Posted on 22/7/2016, 00:22
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Arrotolatrice di boa

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50000? No, voi siete pazzi! Non ce la posso fare!
 
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Tatuata
view post Posted on 22/7/2016, 04:56




Un tema preciso non c'è quindi?.
 
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view post Posted on 22/7/2016, 07:13
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CITAZIONE (Tatuata @ 22/7/2016, 05:56) 
Un tema preciso non c'è quindi?.

No. Ho volutamente lasciato più spazio del solito. Spero di non mettervi troppo in difficoltà senza delle specifiche più stringenti. Comunque le coccarde sono un po' più restrittive del solito e difficili da inserire, quindi spero che chi ha bisogno di una sfida, possa cominciare a lavorare da lì.
 
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view post Posted on 24/7/2016, 19:27

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Dieci Novembre
Di Alexandra Fischer
L’amaca era immersa nella penombra delle querce secolari quando lui si risvegliò per via del rumore del traffico.
C’era molta più gente di quanto non credesse.
D’estate, Casalborra era sempre stato il paese meno frequentato dai turisti.
Almeno così ricordava lui.
Per evitare di farsi trovare in pantaloncini e cappello di paglia, saltò giù dall’amaca e corse in casa.
Le siepi che circondavano il muretto lo aiutarono a non farsi vedere, ma qualcuno lo sentì dalla veranda.
- Erminio, sei tu?
Lui non si rispose neppure alla voce femminile che veniva dalla porta socchiusa.
Corse di sopra e si vestì con i primi capi di abbigliamento che riuscì a trovare nel mucchio di biancheria posato sul settimanale.
Guardò sotto il letto per cercare le scarpe e le calze, poi ci ripensò quando gli sembrò di toccare qualcosa di rotondo come una palla da tennis.
Gli infradito che aveva ai piedi sarebbero andati benissimo.
Né lui né la madre aspettavano ospiti, quella sera.
I suoi amici passavano a trovarlo il venerdì sera, dopocena.
Mancavano ben tre giorni al loro arrivo.
Erminio era contento di vederli una volta alla settimana, sempre lo stesso giorno.
Detestava mescolarsi alla folla sotto i portici.
Le vetrine del negozio di articoli sportivi lo disturbavano.
Rendevano i suoi amici piuttosto carogne.

Che racchetta ci consigli, Erminio?
Dovrei comperarmi una nuova pallina, suggerimenti?
Proprio non ti va di tornare al campo da tennis?

E no, non c’era verso di farli rimanere nella gelateria ottocentesca, fra stucchi e cristallerie.
Volevano correre da un negozio all’altro, occhieggiando le bellezze locali.
Lui no.
Aveva collezionato un paio di figuracce perdendo numeri di telefono oppure confondendo il giorno dell’appuntamento.
Ricordava ancora una figura di spalle inguainata di azzurro allontanarsi stizzita con un rumore di tacchi.
Preferiva di gran lunga rimanere a casa, magari per fare le parole crociate oppure per scoprire la sua casa delle vacanze come non gli era mai capitato prima.
Anche le stanze dell’ultimo piano gli erano aperte, ormai.
Questo perché non ci sarebbe più stato suo padre a stornare la sua curiosità.

I passi sulle scale preannunciavano l’arrivo della madre.
- Erminio. Vuoi rispondere?
Lui uscì dalla stanza a occhi bassi.
- Sì, mamma. Scusami.
Di lei, Erminio guardava le ciabatte di spugna rosa con il fiocco dello stesso colore.
Ciabatte rosa, fiocco.
Non osava alzare lo sguardo sul volto angoloso di lei.
Gli bastava sentire l’odore di fumo che veniva dalla sua bocca.
Da quando era rimasta vedova, aveva cominciato a fumare dal mattino alla sera.
I portacenere erano sparsi per tutta la casa.
A partire da quello bianco sul tavolino dell’ingresso fino alla ciotola di onice nera sulla mensola della specchiera nella stanza della madre.
Gli occhi della donna, arrossati dal fumo perenne, vagavano febbrili lungo le stanze ed Erminio non riusciva a sostenerne lo sguardo.
Ci vedeva riflessa la sua stessa disperazione.
La stessa domanda.

E ora?

Erminio si era rifugiato nel riposino dell’una sull’amaca per spezzare la giornata.
Dormendo, il senso di vuoto per la scomparsa del padre si affievoliva.

Suo padre era di nuovo in giardino, per la grigliata, e sfidava il fratello maggiore colpendolo con un salame.
Al che l’altro si difendeva con una baguette.

L’ultimo duello era stato l’anno prima, il 1998.
Erminio si era sentito tradito dalla morte del padre, avvenuta in modo improvviso.
Lo aveva trovato la domestica al tavolo dello studio.
Suo padre era passato dal sonno alla morte nella grande stanza dalla finestra a vetri viola.
Erminio la vedeva ogni volta che passava accanto al passaggio a livello.
Sapere che da quell’autunno in avanti non sarebbe tornato più fra quelle mura lo costringeva a rallentare il passo e a soffermarsi a guardare l’entrata.
I vasi bianchi con i mirti potati a globo erano ancora accanto alla porta di legno nero.
Le finestre al piano terra avevano ancora le tendine color crema volute dalla madre.
Erminio immaginava il salotto con i divani di velluto color prugna, il grande mobile libreria dalle volute barocche e il mappamondo di legno che nascondeva un assortimento di liquori.
Era lì, al pianterreno.
Di sopra, invece, c’era la sua stanza.
Aveva lasciato il lettore CD sulla scrivania di legno.
Gli dispiaceva di non aver ascoltato i Subsonica e i Bluvertigo come avrebbe voluto.
C’era la maturità.
E lui l’aveva preparata nel silenzio della biblioteca che si trovava in centro.
Mura ottocentesche, tavolo massiccio, scaffali di ferro smaltato rosso ricolmi di libri, alcuni sul punto di sbriciolarsi, quasi.
Anche il liceo scientifico aveva la sua sede in un edificio simile.
Le grandi porte tonde dai vetri quadrettati da poco prezzo distorcevano il cortile e l’unico platano che sorgeva nel mezzo del pavé.
Gli era rimasto impresso il pavimento delle classi.
A quadri bianchi e neri, che si susseguivano come un rompicapo folle.
Per quel che riguardava i compagni, li ricordava poco.
Certi erano stati suoi avversari a tennis.
Altri suoi compagni di squadra.
Si sforzò di ricordarne i nomi.
Buio assoluto.
Era cominciato nella partita contro la squadra di Borgo Paglia.
Perché era tornato qualcos’altro a tormentarlo.
La palla da tennis che aveva preso dalla sacca gli era saltata via dalle mani e ne erano uscite quattro zampe verdi coperte di spine.
L’aveva ributtata indietro.
Poi era andato dall’allenatore.

Non me la sento di giocare, oggi.

L’allenatore si era innervosito.

Di nuovo gli isterismi da primadonna?
L’altra volta era l’attacco di panico perché avevamo cambiato campo all’improvviso.
Ma come? L’anno scorso ci hai portati al torneo regionale e adesso molli in finale?
Con te non si può mai sapere, passiamo dalle vittorie alle sconfitte in un baleno. Tuo padre non era così
.

Già, il padre aveva lasciato il professionismo per via di una brutta frattura al gomito.
Erminio si era sforzato di seguirne le orme come meglio poteva.
Solo che ogni tanto la palla da tennis pensava bene di farsi crescere le zampe verdi coperte di spine e di ricomparire quando meno se lo aspettava.


Erminio si era consolato della perdita del lettore CD pensando che sulla scrivania aveva lasciato anche la palla da tennis a quattro zampe.
Erano ripiegate, quasi avesse deciso di addormentarsi.
Oppure morire, visto che l’aveva lasciata lì l’ultima sera trascorsa nella casa.
Il padre era scomparso da poco.
Se non altro, gli aveva risparmiato la notizia di essere stato mandato via dalla squadra di tennis del liceo.

La madre aveva detto a Erminio.

- Vieni in veranda. Togli il calendario, è dell’anno scorso. Io non ce la faccio.
Lui era sceso e aveva obbedito.
Gli era rimasto impresso il giorno del dieci novembre.
Non sapeva bene neppure lui perché.
Poi era risalito nella sua stanza.
Il suo sguardo si era soffermato sulla foto della squadra nell’anno della vittoria.
Ritagliata da un giornale e incorniciata, gli era sempre piaciuta.
Sullo sfondo si vedeva il castello diroccato che si trovava sul limitare del campo sportivo di Casalborra.
Giocando lì, si era sentito degno del nome di suo padre.
Ogni volta che rileggeva il trafiletto, riviveva quella giornata: Vittoria assicurata per merito del campione Erminio Macchis.

Se ci fosse stato suo padre, avrebbe ripreso a giocare.

Erminio buttò il calendario nel cestino.
La sua mano sfiorò qualcosa di tondo, spinoso, che gli solleticò la mano.
Il giovane la ritirò di scatto.
La madre gli domandò: - Tutto bene?
- Sì, mamma – rispose lui.
Lei gli accarezzò i capelli, neri e ispidi come quelli del padre.
- No che non lo è. Ti capisco. Ho deciso di vendere la casa perché sarebbe stato peggio. Tuo padre voleva che ti iscrivessi all’università. Lo farai, vero?
Erminio annuì, senza guardarla negli occhi.
- Tenterai di entrare nella squadra di tennis universitaria?
Il giovane pensò alla palla munita di zampe spinose.
- No.
La madre aveva sospirato.
- Va bene.
Erminio l’aveva abbracciata.
- Scusa, mamma. Preferisco concentrarmi su Scienze della Comunicazione.
- Non Medicina come tuo padre?
Lui aveva scosso la testa.
- Capisco. Quella volta ha esagerato, avevi solo sei anni.

Scheletri manovrati nel buio avevano tentato di abbrancarlo nella sala di anatomia.
E poi c’erano stati i vasi illuminati a sprazzi.
Contenevano organi immersi nella formalina.
Guarda cosa ti aspetta, se accetterai di imboccare la mia stessa strada.

E lui aveva cominciato a vedere la palla da tennis dalle zampe spinose, anche se non sempre.
Tornava ogni tanto, togliendogli le forze.
Come prima, in veranda.

Se solo avesse potuto schiacciarla.

Dove sei, papà? Vienitela a prendere.

 
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