Forum Scrittori e Lettori di Horror Giallo Fantastico

Skannatoio Settembre - Ottobre 2021, Going postal!

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view post Posted on 11/10/2021, 16:08

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Ciao Mentiskarakorum, grazie delle impressioni sul mio racconto. Scusa del lato grezzo di molte parti, ho tentato con la SF, da sempre la mia Passione (nel senso che mi piace, ma mi fa patire). Farò tesoro del tuo parere e di quello di Leonardo sia per quando rimetterò mano a questo lavoro sia quando mi impegnerò su spunti di quel tipo. Devo proprio stare attenta alla caratterizzazione dei personaggi.
 
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view post Posted on 11/10/2021, 17:42
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CITAZIONE (Leonardo Pigneri @ 11/10/2021, 12:54) 
Grazie mille Matteo per l'estensivo Feedback!
Completamente d'accordo con te su tutti i punti. Forse proprio per il fatto di aver cercato di dipingere un mondo fantasy in 25.000 caratteri, non sono soddisfatto io stesso di come sia uscito il racconto nel complesso. Comunque mi piace risponderti in merito a tutte le argomentazioni. Iniziamo dal tema, sul quale forse c'è stata un po' di confusione:
- La consegna che la protagonista deve fare è la principessa stessa, nessuna missiva. La finestra è stata rotta per entrare nella sala del matrimonio.

Ottimo, come dicevo erano dettagli che mi ero perso.

CITAZIONE
- Come te, anche io mi sto ritrovando a dover imparare a bilanciare, di racconto in racconto, i vari aspetti delle storie. Nell'ultimo (quello sull'antica Roma) la trama era di una semplicità disarmante, ma il protagonista era risultato abbastanza delineato. Qui allora mi son detto: spingo di più sulla trama e il gioco è fatto!
Invece no. X)
Inevitabilmente, per focalizzarmi sulla trama, mi è uscito un protagonista debole.
Siamo più o meno sulla stessa barca, anche se penso tu sia più vicino a trovare un buon bilanciamento. Dal prossimo racconto proverò a fare assolutamente di meglio. Questi scambi con te mi stanno motivando tantissimo!

Ne sono contento :)

CITAZIONE
- Sulla realizzazione finale, anche qui, hai colto nel segno. Banale e già vista. Ma, seppur ci abbia pensato durante la stesura, non mi è venuto in mente un modo migliore per far emergere le semine (senza ovviamente occupare altri 5000 caratteri). Se avevi quindi un'idea su come fare diversamente, qui mi piacerebbe avere il tuo input. (Ovviamente è legittimo non ti venga nulla così su due piedi, in quel caso anche il solo feedback mi è stato utile nell'individuare "l'indigesto")

Spostare il pdv sulla principessa sistemerebbe anche questo :) però, se proprio volessimo mantenere le cose come stanno, forse potresti far intervenire il personaggio sulla base di una osservazione esterna, piuttosto di una rivelazione alla Sherlock Holmes. Magari usare il potere delle mutande ha un effetto sull'ambiente circostante (magari, che ne so, assorbe tutta la luce), e la tizia (che conosce nel dettaglio l'effetto delle mutande) a quel punto comprende cosa ci sta sotto e agisce.

CITAZIONE
- Per il mostrato, sì, tutti questi racconti sono fondamentalmente esercizi di scrittura nell'adottare la scrittura trasparente (cosa che ho scoperto da pochi mesi). Conto in futuro di sporcarla di più perché il mostrato al 100% serve a poco e potrebbe risultare un po' asettico (se fatto male).

Sono d'accordo. Il mostrato va padroneggiato, la tecnica assimilata al punto di usarla con disinvoltura. Ma, occhio, quanti autori scrivono usando solo il mostrato? Andando anche a prendere I King, Palaniucchi, Chricton eccetera.. nessuno. Ognuno dosa tell e show a seconda della scena che deve descrivere. Occorre un po' di maturità per saperlo fare nel modo corretto, e mi sto sbattendo per questo (con risultati più e meno buoni, come sai).

CITAZIONE
Ok ho finito finalmente e, che dire? Grazie mille per l'ennesimo riscontro formativo che mi hai concesso!

P.S. Ho letto il racconto che hai scritto per l'ultimo contest MC e, beh, mi ha commosso. Davvero d'impatto a mio parere.

Grazie :] ci avevo messo parecchio impegno. Vediamo come va a finire con la finale.. e vedi di esserci anche tu, per la gara di lunedì prossimo ;)
 
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Leonardo Pigneri
view post Posted on 11/10/2021, 19:12




A meno che il racconto non mi faccia così schifo da cestinarlo (com'è successo per l'ultima edizione), ci sarò! xD

Comunque, avendo finito i commenti, ecco la mia classifica. Nessun dubbio a riguardo questa volta.

Classifica:

  1. Il Micio Merlino

  2. Il Re del Terrore

  3. L'Orma e la Voce



Edited by Leonardo Pigneri - 11/10/2021, 21:09
 
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view post Posted on 13/10/2021, 15:53
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Ciao a tutti,
Visto che manca poco alla scadenza, posto quindi anche io la mia classifica!

1) I mezzi della pace
2) Il re del terrore
3) L'orma e la voce

Grazie, a rileggerci la prossima volta!
 
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view post Posted on 13/10/2021, 16:00
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PERDONATEMI.
NON DISPERATE, STO ARRIVANDO!
 
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view post Posted on 13/10/2021, 22:10
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Buongiorno compagni di duelli letterari. Perdonate il ritardo, ma il lavoro mi sta letteralmente fagocitando, quindi ho un po’ sgomitato per trovare qualche buon momento per leggervi con attenzione e buttare giù le mie impressioni, ma innanzitutto vi ringrazio per le vostre, sempre puntuali e preziose, alle quali risponderò a breve. Leonardo ha fatto un lavoro così certosino che sarà difficile dire altro, ma ci provo.

Procediamo con ordine, inizierò da Shanda.

In primo luogo, piacere di leggerti e fare la tua conoscenza.

Tema e bonus: tutti e tre ok!

Punti di debolezza:
Partirò dai particolari per fare poi un commento generale.
Può essere un appunto un po’ cretino, lo ammetto, ma nelle prime righe descrivi tre cose come blu (divisa, cappello e luce). Quando l’ho letto la terza volta mi ha infastidito. Mi dirai: “Eh, ma cosa ci posso fare se la luce è blu?”, non so avrei preferito specificassi di che blu si tratta, invece che ripeterti. Che blu è? Ceruleo, indaco, acquamarina, ciano? Quel “blu” ripetuto e così vago non mi dà modo di entrare davvero in contatto con ciò che immagino mentre leggo, non so se mi sto spiegando.
“(...) comunicavano insonnia e altro.” anche quest’ultimo “altro” ha una vaghezza che non mi convince.
“vide le lancette scorrere verso l’ora del loro arrivo”, questo modo di scrivere non mi permette davvero di immergermi nel testo, avrei piuttosto scritto qualcosa di questo tipo: “vide le lancette scorrere verso le otto, a breve i suoi sarebbero tornati”.

“abitazioni simile” refuso nella concordanza.
“non guardare in ogni caso”, in che senso “in ogni caso”? Non capisco proprio cosa significhi in questa frase.
“Tommaso scosse la testa, no, era troppo alto e magro per appartenere alla razza umana, inoltre, aveva una sorta di binocolo.” scritto così sembra che il fatto che possedesse quella sorta di binocolo sia un’ulteriore prova della non appartenenza alla specie umana dell’individuo in questione.
“Uscì di casa e attraversò la strada con l’impressione di essere seguito: guardò dietro di sé con la coda dell’occhio e vide la figura grigia seguirlo.” non serviva ripetere che lo stesse seguendo, era già chiaro.
“gli restava solo la capacità di fingere e la usò molto bene mentre andava a casa di Melissa.” anche in questo passaggio avrei preferito mostrassi come Tommaso finge, più che dirlo.
“Melissa equivocò le smorfie di lui”, sarebbe stato meglio scrivere “sue”, scrivendo “di lui” appesantisci inutilmente il testo.
Ho notato, specialmente negli ultimi paragrafi, che ripeti continuamente “Tommaso” appesantendo il testo, anche laddove non c’è nemmeno bisogno di specificare di chi si stia parlando.
“un tipo tutto muscoli alto il doppio di lui e dalla muscolatura massiccia.”, anche qui ti ripeti: hai già detto che il ragazzo in questione è muscoloso, quindi è implicito che la sua muscolatura sia massiccia.
“Lo sguardo vacuo di lui” vedi sopra, meglio “suo sguardo”.
“Tommaso capì che Melissa aveva avuto ragione”: capì che Melissa aveva ragione.
I dialoghi risultano un po’ inverosimili, “parlano” tutti allo stesso modo, che, a mio avviso, è un modo in cui non parla nessuno. Su questo punto mi trovo d’accordo con Mentis.
Inoltre Tommaso e Melissa risultano un po’ bidimensionali. Ora, è vero che non c’è molto spazio, dato il limite di caratteri, per scendere troppo in profondità, ma credo possano essere tratteggiati meglio.
Insomma, ammetto di aver fatto un po’ di fatica nella lettura, fatica nel senso che in diversi punti mi sono persa sia per una questione stilistica che contenutistica. Ho trovato alcuni passaggi un po’ ridondanti e altri quasi avulsi dal contesto. Insomma, la tua narrazione risulta un po’ farraginosa.


Punti di forza: L’idea di base è davvero carina e l’utilizzo che hai fatto della finestra è originale ed efficace, molto più centrato di quanto abbia fatto io.
Anche gli argomenti trattati sono interessanti e - perdonami Mentis se ti ricito - ma penso che adolescenza e alieni siano un connubio rischioso, ma se ben sviluppato comunque dal fascino inesauribile. Io, personalmente, avrei preferito emergessero di più i mostri e le ingenuità di quella stagione della vita che tanto ci manca ;) Insomma, io avrei snellito la trama (comunque bella) per rendere più efficace la comprensione e dare maggior profondità ai personaggi.


Ciao Mentis, è sempre un grande piacere leggerti.

Tema e bonus: ok per tutti e tre!

Punti di debolezza:
“ Al sol pensiero mangiare o bere con l’odore dei gatti…” ti sei scordato un “di”. Se proprio devo trovare qualcosa che non va, ma ammetto di essermi dovuta sforzare un pochino, forse è nel personaggio di Julia. Non fraintendermi, per l’amor del cielo, giocare con gli stereotipi è sempre bello, ma nei due tuoi racconti che ho letto sei stato capace di un’originalità vivace ed efficace. Avrei osato un po’ di più e giocato quanto hai fatto con Merlino senza rifarmi allo stereotipo della superbona sudamericana.

Punti di forza:
Beh, cosa dire? Racconto davvero bello e spassoso, scritto molto bene: è fluido e divertente, originale e il dialetto lo rende anche familiare. Io non sono di Trieste, ma chiunque venga dalla provincia italiana sa apprezzarla nelle sue variegate sfumature. “Lui si illuminò d’immenso.” mi hai fatto ridere, adoro il citazionismo fatto in questo modo. Quando ho letto il titolo e la prima parte del testo ho pensato, chiaramente erroneamente, di aver capito tutto e ne ero in parte delusa, invece mi hai tirato fuori dal cilindro un super personaggio.


Ciao Leonardo, innanzitutto grazie per il commento puntualissimo e brutale come è giusto che sia. È stato un piacere rileggerti, ma arriviamo a noi.

Tema e bonus: ok per tutti e tre!

Punti di debolezza: “«È lei!» Urla qualcuno.” refuso. “Degli applausi si levano intorno a me.” l’articolo partitivo usato così non lo apprezzo mai, mi sembra vago e poco elegante, avrei preferito una costruzione diversa, magari “Applausi entusiasti si levano intorno a me”. Non so, magari è una sciocchezza, ma mi sembra crei un’immagine più vivida ed efficace.
“«Maestà, io, al contrario di altre famiglie, ho sempre messo i miei servizi a disposizione del regno. Ma come le ho già detto, mi rifiuto di essere militarizzata e—»”: due cose. “Io, al contrario di altre famiglie” non penso abbia senso, semmai al contrario di altre persone. Non mi suona bene questa contrapposizione. Inoltre, ho una domanda: che differenza c’è quando metti i … e quando invece opti per ---? è una cosa che un po’ mi disturba, ma probabilmente non lo capisco io.
“«Avevi promesso che saremmo stati alla capitale entro il mattino.»” refuso: saremmo state.
“collo. il vetro” refuso.
“Cosa!? Accettare il matrimonio ma non la pace? Com’era possibile una cosa del genere!?” non mi piace la scelta di mettere !? fuori da un discorso diretto (dove non mi piacerebbe comunque, ma lo troverei più giustificato).
“pottere “ refuso.
A fine lettura ho avuto come l’impressione che non avessi approfondito quanto dovessi alcuni punti interessanti, per esempio con qualche accenno alla storia di questa guerra o degli indumenti.
Avrei approfondito il rapporto tra le due.
Anche l’ambientazione risente un po’ di mancanza di dettagli, anche se capisco che sia una questione legata al ristretto numero di caratteri permessi, penso si possa fare di meglio.

Punti di forza: La storia è banale per alcuni versi, ma l’originalità di altri (vedi indumenti magici) la bilancia bene. Ho letteralmente adorato che la tua protagonista fosse donna nonostante l’autore sia uomo, è una cosa rara, almeno nella narrativa che sono abituata a leggere. Ho apprezzato anche l’idea della cacata reale, inaspettata e inusitata e proprio per questo spassosa e riuscita. Sullo stile non ho niente da dire. Ineccepibile.

Insomma, mi sa che mi tocca scrivere la mia classifica:
1.Micio Merlino;
2.I mezzi della pace;
3.L’orma e la voce


Ragazzi, è stato bello leggervi, sia nei vostri racconti che nei commenti.

:1392391832.gif:

CITAZIONE (shanda06 @ 8/10/2021, 19:39) 
Buona sera, ecco i miei commenti e relativa classifica, li trovate in spoiler. In fase di valutazione ho tenuto conto delle sviste. Però sono tutti testi di grande valore.

IL MICIO MERLINO di Mentiskarakorum Specifiche centrate. Fabio è veramente un personaggio azzeccato. Il Lettore pena con lui: Julia non lo ama. Lui soffre per lei al punto di volersi trasformare in gatto pur di averla sempre accanto e proprio i gatti sono la sua dannazione sul finale: odiano la magia e lo uccidono, sfumato il contratto con gli esecutori testamentari della contessa. L’idea del perfido Merlino è molto scaltra. Dissacri il mito della sua magia trasformandolo in un vecchio approfittatore di anziane contesse capace di trasformarsi in gatto persiano a comando e lo doti di ogni vizio (compreso quello di fregare le donne agli altri sotto le sembianze dei gatti che preferiscono, come in questo caso la povera Princesa). Simpatico il veneto del mago e lo spagnolo di Julia, tipica bellezza tutto pepe sudamericana e anche il riferimento lovecraftiano per il nome del gattile. E da te ho imparato molto. Da scriverselo cento volte, dopo i beat, niente due punti.

IL RE DEL TERRORE di Shangai Kid Specifiche centrate. Bella la frase all’inizio. Nostradamus, vero? In fase di Lettura: sì! Bellissima la resa di lui alle prese con la preparazione dell’inchiostro, si vede il lavoro di documentazione. Tolkeniano il demone che gli ha dato il dono della profezia, Haagenti, per quanto il suo aspetto sia da gargolla. Bello il salto temporale ai giorni nostri. Il Lettore soffre e si indigna per Giambo, vittima di un furto. E chiaramente interessato alla LYNSECURITY2000, Re del Terrore per i ladri. Decide di acquistarlo (i ladri gli hanno preso poco ma significativo per lui: i gioielli ricordo della madre defunta, e il Ciao che usava per andare in fabbrica). Bella la resa della vita di Giambo, con pochi dettagli: qualche lettura tipo la Gazzetta dello Sport, la Settimana Enigmistica e i ricordi di una vita felice (vedi la foto giovanile del padre al fiume con gli amici) ma che è diventata amara anche per uno di loro, il folle Gino, divenuto così per colpa dell’abbandono da parte della moglie. Avrei qualcosa da dire (ma è solo un mio parere) sulla demenza del padre, mi sembra fin troppo lucido, magari, visto come lo presenti, parlerei più dei postumi di un incidente, poi, sì, lo mostrerei nella sua follia, comunque razionale, visto che in pratica è tornato ai tempi della gioventù insieme ai tre amici (credono di combattere nella Seconda Guerra Mondiale) e loro e lui sono talmente in gamba con i fucili da caccia da essere pericolosi per i carabinieri. Bello il salto all’indietro con Haagenti che conversa con Nostradamus e gli dice di preferire la banalità del quotidiano ai grandi fatti, quando si tratta di profezie: quindi, ecco a cosa si riferisce la profezia che ha tormentato la gente nei secoli. Basta un cambio di nome per rendere nebbioso il futuro e dargli un alone epico che non ha.

I MEZZI DELLA PACE di Leonardo Pigneri Specifiche centrate. Bellissimo fantasy, con un’eroina, la Lemallen che si presenta saltando oltre la palizzata del villaggio e porta le calze della velocità. Ovvio, fa da corriere per conto del sovrano del suo popolo. Certo che c’è una guerra ben lunga, undici anni. Ma quando ci sono di mezzo beni come le vesti di Ollispo (il bottone della dissimulazione, il camice della giustizia, le già citate calze della velocità e la mutanda della morte, questo per i Nostri; i Cattivi, invece: la gorgiera della verità, la scarsella della fortuna, e il cappello della separazione). Soluzione: matrimonio fra i rampolli delle casate in guerra. Molto avventuroso il viaggio della Lemallen con la principessa, che trasporta su un sedile. Insolita la scena della defecazione della principessa: risultato, fra il resto, un bottone di perla, che è il Bottone della Dissimulazione, ma ha anche la Mutanda della Morte. Quindi, il Re, che accetta le nozze, ma non la pace e si prende le Calze della Velocità, ha quel che si merita. C’è qualche problema: come fa la principessa ad avere il bottone e le mutande? Non lo spieghi. Parte da sviluppare, ottime le ricostruzioni di una serie di mondi medievaleggianti.
Pareri personali, io scriverei Uao, più italiano e userei un Madamigella al posto di Miss. E quando ci si rivolge a un sovrano: “Vostra Maestà”. E nel dialogo con il re e la principessa, userei il voi.
Ti scrivo la frase corretta:
sebbene non condivida il suo grido.
Classifica soffertissima, siete ottimi autori:

IL MICIO MERLINO di Mentiskarakorum

IL RE DEL TERRORE di Shangai Kid

I MEZZI DELLA PACE di Leonardo Pigneri

Grazie davvero per il tuo prezioso commento e per la tua gentilezza. Hai ragione per quanto riguarda la questione della follia, sarebbe stato meglio spenderci più parole. <3

CITAZIONE (MentisKarakorum @ 10/10/2021, 13:44) 
Ladies and gentlemen, eccomi coi commenti ai vostri racconti. Di tutti mi è piaciuto qualcosa, quindi vi ringrazio per le letture che mi avete regalato! Se volete iniziare una discussione a seguito delle mie osservazioni, io sono qui per questo. :)

L'orma e la voce

Prime Impressioni. Ciao Alexandra! Piacere di rileggerti. Questo racconto mi ricorda un po' Essi Vivono, di Carpenter.

Aderenza al tema e bonus. Per me tutto ok lato tema. Per i bonus, anche, la scelta di una finestra in senso lato, per me è ottima.

Punti di Miglioramento Ho poco da aggiungere rispetto all'analisi molto completa che ha fatto Leonardo. I punti del racconto che ti segnalo, oltre a quelli già segnalati da Leonardo, vanno un po' nella direzione di migliorare il rapporto tra uomini grigi e protagonisti. Lo scambio di battute tra di loro mi sembra un pochino artificioso, le reazioni dei ragazzi di fronte all'esistenza di questi esseri mostruosi un po' semplicistica, si riassume in una specie di alzata di spalle, quando invece le conseguenze avrebbero dovuto essere molto diverse.

Punti di forza. Adolescenti e alieni, di certo un mix del genere funziona! Potresti esacerbare un po' di più il bisogno di un adolescente di raggiungere l'indipendenza dai genitori, e il conseguente iperpotere regalato dagli alieni, con i sensi di colpa che ne conseguono.

Conclusioni. l'idea di base non è male, ma la realizzazione un po' meno. Anch'io ho faticato a comprendere il senso di alcuni passaggi, e mi sono un po' perso diversi dettagli per far quadrare la storia. Attenzione, questo per me è un passo indietro rispetto ai tuoi lavori più recenti, da questo punto di vista. L'editing che ti ha fatto Leonardo è ottimo, prova a vedere se può tornarti utile per lavorare sulla fruibilità del tuo stile.

Il re del terrore

Prime Impressioni Ciao Shanghai! Però, che racconto particolare! Ottimo incipit, ottimo il rimando a Nostradamus. Arrivo adesso con qualche suggerimento.

Aderenza al tema.Eh sì: l'allarme manda ancora più in tilt il cervello del povero vecchio. Tema rispettato! Lato bonus tutto ok, magari quello della finestra è un po' gratuito, cioè non è funzionale alla trama che si rompa, la finestra. Però, stavolta anche io non sono uno stinco di santo.

Punti di Miglioramento.Per quel che mi riguarda, migliorerei pochissima roba, lato stile. Certo, il tuo racconto non segue la scrittura immersiva per tutta la parte centrale, ma chissenefrega, la scelta dello stile deve essere funzionale al tipo di racconto che si vuole scrivere, quindi, il fatto che la parte centrale lasci il lettore a una certa distanza non è un problema: semplicemente è una scelta! Tu volevi che il lettore leggesse la parte centrale con più distacco, forse proprio perché era tutta una visione! Avendo appurato questo, ti segnalo che alcune parti mi hanno fatto calare l'attenzione, durante la lettura. Te lo dico solo perché magari, se ti fidi di me, puoi capire dove snellire un po'. Il primo è l'infodump della foto: io non sono di Bergamo, quindi tutti i particolari geografici sul posto in cui il tizio e i suoi amici andavano a caccia per me significano poco, li leggo e me li dimentico dopo un minuto, specie se non sono funzionali alla trama. Ci sono anche alcuni passaggi, nei dialoghi, in cui usi un po' troppo i dialogue tags, e i verbi come: risponde, replica, dice. Occhio, prova a toglierli e vedi che comunque si capisce chi parla, visto che è una botta-risposta. Sinceramente, a me non importa se uno li usa o meno, però i caporioni ti etichettano come dilettante, se li usi troppo.
Lato trama, direi che mi è piaciuta, ma mi manca un attimo il finale della scena della visione: non specifichi cosa capita al vecchio in trincea o a suo figlio, quindi deludi un po' le aspettative di chi si era affezionato a quella storia. Io volevo saperne un po' di più, e sono rimasto un po' deluso dalla chiusura e dallo spostamento della scena di nuovo nella testa di Nostradamus.

Punti di forza. la linea di narrazione incentrata su Nostradamus è molto interessante e ben scritta, più che la parte centrale. L'incipit mi ha steso, uno che ti spiega come fare l'inchiostro, e ti racconta che ormai è una delle poche gioie rimastigli. Ottimo, originale e spassoso. Davvero! Anche l'idea di decifrare le profezie di Nostradamus in chiave alternativa mi è piaciuta (se non sbaglio Evangelisti ci ha scritto sopra un paio di romanzi, anche se, ormai, sono un po' introvabili).

Conclusioni Per me l'idea di fondo di questo racconto è ottima, manca un po' di coinvolgimento in più sulla parte centrale, e occhio al cliché "era tutto un'illusione", qui si sente un po': il lettore arriva alla fine e si chiede quale sia la vera trama del racconto, quella su Nostradamus o quella ambientata a Bergamo? Come struttura mi pare un po' la prima parte de La Storia Infinita, in cui c'è Bastian che legge libro e la narrazione si sposta un po' a caso tra lui e trama del romanzo. La parte interessante, però, è la seconda, in cui Bastian entra in contatto con la trama del libro e le due cose si fondono: forse il vero punto debole del tuo racconto sta qui, manca la coesione delle due linee narrative. Comunque, un pezzo molto migliore di quello dell'altra volta. Complimenti per l'idea, il mio consiglio è osare di più, portare questa idea alle sue massime conseguenze, porta le due trame a congiungersi e fai vivere a Nostradamus in prima persona le conseguenze delle sue visioni. Ovvio che in così poco spazio non puoi farlo (e forse Evangelisti ha scritto già qualcosa di simile, non so, non li ho letti quei romanzi), quindi tieniti buona l'idea per quando vuoi scrivere qualcosa di più corposo.

I mezzi della pace

Prime impressioni Sempre un piacere rileggerti, Leonardo. Il tuo racconto è da manuale, stile immersivo molto ben riuscito, ambientazione molto carina e idee buone. Ho qualche piccolo commento che sfocia verso il gusto personale, su cui, se vuoi possiamo discutere. Diciamo che i commenti che ti darò sono per passare dal buono all'ottimo, sempre secondo il mio punto di vista tutt'altro che esperto.

Aderenza al tema. Per me ok. Chiaro che però, la consegna è assolutamente secondaria alla trama. Anzi, non so se me lo sono perso, ma il messaggio che la protagonista doveva consegnare al re manco si sa cos'è, alla fine. Bonus ok per la buca... La finestra? Forse anche questa me la sono persa io.

Punti di miglioramento. Tratteggi un'ambientazione fantasy trita e ritrita. Due regni (abbastanza anonimi) che si combattono in una guerra logorante. La cosa originale sta in questi indumenti magici, ma a questo arrivo dopo. Chiaro che in così poco spazio ha poco senso esplorare l'ambientazione più di così, però non dare mai per scontato che il lettore si affezioni a una fazione piuttosto che un'altra, solo a seconda di quella cui appartengono i protagonisti. Come già ti accennavo, i due regni sono uno la fotocopia dell'altro, quindi perché mai dovrebbe fregarmi se vince uno o l'altro? Chiaro che con questo tema si può giocare parecchio, mi viene in mente "Il castello errante di Howl", in cui mostrare le fazioni della guerra allo stesso modo è uno stratagemma per condannare la guerra in sé. Ecco, sento che il tuo racconto ha questa occasione mancata, caratterizzare un po' di più le fazioni (senza cadere nel tranello di fare d'oro i buoni e di ebano i cattivi) avrebbe magari giovato all'ambientazione.
Lato personaggi, ti rimando l'osservazione che hai fatto per il mio racconto. La tua protagonista è un po' asettica. Sarà che è sgrava (queste calze che danno un superpotere la rendono fortissima), e che brontola contro i suoi simili senza tradire troppa simpatia verso i poveracci se non a parole.. insomma, qua mi viene da chiederti: dov'è il fatal flaw? Il tuo protagonista è un po' un mezzo che serve alla trama per proseguire, ma senza le calze in effetti questa tizia non servirebbe proprio a niente. Perché ha lei le calze? Perché è lei la persona speciale su cui incentri il tuo pdv? Quali sono i suoi fantasmi, le sue debolezze, le sue aspirazioni? Chiaro che tratteggi un soldato che risponde agli ordini, ma ogni soldato ha i suoi crucci e le sue disperazioni. Insomma, per me l'impalcatura di base ci sta, ma manca un po' la ciccia. Ho come l'impressione che tu abbia usato lo stile immersivo per delineare al meglio le azioni e le sensazioni esterne del tuo personaggio, e in questo certamente tutto bene, però, mi manca un po' l'interiorità del tuo personaggio, e forse lo stile immersivo aiuta proprio qui, piuttosto che nel narrare una sequenza di azioni (occhio, che si rischia di arrivare al famigerato "effetto telecronaca").
Lato trama, per me ok, ho solo due momenti in cui ho inarcato un po' il proverbiale sopracciglio: la principessa inghiotte un bottone dopo averlo letteralmente pulito dalla merda usando solo acqua. Il suo destino, in un mondo normale, sarebbe una gastroenterite fulminante. Un espediente migliore, sarebbe nascondere l'oggetto nel retto (Papillon, Le ali della libertà, Pulp Fiction, nella finzione esempi abbondano, e, ho paura, cose simili accadono anche nella realtà).
La fine, quando la protagonista ha "l'illuminazione" e capisce il "complottone", mi ha fatto anche un po' strano. Chiaro, hai seminato gli indizi per dare una parvenza di verosimiglianza a questo risveglio, però, è una forma che si è vista e rivista da tutte le parti, e rischia di cadere nel cliché.

Punti di forza. Se la tua idea è quella di usare il mostrato, direi che ci stai riuscendo bene.. occhio alle microazioni, cerca di togliere tutte quelle azioni scontate che appesantiscono la lettura (l'ho notato solo poche volte, e comunque anche io non sono un campione in quel frangente).
L'idea di strumenti magici che hanno la forma di indumenti, come calze, mutande e bottoni, è originale e divertente. Fossi in te io calcherei ancora di più la mano, e renderei questi indumenti logori e puzzolenti: le mutande della morte magari donano un grande potere, ma sono state usate da talmente tanti uomini nei secoli che gli strisci della merda e le macchie di piscio ormai non si lavano più, e usarle provoca pruriti e infestazioni di pulci. Magari più un oggetto è potente, più fa schifo usarlo, tanto che un personaggio deve letteralmente lottare tra il desiderio di padroneggiare un grande potere e il ribrezzo che ne consegue.
Mi è piaciuto il sacrificio della principessa, che ammazza persino il suo amato pur di salvare il mondo. Accidenti, idea più che buona. Potevi incentrare l'intera storia su questo singolo elemento per esaltarne la drammaticità. Magari, potevi scegliere un pdv in terza con narratore interno alla principessa (così potevi effettivamente incentrare il racconto su un personaggio veramente attivo senza dover svelare il segreto che porta con sé, cosa che occorre fare se si scrive in prima persona, o il narratore diventa inaffidabile). Avrei goduto al leggere le sensazioni della principessa mentre tradisce il suo principe: lui tutto ganzo che arriva a sposarsi con la sua amata, e lei che stringe le chiappe nelle mutande della morte, col cuore che impazzisce dal rimorso.
Ottima la scelta di ambientare tutto il tuo mondo sotto le intemperie. Il fango ha grande valore XD esagera magari ancora un po'.. mi immagino la principessa, abituata a trini e merletti, infangarsi e cagare in una buca. (Ah! Che pdv coi fiocchi sarebbe stato! ;)

Conclusioni Hai le basi per un romanzo fantasy, se riesci a giocare un po' di più coi sentimenti e i grandi conflitti. Al momento questo racconto si legge più che volentieri, con qualche riserva per l'uso esclusivo del mostrato (ma qui sono gusti miei), e per le scorciatoie di trama (la tipa che alla fine capisce tutto e si precipita nel salone del matrimonio). Dal papiro che ti ho scritto già si capisce che l'idea mi è piaciuta, e che mi starebbe a cuore vederla esplorata e approfondita :) Bravo. Spero che il mio sproloquio possa esserti utile.

Grazie mille Mentis, i tuoi appunti sono sempre utili. Sulla questione dei dialogue tags hai assolutamente ragione e ci starò più attenda. Idem per la coesione delle due parti, hai ragione. I libri di Evangelisti non li ho letti nemmeno io, ma rimedierò. Contenta che ti abbia convinto un po' più del precedente :1392239620.gif:

CITAZIONE (Leonardo Pigneri @ 11/10/2021, 15:58) 
Ben ritrovata Shangai! Ecco i miei commenti al tuo brano!
Non so per quale motivo ma nel copia-incollare da word al box del forum è comparsa una miriade di trattini nel testo. Ignorali.


Disclaimer: Il format può essere un pochino confusionario, ma faccio i commenti direttamente sul testo così da poter essere più dettagliato e preciso. Ti avverto che non indolcirò la pillola ma spero che il mio sincero feedback possa tornarti utile (siamo qui per migliorare d’altronde, non per farci i complimenti a vicenda). Tutti i commenti sono fatti a caldo, durante la prima lettura. Sarò più estensivo nelle prime battute del testo poiché gli errori ripetuti per l’interezza del brano li segnalerò solo le prime volte. Ci tengo, inoltre, a precisare che le critiche (se ci saranno) vorranno sempre e comunque essere costruttive e mai offensive. Buona lettura e, se vorrai ulteriori delucidazioni, non esitare a chiedere! :)

LXXII
L’an mil neuf cent nonante neuf sept mois,
Du ciel viendra un grand Roi d’ effrayeur:
Ressusciter le grand Roi d’Angolmois,
Avant aprés Mars regner par bonheur.[Non sono un fan dei versetti in cima al capitolo, se poi neanche li capisco… Però magari hanno un senso messi così. Vediamo]

Il Re del Terrore




Se c’è una cosa che adoro è farmi l’inchiostro da me. Lui potrebbe trasformare persino l’acqua in inchiostro, ma mi piace mantenere la mia indipendenza, almeno su alcune cose.
Fa parte del patto.
E poi mi piace tutto della sua preparazione: dalla rimozione delle gallozze dalle quer-ce[della dalla delle dalle, suona sgraziato, lo senti?] , all’effetto che fanno quando si me-scolano con il solfato ferroso, alla consistenza appiccicaticcia della gomma d’acacia, finan-co alle mani viscide del mercante che cerca di rifilarmela a un prezzo sempre un po’ più alto di quello che si converrebbe.
Il momento che adoro di più, tuttavia, è quello dello sputo: mi ricorda il prezzo che devo al mio sapere, il silenzio che ho dato in pegno.
Adoro farmi l’inchiostro da me perchè è l’unica operazione complessa che mi è rimasta, quello che segue è meccanica trascrizione di un dettato.
E poi, quando mi faccio l’inchiostro da me, dico, sono sicuro che non inizierà a sussurrar-mi le sue profezie. [Chi? L’inchiostro? Rendi più chiaro.]
Lo fa spesso, per dispetto, ne sono certo, nei momenti peggiori, ma mai mentre preparo l’inchiostro.
È la mia pausa dalla sua voce e dal futuro degli altri.
Ecco, ci siamo. [Allora, fino a qui, hai usato un attacco rischioso che ci dà zero senso di luogo o del personaggio, ma che comunque funziona. Brava.]
Raccolgo un signor sputo [Semmai la saliva si raccoglie, sputo lo diventa una volta uscito dalla bocca], un piccolo lago di saliva mi riempie la bocca. Delicatamente [avverbio in -ente, ci dice poco e nulla sulla sua azione. La frase dopo (lascio che il getto scenda verso il calamaio ) dice già tutto.] - è l’unico vero rito in cui abbia mai creduto [questa frase non ci azzecca nulla qui, e sa di tell. Al massimo qui ci potrebbe stare come fraseggio interiore una sorta di mantra che il pg si ripete ogni volta che fa questa operazione. Ma la frase che hai scritto proprio no.]- lascio che il getto scenda verso il calamaio.
- Eccoci qui, Miquèl, ti sssstai godendo un po’ troppo il momento, ho brutte notizie in arri-vo. [chi è? Da dove spunta? È sempre stato nella stanza? Se sì dovevi specificarlo prima. Mi stai perdendo qui.]
- Vedo che oggi non mi lasci nemmeno uno dei pochi attimi di serenità che mi hai conces-so…
La sua voce doppia, stridula e cavernosa al contempo, mi disorienta e mi spaventa sem-pre. È più forte di me: non riesco a farci l’abitudine.
Cerco di non farmi divorare dall’ansia. [bruttina come frase]
- Evitiamo i convenevoli, afferra la piuma e iniziamo.
Afferro la penna d’oca e con la lingua recupero un filo di saliva che mi è rimasto sulla barba.
- L'anno mille novecento novanta nove e ssssssette messsssse,
Inizio a scrivere. Devo andare veloce, non gli sto dietro quando parte così.
- Sette messe?
Chiedo sinceramente dubbioso.
- No! Sssssssssette messsssssse!
È arrabbiato: basta sempre poco per farlo arrabbiare. Ormai riconosco il suo modo di fa-re: quando è infuriato allarga le narici taurine e sbatte le sue ali di grifone con forza. Sen-to contemporaneamente il suo fiato caldo sul collo e un vento gelido alla schiena. Tutto è doppio con lui. Mi sta addosso, ma è al contempo lontano. [Ecco, tutto ciò il mostro lo sta facendo o è solo una reminiscenza del protagonista?]
Ci metto qualche frazione di secondo a ricordarmi che Haagenti ha quel difetto di pronun-cia della esse e giungo alla conclusione che deve trattarsi del settimo mese, di luglio. [Tell, facci vedere il processo mentale]
- Sette mese… Al settimo mese...
- Dal cielo verrà un grande re del terrore
Vergo i versi con rapidità ed eleganza, e se qualche lettera si sbava un po’ non me ne faccio un cruccio, meno facile sarà la loro lettura, la loro interpretazione, meglio sarà riu-scito il nostro patto profetico.
- Resssssussssssciterà il grande Re di Ssssan Goi Mol, poi vai a capo di nuovo e aggiungi: Prima e dopo Marte regnerà con fortuna.
- Rallenta un po’, non ti sto dietro.
- Penssssssavo avessssssi imparato, Miquèl!
Odio quando mi chiama Miquèl accentuando così forzatamente la pronuncia occitana, e lui lo sa che lo odio, mi sa leggere dentro, mi possiede i sogni, figuriamoci i pensieri.
Odio quando mi chiama Miquèl e lui lo sa, [Attenta, se voleva essere un rafforzativo del concetto, messo così non funziona. E' una ripetizione] ma non riesce nemmeno a pronunciarlo quel “Nostradama”.
- Sssssssmettila! Sssssse pensi a quel nome ci entro in contatto anche io e sssssai che lo detessssssto. Andiamo avanti… Nella terra di Bergomum, a capo, una ferita ssssi aprirà tremenda
- Questa volta è davvero bella criptica… No, non guardarmi così, anche le altre, vedrai che li faranno uscire di testa tutte... ma questa sestina in particolare… Non so, mi pare abbia qualcosa in più!
Haagenti ha lo sguardo compiaciuto, è convinto che questa profezia sia il suo capolavoro, lo capisco da come si alliscia le ali.
- Ssssì, sssssono compiaciuto e quindi? È o non è il mio capolavoro?
- Sai bene che non ti contraddirrei [refuso] mai e sono sincero, sì: è il tuo capolavoro.
Mentre lo dico dirigo lo sguardo dentro il calamaio nel quale Haagenti sta intingendo una candida barbula che si è appena strappato dalle ali: sono pronto.


***



“CON LNYSECURITY2000 COGLI OGNI LADRO IN ERRORE:
PER I MALINTENZIONATI È IL RE DEL TERRORE!”


La voce squillante, ma seducente della promoter inonda la sala disordinata insieme alla lu-ce variopinta della televisione.
Giambattista se ne sta, come ogni sera, spaparanzato sulla poltrona. Ai suoi piedi la boc-cia di vino rosso avanzato dalla cena.
Ogni sera [ripetizione] la stessa tiritera: vino e televisione, in una sessione di zapping e sorsi di rosso che lo tengono sveglio fino alle due, qualche volta alle tre.
Il lavoro in fabbrica lo fiacca sì, ma da quando i ladri gli sono entrati in casa, dormire è diventata una vera a propria impresa.
Non che possedesse cose di grande valore, ma quei bastardi si sono rubati tutto il rubabi-le, compresi gli umili gioielli della madre defunta e il Ciao con cui andava al lavoro.
Da allora, il Giambo non si dà pace. Nemmeno un’intera boccia di vino a sera gli restitui-sce la meritata requie.
Ci avessero riprovato, quei bastardi, e si sarebbero trovati con una buona quantità di piombo in pancia. [Cambio di portatore di PdV e anche di persona narrante (1a a 3a) senza apparente motivo. Se la storia ha più PdV, essi devono mantenere la stessa persona narrante, e se (per motivi di trama) cambia anche questa, ti consiglio di motivarla subito così da non perdere l'attenzione del lettore. A parte questo, il problema più grosso qui è che mi sembra il Pdv oscilli tra onnisciente e interno. Non sono sicuro perché potrebbero essere solo insicurezze di stile. Continuo a leggere.]

[perché hai saltato una riga qui? La scena mi sembra la stessa.] Sta per controllare il suo vecchio prima di abbandonarsi al debole sonno quando la bionda tettona della televisione attira la sua attenzione: un antifurto, certo, ci aveva già pensato, ma il LNYSECURITY2000 è un’altra cosa.
Non avrebbe dovuto spaccare il muro e gestire fili, dato che va a batteria. La sua tecno-logia a onde radio lo rende molto più agile da installare e la tettona dice che si può “como-damente” contattare l’assistenza se ci sono problemi.
Ha già sentito parlare di aggeggi del genere, anche se lì in valle non conosce nessuno che li abbia, ma questo ha un prezzo abbordabile persino per un mezzo morto di fame come lui. E comunque è un sacrificio che bisogna fare, non si può mica andare avanti a vivere così.
Il Giambo sente [Parola percettiva, eliminala, ci butta solo fuori dal PdV, falla diventare: “Una strana sensazione lo pervade”] una strana sensazione di piacere pervaderlo: tornerà finalmente a dormire, d’improvviso vede [stessa cosa: vede, sente, osserva ecc..]il buio in fondo al tunnel della sua insonnia.
Corre in camera di suo padre e prende la bic quasi finita con cui aveva provato, invano, a risolvere un cruciverba un paio d’ore prima.
Estrae un vecchio avanzo di giornale da sotto la traballante gamba del tavolo della cucina e vi appunta sopra il numero da contattare per effettuare l’ordine.
Tornato nella stanza del genitore un puzzo fetido di fiato e scoregge lo investe. Bortolo, suo padre, si è di nuovo cagato addosso.
- Girati, Cristo Santo!
Bisbiglia il Giambo a denti stretti mentre cerca di sentire lo stato del pannolone del vec-chio.
- Da me hai proprio preso solo il carattere di merda.
Risponde Bortolo tenendo gli occhi chiusi e cercando, con gran fatica, di premere i lombi contro il materasso, mentre il figlio prova di sollevarlo.


---

Il suono del citofono non si è ancora completamente esaurito che già il Giambo è sulla porta con un sorriso a trentadue denti.
- Lei è il signor Giambattista Locatello?
Chiede il fattorino, stanco.
- Sì!
Risponde il Giambo con prontezza. [Con prontezza è uguale a prontamente. Inoltre “risponde” è un dialogue tag vuoto, è ovvio che ha risposto, non c’è bisogno di specificarlo]
- Mi metta una firma qui...
Aggiunge [Altra parola vuota] il fattorino passando all’uomo il documento di avvenuta con-segna da firmare.
Il Giambo scrive il suo nome con una grafia più storta dei suoi denti e afferra il pacco con l’entusiasmo di un bambino il giorno di Natale.


---



C'era voluto quasi un mese, ma alla fine eccolo lì.
Tra spedizione aerea, tempi di consegna, ritiro e montaggio, che gli ha dato in realtà molti meno problemi di quanto avesse immaginato, è passato parecchio tempo, ma poco importa.
La scatoletta bianca con su scritto LNYSECURITY2000 campeggia ora vicino alla porta.
- Riprovateci adesso a entrare, bastardi!
Esordisce [Altro dialogue tag vuoto. Smetto di segnalarteli] il Giambo mentre un ghigno mette in risalto i suoi incisivi asimmetrici.
Prepara la sbobba frullata per suo padre e si dirige in camera, pronto per imboccarlo.
La stanza è spoglia, ci sono giusto un letto e un comodino su cui sono appoggiate La Gaz-zetta dello sport e la solita Settimana Enigmistica piena di errori.
Sul muro dirimpetto al letto, sotto un crocifisso logoro, una fotografia ritrae Bortolo da giovane in mezzo a una decina di altri ragazzi. Sotto ai loro piedi, tre cinghiali di dimensio-ni enormi. Bortolo sorride sgargiante mentre un ragazzo gli appoggia una corona in testa. Sullo sfondo, l'imponente gola di un fiume: il "goi mol", la gola cocciuta, come la chiama-vano in paese, assurta a santuario dei montanari dopo che il Gino Facchinetti, che secon-do alcuni era uscito di testa da quando la Luisa se ne era andata con i bambini, aveva so-stenuto di aver visto la Madonna farci il bagno.
Una scritta un po' sbiadita occupa la fascia più bassa della fotografia:
"AL BORTOLO, OL RE de singiai de SAN GOI MOL, dala tö banda de mascalsù" seguita da una sfilza di firme illeggibili. [Spiegone. Tutte queste cose lui già le sa, non ha motivo di mettersi a fare queste considerazioni.]
Non ha ancora messo un piede nella camera che un suono acuto e periodico lo fa trasali-re. [Eh? Non ha messo piede nella stanza? L’hai descritta nel dettaglio con tanto di particolari della foto e non è ancora entrato? Cambiala questa parte. La narrazione deve seguire la velocità degli avvenimenti.]
Giambattista si dirige verso l’antifurto e lo disattiva. Devo aver sbagliato qualcosa nell'in-stallazione, pensa tra sè e sè. Trascorso solo qualche istante, dopo essersi sincerato che l’allarme non riparta, torna all’attività quotidiana che più detesta: la cura di suo padre. [prediligi sempre la costruzione ordinata, non esplicitare il trascorrere del tempo né delocalizzare gli avvenimenti con: dopo, prima che, quando…]
Bortolo è un uomo corpulento, differentemente dal figlio, e per il Giambo aiutarlo ad an-dare in bagno e lavarlo richiede una fatica che si risparmierebbe volentieri. [qui il PdV proprio non lo capisco, oscilla tra onnisciente e interno. Un bel casino]
L'anziano soffre di un'importante demenza senile e la morte della moglie ha acuito la gravità della malattia. [tell]
- Dove mi porti questa volta, razza di coglione?
Sbotta il vecchio.
- Stai zitto o d'ora in poi ti lascio ad annegare nella tua stessa merda.
Risponde, secco, il Giambo.
- Ahahahaha! Lo dico sempre io: solo il caratteraccio hai preso da me, era meglio che da me prendevi la stazza e che il carattere lo prendevi da tua mamma…
Controbatte il vecchio articolando faticosamente i suoni.
Non sono ancora arrivati al bagno che l'antifurto riprende a suonare con forza cogliendo i due alla sprovvista e spaventandoli al punto da farli rovinare entrambi sul pavimento. [costruzione impostata sul tell, lo senti che non trasmette nulla? Dovrebbe far spaventare anche il lettore, faccelo sentire che d’improvviso s’innalza questo suono assordante. Sennò sembra davvero tutto una serie di azioni che non contano nulla. Spero di essermi spiegato.]
- Bell’acquisto figliolo, soldi veramente ben spesi!
Dice proprio così, quel vecchio bastardo, soffocando un’infame risata. [Vedi? Qui siamo di nuovo interni al pg. Non c’è coerenza]


---

Il Giambo se ne sta, di nuovo, spaparanzato sulla poltrona. Ai suoi piedi la solita boccia di vino rosso come il sangue che inietta i suoi occhi insonni. [carino questo dettaglio] Fissa, senza guardarla davvero, la televisione che tiene a un volume altissimo, nell’illusione di non sentire più l’allarme che, sicuramente, si rimetterà a suonare all’improvviso e senza motivo.
C’è qualcosa di malefico in quell’aggeggio, tanto che non è riuscito nè a disinstallarlo né a estirparlo dal muro, che ora risulta a tratti spaccato intorno all’antifurto e la batteria sem-bra non esaurirsi mai. Ha chiamato l’assistenza, ma gli hanno detto che, trattandosi di una marca statunitense, ci sono pochi tecnici formati per risolvere il problema sul territorio e che dovrà attendere una decina di giorni.
Ne sono già passati tre.
Tre giorni infiniti.
Eterni.
E poi ci si è messo anche suo padre la cui demenza senile sembra aver preso totalmente il sopravvento già dopo il primo giorno.
- È tempo di cambiare vita, figliolo!
Gli ha detto baldanzoso il secondo giorno di tortura acustica.
- Dobbiamo fargli il culo a strisce a quei bastardi maiali di tedeschi. Hai capito? Io lo so che sono tornati, ma adesso li ricacciamo nella loro stalla, vedrai figliolo!
Così dice al figlio che quasi non lo sente parlare. [di nuovo onnisciente]

---


- Che cazzo fai, sei completamente impazzito?
Giambo guarda incredulo suo padre e gli altri tre anziani, vestiti con le loro vecchie divise da militare, puntare i fucili da caccia verso di lui.
La trincea in cui si sono posizionati deve essere profonda almeno un metro.
- Avete scavato seriamente una buca in giardino? Ma siete matti! Cosa fate con il fucile in mano?
- Levati dalle palle, sporco nazista, o ti riempio di piombo!
- Sporco cosa? Papà, ma non mi riconosci? Sono il Giambattista...
Il Giambo perde colore, il suo respiro si fa sempre più pesante: la situazione è davvero irreale.
Cerca di fare un passo verso il filo spinato con cui il manipolo di matti ha circondato il giardino, ma uno di loro spara un colpo in aria prima di tornare a puntargli il fucile addos-so.
- Non. Fare. Un. Altro. Passo. O ti ammazzo. Mangiakartoffeln di merda! C’è solo una co-sa che mi dà più piacere che far fuori i cinghiali e sai cosa è? Fare fuori gli stupidi nazisti come te!
Aggiunge l'uomo.
- Ma cosa sta dicendo, io non sono…
- Stai zitto! Non pensare di fregarmi… Io lo so che siete tornati. Qui è pieno di gente come te, siete voi e i cinghiali… ma sai, giù al San Goi Mol quanti cinghiali ho seccato? No, non ne hai idea. Eppure è lì che i tuoi amici tedeschi mi hanno lasciato appeso a testa in giù per quasi un giorno intero e hanno ammazzato davanti ai miei occhi il Luigi… Io ci sono cresciuto con il Luigi…
Suo padre parla concitato e furibondo, il suo viso si fa paonazzo mentre scoppia a piange-re di un pianto rabbioso. Giambattista è sempre più spaventato.
Bortolo si asciuga le lacrime e guarda il figlio con sguardo assatanato.
In sottofondo, l’antifurto suona incessante.
- Lo senti? È la sirena del coprifuoco e suona a causa vostra, ma io non mi nascondo più...
E così dicendo carica il fucile.
Il Giambo si nasconde appena in tempo dietro il muretto perimetrante il giardino che il fu-cile esplode un colpo.
Per un solo istante, nessuno sente il suono dell’allarme.
Il Giambo estrae il suo Motorola e digita il 112.
- Pronto, pronto…
Trema.
- Pronto… sì, i carabinieri. Pronto, ecco, chiamo da Garno… sì, sentite, mio padre è im-pazzito… In questo momento? In una buca in giardino, una specie di trincea che si è sca-vato con i suoi amici e hanno dei fucili… come? Sì, trincea. Sì, sì è cacciatore… sì, ha il porto d’armi, sì, sì, ma è totalm… come? No, sì, immagino non senta bene… No, è l’antifurto di casa nostr… cosa dice? No, no, le dico che non ci sono ladri, è mio padre che è impazzito… No, non è da solo, ci sono altri quattro, cioè tre suoi amici… No, non cono-sco la dinamica… Come, prego? No, siamo piuttosto isolati… Via delle fontanelle 18, è pra-ticamente appena fuori il bosco. Non sta bene da tanto, ma non hai mai fatto cose simili prima, no. No, non mi muovo, ma voi fate presto! Ah, certo: Giambattista Locatello… ok, va bene. [Normalmente sarebbe eccessivo come blocco di dialogo, ma lo hai reso bene e contestualizzato anche senza stacchi]
Quando chiude la comunicazione, il Giambo ha il cuore in gola.


---

Dopo quasi un’ora le pattuglie davanti al vecchio cascinale di via delle fontanelle, numero civico 18, Garno, sono due.
- ...Le dico che non ci riusciamo.
L’appuntato parla al suo superiore stando seduto dietro la volante.
- No, non è solo il Locatello, ce ne sono altri tre e sembrano che hanno il diavolo addos-so… Non lo so, il figlio dice che sono amici suoi, ma non sa esattamente cosa è successo, come si sono organizzati… il padre è completamente uscito di testa negli ultimi giorni, di-ce... e hanno portato fuochi d’artificio che usano come bombe… no, intendo dire che ce li sparano addosso! Dicono che lo fanno per vendicare un certo Luigi e che siamo dei man-giakarqualcosa di merda.
Il comandante siede nel suo ufficio esterrefatto.[non stavano in una macchina? Se è una comunicazione radio lo devi specificare, hai appena cambiato il PdV, ti devi sforzare ancora di più per essere chiara]
- Aspetti un momento, lei mi sta dicendo che siete assediati da quattro vecchi rincoglioniti che usano come armi fuochi d’artificio?
Chiede perplesso. [inutile, sia che chiede sia che è perplesso si evince dalla battuta di dialogo]
- Esattamente, e fucili da caccia.
Aggiunge l’appuntato. [uguale]
- … e sono dentro una buca in un giardino, corretto?
Prosegue il comandante. [same]
- Tipo una trincea, sì, corretto!
Risponde l'appuntato. [e ancora]
- E voi non riuscite a gestire la situazione e volete rinforzi, ho capito bene? Ma che cazzo è questa sirena?!
Tuona il comandante. [non lo senti quanto sono brutti? Non sono dettagli visivi o cose concrete. Meglio non avere nulla in mezzo che questi dialogue tag inutili. Mettici azioni o dettagli… Altrimenti mi arrabbio xD]
- L’antifurto di casa Locatello, signore, suona incessantemente da prima che arrivavamo noi e ci sta facendo uscire pazzi, signore. Comunque rispondo affermativamente: ci ser-vono i rinforzi.
Mentre parla, un cartoccio arriva a qualche metro dalla macchina. L’esplosione lo fa trasa-lire. Nel frattempo, un giovane carabiniere sta facendo il giro della casa.
Il suo piano è cogliere gli anziani di sorpresa.
- Ti ho beccato, lurido fascista!
Dice uno dei vecchi sparando contro l’uomo che cade a terra ferito.
Il suono tremendo dell’antifurto cessa per un lunghissimo minuto.
Tutt’intorno regna il silenzio, squarciato dalle urla strazianti del carabiniere. A terra il san-gue si espande lentamente.
Solo quando il suono dell’allarme riprende il Giambo, esausto ed esaurito, si dirige verso l’appuntato che gli dà le spalle e tiene ancora in mano il telefono, lo colpisce sulla testa con un sasso trovato per terra, gli ruba la pistola e, uscendo finalmente dal suo nascondi-glio, la punta contro suo padre.
Appena prima di premere il grilletto direziona l’arma verso la casa da cui proviene quel suono incessante e apre il fuoco.
La finestra, a pochi metri dal quartetto di anziani, va in mille pezzi.
Ma il Giambo è ormai allo scoperto e ha tutti e quattro i fucili puntati addosso.

***

La visione s’interrompe.
Haagenti sta mescolando l’inchiostro e ha tolto la barbula ormai zuppa con una delle sue lunghe unghie rompendo l’incantesimo.
- Ma come? Mi stavo appassionando… Non vorrai davvero interrompere qui! Cosa diavolo succede adesso?
- Ssssssai che non ti è concessssssso vedere tutto. [Allora, qui capisco cosa hai cercato di fare. Questo però non motiva le inconsistenze di PdV, se tutte le scene del Giambo volevi narrarle come se viste dall’esterno, allora dovevi astenerti dal mostrare l’interiorità del personaggio, come con una macchina da presa che si limita a riprende le scene. Devi essere coerente, non puoi fare “a caso”]
- Sì, certo che lo so, ma detesto comunque quando lo fai finire sul più bello.
Lo trovo sleale. Sono i momenti in cui mi rendo conto di non essere altro che un burattino in mano a un demone impazzito.
- ...Beh, allora? Che ne dici?
Mi incalza Haagenti abbozzando un sorrisetto compiaciuto.
- Assurdo! È una storia assurda...
Rispondo ancora sgomento.
- Ogni tanto, nel mondo succedono delle cose che uno non ci crede...
Ormai dovrei essermi abituato alla rivelazione delle profezie: sono sempre storie talmente incredibili da non sembrare vere e invece lo sono, o per meglio dire, lo saranno.
Il demone scoppia in una risata baritonale.
- Proprio quello che volevo sssssentirmi dire… Gli umani hanno quesssta ssssstupida ten-denza a credere che le profezie rivelino arcani impressssscindibili, che dei e demoni si sssssscomodino sssssolo per le “grandi quesssssstioni”...
Mentre lo dice disegna due virgolette immaginarie nell’aria con le sue unghie aguzze.
- Proprio non lo capissssscono che non esssisssste un ssssenssso e che i demoni e gli dei ssssi divertono di più con le loro piccole, insulssse, folli quesssstioni quotidiane. Che il dessstino del mondo sssi compie anche e sssssoprattutto nella pazzia della gente comune, nel vivere di tutti i giorni...
Lo ascolto attentamente.
- È cossssì che li traiamo in inganno: le nosssstre profezie si compiono tutte, non mentia-mo, questo no, ma loro non ssssanno dove cercare e useranno le nosssstre, le tue parole per evitare prima e interpretare poi eventi di portata mondiale che non hanno nulla a che sssspartire con la reale ssssorte del mondo...
Non lo seguo mai fino in fondo quando attacca a filosofeggiare.
- Se posso permettermi un consiglio...
Tento l’approccio con tono gentile.
- Ho il sospetto che gli stiamo dando fin troppi indizi e non vorremo certo che questi nostri successori arrivino a prevedere ed evitare qualcosa, giusto?
- Dimmi cossssa hai in mente...
Mi incalza guardandomi curioso.
- Nulla di che, mio Signore. Pensavo solo che sarebbe meglio togliere informazioni, scrive-re quartine, piuttosto che sestine, così da rendere le profezie ancor più sibilline… usciran-no di testa, vedrà!
Ho sempre paura delle sue reazioni. Mi tormenta con incubi indescrivibili quando faccio o dico qualcosa che non gli va a genio.
- Può esssssere una buona idea… Ma ne abbiamo già sssscritte parecchie…
Aggiunge ancora non del tutto convinto.
- Ci penso io, mio Signore. Ho ancora un po’ d’inchiostro e se non basta me ne farò altro, non sarà un peso.
- Come vuoi, ma non cedere troppo all’essstro.
E così dicendo Haagenti scompare.
Riprendo la penna d’oca, la intingo nell’inchiostro e cancello gli ultimi due versi



Ora mi guardo in giro, come se non sapessi che mi osserva anche senza essere fisica-mente vicino a me e mi abbandono a una licenza poetica che qualche volta mi concedo: anagrammo Re di San Goi Mol e lo trasformo in Re d'Angolmois. Rileggo la quartina:

L’anno millenovecentonovantanove al settimo mese
dal cielo verrà un grande re del Terrore
resusciterà il grande re d’Angolmois
prima e dopo Marte regnerà con fortuna. [Ok, ecco spiegati i versetti iniziali. Va bene allora]


Una risata incontenibile mi scoppia nel petto e si fa strada fino a riempire la stanza.
Ho le lacrime agli occhi tanto rido al solo pensiero di come interpreteranno questa quartina.
È davvero il nostro capolavoro, Haagenti, ripeto tra me e me.

Commento:
Eccoci qua. Mooolto meglio del racconto dell'edizione scorsa. Brava. L'idea inoltre è davvero carina e le scene con Nostradamus le hai rese bene. Mi pare di avertelo detto anche per l'altro racconto ma la cosa che ti riesce meglio è il dialogo. Sai seguire le forme caratteristiche del parlato vero e rendere credibile il tutto.
Detto questo, il testo ha comunque diversi problemi. Lo stile è ancora da migliorare e c'è un'incoerenza di PdV piuttosto grossa. Anche a flusso informativo a volte singhiozzi non dando al lettore informazioni chiave per comprendere la scena.
Vedo che ti piace molto cambiare portatore di PdV ma devi essere anche conscia che ogni cambio deve essere fatto a modo e quindi prendendosi il tempo (ed i caratteri purtroppo) per presentare il luogo e le persone che popolano la nuova scena.

In conclusione, un buon miglioramento direi. Son curioso di vedere i progressi che farai con i prossimi racconti, dove magari mi potrò dilungare di più a parlare dei contenuti veri e propri della storia. :)

Leonardo, che lavoro! Grazie di cuore: farò miei i tuoi preziosi appunti. Ti chiedo un consiglio: come posso migliorare questa questione del punto di vista (che mi sembra di capire essere il mio principale problema)?
Sono comunque lieta tu abbia preferito questo racconto al precedente.
Grazie di nuovo :1392239679.gif:
 
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Leonardo Pigneri
view post Posted on 14/10/2021, 10:44




Ciao Shangai, grazie mille per i commenti, mi hai fatto appunti non scontati e su cui mi trovo in pieno accordo!

Rispondo alle tue due domande:

CITAZIONE
Inoltre, ho una domanda: che differenza c’è quando metti i … e quando invece opti per ---? è una cosa che un po’ mi disturba, ma probabilmente non lo capisco io.

La regola dice che quando una frase finisce con "..." si intende che il tono di voce va ad abbassarsi con il concludersi della battuta, quando invece c'è il "—" (em dash) si tratta invece di una troncatura netta, in cui il personaggio parlante è stato interrotto da qualcosa (un altro personaggio, un rumore improvviso, un pensiero fulminante ecc..)

CITAZIONE
Ti chiedo un consiglio: come posso migliorare questa questione del punto di vista (che mi sembra di capire essere il mio principale problema)?

Allora, non è un concetto facilissimo da spiegare, ma vediamo se riesco a fare un buon lavoro. Direi di partire dalle basi e da una piccola premessa.
Il punto di Vista è in assoluto uno degli aspetti più difficili da padroneggiare per uno scrittore, quindi non ti preoccupare se ti ci vuole un po' per comprenderlo a pieno. Anche io ho molta strada da fare al riguardo.
Il Punto di Vista (PdV) non è altro che la "telecamera" che riprende quello che sarà "il film mentale del lettore". Ovviamente non è propriamente una telecamera perché può riprendere molte cose che una lente non potrebbe (olfatto, pensieri, tatto ecc...) ma il parallelo funziona.
Questa telecamera, in base alle scelte dell'autore, può avere una diversa focalizzazione:
Ampia: Ovvero una telecamera posta molto lontano, che riprende molte cose ma si concentra poco sui particolari e sui personaggi ( spesso il caso del narratore onnisciente)
Stretta: In cui si focalizza di più sulle scene e sul coinvolgimento, rimanendo comunque esterna
Interna al personaggio: Il cui il PdV coincide con la sensorialità di un personaggio ed è completamente plasmata dal suo filtro psicologico. Questa è la narrazione che oggigiorno funziona di più e sicuramente la più efficace per lo svilupparsi dell'empatia con il lettore.
Quindi, partendo dal presupposto che uno voglia utilizzare quest'ultima (e non si ha motivi per non farlo se si vuole scrivere per un pubblico moderno), la regola d'oro è cercare di calarsi il più possibile nei panni del portatore di PdV e mettere su pagina solo ciò che attraversa la sua sensorialità per il tempo esatto in cui lo fa. Questo approccio ovviamente porta delle conseguenze, il PdV sarà spesso inaffidabile e limitato nella sua bolla percettiva, ma sarà anche molto più facile per il lettore immedesimarsi e comprendere la sua visione del mondo (avendo anche un effetto maggiormente educativo). Con gli altri tipi di telecamera le cose il lettore le osserva, con la focalizzazione interna, invece, il lettore le "vive".
Questo a patto che ci sia coerenza e che la focalizzazione sia sempre la stessa. La telecamera può sì fare salti temporali (susseguirsi di scene) o spaziali (diversi Portatori di PdV), ma non può oscillare dentro e fuori dal personaggio. Dal momento che infrangi anche solo una volta la coerenza del tuo PdV romperai il patto con il lettore e lui smetterà di vedere la tua storia come qualcosa di vero.

Questo è il discorso a grandi linee, ci sarebbe molto altro da dire, ma spero di averti dato un'infarinatura di base che ti possa tornare utile. Comunque, se vuoi espandere ancora di più, sia Marco Carrara (nel corso base) sia Livio Gambarini (nei suoi video) ne parlano molto dettagliatamente.
 
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view post Posted on 14/10/2021, 13:51
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Ciao a tutti,
ne approfitto per ringraziare Shanghai per il commentone e per il posizionamento in classifica.
Riprendendo il tema del pdv, giusto per aggiungere qualche fonte in più rispetto a quelle che ha segnalato Leonardo:

https://immersivita.it/il-punto-di-vista-pov/

mi sono trovato molto bene con le spiegazioni di questo sito, fa anche degli esempi e degli approfondimenti molto interessanti.
 
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Leonardo Pigneri
view post Posted on 14/10/2021, 14:57




CITAZIONE (MentisKarakorum @ 14/10/2021, 14:51) 
Ciao a tutti,
ne approfitto per ringraziare Shanghai per il commentone e per il posizionamento in classifica.
Riprendendo il tema del pdv, giusto per aggiungere qualche fonte in più rispetto a quelle che ha segnalato Leonardo:

https://immersivita.it/il-punto-di-vista-pov/

mi sono trovato molto bene con le spiegazioni di questo sito, fa anche degli esempi e degli approfondimenti molto interessanti.

Ottimo articolo che non conoscevo, sviscera perfettamente la questione direi!
 
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view post Posted on 14/10/2021, 16:50

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Ciao, Shangai Kid. Perdona le parti deboli del testo: quanta fatica senza esito per superare l'inferenza semantica (ossia cercare di farsi capire da quanta più gente possibile) ma è colpa mia. Dovrò starci attenta. Per il resto, grazie di aver trovato qualche cosa di buono nella trama.
 
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view post Posted on 15/10/2021, 14:45
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Grazie davvero moltissimo a tutti voi.
Siete di grande esempio per me.
Il manuale di Carrara l'ho scaricato l'altro giorno dopo la tua strigliata e appena ho tempo me lo leggo, di Gambarini ho già visto qualcosa, ma cercherò video specifici e mi farò un bel giro anche sul sito.
Grazie a tutti di cuore ❤️

Edited by Shanghai Kid - 16/10/2021, 10:59
 
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view post Posted on 31/10/2021, 15:51
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Custode di Ryelh
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Ed ecco commenti e classifica della giuria.

L’ORMA E LA VOCE di Alexandra Fischer


Ciao, Shanda e piacere di leggerti. I problemi di questo racconto sono i soliti, sia a livello di stile che di storia. A livello di stile, siamo ancora in presenza di un mostrato eccessivo. In molte scene (soprattutto all’inizio) tu specifichi che le azioni vendogono fatte “dopo”, “durante” o “Prima”, ma tutto ciò è inutile perché inserisce un elemento di temporalità che è insito nella consequenzialità stessa delle azioni. Prova a riscrivere quelle parti senza quegli elementi, ma lasciando che sia il collegamento stesso tra le azioni a far capire cosa avviene prima e cosa dopo: ti renderai conto che non solo il significato è rimasto, ma che il testo ne guadagna in scorrevolezza e immersività. Per quanto riguarda la storia, la questione è sempre la stessa: il racconto è immerso in un’ambientazione interessante, ma di cui fornisci elementi troppo scarni per poterla comprendere appieno e tanto i dialoghi quanto i pensieri del protagonista oscillano costantemente tra l’infodump e la cripticità eccessiva, derivante dal fatto che fanno riferimento a cose di cui non siamo a conoscenze. Quante volte ce lo siamo detti, Alex? Eppure continui a fare sempre lo stesso, identico errore.




I mezzi della pace, di Leonardo Pigneri

Bravo Leonardo, un racconto decisamente di un altro livello.
Mi è piaciuto l’espediente utilizzato per introdurre il worldbuilding e il sistema magico delle vesti di Ollispo con nomi che mi hanno fatto sorridere e ricordare Jack Vance. Mi è piaciuto come è caratterizzato il personaggio principale, la fretta connaturata nel pensiero e nei modi, e il fastidio che prova verso la nobiltà tutta. Il doppio colpo di scena finale è ben seminato.
Nulla da dire sullo stile, ben gestito e coerente al contesto.
Insomma, ben fatto.

Il micio Merlino, di Mentis Karakorum

Ciao Mentis, testo divertente e chiaro. In alcuni punti perde di grip e risulta un po’ annacquato. Ecco qualche dritta.

NB: perché nell’anticipazione hai scritto del dialetto veneto-friulano? Devi fare in modo che si capisca, non che lo spieghi prima. Tra l’altro la padrona di Princesa, Julia che parla con le R lunghe, non è veneta. E per buona parte del suo discorso ho pensato che lo fosse proprio per la tua premessa (e non mi tornava). Hai paura che “sburtar radicio” non si capisca? Non metterlo, end of story. Niente più trucchi di bassa lega: le postille lasciale ai saggi (nel senso di testi).

Questa sequenza poteva essere gestita decisamente meglio:
«Ehi! No! Fermi!» Si piegò verso i due animali inferociti, ma questi scivolarono altrove. Tra soffi, graffi e morsi, il pavimento cominciava a sporcarsi di sangue. Fabio rimase a bocca aperta a osservare gli altri gatti che, svegliati dalla cagnara, si lanciavano nella mischia. Ormai tutta la casa era un eco di soffi e miagolii che parevano uscire dall’inferno dei felini. Lui si tuffò verso la massa di pellicce dagli svariati colori, prese alcuni gatti per la collottola e li lanciò lontano, ma questi correvano subito indietro per rigettarsi nella lotta.

Nel dialogo di spiegazione tra lui e Merlino, a un certo punto il protagonista capisce che la permanenza del gatto è essenziale e tenta un compromesso. Ho sentito la mancanza del pensato: facci caso, non c’è. Il dialogo è molto in superficie, senza sottotesto, questo l’ha reso legnoso e prevedibile.
Nota come il sottotesto sia inesistente in questa battuta: «Non si tratta di quello.» […] «Io voglio starle vicino, voglio amarla ed essere amato, persino sotto forma di animale domestico, visto che non c’è altro modo.»


Il re del terrore, di Shangai Kid
Le prime righe mi stavano piacendo, con il rito dell’inchiostro, ma subito dopo ho perso la bussola. Buio totale. Il primo paragrafo è davvero oscuro: introduci questi due personaggi fantasy che citano nomi che non offrono appiglio. Un esempio?
Ci metto qualche frazione di secondo a ricordarmi che Haagenti ha quel difetto di pronuncia della esse e giungo alla conclusione che deve trattarsi del settimo mese di luglio.
in questo punto, uno non ha la minima idea di cosa stia succedendo.
Poi si passa al secondo paragrafo, con tutt’altro contesto e nuovi personaggi che saturano la memoria del lettore. Questo brusco salto non annunciato mi fa dire, mi son perso qualcosa. Ti segnalo poi una cosa che sistemerei assolutamente, e cioè la posizione dei dialogue tag. Tu vai sempre a capo DOPO il discorso. Questo non ti fa capire per tempo chi dice cosa:
- Sette messe? / Chiedo sinceramente dubbioso.
- Da me hai proprio preso solo il carattere di merda. / Risponde Bortolo tenendo gli occhi chiusi
- Lei è il signor Giambattista Locatello? / Chiede il fattorino, stanco.
oppure, come in questa sequenza, la ridondanza è pesante:
- Dove mi porti questa volta, razza di coglione? / Sbotta il vecchio.
- Stai zitto o d'ora in poi ti lascio ad annegare nella tua stessa merda. / Risponde, secco, il Giambo.
- Ahahahaha! Lo dico sempre io: solo il caratteraccio hai preso da me, era meglio che da me prendevi la stazza e che il carattere lo prendevi da tua mamma… / Controbatte il vecchio articolando faticosamente i suoni.
Sono in due, lo sappiamo. Quindi è chiaro che alla battuta di uno risponde l’altro. C’era bisogno di indicarlo?
Parte della telefonata ai carabinieri: lungo monologo in cui, per non far sentire cosa dicono loro, ripeti spesso il discorso per non far perdere il filo. Questo però toglie il realismo della scena.
E con il finale, e il ritorno allo scenario fantasy, si capisce che le due cose sono collegate. C’è un discorso di predizioni che si legano a fatti marginali e non ai grandi avvenimenti. Ma quale sia la burla del protagonista io proprio non l’ho capito.
C’è da lavorare sulla chiarezza e su una semina corretta per rendere la storia lineare.

1. I mezzi della pace, di Leonardo Pigneri
2. Il micio Merlino, di Mentis Karakorum (Matteo Mantoani)
3. Il re del terrore, di Shangai Kid
4. L’ORMA E LA VOCE di Alexandra Fischer
 
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view post Posted on 31/10/2021, 16:54
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Custode di Ryelh
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Ecco a voi il conteggio:

1) Il micio Merlino, di Mentis Karakorum (Matteo Mantoani): 1+1+1+2-2-2 = 1
2) I mezzi della pace, di Leonardo Pigneri: 3+1+2+1-2-2 = 3
3) Il re del terrore, di Shangai Kid: 2+2+2+3-2-2 = 5
4) L’ORMA E LA VOCE di Alexandra Fischer: 3+3+3+4-2-2 = 9

Per questa edizione abbiamo notato l'impegno di tutti nelle coccarde, quindi le abbiamo assegnate a tutti. Da questo punto di vista dobbiamo farvi i nostri complimenti.

Annuncio la vittoria dello Skannatoio Settembre-Ottobre 2021 di Mentiskarakorum con "MICIO MERLINO"

Stay tuned: stasera (meno probabile) o domani partirà l'ultima edizione dello Skannatoio di quest'anno!!
 
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view post Posted on 31/10/2021, 17:47
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Grazie amici. Come al solito un'esperienza divertente e utile. Grazie alla giuria, e a tutti per i consigli e la pazienza di leggere il mio raccontino.
Piccola nota: con questo racconto è un anno che partecipo allo Skannatoio, la prima volta è stata a ottobre del 2020. Un'esperienza davvero bella, che spero continuerà nel tempo, che mi diverte e mi dà una scusa per esercitarmi con serietà e assiduità nella mia più grande passione.
Un saluto anche dal micio Merlino!
colonel4-1
Alla prossima!

Edited by MentisKarakorum - 31/10/2021, 19:02
 
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Leonardo Pigneri
view post Posted on 1/11/2021, 10:02




Grazie mille White Pretorian e complimenti a tutti! Ci leggiamo al prossimo skannatoio!!
 
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76 replies since 31/8/2021, 21:43   1860 views
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