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Skannatoio agosto 2019

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Morto di seta
view post Posted on 2/8/2019, 12:16 by: Morto di seta




(Invito chi ha già letto questo racconto da altre parti a rileggerlo, se ne ha voglia, perché ho aggiunto dei passaggi in occasione del contest. Grazie.)

Cortesie per ospiti



“Caffè? Tè?” le domando sfoggiando un sorriso tanto smagliante quanto finto, mentre si accomoda sul divano.
“Qualcosa di bello fvesco, tesovo.”
Di ritorno dalla cucina le porgo una granita di fragole fatta in casa e, mentre mi rassegno all'idea di avere nelle orecchie il ronzio di quella erre moscia per chissà quante ore, mi domando come una persona alla mano come me abbia potuto portare avanti, dai tempi della scuola, un'amicizia con una donna tanto snob e altera. “Come sono contenta di rivederti!” le dico sedendomi accanto a lei e sforzandomi di esternare gioia col volto. “Dovresti venire a trovarmi più spesso.”
Mentre blatera del più e del meno si scosta dalla fronte una ciocca liscia e setosa con fare da diva; accavalla e scavalla le gambe lunghe e affusolate con disinvoltura; si stira in modo lezioso le pieghe della gonna. Non mi fai paura mi dico mentre osservo il suo corpo così slanciato e perfetto, con tutte le curve al posto giusto e nemmeno una fuori posto, a differenza del mio. Sei la classica figa di legno, tanto bella quanto incapace di far godere il proprio uomo. Sorrido, ora, con sincerità e gusto. Non a caso, l'uccello di tuo marito è già da un po' che, a tua insaputa, si è cercato un'altra tana.
“Tesovo, guavda cosa mi ha vegalato ievi Fabio” cinguetta a un certo punto, aprendo di un altro bottone lo scollo della blusa per esibire meglio il nuovo collier d'oro. “Mi ha chiesto anche di fave un altvo figlio pev suggellave il nostvo amove.” Ora è lei ad avere un sorriso da un orecchio all'altro. “Sembva che il peviodo di cvisi tva noi due stia passando.”
Pezzo di merda che non sei altro! Nera in volto, ripenso alle cose che il porco, soltanto fino a una settimana prima, mi aveva detto: “domani la lascio... sei molto meglio te a letto... lei è una frigida del cazzo”.
Sul punto di un crollo emotivo trovo una scusa per correre in bagno. Respiro a fondo. Cerco di darmi un contegno. Mi sciacquo il viso sfregandolo con forza, come per raschiare via le bugie dell'uomo – sbagliato - di cui mi sono perdutamente innamorata. Il marito di una mia amica.
“Ti stavai chiedendo come ho fatto” riprende, quando mi siedo di nuovo accanto a lei sul divano. Le scappa una risatina che tenta di soffocare coprendosi con le dita la bocca, come una verginella che sa di aver compiuto una marachella e un po' ne è imbarazzata ma anche divertita. “Su suggevimento di uno di quei pvogvammi tvash alla TV, su come vitvovave l'intesa a letto col pvopvio pavtnev, ho dato... oddio no, devo pvopvio divlo?” si lascia sfuggire un'altra timida risata da pseudo verginella. Forse aspetta che io la incoraggi a proseguire, con fare complice, invece la guardo in silenzio e penso che vorrei abbrustolirle la faccia con il ferro da stiro.
“Ho dato il popò!” conclude, agitando la mano davanti alla guancia per farsi un po' d'aria, come a suggerire l'idea che, al solo ripensare a ciò che ha fatto, si sente sudare per l'imbarazzo. Dal compiacimento che le si legge in volto, in realtà, si intuisce quanto il suppostone per via rettale le sia piaciuto.
Innervosita, come una scimmia a cui è stata tolta all'improvviso una banana, mi porto alle labbra una marlboro. Eh già, il culo! mi dico ovvero la figa del terzo millennio. Il buco che, al giorno d'oggi, tutti gli uomini sognano. Chi muore continuando a sognarlo perché la propria moglie non ha voluto concederglielo, chi trova un' amante disposta a darglielo, chi paga una zoccola per averlo, chi, non avendo altro modo, si accontenta di un travestito.
Faccio un bel tiro aspirando più nicotina che posso, per tentare di mantenere un'espressione placida, e distesa, senza far trasparire troppo il mio reale stato d'animo. Gran bel colpo ragazza! Ero quasi riuscita definitivamente a soffiartelo e ora hai trovato il modo per riprendertelo.
Mentre collego la rivelazione appena ascoltata con il comportamento insolito del mio amante, che è già da un po' di giorni che non si fa sentire, arrivo alla conclusione che, forse, l'ho perduto per sempre. Sono fuori gioco, io che il culo non posso concederlo per colpa di ste maledette emorroidi che non se ne vanno. Faccio un altro tiro e mando giù anche un sorso di Negroni per non dare di matta. Nemmeno la patata, seppure usata con tanta maestria come la mia, può competere col fascino che esercita un bel didietro pronto all'uso, in questi tempi moderni in cui il sesso e le fantasie sono vissuti in modo più libero e spregiudicato. Mando giù un altro sorso. Per non parlare, poi, della diffusa convinzione che si provi tanto più piacere quanto meno un rapporto è tradizionale.
La stronza intanto continua a confidarsi, dettaglio per dettaglio, senza il minimo sospetto dello scombussolamento che ho dentro. Non mi risparmia particolari sul suo “popò” - come lo chiama lei – che la prima volta ha un po' sofferto per il dolore nonostante il porco – come lo chiamo io – abbia provato a dilatarlo, prima di entrare, con un po' di sputo.
“Pvopvio squisita questa gvanita” dice raccogliendo col cucchiaino l'ultima porzione dal fondo del bicchiere. L'inflessione della voce equivale a qualcosa del tipo: peccato sia già finita.
“Te ne porto subito dell'altra.” Sul mio volto un ghigno sadico mentre mi dirigo in cucina. Prendo il ghiaccio, lo trito a pezzettini col robottino e lo verso nel bicchiere. Poi, per assicurarmi che la stronza sia rimasta dov'era, e che nel frattempo non le sia saltato in mente di alzarsi dal divano con l'intenzione di venire verso il soggiorno, lancio un'occhiata in salotto. È ancora lì seduta, con in mano le carte da gioco che erano nel cesto delle cianfrusaglie; le sta disponendo in fila sul tavolino, tutta concentrata a ingannare l'attesa cimentandosi in un solitario.
Posso agire indisturbata.
Mi apparto nell'angolo, poso a terra il bicchiere col ghiaccio e mi ci accovaccio sopra, sfilandomi le mutandine da sotto la gonna. Questa volta la granita te la farò diversa.
Afferro il grappolo di emorroidi e lo spremo per intero. Il dolore mi appare irrilevante in confronto alla rabbia e alla gelosia che mi pervadono. Meno trascurabile, invece, si direbbe lo schizzo di sangue che è arrivato a macchiare la vicina parete, ma è anche vero che domani si risolverà tutto con una passata di vernice.
Ritornata dalla mia cara amica le porgo la prelibatezza, fresca e di un rosso intenso, a cui ho aggiunto parecchio zucchero di canna per sopperire alla totale assenza di frutta. Pronta, se il sapore dovesse lasciarla stranita al punto da rivolgermi una lamentela, a rassicurarla sulla genuinità di tanto bendidio, oltretutto biologico, che sarebbe un vero peccato rinunciare a gustare soltanto per la nota appena appena acidula di qualche fragola un po' acerba.
Non basterà a riprendermi tuo marito ma eccoti servita, per quel poco che posso, se ciò che vuoi è una guerra a colpi di culo.
 
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48 replies since 31/7/2019, 20:39   763 views
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