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Skannatoio Maggio - Giugno 2021 - POLLY RUSSELL, TESSAGLIA: OPERAZIONE M.I.S.H.A.

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view post Posted on 3/6/2021, 13:07
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Custode di Ryelh
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Si, due settimane
 
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Ultimo giorno!

Dove sono i nuovi racconti? :lol:
 
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view post Posted on 6/6/2021, 09:07
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Custode di Ryelh
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Me lo sto chiedendo anch'io...
 
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view post Posted on 6/6/2021, 19:17
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Il Tospanico Polemico

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Eccomi, finalmente consegno :))
Grazie mille per avermi dato questa possiblitá. Mi spiace, ho la penna veramente arrugginita, ma spero che possa pungere ancora! :D
(Non ho letto gil altri racconti, il tema è un po' un classico, spero non ci sia qualcosa di simile!)


Una giornata di merda- di David Galligani


Daniel si fermò a pisciare.
Il vicolo era buio e dall’odore non sembrava essere stato il primo ad avere quella idea. Si aprì la zip dei jeans e con un sospiro di sollievo cominció a liberarsi.
Aveva bevuto veramente troppe birre. L’avevano licenziato proprio oggi e non era riuscito a trovare niente di meglio da fare che passare il pomeriggio davanti al bancone di un bar.
“Non possiamo permetterle che metta in difficoltá la Direzione” aveva detto il suo capo.
Buffoni di merda: si erano intascati i fondi dei contribuenti con appalti truccati e guai a chi apriva bocca.
Sentí dei passi che si avvicinavano, ancora non aveva finito.
«Cazzo ma non finisci mai» disse sottovoce, un po’ come esortazione e un po’ come esclamazione.
Di sottocchio vide due sagome; si ingobbí un po’ in un istintivo gesto di protezione o d’imbarazzo.
Finalmente sembrava che stesse terminando. Mentre si stava sgrollando gli arrivo un colpo violento all’orecchio.
Tentennó e poi finí a gambe all’aria sopra il proprio piscio.
«Ti dovrei fare una bella multa, testa di cazzo. O sbatterti una notte dentro» disse una delle due sagome che gli si erano parate davanti al buio, la più bassa.
Daniel si rialzó vacillando.
L’altra figura, quella più alta, con una pedata lo rimandò per terra.
«Tranquillo che poi io ti tiro fuori» disse l’altro.
Entrambi gli sconosciuti risero.
Se non fosse bastato il giramento di coglioni di esser stato licenziato, essere malmenato e finire in una pozza del proprio stesso piscio fu più che sufficiente per dare una botta di adrenalina e fare tornare lucido Daniel.
Si rialzo stringendo i pugni, mezzo incurvato nella posizione di guardia del pugilato, si fece sotto a quello alto e lo centrò con un violento gancio destro.
Il suo avversario andò giù come un piombo.
«Che cazzo hai fatto imbecille? Ora sei morto!» Disse l’altro mettendosi in guardia e lanciandosi avanti.
Non fu una buona idea.
Nonostante fosse passato del tempo, gli anni di pugilato nelle pugni di Daniel si fecero sentire.
Il primo uno/due al volto spaccò labbra e naso.
Un potente diretto all’orecchio finì il lavoro.
Daniel rimase immobile per un attimo. Le mani gli tremavano per l’adrenalina. Il grosso anello col teschio che portava alla destra era completamente ricoperto di sangue non suo.
La camicia e i pantaloni erano completamente bagnati di piscio.
Adesso sì che si sentiva davvero uno schifo.
Non si soffermò oltre a pensare all’accaduto e si diresse il più velocemente possibile verso casa propria.



Giunto a casa si sfilò gli abiti quasi con rabbia e li gettò nel cesto dei panni sporchi.
Si infilò sotto la doccia, per levarsi di dosso la sbronza, l’idea di sporcizia e il giramento di coglioni. Si insaponò, si sciacquò e rimase un po’ a farsi massaggiare la nuca dal getto d’acqua calda.
La situazione era migliorata un po’.
Si asciugò, uscì dal bagno e si sedette sul divano: l’idea era quella di stordirsi con una serie TV che non richiedesse troppa attenzione prima di andare a letto.
Ma scorse nella barra in alto dello schermo della matrice l’icona dell’occhio attiva.
Un messaggio su Pure.
Si connesse ed entró nella room d’incontri casuali.
“Ciao, scopiamo?”

Il bello di quella stanza era che gli utenti erano molto diretti. Il fine era chiaro e l’anonimitá garantita dal fatto che conversazioni e foto scomparissero dopo pochi istanti.
Guardò la descrizione dell’utente: nella descrizione c’era solo l’icona del diavoletto, e nella foto di profilo un culo tatuato. E che culo. La distanza era “nei paraggi”.

Daniel rispose affermativamentne e dette l’indirizzo di casa propria. Che alla fine la giornata si riprendesse un minimo? Pensó.
Nell’attesa si prese un’aspirina e un caffè. Sistemò un minimo casa levando qualche paio di calzini sporchi a giro, rifece il letto e si mise i migliori boxer e vestiti puliti.
Con tutto quello che aveva bevuto sperava davvero di non fare cilecca.
Al momento era rimasto senza eventuali ausili dati dalla chimica moderna e poteva far conto solo sul proprio fisico.
I minuti passarono.
Forse non sarebbe venuta? Aveva sempre pensato che per una ragazza andare in casa di un perfetto sconosciuto di cui l’unica informazione che si ha è che ti vuole scopare non dovesse essere del tutto scontato.
Ci voleva un certo coraggio.
Anche lui si sentiva nervoso, mise su un po’di musica Jazz, poi ci ripensò e passò al rock, gli sembrò più adatto al profilo della ragazza.
Per quello che ne sapeva certo: due tatuaggi sul culo e un diavoletto nel profilo.
Si sedette sul sofá, impaziente. Si immaginò quel culo in tutte le posizioni possibili e pensò a tutte le porcate che ci avrebbe fatto.
Gli diventò duro.
Il campanello finalmente suonò.
Daniel si sbottonò un po’ la camicia, poi attese sulla porta semiaperta con il miglior sorriso e cercando di ostentare sicurezza e spavalderia.
Si udivano dei passi salire le scale.
Tre piani non si fanno in un minuto, e dal ritmo sembrava una persona in forma.
I passi erano sempre più vicini, alla fine arrivò sul pianerottolo del secondo piano e poi si girò per fare gli ultimi gradini che portavano all’appartamento di Daniel.
Tutta la sua sicurezza svanì di colpo.
Ci sono donne belle, donne attraenti, donne sensuali.
Poi ci sono quelle strafiche che ti fanno scordare anche il tuo proprio nome e balbettare come un cretino.
E questa fu esattamente la reazione di Daniel quando se la trovò davanti.
Lei lo guardò negli occhi. Sorrise ed entrò senza chiedere permesso o altro.
Daniel le si precipitò dietro.
«E quindi, scopiamo?» Disse la ragazza mentre si levava il giacchetto di jeans e lo tirava sul divano.
Daniel non perse tempo, si sfiló velocemente camicia e pantaloni. Lei si era seduta sul divano e si era tolta la maglietta.
Allungò le gambe in direzione di Daniel, che si chinò e cominciò a sfilarle lentamente i leggings.
Il suo corpo era quasi completamente ricoperto di tatuaggi.
Lei lo aiutò stirando e ritraendo le gambe, poi si levò il reggiseno.
Scese lentamente con il sedere, lui fece per toglierle le mutandine.
«Con la bocca» disse lei.
Daniel morse con delicatezza l’intimo della ragazza, mentre lei si girava ora da un lato ora dall’altro per facilitare la cosa. Le mutandine scivolarono per terra e la ragazza afferró la testa di Daniel con le gambe e se la portó all’inguine.
Daniel aveva il cazzo cosí duro che gli faceva male.
Si sfiló i boxer mentre con la lingua le leccava il clitoride.
Quando alzó una gamba per sfilarseli del tutto lei lo tiró giú. Lui perse l’equilibrio e finí per terra.
Lei salí sopra di lui, si fece penetrare e cominció a scoparlo. La sua fica stretta sembrava fare tutto da sola.
Lei si sporse sopra di lui e lo afferró per le mani.
Aveva una forza incredibile.
Daniel sorrise e cercó di scrollarsela gentilmente di dosso, ma non ci riusciva.
Poi provó con piú forza, ma il risultato rimase lo stesso. Lei continuava a scoparlo.
La guardó sorridere, i seni ballavano su e giú e i capezzoli erano duri come il marmo.
I sui capelli lunghi sfioravano i peli sul petto di lui.
Cominciava a essere un po’ spaventato, ma il suo cazzo era evidentemente di un’altra opinione.
«Come hai fatto?» Chiese lei.
«Come ho fatto cosa?»
«Come hai fatto a ucciderli»
Daniel rimase di ghiaccio.
Lei continuava a scoparlo lentamente.
«Erano due dei miei, non muoiono perché sì»
«D-due dei c-che?»
Lei strinse ancora piú forte. Daniel cercò di nuovo di liberarsi in tutti i modi, ma gli era impossibile.
«Io sono Satana» disse la ragazza « e quelli erano due dei miei agenti. Te lo chiedo di nuovo: come hai fatto a ucciderli, uomo?»
Daniel rimase in silenzio, paralizzato dalle parole di lei.
Normalmente si sarebbe messo a ridere, o avrebbe fatto una battuta sagace.
Ma troppe cose gli stavano facendo gelare il sangue in quel momento.
«Io non sapevo… Non credevo… Gli ho dato solo un paio di pugni. Hanno cominciato loro!»
«Un paio di pugni.» disse lei socchiudendo gli occhi.
Poi gli prese la mano destra.
«E quest’anello?» Chiese lei avvicinandogli al viso la mano.
Daniel guardò il grossa anello d’argento a forma di teschio come se non l’avesse mai visto prima.
«L’ho fatto fare io fondendo...»
«Fondendo cosa?»
«La croce che portava mio nonno.» Continuó «Io gli ero molto attaccato ma sono ateo e non credevo...»
«Doveva essere un tipo interessante tuo nonno» disse lei continuando a muoversi sopra di lui
«Era un eroe di guerra…»
«Mi hai preso qualcosa che mi apparteneva, e adesso io prenderó qualcosa di tuo» continuò lei
« Che ne dici della tua anima​?»
La ragazza lo guardava fissamente, e cominciò a scoparlo con un ritmo frenetico, finché Daniel con un gemito venne dentro di lei.
Lei rimase a fissarlo con uno sguardo potente e ipnotico.
Daniel perse la nozione di quello che gli stava accadendo.
Dopo un tempo indeterminado lei si alzó, prese i suoi vestiti e ancora nuda si diresse alla porta.
Daniel si sedette, si sentiva strano, abusato e umiliato.
La ragazza aprí la porta, giró lievemente la testa verso di lui, per vederlo con la coda dell’occhio.
«Se rivuoi ció che ti ho preso fammelo sapere.» disse.
E se ne andó.

La mattina dopo Daniel si sveglió da un sonno popolato di incubi.
Il sole era giá alto, erano le dieci passate, nonostante ció non si sentiva per niente riposato.
Ripensó agli avvenimenti del giorno prima: il licenziamento, la sbronza, la rissa e per finire la tipa fuori di testa. Ma forse quella se la doveva essere sognata, non poteva essere vera.
Prese una tazza da colazione e la riempì con il caffè della moka da quattro, poi si sedette in salotto.
Una bellissima luce dorata entrava dalla finestra, normalmente avrebbe apprezzato la cosa, Daniel amava fare colazione in salotto nella pace totale. Ma oggi non era cosí.
Mise su un po’ di musica.
Cominció con il jazz, ma Coltrane non lo attirava oggi.
Passò al rock ma nemmeno i Led Zeppelin lo trovavano d’umore.
Provó con il pop. Poi decise che non aveva voglia di ascoltare niente.
Posó sul tavolino del salotto la tazza ormai vuota, e le vide.
Le mutandine della ragazza.
Erano lí, sotto il tavolino. Le prese con la mano, erano reali.
Va beh, pensò, era solo una squilibrata. Con una forza disumana, certo, ma magari era lui ubriaco e per questo non era riuscito a liberarsi. Piuttosto avrebbe dovuto farsi qualche analisi, lei gli era saltata addosso senza usare nessuna preucazione e c’era il rischio che si fosse preso qualcosa.
Uscì.
Dato che era in vacanza forzata, pensó di prendersi una giornata di svago. Portò con sé un paio di libri che si era ripromesso di terminare da mesi e si diresse verso il piccolo bar dove andava di solito il sabato mattina a fare colazione e leggere il giornale.
La ragazza francese che serviva lo faceva emozionare sempre, e ogni volta si riprometteva di chiederle di uscire. Ma tutte le volte rimaneva lí imbalsamato come un cretino.
Questa volta entró, si diresse verso il bancone e la vide di spalle.
Le trecce bionde le incoronavano la testa, si giró e lo guardó con gli occhi azzurri e con un sorriso che normalmente gli avrebbe mozzato il fiato.
Oggi invece non sentí niente. Nulla.
Il vuoto piú completo.
Le chiese un cornetto e un cappuccino con cortesia ma con una freddezza totale.
Lei parve rimanerci male, e non fu l’unica.
Daniel rimase perplesso. Poi si sedette e tiró fuori dallo zainetto “I fiori blu” di Queneau.
Lesse due pagine, poi posó il libro.
Sarebbe stato lo stesso che leggere un elenco telefonico pagina per pagina: non vedeva il senso di farlo.
Adele gli serví la colazione.
Ma oggi anche i suoi cornetti preferiti sapevano di cartone.
Bevve rassegnato il suo cappuccino, salutó e uscí senza nemmeno guardarsi indietro.
Fece l’ultima riprova e si diresse verso il museo d’arte contemporanea.
Era solito passarci le ore, studiando e ristudiando le opere, cercando di seguire la visione dell’artista e trovando la bellezza lá dove sfuggiva alla maggioranza degli osservatori.
Ma si trovó un’altra volta davanti al nulla assoluto.
La bellezza aveva lasciato la sua vita.
Le emozioni facevano parte del suo passato.
Uscí per strada. Avrebbe voluto essere disperato, arrabbiato. Avrebbe voluto soffrire.
Ma non provava niente, aveva un buco al posto del cuore.
Un vuoto al posto dell’anima.
Cominció a passeggiare senza meta, incredulo e perplesso.
Finalmente vide una chiesa.
Una chiesa gotica, piuttosto piccola. Con delle bellissime e inquientanti gargolla. Davanti al grande portone di legno borchiato sedeva un grosso cane nero. Sarebbe sembrato quasi un lupo, se non fosse che era impossibile che un animale selvatico vivesse in una metropoli.
Si soffermó un attimo sulla soglia, dubbioso. Il cane lo fissava con occhi gialli.
Era veramente un animale enorme.
Decise di entrare, e per la prima volta da quando era adulto mise piede su suolo sacro.
Si inginocchió.
“Padre nostro, perdona i miei peccati” recitó col pensiero, “salvami da quest’oscuritá in cui sono piombato”
Si sentí alquanto ridicolo. E ipocrita. Si era sempre professato ateo e adesso si prostrava davanti a una croce? Rimase una ventina di minuti in ginocchio, poi stufo e certo dell’inutilitá del suo tentativo, uscí.
Nei giorni seguenti le cose non migliorarono.
La notte era popolata da incubi in cui appariva la ragazza, a volte come una donna meravigliosa, a volte come un demonio con corna e zampe caprine.
Durante le giornate passeggiava senza meta, ormai privo di sogni ed emozioni, e spesso incontrava il grosso cane nero, che appariva dal nulla e nel nulla sembrava sempre sparire.
La cosa strana era che nessun altro sembrasse farci caso, eppure un animale di quelle dimensioni doveva per forza se non intimorire per lo meno dare nell’occhio.
Finalmente si decise a seguirlo.
Non fu difficile, appariva e spariva dagli angoli delle strade, ma sembrava che volesse essere seguito.
E così fece Daniel.
Dopo aver percorso diverse centinaia di metri l’animale si fermò ai piedi di una panchina vicino a un laghetto di un parco.
Sulla panchina era seduta la stessa ragazza di qualche notte prima.
Daniel le sedette accanto, non provava nessuna emozione, ma il suo cazzo anche questa volta pareva essere di un’altra opinione.
«Vedo che sei contento di vedermi» disse lei.
«Non so piú che significhi la parola contento» rispose Daniel.
Lei sorrise di un sorrido maliziosamente perfido.
«Per molti non è un problema. Anzi arrivano a questo stato soli soletti, senza alcun bisogno d'interventi da parte mia.» disse «Però comprendo che per una persona di cultura e con una certa sensibilità questa situazione possa rappresentare un… inconveniente diciamo.»
«Che opzioni ho?» Chiese l’uomo.
«Beh dato che il tuo amichetto che sei andato a pregare non sembra aver nessun interesse in risolvere il tuo problema, non molte. Davvero ti aspettavi qualcosa da chi ha condannato l’umanità per una mela?»
Daniel non rispose.
«D’altra parte non è che mai abbia dato ascolto a nessuno… Quindi non ti sentire offeso da ció. Adesso puoi accontentarti di potere, controllo, sesso e violenza, come fanno molti. Oppure...»
«Oppure?»
«Oppure farmi un favore.»
«Che tipo di favore?» Chiese Daniel.
«Devi uccidere qualcuno.»
Daniel rise di un riso beffardo.
«Ma perché?»
«Il male non ha bisogno di una ragione.» rispose lei.
«Non sono un sicario, non saprei da che parte cominciare.»
«Oh non ti preoccupare sará facilissimo. D’altra parte non è che hai degli scrupoli adesso no?»
«No.» rispose Daniel.
Effettivamente l’idea di uccidere qualcuno non è che lo disturbasse affatto.
«Ma...»
«Non ti prenderanno. Nessuno lo saprà mai tranne me e te. Te lo posso garantire. Non ti devi preoccupare.»
Daniel ci pensò su. Gli sembrava accettabile.
Chi se ne fregava della vita di qualcuno se questo voleva dire poter tornare a godere della propria.
«Chi?» Chiese.
«La tua vicina, la signora che vive di fronte a te.»
«La signora Maria? Ma è solo un’anziana vecchietta!»
«Voglio che tu la uccida strangolandola.»
Daniel alzò le sopracciglia.
«Come vuoi,» disse alzandosi «poi spero di non avere a che fare mai più con te.»
Lei sorrise di nuovo.

Daniel prese la strada di casa.
Mentre percorreva il tragitto pensava freddamente a come avrebbe potuto portare a termine il suo piano.
L’avrebbe strangolata con una corda o con le mani? Come avrebbe fatto a farsi aprire?
Alla fine decise che la manera migliore fosse anche la più semplice. Dopotutto si conoscevano da anni e la anziana non avrebbe avuto alcun problema a farlo entrare.
E per uccidere una vecchietta le sue mani avrebbero dovuto essere un’arma più che sufficiente.
Aprì il portone di ingresso e salì freneticamente le scale.
Bussò alla porta della vicina.
Si udì una voce flebile rispondere.
«Chi è?»
«Signora sono Daniel. Il vicino di fronte.»
Poi il suono della serratura che si apriva.
Un esile signora con gli occhiali, sugli ottant’anni circa si affacció alla porta.
«Ciao Daniel» disse lei sorridendo «che cosa c’è?»
«No, niente… Una sciocchezza» rispose l’uomo «È che son rimasto senza detersivo per piatti, non è che me ne potrebbe dare un po’? Giusto per evitare di uscire di nuovo.»
«Ma certo!» disse lei «Entra, entra»
Daniel entró e chiuse con attenzione la porta dietro di sé.
Maria entró in cucina e Daniel la seguì.
«Ho quest...» cominció a dire la donna mentre Daniel la afferrava con forza alla gola.
Nei suoi occhi vi era sorpresa. E il dolore di chi si sente tradito.
Cercò di opporre resistenza, ma che possibilità può avere una anziana signora contro un uomo giovane e atletico. Con le esili mani cercò di respingerlo, poi di graffiarlo.
Poi afferró i polsi dell’uomo nel tentativo di liberarsi.
Ma Daniel stinse e strinse ancora. Nei suoi occhi la totale indifferenza.
Per uccidere qualcuno strangolandolo non ci vogliono pochi secondi ma interi minuti:
mentre la donna lasciava la presa e diventava sempre piú rossa in faccia, Daniel si rendeva via via conto di quello che stava facendo. Più lei moriva, più lui tornava a sentirsi vivo.
Alla fine la donna lasciò definitivamente la presa e si accasciò a terra, esanime.
Daniel rimase senza fiato, si guardò le mani e cominciò a piangere.
«Dio mio, cosa ho fatto, che cos’ho fatto?» disse inginocchiandosi accanto al cadavere.
«Bravo,» gli sussurró una voce giovane e femminile alle spalle « adesso sei mio. Per l’eternitá.»
 
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view post Posted on 6/6/2021, 19:52
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Yeeeeeeh! Complimenti per esserti unito! E... Si comincia a leggere.... Domani oggi sono impegnato XD
 
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view post Posted on 7/6/2021, 16:05

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Buon pomeriggio, ecco i miei commenti e relativa classifica:

I LUPI SONO TORNATI di Andrea Furlan Tema centrato. L’atmosfera è ben costruita, mostra una Bruxelles apocalittica per via degli innumerevoli conflitti che hanno sovvertito un equilibrio impensabile (piena integrazione culturale, tecnologie alla portata di tutti, Intelligenza Artificiale amica). Jesus Kowalski subisce la metamorfosi da antieroe a eroe in corso di narrazione. Prima perde i pezzi (in senso letterale, fra alcol e protesi tecnologiche sul punto di deteriorarsi, vedi la scena del panico in cui Sophie pare essersi spenta: e gli fa da cervello e occhio. Bellissimo spunto, questo, per caratterizzare l’Intelligenza Artificiale), poi, quando tutto sembra perduto, giunge il messaggio della sua vecchia organizzazione, i Lupi, gruppo terroristico che gli darà modo di vendicare la moglie e i figli (e il codice che gli inviano, con la frase in olandese, fa capo al Palazzo dell’UE). Interessante il tema degli americani cattivi che hanno rovinato una comunità arabo-europea ben integrata (vedi la moglie di Jesus).

NON È SEMPRE BELLO CIO’ CHE PIACE di Mentiskarakorum Tema centrato in modo geniale. Perché qui c’entra la realtà virtuale aumentata e una rivisitazione degli snuff-movies in versione edulcorata (chi ci rimette è il tuo avatar e l’originale è a casa ben pagato). Non solo, ma c’è anche il tema del ribaltamento dell’assassino (niente è come sembra). Il perfido Nizin (dà l’idea di far parte di un gruppo di adepti del maligno, visto il ritrovamento del cadavere della donna nella chiesa sconsacrata) non c’entra con l’ennesimo omicidio. No, c’è il riferimento a Niz, l’artista pazzo che uccideva davvero per creare donne dagli arti invertiti, membra squarciate. Mark Loudon ha perso la moglie ed è stato degradato per alcolismo, ma è resiliente. Eccolo sul luogo del delitto. E il colmo è che ad aiutarlo è l’hacker Ferguson, del quale deve indagare i traffici. Bellissima l’idea dell’escape-room dove si può morire, il travestimento di Ferguson da lupo e il fatto che tramite lui Mark trovi l’assassino è geniale, come pure il ridimensionamento degli artisti pazzi (ma non omicidi. Usano cadaveri. E il fornitore è il poliziotto Santini, che il Nostro va a trovare e ricompensa come merita). Scorrevoli i dialoghi. Bellissima la trovata della parola d’ordine che dà l’accesso all’escape room.

L’ENIGMA DEL LUPO di Nazareno Marzetti Tema centrato. Spunto molto bello: la scena della trasformazione di Rodolfo in cyborg è degna della sceneggiatura di un film giapponese. Mi è piaciuta anche la ricostruzione di Ancona e in breve la descrizione di come Rodolfo sia finito così (motivi economici e un docente in vena di esperimenti per creare nuove guardie pontificie o quantomeno i pezzi di ricambio). Mi è piaciuto il cambio di personalità del fratello Venanzio, prima vittima, lo si vede incosciente e portato via nel letto accanto e poi alleato del professore. Molto bello il conflitto fra i due, se si scontrano, uno dei due perde la vita: le armi sono il dischetto antivirus di Venanzio e il virus Lupo di Rodolfo, entratogli nella mente durante l’intervento di neurochirurgia. Molto bene anche l’incontro di Rodolfo con l’amica Giulia esperta di computer che lo mette sull’avviso: il lupo è qualcosa di pericoloso. Questo, malgrado l’aiuto che gli ha dato. Non è spiegato come è arrivato il lupo, ma è appunto questo lo spirito del racconto. Un enigma. Quindi, può essere l’incipit di un romanzo.
Attento, ti riscrivo le frasi corrette:
Da quella struttura antica (io aggiungerei: Per quel che ricordava, da quella struttura antica, visto che è carponi e non può vederla)
Devi liberare Venanzio. Dobbiamo trovarlo.
Gli diede un calcio sul ginocchio e riuscì a fargli perdere la presa
− Così avranno vinto – esclamò Rodolfo

Rodolfo si voltò e si lanciò sul fratello

LUPITA SCREAMS di Legno di Noce Tema centrato. Lo spunto delle nanomacchine iniettate dalla moglie nel corpo del marito prima di sparire ed essere fatta a pezzi da un cartello di trafficanti è molto interessante. C’è anche la canzone a donare empatia alla storia e a dare spessore al personaggio del vedovo Ethan, il quale acquisisce superpoteri grazie alle nanomacchine e si vendica su Nicolas, l’assassino della moglie (e tassista corrotto in una città davvero marcia, non solo per via dei rifiuti visti nella casa di Nicolas o nell’atmosfera soffocante della città, vedi l’alienazione dei lupi in gabbia costretti a inventarsi una preda). Ci sono anche le scene d’azione e i ragni meccanici a dare ulteriore potenza alla trama.
Attenzione:
− Ehi! – Busso sul casco.

DISPOSITIVO CEREBRALE MOBILE di Truemet Tema centrato. Descrizione del protagonista al risveglio davvero magistrale nella resa dei dettagli. Interessante lo spunto del DCM rubato (in pratica equivale a un furto d’identità). Ben congegnato il mondo che hai creato, fatto di pagamenti virtuali e della possibilità di un DCM provvisorio). Il protagonista si muove per indizi che ne chiariscono l’identità poco a poco attraverso dialoghi e descrizioni molto accurate (dialogo con la signora di mezza età che lo soccorre e quello con la cameriera Jessica, quella del bar del quale il Nostro ha conservato lo scontrino). Interessante che nel DCM provvisorio le informazioni lo portino nella casa di un uomo ricco (e lui non lo è) e anche che abbia tenuto un’informazione in memoria: è un tecnico informatico. L’esplorazione della casa e la scoperta del lupo ologramma che riattiva l’occhio del protagonista chiariscono il tutto. Il Nostro è stato clonato per uccidere il proprietario della villa (McKnight) al ristorante e il suo sosia è il vero se stesso (lo scopre usandone il DCM, in pratica una carta d’identità che si applica come un microchip, giusto?) Così è la fine per la povera Jessica. Molto bello l’omaggio a Polly Russell nei titoli della cineteca della villa.
Attento:
ti scrivo la frase corretta:
mi dà la nausea.
Scuoto la testa.
Scuoto di nuovo la testa

UNA GIORNATA DI MERDA di David Galligani Tema centrato. All’insegna del cambio di personaggio. I due poliziotti che sorprendono Daniel mentre urina nel vicolo sono in realtà emissari del diavolo. E lui ha appena perso un lavoro infernale (dove c’era corruzione). Interessante l’idea dell’icona del sito Pure in TV (un’icona dove si può chattare con utenti per avventure sessuali). Peccato che la bella ragazza con didietro diabolico in parecchi sensi (dalla bellezza ai due tatuaggi) sia il diavolo. E che gli rubi l’anima (qui in senso profondo, come possibilità di provare emozioni, godere dell’arte, amare qualcuno, come nel caso della bella cameriera francese, e anche apprezzare il cibo). Lo ha salvato dal peggio l’anello con il teschio (fuso da una croce appartenuta al nonno eroe di guerra), visto che il diavolo in forma di bella ragazza lo attira (bella la metamorfosi di lei in cane nero di aspetto lupesco). Tragico il finale: Daniel riottiene la possibilità di provare sentimenti, emozioni, ma deve uccidere l’innocua anziana vicina. Ed è dannato.
Attento:
ti riscrivo la frase corretta:
− Cazzo, ma non finisci mai
Vide due sagome di sottecchi
Si rialzò stringendo i pugni
− Che cazzo hai fatto, imbecille?
David rispose affermativamente
Il grosso anello d’argento a forma di teschio
La maniera più semplice
− Ciao, Daniel.

La mia classifica è soffertissima, siete tutti ottimi autori:

NON È SEMPRE BELLO CIO’ CHE PIACE di Mentiskarakorum

DISPOSITIVO CEREBRALE MOBILE di Truemet

I LUPI SONO TORNATI di Andrea Furlan

L’ENIGMA DEL LUPO di Nazareno Marzetti

UNA GIORNATA DI MERDA di David Galligani

LUPITA SCREAMS di Legno di Noce
 
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view post Posted on 7/6/2021, 23:58
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Felice di vedere che ce l'hai fatts, Tospanico. Questa edizione non sarebbe stata la stessa senza di te!!
 
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Ciao Shanda

Mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato il mio racconto.

Sì, sono d'accordo con te, questo prodotto potrebbe diventare abbastanza facilmente un romanzo anche perché ho dovuto mortificare moltissimo l'idea iniziale per poter rendere il racconto fruibile (anche se banale) nei 20k imposti.

Potrei valutare di riprenderlo e di ampliarlo. Anche perché scrivere nella versione futuribile di una città che conosco bene è stato appagante.
 
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view post Posted on 8/6/2021, 17:20
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CITAZIONE (shanda06 @ 7/6/2021, 17:05) 
Buon pomeriggio, ecco i miei commenti e relativa classifica:



NON È SEMPRE BELLO CIO’ CHE PIACE di Mentiskarakorum Tema centrato in modo geniale. Perché qui c’entra la realtà virtuale aumentata e una rivisitazione degli snuff-movies in versione edulcorata (chi ci rimette è il tuo avatar e l’originale è a casa ben pagato). Non solo, ma c’è anche il tema del ribaltamento dell’assassino (niente è come sembra). Il perfido Nizin (dà l’idea di far parte di un gruppo di adepti del maligno, visto il ritrovamento del cadavere della donna nella chiesa sconsacrata) non c’entra con l’ennesimo omicidio. No, c’è il riferimento a Niz, l’artista pazzo che uccideva davvero per creare donne dagli arti invertiti, membra squarciate. Mark Loudon ha perso la moglie ed è stato degradato per alcolismo, ma è resiliente. Eccolo sul luogo del delitto. E il colmo è che ad aiutarlo è l’hacker Ferguson, del quale deve indagare i traffici. Bellissima l’idea dell’escape-room dove si può morire, il travestimento di Ferguson da lupo e il fatto che tramite lui Mark trovi l’assassino è geniale, come pure il ridimensionamento degli artisti pazzi (ma non omicidi. Usano cadaveri. E il fornitore è il poliziotto Santini, che il Nostro va a trovare e ricompensa come merita). Scorrevoli i dialoghi. Bellissima la trovata della parola d’ordine che dà l’accesso all’escape room.


La mia classifica è soffertissima, siete tutti ottimi autori:

NON È SEMPRE BELLO CIO’ CHE PIACE di Mentiskarakorum

DISPOSITIVO CEREBRALE MOBILE di Truemet

I LUPI SONO TORNATI di Andrea Furlan

L’ENIGMA DEL LUPO di Nazareno Marzetti

UNA GIORNATA DI MERDA di David Galligani

LUPITA SCREAMS di Legno di Noce

Sempre molto gentile :) anche troppo. Con tutti quei "geniale" mi mandi in brodo di giuggiole X) Grazie per il commento e il posizionamento positivo.
 
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view post Posted on 8/6/2021, 20:02
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Una giornata di merda

Prime Impressioni. Ciao David, è la prima volta che ti leggo e ti commento, quindi piacere di leggerti. Ho letto il tuo racconto con piacere, specie all’inizio, andando avanti però il mio interesse ha iniziato a scemare fino al finale che non mi ha lasciato granché. Tutto spiegato tra poco.

Aderenza al Tema. Certamente il tema della perdita c’è, il cane/lupo c’è ma non so a cosa serva e non ho trovato l’ambientazione cyberpunk. Qui non ho ben capito se si trattava di bonus o paletti veri e propri, quindi rimetto la decisione ai giudici.

Punti di Miglioramento. C’è qualche perdonabile refuso qua e là, ho trovato anche due ripetizioni, ma sono sciocchezze. Hai scelto un narratore in terza persona interno al personaggio (dimmi se invece non è così), e uno stile direi di puro tell. Premetto che non me ne frega granché di che stile uno scelga, per me basta che la lettura fili liscia. Proprio per questo motivo, ti segnalo qualche infodump all’inizio che mi hanno un attimo fermato, ma che comunque non sono troppo invasivi.
Lato trama, ho faticato ad affezionarmi al personaggio, per il motivo che è balia degli eventi/passivo. Specie nella seconda parte, a “patto” avvenuto, ho perso un po’ di interesse perché ormai avevo capito più o meno che piega avrebbe preso il racconto. Ho trovato un po’ forzato il passaggio del personaggio in chiesa, proprio perché la sua apatia nei confronti della religione era stata espressa in modo molto chiaro fin da subito.
Suggestivo questo cane/lupo che rappresenta la dannazione e che insegue il protagonista, ma non so bene se dia o meno valore aggiunto alla trama. La conclusione mi pare un po’ troppo netta e prevedibile. In più, se Satana aveva già la sua anima (tanto da trasformare la sua percezione del mondo), che bisogno aveva di fargli compiere un peccato mortale?

Punti Forti. Incipit molto valido, con scrittura scorrevole e molto d’impatto. Scene di sesso descritte molto bene, con una chiarezza di dettaglio tipica di narrazioni pulp. Prima parte del racconto molto buona, come già ti ho scritto, ma seconda parte un po’ meno.

Conclusioni. Penna arrugginita o no, il tuo tratto mi piace. La trama del racconto mi ha lasciato abbastanza indifferente, forse perché storie di questo tipo sono molto comuni, e la conclusione non mi ha dato quell’effetto sorpresa che penso avessi invece voluto lasciare.
Curioso di rileggerti la prossima volta, con una storia magari un po’ più originale, e un personaggio che compie una qualche evoluzione, invece di subire quello che gli accade e basta. Comunque, molto bene per la vividezza delle scene, si vede che non sei un novizio ;)


L’enigma del lupo

Prime Impressioni. Ciao Nazareno. Piacere di rileggerti. Belle idee, ma secondo me potevi sviluppare il racconto ancora un po’. Ho visto che hai usato poco più della metà dello spazio disponibile, peccato.

Aderenza al Tema. Direi che c’è tutto.

Punti di Miglioramento. Lato narrazione niente da dire. Tutto fila abbastanza liscio (a parte qualche refuso e ripetizione). Lato trama, però, ho trovato la conclusione un po’ affrettata. Il dialogo col fratello, con la spiegazione di tutti i retroscena, mi sa di chiusura un po’ frettolosa. La trama stessa inizia bene, col protagonista che viene trasformato suo malgrado in cyborg (e percepisce tutta l’operazione, bello ma un po’ incoerente), poi scappa e torna dal fratello, fine. No… manca qualcosa.

Punti Forti. L’idea dell’uomo trasformato suo malgrado in cyborg, col virus del lupo che prende il suo controllo, è molto buona. Interessante anche l’ambientazione di sfondo (anche se poco approfondita) con la restaurazione dello stato pontificio. Si tratta di una linea storica alternativa, o di un futuro distopico?

Conclusioni. Peccato, perché l’idea di base mi sembrava molto godibile, ma il racconto manca di mordente perché poco esplorato e sviluppato.


Lezione di Demonologia

Prime Impressioni. Ciao Alexandra, piacere di rileggerti. L’idea di base del tuo racconto mi è piaciuta e l’ho letto quasi senza difficoltà.

Aderenza al Tema. Non so bene se c’è l’ambientazione cyberpunk, ma il resto sì.

Punti di Miglioramento. Ci sarebbe un po’ di pulizia da fare per rendere il testo più scorrevole, però ho capito tutto già a una prima lettura. Quindi, bene. Piuttosto che un inizio in medias-res, qua avrei preferito qualcosa di più lineare, con la protagonista che subisce lo scambio stregonesco e poi cerca di capire come risolvere il problema. Forse la risoluzione è un po’ troppo semplice, alla fine trovare questa strega è stato facile, e lei stessa si è rivelata molto incline alla collaborazione. Forse è questo il vero dettaglio che mi ha impedito ad apprezzare appieno la trama (anche tu avevi più spazio a disposizione, avresti potuto ampliare questa ricerca della verità).

Punti Forti. Bella questa immagine del demone in bottiglia, come anche la scena onirica della lezione universitaria, con gli allievi che si trasformano in lupi. Il finale anche mi ha colpito (la professoressa che si lascia divorare dai demoni, anche se non ho ben capito perché lo faccia).

Conclusioni. Andrei a lavorare sulla narrazione per renderla un po’ più fluida pulendo qualche dettaglio che a volte è inserito senza aggiungere troppo alla trama in sé. La storia mi è piaciuta, questo demone in bottiglia è degno di un episodio di Dylan Dog.


Lupita Screams

Prime Impressioni. Ciao Signor Di Noce, piacere di rileggerti. Ho faticato un poco a leggere il tuo racconto, tutto spiegato tra poco.

Aderenza al Tema. Mi sembra che ci stia tutto.

Punti di Miglioramento. Riguardo al narratore, hai scelto una prima immersiva. Purtroppo leggendo il tuo pezzo ho sofferto un po’ l’effetto “telecronaca” tipico del mostrato puro. Sinceramente, io stesso sto faticando per cercare un compromesso tra la tecnica del tell e dello show don’t tell in modo tale da recuperare i punti di forza di entrambi i metodi, quindi non so al momento consigliarti su cosa migliorare e, sinceramente, non so nemmeno se ci sia qualcosa da migliorare. La tecnica che hai usato è declinata bene, usi le regole a menadito e dimostri di aver approfondito i manualoni di chi sappiamo noi. Però, parlo per gusto personale, i racconti scritti in questo modo non sono i miei preferiti.
Sarà anche che hai farcito il racconto di scene d’azione (cosa a cui sono allergico: cerco sempre di ridurle all’osso e se proprio voglio azione mi metto su un film con Schwarzy, senza scomodarmi a leggere un libro), quindi il lettore è proprio costretto a figurarsi tutti i minimi dettagli dei movimenti e delle sparatorie, con l’effetto che tutto è un po’ pesantino da digerire. Sempre opinione personale, non prendertela, veramente.
Lato narrazione, il tuo protagonista sembra uscito da Terminator Genesis, quindi niente di nuovo. Forse è un po’ troppo figo per permettere di affezionarsi veramente a lui: è praticamente invulnerabile e sgravissimo, tanto che appena lo minacciano di morte lui letteralmente alza le spalle e dice: “chissene, provaci pure, tanto non ci riuscirai”, quindi come faccio a empatizzarci? Bisogna sempre mettere il proprio personaggio davanti a delle sfide, a degli ostacoli, e più queste cose sono difficili da superare, più il lettore si sentirà coinvolto dalla storia.

Punti Forti. Anche io sono un fan dei cattivoni che godono a fare a pezzi le proprie vittime (ah! Abbiamo avuto un’idea molto simile per i nostri racconti), quindi tutti i dettagli grandguignoleschi che hai mostrato me li sono goduti. Non male anche come hai scelto di inserire il lupo. Mi sono piaciuti anche i ragni-manette, peccato che il protagonista sia così figo da farli a pezzi subito :)

Conclusioni. Inzomma… a parte i dettagli macabri, il tuo racconto non mi ha coinvolto granché. Al di là del personaggio coi superpoteri, il consiglio che ti do è quello di trovare il modo di rendere la voce narrante ancora più personale e di limitare l’effetto “telecronaca”, anche al costo di scendere un po’ nel tell.
Gusto personale, decidi tu. Alla prossima!


Dispositivo Cerebrale Mobile

Prime Impressioni. Ciao truemet. Piacere di leggerti. Il tuo racconto mi è piaciuto, anche se, forse per colpa mia, non ho colto il finale.

Aderenza al Tema. Mi sembra tutto ok.

Punti di Miglioramento. Non starò a farti le pulci, perché non credo che tu ne abbia bisogno. C’è solo una nota stonata nel finale. Il pdv dice “adesso ricordo tutto” e poi metti un punto. Lì mi sono detto “cosa ha ricordato?”, è un pdv in prima persona e quindi non può nascondere dettagli al lettore: deve dirci tutto quello che il tuo personaggio pensa... Tra l’altro: quello che ricorda io non l’ho capito, e di conseguenza mi manca cogliere il succo della vicenda. Lo hanno clonato… perché? Sarebbe un sicario? Boh. A cosa serve il lupo che vede? È un programma che aiuta in qualche modo il personaggio, ma da dove viene? Chi ce l’ha messo?

Punti Forti. Hai scelto una prima persona immersiva, che spesso usa il tell. Non mi è dispiaciuto, anzi. A differenza del corrispettivo racconto di Legno di Noce, qui non ho avuto difficoltà a seguire la narrazione e l’effetto telecronaca c’è, ma è molto minore. Quindi, molto bene. Ho apprezzato molto la scena in cui il pdv va al cinema e scorre il campionario dei film, dai titoli bizzarri e divertenti (quando ho letto “007 va in pensione” mi sono messo a ridere, e non capita spesso).
La vicenda in sé funziona molto bene, il tizio si risveglia senza memoria e deve ricordare chi è. Il leitmotiv è tipico di molti film di fantascienza, come Atto di Forza, Paycheck e anche di commedie, come il noto Notte da Leoni. Insomma, sappiamo che questo trucco funziona bene, e anche qui lo usi a dovere.

Conclusioni. Ho letto il racconto volentieri, proprio perché incuriosito di sapere cosa c’era sotto e di capire chi era in realtà il pdv e perché ha perso la memoria, ma il finale non mi ha permesso di capire tutto, forse per colpa mia, sia chiaro. In definitiva, un buon pezzo, andrà alto in classifica.


I Lupi sono arrivati.

Prime Impressioni. Ciao Andrea! Di nuovo benvenuto tra noi! Il tuo racconto mi è piaciuto, mi ha colpito la tua capacità di trasmettere le emozioni di questo personaggio, veramente distrutto per aver perso la sua famiglia. Tutto spiegato tra poco.

Aderenza al Tema. Tutto a posto, c’è tutto: lupo, cyberpunk, e disperazione.

Punti di Miglioramento. Hai scelto una prima persona che ha sia elementi immersivi, che di tell puro. Ci sono degli infodump e a volte la voce narrante mi sembra un po’ troppo lucida, anche se dice di se stessa di essere confusa. Tuttavia, anche se il tuo stile non ricalca nessuna “regola” di show don’t tell o fregnacce varie, mi ha colpito molto. In realtà, in questa sezione coi punti di miglioramento, farei forse meglio a invitarti ad ampliare questo racconto in qualcosa di più, poiché la risoluzione mi è sembrata un po’ affrettata, con la “sorpresa” dei terroristi che fa da “deus ex machina” per la risoluzione di tutti i problemi del protagonista. Avrei preferito una conclusione diversa, anche se questa non è male.
Una cosa della trama che non mi ha convinto, è la facilità con cui il protagonista si infila nel quartiere proibito (sfruttando un semplice cambio guardia), forse in vista di un eventuale ampliamento ti suggerisco di rendere questa parte più difficoltosa.

Punti Forti. Ottima ambientazione, una Bruxel futuristica che ha perso il suo ruolo di centro dell’Unione Europea, per diventare l’ennesima città periferica bombardata dalla guerra. La voce narrante mi sembra molto ben caratterizzata, gli infodump con flash sul passato e la moglie perduta mi sono piaciuti (di solito mi rallentano la lettura, ma qui li hai messi, secondo me, dove serviva, in concomitanza di ricordi, e pertanto non sono invasivi). La disperazione di questo derelitto d’uomo si sente tutta, il suo fallimento e la sua voglia di riavere indietro la sua famiglia, con la rassegnazione per la sua situazione… non male. Certo, il tell ti ha dato una bella mano, ma è questo quello che anche io cerco di fare: uno stile che mescola le due tecniche (raccontato e mostrato) cercando di tirare fuori il meglio da entrambe. Mi ha particolarmente colpito il risveglio “traumatico”, in cui il protagonista (Jesus, non a caso resuscita) cerca con la mano la moglie che non c’è più. Anche la tecnologia, con questo Google personale impiantato in testa, è un futuro che sento possibile.

Conclusioni. Il tuo racconto mi ha colpito per come sei riuscito a comunicare l’interiorità del protagonista, i suoi fallimenti e le sue sconfitte. Mi ha convinto di meno il finale, un po’ di comodo, in cui tutto viene risolto da qualcun altro. Comunque un racconto che ho letto molto volentieri, a presto a rileggerci!


La Classifica

Sia chiaro che mi sono arrovellato per capire chi mettere in prima posizione. Le mie due alternative erano “I Lupi sono arrivati” e “Dispositivo Cerebrale Mobile”. Per quanto tutti e due i racconti, a mio personalissimo avviso, abbiano qualche elemento di possibile miglioramento, il racconto di Andrea mi è piaciuto di più per la scrittura molto evocativa, mentre quello del signor Truemet mi è piaciuto di più come trama (sebbene mi manchi qualche tassello per capirla tutta). Alla fine, ho deciso di premiare il racconto di Andrea, proprio perché lodo il modo con cui è riuscito a dare una voce chiara e distinta al suo protagonista (la caratterizzazione dei personaggi è il mio noto tallone d’Achille, su cui sto cercando di lavorare da molto tempo), ma lo invito a rivedere la conclusione della storia, che mi pare un po’ indegna di una buonissima prima parte.

1. I lupi sono arrivati
2. Dispositivo cerebrale mobile
3. Una giornata di merda
4. L’enigma del lupo
5. Lezione di demonologia
6. Lupita screams
 
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view post Posted on 8/6/2021, 22:10
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Prime Impressioni. Ciao Nazareno. Piacere di rileggerti. Belle idee, ma secondo me potevi sviluppare il racconto ancora un po’. Ho visto che hai usato poco più della metà dello spazio disponibile, peccato.

Grazie mille. Purtroppo lo so. Se hai seguito i miei mal di pancia questo mese, il mio principale problema è stato che la prima stesura era troppo lunga: finito con molto k di troppo e ho preferito riscrivere da zero piuttosto che tagliare. Nel riscrivere da zero ho eliminato veramente molte tematiche che volevo affrontare e anche tutto il corpo della trama. So che avrei potuto fare di più ma mi sono incasinato con le mie mani :D

CITAZIONE
Aderenza al Tema. Direi che c’è tutto.

Punti di Miglioramento. Lato narrazione niente da dire. Tutto fila abbastanza liscio (a parte qualche refuso e ripetizione). Lato trama, però, ho trovato la conclusione un po’ affrettata. Il dialogo col fratello, con la spiegazione di tutti i retroscena, mi sa di chiusura un po’ frettolosa. La trama stessa inizia bene, col protagonista che viene trasformato suo malgrado in cyborg (e percepisce tutta l’operazione, bello ma un po’ incoerente), poi scappa e torna dal fratello, fine. No… manca qualcosa.

Temo di essere d'accordo con te :)

CITAZIONE
Punti Forti. L’idea dell’uomo trasformato suo malgrado in cyborg, col virus del lupo che prende il suo controllo, è molto buona. Interessante anche l’ambientazione di sfondo (anche se poco approfondita) con la restaurazione dello stato pontificio. Si tratta di una linea storica alternativa, o di un futuro distopico?

Futuro distopico. Sì nel tagliare ho portato via anche tutto il pezzo in cui davo un po' di contesto geopolitico. Ho lasciato lo stato pontificio nella speranza che il lettore potesse intuire tutto quello che ho preferito eliminare.

CITAZIONE
Conclusioni. Peccato, perché l’idea di base mi sembrava molto godibile, ma il racconto manca di mordente perché poco esplorato e sviluppato.

Grazie mille.

Farò tesoro :)
 
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CITAZIONE (MentisKarakorum @ 8/6/2021, 21:02)
Lupita Screams

Prime Impressioni. Ciao Signor Di Noce, piacere di rileggerti. Ho faticato un poco a leggere il tuo racconto, tutto spiegato tra poco.

Aderenza al Tema. Mi sembra che ci stia tutto.

Punti di Miglioramento. Riguardo al narratore, hai scelto una prima immersiva. Purtroppo leggendo il tuo pezzo ho sofferto un po’ l’effetto “telecronaca” tipico del mostrato puro. Sinceramente, io stesso sto faticando per cercare un compromesso tra la tecnica del tell e dello show don’t tell in modo tale da recuperare i punti di forza di entrambi i metodi, quindi non so al momento consigliarti su cosa migliorare e, sinceramente, non so nemmeno se ci sia qualcosa da migliorare. La tecnica che hai usato è declinata bene, usi le regole a menadito e dimostri di aver approfondito i manualoni di chi sappiamo noi. Però, parlo per gusto personale, i racconti scritti in questo modo non sono i miei preferiti.
Sarà anche che hai farcito il racconto di scene d’azione (cosa a cui sono allergico: cerco sempre di ridurle all’osso e se proprio voglio azione mi metto su un film con Schwarzy, senza scomodarmi a leggere un libro), quindi il lettore è proprio costretto a figurarsi tutti i minimi dettagli dei movimenti e delle sparatorie, con l’effetto che tutto è un po’ pesantino da digerire. Sempre opinione personale, non prendertela, veramente.
Lato narrazione, il tuo protagonista sembra uscito da Terminator Genesis, quindi niente di nuovo. Forse è un po’ troppo figo per permettere di affezionarsi veramente a lui: è praticamente invulnerabile e sgravissimo, tanto che appena lo minacciano di morte lui letteralmente alza le spalle e dice: “chissene, provaci pure, tanto non ci riuscirai”, quindi come faccio a empatizzarci? Bisogna sempre mettere il proprio personaggio davanti a delle sfide, a degli ostacoli, e più queste cose sono difficili da superare, più il lettore si sentirà coinvolto dalla storia.

Punti Forti. Anche io sono un fan dei cattivoni che godono a fare a pezzi le proprie vittime (ah! Abbiamo avuto un’idea molto simile per i nostri racconti), quindi tutti i dettagli grandguignoleschi che hai mostrato me li sono goduti. Non male anche come hai scelto di inserire il lupo. Mi sono piaciuti anche i ragni-manette, peccato che il protagonista sia così figo da farli a pezzi subito :)

Conclusioni. Inzomma… a parte i dettagli macabri, il tuo racconto non mi ha coinvolto granché. Al di là del personaggio coi superpoteri, il consiglio che ti do è quello di trovare il modo di rendere la voce narrante ancora più personale e di limitare l’effetto “telecronaca”, anche al costo di scendere un po’ nel tell.
Gusto personale, decidi tu. Alla prossima!

Ciao Mentis, mi dispiace che il mio racconto stia piacendo così poco.
Anche io ho notato che uno dei grandi limiti del mostrato è rendere la complessità della vita interiore dei personaggi. Certi stati d'animo, resi col fraseggio interiore verosimile, non convincono.

La mia idea era quella di incentrare il racconto sul ricordo del dolore, ovvero la possibilità del protagonista di rivivere su di sé il dolore della persona amata, quindi pensavo fosse una cosa abbastanza originale. Ho cercato di fare un arco di trasformazione compresso anche se è stata dura.

La scelta di rendere il protagonista così forte era dovuta all'idea di usare la gioia per il movimento del proprio corpo come un modo per allontanarsi dal bisogno di ancorarsi al corpo della moglie.

Mi rendo conto che è una cosa un po' complessa per un racconto di 20.000 battute.

Posso chiederti cosa ne pensi dei romanzi di Veporteppa? Trovi l'effetto telecronaca anche in quelli?
 
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view post Posted on 9/6/2021, 07:27
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CITAZIONE (Legno Di Noce @ 8/6/2021, 23:49) 
Ciao Mentis, mi dispiace che il mio racconto stia piacendo così poco.
Anche io ho notato che uno dei grandi limiti del mostrato è rendere la complessità della vita interiore dei personaggi. Certi stati d'animo, resi col fraseggio interiore verosimile, non convincono.

La mia idea era quella di incentrare il racconto sul ricordo del dolore, ovvero la possibilità del protagonista di rivivere su di sé il dolore della persona amata, quindi pensavo fosse una cosa abbastanza originale. Ho cercato di fare un arco di trasformazione compresso anche se è stata dura.

La scelta di rendere il protagonista così forte era dovuta all'idea di usare la gioia per il movimento del proprio corpo come un modo per allontanarsi dal bisogno di ancorarsi al corpo della moglie.

Mi rendo conto che è una cosa un po' complessa per un racconto di 20.000 battute.

Posso chiederti cosa ne pensi dei romanzi di Veporteppa? Trovi l'effetto telecronaca anche in quelli?

Hai ricevuto solo due commenti :) ce ne sono ancora molti da ricevere, e anche più autorevoli del mio, quindi non preoccuparti.
Che non mi sia piaciuto molto è sicuramente dettato dal gusto personale, quindi tranquillo. Non parlo dello stile (ci arrivo tra poco, anche per rispondere alla tua domanda), ma proprio per la trama. Il tuo racconto mi ha ricordato per certi versi "Pensa a Fleba" di Banks, capostipite di una fortunatissima saga di fantascienza anni '80-'90. Il libro di Banks era un continuo susseguirsi di scene d'azione (lunghe anche un capitolo) in cui il protagonista (sgravissimo anche lui) portava a termine una specie di missione con scarse possibilità di essere fatto fuori (era, appunto, sgravissimo). Non mi è piaciuto per niente, sia perché trovo molto difficili da seguire le scene d'azione nei romanzi (ti rilassi un secondo, e hai perso millemila passaggi e non sai come il tuo protagonista sia finito lì) e perché il personaggio non mi ha lasciato granché. Il tuo racconto verte in quella direzione, col protagonista cui hanno impiantato questi naniti alla Terminator Genesis, certo, ha il coccolone per sua moglie, ma tutto passa. Non so se mi sono spiegato, manca qualcosa. La cosa che hai cercato di fare è senz'altro difficilissima, magari, se posso buttarla lì, ricorda il manualone della Marks: se un personaggio ha un fatal flaw, questo deve essere tale da impedire al tuo personaggio di raggiungere il suo scopo. Quindi, il coccolone del tuo personaggio, deve impedirgli di essere sgravio :) magari sul momento di far fuori qualcuno, gli occhi della vittima, piangenti e supplicanti, gli ricordano quelli di sua moglie, così il cattivone che sta per ammazzare approfitta dell'occasione e gli sferra un bel gancio nelle parti basse. Il gradimento del tuo racconto, quindi, è più per la trama, che per lo stile. Il tuo racconto dell'edizione precedente mi era piaciuto molto di più, sebbene usasse la stessa tecnica :)
Arrivando alla tua domanda su Vaporteppa. Ho letto solo "Sangue del Mio Sangue", quindi quello che sto per dire è (comunque impressione personale) relativo solo a quel romanzo, non a tutta la collana (che conosco solo per quel titolo).
Diciamo che ho "inventato" il termine "effetto telecronaca" proprio dopo averlo letto (premettendo che sono stato più volte tentato di lasciarlo a metà e che tutte le altre persone che conosco che lo hanno letto mi hanno detto la stessa cosa :) )
Ho trovato quel libro pesantissimo da leggere, il ché dovrebbe essere un paradosso, visto che la scrittura immersiva unitamente ai dettami di Dara Marks costituiscono il Sacro Graal per ogni aspirante scrittore ;)
All'inizio del mio percorso, anche io ero affascinato dal manualone del Duca (e per certi versi, lo sono tuttora), però mi sono infine chiesto a quale autore voglio assomigliare o, perlomeno, a chi voglio ispirarmi. La risposta, personalissima, che mi sono dato, è quella di ispirarmi a scrittori veramente di successo, come King, Palahniuk (per dirti chi in effetti segue, anche se non interamente, lo show don't tell), ma anche autori più classici (la prima persona di Remarque conterrebbe, a detta di chi sappiamo noi, diversi "errori", eppure ho divorato i suoi romanzi, e mi hanno anche lasciato dentro qualcosa). Pensa anche a scrittori premi Nobel, come Ishiguro: "Quel che resta del giorno" è scritto in prima persona, ma è palesemente una prima persona di un personaggio che si siede su una sedia e racconta a un pubblico invisibile la sua storia. Tell puro.
Insomma, quando mi veniva detto che l'unico modo "giusto" per scrivere un libro è ispirarsi alle tecniche di mostrato, sono andato io stesso in libreria a controllare quanti romanzi usassero SOLO il mostrato. Risposta? Sto ancora cercando.
Certamente io non sono nessuno per salire su una cattedra e dire che la soluzione "giusta" sta in un connubio di raccontato e mostrato, per approfittare dei benefici di entrambe le tecniche (il tell ti permette di esprimere con più facilità l'interiorità del tuo personaggio, e la scrittura in mostrato può aiutare a rendere il testo privo di fronzoli e molto scorrevole).
Insomma, a mio parere è troppo comodo dire "scrivi così perché così è giusto", secondo me ogni tecnica ha i suoi pregi, ma occorre (e qui sta il difficile) scegliere la tecnica giusta a seconda di quello che si vuole scrivere, non il contrario. Si può usare un narratore onnisciente, si possono usare verbi sensoriali, si possono usare i dialogue tags, basta che ogni scelta sia consapevole.
Perdona la wall of text (ammetto di avere un po' il dente avvelenato, su certe questioni) :) so già che con questa mega sparata mi tirerò addosso le ire degli adepti, però come dice il buon Mark Twain "è più facile ingannare la gente, che spiegare a qualcuno che è stato ingannato".
 
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view post Posted on 9/6/2021, 08:28
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Insomma, quando mi veniva detto che l'unico modo "giusto" per scrivere un libro è ispirarsi alle tecniche di mostrato, sono andato io stesso in libreria a controllare quanti romanzi usassero SOLO il mostrato. Risposta? Sto ancora cercando.
Certamente io non sono nessuno per salire su una cattedra e dire che la soluzione "giusta" sta in un connubio di raccontato e mostrato, per approfittare dei benefici di entrambe le tecniche (il tell ti permette di esprimere con più facilità l'interiorità del tuo personaggio, e la scrittura in mostrato può aiutare a rendere il testo privo di fronzoli e molto scorrevole).
Insomma, a mio parere è troppo comodo dire "scrivi così perché così è giusto", secondo me ogni tecnica ha i suoi pregi, ma occorre (e qui sta il difficile) scegliere la tecnica giusta a seconda di quello che si vuole scrivere, non il contrario. Si può usare un narratore onnisciente, si possono usare verbi sensoriali, si possono usare i dialogue tags, basta che ogni scelta sia consapevole.
Perdona la wall of text (ammetto di avere un po' il dente avvelenato, su certe questioni) :) so già che con questa mega sparata mi tirerò addosso le ire degli adepti, però come dice il buon Mark Twain "è più facile ingannare la gente, che spiegare a qualcuno che è stato ingannato".

Non penso che tu debba sentirti a disagio nel criticare alcuni dogmi. Considera che la tesi secondo cui la narrativa immersiva è sempre superiore al raccontato non ha alcun riconoscimento accademico.
Non ce l'ha nei dibattiti tra letterati, tra filosofi e neanche tra i neuroscienziati.
Le tesi strutturaliste di Dara Marks e di Campbell hanno svariate obiezioni, ad esempio da parte di poststrutturalisti come Paul.B.Armstrong.
Così come ha obiezioni il concetto di catarsi. L'idea secondo cui il ruolo di un romanzo sia quello di farmi imitare le azioni del protagonista non solo è criticabile nella sua effettiva possibilità di realizzazione (non ci sono studi longitudinali, paragonabili a quelli fatti per le psicoterapie, che comparano gli effetti a lungo termine di un tipo di romanzo rispetto a un altro dimostrando l'efficacia di queste tecniche), ma anche nella sua morale: è giusto cercare di cambiare il comportamento di qualcuno nella direzione della morale mia e del mio personaggio? Alcuni filosofi e psicoanalisti non la troverebbero affatto una cosa positiva. Così come non la troverebbero tale critici letterari che guardano con sospetto la letteratura quando viene fatta come mezzo per un fine sociale (vedi il saggio "Contro l'impegno" di Walter Siti).

Personalmente adotto questo stile perché mi piace l'idea di far coincidere il mondo narrativo con il filtro sensoriale e psicologico del mio personaggio, ma questo non vuol dire che disprezzi i libri scritti in raccontato, come quelli di un Kundera o di un Roth.
Continuerò a usare il mostrato, ma devo trovare un modo per snellirlo un po', specialmente nei racconti, che si prestano a un ritmo più veloce.
 
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CITAZIONE (Legno Di Noce @ 8/6/2021, 23:49) 
Ciao Mentis, mi dispiace che il mio racconto stia piacendo così poco.

Se ti spaventi per il commento di Mentis, quando leggi il mio scapperai a gambe levate :lol:
 
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