Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio Settembre - Ottobre 2020, "Al cuore, Ramòn, al cuore!" Ma nessuno sentì.

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view post Posted on 3/10/2020, 11:43

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Brava Alexandra, questo si chiama accettare il confronto. E grazie a te per aver accettato le nostre osservazioni.
D'accordissimo con te sul fatto che ci sia questa evoluzione nelle esigenze di mercato, è una cosa che a me disturba tantissimo perché ho l'impressione che la scrittura cosiddetta "moderna" risenta molto di tutto quello che appartiene, tradizionalmente, ad altri media: il cinema, la televisione, il fumetto, ecc. ecc.
Ad esempio, mi riesce molto difficile immaginare una storia infarcita di dialoghi in cui i personaggi raccontano se stessi, sono abituato a pensare che a far comprendere un antefatto debba pensarci l'autore, il deus ex machina che imbastisce l'azione e distende sul tavolo la mappa del "campo di battaglia", ma ho capito anche che nel mercato non c'è più spazio per questa roba.
E' così, purtroppo: il lettore ha bisogno di "ascoltare" i personaggi, di immaginarseli come se li vedesse in un film. Anche a te, come a me, piace raccontare, introdurre, presentare. Vedremo cosa ci riserva il futuro.
Un grosso in bocca al lupo!
 
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view post Posted on 3/10/2020, 18:05

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Ciao Marco di Fonzo, grazie a te. Devo proprio fare questo sforzo e vedere di aggiustare quelle pecche lì (nate anche molto dal terrore di non essere capita. Vedi, io ho dovuto lottare parecchio contro un "ermetismo" di fondo nato da letture sbagliate e da un modo di scrivere che lo era e lo è altrettanto, e da un'obbiettiva difficoltà a scrivere in modo lineare: ecco, ci sto provando e questi sono i risultati traballanti).

Ciao Mentiskarakorum, scusami tu se ti sono apparsa poco precisa nel dettaglio del commento riferito all'educatore del Nostro. Che ti sia magari risultato prezioso mi fa piacere (per un eventuale punto di svolta nella tua storia). Avrei dovuto specificarlo meglio (invece di limitarmi a riportare l'ottima impressione ricevuta dalla ricostruzione della vita del protagonista visto praticamente crescere sotto i miei occhi) ecco, credo che impegnarmi a fondo a commentare i racconti altrui (senza farne sinossi e simili) ma mostrandone lati buoni e lati meno riusciti sempre con maggior precisione possa aiutarmi a capire qual è il guaio anche nel mio caso (infatti scrivo sempre con un tarlo interiore, devo dargli più retta).

Ciao Marco Di Fonzo, grazie a te per le belle parole. Io per prima riconosco di dover lavorare ancora parecchio sulla mia scrittura (anni di letture sbagliate e una pericolosa tendenza all'"ermetismo") per arrivare a controllarla in pieno e non fare affaticare nessuno, perlomeno.

Ciao Mentiskarakorum, sono contenta che il mio commento ti abbia suggerito un punto di svolta nella stesura della tua storia. Da una parte sì. Dall'altra, devo scusarmi io per l'imprecisione riguardo al nome. Ecco, anche una maggiore precisione nei commenti penso che mi darà la possibilità di evitare di ricadere in certi errori (io ci provo).
 
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view post Posted on 3/10/2020, 19:05
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Sarei più che felice di approfondire questi argomenti con voi. E sono molto contento per la tua proposta, avevo paura che le regole del forum fossero più "rigide"

CITAZIONE (White Pretorian 2.0 @ 2/10/2020, 22:20) 
Ottimo, ragazzi.
Vedo che avete già cominciato con i commenti. Avete tempo due settimane per commentare e postare le vostre graduatorie. Nel frattempo, la giuria studierà i vostri racconti, oltre che i vostri commenti. Se posso fornire un'anticipazione personale, vorrei fare i miei complimenti a Marco e Karakorum, che vedo si stanno impegnando in una discussione molto interessante. L'analisi sul POW, sulla narrazione e sulle altre "tecniche" della scrittura sono essenziali per il proprio miglioramento. Oltre a costituire argomento di discussione praticamente quotidiano nella chat di Whatsapp della Giuria ;) ;) ;) ;)

Se volete potremmo anche parlarne in modo più approfondito.
 
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view post Posted on 3/10/2020, 19:55
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Grazie per i commenti, certamente metterò in pratica le tue correzioni. Devo dire che la scrittura immersiva per me è una novità, quindi ho ancora qualche piccolo residuo del vecchio stile di cui liberarmi.
I tuoi complimenti non possono altro che rendermi fiero, soprattutto perché ho apprezzato molto il tuo racconto. Tu scrivi in terza persona immersiva, una modalità che anche io aspiro a padroneggiare perché appunto mi sembra un buon compromesso tra il mio vecchio stile e questo nuovo.
Spero che tu possa ancora trovare il tempo per continuare a frequentare questo forum, penso che da te io possa imparare molto. E naturalmente spero di ricambiare il favore e darti qualche buona riflessione per migliorare a tua volta. :1392239590.gif:

CITAZIONE (Ukulu @ 3/10/2020, 08:40) 
SPICCHIO DI CIELO
di Alexandra Fisher



con quell’azzurro vellutato punteggiato di stelle:
Secondo me, i due aggettivi consecutivi stonano: vellutato/ punteggiato. Io toglierei il “vellutato”. Il mio consiglio è di usare al massimo un aggettivo per sostantivo.

Il suo cuore è davvero grande e la sua mente è cristallina;
Il “davvero” è necessario? Meno avverbi usi, meglio è. Toglilo per un attimo e rileggi la frase: non scorre meglio? Il senso non è lo stesso?

e lei è stata così generosa.
E maiuscola.

che mi piacesse dormire arredata in una camera arredata
Il primo “arredata” va tolto.

che mi sarei “tenuta” stretta quei suoi compiti una volta scomparsa la mamma, mi avrebbero “tenuto” ancora più compagnia
Tenuta e tenuto: ne cambierei uno per evitare la ripetizione.

Lei mi aveva sorriso dolce
Dolce? Mi sembra superfluo. Dolce sta per dolcemente, quindi no no.

la divertiva quanto fossi legata a quelle che definiva: le sue acerbe prove scolastiche.
Togli i due punti e metti tra virgolette alte “la definizione”.

aveva alzato gli occhi al soffitto e le braccia verso l’alto, in una posa teatrale.
Hai già mostrato il gesto, perché vuoi aggiungere “in una posa teatrale”? Mi sembra una spiegazione/precisazione forzata.

Rubinia aveva interrotto il suo numero teatrale
Ecco, basta che scrivi qui che interrompe la posa teatrale, senza dirlo prima.

poi mi aveva parlato di sé: mi aveva rassicurata.
Invece dei due punti, basterebbe una virgola o un punto. Usi troppo spessi i due punti.

Avevo taciuto, perché avevo visto una luce nuova in lei: era davvero felice.
Vedi? Ci sono i due punti ovunque, quando sarebbe preferibile un punto fermo. Il “davvero” lo trovo inutile e pesante da leggere.

La mamma era seduta a tavola e aveva appena posato la caffettiera.
Come fa a sapere che aveva “appena” posato la caffettiera? Lei scende e vede la caffettiera già posata o la mamma sta posando la caffettiera sul tavolo?

si era forbita la bocca.
“Forbire” mi sembra un verbo troppo ricercato, vista la semplicità di scrittura di tutto il racconto. Mi riporta alla mente La Divina Commedia (Il conte Ugolino). Ti consiglio di sostituirlo con “pulire” o “asciugare”.

Aspettiamo in piedi e “lui” arriva…
Mi avvicino a “lui”:
“Lui” mi bisbiglia:

Ci sono troppi “lui” ravvicinati. Togline/sostituiscine qualcuno.

Io rispondo calma – due righe sotto ripeti: le rispondo calma.
Togli un “calma”. E dovrebbe essere “gli” rispondo, perché parla con Marco.

«Sai cosa ne penso davvero di te, Viola?»
Il “ne” è superfluo. Il “davvero” stavolta va bene perché è all’interno di una battuta di dialogo e la rende più realistica. Nella vita reale noi usiamo il davvero, nella narrativa è meglio ometterlo.

mi avvio come la rigidità di un manichino.
“Con” la rigidità.

mia madre, Marco e io condurremo di qui in avanti.
l’inferno è già qui

I “qui” sono ravvicinati e suonano male. Ti consiglio di modificare una delle due frasi.

Quando l’auto si ferma davanti al comune, scendo con la schiena dritta e un sorriso provato e riprovato tante volte proprio come la cuffietta da olandesina dello stesso pizzo del cappotto e stringo a me il bouquet, mentre la mamma mi cammina al fianco silenziosa, incontro alla piccola folla davanti all’entrata del comune.
Il finale è molto importante in un racconto, cerca di migliorarlo. Ripeti “comune” all’inizio e alla fine: potresti toglierlo all’inizio e scrivere che l’auto si ferma (e basta). Dopo “cappotto” metterei un punto, altrimenti il periodo risulta troppo lungo e faticoso per il lettore.


Scusami, Alexandra, ma non capisco dove sia il colpo al cuore. Non lo trovo né fisico né figurato. Ho l’impressione che tu abbia postato un racconto che avevi già pronto e non uno scritto appositamente per questo skannatoio. Il racconto è tutto “raccontato” e la lettura mi è risultata molto pesante. I due punti utilizzati in continuazione hanno peggiorato la situazione: ti suggerisco di usare il punto fermo o la virgola al loro posto. Puoi lasciarli prima di una battuta di dialogo o quando devi spiegare qualcosa della frase precedente.
Perdonami se te lo dico, ma mi sono annoiato nel leggere il tuo scritto. La protagonista racconta ogni cosa, descrive persino se stessa. Si rivolge quindi al lettore e questo non mi fa immergere nella lettura. Mi è piaciuto invece l’inizio, soprattutto la prima frase. Mi aveva fatto sperare in qualcosa di più movimentato e coinvolgente, invece la storia è piatta, ci si muove a fatica. Non mi sono emozionato nemmeno quando la sorella è morta, non sono riuscito a provare empatia verso la protagonista e non mi dispiace che ora la sua vita sarà un inferno. Invece dovrebbe essere il contrario. Spero che tu riesca a rendere più efficace la storia, perché in fondo scrivi bene. Ti consiglio di riprogettare il racconto da zero e di riscriverlo con i suggerimenti che hai ricevuto da me e dagli altri partecipanti di questo skannatoio.
Spero di non offenderti con i commenti negativi: è solo la mia opinione. Ciao.



IL PEZZO MANCANTE
di Marco S. Di Fonzo


milleuno, milledue, milletre
Milletré. Non ti presenti bene con un errore al primo rigo. Ti consiglio di rileggere e di revisionare bene la prossima volta.

ne strofinò l’occhio all’estremità e... Immediato gli giunse
Immediato dovrebbe iniziare con lettera minuscola, perché la frase continua. Si riparte con lettera maiuscola, dopo i puntini di sospensione, quando comincia una nuova frase staccata dalla prima. (All’inizio: “millequattro… Tuono.” Lì siamo al limite.)

al diavolo lui e quella sua maledetta voce sguaiata
C’è un narratore che racconta in terza persona. Questi pensieri (come il “che diamine” all’inizio) sembrano pensieri del narratore più che dei personaggi. Mi danno una strana sensazione e mi impediscono di immergermi nella lettura. Secondo me, sarebbe meglio scriverli in corsivo e restituirli in qualche modo ai personaggi.

Alberto scese la traballante scala d’alluminio – era un omone di quasi due metri – e tornò di sotto
Perché inserisci questo spiegone tra i trattini? Potresti mostrare che è alto due metri invece di dirlo. Dirlo in questo modo è come una spada che si conficca negli occhi del lettore. C’è proprio l’intrusione del narratore che vuole a tutti i costi inculcare l’informazione.

Alberto era quasi impazzito all’idea
Il quasi è una forma di incertezza, lo toglierei. È impazzito o non è impazzito? Se non metti il “quasi” è chiaro che non è impazzito sul serio.

Qualcuno ogni tanto moriva, qualcun altro si ostinava a non farlo;
Questa frase mi è piaciuta molto, anche se, purtroppo, è raccontata dal narratore onnisciente.

Avevano condiviso il desiderio e la promessa di volersi semplicemente bene
Toglierei tutti gli avverbi che terminano in -mente. Se elimini questo “semplicemente”, la frase non cambia, anzi ne giova, anche perché dopo aggiungi “bastandosi a vicenda ecc...
Gli avverbi in -mente ricordano al lettore che si trova davanti a una pagina scritta, sono il metodo migliore per non farlo immergere nella lettura. E sono anche inutili. Basterebbe sforzarsi di cercare un verbo più chiaro o “le mot juste” come diceva Flaubert.

un piccolo televisore a schermo piatto, che lì dentro stava un amore.
“Stava un amore” è proprio una brutta espressione. Posso capire se la avessi inserita all’interno di una battuta di dialogo, ma così stona. È una frase fatta che poco si adatta alla narrativa.

era una cosa di cui Alberto quasi si vergognava
Anche qui il “quasi”: si vergognava o non si vergognava?

come ad una zattera nel pieno della tempesta
Ti consiglio di usare la D eufonica solo quando la vocale iniziale della parola seguente è la stessa (es. ad andare, ed Europa). Meglio ancora non usarla mai, come fanno molti scrittori moderni e come faceva spesso un certo Manzoni. La D eufonica rende la lettura meno scorrevole.

Dopo che Sergio se ne fu andato, Frank chiese ad Alberto se poteva rimanere ancora un po’ a fargli compagnia.
«Certo, mi farebbe piacere» gli rispose Alberto.

Fino a questo punto hai raccontato tutto, anche i dialoghi e i pensieri. Qui inizi con le battute di dialogo dirette tra le caporali. Perché non hai fatto così sin dall’inizio? Il racconto sarebbe stato più gradevole, la lettura meno pesante. Frank avrebbe potuto porre la sua domanda tra le caporali, non credi?

– la musica era un’altra delle passioni di Alberto –
Avresti potuto mostrare la passione di Alberto, magari attraverso un dialogo. Invece hai gettato lì questa nuova informazione. Ti suggerisco di evitare questo tipo di intrusioni.

«Che pezzo, vero?» disse Frank spezzando l’incantesimo e indicando il poster di Eleanor Rigby
Anche l’uso del gerundio sarebbe da limitare, due nella stessa frase suonano molto male. In questo caso potresti limitarti a “indicando il poster”, perché è un’azione del personaggio. “Spezzando l’incantesimo” è chiaro che sia così: è una sorta di raccontato.

Frank arrossì e agitò la mano. «Va bene, va bene, l’esperto sei tu.»
Questa frase è perfetta. Se scrivessi l’intero racconto in questo modo, lo miglioreresti di molto. Azione del personaggio + battuta di dialogo, senza “disse” o “rispose” che sono forme di raccontato e allontanano il lettore dalla storia riportandolo alle parole scritte. Ti consiglio di usare più “beat” e meno “dialogue tag”.

si strinse nelle spalle, con fare evasivo.
“Con fare evasivo”? Mostrami questo suo “fare”, non cercare scorciatoie. Il lettore non deve sforzarsi di capire com’è questo suo fare evasivo, devi essere tu a regalargli l’immagine chiara.

Non avrebbe avuto un’ultima immagine dell’amico da vivo.
Questa frase rovina l’intero racconto. Hai svelato quello che sarebbe potuto essere un colpo di scena. Perché? Era proprio necessario “prevedere/anticipare il futuro?”

l’auto ferma, con il motore probabilmente andato
Invece dell’avverbio in -mente, avresti potuto mostrare il motore andato: avresti potuto scrivere, per esempio, che dal cofano (ammaccato) usciva del fumo.

Scalciò l’aria, trascinandosi all’indietro e urlando e singhiozzando ad ogni spanna che riusciva a mettere tra sé e la visione insostenibile del corpo martoriato del suo amico.
Aspirando e inghiottendo boccate d’aria gelida,

Cinque gerundi in due righe. Sono troppi. Danno l’idea del suono delle campane nella testa. Ne fai un uso spropositato in tutto il racconto e in alcuni casi non rispetti la consecutio temporum. Quando vado in libreria, leggo qualche pagina a caso: se vedo più di un gerundio a pagina, non compro il libro. Sappilo. E un gerundio a pagina è già troppo!

«Alberto… Sai che cos'è successo?»
“Sai” con S minuscola. Ti ho già spiegato il motivo: c’è una breve pausa, ma la frase continua.

«È… È successa una cosa, amico mio.»
Qui uguale (balbetta): la seconda È deve essere minuscola.

Alberto annuì stancamente.
Come si annuisce stancamente? Mostra il gesto, le espressioni. E togli l’avverbio.

Frank lo afferrò per le spalle e lo tirò forte a sé, stringendolo in un lungo e commosso abbraccio.
Questo è un esempio di gerundio che non rispetta la consecutio temporum. Ci deve essere contemporaneità d’azione, quindi come può afferrarlo per le spalle e tirarlo a sé mentre lo stringe in un lungo abbraccio? Non può fare tutto allo stesso tempo.

«Grazie, vecchio» rispose Alberto dopo un lungo sospiro.
Perché “dopo un lungo sospiro”? Non sarebbe meglio farlo prima sospirare e poi dire la battuta? Ti consiglio di seguire l’ordine degli eventi anche in queste piccole situazioni.

Alberto lo afferrò e lo strappò di forza dall'auto, scaraventandolo a terra.
Altro gerundio, altra contemporaneità non rispettata.

con un ultimo calcio alla testa lo tramortì definitivamente.
Senza il “definitivamente” la frase esprime già il senso che vuoi dare. Lo tramortì. Punto.

notando appena la chiazza di sangue che si allargava sotto la sua nuca.
“Appena” è un’altra forma di incertezza. O nota la chiazza oppure no.

Al centro dello stanzino lungo e stretto, sulle cui pareti erano allineate scaffalature in legno di compensato e pannelli portautensili perfettamente ordinati, c’era un tavolo da lavoro colmo di attrezzi e ferraglia, di forme e dimensioni diverse: pinze, chiavi inglesi, chiavi a brugola, cacciaviti, una vecchia targa, un pezzo di paraurti. In un angolo, un lavandino di cemento dal quale fuoriusciva il tanfo delle fognature intasate dalla pioggia.
Questa parte la ometterei, non sono elementi utili per l’azione che si sta svolgendo. Anzi, serve a rallentare il momento più colmo di azione del racconto.

Alberto aprì uno scaffale e ne tirò fuori un gomitolo di spago
Bravo. Questo è un modo per descrivere l’ambiente circostante senza fermare l’azione. Prova a mostrare tutte le scene attraverso le mosse dei personaggi.

la cosparse di un detergente incolore, attendendo che gli occhi smettessero di lacrimargli
Addio alla consecutio temporum. Qui deve persino attendere che gli occhi smettano di lacrimare. Stai più attento.

Alberto la raccolse distrattamente (la pala da neve)
Come si raccoglie un oggetto distrattamente? Mi stai facendo piangere, lo sai?

zum! zum! zum!
Dopo il punto esclamativo si inizia sempre con la lettera maiuscola. Zum! Zum! Zum!

facendo in modo che Lilly notasse quello che stava facendo.
Due gerundi, entrambi “facendo”. Ripetizione e din don dan.

Caro Marco, nel tuo racconto il colpo al cuore è presente, quindi hai centrato il tema. Un colpo al cuore del povero Alberto (forse più di uno). Purtroppo i numerosissimi avverbi e gli infiniti gerundi hanno disturbato parecchio la mia lettura. Ho faticato molto per arrivare alla fine. La prima parte mi ha persino fatto sbadigliare (non avercela con me per questo!). Se tu provassi a riscrivere il tutto seguendo la regoletta dello “Show, don’t tell”, potrebbe venirne fuori una storia carina. Ho dovuto rileggere il racconto due volte per capire cos’era accaduto a Frank; all’inizio pensavo che gli fosse caduto un fulmine addosso. Ero così poco immerso nella lettura, che la prima volta non ero nemmeno riuscito a comprendere chi fosse il mostro. Ti suggerisco di seguire i miei consigli di scrittura, sia per questa storia, sia per le altre che scriverai in futuro. Ti divertirai di più a scrivere e i lettori saranno più contenti. Buona fortuna.



FRUTTA APPASSITA
di MentisKarakorum


Ottantadue, Ottantuno.
Il secondo “ottantuno” dovrebbe iniziare con la O minuscola. Lo precede una virgola e non un punto.

«Allora.» Riassumo. «Dio mangia il cibo…
“Riassumo” è una sorta di raccontato. Ti consiglio di usare il caro verbo “dire” È evidente che sta riassumendo. Il lettore è intelligente e lo capisce da sé.

Grom si alza in piedi e con un gesto mi invita a posare la mela sul piedistallo.
Potresti mostrare “il gesto”. Crea l’immagine nella mente del lettore, non costringerlo a sforzarsi di immaginare decine di gesti diversi.

...gli aveva dato quell’oro.» Volge lo sguardo su di me «Ora, cosa ti insegna
Dopo “me” (nel beat) manca il punto.

«Quindi.» Azzardo. «La mia mela…
Lo stesso che per “riassumo”. Nella realtà non riassumiamo e non azzardiamo, ma diciamo e sussurriamo e biascichiamo, ecc… Puoi anche lasciarlo com’è, il mio è un consiglio per rendere più immersiva la storia.

«Non è morto da tanto.» Descrivo. «Le interiora
Lo stesso qui con “descrivo”. A me non piace perché è un imboccare il lettore: gli anticipi che stai per riassumere, per descrivere, per azzardare. Ma tu sei libero di continuare con questo “metodo” se ritieni che sia parte del tuo stile. Le regole esistono, ma alcune le possiamo infrangere di proposito. ("Dobbiamo imparare bene le regole in modo da infrangerle nel modo giusto" - Dalai Lama)

un mozzicone simile ad una linguaccia.
Io consiglio di usare la D eufonica solo quando la vocale iniziale della parola seguente è la stessa: “a una linguaccia” suona meglio e non crea l’effetto “campana”.

«Mi dicono.» Sibila Bolor. «Che il vostro Ordine
Perfetto. “Sibila” è perfetto.

«Da come lo spiegate, vi converrebbe curate solo i ricchi
“Curare”.


Solo qualche minuzia, come vedi. Avrei anche potuto non segnalarti nulla, perché il tuo lavoro è ottimo, ma qui siamo in uno skannatoio e dobbiamo tirare fuori il sangue dai racconti. La scrittura è scorrevole, immersiva. Alterni frasi brevi e frasi lunghe, com’è giusto che sia. Mi hai tenuto incollato alla storia dall’inizio alla fine, nonostante io non ami molto questo genere letterario. Forse potresti iniziare a togliere i dialogue tag e sostituirli con i beat (le piccole azioni dei personaggi). Si capisce che hai studiato la narrativa immersiva, e i dialogue tag, come saprai, sono forme minime di raccontato.
Se il tuo racconto divenisse un romanzo, lo leggerei di certo. Interessante (e furba) la parte “sognata”, così che non diventi una parte raccontata. Appassionante il finale. Non posso che farti i complimenti. (P.S. mi hai ricordato uno scrittore italiano le cui iniziali sono L.G.)







CLASSIFICA

1 – FRUTTA APPASSITA di MentisKarakorum
2 – SPICCHIO DI CIELO di Alexandra Fisher
3 – IL PEZZO MANCANTE di Marco S. Di Fonzo


Non c'è da scusarsi, anzi forse sono io che ti devo delle scuse per essere stato molto severo coi miei commenti. Consiglio anche a te di leggere qualche manuale di scrittura immersiva se può interessarti. So che l'influenza sulle letture che facciamo è pesante, però anche da letture "sbagliate" si può sviluppare un certo senso critico, e riuscire a individuarne i punti deboli. Riconoscere i propri errori è la prima tappa per migliorare sé stessi, e la tua modestia ti rende onore. Se posso permettermi: la prossima volta prenditi anche un po' di tempo in più per rivedere il tuo racconto, un mese è un sacco di tempo e tu hai postato il racconto per prima solo dopo qualche giorno.. Nessuno riesce ad ottenere un buon racconto "di getto", ma ci sono diverse stesure e sessioni di rilettura (e nonostante questo i refusi saltano sempre fuori, come è successo anche a me :) ) Non scoraggiarti e insisti perché la stoffa ce l'hai :1392239679.gif:

CITAZIONE (shanda06 @ 3/10/2020, 19:05) 
Ciao Marco di Fonzo, grazie a te. Devo proprio fare questo sforzo e vedere di aggiustare quelle pecche lì (nate anche molto dal terrore di non essere capita. Vedi, io ho dovuto lottare parecchio contro un "ermetismo" di fondo nato da letture sbagliate e da un modo di scrivere che lo era e lo è altrettanto, e da un'obbiettiva difficoltà a scrivere in modo lineare: ecco, ci sto provando e questi sono i risultati traballanti).

Ciao Mentiskarakorum, scusami tu se ti sono apparsa poco precisa nel dettaglio del commento riferito all'educatore del Nostro. Che ti sia magari risultato prezioso mi fa piacere (per un eventuale punto di svolta nella tua storia). Avrei dovuto specificarlo meglio (invece di limitarmi a riportare l'ottima impressione ricevuta dalla ricostruzione della vita del protagonista visto praticamente crescere sotto i miei occhi) ecco, credo che impegnarmi a fondo a commentare i racconti altrui (senza farne sinossi e simili) ma mostrandone lati buoni e lati meno riusciti sempre con maggior precisione possa aiutarmi a capire qual è il guaio anche nel mio caso (infatti scrivo sempre con un tarlo interiore, devo dargli più retta).

Ciao Marco Di Fonzo, grazie a te per le belle parole. Io per prima riconosco di dover lavorare ancora parecchio sulla mia scrittura (anni di letture sbagliate e una pericolosa tendenza all'"ermetismo") per arrivare a controllarla in pieno e non fare affaticare nessuno, perlomeno.

Ciao Mentiskarakorum, sono contenta che il mio commento ti abbia suggerito un punto di svolta nella stesura della tua storia. Da una parte sì. Dall'altra, devo scusarmi io per l'imprecisione riguardo al nome. Ecco, anche una maggiore precisione nei commenti penso che mi darà la possibilità di evitare di ricadere in certi errori (io ci provo).
 
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view post Posted on 4/10/2020, 08:50
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Ciao Alexandra, Marco e Mentis :)
Vi ringrazio per i vostri commenti, mi saranno utilissimi i vostri consigli. I complimenti fanno piacere, ma sono le critiche che mi hanno sempre aiutato a migliorare.

Ci tengo a precisare che la narrativa immersiva non ha niente a che vedere con il cinema, perché è appunto "narrativa". Molta gente non legge più perché ciò che ha letto in passato era noioso. Molti classici sono noiosi. La narrativa tradizionale è noiosa. Perché dovrei spendere il mio tempo con qualcosa che mi fa sbadigliare?
La narrativa immersiva punta a far scomparire le parole scritte dagli occhi del lettore. La si potrebbe definire così: un’esperienza avvincente che fa diventare il lettore parte della storia. È l’unico tipo di scrittura che si fonda sul reale funzionamento del cervello umano, ovvero su come il nostro cervello vive ciò che legge e lo simula come se fosse reale grazie anche ai neuroni specchio. Tutto ciò è provato da vari test fatti su lettori sottoposti a risonanza magnetica funzionale: il cervello reagisce in maniera diversa, si attivano più zone che invece restano dormienti con la narrativa tradizionale.
Io vi consiglio di leggere qualche romanzo di narrativa immersiva. Per me è l'unico modo per far riavvicinare i giovani (e non solo) alla lettura. Io non posso più farne a meno :] .

Mi fermo qui perché sto andando molto fuori tema :woot:
Scusatemi :ph34r:
Buona domenica a tutti.
 
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view post Posted on 5/10/2020, 08:42

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E' vero, la narrativa immersiva è narrativa, ma io la trovo una forma evoluta a forza di steroidi.
E' come il bel canto che cede il passo a rap e trap perché quello che hanno da dire lo dicono in modo diretto e sfacciato.
Quello che intendevo nel mio precedente post è che questo tipo di narrativa attinge a piene mani da altri media che raccontano per immagini - non potendo fare altro - e in cui il lettore è come un operaio che vede scorrere i pezzi sulla linea di montaggio senza che nessuno gli abbia detto a cosa servono e come si usano.
Lo stesso successo che i lettori d'oltreoceano da sempre riscontrano in Europa, e soprattutto in Italia, si spiega, in parte, con il fatto che molti di loro lavorano, da sempre, proprio nel campo del cinema e della sceneggiatura.
Se penso alla narrativa non contaminata, alla narrativa "vera" (per certi aspetti anche alla drammaturgia) mi vengono in mente i classici. Che non possono essere racchiusi, secondo me, in uno sbrigativo "è noioso", perché tutto viene da lì e la loro forza ammaliante non ha tempo, né segue mode.
E' solo che scrivere dialoghi, fare cinema o tv, parlare a un ritmo cadenzato con una base ritmata sotto sono diventate tutte espressioni del medesimo intento di intrattenere per le vie brevi: dare tutto e subito in pasto al primo che capita.
 
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view post Posted on 5/10/2020, 15:17
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Ciao Marco, =/
penso che tu sbagli a ritenere lo stile immersivo un'involuzione della narrativa.
Per prima cosa uno scrittore è un comunicatore: saper comunicare in modo efficace dovrebbe essere uno dei pilastri su cui si fonda il suo lavoro, oltre ovviamente a creare situazioni e storie degne di essere raccontate.
Comprendo molto bene il tuo punto di vista. A volte vedo la scrittura immersiva più come una scuola di pensiero che come qualcosa di concreto, poi però mi rendo conto di come leggendo un testo scritto con queste tecniche la lettura sia più scorrevole e più coinvolgente.
I grandi scrittori del passato erano consci almeno di alcune di queste tecniche (mi viene in mente la famosa regola dell'iceberg di Hemingway, oppure anche qualche lascito di Flaubert), non si tratta pienamente di introduzioni moderne ma di qualcosa che si è scoperto piano piano.
Secondo me la tecnica della scrittura immersiva è di sicuro qualcosa da imparare e da padroneggiare, se non altro per arricchirsi come scrittore. Poi ognuno è libero di usarla oppure integrarla con qualcos'altro, come digressioni sul background, poesie, riflessioni filosofiche eccetera.
C'è da dire che forse la scrittura immersiva è un poco il contrassegno del cosiddetto genere "Best Seller": King, Palahniuk, Crichton.. comunque perché mai questo sarebbe un male? Ti farebbe schifo vendere milioni di copie del tuo libro?
A mio avviso con queste tecniche non si "perde" qualcosa, ma si guadagna: sia in chiarezza di esposizione che in coinvolgimento del lettore (e sono cose non da poco).
Un pensiero che ho spesso, è che non avendo mai pubblicato un romanzo vorrei cercare prima di scrivere bene, poi di cercare di vendere un eventuale lavoro a una casa editrice. Meglio mostrarsi come qualcuno che ha studiato, che è al corrente delle moderne tecniche di scrittura e che comunque può adattare il proprio stile alle esigenze. Insomma: all'inizio è giusto presentarsi al meglio, poi quando ci si fa un nome e la gente inizia a comprare i romanzi, si può cercare di sperimentare di più: inserire qualche pezzo di raccontato o giocare con un registro un pochino più colto.
Se poi sei un personaggio famoso, vai tranquillo che anche se pubblichi le istruzioni dell'aspirapolvere te ne comprano migliaia di copie, però noi comuni mortali abbiamo più strada da fare (e sinceramente sono più felice di sapere che un domani mi pubblicheranno per i miei meriti, e non per il mio nome famoso).
L'editoria italiana è al baratro, lo sanno tutti, leggere è diventato qualcosa meno importante di guardare un video su youtube. Per questo occorre lavorare e migliorarsi sempre di più per incontrare un pubblico di lettori, lettori che, ripeto, sono in media persone poco inclini a leggere i grandi romanzi della Yourcenar ma cercano emozioni forti e facili.
Insomma penso che se vogliamo diventare scrittori prima di tutto dobbiamo fare i conti con la realtà: l'editoria è industria, e gli scrittori vendono un prodotto: il libro. Il libro deve fare i conti con pubblico, moda, estetica, e tutta una serie di parametri che magari duecento anni fa non erano importanti.
Questi temi sono comunque troppo complessi da discutere, specie per me che sono un neofita e che comunque su certe cose mi rifaccio al parere di persone che credo ne capiscano più di me.
Uno dei motivi che mi hanno indotto a partecipare a questa gara è anche confrontarmi con persone più esperte (e magari del settore), quindi sarebbe l'ideale, in caso, raccogliere il generoso invito dei moderatori e della giuria di questo concorso a parlarne con loro.
Grazie mille.
 
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view post Posted on 16/10/2020, 21:48
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Custode di Ryelh
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La giuria è al lavoro per la graduatoria e i commenti. Scusate se ci stiamo mettendo tempo, ma mettere d'accordo tante persone, ognuna con i suoi impegni, è sempre un casino. Comunque, penso ce entro il fine settimana avrete la graduatoria finale. A tra poco!!

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view post Posted on 17/10/2020, 08:02

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Grazie White, buon lavoro!
Qualcosa mi dice che mi terrò volentieri l’ultima piazza e ne farò tesoro ;)
 
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view post Posted on 17/10/2020, 18:35

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Ciao, White Pretorian, buon lavoro anche da parte mia.
 
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view post Posted on 25/10/2020, 21:28
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Custode di Ryelh
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Ecco commenti e classifiche della giuria, gente. Nel complesso, i vostri racconti presentano ampi margini di miglioramento e speriamo che i suggerimenti e le indicazioni che vi abbiamo fornito possano aiutarvi, nella consapevolezza che è un processo che richiede tempo, umiltà e tanto confronto.

SPICCHIO DI CIELO

Ciao, Shanda. Dunque, Alexandra, finalmente un lavoro in cui sei riuscita nel creare un racconto con un’ambientazione definita e comprensibile, senza le omissioni che solitamente rendono il tutto poco godibile. Purtroppo, si tratta dell’unica nota di merito di questo racconto. La storia è pesante, pon periodi lunghi e piene di eccessive informazioni. Soprattutto nelle prime parti, abbiamo interi paragrafi in cui condensi volumi di informazioni eccessive, senza che la storia vada minimamente avanti. è encomiabile il fatto che tu voglia delineare la personalità dei tuoi personaggi, ma il “wall of text” ottiene l’effetto di ridurre l’interesse del lettore a quello che stai scrivendo. Dal punto di vista della sceneggiatura, il primo paragrafo dura 1350 parole e manca completamente di un conflitto. Dipingi la vita di queste due sorelle, ripercorri tratti delle loro vite senza mai arrivare al punto. Potresti sfruttare la carta rivalità per il passaggio di mano del promesso sposo ma non lo fai. Perché un lettore dovrebbe appassionarsi alla storia? Non ho continuato oltre il primo paragrafo, il tempo è prezioso e qui l’impressione è di sprecarlo.
Dal punto di vista dello stile, sembra che manchi completamente di revisione. E ancora, questo non fa una buona impressione sul lettore. Si fa davvero fatica a continuare a leggere

Qui sotto un’analisi delle prime 670 parole.

“Nella mente mi ricompare il cielo notturno, con quell’azzurro vellutato punteggiato di stelle: mi piace molto guardarlo dalla finestra prima di addormentarmi.”
Molti avverbi, molti aggettivi.
“Mi fa pensare al fermacarte di cristallo di Boemia blu, con le bollicine di lavorazione che partono dal fondo e salgono su fino ai bordi. La sua forma a spicchio mi ha sempre fatta pensare a un frammento di cielo e le bollicine al respiro di un essere invisibile intrappolatovi all’interno eppure ancora vivo.”
In due frasi, utilizzi due volte il “mi fa pensare”: è un modo goffo di utilizzare il riferimento, denota una scarsa revisione del testo.
“E io non fatico a crederlo: è così speciale; mi è sempre stata accanto in ogni momento della mia vita e anche in quella dei nostri genitori.
Il suo cuore è davvero grande e la sua mente è cristallina; è una grande disegnatrice e se lo merita: la ricordo china sui libri e alle prese con i disegni durante l’Accademia di Belle Arti.”
Anche qui ripeti una struttura singolare: due punti e punto e virgola - punto e virgola e due punti prima del punto fermo. Appesantisce.

“Mi commuovo ogni volta che rivivo quel momento: l’ho stretta ancora più forte e l’ho ringraziata, colpita dalla sua generosità.
Anche ora mi asciugo una lacrima, poi corro a guardarmi nello specchio dell’armadio: Rubinia è alta, formosa, ha una chioma mogano ondulata e occhi verdi splendidi come smeraldi.”
Ci stai forzando a provare empatia per la tua protagonista. In realtà con un incipit così fumoso e senza conflitto (di ben 460 parole) vorremmo prendere la protagonista e riempirla di botte. Farle del male.

“Guardo il mio dito e osservo incredula l’anello con il cerchio di corallo al cui centro spicca l’incisione di un pesce.
Marco me lo ha donato il mese scorso durante una passeggiata dietro la casa dei miei e mi ha proposto di sposarlo in mezzo ai resti del quartiere ottocentesco: io ho accettato, incredula.”
Due volte “incredula”: tutte queste ripetizioni danno l’impressione che manchi la revisione del testo, che non hai letto ad alta voce.

“Mi fa un certo effetto portarlo, dopo averlo visto per un paio d’anni al dito di Rubinia, ma ormai è successo.
e lei è stata così generosa.”
Ma stai scherzando? è questa la reazione? Il lettore ora vorrebbe picchiare anche la sorella.

IL PEZZO MANCANTE

Benvenuto su Latelanera. Il testo è gravato da errori tipici di quando ci si approccia per la prima volta a scrivere racconti. Il principale è l’infodump, che permea tutto il racconto, con una prima parte costantemente ingolfata da muri di testo informativi. è apprezzabile che tu abbia cercato di dare una profondità al tuo protagonista, ma questo non può avvenire a prezzo di un sostanziale azzeramento dell’azione e dello sviluppo della storia- Facci caso: rileggi il testo e conta quante “azioni” in tempo storico ci sono rispetto a descrizioni, flashback, ricordi e similari. Anche i dialoghi sono problematici, a causa della una preferenza per l’utilizzo di sequenze descrittive. Leggi: noia. Il terzo è l’uso abbondante di aggettivi, avverbi e subordinate ad appesantire il testo. Questo rende il testo pesante anche più lento e i dialoghi risultano ben poco realistici.Il consiglio è di studiare un libro di narratologia e sanare il prima possibile questo gap.

Questo si riflette nella sequenza dell’incidente: mancano quegli accorgimenti stilistici che servono a rendere l’istantaneità degli eventi e la temperatura del narrato. Frasi più brevi, meno pensato, evitare digressioni. L’impressione che si ha dopo 3435 parole? Che bisogna tagliare senza pietà intere parti e riprogettare a monte le sequenze.

Ecco degli spunti:

“Per qualche minuto, quella sera, l’intero Braccio si era ritrovato al buio per un corto alla centralina pubblica, e le luci d’emergenza del minimarket AlbyLuna avevano brillato debolmente per centinaia di metri, come le ultime stelle visibili in quel cielo che andava gonfiandosi di pioggia. Alberto era quasi impazzito all’idea di rimanere senza corrente – un guasto, un fusibile bruciato, chissà dove recuperare il pezzo rotto, chissà quando – ma aveva cercato di non darlo a vedere; poi per fortuna la luce era tornata. Adesso era stata la volta dell’antenna, ma anche quell’imprevisto era stato risolto. Si domandò se avrebbe visto qualche macchina passare di lì. Non c’erano altre strade tra la Statale 16 e il paese di Torredelmonte. Intorno all’AlbyLuna era tutto un susseguirsi di capannoni agricoli, interrotti qua e là da un supermercato, uno sfasciacarrozze e un’officina che negli anni Ottanta era stato un locale a luci rosse.”

Questo è un grosso infodump, va eliminato in blocco senza esitazioni. Oltre al fatto che ripeti cose già note (la riparazione dell’antenna).

“Alberto era arrivato a Torre all'età di nove anni, [....]
Alberto e Luna Sartini non avevano avuto figli, [...]
Dopo la morte di Luna, Alberto iniziò a passare intere giornate [...]
Frank Castigliani, ex comandante dei vigili di Torredelmonte, gli aveva regalato, [...]
Luna era morta nel giorno del compleanno di Frank[...]
A Frank non importava nulla di quello, [...], o in una scatola da scarpe sotto il letto.”

536 parole per descrivere, in un lungo paragrafo, la storia di Alberto. Anche qui, è infodump: cacci a forza nel lettore la vita del protagonista per spiegare chi è e come si comporta. La caratterizzazione del personaggio in questo modo risulta inefficace (perché non abbiamo modo di empatizzare) oltre che noiosa. Il lettore tende a saltare a fine spiegotto, per capire quale sarà la prima azione del protagonista nel tempo corrente.


FRUTTA APPASSITA di Mentiskarakorum.
Ciao Mentis e piacere di leggerti.Come inizio non c’è male. Una storia fantasy di impianto abbastanza classico, ma che presenta un discreto grado d’approfondimento. Il principale punto di forza del racconto sono le parti centrali (l’infanzia e l’incontro con il re) che ci permette di approfondire la personalità del protagonista e del suo ordine. Per contro, la parte iniziale e finale (che costituiscono sostanzialmente la “vera” storia) risultano confuse e poco definite. Sappiamo che il re ha attaccato il tempio dell’ordine e sappiamo che il protagonista è stato ferito, ma il tutto risulta poco chiaro. Anche il finale, con la campana di emergenza che non funziona, sembra tirato via per mancanza di idee o per il prossimo esaurimento dei caratteri ed è un peccato, perché è una chiusura maldestra su una storia efficace. La scelta della terza persona è sicuramente molto efficace e testimonia un approccio già più maturo alla scrittura, ma fa attenzione: ricorda che questo tipo di narratore ti obbliga a mantenere la massima attenzione sulla tua capacità di mantenere sempre focalizzato il punto di vista. Inoltre, il suo impiego ideale ti tiene totalmente al di fuori dai pensieri del personaggio, quindi devi abituarti a scrivere in modo da far capire emozioni e pensieri del personaggio senza descriverli. Show, don’t tell!

Ecco alcuni suggerimenti:
INFODUMP: “Mi bruciano gli occhi, ho combattuto nel tempio che ardeva, le statue di legno hanno fatto tantissimo fumo. L’incendio ha tenuto alla larga il nemico, ma ci ha intossicati.”
Lo stacco tra il primo e il secondo paragrafo non è immediato. Qui stai gestendo un flashback, ma il lettore rimane disorientato.

Questo è proprio brutto: “«Allora.» Riassumo. «Dio mangia il cibo e il cibo marcisce. Proprio come marcisce quando lo mangiano i vermi e le mosche.»”

“Arrivato all’altare estraggo il bisturi dalla valigetta e lacero le vesti del cadavere”. Allora, qui non si capiscono più i riferimenti. L’inizio del testo presenta armature medievaleggianti. Ora parli di valigetta e bisturi. Se volevi fare un accostamento tra due scenari contrapposti, passato / futuro, l’intento è goffo. Se invece non ci hai pensato, è un errore macroscopico.
“i miei confratelli sono immobili, solo la punta dei nasi esce dall’ombra dei cappucci”. ecco, qui abbiamo perso il contesto. Da dove sono saltati fuori? Era un ragazzo al cospetto di un saggio. C’è stato un salto temporale?

«Noi siamo diventati imperatore e voi siete l'ambasciatore dell’Ordine dei Cavalieri del Cuore Nero. Direi che entrambi abbiamo ottenuto risultati notevoli, nonostante la nostra giovane età.» As you know, Bob.

Insomma, vengono sparati tutta una serie di nomi e situazioni, ma il conflitto fa fatica a delinearsi. Manca una linea narrativa che gira attorno all’arco di trasformazione del personaggio: è più la descrizione di una campagna D&D. Attenzione, l’arco di trasformazione NON è lui che fa carriera. é lui che affronta il suo difetto fatale (per approfondimenti o se già non conosci il testo, leggi Dara Marks).


BRUTTA DA MORIRE di Ukulu
Ciao Ukulu e benvenuto a bordo. Il tuo racconto ha sicuramente il pregio di avere una buona inventiva e una sana dose di umorismo, a tratti anche macabro. Anche l’incipit è piaciuto, così come lo stile comico (che ben si presta alla terza persona). I dialoghi sono condotti bene. I personaggi sono volutamente esagerati, ma la madre della fidanzata reagisce in un modo che poteva essere reso meglio. Sembra che le serva un campo di calcio per arrivare al protagonista.
Purtroppo, questi presupposti finiscono per perdere rapidamente efficacia a causa della ripetitività del racconto, che presenta un pattern che si ripete identico fin troppe volte. Se al primo incontro si ride (o, almeno, si sorride) all’ultimo ogni interesse è svanito, perché vediamo accadere sempre la stessa cosa con piccole varianti. Anche la scelta di usare il narratore onniscienti si rivela essere poco funzionale, poiché i continui cambi di POW rendono ancor più faticoso seguire una vicenda che diventa sempre più monotona. Attento anche al lessico: c’è una sovrabbondanza di avverbi e aggettivi che finiscono per oltrepassare la loro funzione descrittiva e per rallentare ulteriormente il testo.

Ecco alcuni suggerimenti:
Nella vicina pineta, una ghiandaia eleva il suo stridente richiamo. Questo è proprio fuori luogo, specie in una scena ad alta temperatura. Il succo è questo: scena clou? Il tempo della narrazione deve procedere spedita, non fermarlo.

“ la squadra di calcio della quale è un tifoso sfegatato.” è infodump e non serve
“«Fuori di qui!» Il signor Giacinto indica l’uscita, le vene del collo gli si ingrossano e pulsano come lombrichi. «Gli juventini non sono accetti in casa mia!»” la reazione del padre è fuori contesto. Ha appena visto venire fuori Ronaldo da un sacchetto.

Alla terza situazione, il gioco del sacchetto comincia ad annoiare. Perché si sa che ci saranno ancora due situazioni troppo simili. La reazione della zia, di avventarsi su di lui, è uguale alle due situazioni passate.
In tutto questo, non ci vengono forniti indizi sulla caratterizzazione del protagonista, se non l’accenno al fatto che è uno scrittore nel quarto episodio di morte. In questo modo, il conflitto che hai definito così bene all’inizio viene a essere fine a sé stesso. Non viene alimentato da pensieri e riflessioni. Nino è un personaggio bidimensionale.
Il finale purtroppo è frettoloso. Cosa ha visto Nino? Una ragazza bellissima? Perché Ivana ha aspettato tutto questo tempo per farsi vedere? Oppure ha visto la ragazza più brutta del mondo, e quindi non si capisce l’azione di Ivana? E soprattutto, perché è stato attivato il sacchetto. Qui si perde tutto, purtroppo.



Classifica

1)Frutta Appassita
2)Brutta da morire
3)Spicchio di cielo
4) Il pezzo mancante


Ecco qui. Adesso vedo di fare la sommatoria dei punteggi e dichiariamo il vincitore.

Ed ecco la sommatoria dei punteggi e la graduatoria:

Frutta Appassita: 2+2+1+1 = 6
Brutta da morire: 1+1+1+2 = 5
Spicchio di cielo:3+2+2+3 = 10
Il pezzo mancante: 3+3+3+4 = 13

E CON 5 PUNTI E LA QUASI TOTALITà DI PRIMI POSTI IN GRADUATORIA, UKULU SI AGGIUDICA LO SKANNATOIO SETTEMBRE\OTTOBRE 2020!!!!

Complimenti al vincitore e a tutti i partecipanti, anche e soprattutto per il dibattito costruttivo che avete saputo portare avanti in queste settimane. Sono sicuro che sarà l'inizio di una crescita comune per tutti.

Ora, una bella settimana di riposo, poi si ricomincia: Skannatoio Natalizio is coming!!! Uno Skannatoio pieno di sorpese ;) ;) ;) ;) ;)
 
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view post Posted on 25/10/2020, 21:56
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Che dire? La vostra analisi è davvero utile. Vi ringrazio molto per il vostro aiuto e per avermi fatto trovare difetti che non avevo individuato io stesso. Sì: la terza persona è difficile ma la voglio padroneggiare perché la preferisco alla prima. Ho usato la prima per questo racconto, però il mio obiettivo è riuscire a imparare la terza immersiva. Per quanto riguarda il bisturi: la mia intenzione era proprio quella di creare un mondo misto, con elementi antichi e moderni. Se il risultato è goffo chiedo venia, ci lavorerò. Ho il manuale della Dara Marks sul comodino (giuro), e quando ho scritto il racconto lo avevo già studiato. Confesso che non ho usato troppo le regole perché pensavo che i racconti ne fossero un pochino esenti, ma probabilmente a livello di una storia è sempre meglio descrivere un arco, anche se più o meno semplice. Grazie davvero per aver confermato che un testo che ho è in effetti utile e che posso continuare a studiarlo.
As you know Bob indica una info scontata in un dialogo, vero? Ottimo spunto di riflessione che penso nasca dalla mancanza di un arco. Grazie per avermelo fatto notare.
Pensavo che deste una valutazione anche ai commenti: forse ci siamo lasciati andare un po' ed è difficile assegnare un punteggio a tutto...
Non vedo l'ora di partecipare alla prossima gara, checché io sia qui con lo scopo di imparare, aver perso per un punticino brucia :lol: comunque i miei complimenti a Ukulu perché ho trovato il suo racconto molto divertente.
Grazie a tutti per i preziosi consigli e per l'aiuto, è la prima volta che partecipo a una gara del genere, e non sarà l'ultima ;)

Edited by MentisKarakorum - 25/10/2020, 23:03
 
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view post Posted on 26/10/2020, 08:06
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Buongiorno a tutti. Sono onorato di essere qui stamani e di ricevere questo prestigioso premio.
minnie_grazie_tante_0

Ringrazio voi moderatori e gli altri scrittori partecipanti per i preziosi consigli che mi avete dato. Mi serviranno per migliorare questo racconto e anche i miei prossimi scritti.
:p091:

Ringrazio White Pretorian anche per la scelta del colore con cui ha scritto il titolo del mio racconto nel commento finale. Questo giallo-marroncino mi ricorda la diarrea e io, essendo Ukulu, amo tutto ciò che mi riporta alla mente la cacarella.
:]

Ora, in attesa della sfilata di stasera, che ho organizzato per festeggiare la mia vittoria (partirò dalla cucina alle 20.00 e arriverò verso le 20.01 in bagno), mi rimetto comodo dentro il mio sacco di iuta.
:1391975827.gif:

Continuerò a leggervi e a seguirvi con piacere. Quando avrò un po' di tempo libero, parteciperò senz'altro a un altro Skannaporco. Oink!

Vi ringrazio ancora per la vostra gentilezza. Mi sono divertito. È un esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita. Anzi, spero con tutto il cu...ore che già dalla prossima volta ci saranno molti più partecipanti.
:woot:

Un abbraccio smutandato a tutti voi!
teddy_2
 
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view post Posted on 26/10/2020, 08:23

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Ciao, White Pretorian, grazie dell'analisi testuale così approfondita. Ora so dove intervenire per semplificare e rivedere i passi di storie così lunghe. Grazie, credo che questo mi aiuterà anche nel resto della scrittura, non solo per questo racconto.
 
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view post Posted on 26/10/2020, 09:06

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Ciao White, grazie a voi e a tutti i partecipanti per i suggerimenti che mi avete dato.
Che dire, non posso negare che mi bruci aver fallito così miseramente, ma tant'è.
Mi prendo però il piccolo merito di essere l'unico ad averci messo nome e cognome, anche se è una ben magra consolazione.
Spero di potermi "redimere" il prima possibile, aspetto con trepidazione un'altra occasione qui nello Skannatoio!
Ciao a tutti
 
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74 replies since 1/9/2020, 20:55   1693 views
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