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Ciao David, che piacere ritrovarti!
È la seconda volta che ti vedo scrivere un racconto con la tecnica del libro Game, (l'ultima volta durante con lo speciale di novembre 2014 su Mec Haven) e devo dire che, in quella occasione, avevi messo dentro un'ispirazione che in questa tua recente prova è venuta un pò a mancare. La storia si dimostra pilotata su un binario sin dall'inizio, e a nulla servono i bivi che proponi, perchè qualsiasi scelta il lettore faccia, la storia non cambia di una virgola. Scegliere di essere un nerboruto operaio o una snella cyborg asiatica (che dovrebbe dar vita a due storie molto diverse tra loro) non serve a nulla, come a nulla servono la maggior parte dei bivi, perchè il racconto ti spinge verso una sola fine obbligatoria (emblematico il fatto che se non incappi la serie giusta di biforcazioni, ti ritrovi a reincarnarti, per ripetere da capo l'avventura fino a essere costretto a scegliere l'unica via possibile). Lo stile è buono come sempre e la storia è piacevole, ma in alcuni casi, mi sono ritrovato a leggere due capitoli diversi recanti lo stesso testo ciclostilato: un pò più di inventiva non avrebbe guastato. La fine non l'ho capita del tutto e mi ha lasciato in mano più interrogativi che risposte. In questa prova c'è il genere ma manca il tema (non riesco a vedere l'ingegneria genetica in un finale tra pozze luminescenti e tentacoli palpeggianti). Siamo distanti anni luce da "Iena", tua magistrale prova nel magico mondo dei librogame. Giudizio finale: Provaci ancora David... ho voglia di vivere un'avventura come si deve.
Il nuovo compagno di banco
Ciao Reveche: da Usam a Skanna... Ben trovato Ti ringrazio per il commento e sono contento che il racconto ti sia piaciuto così tanto! Passo ad esaminare la tua ultima creazione. Incominciamo dalla parte che più mi ha fatto storcere il naso e cioè il modo di ragionare degli alieni. Dunque, per non fare provare alla persona rapita il trauma di essere stati portati su un mondo diverso dal nostro, questi geni gli fanno passare due anni pieni di angherie e soprusi, gli comunicano lo stesso di essere stato rapito, lo informano di non poter scappare o tornare indietro almeno per altri cinque anni, lo scioccano con la notizia di poter vedere la sua famiglia e i suoi cari ma solo da lontano perchè reso irriconoscibile dal diverso processo di crescita temporale (altra cosa facile da digerire) e gli chiedono di collaborare per aiutarli a convincere gli umani a dividere lo stesso sistema solare? Veramente un piano astuto, complimenti. Chiunque si sarebbe rivolto agli alieni con un sonoro vaffa e invece Luca, senza un valido motivo, li segue docilmente come un cagnolino come se niente fosse. Inspiegabile. Per il resto la storia procede bene, stile piacevole ma non sempre fluido, con l'autore che, in più di un'occasione, fa capolino da dietro le quinte, infastidendo un pò e spezzando la sospensione d'incredulità. In alcuni punti ti perdi in "barocchismi" inutili ed irritanti. Uno fra tutti: "La luce negli occhi del ragazzo si stava spegnendo, abbandonando dietro sé vuoti involucri di un’anima smarrita nelle pieghe di nuvole violacee che solcavano un cielo rubino che riproduceva un tramonto infinito...". Va bene ricercare la frase poetica, ma a tutto c'è un limite. Il troppo stroppia, non credi? Specifiche centrate entrambe. L'idea non è male, ma trama e stile mi sembrano alquanto raffazzonati e per ora privi di quella spigliatezza che avrebbe reso il racconto più gradevole e scorrevole. Giudizio finale: racconto tecnicamente ben fatto ma minato da alcune scelte azzardate.
Cioccolatini magici
Ciao Rosmary's, benvenuta! Ti ringrazio per il commento e sono felice che la storia ti sia piaciuta! Passiamo a te. Cominciamo con la parte che mi ha convinto di meno: lo stile espositivo. Anch'io agli esordi commettevo lo stesso errore: raccontavo quello che accadeva invece che mostrarlo. La trama è semplice e lineare: una ragazzina bruttina e grassoccia riceve la visita di... un Dumbo demoniaco che la convince a mangiare dei cioccolatini in cambio di un fisico da modella: solo così potrà sconfiggere il demone della solitudine (ma non era il demone della insoddisfazione, fino a un momento prima?). Diventa bellissima, si compiace (fino alla nausea) delle sue gambe magre, e snobba i vecchi amici nerd che l'avevano sempre accompagnata fino a quel momento. Nel prezzo del biglietto è compreso anche un potere di telecinesi che le serve solo per sistemare un bulletto di quart'ordine e un fratello rompicoglioni. Intanto si porta appresso uno stuolo di ammiratori e lacchè che la idolatrano solo perché è carina. Alla fine scopre che il suo vecchio amico Cristiano, si è trasformato in un drago mangiasolitudine, e lei, travolta da crisi mistico-adolescenziale decide che preferisce essere grassa e sola invece di bella e sola e... e tu racconti, racconti, racconti, senza lasciarci dettagli concreti che stimolino i sensi del lettore, che richiamino immagini, suoni, sapori, odori. Confronta:
Qualche tempo fa, Maria ebbe un incidente e si fece molto male. con: Ieri Maria è scivolata mentre attraversava la strada. Le ruote del tram le hanno tranciato le dita della mano.
Quale delle due frasi coinvolge di più il lettore? Nel primo caso (raccontare) ci troviamo di fronte a termini generici (incidente, male). Nel secondo (mostrare) la narrazione diventa vivida, mantiene sveglia l'attenzione e si imprime nella memoria. Il lettore si sentirà più coinvolto e ricorderà anche dopo dieci capitoli che Maria è quella che non ha più le dita della mano. Vai su internet e e digita "Show don't tell" e approfondisci il discorso. Vedrai che in breve tempo i tuoi racconti acquisteranno una marcia in più. La trama è a tratti banale, piena di contraddizioni, confusa in più di un punto ("Lo sguardo nero della ragazza tornò a posarsi sul padre, e il suo sguardo pieno di determinazione fisso sul parabrezza..." che bello: una ragazza con quattro occhi che guarda due cose diverse!!) e a tratti incomprensibile (devi spiegarmi come fanno degli aculei a "marciare" verso una persona e che differenza c'è tra capelli color ciliegia matura e capelli color ciliegia e basta), il protagonista principale diventa monodimensionale quasi subito (se mi racconti quello che fa perde subito spessore), in più non vedo nemmeno una delle due specifiche. La maghetta è solo una ragazzina dotata di telecinesi (che non serve quasi a niente ai fini della storia) e manca completamente l'ambientazione fantasy (siamo al limite ad un urban-fantasy e basta). Giudizio finale: C'è molto da lavorare. È normale beccarsi queste critiche se si è esordienti totali. A mio primo racconto venni massacrato e ci rimasi male. Poi capii che le bastonate erano state date a fin di bene, per farmi crescere, per farmi maturare e per farmi scrivere meglio. Sono sicuro che hai delle buone, anzi ottime potenzialità. Devi solo rimboccarti le maniche e lavorare per far venire fuori il meglio di te. Da parte nostra saremo sempre qui a darti una mano. Aspetto di leggere ancora qualcosa di tuo: per me sarà un vero piacere aiutarti, per quanto mi è possibile, a migliorare.
Omaggio a una sposa devota
Ciao Testarossa: ormai non c'è contest della Tela Nera senza di te! Ti ringrazio nuovamente per il tuo commento, come sempre puntuale e tempestivo. Ben scritto, con descrizioni vivide che, a livello di atmosfera, trascinano fino ai tempi dell'imperatore Shah Jahan. Dal punto di vista storico, niente da eccepire: ricerca minuziosa e descrizioni architettoniche molto precise e interessanti. Bene passiamo ai punti dolenti della tua ultima opera. Trama inesistente, personaggi o ininfluenti per l'economia del racconto o troppo sullo sfondo, una profezia che non mi appare chiara (la vecchia mette in risalto i dettami religiosi e basta) e che comunque non ha le caratteristiche che una profezia dovrebbe avere. Sembra più una tesina sulla costruzione del Thaj Mahal che un racconto vero e proprio. Mi aspettavo un racconto storico con profezia e mi ritrovo con un trattato, di saggistica (romanzata) su di un capriccio dell'imperatore Shah Jahan. Giudizio finale: E adesso, come lo giudico io questo racconto, che di racconto non ha manco l'ombra?
Oltre il tempo
Ciao CMT, è sempre un piacere ritrovarti in un contest. Grazie di nuovo per consigli ed editing... sei insostituibile! Nulla di nuovo sotto il sole. Stile fluido, anche se l'ho trovato meno curato alle volte precedenti), il racconto ti cattura sin dalle prime righe e il bisogno di sapere cosa succederà ti tiene incollato alla pagina fino alla fine, l'ambientazione è essenziale senza però risultare scarna e ti accompagna in un mondo di orrore davvero particolare. I personaggi non sono molto caratterizzati, ma svolgono degnamente il compito loro assegnato. Tutto a posto dunque? No, non proprio. Innanzitutto non mi è chiaro il modus operandi del demone. Succhia l'energia vitale delle persone? Accellera la decomposizione delle sue vittime? Invecchia tutto ciò che gli capita a tiro? Hai creato un'entità che è terrorizzante, ma non riesco a capire, alla fin fine, cosa fa e e perché lo fa. La fine mi sembra troppo semplice e lineare per essere la degna fine del racconto elettrizzante che hai creato. Mi è sembrato di trovarmi di fronte un gigante dai piedi d'argilla. In più le specifiche mi sembrano risolte a metà: lo splatter c'è (un applauso per come hai saputo essere raccapricciante in certi passaggi), ma non riesco a vedere i viaggi nel tempo. Gli specchi servono sola a farti vedere il futuro e il mostro agisce in un modo che, secondo me, ha poco a che fare con i viaggi nel tempo. Il fatto che il vecchio ritorni giovane, ma che le vittime non ritornino in vita, mi sembra un concetto poco sensato, e rafforza ancor di più la mia convinzione che i salti nel tempo non c'entrino nulla in questo racconto. Una prova più che buona, che però ha qualche neo di troppo per essere considerata alla stregua di altri tuoi capolavori. Giudizio finale: capolavoro mancato.
Un capodanno fuori dall'ordinario
Ciao Bllodfairy, ti ringrazio per il commento. Mi piacerebbe sapere cosa cambieresti per rendere il racconto più avvincente. Aspetto tuoi suggerimenti in merito. Passiamo al tuo racconto. Mi è piaciuto molto lo stile del tuo racconto, una narrazione fluida e un'ottima descrizione di ambienti, il ritmo è veloce e ti trascina dall'inizio alla fine. Ho trovato invece un pò innaturale il comportamento di Luc. Posso capire che il vampiro abbia dei poteri ipnotici, ma veramente il protagonista cede senza combattere: si fa fare di tutto e non trovando un perché al suo strano modo di comportarsi, continua a restare nella villa come se niente fosse. Il messaggio che mi ha passato Luc è: "Non so cosa mi sta succedendo, ma va bene lo stesso". La fine mi ha lasciato a bocca aperta (e non nel senso positivo del termine). Un vampiro che si uccide per... fermare il mostro che è diventato? Una creatura del male che si uccide per rimorso? Troppo assurdo per i miei gusti. La fine con il poliziotto che cerca di dare un alibi a quello che è successo la toglierei senza esitazione. Non aggiunge nulla al racconto, anzi propone al lettore la solita e abusata stolidità bovina di un commissario, che non trovando una risposta logica ai suoi interrogativi, si arrampica sugli specchi per cercare di gettare una parvenza di normalità su una strage che di normale non ha proprio nulla. Giudizio finale: Racconto interessante. Prova comunque più che positiva
L'intruso
Ciao Gargaros. Le virgole prima dei vocativi e la punteggiatura nei discorsi diretti non hanno più segreti per me. Grazie ancora per i tuoi insegnamenti. Volevo invece chiarire alcuni dubbi che hai avuto leggendo "Amore a morsi". Roberto pensa, accecato dalla gelosia, di attuare una vendetta il giorno dopo. A mente fredda si accorge di aver detto una cagata e rimane in attesa di qualche evento risolutore. Sa che il viaggio che dovranno intraprendere è pericoloso, e che basterà distrarsi per finire male. Aspetta come un ragno sulla tela che accada qualcosa, e approfitta dell'unico attimo di empasse del gruppo per realizzare ciò che aveva in mente di fare. Per quanto riguarda il sogno... io credo che in un sogno possano accadere le cose più strane, come essere in due contro un orda e uscirne vincitori. Se fosse stata un'azione reale, avrei messo anche altre persone a difesa del "fortino", ma in un sogno... Boscimane è il modo che usa Roberto per definire qualcuno "primitivo" dato che i boscimani sono il popolo più primitivo del mondo. E dato che Roberto è colto e parla come un libro stampato, mi è sembrato in sintonia col personaggio farlo esprimere così. Niente razzismo dunque, ma solo un dato di fatto. In ultima battuta Bruno non sparisce nel nulla: va a prendere la macchina che è più avanti, fatto sottolineato anche dalla frase di Roberto: «Andate avanti, vi copro io!» Che credo non lasci dubbi in proposito... Ti ringrazio comunque per gli accurati commenti. Ci sono effettivamente molte cose da mettere a punto, e i tuoi consigli saranno preziosissimi. Passiamo a te.... Le specifiche sono centrate: sia l'atmosfera horror che l'invasione aliena sono ben presenti. Il racconto inizia bene, trascinando il lettore in un improvvisato rifugio. Purtroppo, col passar del tempo, diventa tutto più confuso. Ad un certo punto mi sono sentito come un pugile rinchiuso all'angolo del ring, mentre imbarcavo nomi e intrusioni gratuite del narratore nel racconto, senza poter reagire. Forse i personaggi avrebbero avuto bisogno di qualche elemento caratterizzante in più. Quando sono rimasti in tre, ho ricominciato a seguire il filo dei loro pensieri ed ho così potuto ricominciare a gustarmi il tutto. Il racconto è potenzialmente valido, la narrazione è fluida in alcuni punti, pesante in altre (alcune parti potrebbero essere tolte senza cambiare di una virgola il risultato finale) ma nutro perplessità sulla parte dedicata al piano degli alieni: ma era il caso di imbastire tutto quel casino per sterminare la razza umana? Bastava dotare le nanomacchine di una tossina nociva per l'uomo, per eliminare tutti senza dovere aspettare altro. La fine me l'aspettavo, ma comunque è ben scritta e di impatto. Giudizio finale: racconto efficace, anche se un pò confuso nella parte centrale.
Un futuro radioso
Ciao Valter. Felice di fare la tua conoscenza. Mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto. Effettivamente ho tappato con la specifica dell'Ucronia... mea culpa!
Cominciamo dalle specifiche: i fuorilegge ci sono, il tema steampunk non del tutto, visto che a parte il dirigibile e un accenno su autopompe a vapore, il suo peso sulla storia non si percepisce per niente. Lo stile è abbastanza scorrevole e la storia si legge tutta di un fiato, anche se ho dovuto ritornare indietro per capire le dinamiche tra uomini in tuta da meccanico, soldati disertori e persone svenute. I personaggi non sono molto personalizzati e risultano un pò vaghi e impalpabili. La trama è lineare e regge bene, anche se nutro alcune perplessità sul ruolo di Bartoloni che impazzisce senza un motivo sufficientemente valido, sia di Gianna Serra, agente speciale messo precauzionalmente in un posto dove, di norma, non sarebbe dovuto succedere niente. Ho trovato totalmente inutili sia le visioni di Esther (ho veramente cercato di capire quale fosse il nesso con il resto, ma non ne ho trovato alcuno) sia il flashback, o presunto tale, di Altiero. Il racconto, anche se migliorabile, è comunque gradevole e interessante. Giudizio finale: racconto valido, con spunti interessanti. Meriterebbe una riscrittura più ragionata e meno dettata dalla fretta.
Classifica
Oltre il tempo - CMT Un capodanno fuori dall'ordinario - Bloodfairy Il nuovo compagno di banco - Reveche L'intruso - Gargaros Un futuro radioso - Valter Carignano W - David G. Omaggio a una sposa devota - Shanda06 Cioccolatini magici - Rosmary's child
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