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Scannatoio Maggio - Giugno, La tela...

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view post Posted on 27/4/2018, 08:40
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SKANNATOIO Maggio - Giugno 2018



Skannatoio lungo per prepararsi all'estate :)

Abbiamo deciso di allungare i tempi dello skannatoio per venire incontro a chi ha poco tempo a disposizione.

1) Consegna delle opere per le 23:59 di Giovedì 31 Maggio 2018.
I brani saranno accettati anche se postati con un massimo di 8 ore di ritardo, ma incorreranno in una penalizzazione di 1 punto per ogni ora. I racconti devono essere pubblicati in questo thread. Provvedete a inserire i titoli insieme al testo del racconto.

2) Consegna dei commenti e relativa classifica per le 23:59 di domenica 24 Giugno 2018.
Leggete il REGOLAMENTO se non avete idea di come si debbano votare i racconti.

3) un massimo di 7 giorni a partire dagli ultimi commenti pubblicati per leggere i commenti e assegnare 1 punto al miglior commento al proprio racconto e 2 punti all’autore della migliore serie di commenti.

Chi salterà anche una sola di queste fasi incorrerà nella sanzioni previste dal REGOLAMENTO.


LE SPECIFICHE

Lunghezza (globale).
Minima: 5.000 caratteri.
Massima: 21.000 caratteri
(spazi inclusi, escluso il titolo ed eventuale liberatoria).Tolleranza 1%. Vale il contatore standard dello Skannatoio (hhttp://dl.dropbox.com/u/826252/contaW.html)
Genere: tutti i sottogeneri del racconto speculativo (fantasy, fantascienza, horror, triller, giallo etc etc etc).

TEMA: Il tessitore: Il racconto dovrà essere incentrato sull'atto del tessere. Non è necessario il tessitore sia un personaggio che compare o che venga tessuna una tela: si possono tessere bugie, intrighi, complotti e così via.
È importante che ciò che viene intessuto sia al centro del racconto e ne muova le fila.

LE COCCARDE
Questo mese saranno assegnate 2 coccarde:

Penelope: Visto che stiamo parlando di tele... Questa coccarda va a chi riuscirà a utilizzare il nome Penelope in modo originale.


Neve maggiolina: Questa coccarda verrà assegnata a chi farà il miglior uso della neve di pioppo nel suo racconto.

Ricordo ai nuovi arrivati che le "specifiche" delle coccarde NON sono obbligatorie. Se volete guadagnarvi una coccarda, allora inserite nel racconto quello che ci vuole secondo voi per ambirvi, altrimenti non fa niente e potete saltarla, le specifiche obbligatorie sono quelle sopra.


N.B.: Lo skannatoio si prenderà una vacanza estiva per i mesi di luglio e agosto. Abbiamo preferito avvertirvi con largo anticipo.

Buona partecipazione.
 
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view post Posted on 29/4/2018, 09:59

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Ciao Reiuky, le specifiche sono molto belle. Credo che parteciperò (soprattutto nel tentativo di liberarmi da certi difettacci) usando lo spunto del racconto (demoni e biblioteca).
 
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view post Posted on 9/5/2018, 20:36

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LA CUCITURA DEGLI STRAPPI NEL TEMPO DI NIVEO di Alexandra Fischer

Heldar si rialzò dal giaciglio offertogli da Lyvem ritrovandosi solo nella stanza: grande poco più di un cubicolo, era munita di una finestra traforata che consentiva di guardare fuori senza essere scorti e lui decise di approfittarne per via dell’improvviso rumore di traffico proveniente dalla strada.
La folla in abiti multicolori lo sorprese, ma non tanto quanto la fitta pioggia bianca sotto la quale salmodiava: «Guardate la pioggia di palline bianche: ecco cosa ne è del grande ordito del Mondo di Niveo filato da Bayrmo. I demoni hanno strappato i fili, i demoni li hanno appallottolati per creare un maleficio peggiore della Croce Luminosa»
Il suo primo impulso fu di cercarvi Lyvem: l’uomo dei libri doveva saperne di cerimonie simili, ma non riuscì a scorgerlo.
Per quel che lo riguardava, era impaurito da tutta quella gente uscita dalle case in maniera così improvvisa, così prese lo zaino rimasto fra le coperte e controllò che ci fossero le armi a falce.
Soddisfatto, aprì la porta della stanza di Lyvem vedendo il capo bibliotecario chino su una ciotola di metallo color rosso polvere.

Lyvem aveva visto la folla prima ancora che comparisse per la strada udendone anche la salmodia che preannunciava l’arrivo delle palline bianche.
La sua mente era andata anche più in là, malgrado lui avesse fatto di tutto per allontanarsi da quella strada: niente da fare, la meditazione lo trascinava lì, inerme di fronte alla volontà di Bayrmo, determinata a riparare la falla aperta dai demoni a Niveo.
Heldar gli comparve di fronte con lo zaino in spalla: sul suo volto c’era l’espressione incredula di chi stava assistendo a qualcosa di completamente sbagliato.
«Tutta quella gente non dovrebbe essere lì a gridare la sconfitta di Bayrmo. Sbaglio, forse?»
«No, hai ragione.»
«Ho ucciso parecchi demoni, ma non tutti. Devo uscire per finirli.»
Il capo bibliotecario annuì gravemente: «Prima devo prepararti per il confronto con loro. Fai bene essere inquieto».
Entrambi pensarono a Skondall e al Cuore di Niveo e tornarono alla torre, ma passando dalla via laterale, dove i portici li avrebbero riparati dalle palline bianche, che cadevano a profusione sulla gente.

Non appena Heldar e Lyvem giunsero da Skondall, lo trovarono nella torre sospeso a mezz’aria, con i pallini bianchi che gli vorticavano ai lati senza toccarlo.
Il Cuore di Niveo era accovacciato sul suo petto.
Uomo e uccello avevano gli occhi chiusi.
Heldar si avvicinò loro scrutandoli perplesso e la sua mano corse alla spalla di Skondall prima ancora che Lyvem potesse impedirglielo.
L’uomo dallo zaino si ritrasse terrorizzato: «Sotto quella tunica ci sono soltanto ossa. Quell’uomo è uno scheletro ambulante da chissà quanto tempo.»
I suoi occhi terrificati corsero al volto del capo bibliotecario, ostinatamente nascosto dal cappuccio.
Lyvem tirò fuori di tasca il coperchio del rotolo e lo mise nella mano destra di Skondall.
Le dita scarnificate del maestro si chiusero sull’oggetto, facendo arretrare Heldar.
Il capo bibliotecario gli si parò davanti esortandolo: «Seguimi. Il maestro intende aiutarci.»
Heldar indietreggiò di un altro passo: «Tu sei come lui.»
Il capo bibliotecario gli disse pacato: «Sali in cima alla torre e guarda cosa ne è di Niveo.»
L’uomo con lo zaino lo fece e vide la gente schiacciata dalle palline bianche, le quali venivano giù a pioggia, deviando tuttavia il percorso dalla torre.
Allora comprese di doversi fidare dei bibliotecari e credere nel loro potere con tutte le sue forze, lasciando da parte la sua natura di montanaro.
Raccogliendo tutte le forze, scese le scale vedendo il capo bibliotecario rimasto ad attenderlo in fondo ai gradini.
Lyvem gli disse: «Quest’aiuto gli sta costando parecchia forza.»
Heldar replicò: «Portami dai demoni e io ti prometto che li sterminerò tutti».
Il capo bibliotecario si immerse nella meditazione e Heldar lo seguì com’era già avvenuto in biblioteca, ritrovandosi nell’antica Niveo, non più ridotta in macerie, ma di nuovo svettante di torri anche più belle della versione che il montanaro aveva ammirato con Lyvem.
L’unico dettaglio che lo disturbò era la moltitudine di pallini bianchi sui tetti.
La strada che gli si snodò davanti era fatta di tessuto bianco spesso, squarciato in più punti.
Alla cima, Bayrmo ne stava riparando i danni sfiorandoli con le mani scheletriche, ma Heldar non la temette più.
Estrasse le armi a falce dallo zaino senza preoccuparsi di Lyvem.
Dagli squarci emersero armi sottili, a forma di zampe di ragno seguite dai demoni che le portavano fra le mani a forma di ramo.
Dietro di loro ne comparvero altri, coperti di pallini bianchi.
Il demone più alto gli si avvicinò con le lame sguainate: «Arrenditi. Per te è troppo tardi»
Heldar mulinò le lame a forma di falce tranciandolo in due.
Il sangue grigiastro gli sprizzò addosso e subito dopo la voce disincarnata del demone appena ucciso gli arrivò nella mente: «Male, guarda cosa ha fatto Bayrmo al tuo villaggio.»
Lo spirito del demone gli mostrò il villaggio pendente su un abisso.
«Ecco cos’ha fatto Bayrmo per resuscitare l’antica Niveo e i suoi abitanti. Si toglieranno di dosso le palline bianche, rivivranno, ma il tuo villaggio morirà. Se ti unirai a noi, non accadrà e ti faremo gioie come queste.»
La visione cambiò.
Heldar si trovò seduto al tavolo di casa sua: di fronte a lui c’era la fanciulla alla quale non aveva dichiarato il proprio amore intenta a filare.
Le sue dita agili prendevano il tessuto da una ciotola colma di palline bianche.
«Per completare i nostri abiti, marito mio.» gli disse lei, sorridendogli, ma Heldar vide nei suoi movimenti un’agilità troppo simile a quella delle armi a zampa di ragno.
Le sue mani tremarono davanti alla prospettiva di usare le lame a falce su di lei, ma nei lineamenti della ragazza c’era un che di velenoso.
Capiva di non poter restare con lei, ma neppure si sentiva pronto a colpirla, allora si alzò dalla sedia, credendo con tutte le sue forze negli insegnamenti di Lyvem sulla meditazione e si trovò davanti a Bayrmo, la quale stava prendendo palline bianche dalle mani degli abitanti dell’antica Niveo arrivati al seguito dei demoni.
Davanti ai gesti misurati di lei si sentì inadeguati i propri attacchi mortali contro di essi e l’odore di terra decomposta tornatogli nelle narici gli sembrò una gigantesca beffa.
Bayrmo gli lesse nel pensiero e lo confortò con voce suadente: «Lyvem non è qui, ma mi ha parlato bene di te. Continua a combattere. Guarda.»
L’ex-capo bibliotecaria gli mostrò la parte del tessuto risanata: «Ora ho riparato le macerie nelle quali i miei maestri e la loro gente sono rimasti rinchiusi.»
Heldar pensò alla Niveo visitata con Lyvem e a Skondall, rimasto laggiù insieme al Cuore di Niveo.
L’angoscia lo colpì anche più dei rami dei demoni dagli arti a ramo d’albero e l’uomo con lo zaino disse a Bayrmo: «Credo tu stia perdendo di vista la nuova città e i suoi abitanti. Ho visto cosa ne è stato di loro. Moriranno sotto le palline bianche e il mio villaggio sprofonderà nell’abisso.»
L’ex-capo bibliotecaria gli rispose: «Il demone che hai ucciso ti ha riempito la mente di illusioni pericolose con il suo sangue sacrilego. Ti sei comportato bene. Ora prosegui lungo la tua strada.»
Heldar le domandò: «Quale?»
L’uomo con lo zaino temeva di dover restare nell’antica Niveo e vedere distrutto il proprio villaggio perdendo definitivamente la fanciulla.
La prospettiva gli stringeva lo stomaco, perché ricordava di essersi incamminato per la biblioteca oltre il ponte di vetro pensando a una breve visita, sicuro com’era di aver già sconfitto i demoni.
Bayrmo gli mostrò una visione di Skondall ringiovanito in tutt’altra biblioteca: quella appena risorta dalle macerie.
Quando Heldar entrò nella stanza, notò un’unica nicchia, occupata dal Cuore di Niveo, intento a osservare Skondall trionfante con in mano un rotolo.
Il maestro di Bayrmo e Lyvem gli disse: «Ho trovato il testo che cercavo. Parte del maleficio dei demoni ora è annullato. Non dovrai più temerci per via del nostro aspetto di scheletri, perché ci sarà un nuovo equilibrio per la Niveo che conoscevi. Ho percepito la tua paura nella torre e mi compiaccio per come sei riuscito a dominarla. Ecco il mio premio per te.»
Prima che Heldar potesse impedirglielo, le dita di Skondall gli sfiorarono la fronte.
«Questa è una parte del potere del rotolo. Puoi uscire senza timore.»

L’uomo con lo zaino si era lasciato alle spalle la biblioteca e aveva attraversato l’antica Niveo, ammirandone gli edifici turriti ornati di mosaici raffiguranti il Cuore di Niveo dapprima appena fuori dall’uovo e poi nelle fasi successive della sua crescita.
Aveva visto anche parecchia gente libera dai pallini bianchi muoversi per le strade intenta ai commerci e la sua impressione era di stare assistendo a un’età molto prospera.
Dubitava che Skondall avrebbe riportato la città alle macerie e temeva per il suo villaggio, ma lui glielo mostrò.
Heldar lo vide come lo rammentava, nella valle fra le montagne grigie e vide anche la fanciulla che amava recarsi a prendere acqua dalla grande fonte.
Parte della sua fiducia gli tornò e Skondall ne approfittò per sfiorargli la fronte.
L’uomo con lo zaino riaprì gli occhi nella torre e Lyvem gli mostrò alcuni pallini ingrigiti dalla pioggia.
Di Skondall e del Cuore di Niveo non c’era traccia, ma il capo bibliotecario stringeva a sé il rotolo venuto dall’antica Niveo.
Vedendo che Heldar si era risvegliato, gli annunciò: «Non ci sono più macerie, laggiù. Bayrmo e Skondall stanno tenendo a bada le ultime armate dei demoni insieme al Cuore di Niveo.»
L’espressione sbigottita dell’uomo con lo zaino lo rese sbrigativo e Lyvem lo portò fuori, facendogli attraversare il quartiere delle nicchie.
Heldar le vide occupate dalle statue di Skondall e Bayrmo, si alternavano in più copie a quelle del Cuore di Niveo e mostravano l’uomo e la donna in un aspetto del tutto identico a quello degli abitanti della città, di nuovo riversati nelle strade, ma impegnati in chiacchiere quotidiane.
Lyvem sollevò il proprio cappuccio dicendo all’uomo con lo zaino: «Bayrmo e Skondall hanno potuto salvarci tutti dai demoni usando il rotolo che ha completato la formula del mio, che ho recitato mentre combattevi contro il demone dal sangue incantatore. So cosa vorresti sapere, se abbiamo viaggiato nel tempo. In un certo senso sì, perché cosa sono gli istanti se non fili di una gigantesca trama tessuta in eterno dall’incarnazione di Bayrmo come Tessitrice di Destini?»
Heldar annuì: «Ho udito qualcosa di simile dai vecchi del mio villaggio, per questo sono venuto da te.»
Il capo bibliotecario osservò: «E ora hai capito che ti hanno detto la verità?»
L’uomo con lo zaino mosse il capo.
«Ne sono felice, perché potrai essermi ancora utile. So che vorresti tornare al villaggio anche subito per sposare quella fanciulla, ma dovrai attendere ancora un po’. Una parte di te la teme, per via del sortilegio dei demoni e hai ragione. Il loro potere non è stato ancora sconfitto del tutto.»
Heldar aprì la bocca per domandargli da dove venivano e i motivi del loro odio per le due Niveo e il suo villaggio.
Lyvem lo zittì: «Questo lo vedrai continuando a seguirmi.»
Anticipando la domanda dell’uomo con lo zaino, gli disse: «Torneremo in biblioteca, perché voglio mettere al sicuro il mio rotolo insieme a quello di Skondall. Il Cuore di Niveo mi aiuterà a custodirli.»
L’uomo con lo zaino guardò la propria giacca e i pantaloni ancora macchiati del sangue grigiastro del demone ed emananti un lezzo di fiori putrefatti.
«Preferisco che i miei allievi vedano questa prova del tuo valore e non solo loro, ma prima dobbiamo rimetterci in forze» gli disse Lyvem, mentre si avvicinavano alla Casa del Ristoro.
Heldar gli si affiancò mentre il capo bibliotecario apriva la porta del locale dal quale proveniva il brusio dei clienti.
Il loro arrivo fece voltare alcune teste, tuttavia il vocio riprese quasi subito, ma con un tono di rispetto che l’uomo con lo zaino e Lyvem colsero quasi subito, rimanendone intimiditi.
 
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view post Posted on 14/5/2018, 08:05
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Ancora due settimane alla chiusura. come stiamo messi?
 
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Il Tessitore

Sono in piedi nel vicolo davanti al tombino aperto a fissare quella profonda oscurità, quando mi ricordo che da bambino avevo paura del buio.
Mi chiamo Domenico Moretti, ho 65 anni e fra esattamente 22 ore, 16 minuti e 35 secondi andrò in pensione. Però, dentro quella voragine nera davanti a me, c'è qualcosa di molto peggio dei fantasmi che mi terrorizzavano quando ero piccolo. Quindi per altre 22 ore, 16 minuti e 35 secondi sarò ancora un commissario di polizia.
Il suono debole delle sirene dietro di me mi avverte che i rinforzi stanno arrivando, ma sono ancora troppo lontani: fanculo, tolgo la sicura alla pistola e inizio a scendere nel tombino, ignorando il leggero formicolio che mi sta venendo al braccio sinistro.
Le mani sudate quasi mi fanno perdere la presa sulla scala di metallo mentre penso che quel figlio di puttana è ancora lì sotto e che non è potuto andare molto lontano. I giornali l'hanno chiamato "Il Tessitore": dodici ragazzi tra gli undici e i sedici anni rapiti, stuprati e torturati più volte per poi essere strangolati e abbandonati nei cassonetti. Ognuno di essi portava la sua firma incisa con un coltello su tutta la schiena: un'orrenda tela di ragno. Nella criminologia moderna ci sono termini specifici che tentano di definire un essere del genere: sociopatico, sadico sessuale, omicida seriale, ecc. Per me è semplicemente l'incarnazione del male assoluto.
I miei piedi toccano finalmente il suolo viscido delle fogne, attorno a me c'é un'oscurità così pesante che se provo a tenere gli occhi chiusi non noto la differenza. Però mi resta ancora l'udito, infatti sento dei passi che riecheggiano deboli e veloci nel corridoio alla mia sinistra. Non posso fare a meno di pensare alle facce delle vittime, le ricordo tutte perfettamente: le bocche spalancate e deformi, gli occhi spenti, le mutilazioni che nel delirio sanguinario di quel bastardo dovrebbero rappresentare una tela. Corpi e anime morte che urlano vendetta, in qualsiasi posto si trovino in questo momento, le posso sentire gridare.
Mi passo una mano sulla faccia e inizio a muovermi a fatica nel corridoio mentre il formicolio al braccio diventa sempre più forte. Passo dopo passo i miei occhi iniziano ad abituarsi così aumento l'andatura. A un certo punto vedo in lontananza una macchiolina scura che si sposta velocemente: è lui. Miro e sparo in una frazione di secondo. Il boato della pistola, amplificato da quell'ambiente sotterraneo, quasi mi assorda. Inizio a correre verso la macchia ma quando ci sono vicino non c'è più. Immobile cerco di ascoltare ma l'unico suono che sento è quello del mio cuore che batte così forte che quasi mi sfonda il petto. Faccio ancora due passi quando sento un rumore dietro di me, mi giro di scatto evitando per pochissimo la lama di un coltello diretta alla mia schiena. Colpisco il bastardo allo stomaco con il calcio della pistola e sempre con quello gli rifilo un montante mandandolo al tappeto.
«Sei in arresto pezzo di merda.» ma quando sto per tirar fuori le manette un dolore acuto e fortissimo mi esplode in mezzo petto, improvviso e potente come una granata. È come se un'incudine mi stesse schiacciando lo sterno. Faccio qualche passo indietro ansimando, poi un ginocchio mi cede e il bastardo scoppia a ridere.
«Che cosa sarei io?» lo sento dire mentre si rialza. Cerco di premere il grilletto ma mi manca il fiato e il dolore aumenta sempre di più, così perdo la presa e la pistola mi scivola di mano come una saponetta. Cado a terra anche io, sto per perdere i sensi. Il bastardo inizia a prendermi a calci talmente forte che mi gira di lato, io però non sento niente, ormai il dolore al petto offusca ogni cosa, persino la vista.
Penso a mia figlia Penelope e a quanto era felice e spensierata molti anni prima che morisse. Mi appare davanti agli occhi con il suo volto luminoso, lo sguardo allegro ed entusiasta sembra richiamarmi a sé. La vedo così bene che provo a darle una carezza ma non riesco a muovermi. Poi il bastardo mi da uno schiaffo.
«No, no, no, no. Non puoi lasciarmi ora sul più bello.» il suo volto è quasi premuto contro il mio e i suoi occhi brillano di morte. Sento qualcosa che mi preme contro il fianco quando lui mi sposta: la mia pistola. Con tutta la forza di cui posso ancora disporre sposto il braccio dietro la schiena, ma non riesco ad afferrarla. Il bastardo ora è sopra di me, riesco a vedere la sua espressione di malvagia follia anche nel buio.
«Adesso tesserò una tela speciale per te, commissario.» Sparo un solo colpo, senza mirare, alla cieca: il bastardo cade a terra e non si rialza più. Sento delle voci lontane avvicinarsi e prima di perdere del tutto la vista mi sembra di vedere delle luci che scorrono sopra di me.
Poi chiudo gli occhi, o almeno credo di averli chiusi, e lentamente scivolo in un'oscurità più profonda e più ampia di quella in cui sono stato fino a un attimo prima. Lì in mezzo al nulla ancestrale sento di nuovo la presenza di mia figlia e il calore del suo amore che mi sfiora. In quell'esatto momento capisco che non devo più avere paura del buio.
 
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view post Posted on 21/5/2018, 06:22
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Entro la settimana arrivo puro me.
 
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view post Posted on 30/5/2018, 22:33
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Scusate il ritardo... e la lunghezza :p099:



L'ARAZZO



rimosso



Edited by Gargaros - 9/3/2019, 10:01
 
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Bene, bene, bene...
Avevo sperato di partecipare, ma, come al solito, il racconto mi si è incartato a un passo dalla fine, quindi nisba :1391975826.gif: :1391975826.gif:
In compenso, vedo uno Skanna discretamente partecipato e vedo persino un buon arrivato: ben arrivato Nisba.

do il via alla fase dei commenti. Avete tempo fino al 24, gente. Se Rey non si arrabbia, vedo di commentarvi anche io ;-)
 
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view post Posted on 2/6/2018, 17:53

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Buonasera, ecco i miei commenti e relativa classifica:

IL TESSITORE Di Alsan 90 Mi piace molto il racconto: il serial killer che “tesse” nella carne delle vittime una tela di ragno servendosi di un coltello è davvero efficace. Il fatto che sia anche uno stupratore pedofilo lo rende ancora più spaventoso. Il commissario prossimo alla pensione è ben caratterizzato, è facile seguirlo mentre scende nel condotto fognario per arrestare l’assassino. C’è tutta la tensione dell’azione, interrotta dal malore che gli sarà fatale, ma anche un’ulteriore prova di umanità del personaggio quando, durante l’agonia, ripensa alla figlia Penelope scomparsa prima di lui e vince così la paura del buio. Direi che è una prova molto buona che rispetta il tema e le specifiche.
Attenzione a: “sei in arresto pezzo di merda” (manca la virgola dopo arresto)
“Che cosa sarei io?” ( manca la virgola dopo sarei)

L’ARAZZO Di Gargaros Mi piace molto questo racconto, che scorre benissimo: lo spunto dell’arazzo dai disegni profetici è davvero notevole! Complimenti. E anche la storia di Arianna, la quale lo eredita insieme alla villa della nonna. Suo marito, l’americano carrierista James, riesce a rendersi antipatico al punto giusto (non vuole che lei porti l’arazzo in America, e lei ha dovuto faticare non poco per farsi accompagnare da lui nella villa insieme alle figlie. C’è da capire come mai la profezia dei fili sul finale faccia pensare a una separazione imminente fra i due). Mi è piaciuta moltissimo la nonna, fragile, ma decisa a permettere ad Arianna di seguire il proprio destino all’estero. Anche l’anziana cameriera (ormai una persona della famiglia) della defunta nonna e le figlie di Arianna regalano quadretti familiari deliziosi (specialmente Becky, destinata, da adulta, a tramandare il nome della nonna alla propria figlia).



Attenzione a:
scontertarsi (refuso: sconcertarsi)
pomerigio (refuso: pomeriggio)
agiunse (refuso: aggiunse)
diveva (refuso: diceva)

La mia classifica, soffertissima, è:


L’ARAZZO Di Gargaros

IL TESSITORE Di Alsan 90
 
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view post Posted on 19/6/2018, 21:33
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I miei commenti

LA CUCITURA DEGLI STRAPPI NEL TEMPO DI NIVEO
di Alexandra Fischer

Ciao Alexandra!
Sono contento di vedere che non ne manchi uno :)
Purtroppo come sempre i tuoi mondi sono così ampi e complessi che è veramente un'impresa districarsi. Noto però un miglioramento nello stile di scrittura e una pulizia anche nel p.o.v. :)
Quanto alla trama, come sempre è molto accennata per lasciar più spazio al mondo, un mondo veramente complesso con sin troppe sfaccettature.

Coccarda: neve maggiolina. Sempre presente ;)

Il Tessitore
di Aslan90

Ciao Aslan

Prima persona presente. Uno stile che personalmente odio. Nonostante questo tu lo sai usare veramente bene, da gran maestro.
Sul racconto non ho niente da ridire: specifica rispettata, trama semplice ma funzionale, ritmo buono, personaggio buono.
Un ottimo lavoro :)

Un consiglio: la seconda volta che ripeti "Quindi per altre 22 ore, 16 minuti e 35 secondi sarò ancora un commissario di polizia." sono passati alcuni secondi. Sarebbe stato più divertente se lo avessi conteggiato ;)

Vedo che entri in lizza per la coccarda Penelope. E devo dire che l'hai usata molto bene. :)

L'arazzo
di Gargaros

Ciao Gargaros.
Che bel racconto che hai tessuto :)
Purtroppo chi è un po' scafato come me capisce subito dove si va a parare quando parli di una linea che ha avuto uno strano angolo, ma credo che sia impossibile creare una vera sorpresa, anche perché il lettore segue i pensieri della protagonista e li vede maturare nel modo più giusto.

Anche a te non ho veramente niente da dire. Complimenti.

Vedo che non hai mirato a nessuna coccarda. Bene: almeno le coccarde so come distribuirle. La classifica invece... Oddio questo mese è durissima.


Come sempre la mia classifica per ultimo per non influenzare.
 
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view post Posted on 20/6/2018, 16:46
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Presto arrivo pure me coi commenti :1392239841.gif:

Intanto grazie a Shanda e Reiuky per le analisi.
 
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view post Posted on 21/6/2018, 18:36

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Ciao Reiuky, grazie del commento. Sono contenta che tu abbia trovato un miglioramento nella scrittura e nella gestione del Punto di Vista. Lavorerò di più sulle trame, asciugando molto di questi mondi che finora ho creato in modo troppo istintivo. Ti ringrazio della coccarda!
 
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view post Posted on 22/6/2018, 03:02
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LA CUCITURA DEGLI STRAPPI NEL TEMPO DI NIVEO
di shanda06

Non mi ha convinto molto, sia in scrittura che in pienezza della storia. La scrittura non m'ha convinto non per i piccoli errori (in verità pochissimi), ma perché procede troppo in fretta, perché di cose da narrare ce ne sono molte e lo spazio è striminzito; insomma è riassuntivo, e il risultato è che i momenti arrivano e passano tutti uguali sul piano dell'enfasi. Per dirne una, il climax dovrebbe essere lo scontro col demone, eppure lo cionchi in due parole come tutto il resto. Il riassunto poi rende tutto troppo veloce e quindi confusionario, tanto che io se dovessi fare un riassunto (sob!) non sarei capace: in effetti non penso di aver capito cosa accade e perché...

Non m'ha convinto la storia perché la chiusura mi sembra suggerire che avrà un prosieguo... Insomma, non ha coda, quindi non è completa. O forse è il modo in cui la chiudi che non funziona tecnicamente?

Poi ripeto che magari sono io ad avere qualche problema con la lettura su schermo...


Qualche noticina:

CITAZIONE
Per quel che lo riguardava, era impaurito

Meglio gli (riguarda a egli, non riguarda a lo). Almeno credo :1392239553.gif:

CITAZIONE
Lyvem aveva visto la folla prima ancora che comparisse per la strada udendone anche la salmodia che preannunciava l’arrivo delle palline bianche.

Come fa a "vedere" la folla pur senza vederla (visto che dici avverte il suo avvicinarsi solo con l'udito)?

CITAZIONE
Il capo bibliotecario annuì gravemente: «Prima devo prepararti per il confronto con loro. Fai bene essere inquieto».

Manca A.

CITAZIONE
Non appena Heldar e Lyvem giunsero da Skondall, lo trovarono nella torre sospeso a mezz’aria, con i pallini bianchi che gli vorticavano ai lati senza toccarlo.

Ma i pallini bianchi non cadono dal cielo tipo pioggia? E se sì, come ha fatto a entrare nella torre?

CITAZIONE
L’uomo dallo zaino si ritrasse terrorizzato: «Sotto quella tunica ci sono soltanto ossa.

I due punti sono un po' troppo forzati in questo caso. Metterei il punto.

CITAZIONE
«Per completare i nostri abiti, marito mio.» gli disse lei,

Il punto nel discorso diretto non va messo, visto che la "frase" prosegue nel narrato subito dopo (c'è legame stretto).

CITAZIONE
Capiva di non poter restare con lei, ma neppure si sentiva pronto a colpirla, allora si alzò dalla sedia, credendo con tutte le sue forze negli insegnamenti di Lyvem sulla meditazione e si trovò davanti a Bayrmo

Andrebbe una virgola per due motivi: dovrebbe chiudere un inciso, e non stai facendo un elenco di qualche tipo.

Lo stesso problema si ripete anche qui:

Heldar lo vide come lo rammentava, nella valle fra le montagne grigie e vide anche la fanciulla che amava recarsi a prendere acqua dalla grande fonte.

Una parte di te la teme, per via del sortilegio dei demoni e hai ragione.


CITAZIONE
Davanti ai gesti misurati di lei si sentì inadeguati i propri attacchi mortali

Togliere.

CITAZIONE
L’angoscia lo colpì anche più dei rami dei demoni dagli arti a ramo d’albero e l’uomo con lo zaino disse a Bayrmo

Non ripetere il soggetto, visto che è chiaro che il punto di vista è quello del protagonista (è lui che sta combattendo i demoni).

CITAZIONE
Heldar le domandò: «Quale?»
L’uomo con lo zaino temeva di dover restare nell’antica Niveo e vedere distrutto il proprio villaggio perdendo definitivamente la fanciulla.

Come sopra. Se mantieni il PdV del protagonista, eviterai di dover ripetere il soggetto.

CITAZIONE
So cosa vorresti sapere, se abbiamo viaggiato nel tempo.

Meglio sostituire la virgola coi due punti. Così sembra che la seconda proposizione sia una secondaria relativa o qualcosa del genere ("se abbiamo viaggiato nel tempo, tu voi sapere una cosa"). Anche se costruita malissimo.

CITAZIONE
L’uomo con lo zaino guardò la propria giacca e i pantaloni ancora macchiati del sangue grigiastro del demone ed emananti un lezzo di fiori putrefatti.
«Preferisco che i miei allievi vedano questa prova del tuo valore e non solo loro, ma prima dobbiamo rimetterci in forze» gli disse Lyvem, mentre si avvicinavano alla Casa del Ristoro.
Heldar gli si affiancò mentre il capo bibliotecario apriva la porta del locale dal quale proveniva il brusio dei clienti.
Il loro arrivo fece voltare alcune teste, tuttavia il vocio riprese quasi subito, ma con un tono di rispetto che l’uomo con lo zaino e Lyvem colsero quasi subito, rimanendone intimiditi.

Ma perché i due restano intimiditi dal rispetto che provano gli avventori? Il bibliotecario, non facendo cambiare il protagonista, non puntava proprio a quello (al rispetto)?

IL TESSITORE
di alsan90

E' breve, è scritto benino, ma la trama è abbastanza scontata. Comunque, è gradevole. Peccato quel finale a scatola nera, ormai così abusato che non ha più sapore.


Qualche nota:

CITAZIONE
Mi chiamo Domenico Moretti, ho 65 anni e fra esattamente 22 ore, 16 minuti e 35 secondi andrò in pensione. Però, dentro quella voragine nera davanti a me, c'è qualcosa di molto peggio dei fantasmi che mi terrorizzavano quando ero piccolo. Quindi per altre 22 ore, 16 minuti e 35 secondi sarò ancora un commissario di polizia.

Tutti quei numeri li scriverei a lettere.

CITAZIONE
Passo dopo passo i miei occhi iniziano ad abituarsi così aumento l'andatura.

Meglio specificare che gli occhi si stanno abituando all'oscurità.

CITAZIONE
Inizio a correre verso la macchia ma quando ci sono vicino non c'è più. Immobile cerco di ascoltare ma l'unico suono che sento è quello del mio cuore

Trattandosi di avversative, andrebbero separate con una virgola. Il "ma" usato come congiunzione non funziona sempre... Prova a sostituirlo con E, e vedi il risultato (errato).

Comunque più avanti ci sono altri due casi, se non ricordo male. A te il gusto di trovarli.

CITAZIONE
«Sei in arresto pezzo di merda.»

Serve una virgola: "pezzo di merda" è un vocativo e come tale va separato da tutto il resto. Così dice la grammatica, almeno...

CITAZIONE
«Sei in arresto pezzo di merda.» ma quando sto per tirar fuori le manette un dolore acuto e fortissimo mi esplode in mezzo petto

Meglio usare la maiuscola, visto che chiudi con un punto il discorso diretto e non c'è stretto legame col narrato.

Diversa la cosa se avessi scritto così:

«Sei in arresto pezzo di merda» dico, ma quando sto per tirar fuori le manette un dolore acuto e fortissimo mi esplode in mezzo petto

CITAZIONE
Poi il bastardo mi da uno schiaffo.

Serve l'accento.

CITAZIONE
«No, no, no, no. Non puoi lasciarmi ora sul più bello.» il suo volto è quasi premuto contro il mio

Come sopra, anche qui vuolsi la maiuscola.






1) IL TESSITORE di alsan90
2) LA CUCITURA DEGLI STRAPPI NEL TEMPO DI NIVEO di shanda06



Classifica un po' sofferta. Shanda si sforza di inventare qualcosa di nuovo, ma lo spazio e la fretta consigliano male. Alsan al contrario scrive bene, ma di cose non certo nuovissime... Diciamo che a parità di rispetto delle specifiche del gioco, preferisco mettere al primo posto la scrittura che ho trovato meno faticosa. Non me ne voglia Shanda...
 
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view post Posted on 24/6/2018, 16:34

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Ciao Gargaros, grazie del commento. Hai ragione. Scusami tu per le sviste e la lettura "pesante". Ho voluto mettermi alla prova con un tipo di spunto con il quale io per prima ho sempre avuto un rapporto controverso (ora, grazie a te, ne so di più: la parola d'ordine è asciugare e stare attenta alla verosimiglianza). Quindi riscrivere, e di, questo, ti sono immensamente grata.
 
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view post Posted on 24/6/2018, 22:49

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Ok forse sono ancora in tempo.
Premetto che tutto ciò che ho scritto è un mio parere personale di scrittore alle prime armi, pertanto prendetelo con le dovute precauzioni. Dirò semplicemente cosa non mi è piaciuto o cosa ho trovato "stridente" nello stile e nella storia evidenziando anche la presenza di eventuali errori e/o refusi:
LA CUCITURA DEGLI STRAPPI NEL TEMPO DI NIVEO
Ammetto che ci ho capito poco della trama e dei personaggi, ma siccome è un mini racconto tratto da una storia molto più ampia, penso sia normale.
1) in alcuni punti hai usato un linguaggio troppo aulico, ci sta in un dialogo tra personaggi o se il narratore è un personaggio (a patto che parlare in modo aulico sia coerente con il personaggio), diversamente termini troppo ricercati rendono pesante la scrittura secondo me, ecco alcune correzioni che farei:
vedere al posto di scorgere
sentire e/o ascoltare al posto di udire
fortificazioni al posto di edifici turriti
2) show don't tell, fai vedere anziché raccontare (me lo ripeto sempre)
es:
"lo confortò con voce suadente" o "esortandolo" scrivi un dialogo in cui si capisce che lo sta confortando o esortando anziché dire che lo sta confortando o esortando (spero di essermi spiegato)
3) al posto di "vecchi" metterei anziani e di "mosse il capo" metterei annuì
4) "Lyvem lo zittì", lui però ha solo aperto la bocca senza proferire parola, ci starebbe meglio un "Lyvem lo bloccò"
Concordo con Gargaros su alcuni refusi (es. a mancante).
Infine complimenti per la fervida immaginazione, ti consiglio di continuare a sviluppare questo mondo fantastico, i personaggi e di lavorare sull'intreccio, mi sembra molto originale!

L'ARAZZO
Personalmente preferisco una narrazione più corta (credo che si sia capito XD) e più avvincente, buon stile di scrittura ma alcune carenze dal punto di vista della trama che la rendono, a mio modesto parare, abbastanza noiosa. Ad esempio troppo lunga la parte del conflitto con il marito, secondo me bastavano un terzo delle frasi e meno spiegate (es. far capire meno direttamente il perché lei ha lasciato casa sua), anche qui l'ossessivo show don't tell.
Alcuni termini troppo aulici, come per Shanda, li cambierei con altri più di uso comune (es. sentire con udire).
Ho notato alcune ripetizioni: "saputo/sapeva dirsi" e "orditi".
Al posto di "musetti" (troppo animalesco) direi "visini" o "faccine".
"voce appena soffiata" non mi piace, direi piuttosto "con un filo di voce"
Troppi "...", appesantiscono un sacco lo stile di scrittura.
Shanda ti ha già fatto notare alcuni refusi che confermo.
In conclusione, ho notato un buono stile di scrittura e di narrazione ma una trama poco avvincente. C'erano tutti gli ingredienti per un bell'horror, peccato.

Quindi la mia classifica, anche per me sofferta, si basa sull'interesse che mi è venuto leggendo i lavori:
1) LA CUCITURA DEGLI STRAPPI NEL TEMPO DI NIVEO
2) L'ARAZZO
 
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28 replies since 27/4/2018, 08:40   716 views
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