Salve a tutti. Ecco i miei commenti ai vostri lavori.
Premetto che voglio aspettare per postare anche la classifica per sentire cosa ne pensate, perché al di là della garetta siamo qui per imparare facendo leggere i nostri pezzi a degli sconosciuti con la stessa passione, e anche commentare non è facile, specie se si è alle prime armi. Dalla discussione che verrà fuori, potrò in caso rivedere alcune mie posizioni e premiare un racconto piuttosto dell’altro.
Ho visto che c'è già un dialogo in corso, non ho letto nulla e spero che i miei commenti non siano ripetitivi rispetto a quello che è già emerso.
Bando alle ciance!
Il più grande fuoco d’artificio dalla fine del mondo.Prime Impressioni. Non male, bella ambientazione e finale commovente, anche se frettoloso.
Aderenza al tema. Ci siamo. Anche per i bonus a posto. Unica nota, il ragazzino muore, lo sappiamo, ma… muore dopo troppo poco tempo, a mio avviso: non so quanto tempo si possa rimanere appesi per il petto (se ho capito bene) prima di restarci, però non mi pare lui rimanga così per giorni, ma solo per delle ore…
Punti di miglioramento. Avevo iniziato a leggere il tuo pezzo appena l’avevi postato, poi ti ho segnalato la presenza di un po’ di refusi. I refusi non ci sono solo nella parte iniziale, ma un po’ dappertutto, e sono un po’ troppi. Sia chiaro, la loro presenza non ha inficiato il tuo posizionamento nella mia classifica, però qualcuno potrebbe non pensarla come me... soprattutto un eventuale editor col compito di analizzare il tuo testo per una pubblicazione. Al di là degli errori perdonabili, c’è anche qualche errore di ortografia (“scabuzzino”, “tempore”, “capod’anno”), i nomi dei personaggi che cambiano spesso (con le “h” che compaiono e scompaiono), e un verbo al plurale anziché al singolare già nella prima riga. Ti inviterei di nuovo a fare più attenzione: c’è chi è più delicato di me su queste questioni. Se hai veramente difficoltà a trovarli, potresti farti aiutare dal correttore automatico di Word: almeno quelli di battitura te li trova.
Sulla trama non ho molto da dirti, hai costruito una storia interessante, che però a mio avviso pecca di un finale un po’ frettoloso. Lo so che i caratteri sono pochi, lo so che dovevi far morire il tuo personaggio alla fine, però finito di leggere il tuo pezzo mi sono sentito un po’ deluso. Il ragazzino muore per un incidente e ci sta. Però mi ha lasciato un po’ a bocca asciutta.
Riguardo al tuo stile: si vede che hai dimestichezza con la narrativa, ho letto tutto dall’inizio alla fine e non ho mai avuto bisogno di tornare indietro; e questa è la base indiscussa per una narrazione fluida ed efficace. Però, se posso, vorrei a indirizzarti alle discussioni che in questi ambienti sono ultimamente molto di moda, riguardo all’uso dello stile del mostrato anziché del raccontato. Il tuo modo di scrivere, infatti, potrebbe giovare molto dall’uso delle tecniche di show don’t tell, rendendo la tua narrazione ancora più coinvolgente. Nel tuo caso non ne sento particolarmente il bisogno, ti dico, perché ho seguito tutto dall’inizio alla fine… però un po’ di spinta in più non guasterebbe. Se vuoi ti faccio un esempio: ho visto che spesso e volentieri spezzi i tuoi dialoghi da azioni narrate col gerundio, lo facevo anche io e mi hanno apostrofato dicendo che questa scelta “è il marchio del dilettante”, te lo faccio notare perché non voglio che lo dicano anche a te
. In effetti, usare questo metodo spezza il giusto fluire delle scene perché la temporalità è un fattore essenziale all’immersione. Prova invece con i beat.
Punti di forza. La cosa che ho apprezzato di più è come sei riuscito a creare il fatal flaw del tuo protagonista: per lui i fuochi d’artificio hanno un significato affettivo perché gli ricordano la madre, perciò disobbedisce e li cerca a tutti i costi (e ci rimette le penne). L’idea è buona, il collegamento fuochi/parenti morti è originale. Magari avrei dedicato meno spazio al primo pezzo e più spazio alla ricerca dei petardi, così da riuscire anche ad avere più spazio per il finale.
L’ambientazione post-apocalittica, con la città distrutta e i negozi saccheggiati, ti è riuscita molto bene. Anche questo ascensore spaziale che cadendo ha devastato il suolo è una buona idea. Manca l’appiglio a un pochino di contesto in più (non si capisce se la causa della fine del mondo sia dovuta solo alla caduta dell’ascensore o a qualche cataclisma alla Mad Max), ma personalmente non ne ho sentito particolarmente bisogno, quindi a posto. Il riferimento allo “spaziale” è una strizzata d’occhio al Ciclo dei Robot di Asimov che ho apprezzato.
Conclusioni. Un’ambientazione carina e una storia semplice ma efficace, con anche l’aggiunta del fattore emotivo sui fuochi d’artificio che è una bella trovata. Con un po’ di accento all’uso delle tecniche di mostrato a discapito del raccontato, e con una revisione del finale un po’ frettoloso, potresti ampliare il racconto e farlo veramente splendere. A parte questo: complimenti.
LA TORTA IN CIELO.Prime Impressioni. Ho letto il racconto più volte, e temo di non essere riuscito a cogliere pienamente tutti i punti della trama. Mi dispiace, ma la lettura di questo pezzo è molto faticosa.
Aderenza al tema. Ci sta tutto. L’unica cosa è la morte del protagonista: qui fatico a capire chi è che dovrebbe portare il pdv, quindi non so a chi attribuire la bandierina di protagonista. Se i personaggi sono tutti coprotagonisti, allora ok.
Punti di miglioramento. Ti rimando alle note che ti ho fatto per gli altri tuoi racconti. In genere, anche qui fatico a leggere il pezzo con la giusta attenzione perché le frasi sono molto lunghe e zeppe di dettagli che appesantiscono la lettura (un esempio per tutti, nella prima frase: levando il dettaglio descrittivo degli stivali non si cambia nulla di utile alla narrazione e si rende tutto più fluido).
Punti di forza. Tutta la scena è un dialogo tra i personaggi, che svelano di volta in volta i motivi e le circostanze della fine del mondo. Buon espediente, anche se dal punto di vista della narrazione di una storia forse è un po’ poco. I dettagli che descrivi, anche se superflui, sono comunque suggestivi (bella la pelle del salmone così ruvida da sembrare rosicchiata da un gatto). Cerca di usarli meglio, dosarli e introdurli solo se necessario e con uno scopo ben preciso.
Conclusioni. Cerca di puntare più che alla bellezza delle figure che evochi, alla linearità e alla comprensione del testo da parte di chi dovrà leggere il racconto, a costo di sacrificare parte dei dettagli descrittivi. Per il resto, hai già dimostrato altre volte di possedere proprietà di linguaggio e fantasia, e anche stavolta confermi le tue doti. Il mio consiglio: punta di più alla semplicità e alla scorrevolezza del tuo testo; quanto al resto: ti invidio. Sul serio. Vorrei avere la capacità che hai tu di evocare certi dettagli. Si vede che hai un "occhio allenato".
Questione di Sopravvivenza. Prime Impressioni. Un pochino confusionario a causa dei molti personaggi, ho dovuto leggerlo due volte per figurarmi tutte le scene, ma al netto di questo un racconto piacevole.
Aderenza al tema. Tutto a posto, a mio parere anche i bonus possono venire assegnati senza problemi.
Punti di miglioramento. Come ti ho già scritto, la presenza di un gruppo di personaggi corale in un racconto così breve rende la lettura meno facile (hanno anche nomi un po’ complicati che cambiano qualche volta grafia durante il racconto). Il pdv sembra essere assegnato a Davide, ma spesso e volentieri oscilla (ho trovato la focalizzazione meno efficace soprattutto nelle parti in cui compare Sam). Questo è di sicuro causa della terza persona (con interventi da narratore onnisciente, in alcuni punti). La terza persona è una brutta bestia, rende la focalizzazione molto difficile. Io stesso non la padroneggio bene, quindi non saprei nemmeno indicarti con sicurezza eventuali “errori”; se posso comunque tentare di indicarti delle parti meno riuscite, ti segnalerei quando Davide rimane legato a letto e ti riferisci a lui come “all’uomo”, mettendoti nei panni di Sam. Personalmente, sto cercando di imparare a scrivere in terza persona usando un narratore esterno con focalizzazione interna, ovvero pensando a una telecamera attaccata alla spalla del protagonista, con un filo attaccato anche al cervello per percepirne pensieri e sensazioni (da esporre senza mai usare verbi percettivi). Ci sto lavorando, ed è un compito ingrato.
Lo stile che usi è raccontato, con dei dettagli visivi ben resi, che aiutano a mantenere alta l’attenzione. Limerei un pochino tutti i “disse” e simili in favore dei beat, proprio per instradarmi verso la giusta focalizzazione.
C’è un bell’
as you know Bob in cui Davide e Maria Antonietta spiegano al lettore la causa dell’estinzione della razza umana (qui nessun problema per le modalità con cui stermini l’umanità, anzi, usare fatti di attualità fornisce gratuitamente un punto di ancoraggio sensibile e il lettore lo apprezza).
Se posso ora iniziare a fare veramente il rompipalle, al protagonista manca un arco: ovvero tutto gli capita quasi per caso, anche la sua morte è accidentale. Insomma, è un po’ passivo (anche nel racconto di Nazareno il personaggio muore per caso, ma io lì vedo più un fatal flaw, ovvero il ragazzino che disobbedisce e si mette nei guai seri: lui fa una scelta, e questa lo porta a fare una brutta fine; basta così poco per rendere una storia più efficace e spingere il lettore a simpatizzare col protagonista).
Ultima cosa (poi basta con le rotture di palle, prometto
) quando hai parlato dello scorpione in concomitanza col prurito al naso, ho subito collegato le due cose, e per un momento mi ha confuso.
Punti di forza. Per quanto numerosi, i personaggi sono tutti ben caratterizzati, ognuno con il loro aspetto fisico, le sue abitudini e il suo modo di parlare. Il ragioniere strizza l’occhio al dottor Stranamore, con la sua idea di ripopolare il mondo a suon di famiglie promiscue. Questo è un punto a tuo favore. Il finale, per quanto semplice, è efficace (subito ho pensato a Verdone e al suo
'O famo strano? ). La trama, per quanto semplice, mi è piaciuta. Può capitare che le storie semplici siano migliori di certi voli pindarici, e questa storia mi piace anche per questo.
La sola esistenza del gruppo male assortito che descrivi, basta a far capire bene l’ambientazione post-apocalittica; peccato ancora se ripenso a quell’
as you know Bob in cui tutto è così esplicitato, ti bastava solo un accenno alle vaccinazioni anti-covid finite male e potevi tranquillamente andare avanti senza bisogno di altro, magari inserendo nel tuo gruppo corale anche un infermiere moribondo, o un cadavere analogo.
Mi sono piaciuti anche alcuni dettagli che hai descritto: la lumaca di Swarovski fracassata al suolo, la coppia di hippie che balla e il tizio che ci gira attorno come un satellite, il parquet (che si sporca, risuona al rumore degli zoccoli…).
Conclusioni. Un racconto con delle potenzialità: con un po’ di pulizia sarebbe un gioiellino, hai una buona capacità di caratterizzazione dei personaggi e la capacità di figurare le scene con pochi elementi. Magari con più caratteri potresti espandere un po’ la trama e dare più spazio ai molti personaggi che introduci. Comunque, un buon lavoro.