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Skannatoio, febbraio 2013, edizione XV, Non aprite quella porta
* Campionato aut-inv 2012, 11 di 12

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Jackie de Ripper
view post Posted on 30/1/2013, 23:34




OrganizzazioneRacconti in gara
"L'arena dei Plusgene" di Polly Russell #entry525653383
"Da Ribiez" di shanda06 #entry525907781
"La guerra del metallo freddo" di anark2000 #entry525937651
"La vittima giusta" di Rovignon #entry526279930
"Sura per un Dio meccanico" di Sol Weintraub #entry526309663
"Ombre danzanti" di Aser #entry526317148
"Per una goccia di libertà" di Miksi #entry526333176
"Atto unico" di kaipirissima #entry526341761

Commenti

  1. ...



Primo indizio

jpg


Edited by Jackie de Ripper - 1/3/2013, 13:13
 
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anark2000
view post Posted on 30/1/2013, 23:59




Dio, sono tornato bambino!
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 31/1/2013, 00:08





Questo largo anticipo con cui vengono rese note le specifiche serve
per farmi perdonare il ritardo col quale è iniziato lo scorso speciale.

Vi ricordo, inoltre, che dopo il 7 febbraio sarà disponibile il
numero 6 di Skan Magazine (anche in cartaceo su LuLu.com)
Chi volesse veder pubblicata la propria opera sul numero di marzo
deve scrivere in calce al proprio racconto la solita liberatoria:
Autorizzo Jackie de Ripper a pubblicare questo mio racconto su 'Skan Magazine'.
Saranno pubblicati solo i migliori racconti accompagnati dall'autorizzazione.



Skannatoio, edizione XV
Non aprite quella porta



Lo Skannatoio XV ha anticipatamente inizio!
Si tratta dell'undicesimo scontro del Campionato autunno-inverno 2012/2013.


Le TEMPISTICHE:

1) Una settimana per scrivere il proprio racconto (consegna delle opere per le 23:59 del 7 febbraio 2013). Il racconto deve essere pubblicato in questo thread. Provvedete a inserire il titolo insieme al testo del racconto;
2) un massimo di 14 giorni (quindi fino alle 23:59 del 21 febbraio - se i racconti fossero più di 15, attendete la suddivisione in gironi da parte del Supervisore) per leggere, commentare e inserire in classifica i racconti altrui che non infrangeranno i limiti di lunghezza specificati. Leggete il REGOLAMENTO se non avete idea di come si devono votare i racconti;
3) un massimo di 7 giorni (a partire dagli ultimi commenti pubblicati) per leggere i commenti e assegnare 1 punto al miglior commento al proprio racconto e 2 punti all’autore della migliore serie di commenti;
4) l'ultimo a consegnare i propri punteggi dovrà compilare la classifica finale.

Chi salterà anche una sola di queste fasi incorrerà nella sanzioni previste dal REGOLAMENTO.

Inoltre, chi partecipa per la prima volta allo Skannatoio deve inviare, pena l'esclusione dal concorso, i propri dati (nome e cognome, indirizzo postale e indirizzo email) in un PM a me (Jackie de Ripper). Non è necessario farlo se si sono già forniti i dati contestualmente a uno qualsiasi dei concorsi organizzati dal forum de "La Tela Nera".

Le SPECIFICHE

Lunghezza. Minima: 2.500 caratteri. Massima: 20.000 caratteri (spazi inclusi, escluso il titolo ed eventuale liberatoria). Tolleranza ZERO. Vale questo contatore come riferimento per il conteggio dei caratteri.
Genere: horror, giallo, fantastico e relativi sottogeneri (i partecipanti dovranno tenere conto nelle proprie classifiche dell'attinenza dei racconti ai generi elencati).
Particolarità:
a) Nella scena che costituirà un punto cruciale della narrazione, uno dei personaggi importanti non dovrà aprire una porta, bensì dovrà aprire qualsiasi altra cosa (una finestra, una bottiglia, un baule, ecc., ma in ogni caso un oggetto concreto, cioè non vale l'apertura di una trattativa, per esempio). L'apertura dovrà avere conseguenze rilevanti per la storia, non deve essere un episodio marginale di una vicenda che parla di tutt'altro.
E
b) In un dialogo dovrà essere pronunciata la frase: "Bisogna morire molte volte per imparare a vivere".



Nelle loro classifiche, i partecipanti dovranno tenere conto
delle specifiche e penalizzare, a loro insindacabile giudizio,
i concorrenti che non si sono attenuti. Dovranno anche ignorare
i racconti che supereranno in più o in meno i limiti previsti
per la lunghezza, o altre richieste espresse esplicitamente.


Vi resta più di una settimana per creare. Non perdete
tempo, e mi raccomando: "non aprite quella porta!"


CITAZIONE (anark2000 @ 30/1/2013, 23:59) 
Dio, sono tornato bambino!

Potrebbe essere un buono spunto per il racconto!
 
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Nitroneus
view post Posted on 31/1/2013, 08:16




Ciao, ragazzi!
Io questo mese salto, perciò auguro buono Skannatoio a tutti!
 
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White Pretorian
view post Posted on 31/1/2013, 08:54




Mmmm... io resto in sospeso per il momento: oggi e domani ho due esami da dare, perciò l'unica cosa che posso aprire sono i libri e poi vorrei regolarmi con la Grigliata di Oltre... Anche la Macelleria vuole la sua parte ;)
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 31/1/2013, 10:16




CITAZIONE (White Pretorian @ 31/1/2013, 08:54) 
Mmmm... io resto in sospeso per il momento: oggi e domani ho due esami da dare, perciò l'unica cosa che posso aprire sono i libri e poi vorrei regolarmi con la Grigliata di Oltre... Anche la Macelleria vuole la sua parte ;)

Uhm... non aprite quel libro... che bella idea!
 
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view post Posted on 31/1/2013, 11:14
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Devo scrivere subito per essere nei tempi con la grigliata... Ok
 
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Wellax
view post Posted on 31/1/2013, 12:14




Mi voglio rovinare tra Skanna e grigliata...ma chi se ne frega!
 
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Jackie de Ripper
view post Posted on 31/1/2013, 12:37




CITAZIONE (Wellax @ 31/1/2013, 12:14) 
Mi voglio rovinare tra Skanna e grigliata...ma chi se ne frega!

Bravo! Questo è lo spirito giusto!
 
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view post Posted on 31/1/2013, 14:49
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Eccomi qui, lampo e stampo!
Mi scuso in anticipo ma ho passato la notte e buona parte della giornata di ieri aguardare ifilm di Guy Ritchie.
Temo che l'io narrante abbia risentito dell'influenza del Turco di the Snatch! Ma che posso farci?
Buona lettura! (spero...)

L'ARENA DEI PLUSGENE

Vedo almeno sei paia di piedi, solo un paio femminili. Le orrende scarpette cremisi che indossa non passano inosservate.
Trattengo il respiro e mi sposto da un lato della feritoia nella parete. La luce gialla del lampione sembra puntata proprio su di me e potrebbero vedermi. Sono bloccato in questo schifo di scantinato da almeno dieci minuti, senza che i proprietari dei dodici piedi accennino ad alzarli per andarsene.
Fa caldo e ho sete, che posto stupido per materializzarsi.
Li sento ridere e parlottare, il fulcro del discorso sono io. Io e il modo bizzarro in cui mi hanno visto visto sparire dal ring.
Bizzarro per loro.
Mi stanno dando del vigliacco e forse hanno ragione ma, non ho nessuna intenzione di crepare per il loro sollazzo.
"Genepiatti" di merda!
Mi siedo a terra, lontano dallo spicchio di luce gettato sul pavimento lercio. Devo rompere il collare che mi imprigiona ma c'è davvero poco da fare, sono anni che ci provo.
Non c'è serratura, né chiusure di alcun genere, me lo hanno saldato al collo tre anni fa.
Tre anni di prigionia.
Ma come hanno fatto dei semplici sapiens a fregarci tutti? Dovrei andarmene ma da qui non posso vedere alcun punto di arrivo, collare di merda! Riuscissi ad aprirlo sarei già sdraiato al sole in qualche isola tropicale.
Invece devo sperare che il gruppetto qui davanti si sposti, magari affacciandomi, scorgo qualcosa.
«Ho pagato quasi seicento carte per vedere dei veri "Plusgene"combattere, se non c'è l'incontro, rivoglio indietro i miei soldi.»
E brava la stronzetta, arrabbiati, vai a chiedere il rimborso, così posso andarmene.
Si è innervosita parecchio, se convince anche gli altri sono a cavallo.
«Ha ragione Lucrezia, ci hanno preso in giro. Andiamo a chiedere il rimborso, oltretutto qui fuori si soffoca!»

Non mi sporgo ancora, voglio aspettare che il ticchettio delle scarpe cremisi sparisca.
Riesco ad affacciarmi afferrando le sbarre di questa specie di finestra, e sorpresa delle sorprese, l'unica cosa visibile oltre all'arena è un palazzo di una trentina di piani. Fisso una finestra in alto, da cui non proviene luce.
Il mio corpo perde consistenza e peso, fluttuo nel nulla, ma sono solo pochi attimi, fa freddo.
Come sempre.
In meno di un battito di ciglia avvampo. Il lieve formicolio che si dipana dalla punta delle dita mi avvolge, ora non sono più formiche ma scorpioni e ratti e mi stanno mordendo. Il petto brucia e il cuore pompa come se dovesse scoppiare.
I morsi diminuiscono di intensità e rimane solo un ronzio cupo.
Sono nella stanza che avevo guardato.
È questo dannato collare a produrre le anomalie e tutto questo dolore. Materializzarmi era naturale come correre e altrettanto facile, un tempo.
Sembra passato un secolo.
Ho bisogno di qualche secondo, appoggio le mani sul davanzale. Non sento nulla, come se il mio corpo non mi appartenesse. Non mi abituerò mai a questa sensazione anche se so che non durerà molto.
Stringo il marmo, almeno credo di farlo.
Ecco ora sento il freddo della pietra e l'umidità sotto i palmi. Ora le dita mi dolgono.
Sono tornato.
La stanza è vuota, almeno lo sembra. E da parecchio direi.
Un rumore dalla tromba delle scale. Passi veloci, molti.
Hanno già rintracciato il mio percorso, è evidente che la morsa intorno alla mia gola possa fare anche questo.
Mi affaccio dalla finestra, due dei miei carcerieri sono in strada, e i loro bastoni elettrici non promettono nulla di buono.
Da qui si vede il parco cittadino. Saranno un paio di chilometri, per quanto possano correre, riuscirò a seminarli.
Non tento un salto del genere da tre anni, ma i colpi alla porta non mi permettono delle prove preliminari.
Nell'ingresso un vecchio antifurto lampeggia ancora.
Sfioro lo schermo, spero solo che non abbia il riconoscimento digitale.
«Buona sera Carlos. Devo aprire?»
«No! No. Aziona il blocco e inserisci l'antisfondamento.»
Il grido strozzato dall'altra parte mi informa dell'efficenza della robocasa. Forzeranno comunque la serratura, ma almeno la soddisfazione di friggergli una mano me la sono presa.
Torno alla finestra e fisso un punto tra due grosse magnolie.

L'intorpidimento è più lungo del solito, so di aver saltato ma non vedo nulla. Le braccia e le gambe mi fanno un male d'inferno e se non recupero in fretta, sarà stato tutto vano.
Finalmente i miei occhi si abituano alla luce, mi bruciano anche, ma credo sia normale, è quello che vedo intorno a me che non è come dovrebbe.
Il primo contatto con la realtà è un colpo al volto. Sento il labbro inferiore spaccarsi come una mela matura, mentre il sapore salato del sangue mi riempie la bocca.
«Ben tornato Jaime.»
Come posso essere di nuovo qui? Come cazzo hanno fatto a riportarmi in questa dannata prigione?
«Davvero pensavi che non lo avremmo previsto? Andiamo Jaime, sei un teleporta! Al terzo salto fuori dall'arena il collare inibitore ti materializza nella tua cella. È il nostro sistema di sicurezza.»
Il figlio di puttana che mi tiene prigioniero mi fissa da dietro la spalla del suo picchiatore.
Non sono solo affari. Non è solo per soldi che ci obbliga a combattere quasi ogni sera. Lui ci gode a vederci massacrare l'uno con l'altro.
Mi volto verso la vetrata ma la sua risata mi blocca, «non pensarci neanche a saltare Jaime. Abbiamo programmato il tuo collare perché ti sia impedito. Nuova misura precauzionale. E fidati non ti piacerebbe provare.»
A questo punto non ho molto da perdere e da qui si vede il parco. Non può andare peggio di così.

Oh si che può!
Non credevo di poter provare tanto dolore, come se un branco di lupi stesse banchettando con le mie carni. Riesco a sentire la pelle che si lacera e i tendini strapparsi uno a uno, ma quando smetto di gridare sono ancora legato alla stessa sedia di prima e la mia pelle è ancora al suo posto.
Sorride il vigliacco, quanto deve essere fiero della sua opera e quanto vorrei spaccargli quei denti perfetti.
«Ovviamente capirai che sei diventato più fastidioso che remunerativo. Gli scommettitori si sono parecchio indispettiti per il tuo numero di stasera.
Ho dovuto risarcire le scommesse. Ho perso dei soldi. Parecchi.»
Un cenno a quella specie di mastino e lui mi colpisce. Ancora e ancora. Cado dalla sedia cui sono legato, trascinandomela dietro ma lui non smette.
Sento qualcosa incrinarsi nel torace, non riesco a respirare.
Stringo gli occhi, il sudore e il sangue me li fanno bruciare e quando li riapro il mio campo visivo è riempito dal sorriso maligno del mio padrone.
«Bisogna morire molte volte per imparare a vivere.» Sogghigna, poi si rivolge al bastardo che m'ha pestato, «Fallo lavare e rimandalo sul ring, vediamo di recuperarci qualcosa, almeno.»

Se non posso saltare, sono morto.

Il picchiatore mi trascina nelle docce, è un Plusgene anche lui, ma il sapersi in salvo dal ring lo rende un cane da guardia bene ammaestrato.
«Spogliati.»
Il colpo al torace deve avermi incrinato una costola, un'altra "misura preventiva", per assicurasi che non esca vivo dall'incontro. Fatico a sfilarmi la tuta, la lascio cadere a terra e mi avvicino alla parete. Appoggio i palmi sulle piastrelle e aspetto.
L'acqua è gelata, meglio.
«Andiamo, sei pulito, infilati una tuta nuova e seguimi. Non fare scherzi, rifiuto. O crepi prima ancora di arrivarci nel quadrato.»

Le luci dell'arena mi disorientano e il boato della folla mi investe come un pugno.
Non ho scelta, quindi afferro una delle corde e salgo.
Manolo mi aspetta all'angolo opposto.
Hanno scelto il mio migliore amico uccidermi.

Il gong non è ancora suonato e lui mi è già addosso. Schivo il primo fendente per miracolo ma il secondo va a segno. Volo un metro più là e la montagna di muscoli e placche ossee mi è di nuovo sopra.
Mi arpiona il collare e mi solleva da terra, idiota! Saltando gli avrei tranciato via le dita di netto.
Invece mi ritrovo sbattuto contro le corde elastiche.
Non posso fare un granché contro uno che ha il corpo ricoperto da placche inespugnabili, ma Manolo è il mio migliore amico, si fermerà prima di ammazzarmi.
Mi sollevo a fatica e lui fa due passi indietro. Lo vedo roteare su se stesso, è una mossa che abbiamo provato un sacco di volte.
Lui tenta di colpirmi al fianco con una falcata della coda, io salto e mi materializzo alle sue spalle.
Questo era il vecchio copione.
Il colpo è talmente forte da fare rumore. Nel boato della folla che lo accompagna, riesco
a sentire le mie costole spezzarsi.
Grido, ma il fiato mi muore in gola.
Manolo è disorientato, gira su se stesso, finge di reclamare i suoi applausi ma sta aspettando che io mi alzi, intanto l'arbitro inizia a contare.
Sollevo lo sguardo sul tabellone, il sangue mi copre gli occhi, ma il mio nome è scritto a chiare lettere anche per l'incontro successivo.
Mi trascino al mio angolo cercando di riprendere fiato, Manolo sta temporeggiando ma la folla lo ha notato e inizia a fischiare e a tirare oggetti nel quadrato.
Il mio amico mi lancia un'occhiata.
Il tappeto è coperto dai bicchieri di plastica e cartacce e il vociare è sempre più forte.
Mi sollevo, aggrappato alle corde e guardo il mio compagno. So quello che accadrà e lo sa anche lui.
Tra pochi istanti una scossa elettrica arriverà al suo collare. Un avvertimento, e lui dovrà decidere se salvare la sua pelle o la mia.
Non voglio che sia lui a farmi fuori.
Uno dei guardiani mi passa accanto e la sua attenzione è tutta per la folla che sta reclamando un corpo morto.
Mi sporgo e afferro il suo bastone elettrico.
Il gesto è quasi automatico, sfilarlo al bastardo e puntarlo all'unico punto scoperto della pelle di Manolo è solo un movimento.
La scarica lo coglie alla gola, dove avevo mirato.
Un rumore forte e acuto esplode, un secondo dopo sono le luci a farlo e rimaniamo al buio.
Tra i gridolini della gente, la voce del nostro aguzzino si alza sopra le altre.
Le luci di emergenza si accendono quasi subito e la folla urla il mio nome. Pazzi. Solo un branco di pazzi, figli di puttana.
Mi aspettavo di vedere il mio amico svenuto, invece è una furia e sta correndo verso di me.
Mi alzo, voglio offrirgli almeno la possibilità di farlo in fretta, poi vedo un rivolo di fumo bluastro levarsi dal suo collare.
«È disattivato! Manolo, il tuo collare è disattivato!»
Si ferma a pochi millimetri da me, sento suo fiato sulla fronte. Mi crede, per fortuna mi crede e inizia a mutare.
Cresce sotto i miei occhi, le placche ossee si fondono tra loro e il suo collare va in pezzi.
Delle guardie sono salite sul ring, i bastoni elettrici accesi e si stanno disponendo in cerchio. Guardo quello che ora sembra solo un'informe ammasso di roccia e alzo il viso, esponendo il collo. «Dai Manolo, forza!»
Afferra il mio collare tra dita giganti e lo apre.
La prima scarica mi arriva alle spalle, un'altra alla coscia. Chiudo gli occhi e sento Manolo gridare, lo stanno colpendo.
Mi volto verso il nostro padrone, indietreggia di un passo, portandosi dietro alla linea gialla che inibisce i nostri movimenti. Mi prendo anche il lusso di sorridergli, prima di saltare.
Quando si rende conto dell'inutilità del suo gesto, la sua testolina di cazzo è stretta tra le mie dita. È vero bisogna morire molte volte, ma a te ne basterà una sola.
Salto.
Sento solo il rumore, come di spugna strappata e quando compaio di nuovo accanto al mio amico, il capo del nostro aguzzino è ancora tra le mie mani, mentre il suo corpo cade, dieci metri più in là.
Almeno tre bastoni elettrici sono schiacciati contro la pelle dura come il marmo di Manolo.
«Gira!» Lo incoraggio.
Ripete la mossa che lo ha reso famoso, e ruota quella coda che adesso è una sorta di colonna e spazza via le guardie che lo avevano raggiunto.
Distinguo l'ordine di spararci, mi lancio su di lui e lo abbraccio.
Ora, se i nostri aggressori sono intelligenti e veloci, si sbrigheranno a toglierci le mani di dosso. O me le porterò dietro.

Ho pensato a un posto caldo, assolato.
Un isola dove andavo sempre prima che mi catturassero. Un bellissimo pezzetto di paradiso in mezzo al pacifico.
Manolo barcolla qualche istante e io cado a sedere nella sabbia, gli sorrido, poi scoppio a ridere.
Si massaggia una testa di nuovo della misura normale con entrambe le mani, «come facciamo con gli altri?» Mi chiede.
Nel tempo che Manolo impiega a stropicciarsi gli occhi, io gli sono davanti con delle bibite fresche tra le mani.
«Ce li andiamo a riprendere. Uno per uno.»
Ora è di nuovo facile
 
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Aser
view post Posted on 31/1/2013, 15:07




CITAZIONE
ho passato la notte e buona parte della giornata di ieri aguardare ifilm di Guy Ritchie.
Temo che l'io narrante abbia risentito dell'influenza del Turco di the Snatch!

:woot: , se hai riproposto le atmosfere di "The Snach" o "Lock and Stock" diventi la mia scrittrice preferita :P
 
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kaipirissima
view post Posted on 31/1/2013, 15:12




CITAZIONE
b) In un dialogo dovrà essere pronunciata la frase: "Bisogna morire molte volte per imparare a vivere".

Questa frase merita davvero un racconto. Credo proprio che mi ci poroverò.
 
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cristiano r.
view post Posted on 31/1/2013, 17:16




Bellissime specifiche, sono davvero tentato, anche perchè il mio baule misterioso è stracolmo di oggetti magici!
:alienff: :p091: :alienff:
 
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view post Posted on 31/1/2013, 17:52
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CITAZIONE (Aser @ 31/1/2013, 15:07) 
CITAZIONE
ho passato la notte e buona parte della giornata di ieri aguardare ifilm di Guy Ritchie.
Temo che l'io narrante abbia risentito dell'influenza del Turco di the Snatch!

:woot: , se hai riproposto le atmosfere di "The Snach" o "Lock and Stock" diventi la mia scrittrice preferita :P

magari! no ho solo preso spunto per l'io narrante
 
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Sol Weintraub
view post Posted on 31/1/2013, 18:39




Ho l'idea.
Ho anche già iniziato a scrivere.
E' una delle mie solite idee pesanti, noiose, fastidiosamente saccenti
Ho solo stasera per svilupparla.
Magari siete fortunati e non riuscirò a finire. :P
 
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189 replies since 30/1/2013, 23:34   3017 views
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