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Skannatoio Giugno 2022, Born in blood 2: the retourn

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Mikeluzz
view post Posted on 1/7/2022, 22:59 by: Mikeluzz

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Chiedo scusa per il post consecutivo.
Questa che ho scritto è una revisione scremata del racconto (anche qui siamo intorno ai 5.000 caratteri, poco meno).
Sto cercando di rendere il testo il più bello possibile perché settimana prossima ho l'esame d'idoneità al quinto anno di superiori (sono un po' indietro con gli studi) e vorrei portarne una copia stampata per fare bella figura.
Ecco la nuova versione:

LACRIMA ROSSA

di Michele Carlo Calci


Il vento estivo getta calore nella stanza.
Mi liscio la fronte col dorso della mano e faccio schizzare il sudore un po' a destra, un po' a sinistra. Che razza di caldo, si starebbe meglio nel deserto!
Non oso immaginare come la stia vivendo il piccolo – fra le tante – questa situazione...
Il dottore più basso si avvia per chiudere la finestra. «Mi spiace, signori. Un guasto all'aria condizionata non è da tutti i giorni, in ospedale.»
Certo, certo. Proprio oggi doveva succedere!
Tra le braccia di mia moglie, i lamenti del piccolo si fanno assordanti.
Dio! Me ne sto seduto ai piedi del suo capezzale e non so come essere d'aiuto.
Lei perlomeno riesce a cullarlo, a stargli vicino col corpo…
È da più di mezz’ora che siamo dentro. Il dottore alto sta esaminando il piccolo centimetro per centimetro. Traffica con aggeggi sempre più strani, con tecniche mai viste.
Allora, cosa pensi di trovarci?!
Scatto in piedi. «Basta! Che cos'ha mio figlio?! Mi dia una risposta, adesso!»
Si volta e mi squadra da capo a piedi.
Un esame anche per me, ecco quel che ci voleva! «Mi prende per il culo?!»
Sto per fare qualcosa di sbagliato, me lo sento.
Ma slitto sullo sguardo di Carola.
Ha gli occhi stanchi.
È chiaro che anche lei non sa più come reagire. Può solo attendere e tenersi stretta al piccolo con tutto l’amore che possiede. «Marco, ti prego—»
Il dottore alto la interrompe subito. «Signor Cavini, stiamo facendo il possibile per salvaguardare la salute di suo figlio. Si rassereni. Stia seduto e faccia degli ampi respiri.»
Finora hai dimostrato ben poco, caro dottore, per meritarti la mia tranquillità.
Sbuffo, quasi a liberare l'alito ammuffito di un sonno lontano. Sono passate venti ore dall'ultima volta che ho chiuso occhio.
Sono sfinito.
È forse questo a rendermi tanto nervoso?
Siedo e mi dilungo in un ampio respiro, come richiesto.
Non basta, non basterà mai, ora.
Mi curvo e afferro il capo con dita tremanti. I suoni dell'ospedale mi rimbombano nelle orecchie, ma sono affossati dalla quantità di pensieri che stravolge la mia mente.
«Aiuto, dottori, guardate!»
Lo strillo di Carola mi solleva d'un pezzo.
I due dottori sono vicino alla finestra per un consulto.
Carola, stretta sempre più a nostro figlio, ha lo sguardo impietrito e la bocca spalancata.
Scatto, l'ansia che mi percorre la gola, ma il dottore alto ha già occupato il posto.
Ti manderei al diavolo seduta stante!
Il piccolo è rannicchiato sull'avambraccio di Carola, gli occhi socchiusi, come sempre… ma una lacrima di sangue gli riga la guancia. Il rosso sfiora le sue labbra, e in una nuova crisi di pianto gli cola nella bocca.
«È sangue, è sangue!»
«Signora, non si agiti, la prego.»
Le lacrime rosse non smettono di scendere. Una maschera di sangue gli ricopre il viso.
È un disastro, lo sapevo!
Anch'io piango.
M'inginocchio per la disperazione, e il pianto di mia moglie mi accompagna nel tormento.
Perché a noi? Cos'abbiamo fatto per meritarci un dolore simile?
Una mano mi si poggia sulla spalla. È quella del dottore alto. «È un po' di sangue ingurgitato, ma niente che possa metterlo in pericolo. Signora, lo tenga con la schiena diritta, e…»
Il dottore fa cenno al collega più basso.
Questi cammina verso il letto, come se nulla fosse, come se tutto stesse procedendo secondo i piani.
Nessun commento, voglio solo che mio figlio stia bene!
Carola prende un fazzolettino e asciuga il viso del piccolo. Il pianto rosso si è esaurito.
Il dottore scosta il fazzolettino macchiato di sangue e indica gli occhi socchiusi. «Ferrari, apriamogli gli occhi. Lentamente, mi raccomando. Con cautela.»
Ferrari annuisce e si appresta a sollevare le palpebre del piccolo.
È silenzioso, sembra sul punto di assopirsi…
Il dottore alto allarga il braccio a bloccare l'iniziativa del collega. «Aspetta, aspetta.» Sospira. «C'è bisogno di stenderlo sul letto. La prego, signora, scenda e vada dal marito.»
Carola sembra non voler abbandonare il piccolo.
«Non si preoccupi, è questione di un minuto.»
Allora ci mettiamo in piedi, uno fianco all’altra.
Il clima sembra calare di temperatura. È la tensione che defluisce lungo il mio corpo? Non so più che fare...
Mio figlio è lì, sdraiato a pancia in su. Ferrari lo sfiora appena, ma una convulsione del piccolo lo fa ritrarre.
Si ri-accovaccia e allunga indice e medio.
«Fai piano, mi raccomando…»
Le palpebre si riversano al rallentatore. Due pellicole che celano il segreto più atroce, più inverosimile.
Carola ha un mancamento, ma l’afferro per il braccio e sollevo il suo peso morto. La faccio sedere e mi sporgo verso il piccolo.
Entrambi i dottori muovono un passo indietro.
Gli occhi di mio figlio sono intrisi di sangue raggrumato, seccati di rosso.
Ho lo stomaco in subbuglio.
Oddio… «E quella?»
Il dottore alto si avvicina; Ferrari è rivolto alla finestra e trema come un budino.
«Sembra ci sia scritto 6 7 nel sangue. Che significa?!»
La porta della stanza si apre con uno scatto. Un'infermiera si affaccia. «Finalmente, dottori, è tornata l'aria condizionata!»
Alla vista dei nostri sguardi atterriti, l'infermiera alza un sopracciglio.

FINE



Edited by Mikeluzz - 2/7/2022, 13:59
 
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